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L’ATTRIBUZIONE AI DOCENTI DEL BONUS PREMIALE EX COMMI 126, 127, 128, 129 DELLA L. 107/2015

Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici                       Laboratorio dirigenti e

         Sezione Provinciale di Viterbo                           docenti della provincia di Viterbo

 

 

INCONTRO DI STUDIO E DI LAVORO

 

L’ATTRIBUZIONE AI DOCENTI DEL BONUS PREMIALE EX COMMI 126, 127, 128, 129 DELLA L. 107/2015

Venerdì 11 dicembre 2015, alle ore 9.30,

presso l’aula magna dell’ITE “P. Savi” di Viterbo

 

Durante l’incontro si tratterà

1) analisi delle norme;

2) punti di criticità, vincoli e prospettive di lavoro;

3) illustrazione dei materiali sviluppati dall’ANDISLAB di Viterbo:

a) un modello dei “CRITERI” ex comma 127 e comma 3 del nuovo art. 11 del T.U.;

b) un modello di comunicazione interna del dirigente scolastico;

c) la modulistica utile per la determinazione e attribuzione del bonus individuale;

d) l’informativa per la privacy aggiornata con le modalità di trattamento dei dati personali espressamente finalizzato al procedimento valutativo correlato alla determinazione del bonus premiale individuale.

 

L’incontro è gratuito e aperto a tutti.

 

Il presidente provinciale

Giuseppe Guastini

CINEMACCESSIBILE

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO

 

IRIFOR – sezione di Macerata

 

 

Progetto Rassegna cinematografica

 

CINEMACCESSIBILE

 

 

 

Il nostro millennio si caratterizza per l’attenzione crescente al riconoscimento dei diritti universali e alla realizzazione delle aspirazioni e delle potenzialità di ogni persona, anche portatrice di diversità e, nello specifico, di disabilità. Molto se ne parla nelle dichiarazioni dei massimi organismi internazionali e nei pronunciamenti dei governi, nella parte occidentale del mondo. La Convenzione onu sui diritti delle persone con disabilità ha recepito il diritto alla Vita Indipendente all’interno della comunità sociale con la stessa libertà di scelta delle altre persone, con riguardo non solo ai servizi essenziali, ma anche alle opportunità formative, culturali, artistiche e ricreative, le quali alimentano il processo di realizzazione personale lungo l’arco della vita ed offrono stimolanti opportunità di soddisfazione di desideri, interessi e aspirazioni, tesi alla condizione di ben-essere individuale. Un forte impulso ai principi di uguaglianza delle opportunità, di cittadinanza attiva e di inclusione socio-culturale, per giovani e adulti con esperienze di diversità, proviene dalla possibilità di accesso senza barriere alle offerte culturali/artistiche della produzione cinematografica.

 

In particolare nella città di Torino, notoriamente sensibile alla cultura inclusiva, ambiente culturalmente dinamico e fonte inesauribile di iniziative di qualità, nonché sede del Museo Nazionale del Cinema. Torino, sede che ospita un’istituzione universitaria molto impegnata a favorire il diritto allo studio e l’inclusione dei giovani adulti con disabilità, in vista della loro vita indipendente e cittadinanza attiva. Torino, contesto che, in continuità con le radici storiche socio-culturali a partire dagli anni Settanta del secolo scorso, testimonia una feconda collaborazione tra le istituzioni e il mondo dell’associazionismo familiare, anche sui temi della disabilità.

 

Su queste premesse e nel quadro della Convenzione in atto da due anni tra l’Università degli Studi di Torino e l’IRIFOR nazionale (Istituto di Formazione, Ricerca e Riabilitazione), prende origine l’idea progettuale dal titolo: CinemaAccessibile, prevista in concomitanza con la giornata europea dedicata alla disabilità.

 

Il progetto vede tra i promotori l’IRIFOR sezione di Macerata, in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino, attraverso la delegata del Rettore per la Disabilità insieme all’Ufficio Disabili e la direttrice del Master in Traduzione per il Cinema, la Televisione e l’Editoria Multimediale dell’Università. L’iniziativa si giova, in particolare, delle attività sperimentali di audio-descrizione e sotto-titolaggio dei film proiettati, svolte dagli studenti del Master stesso. Inoltre, della competenza tecnica esterna all’ateneo, da parte dell’IRIFOR di Macerata, per il servizio di audio-descrizione e per l’allestimento delle postazioni necessarie alla fruizione delle pellicole da parte di persone non vedenti.

 

  • Partner di progetto sono il Museo Nazionale del Cinema e le Associazioni Unione Italiana Ciechi (UIC) sezione provinciale di Torino e Istituto dei Sordi di Torino.

 

  • Il progetto consiste in una Rassegna cinematografica con proiezioni di tre film sulla disabilità sensoriale e psichica, resi universalmente accessibili ad un pubblico eterogeneo e con breve cineforum legato a ciascuna delle proiezioni.

 

  • Gli aspetti scientifici e organizzativi sono curati dall’Università di Torino, che mette a disposizione il monte ore di attività professionale dei docenti e degli operatori coinvolti. Gli aspetti tecnico-attuativi sono curati dall’IRIFOR e dalla Neonvideo, società di sotto-titolaggio. La sede è messa a disposizione dal Museo Nazionale del Cinema.

 

  • Il finanziamento è reso possibile attraverso i contributi economici concessi dall’UIC – sezione di Torino e dall’Istituto dei Sordi di Torino, erogati direttamente all’IRIFOR di Macerata. I costi della sala cinematografica vengono coperti dal biglietto di ingresso del pubblico, al costo di Euro 3 per ogni giornata di proiezione (totale 6 euro per chi segue l’intera Rassegna).

 

  • Date e orari delle proiezioni con dibattito: 1 dicembre 2015 ore 18; 2 dicembre 2015 ore 15 e ore 17,30. Il giorno 2 dicembre è previsto un dibattito.

 

  • Sede: Sala 3 del Cinema MassimoMuseo Nazionale del Cinema; capienza totale: 147 posti; 2 posti per pubblico con disabilità motoria.

  • Numero cuffie che saranno rese disponibili per le persone con disabilità visiva: 30.

 

  • Film in proiezione: Dancer in the dark (Lars von Trier, 2000 – disabilità sensoriale visiva)

   Marianna Ucria (Roberto Faenza, 1997 – disabilità sensoriale uditiva)

   Il lato positivo (David O. Russell, 2012 – disabilità psichica);

 

 

 

Alternanza scuola-lavoro

Alternanza scuola-lavoro: +12,79% di percorsi attivati nell’a.s. 2014/2015, oltre 270mila gli studenti coinvolti

Numeri in crescita per l’alternanza scuola-lavoro. Nello scorso anno scolastico, il 2014/2015, infatti, si è registrato un +12,79% di percorsi attivati che sono stati 11.585 per un totale di 270.555 studenti coinvolti, ovvero il 10,36% degli alunni delle scuole secondarie di secondo grado.
Questo il dato che emerge dal monitoraggio effettuato dal Miur con una rilevazione che ha previsto l’associazione di ogni singolo studente al relativo percorso di alternanza. I risultati sono stati presentati in occasione dell’apertura di JOB&Orienta, lo scorso 28 novembre a Verona.
Secondo il monitoraggio, nell’anno scolastico 2014/2015, la maggior parte dei percorsi di alternanza è stata realizzata negli istituti professionali (5.407 pari al 46,67% del totale dei percorsi), anche se quelli realizzati negli istituti tecnici (4.165 pari al 35,95% del totale) e nei licei (2.013 pari al 17,38%) hanno registrato un trend in crescita rispettivamente del 35,49% e 63,12% del rispetto allo scorso anno. Complessivamente, il 48,56% delle scuole secondarie di secondo grado ha utilizzato questa metodologia didattica: 2.756 sul totale di 5.675, di cui 1.109 istituti tecnici (il 55,56% del totale di questa tipologia di istituti), 1.051 istituti professionali (il 68,51% del totale dei professionali) e 596 licei (il 27,79% del totale dei licei). L’alternanza, quindi, è già largamente diffusa negli istituti tecnici e professionali, mentre coinvolge ancora soltanto un terzo dei licei.
Nell’anno scolastico in corso, grazie al potenziamento dell’alternanza introdotto dalla legge 107 “La Buona Scuola”, il numero degli studenti impegnati in questo tipo di attività salirà sensibilmente: saranno più di 720.000 (il 27,35% del totale degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado) di cui 529.000 circa iscritti nelle classi terze, per i quali l’alternanza, secondo quanto stabilito dalla legge, diventa obbligatoria. A regime, l’attività di alternanza scuola lavoro coinvolgerà circa un milione e mezzo di studenti, per ospitare i quali le imprese e le altre strutture ospitanti, sia pubbliche che private. La Buona Scuola prevede un finanziamento ad hoc per questi percorsi pari a 100 milioni all’anno. finanziamento che non era mai stato previsto in questa misura. Le ore previste sono 400 in totale nell’ultimo triennio degli istituti tecnici e professionali e 200 nei licei.

La Banconota delle idee: creatività, tecnologia e sicurezza

“La Banconota delle idee: creatività, tecnologia e sicurezza”

Attraverso un’installazione multimediale il visitatore scopre i segreti della nuova banconota da 20 euro, in circolazione dal 25 novembre 2015. Saranno in mostra anche i bozzetti dei ragazzi partecipanti alla seconda edizione del Premio “Inventiamo una banconota: Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. L’esposizione sarà aperta al pubblico dal 25 novembre fino al 6 gennaio 2016, tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 19. L’ingresso è gratuito.

http://www.bancaditalia.it/media/notizia/mostra-interattiva-la-banconota-delle-idee-creativit-tecnologia-e-sicurezza

Apre a Torino la sede di Indire

Apre a Torino la sede di Indire, l’Istituto nazionale di ricerca educativa
Il “debutto” in città con una giornata dedicata al rapporto tra cinema e scuola

 
L’Indire (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa) festeggia i suoi 90 anni di storia con l’apertura della sede a Torino (Corso Vittorio Emanuele 70), una nuova struttura che da oggi rappresenta un punto di riferimento della ricerca educativa nel nord Italia. “È una tappa fondamentale della strategia di rafforzamento del nostro Istituto che è sempre più protagonista del sistema scolastico nazionale” dichiara Flaminio Galli, Direttore Generale dell’Indire, che aggiunge: “Con il nucleo di Torino vogliamo instaurare una forte collaborazione con le istituzioni del territorio con l’obiettivo di diffondere e mettere a sistema l’innovazione didattica nella scuola”.

Il “debutto” in città del Nucleo territoriale Nord è previsto per il 4 dicembre, al cinema Massimo (via Verdi, 18), con una giornata dedicata al rapporto tra cinema e scuola. L’evento è realizzato in collaborazione con il Sottodiciotto Film Festival e il Museo Nazionale del Cinema di Torino.

Il primo appuntamento è previsto per le ore 9.30, con oltre 400 studenti delle scuole secondarie di II grado, di tutto il Piemonte, coinvolti nella produzione di video sul tema E io mi gioco la scuola!.
I ragazzi sono invitati a raccontare, a un immaginario extraterrestre del futuro – attraverso brevi video – un aspetto specifico dell’attuale sistema scolastico italiano.

Il secondo appuntamento, dalle 16.30 fino alle 18.30, è dedicato al tema Il cinema nella scuola, la scuola nel cinema: approfondimento sul legame tra cinema e scuola, attraverso il duplice aspetto della documentazione e della media education. L’incontro si apre con i saluti di Giovanni Biondi, Presidente dell’Indire. Segue la presentazione dell’Istituto, delle sue attività e delle possibili collaborazioni con le scuole, a cura di Alessia Rosa, Manuela Repetto e Michelle Pieri, ricercatrici dell’Indire. Alle 17.15, approfondimento sul rapporto tra Indire e cinema scolastico, con un’introduzione storica di Francesca Pizzigoni, ricercatrice dell’Indire, e gli interventi di Marcella Ciari, docente e prosecutrice dell’opera del pedagogista Bruno Ciari, e di Domenico Chiesa, presidente di Aiace. A seguire, i format audiovisivi innovativi, con interventi di Gabriella Taddeo, ricercatrice dell’Indire, Alberto Parola, docente dell’Università di Torino, Paola Traversi, responsabile dei servizi educativi del Museo Nazionale del Cinema e Mussi Bollini del Centro di Produzione Rai di Torino.

Alle 20.30 viene proiettato “Registro di classe, il nuovo film di archivio di Gianni Amelio e Cecilia Pagliarani, nel quale viene ricostruita e ripercorsa la scuola italiana dal 1900 al 1960, attraverso materiali d’archivio provenienti da molteplici fonti: Archivio Storico Istituto Luce, Rai Teche, Miur, Indire, Nosarchives.com, Ascer, Casa della memoria, Edu, Fdlm.

L’ingresso al pubblico è gratuito.

Assemblea nazionale del movimento per la scuola della Costituzione

L’assemblea nazionale del movimento per la scuola della Costituzione, riunita a Roma
il 29 novembre 2015 e molto partecipata, ha deliberato all’unanimità di procedere sulla
via del referendum abrogativo della pessima legge 107, per riaffermare i principi di
uguaglianza e solidarietà sanciti dalla Carta della Repubblica Italiana.
Alleghiamo il documento, approvato all’unanimità.
Il comitato nazionale di sostegno alla legge di iniziativa popolare
per una buona scuola della Repubblica
L’assemblea nazionale tenutasi a Roma il 29 novembre con la partecipazione dei seguenti soggetti:􀀁
Comitati per il sostegno alla Lip scuola, Docenti autoconvocati Cosenza, Autoconvocati Scuola
Roma e Lazio, Adida, Associazione Nazionale Docenti, Associazione Difesa Scuola Pubblica
Vicenza, Coordinamento Regionale Campano Lavoratori della Scuola, USB PI Scuola, Cobas,
Coordinamento Nazionale per la Scuola della Costituzione, Associazione Nazionale per la Scuola
della Repubblica, Associazione docenti abilitati per merito (ADAM), Retescuole, Unione degli
Studenti, Unicobas, Illumin’Italia, Cub scuola, Insegnanti Calabresi, Partigiani della Scuola
Pubblica, Flc Cgil, No Invalsi, Il Sindacato è un’altra cosa, Usi, Associazione Nazionale Insegnanti
Diplomati, Comitato Genitori Insegnanti per la Scuola Pubblica Padova, Rete della Conoscenza,
Cogede Genova, Cps Napoli, Coordinamento Scuole Viterbo, CPS Roma, Cinecittà Bene Comune,
Comitato bolognese Scuola e Costituzione, Assemblea Genitori e Insegnanti di Bologna e
Provincia, Associazione per una nuova primavera della scuola pubblica, Cisp Roma, Crides Roma,
Mida Precari, Coordinamento docenti provincia di Latina (CSL)
alla presenza di rappresentanti
di Comitati per l’acqua pubblica e Coordinamento per la Democrazia costituzionale
e dei seguenti partiti e movimenti politici
Gruppo Parlamentare Sinistra Italiana – Partito della Rifondazione Comunista – Movimento 5
Stelle – Altra Europa per Tsipras – Possibile – Azione Civile,
dopo aver espresso solidarietà per gli studenti di Acerra e Firenze, minacciati di provvedimenti
repressivi per aver liberamente espresso la propria contrarietà all’attuale gestione della scuola
pubblica,􀀁
ha deciso di:􀀁
1) procedere sulla strada del referendum contro la legge 107;
2) inserire il referendum scuola in una tornata referendaria sui temi sociali come lavoro e ambiente,
prendendo in considerazione l’ipotesi di accompagnare anche il percorso dei referendum
istituzionali;
3) costruire allo scopo un comitato promotore ampio e diffuso;
4) convergere sui seguenti temi dei quesiti:
• libertà di insegnamento contro i poteri del dirigente manager􀀁
• diritti degli studenti􀀁
• sostegno e difesa per la scuola della Costituzione, gratuita, democratica, laica, pluralista e
inclusiva, finalizzata ai principi di uguaglianza e solidarietà di tutte le cittadine e i cittadini,
discutendo – in seguito alla relazione del prof. massimo Villone – quesiti relativi a:􀀁
• chiamata diretta degli insegnanti, ambiti territoriali, abolizione della titolarità􀀁
• comitato di valutazione e premio di merito􀀁
• alternanza scuola-lavoro􀀁
• curriculum dello studente􀀁
• school bonus􀀁
valutando anche l’abrogazione totale, che permetterebbe di tenere dentro punti su cui non sarà
possibile presentare quesiti parziali, per problemi sia tecnici sia di quantitò, coerentemente con la
non emendabilità della 107 espressa dal movimento contro la Buona scuola.􀀁
5) Affidare al comitato promotore il compito di riunire tutti i costituzionalisti che hanno lavorato
alla definizione dei quesiti e decidere su quali raccogliere le firme.
L’assemblea lancia un appello a tutte le forze della scuola che non hanno partecipato ad entrare a
far parte di un comitato promotore che deve essere il più ampio possibile, soprattutto al fine di
promuovere – nell’ambito di un processo referendario allargato, plurale, sociale – un referendum
non della scuola, ma per la scuola come strumento dell’interesse generale.
L’assemblea decide di mettere l’elaborazione del comitato tecnico scientifico a disposizione di
quanti stanno lavorando sui quesiti, invitandoli a concordare in tempi rapidi una sede di confronto
nella quale definire una posizione unitaria. Nei prossimi giorni sarà definita una data per l’incontro
che – entro il mese di gennaio – costituirà il comitato proponente, perché, sulla scorta delle

indicazioni del comitato tecnico scientifico – individui i quesiti referendari.

Il testo del documento è stato approvato all’unanimità; i Cobas scuola, pur esprimendo un
orientamento positivo, delibereranno la campagna referendaria e l’adesione al comitato
promotore nella propriaassemblea nazionale del 13 dicembre

Indagine dell’Upi su 144 edifici: individuate le scuole subito cantierabili

da Il Sole 24 Ore

Indagine dell’Upi su 144 edifici: individuate le scuole subito cantierabili

Sono 144 gli edifici pubblici, di cui 86 scuole superiori delle 25 Province delle quattro Regioni Convergenza – Campania, Calabria, Sicilia e Puglia – su cui l’Upi, grazie ai fondi europei ottenuti in seguito a un protocollo d’intesa con il ministero dell’Ambiente, ha potuto realizzare uno screening dettagliato sullo stato dell’ efficientamento energetico. Individuanco così quelle immediatamente cantierabili.

La rilevazione dell’Upi
Ha interessato 1.402 scuole superiori di cui 228 in Calabria, 432 in Sicilia, 467 in Campania e 275 in Puglia. La rilevazione ha consentito la realizzazione di una banca dati che traccia il quadro della situazione e individua gli interventi necessari per introdurre l’utilizzo di energie rinnovabili e risparmio energetico.L’appello dei presidenti è a «non disperdere questo patrimonio prezioso di dati e informazioni, ampliando la ricognizione a tutto il territorio nazionale, attraverso l’utilizzo delle risorse che saranno disponibili nel Piano Operativo Nazionale per la scuola – Infrastrutture per l’Istruzione».

L’utilizzo dei dati
I risultati sono stati presentati venerdì scorso a Roma. Di «un lavoro prezioso» hanno parlato i presidenti della Province di Cosenza e Potenza, Mario Occhiuto e Nicola Valluzzi, che hanno chiesto al Governo «massima attenzione. È la prima rilevazione di questo genere in Italia – hanno spiegato – ma soprattutto ci ha consentito di potere arrivare alla definizione di progetti mirati immediatamente cantierabili. Chiediamo che nella futura programmazione italiana dei fondi comunitari, si trovi lo spazio per finanziarli e avviare quell’opera di efficientamento indispensabile per produrre risparmi nella spesa pubblica. Anche perché – hanno aggiunto i presidenti – di pari passo, attraverso l’attivazione degli Energy Manager provinciali, l’Upi ha potuto monitorare tutto il patrimonio immobiliare pubblico a uso scolastico di queste Province, arrivando a realizzare una vera e propria ricognizione delle tipologie costruttive e dello stato manutentivo; non un semplice censimento degli edifici scolastici, dunque, ma una analisi dettagliata dello stato di manutenzione di queste strutture e degli impianti».

Statali in piazza per il contratto “No alle mance”

da la Repubblica

Statali in piazza per il contratto “No alle mance”

Sindacati verso lo sciopero:“Il governo si vergogni”.

Luisa Grion

In piazza per sbloccare un contratto fermo da sei anni e per dire al governo «vergognati ». Questa volta tutti insieme -Cgil, Cisl, Uil, ma anche Confsal, Gilda e una miriade di piccole sigle – per protestare contro uno stallo che dura dal 2009 (data delle ultime intese firmate) e contro la cifra di 300 milioni messa sul tavolo dalla legge di stabilità per i contratti della Pa. Una «mancia». Di più: «un insulto» l’ha definita Susanna Camusso, leader della Cgil.
Con una manifestazione nazionale («ma la prossima volta sarà sciopero») e un corteo a Roma, i sindacati del pubblico impiego tornano a chiedere il rinnovo del contratti, forti del fatto che la Corte Costituzionale, già alcuni mesi fa, ha dichiarato illegittimo il blocco.
In piazza c’erano oltre trentamila persone dicono gli organizzatori, nonostante i timori dei giorni scorsi («dopo gli attentati di Parigi c’è stata qualche disdetta di pullman»). Ma le premesse restano negative, vista la blindatura del budget inserito nella manovra che alla fine garantirebbe un aumento di 5 euro al mese, contro i 4.800 euro lordi a testa che gli statali hanno perso dal 2010 ad oggi (il calcolo è della Funzione pubblica Cgil e tiene conto di mancato rinnovo e inflazione).
Le cifre sul tavolo sono queste: 219 milioni per il rinnovo degli statali, 79 per le forze di polizia e 8 per le carriere speciali, diplomatici in testa. La richiesta dei sindacati è di 150 euro di aumento medio: le distanze quindi restano abissali.
Riferendosi ai 5 euro garantiti dalla Stabilità Annamaria Furlan, numero uno della Cisl ha parlato di «vergogna». «In un’offerta di questo genere non c’è dignità da parte di chi la pone», ha detto. «Il governo si deve vergognare, tanto più in un momento come questo in cui c’è più bisogno di Stato».
Lettura condivisa da Susanna Camusso che accusa Renzi di voler «umiliare i lavoratori pubblici e di non riconoscere il loro lavoro». «Il governo non ha il coraggio di aprire il tavolo, perché ci vuole coraggio ad affrontare i problemi del lavoro smettendola di mostrare i muscoli e di fare propaganda», ha commentato la leader della Cgil.
Il riferimento è a quel bonus di 80 euro che il premier ha promesso alle forze di polizia: i sindacati lo leggono come un tentativo di indebolire la lotta per il contratto, spaccando la base fra gli aventi diritto o meno. Soldi meritatissimi, anzi, molto più ci vorrebbe, dicono, «ma non si capisce bene a chi siano destinati, Renzi vuole fare il grande elemosiniere». Pare, per esempio, che i vigili urbani vogliano entrare in partita, visto che sono coinvolti nel piano di sicurezza per il Giubileo e portano, in certi casi, la pistola.
La futura mossa sarà lo sciopero: «Se il contratto non si fa entro l’anno, la prossima manifestazione non sarà né di sabato, né di domenica» ha parafrasato Carmelo Barbagallo, leader della Uil. Ma altro si muove anche fuori dal sindacato: i consumatori di Codacons, forti della sentenza della Consulta, hanno infatti annunciato una «maxi class action in favore di 3,2 milioni di dipendenti pubblici » .
Ma per tanti contratti al palo, almeno uno ha ottenuto il rinnovo: quello dei trasporti locali, a sua volta fermo da sette anni. Alla platea dei 116 mila autoferrotranvieri l’accordo assegna una “una tantum” in due tranches di 600 euro per il periodo gennaio 2012 – ottobre 2015, e un aumento mensile a regime di 100 euro entro il 2017. «Ora lunga tregua sugli scioperi», chiede il Garante

Contratto, i sindacati: servono soldi veri, docenti e Ata non sono fannulloni e assenteisti

da La Tecnica della Scuola

Contratto, i sindacati: servono soldi veri, docenti e Ata non sono fannulloni e assenteisti

Un contratto innovativo per tutto il personale della scuola, perché docenti e Ata non sono fannulloni e assenteisti.

È quanto rivendicano i sindacati della scuola nel giorno della manifestazione a Roma della PA. Vi proponiamo le dichiarazioni dei leader delle organizzazioni sindacali rappresentative, che hanno aderito alla manifestazione nazionale di sabato 28 novembre per chiedere il rinnovo contrattuale per tutto il pubblico impiego.

Il Governo smetta di elargire regalie ritagliate su false emergenze politico-sociali e fondate invece su evidenti scopi elettorali. La strada maestra è una sola: il contratto di lavoro.
E’ ciò che scrive Domenico Pantaleo, segretario generale della FLC Cgil nella sua Cartolina al Governo. Capiamo che seguire la via indicata dalla Corte costituzionale non risponde ai suoi  interessi di potere tanto da stanziare 8 ridicoli euro medi per ogni lavoratore pubblico. Ma è la democrazia, quella che i lavoratori della scuola praticano tutti i giorni e che nessuna sedicente “buona scuola” – dai tratti autoritari, divisivi, negatori della collegialità e della condivisione, lesiva della libertà di insegnamento –  può cancellare.
Post scriptum: se tiene veramente alla cultura e al futuro del Paese – aggiunge Pantaleo – stanzi nel corso di un quinquennio quei 15 miliardi che ci separano dall’investimento medio in istruzione dei Paesi Ocse.

Bisogna rinnovare il contratto – ribadisce Francesco Scrima, segretario generale della Cisl Scuola – per riconoscere finalmente giusta dignità e valore al lavoro nella scuola, avvicinando i trattamenti economici a quelli degli altri paesi europei. Ma non solo questo, occorre fare della contrattazione la leva giusta e più efficace per processi di innovazione condivisi e non imposti con arroganza e scarsa competenza.  La scuola può funzionare bene  – sottolinea Scrima –  solo se le diverse professionalità che vi operano sono valorizzate al meglio. Il governo trovi per questo le risorse necessarie.

Ora bisogna far funzionare le scuole, dare sicurezze professionali alle persone, valore al loro lavoro con il rinnovo del contratto – è il commento di Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola.  Quello che stanno tentando di realizzare, fase dopo fase, è un sistema che si sta rivelando – come avevamo preannunciato – inefficace, ingiusto, impossibile da mettere in pratica.  Un sistema neo-burocratico e dirigista, tutto orientato a seguire le procedure, piuttosto che guardare al risultato, che riduce l’autonomia professionale. Un sistema che non ci convince, non ci piace, non rispetta i valori costituzionali assegnati al nostro sistema di istruzione. Va cambiato  – precisa Turi – nelle parti più deleterie della legge, come gli ambiti territoriali, la titolarità e responsabilità dei docenti nei confronti degli alunni.

Il governo dichiara di puntare sulla scuola per la crescita sociale, culturale ed economica del paese, ma di fatto ha emanato una legge che riporta la scuola indietro di 40 anni, al ‘68. Accanto al sacrosanto diritto allo studio – sottolinea Marco Paolo Nigi, segretario generale Snals Confsal – manca, da parte degli studenti, il dovere, anzi l’obbligo allo studio.  Il governo mortifica i lavoratori della scuola, li considera fannulloni e assenteisti.  Al tempo stesso – continua Nigi –  li condanna a un non rinnovo del contratto (bloccato da oltre 6 anni) e li mortifica, mettendo nella legge di stabilità solo pochi euro. Insomma, va cambiata la 107 nei punti in cui mortifica la scuola e va rinnovato il contratto.

Continueremo a batterci per la cancellazione delle parti inaccettabili della Legge 107 –  mette in chiaro il coordinatore nazionale Fgu, Rino Di Meglio –  in particolar modo la chiamata diretta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici, che rischia di configurarsi come una trattativa privata.
Proseguiremo la nostra battaglia – aggiunge Di Meglio – contro gli ambiti territoriali, che minacciano di discriminare i neo assunti rispetto a quelli titolari di cattedra con il meccanismo precedente, e contro il sistema di valutazione che investe i valutati, cioè gli studenti, del ruolo di valutatori degli insegnanti.

Docenti organico potenziato: quale orario di servizio?

da La Tecnica della Scuola

Docenti organico potenziato: quale orario di servizio?

Ma che orario di servizio settimanale spetta ai docenti in organico potenziato? Potranno questi docenti avere una giornata libera?

Domande che si stanno ponendo gli stessi docenti assunti in fase C, ma anche le stesse scuole che usufruiscono del potenziamento. Ogni scuola sta adottando regole e comportamenti diversi per quanto riguarda l’orario di servizio dei docenti dell’organico potenziato. Alcune scuole hanno deciso di  fare un orario di servizio settimanale fisso con tanto di giorno libero, come se questi docenti avessero le classi. Altre scuole invece hanno stabilito la presenza a scuola tutti i giorni con un impegno di 3 ore al giorno per le scuole secondarie e di 4 per le scuole primarie, senza la possibilità della giornata libera. Altre scuole ancora hanno adottato il metodo dell’orario variabile a secondo le esigenze della settimana, utilizzando i docenti per le supplenze o per i corsi di recupero o per i progetti del pof. Tuttavia ci sarebbero degli obblighi contrattuali da rispettare e che non autorizzerebbero ad un utilizzo indiscriminato dei docenti dell’organico potenziato. Infatti ad esempio il comma 4 dell’art.28 del CCNL scuola dispone che  gli “obblighi” di lavoro del personale docente sono articolati in attività di insegnamento ed in attività funzionali alla prestazione di insegnamento. Inoltre c’è l’obbligo del rispetto dell’orario settimanale di servizio, anche se in alcuni casi per un massimo di 4 ore questo può anche essere articolato in maniera flessibile e su base plurisettimanale.
Si ricorda che l’orario di servizio settimanale dei docenti è di 18 ore per le scuole secondarie e di 22 ore per quelle primarie con l’aggiunta di 2 ore per la programmazione. Poi c’è la legge 107/2015 che invece prevede che i posti dell’organico potenziato siano destinati alle finalità previste dal comma 7, cioè le attività progettuali per il raggiungimento  degli obiettivi formativi prioritari, ma c’è anche il comma 85 in cui viene precisato che il dirigente scolastico può effettuare le sostituzioni dei docenti assenti per la copertura di supplenze temporanee fino a dieci giorni con personale dell’organico dell’autonomia che, ove impiegato in gradi di istruzione inferiore, conserva il trattamento stipendiale del grado di istruzione di appartenenza.
In buona sostanza questi docenti entrati in ruolo con la fase C sono dei veri e propri jolly che dovrebbero essere pronti a fare attività progettuali interrompendole per fare supplenze fino a 10 giorni e riprendendole nuovamente.
Inutile dire che le attività progettuali per il contratto vigente sono compiti non obbligatori, e che il docente avrebbe come obbligo di servizio soltanto l’attività d’insegnamento e quella funzionale ad esso.
Con la legge 107/2015 anche questa parte contrattuale sembrerebbe essere stata superata. Intanto nelle scuole c’è confusione e disorientamento e pare che i dirigenti scolastici utilizzino alla bene meglio questi docenti.

“Contratto subito”: il pubblico impiego in corteo a Roma

da La Tecnica della Scuola

“Contratto subito”: il pubblico impiego in corteo a Roma

Con una manifestazione nazionale promossa da 25 sigle di categoria di Cgil, Cisl,Uil, Confsal e Gilda, al grido: «contratto subito», il pubblico impiego è tornato in piazza a Roma.

I sindacati chiedono lo stanziamento di risorse adeguate in legge di stabilità per un rinnovo “dignitoso” dei contratti pubblici. Ben oltre quella che definiscono la «mancia» proposta dal governo (219 milioni di euro – ricordano – destinati al pubblico impiego, agli statali in senso stretto, oltre agli 80 milioni di euro circa per forze di polizia e carriere speciali). La loro richiesta è di 150 euro di aumento medio.

Cisl: «Il governo offre 5 euro: si vergogni»

«Il governo trovi le risorse per finanziare un lavoro dignitoso», ha sottolineato Anna Maria Furlan. «Faccia la sua parte, altrimenti la nostra lotta non si può fermare». Poi, dal palco, l’affondo: «Dopo sei anni di blocco dei contratti nel pubblico impiego offre un aumento di 5 euro: non c’è dignità. Si vergogni».«Io spero che questa manifestazione basti al governo e che ci ascolti e da subito sblocchi il tavolo di confronto contrattuale. Sennò avanti con mobilitazioni adeguate». «Lo Stato dimostra di essere il peggiore datore di lavoro che c’è», le fa eco Giovanni Faverin della Cisl-Fp. «I cittadini si accorgeranno della riduzione dei servizi».

Uil: «Non ci costringano a fermare il Paese»

«Questa è una manifestazione che non ferma il Paese ma non ci costringano a fermare il Paese per dire poi che siamo degli irresponsabili», ha spiegato il leader della Uil Carmelo Barbagallo appena arrivato al corteo che si è snodato da piazza della Repubblica. «È ora di smetterla. Il governo rinnovi il contratto».

Cgil: «Serve un aumento di 150 euro»

«Non ci fermeremo se non mettete risorse in legge di stabilità», ha detto Susanna Camusso, leader della Cgil, chiudendo la manifestazione. Se si arriva «al 15 dicembre» e nulla cambia, allora – è l’avvertimento – «avete sbagliato i conti». «Rivendichiamo il diritto al rinnovo del contratto bloccato da sei anni – afferma il segretario della Fp-Cgil, Rossana Dettori -, un blocco ritenuto illegittimo dalla Corte Costituzionale. Vogliamo un contratto sia per la parte normativa sia per la parte salariale: chiediamo un aumento di 150 euro per restituire almeno in parte i soldi persi in sei anni dai lavoratori, in media 4.800 euro. Il governo invece ha stanziato solo 300 milioni, pari a 5 euro al mese: solo una mancia».

Il segretario generale della confederazione autonoma Confsal, Marco Paolo Nigi, ha dichiarato:

“L’importanza sociale del lavoro pubblico e della professionalità espressa dai suoi lavoratori non è tenuta per nulla in considerazione da questo governo. Al contrario, su di essa viene gettato continuo discredito provocando avvilimento e un sempre più forte senso d’ingiustizia. Basti dire che il rinnovo contrattuale è atteso da più di 6 anni, per l’esattezza da 74 mesi”.

“Non ci si rende conto dell’importanza del lavoro svolto dai pubblici uffici, lavoro che accompagna ciascuno di noi per l’intero arco della vita, dalla nascita alla morte passando per l’asilo nido, la scuola, l’università, il servizio sanitario nazionale, la sicurezza, il soccorso, la pensione e quant’altro. Se oggi in Italia possiamo ancora parlare di una società ‘abbastanza civile’ lo dobbiamo anche a questi 3 milioni di lavoratori, in genere mal pagati, pochissimo considerati e sempre più penalizzati nell’esercizio dei loro diritti, anche costituzionali. Se il governo non lo comprende fino in fondo, allora non solo discrimina questi lavoratori ma lascia più soli e più poveri tutti i cittadini”

Master in Disturbi dell’Apprendimento

MASTER ONLINE SUI DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO: DSA, BES, ADHD…

Master in Disturbi dell’Apprendimento

Prevenzione, valutazione, diagnosi, trattamento
IPS (Istituto di Psicologia Scolastica) e Firera & Liuzzo Publishing
in collaborazione con CIRDA (Centro Interdisciplinare di Ricerca sui Disturbi dell’Apprendimento)

Presentazione
Master Online in Disturbi dell’Apprendimento Il Master offre la possibilità di seguire a distanza un percorso formativo altamente qualificato e aggiornato in base alle più recenti e importanti acquisizioni scientifiche nel campo dei disturbi e delle difficoltà di apprendimento.
Il programma didattico del Master in Disturbi dell’Apprendimento viene efficacemente aggiornato ogni anno includendo le più nuove e innovative metodologie e tecniche applicative, nonché tutte le informazioni sugli sviluppi più recenti della ricerca scientifica. Destinatari
Possono accedere al Master:
– Psicologi e laureati in Psicologia
– Medici con specializzazione in Neuropsichiatria infantile
– Medici con specializzazione in Pediatria
– Logopedisti
– Pedagogisti ed Educatori
– Tecnici della riabilitazione del linguaggio
– Tecnici della riabilitazione psichiatrica
– Terapisti della neuro psicomorticità
– Insegnanti Il Master prevede una parte di programma comune e una parte di programma specifica per le diverse figure professionali. Durata
Complessivamente, sono previste:
– 15 unità didattiche online in formato PDF
– 15 esercitazioni online sulle unità didattiche in PDF
– 15 unità didattiche online in formato audiovisivo della durata, in media, di 45 minuti ciascuna comprensive di momenti di auto-esercitazione o pratica guidata, con illustrazione di esempi pratici Nella prima parte del Master viene proposta, una volta a settimana, un’unità didattica online in formato PDF; nella seconda parte viene proposta, una volta a settimana, un’unità didattica online in formato audiovisivo.
Insieme a ogni unità didattica viene proposta una specifica esercitazione.
Il corsista può scaricare sia le unità didattiche sia le esercitazioni quando preferisce, senza obblighi di giorni o orari fissi.

Programma
– L’apprendimento normale: teorie, approcci e modelli di sviluppo
– Le variabili generali implicate nell’apprendimento
– Le variabili specifiche implicate nell’apprendimento scolastico
– Strumenti di valutazione dei disturbi dell’apprendimento
– Metodologia per l’individuazione dei disturbi e delle difficoltà di apprendimento
– Il potenziamento dei prerequisiti dell’apprendimento
– Prevenzione, valutazione e diagnosi dei disturbi della lettura
– Prevenzione, valutazione e diagnosi dei disturbi della scrittura
– Prevenzione, valutazione e diagnosi dei disturbi del calcolo
– Il trattamento dei disturbi della lettura
– Il trattamento dei disturbi della scrittura
– Il trattamento dei disturbi del calcolo
– I disturbi aspecifici: disturbo di comprensione del testo
– I disturbi aspecifici: disturbo di soluzione di problemi aritmetici
– Il disturbo non verbale e le difficoltà di apprendimento visuo-spaziale
– Tecniche avanzate di assessment dei disturbi dell’apprendimento
– Le normative vigenti nella legislazione scolastica relativa ai disturbi dell’apprendimento
– Prevenzione, assessment, diagnosi e trattamento dei DSA: principi guida e buone prassi
– Disturbi dell’apprendimento e Bisogni Educativi Speciali (BES)
– Disturbi dell’apprendimento e Piano Educativo Individualizzato (PEI)
– I disturbi dell’apprendimento in comorbilità con altri disturbi (ADHD, disturbi dell’umore…)

Esami
L’esame finale viene svolto online e consiste in un test di domande con risposte a scelta multipla. Modalità di iscrizione
Per ulteriori informazioni o per richiedere il modulo di iscrizione contattare l’Istituto tramite il form oppure al numero 06.42013144. Costi
Il costo del Master è di € 750 + iva (6 rate mensili di € 125 + iva ciascuna).
Pagando in un’unica soluzione, è prevista riduzione del costo (€ 600 + iva, anziché € 750 + iva).
Servizi gratuiti
Gli iscritti al Master:
– ricevono 15 numeri della versione digitale (e-journal) della rivista “Psicologia Scolastica” e 6 numeri della versione digitale della rivista “European Journal of School Psychology”
– ricevono 10 ebook su varie tematiche psicologiche: Psicologia dell’educazione, Psicologia clinica…
– al termine del Master, ricevono uno degli EbookECM dell’Istituto (su varie tematiche psicologiche) che consentono, previo superamento di apposito test di verifica, di acquisire crediti ECM
– usufruiscono di condizioni agevolate per l’accesso ad alcuni dei prodotti e dei servizi offerti da Enti facenti parte del Firera & Liuzzo Group

Sentenza del Consiglio di Stato: il disabile non è una persona malata

da Superabile

Sentenza del Consiglio di Stato: il disabile non è una persona malata

Si chiude la lunga battaglia legale che ha visto contrapposte due associazioni che si contendevano il bando per la gestione dei Centri diurni per disabili nei comuni di Cinisello Balsamo e Cusano Milanino. Al centro la qualifica che devono avere gli operatori: di tipo sanitaria o educativa?

MILANO – La storia è particolarmente ingarbugliata. Sembra una questione per addetti ai lavori. In realtà poneva una domanda fondamentale: il disabile è una persona malata? Il Consiglio di Stato ha dato una risposta: no, non è una persona malata. Sì è conclusa così la lunga battaglia legale che ha visto coinvolto l’azienda consortile “Insieme per il sociale”, che gestisce i Centri Diurni Disabili (Cdd) nei Comuni di Cinisello Balsamo e Cusano Milanino, e l’associazione “Senza limiti”. Oggetto del contendere: il bando di gara per l’affidamento dei servizi a carattere educativo, socio assistenziale e di supervisione nei Cdd dei due comuni milanesi. Il bando, infatti, era stato contestato dall’associazione “Senza limiti”, che aveva fatto ricorso sostenendo che nei Cdd potevano lavorare solo gli operatori in possesso della qualifica di “Educatore Professionale” rilasciato dalle facoltà di Medicina e chirurgia. Per i Comuni invece bastava quella rilasciata da Scienze dell’Educazione. La differenza tra le due è che quella rilasciata da Medicina e chirurgia è specializzata nella prestazione di cure di tipo sanitario.
La Lega per i diritti delle persone con disabilità (Ledha) si è schierata da subito con i Comuni. Per un semplice motivo: i Cdd sono luoghi di aggregazione, di formazione, di socializzazione, dove il disabile non è un paziente, ma una persona che partecipa ad attività e incontri. In un primo momento, il Tar della Lombardia ha accolto il ricorso dell’associazione “Senza limiti” e annullato il bando di gara. Il consorzio dei Comuni ha successivamente impugnato questa decisione in appello davanti al Consiglio di Stato, che ha messo definitivamente la parola “fine” alla vicenda. I giudici affermano infatti che non può essere sostenuta la tesi dell’associazione “Senza limiti” “tesa ad assegnare ai centri diuni una prevalente e pressoché esclusiva funzione di cura e assistenza sul piano terapeutico ed infermieristico/medicale dei soggetti in condizione di disabilità”.

In altre parole, il Consiglio di Stato conferma quanto sostenuto dai legali di Ledha: i Centri Diurni Disabili non sono servizi sanitari e le persone con disabilità non sono malati. “Abbiamo intrapreso questa battaglia legale, schierandoci fin da subito a fianco dei Comuni, perché siamo profondamente convinti che il fine ultimo di questi servizi sia quello di favorire l’inclusione sociale delle persone con disabilità”, commenta Alberto Fontana, presidente Ledha. “Non si tratta di negare o sottovalutare le esigenze di cura delle persone con disabilità – aggiunge -. Ma ridurre il tutto di una persona ai suoi problemi di salute, più o meno connessi alla sua menomazione, è per noi sbagliato”.

“Siamo soddisfatti per l’esito positivo di questa battaglia legale. Da un lato per la tutela dei diritti dei lavoratori, ma soprattutto perché le amministrazioni comunali del nostro ambito hanno sempre sostenuto le necessità di pensare ai centri diurni come luoghi educativi e di socializzazione – commenta Gianfranca Duca, assessore alle politiche sociali del Comune di Cinisello Balsamo -. Ledha ci ha supportato in questa battaglia culturale, fornendoci una preziosa consulenza e supporto nella definizione della linea difensiva”. (dp)