Una legge delega per gli organi collegiali: con quali tempi?

da La Tecnica della Scuola

Una legge delega per gli organi collegiali: con quali tempi?

I tempi della legge delega non sono affatto brevi; alla fine degli anni ’90 la legge delega venne approvata nel 1997, il decreto legislativo di riforma degli organi collegiali (peraltro mai applicato) arrivò solamente nel 1999.

Secondo gli ultimi “rumors” nei piani del Governo ci sarebbe anche una legge delega per mettere a  punto alcuni pezzi significativi della riforma della scuola.
In particolare, con questo strumento legislativo, si dovrebbero riformare gli organi collegiali della scuola. Ma quali potrebbero essere i tempi, se di percorresse questa strada?
Vediamo cosa era accaduto in passato.
Gli organi collegiali della scuola nacquero nel 1974 con il decreto 416 che derivava dalla delega conferita dal Parlamento al Governo nel luglio dell’anno precedente.
Quindi: se entro il prossimo luglio il Parlamento approvasse la legge delega ci si potrebbe aspettare che i decreti applicativi vengano emanati nella primavera del 2016: in tal caso i nuovi organi collegiali entrerebbe in funzione con l’anno scolastico 2016/2017. Ma questa è una ipotesi molto ottimistica perchè non è detto che le forze politiche riescano a trovare l’accordo sul testo della legge delega prima della pausa estiva del 2015.
Un tentativo di affrontare la riforma degli organi collegiali ci fu alla fine degli anni novanta quanto il Governo adottò il decreto legislativo 233 del 1999 che derivava nientemeno che dalla delega contenuta nella legge 59 del 1997.
Il decreto del 1999 istituiva il Consgilio superiore della Pubblica Istruzione, che avrebbe dovuto sostituire il “vecchio” CNPI, oltre ai consigli scolastici regionali e territoriali; ma poi con l’entrata in vigore delle nuove regole fissate con la riforma costituzionale del 2001 non se ne fece più nulla.
Di fatto, ad oggi degli organi collegiali previsti dal DPR 416 di 41 anni resta in piedi solamente il consiglio di istituto (sono scomparsi il CNPI, i consigli provinciali e quelli distrettuali).
E quindi, se si considera la storia pregressa, è davvero difficile credere che nel giro di pochi mesi Governo e Parlamente riescano davvero a realizzare una riforma che pure tutti ritengono necessaria e che peraltro sta già in una legge in vigore (il decreto 233 del 1999 non è affatto decaduto).

Il buco dell’Inps, le pensioni dei giovani e i “Quota 96”

da La Tecnica della Scuola

Il buco dell’Inps, le pensioni dei giovani e i “Quota 96”

Per Giuliano Poletti, ministro del lavoro, la confluenza dell’Inpdap nell’Inps sta avvenendo senza problemi perché “la previdenza legata ai dipendenti pubblici è a carico dello Stato”, quindi “il problema non si pone”. Ma è così?
Lo stesso neo presidente dell’Inps, Tito Boeri, ha ammesso che appena il suo ruolo diventerà operativo l’obiettivo è “liberare risorse per 4 miliardi di euro. Un risparmio annuale utile a risolvere in modo strutturale e definitivo il problema degli esodati e del pensionamento degli insegnanti della cosiddetta Quota 96 scuola, costretti a rimanere in cattedra”. Il problema, riporta oggi Teleborsa, è che rimane inalterato il buco di 23 miliardi nel bilancio Inps, legato all’incorporazione dell’Inpdap e della sua passività patrimoniale: il deficit è tale che pongono ad alto rischio le future pensioni di centinaia di migliaia di lavoratori pubblici. Ad iniziare da quelle dei precari, a seguito del mancato pagamento dei contributi pensionistici da parte dello Stato nei confronti dei suoi dipendenti a tempo determinato. Inoltre, nonostante le variazioni tecniche, non risultano stati assegnati finanziamenti adeguati per coprire l’enorme “buco” sui TFR degli statali: tanto è vero che i lavoratori pubblici continuano a rimane illegittimamente esclusi perché lo Stato non ha mai versato in solido i contributi.

Chi studia musica a scuola protegge il cervello quando sarà anziano

da La Tecnica della Scuola

Chi studia musica a scuola protegge il cervello quando sarà anziano

Lo sostengono dei ricercatori del Rotman Research Institute di Toronto: gli studiosi hanno dimostrato che l’educazione musicale, se fatta in età giovanile, produce benefici nella terza età, aiutando a fronteggiare meglio il decadimento cognitivo e prevenire la perdita delle competenze di linguaggio e ascolto.

Lo studio della musica in età precoce protegge il cervello da anziani. A sostenerlo sono un gruppo di ricercatori del Rotman Research Institute di Toronto, attraverso uno studio pubblicato sul Journal of Neuroscience: gli esperti canadesi hanno dimostrato che l’educazione musicale, se fatta da bambini, produce benefici anche nella terza età, aiutando a fronteggiare meglio il decadimento cognitivo e prevenire la perdita delle competenze di linguaggio e ascolto.

Dalla ricerca è infatti emerso che gli anziani che avevano studiato musica da bambina erano del 20% più veloci nell’identificare i suoni e i testi dei discorsi rispetto ai loro coetanei. Una qualità già osservata anche nei giovani che hanno studiato musica. Tra le funzioni cognitive che possono peggiorare con l’età c’è infatti la comprensione dei discorsi, anche quando non si hanno problemi di udito.

Già precedenti studi avevano confermato che il sistema uditivo centrale del cervello, che aiuta ad analizzare, sequenziare e identificare le caratteristiche acustiche del discorso, si indebolisce con gli anni. Ma iniziando a studiare uno strumento musicale prima dei 14 anni e continuando a farlo per 10 anni si potenziano le aree chiave del cervello deputate al riconoscimento delle parole. Un beneficio che si mantiene anche quando si è anziani.

In conclusione, la risposta del cervello è migliore di 2 anche 3 volte nei vecchi musicisti rispetto ai coetanei non musicisti. Il cervello degli anziani che hanno studiato musica riesce infatti a descrivere in modo più dettagliato, limpido e accurato i suoni dei discorsi, cosa che consente loro di capire meglio quanto stanno ascoltando, aiutando così a fronteggiare il declino cognitivo provocato dall’età. Pertanto, il ruolo della musica è importante sia sui banchi di scuola, sia nei programmi di riabilitazione della terza età.

Al Miur la firma della Carta d’intenti per la legalità

da tuttoscuola.com

Al Miur la firma della Carta d’intenti per la legalità
Presenti Giannini, Cantone, Roberti e Sabelli

Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, l’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac), la Direzione Nazionale Antimafia (Dna) e l’Associazione Nazionale Magistrati (Anm), uniscono le forze contro l’illegalità e la corruzione attraverso una Carta di Intenti che viene sottoscritta oggi 5 febbraio alle 12 presso la Sala della Comunicazione del Miur, in viale Trastevere.

Siglano l’accordo il Ministro Stefania Giannini, il Presidente dell’Anticorruzione Raffaele Cantone, il Procuratore Antimafia Franco Roberti e il Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Rodolfo Maria Sabelli.

È la prima volta che questi soggetti lavorano tutte insieme, attraverso progetti congiunti, per portare il proprio messaggio ai più giovani mettendo al servizio della scuola le loro professionalità.

La Carta di Intenti si tradurrà da subito in una serie di azioni concrete che, utilizzando anche i social media e piattaforme informatiche, puntano a coinvolgere migliaia di ragazzi e insegnanti nel progetto. La Carta ha una validità triennale e prevede attività che saranno realizzate nell’ambito dell’insegnamento interdisciplinare ‘Cittadinanza e Costituzione’.

Seminari, percorsi di formazione per gli insegnanti, sono alcuni degli strumenti che daranno attuazione concreta alla Carta.

Alla cerimonia di domani è presente la Di-Sco Brass Ensemble, un’orchestra di 45 studenti di Catania, diretta dal maestro Giuseppe Privitera, che nasce nei quartieri della città dove la dispersione scolastica è più alta.

In rappresentanza delle scuole già attive su questi temi, intervengono alcune delegazioni degli alunni di diversi istituti del Lazio che hanno partecipato ai progetti “Piccolo Atlante della Corruzione”, “Tribunali Aperti” (coordinato dall’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio) ed “Educare alla legalità” (dell’Istituto comprensivo Virgilio, di Roma).

Sempre il tema della legalità è al centro della lezione-conferenza che Raffaele Cantone, Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, tiene assieme alla professoressa Nicoletta Parisi, Consigliere dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, nell’ambito del progetto nazionale Articolo 9 della Costituzione.

La lezione può essere seguita in differita sul sito www.articolo9dellacostituzione.it

Il Presidente Cantone si collega in diretta via Skype, dalle 10.30, con la Seconda casa di Reclusione di Milano-Bollate per affrontare con gli studenti il tema “Cultura della legalità per vincere la crisi”.

Cgil: non confondere l’alternanza con il lavoro

da tuttoscuola.com

Cgil: non confondere l’alternanza con il lavoro

L’alternanza scuola-lavoro non può risolversi in stage gratuiti, tirocini inventati, forme di lavoro che non hanno riconoscimento“. E’ quanto ha sostenuto ieri il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, concludendo i lavori di un convegno dedicato a scuola e lavoro promosso dalla Confederazione insieme alla Flc.

Camusso ha sottolineato che non si può “immaginare che un innalzamento del sistema di istruzione si traduca un ennesimo canale di precarietà e sfruttamento“. “Occorre andare – ha precisato – verso un percorso che certifica le competenze, che prevede dei tutor. A Confindustria vorremmo dire che ricordiamo l’infinita discussione su apprendistato e certificazione: se uno studente entra in un’azienda per un percorso di alternanza, tanto più in questo momento di frantumazione dei diritti, serve un sistema di regole certe che individui i diritti“.

Per il segretario della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo gli interventi e le proposte nel rapporto tra istruzione e mondo del lavoro “hanno bisogno di un forte intervento pubblico per migliorare la qualità della offerta formativa, allargare l’occupazione e favorire maggiore qualità e innovazione del sistema produttivo“. Perciò “contrasteremo il tentativo di affidare alle imprese la progettazione di percorsi di alternanza che non devono essere confusi con tipologie di rapporti di lavoro. Servono più risorse e invece – afferma il sindacalista – i finanziamenti sono stati ridotti e vi è stata una forte riduzione delle ore dedicate all’alternanza. Un sistema nazionale dell’educazione permanente, politiche per il diritto allo studio, la riforma della formazione professionale e il rafforzamento dei percorsi tecnico-professionali e innalzamento dell’obbligo d’istruzione a 18 anni sono interventi decisivi per migliorare la qualità del lavoro a cui deve essere garantita autonomia e libertà“.

Gli effetti positivi dello studio della musica non cessano con l’età…

da tuttoscuola.com

Gli effetti positivi dello studio della musica non cessano con l’età…

Studiare musica da bambini protegge il cervello da anziani. Un gruppo di ricercatori canadesi del Rotman Research Institute di Toronto ha dimostrato infatti che l’educazione musicale, se fatta in giovane età, produce i suoi benefici anche più in là negli anni, aiutando a fronteggiare meglio il decadimento cognitivo e prevenire la perdita delle competenze di linguaggio e ascolto, come spiega lo studio pubblicato sul Journal of Neuroscience.

In particolare si è visto che gli anziani che avevano studiato musica da bambina erano del 20% più veloci nell’identificare i suoni e i testi dei discorsi rispetto ai loro coetanei. Una qualità già osservata anche nei giovani che hanno studiato musica. Tra le funzioni cognitive che possono peggiorare con l’età c’è infatti la comprensione dei discorsi, anche quando non si hanno problemi di udito. Già precedenti studi avevano confermato che il sistema uditivo centrale del cervello, che aiuta ad analizzare, sequenziare e identificare le caratteristiche acustiche del discorso, si indebolisce con gli anni. Ma iniziando a studiare uno strumento musicale prima dei 14 anni e continuando a farlo per 10 anni si potenziano le aree chiave del cervello deputate al riconoscimento delle parole. Un beneficio che si mantiene anche quando si è anziani.

In particolare i ricercatori hanno osservato una risposta del cervello 2-3 volte migliore nei vecchi musicisti rispetto ai coetanei non musicisti. Il cervello degli anziani che hanno studiato musica riesce infatti a descrivere in modo più dettagliato, limpido e accurato i suoni dei discorsi, cosa che consente loro di capire meglio quanto stanno ascoltando, aiutando così a fronteggiare il declino cognitivo provocato dall’età. La musica è quindi importante non solo a scuola ma anche nei programmi di riabilitazione per gli anziani.

Insieme per l’educazione alla legalità

Firmata Carta d’Intenti Miur-Anac-Dna-Anm per educazione alla legalità

“Questa Carta d’Intenti è un progetto prezioso che serve a dare continuità e struttura a uno sforzo che le scuole, con l’Associazione Nazionale Magistrati (ANM), la Direzione Nazionale Antimafia (DNA) e l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), stanno già facendo nel nostro Paese: quello di diffondere e rafforzare la cultura della cittadinanza e della legalità”.
Così il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, nel corso della cerimonia per la firma della Carta d’Intenti “Educare alla legalità e alla deterrenza, al controllo e al contrasto dei fenomeni mafiosi e di criminalità organizzata”, sottoscritta dai presidenti dell’Anac Raffaele Cantone, dell’Anm Rodolfo Sabelli e della Dna Franco Roberti.
“La corruzione – ha sottolineato il Ministro – è un reato non solo in senso giuridico, ma anche etico che pone chi lo commette dalla parte dell’Italia che non vogliamo” e da cui i giovani possono essere allontanati con un percorso di “conoscenza, coscienza ed educazione”. Per questo, ha tenuto a ricordare Giannini, “il Miur sta lavorando per assegnare all’insegnamento dell’educazione alla cittadinanza una posizione più precisa all’interno dei programmi scolastici di tutte le scuole del nostro Paese, anche in base alle indicazioni pervenute dai cittadini che hanno partecipato alle consultazioni su La Buona Scuola”.

Per il Presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, “è necessario uno scatto culturale” per cambiare l’approccio alla corruzione alla quale “andrebbe dedicata la stessa attenzione che si è dedicata alla mafia. Si è sempre pensato, infatti, che la corruzione non danneggi direttamente la vita dei cittadini. Non è così. Ad esempio – ha spiegato – contribuisce a provocare la fuga dei cervelli, perché se non è la meritocrazia ad assegnare determinati posti, chi non ha la ‘raccomandazione’ non ha alcuna possibilità di raggiungere quelle posizioni. Se noi facciamo passare l’idea che questo fenomeno provoca danni sociali, non meno gravi di quelli provocati dalla mafia, riusciremo a combatterlo”.

Dopo aver ricordato che, dalla propria posizione “privilegiata”, la Direzione Nazionale Antimafia non si limita a contrastare le mafie ma le studia, il Presidente della DNA, Franco Roberti, ha posto l’accento sull’importanza di agire sul piano culturale per contrastarle. Un aspetto ugualmente necessario anche nella lotta alla corruzione, “come ha ribadito il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso di insediamento. Un discorso che – secondo Roberti – meriterebbe una riflessione approfondita in aula da parte di docenti e studenti. Quello attuale – ha proseguito – è un momento di svolta, una stagione in cui si annunciano riforme importanti il cui percorso va accompagnato con una costante educazione alla legalità, il viatico migliore affinché si realizzino nel solco dei principi della nostra Carta costituzionale”.

“La lotta alla criminalità organizzata – ha ricordato il Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Rodolfo Sabelli – passa attraverso la diffusione della cultura e del valore della legalità che vanno consolidati perché reprimere non è sufficiente. Va rafforzato anche il principio di eguaglianza sostanziale inteso – ha spiegato – come impegno per rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono l’effettiva uguaglianza tra tutti gli uomini”.

La Carta d’Intenti vede per la prima volta la collaborazione di Miur, Anac, Dna e Anm e si tradurrà da subito in azioni concrete che, utilizzando anche i social media e piattaforme informatiche, coinvolgeranno migliaia di ragazzi e insegnanti in seminari, percorsi di formazione e progetti educativi. Il documento, che avrà validità triennale, stabilisce che le attività previste saranno realizzate nell’ambito dell’insegnamento interdisciplinare ‘Cittadinanza e Costituzione’.

Miur, Autorità Anticorruzione, Direzione Antimafia
e Associazione Magistrati insieme per l’educazione alla legalità.
Giannini, Cantone, Roberti e Sabelli firmano Carta di Intenti

Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, l’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac), la Direzione Nazionale Antimafia (Dna) e l’Associazione Nazionale Magistrati (Anm), uniscono le forze contro l’illegalità e la corruzione attraverso una Carta di Intenti che sarà sottoscritta il 5 febbraio, alle 12, presso la Sala della Comunicazione del Miur, in viale Trastevere. Sigleranno l’accordo il Ministro Stefania Giannini, il Presidente dell’Anticorruzione Raffaele Cantone, il Procuratore Antimafia Franco Roberti e il Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Rodolfo Maria Sabelli. È la prima volta che queste istituzioni lavorano tutte insieme, attraverso progetti congiunti, per portare il proprio messaggio ai più giovani mettendo al servizio della scuola le loro alte professionalità.

La Carta di Intenti si tradurrà da subito in una serie di azioni  concrete che, utilizzando anche i social media e piattaforme informatiche, puntano a coinvolgere migliaia di ragazzi e insegnanti nel progetto. La Carta avrà una validità triennale e prevede attività che saranno realizzate nell’ambito dell’insegnamento interdisciplinare ‘Cittadinanza e Costituzione’.

Seminari, percorsi di formazione per gli insegnanti, sono alcuni degli strumenti che daranno attuazione concreta alla Carta.

Alla cerimonia sarà presente la Di-Sco Brass Ensemble, un’orchestra di 45 studenti di Catania, diretta dal maestro Giuseppe Privitera, che nasce nei quartieri della città dove la dispersione scolastica è alta.
In rappresentanza delle scuole già attive su questi temi, saranno presenti alcune delegazioni degli alunni di diversi istituti del Lazio che hanno partecipato ai progetti “Piccolo Atlante della Corruzione”, “Tribunali Aperti” (coordinato dall’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio) ed “Educare alla legalità” (dell’Istituto comprensivo Virgilio, di Roma).

Sempre il tema della legalità sarà al centro della lezione-conferenza che Raffaele Cantone, Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, terrà domani assieme alla professoressa Nicoletta Parisi, Consigliere dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, nell’ambito del progetto nazionale Articolo 9 della Costituzione.  La lezione potrà essere seguita in differita sul sito www.articolo9dellacostituzione.it
Il Presidente Cantone si collegherà in diretta via Skype, dalle 10.30, con la Seconda casa di Reclusione di Milano-Bollate per affrontare con gli studenti il tema “Cultura della legalità per vincere la crisi”.

Nota 5 febbraio 2015, AOODGSIP 869

Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca
D.G. per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione

Ai Direttori Generali Regionali U.S.R.
Ai Dirigenti degli Ambiti Territoriali
AI Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Bolzano
AI Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Trento
All’Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca
Bolzano
All’Intendente Scolastico per la Scuola Località Ladine
Bolzano
Al Sovrintendente degli studi per la Regione Valle D’Aosta
Aosta
Ai Dirigenti Scolastici
Ai Presidenti delle Consulte Provinciali degli Studenti
LORO SEDI

Nota 5 febbraio 2015, AOODGSIP 869

OGGETTO: Concorso “4° Trofeo della Lingua Italiana” a.s. 2014/2015

Nota 5 febbraio 2015, AOODGSIP 887

Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione
Ufficio III

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali

LORO SEDI

Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di

T R E N T O

Al Sovrintendente Scolastico per la scuola in lingua italiana

B O L Z A N O

All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca

B O L Z A N O

All’Intendente Scolastico per la scuola delle località ladine

B O L Z A N O

Al Sovrintendente Scolastico per la Regione Valle d’Aosta

A O S T A

Ai Dirigenti degli Ambiti Scolastici Territoriali

LORO SEDI

 

E p.c.

Ai Dirigenti scolastici delle scuole di ogni ordine e grado

 

Al Forum Nazionale delle associazioni dei genitori

LORO SEDI

 

Al Forum Nazionale delle Associazioni Studentesche

SEDE

 

Nota 5 febbraio 2015, AOODGSIP 887

Oggetto: Settimana di azione contro il razzismo 16- 22 marzo 2015

Nota 5 febbraio 2015, AOODGSIP 872

Ministero dell’ Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l’Istruzione
Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione, lo Partecipazione e lo Comunicazione

agli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
all’Intendenza Scolastica per la Lingua Italiana di
BOLZANO
all’Intendenza Scolastica per la Lingua Tedesca di
BOLZANO
all’Intendenza Scolastica per la Lingua Ladina di
BOLZANO
alla Provincia di Trento Servizio Istruzione
TRENTO
alla Sovrintendenza Agli Studi per la Regione Autonoma della Valle D’Aosta
AOSTA

Nota 5 febbraio 2015, AOODGSIP 872

OGGETTO: Ordine dei Giornalisti – Incontri formativi in preparazione dell’esame di Stato.

Carta d’Intenti MIUR – DNA – ANAC – ANM

CARTA D’INTENTI

tra
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
(di seguito denominato MIUR)
e
Direzione Nazionale Antimafia
(di seguito denominato DNA)
e
Autorità Nazionale Anticorruzione
(di seguito denominato ANAC)
e
Associazione Nazionale Magistrati
(di seguito denominato ANM)

“Educare alla legalità e alla deterrenza, al controllo e al contrasto dei fenomeni mafiosi e di criminalità organizzata”