GLI INSEGNANTI CONTINUANO LA PROTESTA CONTRO IL TAGLIO DEI FINANZIAMENTI ALL’ATTIVITÀ SPORTIVA SCOLASTICA
Da Milano a Catania da Novara a Caltanisetta, Taranto, Genova, Arezzo, Treviso, Parma.. i colleghi di EF continuano nella protesta a livello provinciale o di singole scuole e dichiarano, viste le poche risorse messe a disposizione, di attivare iniziative di avviamento alla pratica sportiva prevalentemente con attività di istituto non aderendo alle fasi provinciali e oltre dei Campionati studenteschi. Vengono coinvolti i collegi docenti e i consigli di Istituto, gli studenti e le famiglie!
Continuiamo a far sentire la protesta inviando i documenti oltre che al Miur e al Ministro dello sport, anche alle forze politiche nazionali e territoriali, ai sindacati, alla stampa…
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Non tagliate i fondi per lo sport a scuola – Milano (Corriere della sera)
di Carlotta De Leo
Tagli, tagli e ancora tagli. Il mondo della scuola continua a lanciare allarmi sulla scarsità delle risorse a disposizione della didattica, sia in aula che in palestra (quando c’è…).
È questo il caso di Edumoto, l’associazione di Milano che raccoglie i professori di educazione fisica e scienze motorie e sportive (sms) che con una lettera aperta si è sfogata pubblicamente.
«Volevamo dimostrare il nostro disagio e la scarsa considerazione dell’attività sportiva a scuola» spiega Elena Trequattrini.
A far infuriare i prof di ginnastica sono i poco più di 20 milioni che il ministero dell’Istruzione ha messo a disposizione per le attività complementari di educazione fisica (quelle svolte dagli insegnanti ore sei ore aggiuntive settimanali previste nel contratto).
Questo significa che ogni classe avrà a disposizione circa 107 euro lordi – la cifra netta supera appena la metà – per gruppi sportivi o laboratori di avviamento alla pratica sportiva (pallavolo, basket, rugby e molto altro). O per organizzare e partecipare ai campionati studenteschi.
«I 20 milioni ci sembrano uno stanziamento irrisorio per una pratica sportiva estesa ai giovani in età scolastica! L’ impegno dei docenti che da anni accompagnano i giovani alle gare, soprattutto gli alunni non tesserati, non va vanificato» afferma Edumondo.
L’appello di Edumoto, più in generale, richiama l’attenzione sulla necessità di una «cultura dello sport». «La nostra vita ha bisogno di movimento – scrivono gli insegnanti di educazione fisica – l’uomo si è e evoluto correndo, i bambini crescono tra movimento, percezioni, sensazioni ed emozioni, i giovani si esprimono con lo sport».
Lo sport non è solo un «bisogno primario» dei bambini, ma anche una vera e propria emergenza a livello sociale. Le abitudini alimentari scorrette e la sedentarietà aumentano e così crescono le malattie cardiovascolari:«Il 22,2% dei bimbi tra gli 8 e i 9 anni è in sovrappeso e il 10,6% è obeso».
I dati del ministero della Salute fotografano poi un’Italia di «adulti senza sport»: il 30% degli adulti tra i 18 e i 69 anni non svolge attività fisica.
E questo significa che per una persona su tre, l’unico sport praticato in tutta la vita è quello dei tempi della scuola.
La politica, però, non sembra accorgersi di questa emergenza. Ed è un paradosso perché «gli stessi ministri praticano sport, corrono, si allenano per la maratona: forse cresciuti in un’ epoca dove le risorse per lo sport erano destinate anche alla scuola!».
Di qui l’appello a riconsiderare «l’influenza del docente di scienze motorie sui giovani: la sua presenza previene molti comportamenti a rischio, stempera gli atteggiamenti violenti, favorisce lo sviluppo dell’autonomia, placa molti momenti di ansia, permette di svolgere una corretta attività fisica che servirà nella vita».
«La dimensione economica da sempre rispecchia i valori che “interessano” maggiormente. Vogliamo una società malata, obesa, tachicardica, ipercolesterolizzata e dolce fino alla nausea? Che forse l’interesse primario sia la cura e non la prevenzione? »
Documento riassuntivo della riunione dei Docenti di Educazione Fisica
della provincia di Catania
Catania, 18 gennaio 2014
I Docenti di Educazione Fisica della provincia di Catania si sono riuniti in data 18 gennaio 2014 spinti dal disagio profondo sottolineato durante il precedente incontro del 10 gennaio, giornata in cui erano state affrontate in prima battuta le problematiche scaturite dai pesanti tagli operati dal MIUR sulle risorse da destinare all’organizzazione e allo svolgimento dei Campionati Studenteschi e dalla conseguente impossibilità fornita a ciascun docente di programmare e garantire un’adeguata preparazione psico-fisica e sportiva agli alunni.
Le recenti disposizioni ministeriali, va ricordato, hanno ridotto sensibilmente i fondi per l’avviamento alla pratica sportiva scolastica; la cifra stanziata, infatti, è stata ridotta a 20 milioni di euro (contro i 40 di un anno fa e i 60 del 2011). Tutto ciò con gravi ripercussioni sia sugli studenti (specialmente quelli che per scelta o per mancanza di possibilità non praticano attività sportiva al di fuori della scuola), sia sugli insegnanti che sono costretti a gestire la programmazione extracurriculare di avviamento alla pratica sportiva con un budget economico talmente esiguo da non poter coprire oltre le 20/25 ore annuali di attività.
Va, inoltre, sottolineato che le ultime modalità di assegnazione dei fondi non garantiscono una parità di trattamento economico tra i Docenti di Educazione Fisica; esse, infatti, determinano la cifra da mettere a disposizione delle diverse scuole sulla base del numero delle loro classi. In sostanza, se in una scuola con un numero esiguo di classi, l’unico insegnante presente decidesse di impegnarsi nei Campionati Studenteschi avrebbe a disposizione una cifra decisamente inferiore a quella che spetterebbe all’unico insegnante che assumesse lo stesso impegno in una scuola con un maggior numero di classi e con altri 8/10 professori di educazione fisica che scegliessero di non effettuare alcuna attività extra-curriculare.
Il nutrito gruppo di Docenti di Educazione Fisica presenti all’odierna riunione, in rappresentanza della quasi totalità delle scuole secondarie di 1° e 2° grado di tutta la provincia di Catania, decide di denunciare con forza questa situazione ed intende, con questo documento e con la forma di protesta illustrata più avanti, manifestare il proprio assoluto dissenso nei confronti di un Ministero che teorizza ipocritamente sui valori educativi e di prevenzione dello sport e dell’attività fisica scolastica, ma di fatto ne penalizza lo svolgimento, ne vanifica gli obiettivi, ne mortifica e demotiva i promotori e, soprattutto, ne danneggia, privandoli di un loro sacrosanto diritto, i destinatari finali, cioè gli alunni di tutta Italia.
I Docenti che hanno preso la parola durante l’assemblea hanno espresso con toni accorati la propria amarezza nel constatare che ancora una volta i diritti della categoria sono stati calpestati, che noi insegnanti veniamo sempre più posti di fronte all’impossibilità pratica di svolgere al meglio il nostro fondamentale ruolo di educatori (oltre che di promotori dell’avviamento alla pratica di vari sport) e che i nostri alunni e le loro famiglie pagheranno sulla propria pelle le conseguenze di quanto sta accadendo, trovandosi costretti, qualora desiderassero svolgere attività sportiva, a rivolgersi a strutture private, ovviamente a pagamento.
Ma gli interventi registrati non si sono limitati ad una sterile esposizione delle problematiche che investono la categoria e l’attività a discapito degli alunni; da ciascuno di essi, infatti, sono scaturiti suggerimenti sulle iniziative di protesta da adottare sui quali l’assemblea è stata chiamata ad esprimersi con una votazione per alzata di mano.
L’esito della votazione ha permesso di stabilire, a maggioranza, che per l’anno scolastico in corso, 2013/2014, tutte le scuole della provincia di Catania effettueranno la propria iscrizione ai Campionati Studenteschi, ma si limiteranno a partecipare ad essi effettuando soltanto la “Fase d’Istituto”. Tale iniziativa si affianca a quella preannunciata anche attraverso organi di stampa da altre province italiane. Si decide inoltre di stilare il presente documento e di darne massima diffusione inviandolo agli organi di stampa (locali e non), agli Uffici di Coordinamento di tutte le province d’Italia e ai Dirigenti di tutte le scuole della provincia di Catania, invitando gli stessi ad una lettura attenta e condivisa dello stesso Documento sia con il Collegio dei Docenti sia con il Consiglio d’Istituto della propria scuola.
L’assemblea si chiude con l’auspicio che il ritrovato spirito di compattezza registrato durante questa riunione possa servire da stimolo per immediati futuri incontri del genere che possano essere organizzati con maggiore regolarità in modo da garantire un confronto sempre più assiduo e produttivo tra tutti i docenti di Educazione Fisica della provincia di Catania e che, soprattutto, possano creare le basi per migliorare l’offerta educativa, motoria e sportiva per tutti gli alunni oggi innegabilmente penalizzati dalle decisioni che mortificano progettualità e professionalità.
I Docenti di Educazione Fisica della provincia di Catania
I docenti di Scienze Motorie dell’I.T.E. “M. Melloni” di Parma,
riuniti per l’incontro di dipartimento della disciplina, hanno deciso di non partecipare ai Campionati Sportivi Studenteschi per l’anno 2013-14.
L’investimento in risorse che è stato fatto nei confronti dell’attività sportiva è indice della scarsa o nulla importanza che viene attribuita al nostro lavoro; evidentemente valori come il rispetto delle regole e dei compagni, la ricerca del traguardo attraverso il lavoro e la fatica, l’accettazione leale sia della vittoria che della sconfitta, oltre che naturalmente il potenziamento delle capacità fisiche e il coinvolgimento di molti allievi, che diversamente non avrebbero le possibilità di praticare attività fisica, non sono ritenute utili.
Noi ci crediamo invece, per cui abbiamo deciso di investire tutte le (poche) ore che ci sono state assegnate esclusivamente in attività all’interno dell’istituto, per evitare di danneggiare ulteriormente gli studenti, ma anche per esprimere un segnale di scontento nei confronti di questi orientamenti.
I docenti di Ed.Fisica – Scienze Motorie
Parma, 21 gennaio 2014
Allegato A: Documento docenti SM di Caltanisetta
Allegato B: lettera docenti EF di Novara
Allegato C: Lettera docenti di Genova
Allegato D: Quotidiano la Sicilia su proteste docenti EF
– Per pagare gli scatti si prosciuga il fondo di istituto (da Tecnica della scuola)
Il pagamento degli scatti d’anzianità degli insegnanti o la tutela del fondo d’istituto per il miglioramento dell’offerta formativa? Questa è una domanda che nasce dal fatto che il governo ha deciso di mettere sui piatti di una bilancia due capitoli di spesa importanti per il nostro sistema scolastico, per i quali uno dei due dovrebbe prevalere necessariamente sull’altro.
È giusto dire che gli scatti di anzianità sono una parte salariale molto importante per gli insegnanti, che non hanno altro modo di avanzare in carriera. Infatti ancora oggi i docenti progrediscono in carriera unicamente attraverso il riconoscimento dell’anzianità di servizio, che è stata garantita da precisi accordi sindacali risalenti al gennaio 2009.
È utile ricordare che la FlCgil è stato l’unico sindacato che non sottoscrisse quell’accordo economico del contratto scuola, dichiarando che l’accordo non adeguava gli stipendi all’inflazione reale e riduceva il fondo d’istituto delle scuole. Da allora fino ad oggi, le politiche governative dei vari esecutivi che si sono succeduti, hanno bloccato gli scatti di anzianità per alcuni anni, per poi sbloccarli utilizzando le risorse dei risparmi di spessa disposti dall’art.64 della legge n. 133/2008 e le risorse destinate alle scuole per garantire il miglioramento dell’offerta formativa.
Prelevare sodi dai fondi destinati per il miglioramento dell’offerta formativa per garantire lo sblocco degli scatti di anzianità sta diventando un vero e proprio problema che sta determinando un pesante peggioramento delle condizioni di lavoro del personale, un evidente abbassamento della qualità dell’offerta formativa, oltre alla riduzione del salario accessorio nelle tasche dei docenti.
Il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri il 17 gennaio 2014, consentirà a tutto il personale scolastico che era scattato nel 2013 per effetto del blocco dell’anno 2012, di non restituire al mittente gli aumenti stipendiali ricevuti a gennaio 2013 o a settembre 2013 di mantenere la classe stipendiale raggiunta con tale scatto.
Una toppa messa dal Governo all’ultimo secondo, che comunque vedrà reperire le risorse sempre dai risparmi di spesa ai sensi dell’art. 64 legge n. 133/2008, ma anche da una ulteriore decurtazione del fondo per il miglioramento dell’offerta formativa.
Quindi, da quanto emerge dal decreto sugli scatti, sembrerebbe che si continuano ad utilizzare le risorse destinate per il funzionamento delle scuole autonome, senza prevedere stanziamenti finanziari aggiuntivi volti a garantire la validità dell’anno 2012 per l’avanzamento di carriera del personale scolastico.
In buona sostanza si pagano gli scatti ma si prosciuga il fondo d’istituto, rischiando di mandare in corto circuito l’organizzazione del lavoro delle scuole. Per comprendere le dimensioni economiche del problema di cui stiamo parlando, è utile sapere che per sanare il mancato pagamento degli scatti del 2012 serviranno 490 milioni di euro. I tre quarti di questi soldi, cioè circa 370 milioni di euro saranno prelevati obtorto collo dal cosiddetto MOF, che rappresenta linfa vitale per rendere una scuola veramente autonoma.
I dirigenti scolastici stanno incominciando a protestare seriamente, contro questi tagli continui alle risorse della scuola, lamentando anche l’impossibilità di potere chiudere i contratti integrativi di istituto con le Rsu, per l’incertezza che regna sovrana sulla precisa entità del fondo d’istituto, che è diventato ormai, con grande dispiacere di tutti, il bancomat governativo per sanare la norma dello sblocco degli scatti di anzianità
– LA SEGNALETICA DI SICUREZZA PUÒ AIUTARE A PREVENIRE TRAGICI INCIDENTI (DA TECNICA DELLA SCUOLA)
Prendendo spunto dal tragico incidente accaduto a Lecce, dove uno studente liceale di diciassette anni ha perso la vita, scavalcando un’inferriata, facciamo alcune riflessioni sulla segnaletica di sicurezza
Infatti, lo studente una volta sceso dall’altro lato dell’inferriata ha poggiato i piedi su una copertura non idonea a sopportare il peso di una persona, al di sotto della quale si trovavano circa quindici metri di vuoto. Una simile situazione di pericolo deve necessariamente essere ben evidenziata da un’opportuna segnaletica di sicurezza, che deve fornire un’indicazione o una prescrizione concernente la sicurezza e la salute sul luogo di lavoro e che utilizza a seconda dei casi un cartello, un colore, un segnale luminoso o acustico, una comunicazione verbale o un segnale gestuale. In questo caso il datore di lavoro, ovvero il Dirigente scolastico, quando a seguito di una accurata valutazione i rischi non possono essere evitati o limitati con misure, metodi, sistemi di organizzazione del lavoro e mezzi tecnici di protezione collettiva, deve far ricorso alla segnaletica di sicurezza allo scopo di:
· avvertire di un rischio o di un pericolo le persone esposte;
· vietare comportamenti che potrebbero causare pericoli;
· prescrivere comportamenti necessari ai fini della sicurezza;
· fornire indicazioni relative alle uscite di sicurezza, ai mezzi di soccorso e di salvataggio;
· fornire altre indicazioni in materia di prevenzione e di sicurezza.
Inoltre il datore di lavoro provvede affinché:
· il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e i lavoratori siano informati su tutte le misure adottate o da adottare riguardo la segnaletica di sicurezza impiegata all’interno dell’azienda;
· il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e i lavoratori ricevano una formazione adeguata sul significato della segnaletica di sicurezza (uso di gesti, di parole, di comportamenti specifici e generici).
– La responsabilità del docente di EF e del tecnico sportivo: aspetti giuridici e organizzativi
Seminario nazionale a Mestre (Ve) Sabato 22 febbraio 2014 ore 9,00 -13,00 presso Coni Provinciale Via del Gazzato, 4
Con la partecipazione in qualità di docente della DS Livia Brienza ed esperti in ambito sportivo.
Il corso organizzato dall’Associazione veneziana insegnanti di EF, dalla Capdi e Coni provinciale di Venezia in collaborazione con la Scuola regionale dello sport del Veneto vuole approfondire le tematiche della responsabilità degli Istituti scolastici e delle società sportive (e del relativo personale) per gli infortuni occorsi agli studenti e atleti nello svolgimento dell’ Educazione fisica, delle attività motorie e sportive.
Verificare le buone prassi di organizzazione delle attività, in modo tale da prevenire le situazioni di pericolo prevedibili
Analizzare gli adempimenti successivi all’infortunio: denunce dell’infortunio e rapporti con l’assicurazione.
Ore 9.00 – 11.30 Ambito comune
Ore 11.30 – 13.00 I lavori continuano con 2 gruppi distinti: scuola e società sportiva. Interlocuzione tra i partecipanti e i coordinatori dei gruppi sulle problematiche specifiche
Il corso è rivolto agli insegnanti di EF e tecnici di Società Sportive
La partecipazione è gratuita.
Le modalità per le iscrizioni in un apposito comunicato Capdi
Flavio Cucco
Presidente Capdi & LSM
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