Innovazione: 5 bandi per le scuole

da tuttoscuola.com

Innovazione: 5 bandi per le scuole

Pubblicati dal Miur 5 nuovi bandi destinati alle scuole, con scadenze a fine novembre. I bandi, come riferisce l’agenzia Dire, promuovono azioni e progetti che guardano agli studenti, al miglioramento della qualità del loro apprendimento e della loro vita scolastica in generale.

Il primo, ‘Piano nazionale per il potenziamento dell’orientamento e contrasto alla dispersione scolastica’, vede lo stanziamento di 2 milioni di euro per promuovere e valorizzare i progetti di eccellenza nel campo della prevenzione e contrasto della dispersione scolastica e dell’orientamento per gli studenti, sia nella scelta dell’indirizzo scolastico che di quello universitario.

Il secondo, ‘Promozione della cultura musicale nella scuola. Ulteriore sostegno alla diffusione dell’educazione e della cultura musicale’, prevede 1 milione di euro destinati ai migliori progetti presentati da scuole di ogni ordine e grado, singole o in rete.

Il terzo bando è per la ‘Partecipazione studentesca a scuola’, con risorse per 2 milioni di euro a favore dei migliori progetti finalizzati a promuovere la partecipazione studentesca nelle scuole secondarie di II grado. I fondi saranno assegnati agli Uffici Scolastici Regionali che emaneranno successivi bandi.

Il quarto è il ‘Piano di azioni e iniziative per la prevenzione dei fenomeni di cyber-bullismo’, che prevede risorse per 440mila euro per progetti finalizzati a sensibilizzare i ragazzi sul tema della sicurezza on line e all’integrazione delle tecnologie digitali nella didattica nelle scuole di ogni ordine e grado, per il contrasto e la prevenzione del cyber-bullismo.

Infine, quinto e ultimo bando, il ‘Piano nazionale per l’implementazione del curriculum dello studente e di coordinamento e ampliamento dell’iniziativa nazionale Carta dello Studente – IoStudio’. Bando da 1 milione di euro per progetti delle scuole statali secondarie di II grado, finalizzati allo sviluppo e al potenziamento della Carta dello Studente “IoStudio”, all’ampliamento del Portale dello Studente e all’implementazione del curriculum studentesco.

Questi i link ai bandi:

http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/ministero/bandi-per-la-scuola

http://www.istruzione.it/allegati/2015/DD1117_15.pdf.

Bonus 500 euro: attenzione a chi organizza corsi d’aggiornamento

da TuttoscuolaFOCUS

Bonus 500 euro: attenzione a chi organizza corsi d’aggiornamento

Per l’utilizzo della Carta del docente che destina 500 euro esentasse all’anno per l’aggiornamento, il comma 121 della legge elenca una lunga serie di voci utili per la spendibilità del bonus.

Tra queste è contemplata anche “l’iscrizione a corsi per attività di aggiornamento e di qualificazione delle competenze professionali”.

Si tratta di una voce molto importante che ci si augura venga sfruttata adeguatamente dagli insegnanti che  in passato spesso rinunciavano alla frequenza di questi corsi a causa delle spese da sostenere.

Vuoi migliorare la conoscenza dell’inglese oppure vuoi conoscere i segreti dell’informatica per migliorare il tuo livello di competenza professionale? Ok, adesso lo puoi fare gratuitamente e puoi scegliere tu quando e come farlo.

Attenzione, però, perché la legge pone alcune limitazioni. Vediamole.

Valgono soltanto i corsi “svolti da enti accreditati presso il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca”.

Con molta probabilità, per sfruttare il ricco mercato indotto dalle risorse complessive della Carta (381,137 milioni annui), fioriranno iniziative di tutti i tipi e offerte promozionali allettanti.

Ma, attenzione!, la spesa dei corsi potrebbe rimanere interamente sulle spalle dei docenti frequentanti, se non saranno gestiti da enti accreditati. È bene accertarsi, quindi, preventivamente del possesso di questo requisito dell’accreditamento da parte di chi promuove i corsi.

La legge, relativamente ai corsi, non parla di “spese sostenute per…”, bensì di utilizzo della Carta per l’iscrizione. Riteniamo che la voce iscrizione voglia anche comprendere la frequenza dei corsi, ma non può significare anche altre spese connesse, come, ad esempio, le spese di viaggio.

Ben vengano, dunque, i corsi di aggiornamento professionale, ma occhio all’accreditamento dell’ente gestore e alle spese indotte dalla frequenza.

L’insegnante di sostegno in cerca di identità

da TuttoscuolaFOCUS

L’insegnante di sostegno in cerca di identità

La legge 107/2015 delega il Governo a ridefinire il “ruolo del personale docente di sostegno” (art 1, comma 181 c) senza peraltro privilegiare uno specifico modello. Si è così aperto il confronto tra diverse ipotesi, una delle quali è quella contenuta nella proposta di Legge C-2444 in discussione in Parlamento, sostenuta dalle associazioni Fand e Fish, volta a creare una carriera separata per i docenti di sostegno con l’istituzione di una specifica classe di concorso.

Sulla proposta è piovuta l’accusa di provocare la “medicalizzazione” della figura di questi docenti, che finirebbero per monopolizzare il compito di occuparsi degli alunni con disabilità escludendo gli altri componenti del Consiglio di classe: aumenterebbe (forse) l’efficacia degli interventi, sarebbe assicurata certamente una maggiore continuità, ma a prezzo di accrescere la ‘separatezza’, la ‘diversità’ di trattamento sia degli alunni con disabilità sia dei docenti di sostegno, in contrasto che la filosofia inclusiva e cooperativa che da sempre caratterizza il modello italiano di integrazione degli con disabilità.

Sul versante opposto si colloca l’ipotesi di una integrazione delle competenze culturali e professionali di tutti gli insegnanti, che dovrebbero essere posti in grado di gestire direttamente e personalmente il rapporto con gli alunni con disabilità, eventualmente con la consulenza di un loro collega in possesso di competenze specialistiche avanzate (a questa prospettiva guardano Dario Ianes e il gruppo Erikson).

Nel primo scenario (che comunque conferma, secondo tradizione italiana, la compresenza in classe di alunni con e senza disabilità) si andrebbe verso la iperspecializzazione dei docenti di sostegno, e dunque di una sia pur corposa minoranza di docenti, nel secondo verso l’integrazione della competenza professionale di base di tutti gli insegnanti, fino a giungere, al limite, al superamento della stessa figura del docente di sostegno.

Il Governo, stando a recenti prese di posizione del sottosegretario Davide Faraone, sembrerebbe orientato a puntare sul primo scenario (http://tuttoscuola.com/cgi-local/disp.cgi?ID=37216), ma il dibattito è aperto.

PNSD: Un’azione culturale e di sistema

da TuttoscuolaFOCUS

PNSD: Un’azione culturale e di sistema

Il ministro dell’istruzione Stefania Giannini ha presentato lo scorso 27 ottobre il PNSD (Piano nazionale scuola digitale), un piano operativo organico che punta a recuperare il ritardo sul fronte digitale, documentato in tutte le statistiche internazionali.  “Un progetto – ha dichiarato il ministro – che vuole riposizionare il sistema educativo italiano in un contesto internazionale in cui il digitale è un elemento pervasivo”. Quanto alle competenze degli studenti, infatti, l’Italia è 25ma in Europa per numero di utenti Internet (59%) e 23ma per competenze digitali di base (47%). Questo divario è visibile anche nel caso delle competenze specialistiche sull’ICT (Italia 17ma) e nel numero di laureati in discipline Scientifiche o Tecnologiche (STEM), per cui l’Italia è 22ma, con 13 cittadini ogni 1.000. Quanto agli studenti, dicono i recenti dati OCSE, i quindicenni italiani usano il computer in classe in media 19 minuti al giorno, contro una media Ocse di 25 minuti e picchi in Grecia (42 minuti) e Australia (52).

Il PNSD rappresenta  un significativo investimento culturale e umano rivolto a  tutto il personale scolastico, chiamato ad abbracciare le sfide dell’innovazione: metodologico-didattiche per i docenti, organizzative per i dirigenti scolastici e il personale amministrativo.

Sono 326.000 le aule degli oltre 33.000 plessi scolastici: il 70% è connessa in Rete in modalità cablata o wireless (ma generalmente con una connessione inadatta alla didattica digitale), il 41,9% è dotata di LIM e il 6,1% di proiettore interattivo. Sono in totale 65.650 i laboratori delle scuole,per una media di 7,8 per istituto.

Una stima generale, riferita all’anno scolastico 2014-2015, indica in circa 1.300.000 unità le dotazioni tecnologiche a disposizione delle scuole (605.000 nei laboratori, 650.000 nelle classi e la cifra restante nelle biblioteche). Il 99.3% delle istituzioni scolastiche ha un proprio sito web, il 58.3% utilizza forme di comunicazione scuola–famiglia online, il 69.2% utilizza una tipologia di registro elettronico di classe (non è attualmente disponibile un dato accurato di diffusione “per classe”), il 73.6% utilizza il registro elettronico del docente e infine il 16.5% utilizza forme di gestione centralizzata LMS (Learning Management Systems quali ad es. Moodle) per la didattica e i suoi contenuti.

Sentenza Consiglio di Stato 3 novembre 2015, n. 5428

  1. 05428/2015REG.PROV.COLL.
  2. 00885/2014 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Sesta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 885 del 2014, proposto da:
-OMISSIS- e -OMISSIS-, rappresentati e difesi dagli avvocati Marzio Vaccari e Roberto Mastalia, con domicilio eletto presso lo studio Dettori & Associati Felicetti Teresa in Roma, piazza Ss. Apostoli, 66;

contro

Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, Ufficio Scolastico Regionale dell’Umbria, Ufficio Scolastico Provinciale di Perugia, Istituto Comprensivo Statale “-OMISSIS-” di Foligno, rappresentati e difesi per legge dall’Avvocatura generale dello Stato, domiciliati in Roma, via dei Portoghesi, 12;

per la riforma

della sentenza 8 novembre 2013, n. 519, del Tribunale amministrativo regionale per l’Umbria, Sezione prima.

 

Visti il ricorso in appello e i relativi allegati;

visti gli atti di costituzione in giudizio;

viste le memorie difensive;

visti tutti gli atti della causa;

visto l’art. 52 D. Lgs. 30.06.2003 n. 196, commi 1, 2 e 5;

relatore nell’udienza pubblica del giorno 3 novembre 2015 il Cons. Vincenzo Lopilato e uditi per le parti l’avvocato Felicetti, per delega dell’avvocato Vaccari, e l’avvocato dello Stato D’Avanzo.

 

FATTO e DIRITTO

1.– -OMISSIS- e -OMISSIS-, genitori dell’alunno disabile, -OMISSIS-, frequentante la classe terza della scuola primaria dell’Istituto Omnicomprensivo Statale «-OMISSIS-» di Foligno, hanno impugnato, innanzi al Tribunale amministrativo regionale per l’Umbria, il provvedimento del Dirigente scolastico del medesimo Istituto, comunicato in data 2 ottobre 2012, nella parte in cui ha assegnato per l’anno scolastico 2012/13 un insegnante di sostegno al figlio solo per undici ore settimanali rispetto alle ventiquattro previste, in riduzione rispetto all’anno scolastico precedente. Le parti hanno chiesto anche la condanna dell’amministrazione all’assegnazione del sostegno in rapporto di 1:1 ovvero per 24 ore settimanali, previo accertamento del relativo diritto, nonché la condanna al risarcimento del danno.

2.– Il Tribunale amministrativo, con sentenza 8 novembre 2013, n. 519, ha rigettato il ricorso, rilevando come la valutazione della gravità della malattia effettuata nel piano educativo individualizzato si sottragga alle censure prospettate. Si sono, infatti, in modo ragionevole ritenute congrue undici ore, con l’affiancamento di «un operatore per ulteriori cinque ore, oltre ad otto ore di compresenza».

3.– I ricorrenti in primo grado hanno proposto appello, facendo valere la violazione della legge 5 febbraio 1992, n. 104 (Legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate), del principio di ragionevolezza e proporzionalità, nonché il difetto di motivazione. In particolare, ribadendo le censure prospettate in primo grado, si è dedotto come il minore abbia un «autismo grave con totale incapacità di attenzione», con la conseguente necessità di assegnazione di un sostegno in rapporto 1:1.

3.1.– Si è costituita in giudizio l’amministrazione intimata chiedendo il rigetto dell’appello.

4.– La causa è stata decisa all’esito dell’udienza pubblica del 3 novembre 2015.

5.– L’appello è fondato.

Questa Sezione ha già avuto modo di affermare che: «il diritto all’istruzione del minore portatore di handicap ha rango di diritto fondamentale, che va rispettato con rigore ed effettività sia in adempimento ad obblighi internazionali (artt. 7 e 24 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità del 13 dicembre 2006, ratificata con l. 3 marzo 2009, n. 18), sia per il carattere assoluto proprio della tutela prevista dagli artt. 34 e 38, commi 3 e 4, Cost.». In particolare, «l’istruzione rappresenta uno dei fattori che maggiormente incidono sui rapporti sociali dell’individuo e sulle sue possibilità di affermazione professionale, ed il relativo diritto assume natura sia sociale sia individuale, con la conseguente necessità, con riferimento ai portatori di handicap, di assicurarne la piena attuazione attraverso la predisposizione di adeguate misure di integrazione e di sostegno» (Cons. Stato, sez. VI, 27 ottobre 2014, n. 5317).

Nel caso di specie, dalla documentazione in atti risulta che il minore sia «invalido con totale e permanente inabilità lavorativa e con necessità di assistenza continua non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita», essendo affetto da «un autismo grave con totale incapacità di attenzione».

In presenza di tale complessivo quadro clinico, il dirigente scolastico avrebbe dovuto indicare in modo rigoroso le ragioni per le quali non fosse necessario assicurare al minore una tutela piena nella misura richiesta.

L’atto impugnato in primo grado deve, pertanto, essere annullato per insufficienza della motivazione.

6.– La domanda di risarcimento dei danni deve essere rigettata, in quanto non è stata dimostrata la colpa della pubblica amministrazione. La complessità della situazione nonché la circostanza che comunque è stata garantita una forma di tutela esclude che la violazione delle regole di azione sia stata colposa.

7.– L’amministrazione intimata è condannata al pagamento, in favore degli appellanti, delle spese processuali che si determinano in euro 2.000,00 (duemila), oltre accessori.

P.Q.M.

Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, Sezione Sesta, definitivamente pronunciando.

  1. a) in parte accoglie e in parte rigetta l’appello proposto con il ricorso indicato in epigrafe e, per l’effetto, in parziale riforma della sentenza impugnata, accoglie la domanda di annullamento dell’atto impugnato e rigetta la domanda di risarcimento dei danni;
  2. b) condanna l’amministrazione al pagamento, in favore degli appellanti, delle spese processuali che si determinano in euro 2.000,00 (duemila), oltre accessori.

Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa.

Ritenuto che sussistono i presupposti di cui all’art. 52, commi 1,2 e 5 D. Lgs. 30 giugno 2003 n. 196, manda alla Segreteria di procedere, in caso di diffusione del provvedimento, all’annotazione di cui ai commi 1,2 e 5 della medesima disposizione.

Così deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 3 novembre 2015 con l’intervento dei magistrati:

Filippo Patroni Griffi, Presidente

Claudio Contessa, Consigliere

Giulio Castriota Scanderbeg, Consigliere

Vincenzo Lopilato, Consigliere, Estensore

Marco Buricelli, Consigliere

 
 
L’ESTENSORE IL PRESIDENTE

3 novembre Dal RAV al Piano di Miglioramento

Come previsto dall’Avviso 15 ottobre 2015, i rapporti di autovalutazione (RAV) di tutte le scuole sono pubblicati nella sezione “Scuola in Chiaro” sul sito del MIUR dal giorno 3 di novembre 2015.

ravLe scuole si autovalutano con responsabilità e trasparenza


 

Da oggi on line i Rapporti di autovalutazione delle scuole
Giannini: “Risultato storico, attivato uno strumento di trasparenza e responsabilizzazione.
Per le famiglie vetrina importante”

Esiti degli scrutini e degli Esami di Stato, risultati delle prove Invalsi, informazioni sulla prosecuzione negli studi o nel mondo del lavoro degli studenti diplomati, caratteristiche del dirigente scolastico (anni di esperienza, tempo di permanenza nella scuola), caratteristiche del corpo insegnante (dall’età media dei docenti alla tipologia di contratto prevalente), informazioni dettagliate sull’organizzazione del curricolo e della progettazione didattica. Tutto a portata di click.

Da oggi la scuola italiana si mette davvero in chiaro. Sono infatti on line i Rapporti di autovalutazione (Rav) delle scuole, frutto di un anno di lavoro in cui ogni istituto ha confrontato i propri dati con quelli provinciali, regionali e nazionali e ha messo nero su bianco i propri punti di forza e debolezza, abbinandoli a precisi obiettivi di miglioramento.

“Questa è una giornata straordinaria per il nostro Paese – sottolinea il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, intervenuta nel corso della presentazione al Miur – Le scuole hanno dato prova di grande maturità e responsabilità mettendo in trasparenza i propri dati. Siamo di fronte ad uno strumento potente che ci porta all’avanguardia in Europa. In un anno è stato fatto un lavoro enorme, che mette nelle mani di dirigenti, docenti, cittadini e genitori importanti elementi di analisi del sistema di istruzione. Trasparenza e responsabilità non sono più un tabù, ma un dato di fatto. Si finisce con le sperimentazioni e si inizia un processo permanente che porta avanti la nostra visione di autonomia. Lo step successivo sarà quello della valutazione esterna, che partirà nel secondo quadrimestre sul 10% delle scuole. Stiamo avviando anche la valutazione dei dirigenti scolastici e, in parallelo, come previsto dalla Buona Scuola, quella dei docenti. Finalmente abbiamo un sistema integrato di valutazione”.

“Oggi gli istituti scolastici hanno confermato quello che questo Governo afferma con convinzione da tempo: la valutazione è uno strumento fondamentale per intervenire laddove necessario, appianare le differenze e potenziare le eccellenze. È una risorsa straordinaria per dare benzina alle scuole, motore di sviluppo del nostro Paese – ha aggiunto il Sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone – Il Rapporto di autovalutazione presentato oggi non è una fotografia, un fermo immagine. Noi vogliamo cambiare la situazione, fare scorrere le immagini e per questo abbiamo investito risorse economiche e professionali. Grazie al Rav, all’Anagrafe dell’edilizia scolastica, al portale Scuola in chiaro, siamo in grado di avere un quadro definito e globale del nostro sistema d’istruzione. E lavorare su questo in maniera strategica”.

I principali numeri e risultati dei Rav
Oltre il 95% delle scuole, con picchi del 100% in alcune regioni nelle istituzioni statali, ha già pubblicato il Rav. Le istituzioni scolastiche rimanenti potranno comunque farlo nei prossimi mesi. Oltre 47.000 i componenti dei Niv, i Nuclei interni di valutazione, che hanno lavorato ai Rapporti pubblicati oggi. Il 7% delle scuole statali ha inserito nei Nuclei anche personale esterno alla scuola (esperti, genitori), evidenziando una particolare propensione all’apertura e al confronto. Da una prima analisi, l’80% dei Rav risulta conforme ai criteri di coerenza e attendibilità attesi. Sarà cura degli Uffici scolastici regionali, ora, prendere contatto con le scuole per invitarle a verificare gli eventuali ‘disallineamenti’.
Dati di contesto (fra cui popolazione scolastica, territorio e capitale sociale, risorse professionali), Esiti (dai risultati degli alunni alle prove Invalsi), Processi (dagli ambienti di apprendimento, all’orientamento, alla valorizzazione delle risorse umane), Priorità di miglioramento, sono le sezioni che compongono il Rapporto, consultabile in versione estesa e sintetica. Un video tutorial consente una navigazione guidata agli utenti non esperti.
Per le aree degli Esiti e dei Processi le scuole dovevano esprimere un giudizio su se stesse – uno per ciascuna delle voci previste – utilizzando una scala da 1 a 7 (1=situazione molto critica, 7=eccellente). Ogni giudizio andava motivato. Secondo una prima analisi, le scuole tendono a posizionarsi, omogeneamente sul territorio, intorno ad un livello 4 (sommando Esiti e Processi), il che evidenzia una situazione complessivamente positiva. Ma anche una tendenza all’oggettività da parte degli istituti, che non si sono dati giudizi ‘gonfiati’.
In particolare, per l’area degli Esiti il punteggio medio che le scuole si sono attribuite in relazione ai risultati raggiunti dai ragazzi è 5,02, quello relativo alle Prove Invalsi 4,14, quello relativo alle competenze chiave e di cittadinanza 4,69, per i risultati a distanza (esiti post-diploma) è 5,29. Un quadro complessivamente più che sufficiente.

 

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La schermata del Rav in versione sintetica.

Le priorità di miglioramento
Il Rav è anche e soprattutto uno strumento di lavoro per le scuole. Contiene, infatti, gli obiettivi di miglioramento che ciascun istituto si è dato a seguito della propria autovalutazione. Per l’area Esiti, il 29,4% delle scuole ha individuato come obiettivo prioritario il miglioramento dei risultati scolastici degli studenti. Seguono il miglioramento dei risultati nelle prove Invalsi (27,8%), il miglioramento delle competenze chiave e di cittadinanza (27,4%), i risultati a distanza (15,4%).

Di seguito la mappa delle priorità (scuole statali) a livello regionale, che evidenzia una particolare volontà delle scuole del Sud di migliorare i risultati nelle prove Invalsi.

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Per l’area Processi, le scuole indicano di voler lavorare soprattutto (22,9%) sul miglioramento del curricolo e della progettazione didattica. Seguono, come priorità di miglioramento, gli ambienti di apprendimento (15,2%), lo sviluppo e la valorizzazione delle risorse umane (14,1%), l’orientamento (13,3%), l’inclusione scolastica (12,7%), l’integrazione con il territorio e il rapporto con le famiglie (11,5%), l’organizzazione della scuola (10,2%). Il Miur produrrà nei prossimi mesi un’analisi più dettagliata dei dati emersi dai primi Rav.

Scuola in Chiaro e open data
I Rapporti sono a disposizione sul portale ‘Scuola in Chiaro’, rinnovato per l’occasione attraverso una maschera di ricerca semplificata, una nuova grafica e un “pulsante” ad hoc che consente l’accesso diretto al Rapporto di autovalutazione entrando nel profilo di ciascuna istituzione scolastica. Da oggi su Scuola in Chiaro, nel Menù principale in Home Page, alla voce Download dati, sono anche scaricabili alcuni set di dati in formato aperto (open data). Un ‘antipasto’ del portale Open data previsto dalla legge Buona Scuola.

Scuola in Chiaro:
http://cercalatuascuola.istruzione.it/cercalatuascuola/


Scuola trasparente e responsabile
Al Miur la presentazione dei Rapporti di autovalutazione
Martedì 3 novembre, Sala della Comunicazione

Martedì 3 novembre, a partire dalle ore 10.30, presso la sala della Comunicazione del Miur, saranno presentati i risultati del primo esercizio di autovalutazione delle scuole.

Aprirà gli interventi il Sottosegretario Davide Faraone. Nel corso della mattinata sarà presentata la nuova veste del portale Scuola in Chiaro su cui saranno disponibili, proprio a partire da martedì, i Rapporti di autovalutazione di tutte le scuole. Uno strumento di lavoro e miglioramento per gli istituti, ma anche di trasparenza nei confronti di famiglie e cittadini. I vertici tecnici del Ministro illustreranno i dati essenziali emersi dall’autovalutazione delle scuole. L’intervento del Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini chiuderà la mattinata.

Scuola trasparente e responsabile

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Sala della Comunicazione

3 novembre 2015

Ore 10:00 Registrazione partecipanti
Coordina Elena Ugolini

Consigliere del Ministro dell’Istruzione, dell’Università

e della Ricerca

Ore 10:30 On. Davide Faraone

Sottosegretario all’Istruzione

Ore 10:45 Sabrina Bono

Capo Dipartimento per la programmazione e la gestione delle

risorse umane, finanziarie e strumentali

Ore 11:00 Rosa De Pasquale

Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e

formazione

Ore 11:15 Carmela Palumbo

Direttore Generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione

del sistema nazionale di istruzione

Ore 11:30 Gianna Barbieri – Damiano Previtali

Dirigente Ufficio Statistica e studi e Dirigente Ufficio Valutazione

del Sistema nazionale di istruzione e di formazione – MIUR

Conclusioni  
Ore 12:00

 

 

On. Stefania Giannini

Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Come previsto dalla nota 25 giugno 2015, AOODOGSV 5983, le scuole possono riaccedere al format elettronico del rapporto di autovalutazione, definito a luglio, dall’1 settembre al 10 ottobre 2015 (termine prorogato con Avviso 29 settembre 2015) per rivedere e ridefinire qualunque passaggio interno e condividere con la comunità professionale e sociale di riferimento le analisi svolte e le priorità individuate per il miglioramento.

Dal 10 ottobre sono chiuse definitivamente le funzioni ed il RAV di ogni scuola viene pubblicato – dal 3 novembre 2015 – nell’apposita sezione del portale “Scuola in chiaro” dedicata alla valutazione con le modalità previste dalla nota 30 aprile 2015, AOODGOSV 3746.

Con la chiusura e la pubblicazione del RAV si apre la fase di formulazione e attuazione del piano di miglioramento (PdM) che coinvolge tutte le scuole (statali e paritarie), a partire dall’inizio dell’anno scolastico 2015/16 secondo gli orientamenti forniti dalla nota 1 settembre 2015, AOODGOSV 7904.

miglioramentoAlle scuole tramite il portale del MIUR verrà chiesto di compilare alcuni campi per consentire all’amministrazione di acquisire alcuni dati utili per il monitoraggio dei PdM (vd. allegato alla nota 1 settembre 2015, AOODGOSV 7904).

Le scuole potranno inoltre accedere, tramite il sito dell’INDIRE, ad uno specifico ambiente di lavoro per predisporre il loro Piano di Miglioramento.

 

Il format si articola in sezioni, ognuna delle quali prevede alcuni passi operativi:

IL PIANO DI MIGLIORAMENTO

1 SEZIONE: SCEGLIERE GLI OBIETTIVI STRATEGICI IN TRE PASSI
Passo 1: verificare la congruenza tra obiettivi di processo e priorità/traguardi
Passo 2: elaborare una scala di rilevanza degli obiettivi di processo
Passo 3: ridefinire l’elenco degli obiettivi di processo, i risultati attesi, gli indicatori di processo e le modalità di misurazione dei risultati

2 SEZIONE: DECIDERE LE AZIONI PER RAGGIUNGERE CIASCUN OBIETTIVO DI PROCESSO IN TRE PASSI
Passo 1: ipotizzare le azioni da compiere considerandone anche i possibili effetti negativi
Passo 2: considerare gli effetti delle azioni anche nel medio e lungo periodo
Passo 3: rapportare gli effetti delle azioni a un quadro di riferimento innovativo

3 SEZIONE: PIANIFICARE LE AZIONI DI CIASCUN OBIETTIVO IN TRE PASSI
Passo 1: definire l’impegno delle risorse umane
Passo 2: definire i tempi di attuazione delle azioni
Passo 3: programmare il monitoraggio periodico dello stato di avanzamento del raggiungimento dell’obiettivo di processo

4 SEZIONE: VALUTARE, CONDIVIDERE E DIFFONDERE I RISULTATI DEL PIANO DI MIGLIORAMENTO IN QUATTRO PASSI
Passo 1: valutare i risultati raggiunti sulla base degli indicatori relativi ai traguardi del RAV
Passo 2: descrivere i processi di condivisione del piano all’interno della scuola
Passo 3: descrivere le modalità di diffusione dei contenuti e dei risultati del piano sia all’interno che all’esterno dell’organizzazione scolastica
Passo 4: descrivere le modalità di lavoro del Nucleo di Autovalutazione

Il piano di miglioramento rappresenta uno degli elementi costitutivi del piano triennale dell’offerta formativa (PTOF) – art. 3, c. 3, del DPR 275/99 come modificato dall’art. 1, c. 14 della Legge 107/15.

 
Progettare “la Buona Scuola” di Dario Cillo