La scuola protesta al MIUR il 17 gennaio 2014

A governo indecente mobilitazione permanente
La scuola protesta al MIUR il 17 gennaio 2014

Dopo aver tentato di scippare ulteriormente docenti ed Ata della piccola e parziale quota di scatti di anzianità ricevuti da una parte di essi, l’indecente governo Letta-Alfano-Renzi-Napolitano si è grottescamente vantato di aver cambiato registro verso la scuola pubblica e il suo continuo immiserimento, praticato da tutti i governi degli ultimi decenni. In realtà la distruttiva marcia della scuola-miseria e della scuola-quiz prosegue, malgrado alcuni stop o rallentamenti imposti dalle lotte dei difensori della scuola pubblica. Gli investimenti nelle strutture scolastiche diminuiscono ogni anno, i salari di docenti ed Ata hanno perso il 30 % negli ultimi venti anni e il 15% nell’ultimo quinquennio, il blocco degli scatti e dei contratti prosegue, i lavoratori/trici ad un passo dalla pensione (quota 96) sono costretti a lavorare gratuitamente per altri cinque o sei anni, i docenti “inidonei” non hanno ancora la certezza che la loro deportazione nei ruoli degli Ata sia annullata per sempre, mentre i precari Ata non sono ancora stati immessi in ruolo, i quiz Invalsi incombono e celebreranno nuovamente i propri assurdi riti il prossimo maggio, mentre procede il cammino dei sedicenti “Bisogni Educativi Speciali” (BES) – una sorta di “manicomializzazione” degli studenti, con i docenti a fare da pseudo-psichiatri – e gli insegnanti di religione restano gli unici ad avere il posto sicuro nella scuola italiana, ove non vengono istituite le cattedre della materia alternativa alla religione, pur formalmente prevista dalla normativa.
Sperare in questa o quella fazione di centrodestra o centrosinistra, in questo o quel “nuovo” leader significa destinare la scuola pubblica a sicura sconfitta. Solo la mobilitazione permanente di docenti, Ata, studenti e difensori della scuola come bene comune ci hanno fatto finora ottenere risultati, come la vittoria, seppure non ancora definitiva, degli insegnanti “inidonei” ci ha dimostrato. Per questo il 17 gennaio, dalle ore 14.30, manifesteremo a Roma davanti al Ministero della Pubblica Istruzione (MIUR) di Viale Trastevere per chiedere l’annullamento del blocco degli scatti di anzianità e dei contratti, un aumento per  docenti ed Ata di 300 euro mensili a parziale recupero di quanto perso negli ultimi anni, l’immediato pensionamento dei “quota 96”, la definitiva liberazione dall’incubo della deportazione per i docenti “inidonei” e la contemporanea assunzione stabile degli Ata precari, l’istituzione di migliaia di cattedre della materia alternativa alla religione – che darebbe lavoro stabile ad altrettanti precari – il pieno riconoscimento salariale e normativo del lavoro degli ITP e dei “modelli viventi”, la cancellazione dei quiz Invalsi, dei BES e dei loro effetti sull’immiserimento culturale e sulla “psichiatrizzazione” della scuola, il massimo sviluppo del diritto all’istruzione per i cittadini detenuti/e, la democrazia sindacale e la restituzione del diritto di assemblea in orario di lavoro a tutti/e.
Nel corso della mattinata del 17 (dalle 9.30) i protagonisti delle lotte su questi temi dibatteranno a Roma in un Convegno CESP che si svolgerà nella Sala Assemblee di Viale Manzoni 55.

Piero Bernocchi  portavoce nazionale COBAS

UNA DILETTANTE ALLO SBARAGLIO?

LUIGI GALLO M5S CAMERA: MINISTRO DELL’ISTRUZIONE, UNA DILETTANTE ALLO SBARAGLIO?

Roma 15 gen – Il Ministro Carrozza è chiamato a rispondere in aula dal MoVimento 5 Stelle sul provvedimento che prevede la restituzione forzata di 150 euro dagli stipendi del personale del comparto scuola e sulla vicenda della restituzione forzata dagli stipendi dei collaboratori scolastici a seguito di una successiva nota del 7 gennaio del Ministero dell’Economia. Tale nota impone un tetto massimo agli stipendi dei collaboratori ATA che non potendo guadagnare più di una certa cifra, a fronte degli straordinari e delle prestazioni aggiuntive svolte, saranno costretti, a partire dal mese di febbraio, ad una restituzione rateizzata di quel surplus guadagnato.

“Nel question time il Ministro non ha risposto in merito a questa seconda restituzione come se la notizia l’apprendesse oggi per la prima volta grazie al Movimento 5 Stelle, dimostrando ancora una volta un dilettantismo  nella sua opera di ministro in un settore cruciale e delicato com’è l’istruzione nel nostro paese”. Queste le dichiarazioni del deputato M5S Luigi Gallo.

Oggi tutto il comparto scuola coinvolto dal provvedimento delle 150 euro, sta vedendo nella propria busta paga una riduzione di 150 euro, un’eventuale compensazione arriverà solo successivamente con un decreto ad hoc che andrà a prendere i soldi sempre dal comparto scuola togliendoli  dal funzionamento dell’istituto, quindi dai corsi di recupero per gli studenti, dalle visite guidate, dai soldi per i collaboratori del dirigente, quindi la scuola funzionerà sicuramente peggio.

“L’unica buona notizia che ha dato il Ministro è che questa restituzione che ha promesso delle 150 euro  avverrà anche per i collaboratori scolastici e su questo tema siamo sollevati”.

“Dalle schede che accompagnano la legge di stabilità si evince come sia stato tagliato circa mezzo miliardo al comparto scuola e università nel 2014”, Gallo ha concluso affermando: “siamo stanchi di questo Ministro che si accorge sempre in ritardo dei provvedimenti che pesano gravemente sulla scuola e del taglio grave al comparto istruzione.

Anfe Sicilia: “Regione intervenga per tutelare lavoratori”

Anfe Sicilia, Ugl: “Regione intervenga per tutelare lavoratori”

“E’ inaccettabile che i 187 lavoratori dell’ente di formazione Anfe in Sicilia, rimasti senza lavoro, vengano lasciati senza alcuna tutela”.
E’ quanto si legge in una nota della segreteria nazionale dell’Ugl Scuola in cui si chiede alla Regione “di trovare al più presto una soluzione per questi lavoratori e le loro famiglie. Il dettato normativo prevede una serie di meccanismi a garanzia del personale della formazione professionale, in possesso dei requisiti di esperienza e professionalità, che può essere ricollocato presso altri Enti. E’ impensabile, dunque, che tanti di loro rischino di non avere più alcun futuro”.
“E’ necessario un intervento concreto – conclude la nota – perché la situazione nel settore è davvero critica: continuiamo a denunciare, infatti, il ritardo nei pagamenti delle retribuzioni, la mancata erogazione dei finanziamenti per l’istruzione e formazione professionale ed il mancato sblocco delle fidejussioni che hanno portato alla chiusura di tanti enti che da sempre operano in questo settore, con la grave ripercussione sui lavoratori, ormai senza stipendio da più di 20 mesi. Senza dimenticare l’incertezza in cui vivono gli operatori degli sportelli multifunzionali, per i quali ancora non si intravedono prospettive occupazionali e non è stato aperto nessun percorso di confronto”.

 

Incontri su pensionamenti, PAS e trasferimenti

In vista delle scadenze delle domande di pensionamento previste per il 7/2 ed alle procedure propedeutiche di registrazione on line, calcolo, possesso dei requisiti anche ai fini della liquidqzione, all’attivazione dei PAS (percorsi abilitanti speciali) ed ai trasferimenti, il SAB indice una serie di incontri territoriali secondo il seguente calendario nelle sedi sindacali:
PAOLA 22 gennaio dalle ore 15,30 Via Lao n. 9 Rione Sant’Agata,
ROSSANO 23 gennaio ore 15,30 Via Cassiodoro 21 (di fronte tipografia Grafosud);
SAN GIOVANNI IN FIORE 24 gennaio ore 15,30 Via dei Cappuccini n. 36;
PRAIA A MARE 25 gennaio ore 15,30 via dell’Industrie c/o liceo linguistico “Lanza” a fianco Conad.
Per le altre sedi SAB secondo il normale orario di ricevimento 
f.to prof. Francesco Sola segretario generale.

Posizioni economiche: tiro al bersaglio nei confronti del personale Ata

Posizioni economiche: tiro al bersaglio nei confronti del personale Ata

 

Dopo gli annunci e i proclami, bloccate le posizioni economiche ATA a partire dal 1° settembre 2013: ANIEF pronta a ricorrere. Il personale ATA non può subire una tale aggressione. Non si può cancellare con un colpo di spugna ciò che oggi è un diritto acquisito.

 

Non sono servite a nulla le rassicurazioni del Ministro Carrozza, quando da Fazio a “Che Tempo che fa” ha rassicurato il personale ATA con un laconico “possono stare tranquilli” e nemmeno l’esultanza di alcune OO.SS. che hanno cantato vittoria forse un po’ troppo presto.

 

Dopo i tagli indiscriminati, che hanno visto drasticamente diminuire l’organico del personale ATA assegnato alle scuole italiane compromettendone il buon funzionamento, dopo il mancato rinnovo contrattuale che ha bloccato gli stipendi ai livelli del 2009, il blocco delle assunzioni per l’ormai annosa questione “docenti inidonei”, assistiamo oggi, da parte del Governo, a un atto palesemente illegittimo che intende annullare con un colpo di spugna, la 1a e 2a posizione economica di cui all’articolo 2, commi 2 e 3, della sequenza contrattuale 25 luglio 2008 ottenute attraverso una prova concorsuale.

 

Il personale ATA non ringrazia per il fatto che non dovrà più restituire quanto percepito negli aa.ss. 2011/12 e 2012/13. La mansione aggiuntiva svolta e non prevista dal mansionario è stata assegnata in virtù della posizione stipendiale che, nel caso dei collaboratori scolastici, ammonta a 600 euro annui.

 

Gli stipendi del personale ATA, sono già tra i più bassi del pubblico impiego. Basti considerare che un collaboratore scolastico al suo stipendio iniziale percepisce la somma di circa 900,00 euro e quanto prospettato con la circolare non può che alimentare nuove preoccupazioni.

 

Per Anief, oltre all’immediato danno economico, il personale interessato subirà ripercussioni anche ai fini pensionistici. La somma percepita con la posizione stipendiale contribuisce, infatti, sia alla formazione dello stipendio che a quella della posizione contributiva.

 

E che dire della palese discriminazione tra chi, non avendo la posizione economica, ha svolto una mansione aggiuntiva a carico del fondo di istituto e chi invece la possedeva? I primi, che hanno svolto la mansione aggiuntiva a carico del fondo d’istituto, non devono restituire nulla,  mentre i secondi – che hanno svolto la mansione aggiuntiva per via della posizione economica – a decorrere dal 1° settembre 2013 devono restituire quanto percepito.

 

ANIEF è pronta a ricorrere al Giudice del lavoro per chiedere giustizia e rivendicare il torto subito. Non è più tollerabile che lo Stato adotti delle misure per fare cassa sempre sui soliti noti. Scrivi a posizione.ata@anief.net e rivendica quanto in tuo diritto.

Quei nostri giovani poco adatti al lavoro

da Corriere.it

Istruzione –  I Paesi Ue

Quei nostri giovani poco adatti al lavoro

Pochi i ragazzi che arrivano all’assunzione attraverso gli stage Il 47% di chi cerca personale ammette: non troviamo competenze

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

BRUXELLES – La prima è una notizia tristemente già vecchia, da archivio: «La disoccupazione giovanile in Italia è raddoppiata dal 2007, toccando il 40% nel 2013». (41,6% oggi, ndr ).   Ma la seconda no, la seconda notizia morde nel vivo: «Tuttavia, questa cifra è solo parzialmente dovuta alla crisi economica: i problemi ribollono molto più nel profondo… Il 47% dei datori di lavoro italiani riferiscono che le loro aziende sono danneggiate dalla loro incapacità di trovare i lavoratori giusti, e questa è la percentuale più alta fra tutti i Paesi esaminati».

Infatti: lo stesso lamento echeggia fra il 45% degli imprenditori greci, il 33% degli spagnoli, il 26% dei tedeschi. Ma da nessuna parte, come da noi. In Italia, dunque, cercansi coloro che hanno gli skill , le attitudini, le capacità, i talenti richiesti da questo o quel settore. Ce n’è tanti. Gli imprenditori non li trovano, loro non sanno come e dove farsi cercare: «Non hanno le informazioni su come prendere decisioni strategiche». Domanda e offerta non si incontrano, e nessuno spread riesce a farle metterle in contatto, a far scattare il semaforo. Tutto questo dice il rapporto McKinsey, condotto su otto Paesi Ue e presentato ieri a Bruxelles presso il centro di ricerca Bruegel («Il viaggio tempestoso dell’Europa, dall’educazione all’occupazione»).

Il dossier spiega anche che «la Ue ha il più alto tasso di disoccupazione ovunque nel mondo, a parte il Medio Oriente e il Nord Africa». Per poi sferzare: «In Italia, Grecia, Portogallo e Regno Unito sempre più studenti stanno scegliendo corsi di studio collegati alla manifattura, alla lavorazione, nonostante il brusco calo nella domanda in questi settori. E in generale, non è una cosa positiva vedere un ampio numero di giovani scommettere il loro futuro su industrie in decadenza… Ci sono abbinamenti sbagliati, educatori e imprenditori non stanno comunicando fra loro». È precisamente quanto accade nel nostro Paese: «Datori e fornitori di lavoro o di istruzione hanno percezioni molto differenti. Il 72% degli educatori in Italia pensano che i ragazzi abbiano le attitudini di cui avranno bisogno alla fine della scuola; ma solo il 42% degli imprenditori concorda con questo. La percezione di questo divario riflette una mancanza basilare di comunicazione.

Solo il 41% dei datori di lavoro dice di comunicare regolarmente con i dirigenti delle scuole, e solo il 21% considera questa comunicazione effettiva». In apparenza, tutto sarebbe abbastanza semplice: bisogna, dicono i ricercatori McKinsey, «incoraggiare gli educatori a insegnare quello che gli imprenditori richiedono». Ma l’apparenza sfuma quando, per esempio, si studia la differenza fra il «desiderio» di un imprenditore nei confronti di certe capacità professionali e la competenza reale in quegli stessi skill dei giovani in attesa del posto: in Italia, il «desiderio» o bisogno imprenditoriale di una buona conoscenza dell’inglese fra i propri dipendenti è soddisfatto solo dal 23% degli aspiranti, e quello di una competenza informatica appena dal 18%. Mentre la richiesta di creatività, che in Germania trova solo un 13% di risposte fra i giovani, in Italia arriva al 19%. Ma resta anche un concetto assai vago. In cima a tutti i sogni degli imprenditori resta la «conoscenza pratica», in qualunque settore (risposta del ventenne: ma dove la faccio, l’esperienza, se tu non mi assumi?). Mentre il lavoro più ambito dai nostri giovani è il creatore di siti Web (61% contro il 58% di «sì» dei giovani tedeschi): e però cercansi attitudini supportate da conoscenze, anche qui.
Le conseguenze di tanti squilibri si ripercuotono in ogni settore. Gli stage, i periodi di rodaggio in azienda, un tempo considerati isole di speranza e anello diretto fra la scuola e il lavoro? Il 61% in media dei giovani europei trova un posto di lavoro al termine di uno stage. In Italia, sono meno del 46%. E ancora: Portogallo, Italia e Grecia hanno la più alta percentuale di giovani che riferiscono di non aver potuto frequentare l’università per ragioni economiche; «ed è in questi tre Paesi che la più bassa proporzione di giovani (sotto il 40%) ha completato l’istruzione post-secondaria». Chissà che cosa avrebbe detto oggi il buon maestro Manzi, quello di «non è mai troppo tardi».

Carrozza agli insegnanti: “Meno compiti e più musei”

da La Stampa

Carrozza agli insegnanti: “Meno compiti e più musei”

Il ministro: “C’è l’entrata gratuita per gli insegnanti e gli studenti possano andare nei musei per programmi didattici”
«Meno compiti e più musei». Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, oggi a Reggio Calabria per la laurea honoris causa che l’Università Mediterranea ha conferito a Salvatore Settis.

«Col ministro dei Beni culturali – ha detto Carrozza rispondendo ai cronisti sui progetti per far visitare i Bronzi di Riace agli studenti – abbiamo fatto un lavoro assieme molto importante».

«Quest’anno – ha aggiunto il ministro – c’è l’entrata gratuita nei musei per gli insegnanti, c’è una specifica misura con il decreto “l’istruzione riparte” che prevede che gli studenti possano andare nei musei per programmi didattici e quindi un’intersezione tra didattica, beni culturali e patrimonio artistico in modo anche da attirare gli studenti. Credo – ha proseguito il ministro – che patrimonio artistico e beni culturali siano fondamentali per il rilancio del nostro Paese ed è giusto che la scuola ne tragga beneficio fino in fondo, infatti ho detto agli insegnanti date un pochino meno compiti e mandateli nei musei, si può studiare nei musei».

Scatti 2012, sul portale ‘NoiPa’ l’avviso ufficiale al personale

da Tecnica della Scuola

Scatti 2012, sul portale ‘NoiPa’ l’avviso ufficiale al personale
di A.G.
Il Mef ha pubblicato un avviso attraverso cui si ribadisce quanto già comunicato da Palazzo Chigi: i 150 euro verranno sottratti, ma subito rimborsati. Per il 2013 rimane tutto in forse: dipenderà dalle “decisioni che verranno assunte in sede governativa”. Una sottolineatura che mette ansia ai sindacati.
La decisione di riassegnare gli scatti dopo quella presa unilateralmente dal Mef diventa ufficiale. Sul portale ministeriale NoiPa, gestito sempre dal ministero dell’Economia e delle Finanze, il 14 gennaio è stato pubblicato un avviso rivolto a tutto il personale interessato, stime sindacali indicano 90mila lavoratori, attraverso cui si ribadisce quanto reso noto il giorno prima attraverso un comunicato di Palazzo Chigi.
Il messaggio, dal titolo ‘Stipendi della scuola – Sospensione recupero debiti per blocco scatti di anzianità 2013’ spiega che “con lo stipendio ordinario di gennaio è stata data applicazione al D.P.R. 122/2013 con blocco degli scatti di anzianità dal 2013 e recupero degli eventuali debiti per un importo massimo mensile di 150 euro lordi. Come da disposizioni concordate tra il Ministero dell’economia e delle finanze e dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, è sospesa l’attività di recupero e l’importo di 150 euro lordi verrà rimborsato con esigibilità contestuale a quella dello stipendio ordinario in pagamento nel mese di gennaio 2014. Ulteriori emissioni straordinarie potranno essere effettuate in attuazione delle decisioni che verranno assunte in sede governativa in ordine al riconoscimento degli scatti di anzianità ai lavoratori che ne abbiano beneficiato nell’anno 2013”.
Una sottolineatura, quest’ultima, che lascia in allarme i sindacati per la copertura dell’anno appena passato. A cui si aggiunge il fatto che per il 2012 manca ancora il riconoscimento dell’anzianità. Insomma, la partita sugli scatti rimane apertissima.

Carrozza: “Importante la Costituente, ma temo per il clima politico”

da Tecnica della Scuola

Carrozza: “Importante la Costituente, ma temo per il clima politico”
di Lucio Ficara
Il clima è quello delle grandi occasioni, al liceo “Vinci” di Reggio Calabria: tutto è stato organizzato nei minimi particolari per l’evento della visita del Ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza. Si tratta della prima scuola pubblica che il responsabile del Miur visita ufficialmente da quando si è insediata al dicastero di viale Trastevere.
Durante la sua visita l’on. Maria Chiara Carrozza ha trovato una scuola viva, piena di entusiasmo e ricca di idee progettuali. Nell’occasione il ministro dopo avere assistito alla presentazione del libro “Ad alta quota” di Lella Golfo, con la prefazione di Antonio Catricalà viceministro al Ministero dello sviluppo economico, a cura degli studenti del liceo, ha voluto incontrare i dirigenti scolastici delle 400 scuole calabresi. Durante questo incontro che si è svolto sempre in un clima disteso e tranquillo, con la presenza del coro del liceo “Vinci”, abbiamo notato un Ministro pensieroso che ha voluto tracciare alcune linee importanti dello stato dell’arte della scuola italiana in un momento politico molto difficile, dove si parla di tutto tranne delle cose importanti che riguardano la scuola e il suo futuro. Il ministro ha messo al centro del suo discorso la Costituente della scuola, rassicurando che al Miur si sta lavorando seriamente e con grande professionalità per garantire una grande consultazione pubblica, dove sono invitati a partecipare tutti gli uffici scolastici regionali e tanti dirigenti scolastici. Sibillino ci è sembrato in particolare modo un passaggio del discorso del Ministro. Si tratta del passaggio in cui il ministro Carrozza dice di aspettarsi tanto dalla Costituente per la scuola, ma poi afferma se il clima politico lo consentirà e se noi sapremo anche creare la giusta attenzione ai contenuti, la scuola dovrà per il prossimo futuro stare al centro della politica e al centro dei programmi politici di qualsiasi partito. Cosa avrà voluto dire il ministro Carrozza, con quel passaggio dove afferma: “se il clima politico lo consentirà”? La risposta che ci siamo dati é strettamente legata ai problemi di rimpasto che il governo Letta potrebbe subire, a causa di un clima politico difficile e complesso. Tuttavia il ministro Carrozza rivendica con convinzione la strada intrapresa della Costituente per la scuola, che ci tiene a sottolineare non si tratta come alcuni dicono di una consultazione on line. Il responsabile del Miur afferma anche di comprendere benissimo il rischio che corre, aprendo questa forma di coinvolgimento dal basso, per attuare una riforma il più condivisa possibile. Il Ministro dell’Istruzione afferma che dobbiamo avere il coraggio di affrontare alcuni problemi che sono da troppo tempo divisivi. La Costituente serve a trovare un unione d’intenti e a scegliere quale scuola vogliamo per il futuro del nostro Paese. Ci dobbiamo porre delle domande, afferma ancora la Carrozza, del tipo  spendiamo troppo per studente o spendiamo troppo poco? Quale materie dobbiamo cambiare e quali nuove materie dobbiamo inserire nei vari ordinamenti della nostra scuola? Nella scuola c’è troppa autonomia o ce ne è troppa poca? In buona sostanza prosegue il Ministro dell’istruzione la riforma che faremo non sarà calata dall’alto, ma proverrà dal basso. Nel discorso fatto davanti alla platea di circa un centinaio di dirigenti scolastici calabresi, il Ministro Carrozza ha affermato che la qualità della scuola italiana passa molto dalla qualità dei dirigenti scolastici. Se un dirigente scolastico è di qualità e sa gestire ed amministrare bene, la scuola che dirigerà sarà una scuola di qualità. L’idea che abbiamo avuto da questo incontro con il Ministro dell’Istruzione Carrozza, in un clima accogliente e festoso come quello in cui è stato ricevuto, è quella di un Ministro preoccupato per il difficile clima politico, ma determinato a portare avanti la sua creatura, la “Costituente per la scuola”.

“Meno compiti e più musei”, questo l’invito della ministra agli insegnanti

da Tecnica della Scuola

“Meno compiti e più musei”, questo l’invito della ministra agli insegnanti
di P.A.
“C’è l’entrata gratuita per gli insegnanti e gli studenti possano andare nei musei per programmi didattici”. Lo ha detto la ministra  dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, oggi a Reggio Calabria per la laurea honoris causa che l’Università Mediterranea ha conferito a Salvatore Settis
“Col ministro dei Beni culturali – ha detto Carrozza rispondendo ai cronisti sui progetti per far visitare i Bronzi di Riace agli studenti – abbiamo fatto un lavoro assieme molto importante”. “Quest’anno – ha aggiunto la ministra- c’è l’entrata gratuita nei musei per gli insegnanti, c’è una specifica misura con il decreto “l’istruzione riparte” che prevede che gli studenti possano andare nei musei per programmi didattici e quindi un’intersezione tra didattica, beni culturali e patrimonio artistico in modo anche da attirare gli studenti. Credo – ha proseguito – che patrimonio artistico e beni culturali siano fondamentali per il rilancio del nostro Paese ed è giusto che la scuola ne tragga beneficio fino in fondo, infatti ho detto agli insegnanti date un pochino meno compiti e mandateli nei musei, si può studiare nei musei”.

Da Eurydice le “Schede nazionali sui bilanci dell’istruzione in Europa”

da Tecnica della Scuola

Da Eurydice le “Schede nazionali sui bilanci dell’istruzione in Europa”
di L.L.
La Rete presenta i bilanci nazionali per l’istruzione, suddivisi per tipo di spesa e per livello educativo, attraverso i quali è possibile individuare i cambiamenti intervenuti fra il 2012 e il 2013 e capire le ragioni di questi cambiamenti
L’investimento in istruzione è un settore prioritario nel contesto della strategia Europa 2020, strategia di crescita dell’UE per il decennio in corso.
Di fronte alle attuali sfide economiche, è essenziale promuovere una crescita sostenibile e, in tale ottica, investire in istruzione, formazione e apprendimento permanente è fondamentale per migliorare l’occupabilità e, in particolare, affrontare e prevenire la disoccupazione giovanile.
Tuttavia, la crisi economica e il conseguente aumento dei deficit di bilancio e del debito stanno profondamente minando la capacità degli Stati membri di restare in linea con i requisiti del Patto di stabilità dell’Unione europea e del Patto per la crescita. La spesa pubblica per l’istruzione, che rappresenta quasi il 90% del totale investimento in istruzione in tutti i Paesi UE, è una di quelle voci che più sta risentendo in questo processo di consolidamento.
Servirebbero dei dati ufficiali sulla spesa per l’istruzione, al fine di monitorare le tendenze ed alimentare il dibattito politico a livello nazionale e europeo, ma i dati comparativi sulla spesa sono disponibili solo con un certo ritardo. Basti pensare che gli ultimi dati UNESCO/OCSE/Eurostat (UOE) sono del 2010.
La mancanza di informazioni recenti sul finanziamento pubblico dell’istruzione in Europa rende difficile valutare e discutere i cambiamenti in corso riguardo agli investimenti pubblici nel settore dell’istruzione, e di conseguenza rende difficile individuare i fattori che spiegano questi cambiamenti e analizzare le recenti riforme intraprese dai vari Paesi.
Per tali ragioni, proprio per sopperire a questa mancanza di informazioni, Eurydice ha deciso di produrre la pubblicazione National Sheets on Education Budgets in Europe 2013, che raccoglie le schede nazionali con i dati più recenti riguardanti i bilanci dell’istruzione nei paesi europei. Lo scopo è quello di contribuire al dibattito politico sui bilanci sostenibili, sugli investimenti e sul miglioramento della efficienza della spesa pubblica in istruzione e formazione per promuovere la crescita.
Le schede nazionali presentano una panoramica dei bilanci (spesa programmata, quindi non effettiva) per l’istruzione per tipo di spesa e il livello di istruzione e consentono di identificare i cambiamenti negli anni, cioè in pratica se la spesa per l’istruzione per il 2013 è stata programmata in aumento o in diminuzione o per restare stabile rispetto al 2012.
Nella grande maggioranza dei paesi/regioni esaminati, il bilancio dell’istruzione per il 2013 è aumentato di oltre l’1 % a prezzi costanti rispetto al bilancio dell’istruzione per il 2012, mentre una diminuzione che ha superato l’1% è stato registrato in alcuni paesi, tra cui l’Italia. Il bilancio per l’istruzione per il 2013 rispetto al 2012 è rimasto stabile in quattro paesi / regioni (aumento o diminuzione inferiore all’1%).

I libri fai da te sono buone pratiche didattiche?

da Tecnica della Scuola

I libri fai da te sono buone pratiche didattiche?
di Aldo Domenico Ficara
Da quando il 19 gennaio 2012 Apple presentò all’Apple Education Event di New York  l’applicazione multimediale iBooks Author, è iniziata una nuova era del libro di testo. Infatti, si tratta dell’avvio concreto di una nuova rivoluzione, che coinvolge la produzione di libri digitali interattivi utili per l’apprendimento scolastico e universitario
Questi libri sono stati definiti Multi Touch Book e se ne fruisce con iPad attraverso l’applicazione di lettura iBooks, dalla versione 2 in poi. La rivoluzione consiste nel fatto che è possibile produrre, pubblicare gratuitamente o mettere in vendita sullo Store di Apple dei materiali didattici costruiti “in casa”. Nel sito web Messaggero Veneto si parla di “libri di testo fai da te“ in questi termini: “Gli insegnanti già da alcuni anni hanno seguito un percorso didattico, e dopo aver verificato la bontà degli obiettivi ottenuti, si sono resi disponibili per formulare i libri di testo seguendo le direttive ministeriali, ma personalizzando il testo, che è in pratica è una dispensa la cui copertina può essere a sua volta personalizzata dagli alunni stessi. Il nostro fine è proporre un testo il più possibile aderente ai metodi e ai contenuti proposti dai docenti, tagliando le eventuali parti che non vengono solitamente affrontate e potenziando quelle ritenute più fondamentali. La nostra è una politica di economizzazione delle risorse orientata soprattutto alle famiglie, che con questa iniziativa hanno visto ridursi il budget da destinare all’acquisto dei testi. Anche la scuola ne trae un vantaggio, riducendo la necessità di produrre schede e fotocopie che integrino il contenuto dei testi editoriali“. Gli editori di libri di testo criticano queste nuove pratiche, infatti, sulle pagine del Corriere della Sera si può leggere: “La validazione è un processo a più fasi. I nostri libri ed ebook, prima di essere pubblicati, sono letti da professori di scuola e universitari che controllano gli aspetti scientifici (ci sono errori concettuali in quello che l’autore ha scritto?) e didattici (spiega bene? ha esercizi adatti a quel tipo di scuola?). Poi sono letti da un redattore esperto nella disciplina che si mette dalla parte dello studente: qui non capisco, quindi va rispiegato, e via dicendo”. E poi c’è la realizzazione professionale: “La grafica, i disegni, i video, le animazioni sono prodotti professionali, non video girati con l’iPhone, ma da troupe che controllano l’audio, la luce, il montaggio. I prodotti digitali richiedono infrastrutture informatiche complesse, come la classe virtuale con registro elettronico, e interfacce che guidino l’utente ad avere un’esperienza efficace di apprendimento e a non disperdersi“.

Il meccanismo del rimborso dei 150 euro

da Tecnica della Scuola

Il meccanismo del rimborso dei 150 euro
di P.A.
E “l’importo di 150 euro lordi verrà rimborsato con esigibilità contestuale a quella dello stipendio ordinario in pagamento a gennaio 2014”, mentre nel prossimo Cdm si decide sugli scatti nel 2014
Secondo Il Sole 24 Ore, il meccanismo, con il quale i soldi torneranno nel cedolino, prevede un doppio passaggio: ci sarà prima un prelievo virtuale (dal punto di vista amministrativo l’uscita é già stata conteggiata e dunque inserita nel cedolino di preview) e poi una restituzione della stessa somma nella busta paga definitiva. Nel prossimo consiglio dei ministri verrà quindi adottato un provvedimento, un decreto legge, che consentirà agli insegnanti di rimanere nella stessa classe stipendiale. Un intervento che riguarda gli scatti di cui il personale ha già beneficiato nel 2013. E i sindacati? Sono all’erta, tutti, ben sapendo che un passo falso su questa traballante ponte provocherebbe un disastro irreversibile di fiducia e credibilità

Scatti: nuovi timori sindacali, Carrozza ci convochi

da tuttoscuola.com

Scatti: nuovi timori sindacali, Carrozza ci convochi

La nota uscita ieri da Palazzo Chigi sembra aver placato gli animi per quanto riguarda la questione ‘150 euro’ (non verranno tolti dalle buste paga di gennaio), ma non ha affatto fugato i timori del sindacati a proposito dell’intera partita ‘scatti’. Per questo i rappresentanti dei lavoratori chiedono al ministro Carrozza di essere convocati per fare chiarezza su una vicenda che di chiaro ha poco e che non a caso nei giorni scorsi ha alimentato tensioni tra i ministeri direttamente interessati, l’Istruzione e l’Economia. La direttiva per l’avvio della trattativa che dovrà dare copertura al pagamento degli scatti di anzianita’ 2012 è pronta e pare probabile che i 370 milioni di euro che servono a pagare gli aumenti (che il Mef aveva deciso di recuperare attraverso prelievi in busta paga di 150 euro al mese) arriveranno attingendo al 30% di risparmi derivanti dai tagli dell’era Gelmini (120 milioni) e per la restante parte dal Mof, il fondo per il miglioramento dell’offerta formativa. Serve però una norma che neutralizzi il dpr dello scorso novembre che ha prorogato a tutto il 2013 il blocco degli scatti di anzianità. Altrimenti – avvertono i sindacati – chiusa una falla se ne aprirà un’altra.

Non bastano più i ripetuti incontri tecnici per trovare soluzioni chiare, trasparenti e che non comportino ulteriori rinvii; soluzioni che a questo punto passano necessariamente – afferma il segretario della Cisl scuola, Francesco Scrima – attraverso una modifica del dPR 122/2013, tale da riconoscere pienamente le anzianità maturate nel 2013. Sgombrato il campo da questo problema, si vada poi alla trattativa all’Aran sulla scorta di un atto di indirizzo che scaturisca da un’accurata ricognizione di tutte le risorse effettivamente utilizzabili“.

Per Massimo Di Menna, segretario della Uil scuola, il Governo “si sta mettendo in un altro pasticcio“. “La soluzione – dice – è semplice: restituire i 300 milioni di euro che il Governo Letta ha preso dalle retribuzioni del personale (con il decreto n. 122) bloccando gli scatti di anzianità 2013 e portando la scuola nella singolare condizione di dover subire una doppia penalizzazione: blocco del contratto e blocco degli scatti. Il Governo deve fare subito due cose: dare copertura all’anzianità del 2013 con un provvedimento e emanare l’atto di indirizzo all’Aran per il riconoscimento dell’anzianità 2012. Atto di indirizzo – precisa Di Menna – che consenta di utilizzare consistenti disponibilita’ finanziarie non utilizzate“.

Mimmo Pantaleo, segretario della Flc-Cgil, sottolinea che il Consiglio dei Ministri “oltre a ripristinare gli scatti per il 2013 deve garantire le risorse necessarie per emanare l’atto di indirizzo all’Aran per il pagamento degli scatti 2012” e ribadisce “netta contrarietà a utilizzare le risorse del Mof per coprire gli scatti del 2012″. “Si possono utilizzare tranquillamente – sostiene – le risorse derivanti dai tagli alle scuola degli anni scorsi e dalle consistenti disponibilità derivanti da risorse non utilizzate“.

In attesa della costituente per la scuola

da tuttoscuola.com

In attesa della costituente per la scuola

C’è attesa di conoscere le dieci questioni per la costituente della scuola annunciata dal ministro Carrozza la settimana scorsa. Due tematiche le ha già annunciate: valutazione e autonomia; per le altre otto c’è solo da aspettare.

Gli interrogativi di questi giorni, però, non si soffermano sulle problematiche da affrontare, quanto, piuttosto, sull’opportunità di simile iniziativa in ragione dell’attuale quadro politico complessivo.

Con franchezza bisogna dire che, forse, questo non è il momento più adatto per pensare ad una grande riforma dell’istruzione italiana. Non che non ce ne sia bisogno, s’intende. Anzi.

Per una società in crisi, come quella attuale, un grande rilancio condiviso sulla riforma della scuola potrebbe costituire un sicuro elemento propulsore per lo sviluppo. È piuttosto il quadro politico, la tenuta della maggioranza, la prospettiva di un possibile anticipato scioglimento del Parlamento a costituire nell’insieme una non condizione di fattibilità per una riforma di grande respiro.

Il ministro Carrozza ha delineato la scaletta di marcia, prevedendo che, raccolte le osservazioni e le proposte entro il prossimo maggio, “a settembre diremo quali indicazioni il ministero ha recepito”.

Ammesso che a settembre il governo Letta sia in carica e riesca a concludere di lì a pochi mesi il suo mandato, chi guiderà l’eventuale rivoluzione riformatrice che uscirà dalla costituente?

Poiché non potrà esserci materialmente il tempo per predisporre e portare a conclusione gli strumenti legislativi di una ipotetica riforma, quale garanzia potrà esserci per la continuità politica della costituente targata Carrozza?