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Giornata Mondiale della Sindrome di Down 2024

Il 21 marzo si celebra il World Down Syndrome Day (WDSD), la Giornata Mondiale della Sindrome di Down, sancita ufficialmente da una risoluzione dell’ONU.


21 marzo, Giornata Mondiale della Sindrome di Down 2024: mettiamo fine agli stereotipi! Indetta nel 2011dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla Sindrome di Down, quest’anno la Giornata vede come tema lo stop agli stereotipi perché questi purtroppo, ancora oggi, circondano le persone con Sindrome di Down che conseguentemente vengono trattate come eterni bambini, sottovalutate, escluse, maltrattate.

Gli stereotipi impediscono di fatto alle persone con Sindrome di Down di avere pari diritti e pari opportunità come tutte le altre persone.

La realtà, oggi, è invece un’altra: è una realtà che vede le persone con Sindrome di Down, consapevoli di ciò che le riguarda e con giusti ed adeguati sostegni, rivendicare in prima persona il diritto ad essere incluse in tutti gli ambiti della società, ad avere un lavoro vero, ad accedere all’istruzione senza ostacoli, a decidere dove, come e con chi vivere, anche nell’ottica del “Durante Noi, Dopo di Noi”, ad avere una Vita di Qualità.

Scardinare gli stereotipi vuol dire anche arrivare ad approccio alla disabilità basato sui diritti umani e andare oltre quel modello di pensiero obsoleto e denigrante che vede le persone con disabilità, in particolare con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo, come “oggetti di carità” e incapaci di fare qualunque cosa in autonomia.

Auspicando che questa Giornata possa contribuire a rafforzare consapevolezza su tali importanti temi, non solo in occasione del 21 marzo ma ogni giorno, Anffas come sempre è in prima linea.

Con Roberto Spezialepresidente nazionale, in qualità di relatore, Anffas è stata infatti una delle voci della conferenza stampa dedicata alla Giornata e svoltasi ieri a Roma, in Campidoglio, alla presenza del Sindaco di Roma e di numerose altre istituzioni, con un focus dedicato proprio al porre fine agli stereotipi, evidenziando la loro infondatezza e il loro essere pericolosamente discriminatori. 

Il presidente era accompagnato da suo figlio Valerio e da Andrea Francesca, entrambi giovani adulti con Sindrome di Down, e da Cettina Tirrito Speziale, moglie del presidente Speziale, e Roberta Pucci, mamma di Andrea Francesca. 

La conferenza di ieri è stata anche occasione per presentare la quinta Conferenza Internazionale della Trisomy 21 Research Society sulla Sindrome di Down, che si svolgerà sempre a Roma dal 5 all’8 giugno 2024 e che vede Anffas tra i protagonisti delle sessioni dedicate alle famiglie.

La Conferenza Internazionale rappresenta un evento internazionale di altissimo livello che “riunirà ricercatori, medici e professionisti che conducono studi clinici, organizzazioni di pazienti, famiglie, per tracciare insieme le direzioni future per la ricerca sulla sindrome di Down”Anffas darà il suo contributo con l’intervento del presidente nazionale Roberto Speziale e con sessioni di approfondimento clinico-scientifici e formativi, oltre che con gli interventi di alcuni dei suoi autorappresentanti.

Nel proseguire il suo impegno e la sua opera per la promozione e tutela dei diritti delle persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo, anche per la Giornata 2024, Anffas vuole sottolineare ancora una volta come l’inclusione e la parità di diritti e opportunità non dovrebbero più essere evidenziati in giornate apposite in quanto mancanti nella società ma dovrebbero essere invece realtà concreta nella vita quotidiana, nel pieno rispetto di quanto sancito dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.

C. Keegan, Un’estate

Claire Keegan, la bambina dei problemi

 di Antonio Stanca

   Da poco è comparsa, presso Einaudi nella serie “Stile Libero Big”, l’edizione italiana di Un’estate, romanzo breve della scrittrice irlandese Claire Keegan. La traduzione è di Monica Pareschi.

   La Keegan è nata nel 1968 nella Contea di Wicklow, ha studiato all’Università di New Orleans, del Galles e al Trinity College. Insegna scrittura creativa e nel 1999, a trentuno anni, ha esordito nella narrativa con la raccolta di racconti Dove l’acqua è più profonda, alla quale è stato assegnato il Premio Rooney. Una seconda raccolta, Nei campi azzurri, è venuta nel 2007. Un’estate nel 2010 è stato il primo romanzo breve. Ha avuto una riduzione cinematografica, A quiet girl. Anche per il secondo romanzo breve, Piccole cose da nulla, del 2021 c’è stato un riconoscimento al Booker Prize. Da quando è comparsa sempre apprezzata, sempre premiata è stata la Keegan, un personaggio di rilievo è diventato nel contesto della letteratura irlandese. La narrativa breve è il genere col quale si è fatta conoscere fin dall’inizio. Un’estate ha confermato le sue qualità in questo senso. Il “Times” l’ha considerata una delle migliori opere della letteratura contemporanea. In verità particolarmente interessante è l’effetto che la sua lettura suscita dal momento che in uno spazio abbastanza ridotto e con un linguaggio quanto mai semplice e chiaro riesce a costruire una vicenda che, pur se di ambiente quotidiano, è carica di situazioni che ne estendono la portata, che vi fanno rientrare tanti aspetti, tanti problemi dell’attuale condizione umana e sociale. A tante cose allude il piccolo romanzo, a tante cose fa pensare, carico di significati diventa nel suo procedere. Di tutto vuol dire la scrittrice mentre si muove nella vita quotidiana, tra persone comuni.

   Nell’Irlanda della lontana contea di Wexford in tempi piuttosto recenti una bambina viene affidata dal padre ad una famiglia di amici, i Kinsella, perché vi rimanga per il tempo richiesto dall’imminente parto della madre. I Kinsella sono vicini, non hanno figli mentre quella della bambina è una famiglia numerosa dove lei è la più piccola. È estate e rimarrà nell’altra casa per il tempo richiesto dalle condizioni della madre che è anche quello delle vacanze estive. Si troverà bene con le nuove persone, si adatterà presto all’ambiente, collaborerà, aiuterà, sarà ben voluta e vorrà bene. S’intratterrà a parlare con i Kinsella, si diranno delle loro cose e ci si soffermerà ogni volta che queste sembreranno diventare strane, ambigue. Così avverrà quando il discorso riguarderà la famiglia della bambina e questa, senza alcuna remora, dirà di quanto soffre la madre perché suo è il carico intero della casa, dell’azienda, degli operai nei campi e dei tanti figli mentre il padre rimane lontano, non se ne cura. Entrambe sono famiglie di piccoli proprietari terrieri, di allevatori e potrebbero godere di un certo benessere ma entrambe sono agitate da problemi, sono esposte a disagi, pericoli, sia all’interno sia all’esterno. Non godono di molta stima e sarà una vicina di casa, un’amica della signora Kinsella, a dire alla bambina che la signora aveva avuto un figlio molto tempo prima e che era morto quando era piccolo perché annegato nel pozzo di casa dove senza alcuna prudenza era stato mandato. Era diventato il tragico segreto di quella famiglia, la sua colpa nascosta, la si sapeva ma non se ne parlava. Neanche la famiglia della bambina era molto stimata a causa della cattiva condotta del padre, dei suoi oscuri interessi. La stessa bambina a volte risultava strana per certi discorsi, certo comportamento. Non si capirà mai che tipo di rapporto stava per nascere tra lei e il signor Kinsella, quali segreti ci fossero tra i capifamiglia e di tanto altro si rimarrà all’oscuro perché solo per accenni, per allusioni ci si riferirà. A molte altre storie, a molta altra vita fa pensare la lettura del libro, alle complicazioni che oggi possono sopraggiungere nelle famiglie, ai segreti, ai misteri che possono diventare e rimanere per sempre. Non limitata alla vicenda di una contea irlandese rimane la narrazione della Keegan ma si estende fino a comprendere gli attuali sistemi, ambienti, modi di vivere, quelli che si sono caricati di problemi in ogni senso, in ogni posto, quelli che tutti, grandi e piccoli, uomini e donne, possono coinvolgere.

Giornata per l’eliminazione delle discriminazioni razziali

Giornata per l’eliminazione delle discriminazioni razziali (21 marzo)

UNICEF: nuovi dati sui pregiudizi inconsci raccolti attraverso la Web app “OPS!”

Da dicembre 2023, la webapp ha coinvolto attivamente oltre 1.500 utenti in varie regioni italiane.

20 Marzo 2024 – In occasione della Giornata per l’eliminazione delle discriminazioni razziali (domani 21 marzo) l’UNICEF presenta i risultati emersi dall’analisi dei dati raccolti attraverso la web app “OPS!”, che fa leva sul potere dell’intelligenza artificiale per rilevare e mettere in discussione i pregiudizi inconsci presenti nella società attraverso un gioco interattivo di valutazione dei volti.

Tra i risultati più significativi:

  • Tendenza ai Bias legati al colore della pelle: Gli utenti hanno mostrato una preferenza per valutazioni più positive dei fenotipi caucasici rispetto a quelli sub-sahariani e sud-asiatici. Il fenotipo caucasico è stato comunemente associato a connotazioni positive come “ricchezza” nel 73% dei casi, “intelligenza” nel 75% dei casi e “bellezza” nel 66% dei casi, mentre il fenotipo sub-sahariano è stato soggetto a valutazioni meno favorevoli.
  • Correlazione tra Status Migratorio e Pregiudizi: Emergono chiaramente pregiudizi legati allo status migratorio, con una tendenza ad associare la categoria “migrante” soprattutto a fenotipi non caucasici, peraltro spesso classificati anche come poveri e/o poco istruiti.
  • Bias di Genere: La web app ha evidenziato una preferenza per valutazioni più positive dei volti femminili rispetto a quelli maschili. Le valutazioni dei volti femminili hanno registrato una percentuale media di apprezzamento del 70%, rispetto al 60% registrato per i volti maschili, evidenziando una tendenza significativa verso un in-group bias di genere tra gli utenti.

Sviluppata in collaborazione con AmmaGamma S.r.l. e lanciata a dicembre 2023, la webapp ha coinvolto attivamente oltre 1.500 utenti in varie regioni italiane, in particolare Lombardia, Lazio, Emilia Romagna, Veneto, Campania e Sicilia, offrendo uno sguardo approfondito sui pregiudizi inconsci presenti nella società contemporanea.

L’applicazione è progettata come un gioco di reazione, in cui gli utenti devono etichettare una serie di 24 volti in base a 5 aggettivi. Con soli 3 secondi per etichettare ciascun volto, gli utenti vengono invitati a riflettere sulle loro reazioni istintive e a confrontarsi con i loro pregiudizi inconsci e a capire come i modelli di riferimento legati al proprio gruppo di appartenenza spesso determinano il modo di ciascuno di giudicare gli altri.

“La web app ‘OPS!’ ci permette di mettere l’intelligenza artificiale e l’innovazione al servizio della lotta contro le discriminazioni. Grazie a questa applicazione innovativa possiamo esplorare e comprendere i pregiudizi inconsci”, afferma Nicola dell’Arciprete, Coordinatore risposta in Italia, Ufficio UNICEF per l’Europa e l’Asia Centrale “Questi risultati mettono in luce la complessità dei pregiudizi presenti nella nostra società e la necessità di affrontarli attivamente per promuovere una cultura di inclusione e uguaglianza, coinvolgendo direttamente adolescenti e giovani.”

Ambienti di apprendimento: evoluzione di un futuro possibile

Gli ambienti di apprendimento, evoluzione di un futuro possibile

di Bruno Lorenzo Castrovinci

Nel racconto dell’evoluzione degli ambienti di apprendimento, si dipana una narrazione avvincente che attraversa epoche e tecnologie, dalla semplice penna e calamaio fino all’affascinante era degli ologrammi e del Metaverso. Siffatto viaggio nella storia dell’educazione non è solo una successione di cambiamenti fisici e tecnologici, ma è intriso di significato e di sfide umane, a testimonianza della costante ricerca dell’innovazione e della migliore pratica educativa.

Le prime aule, con i loro banchi e lavagne nere di ardesia, rappresentavano un’epoca in cui l’istruzione era rigidamente strutturata e basata sulla trasmissione passiva del sapere da parte degli insegnanti ai loro studenti. In questo contesto, l’apprendimento era spesso un processo meccanico e mnemonico, incentrato sulla ripetizione e sulla memorizzazione, con poco spazio per la creatività e l’esplorazione individuale.

Con l’avvento delle tecnologie informatiche, le aule hanno cominciato a trasformarsi in spazi più interattivi e dinamici. Le lavagne interattive multimediali e i computer hanno aperto nuove possibilità per l’apprendimento, permettendo agli studenti di esplorare concetti in modi più visivi e pratici. Questa fase di transizione, tuttavia, non è stata priva di sfide, poiché molti insegnanti hanno dovuto adattarsi a nuove modalità di insegnamento e apprendimento, mentre le istituzioni educative si sono scontrate con questioni logistiche e di accesso alle nuove tecnologie.

L’attuale era digitale rappresenta un ulteriore passo avanti nell’evoluzione degli ambienti di apprendimento. Le tecnologie digitali, come dispositivi mobili, piattaforme online e realtà virtuale, sono diventate parte integrante dell’esperienza educativa, offrendo agli studenti accesso a un’enorme quantità di risorse e possibilità di apprendimento personalizzato. Questa trasformazione ha portato con sé una maggiore autonomia degli studenti nel loro percorso educativo, spingendo verso approcci pedagogici più centrati sull’individuo e sulla sua crescita personale.

Tuttavia, nonostante i benefici evidenti delle nuove tecnologie, le scuole si sono trovate ad affrontare una serie di sfide. La rapida evoluzione delle tecnologie ha reso difficile per gli insegnanti tenere il passo con le ultime novità e l’integrazione efficace nella loro pratica quotidiana. Inoltre, è emersa come tema critico la questione dell’accesso equo alle risorse digitali, dato che non tutti gli studenti hanno accesso a dispositivi e connessioni affidabili al di fuori delle mura della scuola.

Il futuro degli ambienti di apprendimento si configura come un panorama affascinante e pieno di promesse. Le tecnologie emergenti, come la realtà aumentata e gli ologrammi, stanno aprendo nuove possibilità per l’istruzione, consentendo agli studenti di esplorare concetti complessi in modi innovativi e coinvolgenti. Gli ambienti educativi del futuro saranno caratterizzati da una maggiore personalizzazione e flessibilità, con sistemi educativi adattabili alle esigenze e ai ritmi individuali degli studenti.

Tuttavia, mentre ci avventuriamo verso questo futuro luminoso, è importante rimanere consapevoli delle sfide che potrebbero emergere lungo il cammino. Dalle questioni legate all’equità e all’accesso alle tecnologie all’esigenza di formare gli insegnanti per affrontare un mondo sempre più digitalizzato, c’è ancora molto lavoro da fare per assicurare che tutti gli studenti possano beneficiare appieno delle opportunità offerte dagli ambienti di apprendimento del futuro. Ma con impegno, determinazione e una visione condivisa, possiamo creare ambienti di apprendimento che non solo preparino gli studenti per il mondo di domani, ma li ispirino a esplorare e a realizzare il loro pieno potenziale, trasformando così il nostro mondo per le generazioni a venire.

Il futuro degli ambienti di apprendimento si profila come un’epoca di trasformazione radicale, in cui la tecnologia e l’innovazione pedagogica si fondono per creare esperienze educative senza precedenti. Immaginate aule in cui le tradizionali pareti statiche sono sostituite da schermi interattivi ad alta definizione che circondano gli studenti, trasformando lo spazio fisico in un ambiente dinamico e immersivo. Questi schermi non sono solo strumenti per la visualizzazione di contenuti, ma diventano portali verso mondi virtuali e interattivi, in cui gli studenti possono esplorare concetti astratti, interagire con simulazioni realistiche e collaborare con i propri compagni di classe in tempo reale, tutto grazie alla potenza della realtà aumentata e virtuale.

In queste aule del futuro, gli studenti indossano dispositivi di realtà aumentata che trasformano il mondo intorno a loro in un’esperienza interattiva e personalizzata. Attraverso questi dispositivi, possono vedere oggetti tridimensionali fluttuare nello spazio, ascoltare lezioni di esperti provenienti da tutto il mondo e partecipare a discussioni in gruppo con compagni di classe lontani migliaia di chilometri. Una tale esperienza altamente immersiva non solo rende l’apprendimento più coinvolgente e divertente, ma apre nuove porte per l’educazione globale e la collaborazione internazionale.

Al centro di questo ecosistema educativo avanzato c’è l’intelligenza artificiale, che agisce come un tutor virtuale personalizzato per ciascuno studente. Utilizzando algoritmi avanzati e dati di apprendimento personalizzati, l’IA è in grado di adattare i materiali didattici e le attività agli interessi, alle capacità e al ritmo di apprendimento di ciascuno studente, garantendo così un’esperienza educativa altamente personalizzata e efficace per tutti.

Ma il vero cuore di questa rivoluzione educativa risiede nel Metaverso, un universo digitale condiviso in cui gli studenti possono immergersi totalmente in esperienze educative interamente nuove. Attraverso il Metaverso, gli studenti possono esplorare mondi virtuali creati da esperti educatori, partecipare a simulazioni realistiche e interagire con compagni di classe da tutto il mondo, il tutto senza mai lasciare il comfort delle proprie case. Questa visione futuristica degli ambienti di apprendimento apre la porta a un’educazione veramente globale e inclusiva, in cui gli studenti possono connettersi, collaborare e imparare insieme, indipendentemente dalle barriere geografiche o socio-economiche.

La crescente dipendenza dalle tecnologie digitali ha sollevato, a ogni buon conto, preoccupazioni riguardo alla sicurezza dei dati degli studenti e alla loro privacy online. Diviene pertanto fondamentale garantire che le informazioni personali degli studenti siano protette e che gli ambienti di apprendimento digitali siano sicuri e affidabili. Tutto ciò richiede una stretta collaborazione tra istituzioni educative, governi e aziende tecnologiche per sviluppare politiche e protocolli che proteggano gli studenti e promuovano un ambiente educativo sicuro e inclusivo per tutti.

Infine, non possiamo trascurare l’importanza di una formazione adeguata per gli insegnanti nell’utilizzo delle nuove tecnologie educative. È essenziale che gli insegnanti ricevano la formazione e il supporto necessari per integrare in modo efficace le tecnologie digitali nella loro pratica pedagogica e per adattarsi ai rapidi cambiamenti nel panorama educativo. Fondamentale e inevitabile la necessità di investimenti significativi nella formazione degli insegnanti e nello sviluppo professionale continuo, al fine di garantire che siano in grado di fornire un’istruzione di qualità ai loro studenti in un mondo sempre più digitalizzato.

Il futuro degli ambienti di apprendimento è pieno di promesse e possibilità ma anche di sfide e complessità. Con impegno, collaborazione e una visione condivisa, sarà comunque possibilecreare ambienti educativi che siano veramente trasformativi, preparando gli studenti non solo per il mondo di domani, ma per affrontare sfide e opportunità che al momento possiamo solo immaginare.

S. Guidotti e A. Di Pietro, Un occhio verde e uno blu

UN OCCHIO VERDE E UNO BLU di Sabina Guidotti e Alma Di Pietro
con illustrazioni di Rita Cardelli

UN RACCONTO DI AMICIZIA TRA BIMBI E ANIMALI
CON UN PENSIERO DI FRANCESCO E RAFFAELLA GUCCINI
CONTRIBUTO DI ANTONIO FAETI
PREFAZIONE DI LUCA RAFFAELLI

Minerva Soluzioni Editoriali srl

Giulio ha un occhio verde e uno blu. Vede il mondo soltanto di due colori e pensa di essere l’unico a vederlo così. Lia invece è una cagnolina anziana che ha trascorso tutta la sua vita in canile, in attesa. Vede il mondo un po’ verde e un po’ blu, ma di come vede il mondo Lia a nessuno interessa.

Così Lia decide di chiudere gli occhi. Ma quando un giorno Giulio, guidato dall’istinto la sceglierà, Lia aprirà gli occhi e finalmente si riconosceranno. Le loro lacrime di gioia si trasformeranno in coriandoli colorati e tutti i colori entreranno nella loro vita.

“Un occhio verde e uno blu” narra l’amicizia tra un bambino e una cagnolina da sempre chiusa in canile.
Una cagnolina anziana, di quelle che nessuno adotterebbe mai. Una cagnolina diversa, ma accomunata dalla stessa particolarità del piccolo Giulio, nel vedere il mondo verde e blu.
Ma cosa significa vedere il mondo un po’ verde e un po’ blu? Giulio e Lia, protagonisti del racconto, ce lo insegnano.

E’ infatti un bambino, diverso dagli altri, a spiegare agli adulti la compassione e la pietas, ascoltando coraggiosamente la voce del cuore, ed è la cagnolina Lia ad insegnare agli esseri umani il perdono.

Giulio è un bambino diverso dagli altri, vive in un universo di solitudine per quel dettaglio, generato dall’assioma del verde e del blu, che è il filo conduttore di tutta la fiaba e ne diventerà la chiave di volta. Ma pur potendo vedere due soli colori, Giulio riesce a vedere quello che gli altri non vedono da troppo tempo. Il bambino, infatti, non si pone le domande degli adulti, non si chiede se un cane anziano saprà giocare con lui o per quanto tempo. Il bambino riconosce e sceglie un dono prezioso, tutto l’amore che soltanto un cane che ha conosciuto l’attesa può regalare e che negli anni è rimasto custodito nel suo cuore per quella carezza mai arrivata.

“Nella caotica quotidianità, le emozioni semplici paiono essere perdute; il mondo è pieno di colori, ma gli adulti non sono più in grado di vederli – affermano le autrici del libro – Che cosa accadrebbe se dipingessimo il mondo con questi due colori? Verde, come il colore della natura, dell’erba, dei prati incontaminati. Blu, come il colore del mare e del cielo pulito. Verde, come la speranza per la rinascita. Blu, come il coraggio delle buone azioni. ”

“Le fiabe sono un potente strumento pedagogico – prosegue Sabina Guidotti – perché solo attraverso la fiaba i bambini imparano che i mostri possono essere sconfitti. Colorare le pareti di verde e blu, giocare con il verde e blu, ideare laboratori verdi e blu, per insegnare a tutti che è possibile cambiare, è il nuovo progetto collegato alla fiaba. Così come se n’erano andati via, i colori tornano nella vita, metafora allegorica della felicità e del tutto che si unisce in un unicum all’insegna dei sentimenti belli, puliti, innocenti. Perché se il Male è contagioso, allora anche il Bene può esserlo.”

Un occhio verde e uno blu a livello narratologico, è stata costruita con il gioco delle scatole: apri una scatola e trovi una storia, poi quella storia condurrà verso un’altra scatola e da lì un’altra ancora. Il lettore può anche scegliere di fare il percorso inverso, salendo e scendendo dal ponte dell’arcobaleno che collega tutti gli esseri viventi.
Insieme all’illustratrice Rita Cardelli, Sabina Guidotti e Alma Di Pietro hanno disseminato all’interno della fiaba molti simboli che, uniti ai colori, permettono un’ulteriore chiave di lettura.
Il verde è il colore dell’io, della speranza, dell’equilibrio totale, ma è anche il colore della natura e dell’erba che Lia non ha mai calpestato, perché da sempre rinchiusa in una gabbia.
Il blu è il colore della verità, dell’infinito, dell’armonia, ma è anche il colore della notte senza stelle e di un cielo intravisto da dietro le sbarre.
L’abbandono, la solitudine, la privazione della libertà, la paura. E ancora il tempo, la diversità, l’inclusione, l’amore, la speranza e la forza del coraggio, sono solo alcuni degli argomenti racchiusi in questa fiaba.

Ecco allora che un bambino armato di innocenza – nel viaggio dell’eroe che tutti i personaggi compiono all’interno di un libro – compie il suo viaggio modificando gli eventi attorno a sé.
Alla fine della fiaba Giulio non sarà più il bambino delle prime pagine e Lia avrà intrapreso il viaggio sul ponte dell’arcobaleno, ma la fine è soltanto un nuovo inizio.

“In qualità di autrici, abbiamo voluto raccontare un sogno e portare i bambini con noi, dentro a quel sogno costruito sulla presenza di due soli colori” – concludono le autrici – “I bambini hanno risposto con entusiasmo a quella che apparentemente poteva sembrare una sfida perché hanno perfettamente capito il messaggio di Giulio e Lia. Ancora oggi, i bambini a cui è stata letta la fiaba hanno continuato a stupirci, lavorando sulle nostre piccole parole colorate, riempendoci di disegni, lettere e temi, perché Giulio e Lia sono diventati parte del loro quotidiano.
«Il mondo si può guardare ad altezza d’uomo, ma anche dall’alto di una nuvola. Nella realtà si può entrare dalla porta principale o infilarvisi da un finestrino.» Parlava così Rodari dei bambini.
Questa lectio, perfettamente intrinsecata nella nostra fiaba, ci ha dato la possibilità di aprire una piccola finestra su un mondo buio, tenuto volutamente lontano dai bambini.”

LE AUTRICI

SABINA GUIDOTTI
Scrittrice, editor, docente.
Dopo il diploma di Sceneggiatrice col massimo dei voti all’Accademia Nazionale del cinema, con nua gli studi di cinema con rancesco Scardamaglia, onino uerra e ean- laude arrière. Lavora con Vincenzo Cerami che diventa suo maestro e mentore. Per il teatro collabora con Ascanio Celestini ai laboratori che porteranno in scena lo spettacolo La pecora nera. Pubblica L’Ipotesi, con prefazione di Alda Merini alla quale è profondamente legata. Il testo viene presentato su Rai 1 da Vincenzo Mollica nella rubrica di approfondimento “Do Re Ciak Gulp”. Nel campo della narrativa ha svolto diversi ruoli tra i quali consulente editoriale, ghostwriter e editor. Diventa stretta collaboratrice di Sergio Altieri sia per le collane Urania e Segretissimo, sia nello sviluppo di sceneggiature. Con lo scrittore fonda la collana Epix che si occupa del fantastico italiano. Come autrice scrive insieme a Danilo Arona il romanzo fantastico Land’s end, edito da Meridiano Zero. Da diversi anni insegna tecniche della narrazione.

ALMA DI PIETRO
Scrittrice e poetessa. Coltiva la passione della scrittura fin da bambina. Dopo gli studi, si occupa di scrittura creativa e di comunicazione. Crede nelle virtù terapiche della lettura e della scrittura e si specializza nella memorialistica, sia in prosa che in poesia. In occasione di diversi viaggi effettuati in India studia il patrimonio di fiabe del continente indiano, trasmesse oralmente da generazione in generazione. Lavora come content editor e blogger. Dedita da anni al volontariato animalista è Presidente dell’associazione “Una cuccia per la vita”, impegnata a salvare gli ultimi e i dimenticati.

RITA CARDELLI
Nasce a Bologna nel 1957. Nei primi anni Settanta segue il corso di “ rafica Pubblicitaria” presso l’istituto Elisabetta Sirani di Bologna e dopo alcune collaborazioni con società private, Rita si cimenta con attitudine nel campo dell’illustrazione dei libri per ragazzi e affina la tecnica del disegno che più avanti utilizzerà con successo nella pittura. Nel 1998 inizia l’attività pittorica e, in poco tempo, si fa particolarmente apprezzare per le sue delicatissime “Nature morte” e per le suggestive “ igure femminili”. Nel 2008 crea un personaggio “la Nasuta”, che ancora oggi illustra, rivelando una molteplicità di sfaccettature che la pongono al centro di un territorio sterminato. Quello della sua fantasia, al confine di quello della sua storia di vita, al confine di quello della sua attività onirica.

Per maggiori informazioni:
https://unocchioverdeeunoblu.it
https://www.facebook.com/unocchioverdeeunoblu/

Dieci consigli sulla cybersicurezza per i docenti

Le proposte del Cybersecurity National Lab per i docenti: consigli su cybersicurezza, corsi e workshop gratuiti

Il Cybersecurity National Lab, in occasione della sua partecipazione alla Fiera Didacta di Firenze, propone 10 consigli per la cybersicurezza a scuola, workshop di formazione e gioco e nuovi corsi gratuiti base e avanzati aperti a docenti delle scuole superiori

Pubblicato dal Cybersecurity National Lab del CINI (Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica) un manifesto con 10 consigli e regole che i docenti delle scuole possono seguire per garantire un uso sicuro dei dispositivi digitali in classe. La mini guida – elaborata dai docenti dei corsi di cybersicurezza erogati periodicamente dal Laboratorio – sarà distribuita in occasione della fiera dell’innovazione didattica Didacta 2024 che si svolgerà a Firenze, presso la Fortezza dal Basso, dal 20 al 22 marzo e che vedrà la presenza del Laboratorio con un proprio stand presso il Padiglione Spadolini, Piano Attico, e con l’organizzazione di 6 workshop per docenti delle scuole superiori.

“L’attività con le scuole – afferma il direttore del Laboratorio Paolo Prinetto – è per noi centrale. In questi anni, oltre ad aver coinvolto oltre 30mila ragazzi e ragazze nei nostri programmi di formazione e gaming sulla cybersicurezza, abbiamo creato un network, CyberHighSchools, che adesso conta oltre 600 scuole con sede in tutta Italia che hanno accesso alle nostre iniziative di formazione gratuita, come i corsi base e avanzati per insegnanti, pubblicati sulla piattaforma SOFIA. Federare la propria scuola è semplice e gratuito e le opportunità per studenti e docenti sono davvero preziose”.

Il prossimo corso in partenza, le cui iscrizioni sono ancora aperte (fino al 29 marzo), è quello di cybersicurezza base, con inizio il 4 aprile 2024. Una seconda edizione del corso base è in programma in autunno. Oltre a questi percorsi formativi, i docenti potranno iscriversi ai 6 workshop in programma a Didacta: CYBERUNLOCK segui le carte e risolvi la cyber sfida, un gioco di carte guidato che ha l’obiettivo di proporre enigmi legati alla cybersicurezza da risolvere, ispirato a UNLOCK e ideato dalle ricercatrici della Scuola IMT Alti Studi Lucca; Capture-The-Flag: metodi didattici innovativi per imparare la cybersicurezza giocando, una serie di challenge sulla cybersicurezza che intendono dimostrare come questa modalità possa essere sfruttata anche nella didattica.

“Il senso che queste iniziative possono avere per noi insegnanti – afferma Tiziana Varone, docente dell’ITT G.C. Falco di Capua – è quello di tenerci aggiornati sulle novità in un ambito tecnologico in rapida evoluzione e offrirci strumenti didattici (le challenges, ad esempio) adatti allo stile di apprendimento della generazione Z. Devo confessare che, grazie alle iniziative del Cybersecurity National Lab, rimpiango di non avere trent’anni di meno per poter entrare a far parte del Team dei CyberDefender!”.

Federando il proprio istituto alla rete CyberHighSchools, gli studenti e le studentesse possono infatti iscriversi alla prossime edizioni dei programmi formativi a loro dedicati organizzati dal Lab, tra cui: OliCyber.IT, le Olimpiadi italiane di cybersicurezza; CyberTrials, il programma di formazione rivolto esclusivamente alle ragazze, e CyberChallenge.IT.

“Noi docenti siamo quotidianamente a rischio dal punto di vista della sicurezza informatica, utilizzando ormai solo piattaforme digitali per il nostro lavoro, come il registro elettronico. Quindi è fondamentale per noi formarci e aggiornarci sempre su questo tema per poi trasmettere queste informazioni ai ragazzi ” – spiega Michele Stecca, docente dell’ITT Eugenio Barsanti di Castelfranco Veneto, già partecipante ai corsi per gli insegnanti del Laboratorio. “Due dei nostri ragazzi, hacker buoni, hanno per esempio scoperto delle falle di sicurezza in alcune piattaforme che utilizziamo quotidianamente e ce le hanno segnalate prontamente”.

Per informazioni su come federare le scuole e iscriversi ai corsi gratuiti:
https://cyberhighschools.it



Workshop in programma a Didacta 2024:

Mercoledì 20 marzo alle 11.30,

CYBERUNLOCK segui le carte e risolvi la cyber sfida!
https://exhibitor.fieradidacta.it/eventi/2655-cyberunlock-segui-le-carte-e-risolvi-la-cyber-sfida

Mercoledì 20 marzo alle 16.30,

Capture-The-Flag: metodi didattici innovativi per imparare la cybersicurezza giocando

https://exhibitor.fieradidacta.it/eventi/2610-capture-the-flag-metodi-didattici-innovativi-per-imparare-la-cybersicurezza-giocando

Giovedì 21 marzo alle 9.30,

Capture-The-Flag: metodi didattici innovativi per imparare la cybersicurezza giocando
https://exhibitor.fieradidacta.it/eventi/2611-capture-the-flag-metodi-didattici-innovativi-per-imparare-la-cybersicurezza-giocando

Giovedì 21 marzo alle 16.30,
CYBERUNLOCK segui le carte e risolvi la cyber sfida!
https://exhibitor.fieradidacta.it/eventi/2656-cyberunlock-segui-le-carte-e-risolvi-la-cyber-sfida

Venerdì 22 marzo alle 9.30,

CYBERUNLOCK segui le carte e risolvi la cyber sfida!
https://exhibitor.fieradidacta.it/eventi/2657-cyberunlock-segui-le-carte-e-risolvi-la-cyber-sfida

Venerdì 22 marzo alle 11.30,

Capture-The-Flag: metodi didattici innovativi per imparare la cybersicurezza giocando
https://exhibitor.fieradidacta.it/eventi/2612-capture-the-flag-metodi-didattici-innovativi-per-imparare-la-cybersicurezza-giocando

Organo di garanzia e note disciplinari

Competenza dell’Organo di garanzia sulle note disciplinari

di Leon Zingales

Si premette che la normativa da applicare con riferimento ai procedimenti disciplinari nei confronti degli alunni è costituita da:

  • Legge n. 241/1990 che disciplina il procedimento amministrativo;
  • Lo Statuto delle studentesse e degli studenti approvato con DPR n.249/1998 e successivamente modificato con DPR 235/2007;
  • Il regolamento di disciplina di ciascun istituto.

Di particolare importanza è che le tipologie di sanzioni disciplinari comminabili agli alunni debbano rinvenirsi esclusivamente nei singoli Regolamenti degli Istituti Scolastici di competenza, secondo i limiti e i criteri delineati nello stesso D.P.R. n. 249/ 1998, N. 249. Infatti, a norma dell’articolo 4 comma 1 del predetto regolamento, è stato previsto che “I regolamenti delle singole istituzioni scolastiche individuano i comportamenti che configurano mancanze disciplinari con riferimento ai doveri elencati nell’articolo 3, al corretto svolgimento dei rapporti all’interno della comunità scolastica e alle situazioni specifiche di ogni singola scuola, le relative sanzioni, gli organi competenti ad irrogarle e il relativo procedimento, secondo i criteri di seguito indicati”.

La piena competenza delle istituzioni scolastiche rispetto alla carriera e alla valutazione degli alunni, così come l’adozione del regolamento di disciplina degli alunni, è sancita dal DPR n.275/1999, in particolare all’art. 14 – “Attribuzione di funzioni alle istituzioni scolastiche”.

Si evidenzia come l’adozione del regolamento di disciplina risulti un imprescindibile adempimento pregiudiziale all’irrogazione delle sanzioni disciplinari, pena l’illegittimità delle stesse.

A questo documento occorre pertanto fare riferimento, a nulla rilevando la prassi di altri istituti. E’ pleonastico osservare che, nel caso in cui la scuola non si attenesse alle previsioni del proprio regolamento interno, la sanzione sarebbe illegittima.

Organo di garanzia e sue competenze

L’Organo di Garanzia, istituito ai sensi dell’art. 5 del DPR 249/98  come modificato dal DPR 235/07, ha compiti legati all’ambito disciplinare e legato all’applicazione dello Statuto degli studenti e delle studentesse della scuola secondaria. In particolare ha il compito di decidere in merito ai ricorsi presentati, contro le sanzioni disciplinari comminate.

Art. 2. DPR 235/2007 Modifiche all’articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249 L’articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249, è sostituito dal seguente: “Art. 5 (Impugnazioni). – 1. Contro le sanzioni disciplinari e’ ammesso ricorso, da parte di chiunque vi abbia interesse, entro quindici giorni dalla comunicazione della loro irrogazione, ad un apposito organo di garanzia interno alla scuola, istituito e disciplinato dai regolamenti delle singole istituzioni scolastiche, del quale fa parte almeno un rappresentante eletto dagli studenti nella scuola secondaria superiore e dai genitori nella scuola media, che decide nel termine di dieci giorni. Tale organo, di norma, è composto da un docente designato dal consiglio di istituto e, nella scuola secondaria superiore, da un rappresentante eletto dagli studenti e da un rappresentante eletto dai genitori, ovvero, nella scuola secondaria di primo grado da due rappresentanti eletti dai genitori, ed è presieduto dal dirigente scolastico. 2. L’organo di garanzia di cui al comma 1 decide, su richiesta degli studenti della scuola secondaria superiore o di chiunque vi abbia interesse, anche sui conflitti che sorgano all’interno della scuola in merito all’applicazione del presente regolamento.

Il funzionamento e le competenze dell’Organo di Garanzia sono descritte in maniera esaustiva dalla Nota Ministeriale del 31/07/2008.

Nota Ministeriale del 31/07/2008 Impugnazioni Per quanto attiene all’impugnazione (Art. 5) delle suddette sanzioni disciplinari le modifiche introdotte dal regolamento in questione sono finalizzate a garantire da un lato “il diritto di difesa” degli studenti e, dall’altro, la snellezza e rapidità del procedimento, che deve svolgersi e concludersi alla luce di quanto previsto, della Legge 7 agosto 1990, n. 241. Va rammentato, infatti, che il procedimento disciplinare verso gli alunni è azione di natura amministrativa, per cui il procedimento che si mette in atto costituisce procedimento amministrativo, al quale si applica la normativa introdotta dalla Legge n. 241/90 e successive modificazioni, in tema di avvio del procedimento, formalizzazione dell’istruttoria, obbligo di conclusione espressa, obbligo di motivazione e termine. Il sistema di impugnazioni delineato dall’art. 5 del D.P.R. non incide automaticamente sull’esecutività della sanzione disciplinare eventualmente irrogata, stante il principio generale che vuole dotati di esecutività gli atti amministrativi pur non definitivi: la sanzione potrà essere eseguita pur in pendenza del procedimento di impugnazione, salvo quanto diversamente stabilito nel regolamento di istituto. Contro le sanzioni disciplinari anzidette è ammesso ricorso da parte di chiunque vi abbia interesse (genitori, studenti), entro quindici giorni dalla comunicazione ad un apposito Organo di Garanzia interno alla scuola, istituito e disciplinato dai regolamenti delle singole istituzioni scolastiche. L’organo di garanzia dovrà esprimersi nei successivi dieci giorni (Art. 5 – Comma 1). Qualora l’organo di garanzia non decida entro tale termine, la sanzione non potrà che ritenersi confermata. Si evidenzia che il Regolamento di modifica dello Statuto ha meglio definito, anche se non rigidamente, nel rispetto delle autonomie delle singole istituzioni scolastiche – la sua composizione. Esso – sempre presieduto dal Dirigente Scolastico – di norma, si compone, per la scuola secondaria di 2° grado da un docente designato dal consiglio d’istituto, da un rappresentante eletto dagli studenti e da un rappresentante eletto dai genitori; per la scuola secondaria di 1° grado, invece, da un docente designato dal Consiglio d’istituto e da due rappresentanti eletti dai genitori (Art. 5 – Comma 1). A proposito va sottolineato che i regolamenti dovranno precisare: a) la composizione del suddetto organo in ordine: 1) al n. dei suoi membri, che in ragione delle componenti scolastiche che devono rappresentare non possono essere meno di quattro; 2) alle procedure di elezione e subentro dei membri, nonché alla possibilità di nominare membri supplenti, in caso di incompatibilità (es. qualora faccia parte dell’O.G. lo stesso soggetto che abbia irrogato la sanzione) o di dovere di astensione (es. qualora faccia parte dell’O.G. lo studente sanzionato o un suo genitore) b) il funzionamento dell’organo di garanzia, nel senso che occorrerà precisare:  1) se tale organo in prima convocazione debba essere “perfetto” (deliberazioni valide se sono presenti tutti i membri) e magari in seconda convocazione funzioni solo con i membri effettivamente partecipanti alla seduta o se, al contrario, non sia mai necessario, per la validità delle deliberazioni, che siano presenti tutti i membri; 2) il valore dell’astensione di qualcuno dei suoi membri (se influisca o meno sul conteggio dei voti). L’organo di garanzia decide – su richiesta degli studenti della scuola secondaria superiore o di chiunque vi abbia interesse – anche sui conflitti che sorgono all’interno della scuola in merito all’applicazione del presente regolamento (Art. 5 Comma 2).

Poiché trattasi di procedimento amministrativo, si precisa che il ricorso all’organo di garanzia non esclude la possibilità di impugnare la sanzione al giudice amministrativo nel termine di sessanta giorni e con ricorso straordinario al capo dello Stato nel termine di centoventi giorni dalla comunicazione del provvedimento.

Differenze tra nota e sanzione disciplinare 

Il procedimento disciplinare a carico degli studenti, come ha precisato la nota ministeriale del 31/07/2008 è azione di natura amministrativa. Al procedimento, di carattere amministrativo, si applica dunque la disciplina della Legge n.241/1990 in tema di avvio del procedimento, formalizzazione dell’istruttoria, obbligo di conclusione espressa, obbligo di motivazione e termine.

La sanzione disciplinare comminata ad un alunno è a tutti gli effetti un atto amministrativo, ossia un provvedimento unilaterale nell’esercizio di una pubblica amministrazione avente rilevanza esterna e finalizzati alla realizzazione di interessi pubblici

  Provvedimento Unilaterale della P.A.E’ un provvedimento d’autorità: le delibere del consiglio di classe non dipendono dalla volontà dell’alunno ovvero della famiglia
  Nell’esercizio di una funzione amministrativaLa competenza dell’emanazione dell’atto è attribuita al Consiglio di Classe (istituito ai sensi del D.P.R. n.416/1974) in virtù del D.P.R. n.241/1998 e n.235/2007.
  Avente rilevanza esternaL’atto amministrativo incide sulla sfera giuridica di soggetti esterni, ossia l’alunno e di conseguenza i genitori.
  Finalizzato alla realizzazione di interessi pubbliciIn virtù del D.P.R. n.241/1998 e n.235/2007, è interesse pubblico tutelato il rispetto delle regole all’interno dell’istituzione

Viceversa, la nota disciplinare è da intendersi come mera notazione effettuata dal docente sul registro cartaceo ovvero elettronico, ed ovviamente trattasi di atto pubblico redatto da pubblico ufficiale che fa fede fino a querela di falso per quanto concerne gli atti compiuti dallo stesso o i fatti cui ha assistito. La nota disciplinare può essere poste a fondamento di un procedimento disciplinare, può essere il prodromo di una sanzione disciplinare, ma in alcun modo può sostituirlo. Si tenga inoltre conto che il provvedimento disciplinare adottato a conclusione del procedimento deve essere predisposto dal Dirigente scolastico, poiché rappresentante legale dell’Istituzione scolastica e dunque unico soggetto che può impegnare l’Amministrazione nei confronti dell’utenza.

Conclusioni

Alla luce di quanto detto, la “nota disciplinare non può dunque essere configurabile come sanzione disciplinare, in quanto non assurge a procedimento amministrativo che deve rispettare gli obblighi procedimentali mutuati dalla Legge n.241/1990.

Quanto detto è stato esplicitamente evidenziato con Sentenza del 26/11/2019 N. 02860/2019 REG.PROV.COLL del Tribunale Amministrativo Regionale della Sicilia

Sentenza del 26/11/2019 N. 02860/2019 REG.PROV.COLL del Tribunale Amministrativo Regionale della Sicilia   “..La nota di condotta non è una sanzione disciplinare e, pertanto, essa non rientra nella previsione di cui all’art. 4, terzo comma, del D.P.R. n. 249/1998, secondo cui “nessuno può essere sottoposto a sanzioni disciplinari senza essere stato prima invitato ad esporre le proprie ragioni”. La nota di condotta, infatti, non assolve la funzione di irrogare una misura afflittiva all’alunno (come può, invece, accadere, ad esempio, nel caso di sospensione dalle attività didattiche), ma serve a registrare il comportamento non commendevole tenuto dalla studente al fine di tener conto del relativo episodio in sede di scrutinio.

Di conseguenza non è possibile prevedere la possibilità di presentare ricorso all’Organo di garanzia relativamente ad una nota disciplinare. Infatti la competenza dell’Organo medesimo concerne le sanzioni disciplinari e non le mere note di condotta.

Bibliografia

  • Legge n.241/1990;
  • DPR n.249/1998;
  • DPR n.275/1999;
  • DPR 235/2007;
  • Nota ministeriale del 31.07.2008;
  • Sentenza del 26/11/2019 N. 02860/2019 REG.PROV.COLL del Tribunale Amministrativo Regionale della Sicilia

Concorsi Docenti

Si sono concluse le prove scritte del concorso per la Scuola dell’Infanzia e per la Primaria e stanno procedendo quelle per la Secondaria. I posti messi a bando complessivamente sono 44.654.
“L’obiettivo che ci siamo prefissi è dare maggiore stabilità ai docenti, contrastando il precariato, e favorendo la continuità didattica per gli studenti, garantendo altresì la presenza di insegnanti motivati e adeguatamente formati”, ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. “L’alta percentuale di ammessi all’orale”, continua Valditara, “testimonia la preparazione dei futuri componenti di una classe docente che verrà selezionata anche in base all’attitudine all’insegnamento”.

Si sono svolti lunedì 11 (sessione mattutina e pomeridiana) e martedì 12 marzo (sessione mattutina) i tre turni di prove scritte del concorso per l’assunzione a tempo indeterminato di 15.340 docenti, su posti comuni e di sostegno, nella Scuola dell’infanzia e nella Scuola primaria.

Mercoledì 13 e giovedì 14 marzo si sono svolte le prime quattro delle dieci sessioni di prove scritte del concorso per l’assunzione a tempo indeterminato di 29.314 docenti, su posti comuni e di sostegno, nella Scuola secondaria di I e II grado.

I candidati presenti alle tre sessioni per la Scuola dell’infanzia e per la Primaria sono stati 55.676, dei quali 44.615 sono stati ammessi alla prova orale.

I candidati presenti ai primi quattro turni per la Secondaria di I e II grado sono stati 130.252, dei quali 113.543 sono stati ammessi alla prova orale.

Dati regionali


Sintesi dei dati relativi alle procedure concorsuali

Concorso Scuola dell’infanzia e Scuola primaria:

  • Numero candidati: 69.117;
  • Numero posti a bando: 15.340.

Ciascun candidato, sulla base dei titoli posseduti, ha avuto la possibilità di iscriversi a un numero massimo di quattro procedure su base regionale (Infanzia posto comune; Infanzia sostegno; Primaria posto comune; Primaria sostegno). In concreto, i 69.117 candidati hanno presentato 115.830 domande.

Le domande sono così suddivise fra posti comuni e di sostegno:

  • Posti comuni: 98.986 domande per 4.955 posti;
  • Posti di sostegno: 16.844 domande per 10.385 posti.

Concorso Scuola secondaria di I e II grado

  • Numero candidati: 303.687;
  • Numero posti a bando: 29.314.

Ciascun candidato, sulla base dei titoli posseduti, ha avuto la possibilità di iscriversi a un numero massimo di quattro procedure (una classe di concorso della Secondaria di I grado; una classe di concorso della Secondaria di II grado; posto di sostegno Secondaria di I grado; posto di sostegno Secondaria di II grado). In concreto, i 303.687 candidati hanno presentato 437.351 domande.

Le domande sono così suddivise fra posti comuni e sostegno:

  • Posti comuni: 397.631 domande per 24.107 posti;
  • Posti di sostegno: 39.720 domande per 5.207 posti.

Prova scritta: modalità e contenuti

La prova scritta si svolge su postazione informatica, nella regione per la quale il candidato ha presentato domanda di partecipazione. Sulla base del numero dei candidati di ciascuna regione, sono state organizzate più sessioni mattutine e pomeridiane.

Ciascun aspirante avrà 100 minuti per rispondere a 50 quesiti a risposta multipla di contenuto non disciplinare, di cui:

  • 10 di contenuto pedagogico;
  • 15 di contenuto psicopedagogico (compresi gli aspetti relativi all’inclusione);
  • 15 di contenuto metodologico-didattico (compresi gli aspetti relativi alla valutazione);
  • 5 sulla conoscenza della lingua inglese;
  • 5 sull’uso didattico delle tecnologie digitali.

A ciascuna risposta corretta vengono assegnati 2 punti; a ciascuna risposta errata o non data vengono assegnati 0 punti.

Superano la prova scritta e accedono alla prova orale i candidati che raggiungono un punteggio di almeno 70/100. La prova orale dovrà accertare la preparazione dei candidati sia sotto il profilo specificamente disciplinare sia per quanto riguarda la capacità didattica: a tal fine, i candidati dovranno svolgere una lezione simulata.

Prova scritta: date

La prova scritta del concorso della Scuola dell’infanzia e della Primaria si svolgerà in un massimo di 3 sessioni, lunedì 11 (sessione mattutina e pomeridiana) e martedì 12 marzo (sessione mattutina).

La prova scritta del concorso della Scuola secondaria di I e di II grado si svolgerà in un massimo di 10 sessioni, mattutine e pomeridiane, nei giorni di mercoledì 13, giovedì 14, venerdì 15, lunedì 18 e martedì 19 marzo.

Le operazioni preliminari di accoglienza e riconoscimento dei candidati della sessione mattutina sono previste dalle ore 8.00, con inizio della prova alle ore 9.00; quelle della sessione pomeridiana dalle ore 13.30, con inizio della prova alle ore 14.30.

Prova scritta: sedi e postazioni informatiche

Per lo svolgimento delle prove scritte sono state coinvolte 3.712 istituzioni scolastiche (pari al 45,9% del totale nazionale), con 82.339 postazioni informatizzate.

In allegato, i dati regionali.

Dati regionali

Scuola dell’infanzia e Scuola primaria

RegionecandidatiPosti a bandoPercentuale posti/candidati
ABRUZZO4139781,88
BASILICATA1104393,53
CALABRIA50001002
CAMPANIA210803381,6
EMILIA ROMAGNA5822104517,95
FRIULI VENEZIA GIULIA126940331,76
LAZIO1188610869,14
LIGURIA179462935,06
LOMBARDIA11280655258,09
MARCHE34071073,14
MOLISE865141,62
PIEMONTE5195179734,59
PUGLIA111594013,59
SARDEGNA33011845,57
SICILIA165162331,41
TOSCANA56964618,09
UMBRIA2005381,9
VENETO4312183542,56
Totale complessivo1158301534013,24

Dati regionali

Scuola secondaria di I e II grado

RegioneCandidatiPosti a bandoPercentuale posti/candidati
ABRUZZO89423163,53
BASILICATA32322146,62
CALABRIA195688434,31
CAMPANIA5772216492,86
EMILIA ROMAGNA3005722717,56
FRIULI VENEZIA GIULIA482965413,54
LAZIO5590229165,22
LIGURIA6947103814,94
LOMBARDIA57505701712,2
MARCHE96504194,34
MOLISE24131295,35
PIEMONTE25356305812,06
PUGLIA3890412733,27
SARDEGNA11203128011,43
SICILIA4639010322,22
TOSCANA2343816777,16
UMBRIA60013616,02
VENETO29292316710,81
Totale complessivo437351293146,7

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 22 febbraio 2024
Autorizzazione al Ministero dell’istruzione e del merito ad avviare procedure concorsuali, ordinarie e straordinarie, per la copertura di complessivi 6.428 posti di insegnante di religione cattolica


Concorso per titoli ed esami per l’accesso ai ruoli del personale docente della scuola secondaria di primo e di secondo grado su posto comune e di sostegno, di cui al Decreto ministeriale 26 ottobre 2023, n. 205, e al Decreto direttoriale n. 2575 del 6 dicembre 2023 – Indicazioni relative allo svolgimento della prova scritta computerizzata.

Avviso 19 febbraio 2024, AOODGPER 19093
Concorso per titoli ed esami per l’accesso ai ruoli del personale docente della scuola secondaria di I e di II grado su posto comune e di sostegno, ai sensi dell’articolo 3, comma 7, del Decreto ministeriale 26 ottobre 2023, n. 205 – Calendario della prova scritta

Avviso 19 febbraio 2024, AOODGPER 18503
Concorso per titoli ed esami per l’accesso ai ruoli del personale docente della scuola dell’infanzia e primaria su posto comune e di sostegno, ai sensi del Decreto ministeriale 26 ottobre 2023, n. 206 – Calendario della prova scritta

Si terranno a partire da lunedì 11 marzo le prove scritte dei concorsi ordinari per l’assunzione in ruolo dei docenti su posto comune e su posto di sostegno nella scuola dell’infanzia, nella scuola primaria e nella scuola secondaria di I e di II grado. Si tratta di circa 373.000 candidati (69.117 per la scuola dell’infanzia e primaria, 303.687 per la scuola secondaria) che hanno presentato la domanda di iscrizione tra l’11 dicembre 2023 e il 9 gennaio 2024. I posti a bando sono 15.340 per la scuola dell’infanzia e primaria e 29.314 per la scuola secondaria.
I concorsi e le future assunzioni”, ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, “segnano un passo in avanti nella valorizzazione dei docenti e nel contrasto al precariato. Si tratta di un significativo e necessario passaggio volto a garantire un’educazione di qualità agli studenti su tutto il territorio nazionale, favorendo la continuità didattica”.
La prova è strutturata secondo una nuova modalità, che prevede 50 quesiti a risposta multipla di contenuto non disciplinare. Nello specifico, ciascun aspirante dovrà rispondere a 10 quesiti di contenuto pedagogico, 15 di contenuto psicopedagogico (compresi gli aspetti relativi all’inclusione), 15 di contenuto metodologico-didattico (compresi gli aspetti relativi alla valutazione), 5 sulla conoscenza della lingua inglese e 5 sull’uso didattico delle tecnologie digitali. Gli aspetti specificamente disciplinari verranno affrontati nella prova orale, cui avranno accesso i candidati che avranno riportato un punteggio di almeno 70/100 nella prova scritta.
Le prove si terranno nella regione per la quale il candidato ha presentato domanda di partecipazione e, sulla base del numero dei candidati, potranno svolgersi in più sessioni mattutine e pomeridiane. Nei giorni 11 e 12 marzo sono previste le prove relative alla scuola dell’infanzia e alla scuola primaria; il 13 marzo cominceranno le prove per la scuola secondaria, che proseguiranno per 5 giorni, esclusi il sabato e la domenica, fino al 19 marzo.


Concorso docenti nella Scuola primaria e dell’infanzia e nella Scuola secondaria:

  • sino alle ore 23.59 del 9 gennaio 2024 aperte le funzioni per inotrare la domanda di partecipazione;
  • sino alle ore 23.59 del 26 gennaio 2024 le domande per la costituzione delle commissioni giudicatrici.

Intesa MIM-CEI (9.1.2024): Concorso per assunzione docenti IRC


Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 15 dicembre 2023 
Autorizzazione al Ministero dell’istruzione e del merito all’avvio delle procedure concorsuali per ulteriori n. 14.438 posti di personale docente, di cui n. 7.965 su posto comune e n. 6.473 su posto di sostegno, ad integrazione dell’autorizzazione rilasciata con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 agosto 2023 – Anno scolastico 2023/2024


Avviso 22 novembre 2023, AOODGPER 69436
Concorso ordinario, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento del personale docente per i posti relativi all’insegnamento dell’educazione motoria nella scuola primaria – Calendario delle prove scritte

La prova scritta della procedura ordinaria, per titoli ed esami, finalizzata al reclutamento del personale docente per i posti relativi all’insegnamento dell’educazione motoria nella scuola primaria si svolgerà il giorno 15 dicembre 2023 dalle ore 9.00 alle ore 10.40. Le operazioni di identificazione avranno inizio dalle ore 08.00.


Avviso 13 settembre 2023, AOODGPER 53607
Concorso per titoli ed esami per l’accesso ai ruoli del personale docente relativi all’insegnamento dell’educazione motoria nella scuola primaria, di cui all’articolo 1, commi 329 e seguenti, della legge 30 dicembre 2021, n. 234 – Costituzione delle commissioni giudicatrici a norma del Decreto Ministeriale 30 marzo 2022, n. 80

Dal 15 settembre 2023 al 27 settembre 2023 si aprono le funzioni per presentare domanda di nomina a componente delle commissioni giudicatrici nel concorso docenti per l’insegnamento dell’educazione motoria nella scuola primaria.
Possono proporre la propria candidatura i docenti, i dirigenti scolastici e i dirigenti tecnici. I professori universitari possono candidarsi in qualità di presidenti di commissioni.


PNRR, firmati i decreti che disciplinano i concorsi per i docenti – 26 ottobre 2023


Scheda MIM (13.9.23)
Nomine in ruolo, cattedre disponibili per supplenze e semplificazione delle procedure digitali per l’avvio dell’anno scolastico 2023/2024


Avviso 28 marzo 2023, AOODGPER 25173
Concorso ordinario, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento del personale docente per i posti comuni e di sostegno della scuola dell’infanzia e primaria – Calendario delle prove scritte suppletive

  • Infanzia posto comune (AAAA) lunedì 17 aprile 2023
  • Infanzia posto di sostegno (ADAA) martedì 18 aprile 2023
  • Primaria posto comune (EEEE) mercoledì 19 aprile 2023
  • Primaria posto sostegno (ADEE) Giovedì 20 aprile 2023

Il 6 aprile 2023, il Consiglio dei Ministri ha approvato un DL relativo al rafforzamento della capacità amministrativa in materia di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, che prevede, tra l’altro, per l’anno scolastico 2023/2024, una procedura straordinaria di reclutamento per i docenti, inseriti nella prima fascia delle graduatorie provinciali per le supplenze o negli appositi elenchi aggiuntivi, che sono in possesso del titolo di specializzazione sul sostegno.


Nota 25 luglio 2022, AOODGPER 28135
Concorso ordinario, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento del personale docente per i posti comuni e di sostegno della scuola secondaria di I e II grado – – D.D. n. 499/2020 e D.D.G. 252 del 31 gennaio 2022. Quesiti errati classe di concorso A026 (quesito n. 28); A028 Turno 1 (quesito n. 17); A028 turno 2 (quesito n. 29)


Nota 25 luglio 2022, AOODGPER 28133
Concorso ordinario, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento del personale docente per i posti comuni e di sostegno della scuola secondaria di I e II grado – – D.D. n. 499/2020 e DD. n. 23/2022. Quesiti errati classe di concorso AB55, AG56, AM55, AN56, AW55, AB24 T1, AB25 T1


Nota 4 luglio 2022, AOODGPER 25294
Concorso ordinario, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento del personale docente per i posti comuni e di sostegno della scuola secondaria di I e II grado – D.D. n. 499/2020 e DD. n. 23/2022. Quesito errato n. 5 classe di concorso A045 – Turno 2


Nota 28 giugno 2022, AOODGPER 24919
Concorso ordinario, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento del personale docente per i posti comuni e di sostegno della scuola secondaria di I e II grado – D.D. n. 499/2020 e DD. n. 23/2022– Quesiti n. 22, 30 classe di concorso A008


Nota 8 giugno 2022, AOODGPER 22216
Concorso ordinario, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento del personale docente per i posti comuni e di sostegno della scuola secondaria di I e II grado – D.D. n. 499/2020 e DD. n. 23/2022–Quesiti errati classe di concorso A017 T1 (n. 31 e n. 32); T2 (n.4)


Pubblicati i quadri di riferimento per la valutazione della prova orale di cui al comma 7, dell’art. 59 del Decreto-Legge 25 maggio 2021, n. 73, per la prova disciplinare di cui all’articolo 8 del Decreto Ministeriale 30 luglio 2021, AOOGABMI 242


Con il Decreto Dipartimentale 6 maggio 2022, AOODPIT 1081 (Avviso 17 maggio 2022, AOODGPER 18956) è bandita una procedura concorsuale straordinaria, articolata per regione, per la copertura dei posti comuni della scuola secondaria di primo e secondo grado che residuano dalle immissioni in ruolo per l’anno scolastico 2021/2022.
Potranno partecipare i candidati che abbiano svolto almeno tre anni di servizio nelle istituzioni scolastiche statali, anche non consecutivi, a decorrere dall’anno scolastico 2017/2018 ed entro il termine di presentazione delle istanze di partecipazione.
Gli aspiranti possono presentare la propria domanda fino alle ore 23.59 del 16 giugno 2022 esclusivamente in modalità telematica, con il possesso delle credenziali del Sistema Pubblico di identità digitale (SPID) o di quelle della Carta di Identità Elettronica (CIE), o, in alternativa, di un’utenza valida per l’accesso ai servizi presenti nell’area riservata del Ministero con l’abilitazione specifica al servizio “Istanze on Line (POLIS)”. Si potrà accedere all’istanza tramite il seguente link:
https://concorsi.istruzione.it/piattaforma-concorsi-web/istanze/lista-istanze-aperte.
Ogni candidato potrà fare domanda, a pena di esclusione, per un’unica regione e per una sola classe di concorso. Per poter partecipare alla procedura in oggetto, inoltre, ogni aspirante dovrà aver maturato un anno di servizio nella specifica classe di concorso per la quale presenta la domanda.
Come si articolerà il concorso
La procedura consisterà in una prova disciplinare orale della durata di 30 minuti e nella valutazione dei titoli.
A decorrere dall’anno scolastico 2022/2023, i candidati collocati in posizione utile in graduatoria stipuleranno un contratto a tempo determinato di durata annuale, nel corso del quale svolgeranno, oltre al percorso annuale di formazione iniziale e prova (di cui all’articolo 13 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 59), un percorso di formazione che assolve alle finalità di svolgere un confronto tre le competenze dell’aspirante e quelle del profilo professionale proprio del docente di ruolo.
Al seguito del superamento della prova che conclude il percorso di formazione nonché del superamento del percorso annuale di formazione iniziale e prova, il docente sarà assunto a tempo indeterminato e confermato in ruolo, con decorrenza giuridica ed economica dal 1° settembre 2023.
La procedura concorsuale straordinaria è prevista dall’articolo 59, comma 9-bis, del decreto legge 25 maggio 2021, n. 73, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 luglio 2021, n. 106.


Pubblicato l’Avviso 11 maggio 2022, AOODGPER 17956, con il quarto calendario delle prove scritte del concorso ordinario, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento del personale docente per i posti comuni e di sostegno della scuola secondaria di I e di II grado, nel giorno 27 maggio 2022.

Pubblicato l’Avviso 13 aprile 2022, AOODGPER 14768, con il terzo calendario delle prove scritte del concorso ordinario, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento del personale docente per i posti comuni e di sostegno della scuola secondaria di I e di II grado, nei giorni 2, 6, 9, 10, 11, 12, 13, 16, 17, 18, 19, 20, 23, 24, 25 maggio 2022.

Pubblicato l’Avviso 13 aprile 2022, AOODGPER 14767, con il calendario delle prove scritte per il concorso ordinario, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento del personale docente per le discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) che si svolgono il 3, 4 e 5 maggio 2022 nell’ambito del Concorso straordinario bis per l’assunzione di personale docente per la Secondaria di I e II grado. Per le materie STEM sono previsti 37.158 partecipanti per 1.685 posti messi a bando. Per la classe A020 (Fisica), 2.825 partecipanti per 202 posti; A026 (Matematica), 7.657 partecipanti per 438 posti; A027 (Matematica e Fisica), 3.820 per 421 posti; A028 (Matematica e Scienze), 19.305 per 366 posti; A041 (Scienze e Tecnologie informatiche), 3.551 per 258 posti.

Pubblicato l’Avviso 30 marzo 2022, AOODGPER 12441, con il secondo calendario delle prove scritte del concorso ordinario, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento del personale docente per i posti comuni e di sostegno della scuola secondaria di I e di II grado, nei giorni 21, 22, 26, 27, 28 e 29 aprile 2022.

Le prove scritte per il Concorso ordinario finalizzato al reclutamento del personale docente per i posti comuni e di sostegno della Scuola secondaria di I e di II grado si svolgeranno nei giorni 14, 15, 16, 17, 18, 21, 22, 23, 24, 25, 28, 29, 30, 31 marzo e 1, 4, 5, 6, 7, 8, 11, 12, 13 aprile 2022 (Avviso 23 febbraio 2022, AOODGPER 7707).

Le prove saranno sostenute nella Regione per la quale le candidate e i candidati hanno presentato domanda di partecipazione, nelle sedi individuate dagli Uffici Scolastici Regionali competenti per territorio.



  • Avviso 17 maggio 2022, AOODGPER 18956
    D.D.G. n. 1081 del 6 maggio 2022. “Procedura concorsuale straordinaria di cui all’articolo 59, comma 9-bis, del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 luglio 2021, n. 106”. Avviso aperura funzioni telematiche per la presentazione telematica delle istanze.
  • Decreto Dipartimentale 6 maggio 2022, AOODPIT 1081
    Procedura concorsuale straordinaria, articolata per regione, per la copertura dei posti comuni della scuola secondaria di primo e secondo grado che residuano dalle immissioni in ruolo per l’anno scolastico 2021/2022
  • Avviso 11 maggio 2022, AOODGPER 17956
    Concorso ordinario, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento del personale docente per i posti comuni e di sostegno della scuola secondaria di I e di II grado – IV^ calendario delle prove scritte
  • Decreto Ministeriale 28 aprile 2022
    Disposizioni concernenti la procedura concorsuale straordinaria per l’accesso ai ruoli del personale docente della scuola secondaria di primo e di secondo grado su posto comune, ai sensi dell’articolo 59, comma 9-bis, del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, recante «Misure urgenti connesse all’emergenza da COVID-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali», convertito, con modificazioni, dalla legge 23 luglio 2021, n. 106
  • Avviso 13 aprile 2022, AOODGPER 14768
    Concorso ordinario, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento del personale docente per i posti comuni e di sostegno della scuola secondaria di I e di II grado – III^ calendario delle prove scritte
  • Avviso 13 aprile 2022, AOODGPER 14767
    Concorso ordinario, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento del personale docente per le discipline STEM – calendario delle prove scritte
  • Avviso 30 marzo 2022, AOODGPER 12441
    Concorso ordinario, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento del personale docente per i posti comuni e di sostegno della scuola secondaria di I e di II grado – II^ calendario delle prove scritte
  • Nota 3 marzo 2022, AOODGPER 8945
    Concorso ordinario per titoli ed esami finalizzato al reclutamento del personale docente della scuola secondaria di I e II grado di cui al D.D. 499 del 21 aprile 2020, come modificato ed integrato dal D.D. n. 23 del 5 gennaio 2022, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale – 4a Serie speciale «Concorsi ed esami» – n. 5 del 18 gennaio 2022. Indicazioni relative allo svolgimento della prova scritta computerizzata
  • Avviso 23 febbraio 2022, AOODGPER 7707
    Concorso ordinario, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento del personale docente per i posti comuni e di sostegno della scuola secondaria di I e di II grado – calendario delle prove scritte
  • Concorso ‘STEM’Decreto Direttoriale 31 gennaio 2022
    Riapertura dei termini di partecipazione alle procedure concorsuali relative alle classi di concorso A020 – Fisica, A026 – Matematica, A027 – Matematica e Fisica, A028 – Matematica e Scienze, A041 – Scienze e tecnologie informatiche
  • Nota 20 gennaio 2022, AOODGPER 2112
    Concorso ordinario, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento del personale docente per i posti comuni e di sostegno della scuola secondaria di I e II grado indetto con Decreto Dipartimentale 21 aprile 2020 n. 499 e Decreto Dipartimentale n. 23 del 5 gennaio 2022. Costituzione delle commissioni di valutazione a norma del Decreto Ministeriale 9 novembre 2021 n. 326 – Comunicazione errore materiale
  • Nota 20 gennaio 2022, AOODGPER 2107
    Concorso ordinario, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento del personale docente per i posti comuni e di sostegno della scuola secondaria di I e II grado indetto con Decreto Dipartimentale 21 aprile 2020 n. 499 e Decreto Dipartimentale n. 23 del 5 gennaio 2022. Costituzione delle commissioni di valutazione a norma del Decreto Ministeriale 9 novembre 2021 n. 326
  • Decreto Dipartimentale 5 gennaio 2022, n. 23
    Disposizioni modificative al decreto 21 aprile 2020, n. 499, recante: «Concorso ordinario, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento del personale docente per posti comuni e di sostegno nella scuola secondaria di primo e secondo grado»
  • Decreto Interministeriale 16 dicembre 2021, AOOGABMI 353
    Determinazione della misura dei compensi per i componenti e i segretari delle commissioni giudicatrici dei concorsi banditi nell’anno 2020 per il reclutamento del personale docente delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado

Dal 20 gennaio fino alle ore 23.59 del 7 febbraio 2022, sono disponibili le funzioni telematiche per la presentazione delle istanze di partecipazione alle commissioni di valutazione del concorso.

Nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami» è pubblicato l’’avviso con l’’indicazione della data di pubblicazione nel sito istituzionale del Ministero, nonché sui siti degli uffici scolastici regionali, del calendario della prova scritta, distinta per classe di concorso, e delle relative modalità di svolgimento.
L’’elenco delle sedi d’esame, con la loro esatta ubicazione e con l’indicazione della destinazione dei candidati è comunicato dagli Uffici scolastici regionali presso i quali si svolge la prova almeno quindici giorni prima della data di svolgimento delle prove tramite avviso pubblicato nei rispettivi albi e siti internet.

Scuola, concluse le prove scritte del concorso ordinario per Infanzia e Primaria
Passa il 60,8% dei partecipanti, l’età media degli ammessi all’orale è 37 anni

Si sono concluse regolarmente, nelle sette giornate previste, le prove scritte del concorso ordinario per la scuola dell’infanzia e per la primaria (posti comuni e di sostegno), che si sono svolte dal 13 al 21 dicembre. 

Agli scritti hanno partecipato 52.351candidate e candidati (pari al 48,9% delle presenze previste), con un’età media di 40 anni. All’orale è stato ammesso il 60,8% dei partecipanti allo scritto: si tratta di 31.849 persone, fra candidate e candidati, con un’età media di 37 anni. 

“Avevamo promesso che i concorsi sarebbero ripartiti e che sarebbero ripartiti in modo efficiente e rapido – ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi -. Abbiamo mantenuto l’impegno già a partire dal concorso STEM di questa estate e ringrazio tutto il personale amministrativo e tutti coloro che hanno partecipato per aver consentito di raggiungere ora questo ulteriore importante risultato. La bassa età media delle candidate e dei candidati che passano all’orale ci aiuta a fare sì che in futuro vi siano docenti più giovani nella nuova scuola che stiamo costruendo. Su questo dovremo lavorare ulteriormente, con i prossimi concorsi, che andranno svolti regolarmente e non a singhiozzo. Abbiamo bisogno di una scuola in cui si possa fare la giusta programmazione delle assunzioni e in cui i docenti siano presenti in cattedra fin dall’inizio dell’anno scolastico. Ricordo che la scorsa estate già abbiamo assunto oltre 56mila docenti, assegnando molte più cattedre che in passato per dare continuità e stabilità alla scuola. Questa è la strada su cui proseguire: fare i concorsi su base annuale per consentire la copertura dei posti che risultano vacanti dando stabilità al personale, ma anche e soprattutto continuità didattica ai nostri studenti”.


Concorso Scuola infanzia e primaria, pubblicate le date delle prove. Si parte il 13 dicembre

Disponibile il calendario delle prove scritte del concorso ordinario finalizzato al reclutamento del personale docente della Scuola dell’infanzia e primaria.

Le prove si svolgeranno nei giorni 13, 14, 15, 16, 17, 20 e 21 dicembre 2021.

Le prove scritte, che si faranno al computer, avranno luogo nella regione per la quale il candidato ha presentato domanda di partecipazione. Ciascuna prova avrà la durata di 100 minuti.

Sono 12.863 i posti a bando, 76.757 le domande pervenute per la partecipazione. Con una domanda era possibile fare richiesta di partecipazione per più di un insegnamento/tipo di posto. Per questo il totale degli iscritti al concorso è pari a 107.160, di cui 33.246 per i posti comuni della Scuola dell’infanzia, 3.059 per i posti di sostegno della Scuola dell’Infanzia, 64.136 per i posti comuni della Primaria e 6.719 per i posti di sostegno della Primaria.


Al via le prove del concorso ordinario per scuola di infanzia e primaria

Partono lunedì 13 dicembre le prove scritte del concorso ordinario finalizzato al reclutamento del personale docente della Scuola dell’infanzia e primaria. Le prove si terranno al computer e avranno luogo nella regione per la quale il candidato ha presentato domanda di partecipazione. Ciascuna prova avrà la durata di 100 minuti.

Sono 12.863 i posti a bando, 76.757 le domande pervenute per la partecipazione. Con una domanda era possibile fare richiesta di partecipazione per più di un insegnamento/tipo di posto. Per questo il totale degli iscritti al concorso è pari a 107.160, di cui 33.246 per i posti comuni della Scuola dell’infanzia, 3.059 per i posti di sostegno della Scuola dell’Infanzia, 64.136 per i posti comuni della Primaria e 6.719 per i posti di sostegno della Primaria.

Le prove si svolgeranno nei giorni 13, 14, 15, 16, 17, 20 e 21 dicembre 2021.

In tutto saranno 8489 le aule impiegate, 112844 le postazioni informatiche. Nella prima giornata saranno 16628 i candidati.


  • Nota 26 novembre 2021, AOODGPER 37100
    Concorso ordinario per titoli ed esami finalizzato al reclutamento del personale docente della scuola dell’infanzia e primaria di cui al D.D. 498 del 21 aprile 2020, come modificato ed integrato dal D.D. n. 2215 del 18 novembre 2021. Indicazioni relative allo svolgimento della prova scritta computerizzata
  • Avviso 23 novembre 2021, AOODGPER 36614
    Concorso ordinario, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento del personale docente per i posti comuni e di sostegno della scuola dell’infanzia e primaria – calendario delle prove scritte
  • Decreto Dipartimentale 18 novembre 2021, AOODPIT 2215
    Disposizioni modificative al decreto 21 aprile 2020, n. 498, recante: «Concorso ordinario, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento del personale docente per i posti comuni e di sostegno della scuola dell’infanzia e primaria», ai sensi dell’articolo 59, comma 11, del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, convertito con modificazioni dalla legge 23 luglio 2021, n. 106
  • Decreto Ministeriale 5 novembre 2021, AOOGABMI 325
    Disposizioni concernenti il concorso per titoli ed esami per l’accesso ai ruoli del personale docente della scuola dell’infanzia e primaria su posto comune e di sostegno, ai sensi dell’articolo 59, comma 11, del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, recante “Misure urgenti connesse all’emergenza da covid-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali”, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 luglio 2021, n. 106
  • Avviso 26 ottobre 2021
    Diario delle prove scritte suppletive della procedura straordinaria, per titoli ed esami, per l’immissione in ruolo di personale docente della scuola secondaria di primo e secondo grado su posto comune e di sostegno
  • Avviso 11 febbraio 2021, AOODPIT 230
    Procedura straordinaria, per titoli ed esami, per l’immissione in ruolo di personale docente della scuola secondaria di primo e di secondo grado su posto comune e di sostegno – D.D. prot. n. 510 del 23/04/2020 modificato dal D.D. n. 783 del 08/07/2020
  • Nota 10 febbraio 2021, AOODPIT 223
    Prosecuzione procedura straordinaria
  • Diario (19.1.21)
    Diario delle prove scritte della procedura straordinaria, per titoli ed esami, per l’immissione in ruolo di personale docente della scuola secondaria di primo e secondo grado su posto comune e di sostegno

Scuola, concluse le prove del concorso straordinario della secondaria di primo e secondo grado. Presente l’84,9% dei candidati previsti. Oltre 5.800 le aule utilizzate, 109 le classi di concorso esaminate

Si sono concluse venerdì 19 febbraio le prove del concorso straordinario per la scuola secondaria di primo e secondo grado. I candidati presenti sono stati 56.101, pari all’84,9% di quelli previsti.
Per lo svolgimento delle procedure concorsuali sono state utilizzate 5.832 aule, pari a una media di 9,6 candidati per aula, che hanno tutti seguito uno specifico protocollo di sicurezza. Le classi di concorso coinvolte sono state 109. Le giornate di prove sono state in tutto 13. Il concorso ha preso il via lo scorso 22 ottobre.
La procedura straordinaria per titoli ed esami per le immissioni in ruolo di docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado è stata bandita a livello nazionale per l’assegnazione di 32.000 posti. Le commissioni hanno già iniziato le correzioni delle prove scritte che dovranno essere completate in tempo per l’avvio del prossimo anno scolastico.

Pubblicato il calendario delle prove ancora da espletare del concorso straordinario per la scuola secondaria di primo e secondo grado. Le prove si svolgeranno fra il 15 e il 19 di febbraio, con una media di 10 candidati per aula, dunque nei limiti previsti dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dello scorso 14 gennaio 2021.

L’elenco delle sedi d’esame, con la loro esatta ubicazione e l’indicazione della destinazione dei singoli candidati, sarà comunicato dagli Uffici Scolastici Regionali responsabili della procedura almeno quindici giorni prima della data di svolgimento delle prove stesse nei rispettivi Albi e sui siti Internet.


  • Nota 4 novembre 2020, AOODPIT 1979
    Svolgimento prove scritte della procedura straordinaria finalizzata all’immissione in ruolo del personale docente su posti comuni e di sostegno nella scuola secondaria di primo e secondo grado. Sospensione

Per effetto di quanto previsto dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 3 novembre 2020, è disposta la sospensione dello svolgimento delle prove scritte della procedura straordinaria finalizzata all’immissione in ruolo del personale docente su posti comuni e di sostegno nella scuola secondaria di primo e secondo grado, indetta con decreto dipartimentale 23 aprile 2020 n. 510 e di cui al successivo decreto dipartimentale 8 luglio 2020 n. 783, per le quali si procederà a una nuova calendarizzazione delle prove ancora da svolgere.


Diario 29 settembre 2020
Diario delle prove scritte della procedura straordinaria, per titoli ed esami, per l’immissione in ruolo di personale docente della scuola secondaria di primo e secondo grado su posto comune e di sostegno.
(GU 4a Serie Speciale – Concorsi ed Esami n.76 del 29-09-2020)


Scuola, al via dal 22 ottobre il concorso straordinario per la secondaria: 32mila i posti a bando

Previsto un apposito Protocollo di sicurezza

Nella prima giornata attesi 1.645 partecipanti su tutto il territorio nazionale

Misurazione della temperatura all’ingresso, obbligo di indossare sempre e correttamente la mascherina, nessun assembramento, rispetto della distanza di sicurezza.

Prende il via il 22 ottobre, alle 8.00, il concorso straordinario per la scuola secondaria di primo e secondo grado, riservato agli insegnanti che hanno già almeno 36 mesi di servizio. Una procedura molto attesa, che mette a bando 32.000 posti e alla quale si sono iscritti 64.563 candidate e candidati.

Non tutti i partecipanti svolgeranno la prova domani. I candidati sono infatti suddivisi per classi di concorso e su più giornate: le prove andranno avanti fino al prossimo 16 novembre, garantendo, così, un numero di partecipanti limitato al giorno e la massima sicurezza. 

In particolare, nella giornata del 22 ottobre sono attesi i primi 1.645 candidati, suddivisi in 171 aule distribuite su tutto il territorio nazionale.

Previsto un preciso e rigido Protocollo di sicurezza: sarà garantito il distanziamento fisico indicato dalle disposizioni vigenti, i candidati e gli addetti ai controlli indosseranno sempre la mascherina, saranno disponibili prodotti igienizzanti per le mani, i partecipanti avranno accesso alle aule uno alla volta e sarà loro misurata la temperatura. Gli spazi utilizzati saranno tutti igienizzati prima e dopo le prove. I candidati, durante la fase di organizzazione delle prove, sono stati distribuiti in rapporto alla capienza delle aule utilizzate, garantendo sempre il massimo distanziamento e la massima sicurezza, con una media di 10 candidati per aula.

La prova sarà computer based con una durata di 150 minuti. Per i posti comuni sono previsti cinque quesiti a risposta aperta relativi a conoscenze e competenze disciplinari e didattico-metodologiche sulla materia di insegnamento. Seguirà un quesito composto da un testo in lingua inglese, con cinque domande a risposta aperta volte a verificare la capacità di comprensione del testo al livello B2.

Per i posti di sostegno sono previsti cinque quesiti a risposta aperta, finalizzati all’accertamento delle metodologie didattiche da applicare alle diverse tipologie di disabilità e a valutare le conoscenze dei contenuti e delle procedure volte all’inclusione scolastica degli alunni con disabilità. Seguirà un quesito composto da un testo in lingua inglese, con cinque domande a risposta aperta volte a verificare la capacità di comprensione del testo al livello B2.


Si è svolta il 28 settembre l’informativa alle Organizzazioni Sindacali sul concorso straordinario finalizzato all’immissione in ruolo di personale docente per la scuola secondaria di I e II grado e, in particolare, sulle date di svolgimento delle prove che saranno pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale di domani.

Come annunciato ai Sindacati, le prove prenderanno il via da giovedì 22 ottobre per concludersi nella metà del mese di novembre. I posti a bando sono 32mila.

Il Ministero ha lavorato nelle scorse settimane per garantire la distribuzione dei candidati nelle aule per tutto il territorio nazionale, procedendo al reperimento di tutte le postazioni necessarie. Ciò eviterà qualsiasi forma di assembramento dei candidati.

Nei prossimi giorni sarà altresì emanato un apposito Protocollo, finalizzato ad assicurare lo svolgimento in assoluta sicurezza delle prove.

Il concorso straordinario sarà la prima delle tre selezioni che si svolgeranno a partire dalle prossime settimane per l’assunzione a tempo indeterminato di nuovi insegnanti. Nei prossimi mesi saranno espletati, infatti, anche i concorsi ordinari per infanzia e primaria e per la secondaria di I e II grado, per un totale generale di circa 78mila posti. In particolare le prove preselettive degli altri due concorsi si svolgeranno subito dopo il termine della prova scritta del concorso straordinario.

I numeri e la prova del concorso straordinario

I candidati che hanno presentato domanda per la procedura straordinaria sono stati 64.563. Le istanze di partecipazione potevano essere inviate dall’11 luglio fino al 10 agosto scorsi.
La prova scritta, da superare con il punteggio minimo di sette decimi o equivalente e da svolgere con il sistema informatizzato, è distinta per classe di concorso e tipologia di posto. La durata è pari a 150 minuti e prevede, per i posti comuni, cinque quesiti a risposta aperta volti all’accertamento delle conoscenze e competenze disciplinari e didattico-metodologiche in relazione alle discipline oggetto di insegnamento, e un quesito – seguito da cinque domande a risposta aperta di comprensione – per la verifica della conoscenza linguistica. Per le classi di concorso di lingua inglese la prova scritta sarà interamente in lingua e prevede sei quesiti a risposta aperta.

Ai vincitori della procedura concorsuale straordinaria immessi in ruolo nell’anno scolastico 2021/2022 – che rientrano nella quota dei posti destinati alla procedura per l’anno scolastico 2020/2021 – sarà riconosciuta la decorrenza giuridica del rapporto di lavoro dal 1° settembre 2020.



Scuola, oltre 64 mila domande di partecipazione per il concorso straordinario per la secondaria

Sono oltre 64 mila le domande di partecipazione inoltrate per la procedura straordinaria per l’immissione in ruolo di docenti per la scuola secondaria di I e II grado. I termini per la presentazione delle istanze si erano aperti l’11 luglio scorso e si sono conclusi alle 23.59 di lunedì 10 agosto. I posti a bando sono 32.000.

I principali dati

Complessivamente le domande inoltrate sono state 64.563. Nel 67,7% dei casi i candidati sono di sesso femminile, il restante 32,3% è di sesso maschile. 

Con riferimento all’età delle candidate e dei candidati, la quota più alta, il 43,9%, pari a 28.371 candidati, rientra nella fascia di età 31-40 anni. Il 35,2% dei candidati ha un’età fra i 41 e i 50 anni (22.733), il 13,8% ha più di 50 anni (8.918), il 7% ha un’età fino a 30 anni (4.541).

Le Regioni per le quali sono state presentate più domande sono la Lombardia (12.385), la Toscana (5.923) e l’Emilia Romagna (5.824). 

Rispetto alla distribuzione sul territorio nazionale, il 41,05% delle candidate e dei candidati proviene dal Nord, il 39,18% dal Sud e dalle Isole, il 19,76% dal Centro, lo 0,01% dall’Estero. Analizzando la provenienza regionale delle candidate e dei candidati, il maggior numero proviene dalla Lombardia (9.347, pari al 14,5%), dalla Campania (7.382, pari all’11,4%), dalla Sicilia (5.607, pari all’8,7%).


Sono state pubblicate in Gazzetta Ufficiale le modifiche e integrazioni al decreto che regola la procedura straordinaria, per titoli ed esami, per l’immissione in ruolo di personale docente della scuola secondaria di primo e secondo grado su posto comune e di sostegno. Modifiche che adeguano il bando alle novità inserite dal Parlamento nel decreto scuola approvato lo scorso 6 giugno. I posti a bando per la procedura concorsuale straordinaria sono 32mila.

Sulla stessa Gazzetta sono rese note le nuove date di iscrizione alla prova: i candidati possono presentare istanza di partecipazione al concorso a partire dalle ore 9,00 dell’11 luglio 2020 fino alle ore 23,59 del 10 agosto 2020. Qualora le condizioni generali epidemiologiche lo suggeriscano, lo svolgimento della prova scritta potrà avvenire in una regione diversa rispetto a quella corrispondente al posto per il quale il candidato ha presentato la propria domanda. La prova scritta, da superare con il punteggio minimo di sette decimi o equivalente e da svolgere con il sistema informatizzato, è distinta per classe di concorso e tipologia di posto. La durata è pari a 150 minuti. Ai vincitori della procedura concorsuale straordinaria immessi in ruolo nell’anno scolastico 2021/2022 che rientrano nella quota dei posti destinati alla procedura per l’anno scolastico 2020/2021 è riconosciuta la decorrenza giuridica del rapporto di lavoro dal 1 settembre 2020.


Oltre 76mila domande di partecipazione per il concorso ordinario di infanzia e primaria, più di 430mila per la secondaria di I e II grado. Sono i dati che emergono dalla rilevazione condotta dal Ministero dell’Istruzione dopo la chiusura dei tempi utili per la presentazione delle istanze: la scadenza era fissata al 31 luglio.

“La domanda di partecipazione è molto alta – rileva la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina -. Un dato facilmente spiegabile: c’era molta attesa perché da troppo tempo i concorsi si svolgono a singhiozzo. Dobbiamo fare in modo che, per il futuro, ci sia una migliore programmazione: in un Paese normale i concorsi debbono svolgersi al massimo ogni due anni. Anche per questo, come Governo, abbiamo voluto con forza far ripartire la macchina concorsuale, bandendo 78mila posti fra infanzia, primaria e scuole secondarie. Ma dobbiamo guardare oltre, dando certezza a chi insegna da precario sul suo futuro lavorativo e a chi vuol cominciare a insegnare sul percorso da seguire. L’insegnamento – prosegue Azzolina – deve tornare ad essere una professione attrattiva e rispettata. Dobbiamo pagare di più i nostri insegnanti e creare percorsi certi per arrivare in cattedra. Invertendo anche alcune tendenze, come quella che vede pochi uomini avvicinarsi all’insegnamento nella scuola primaria e dell’infanzia, come ci dicono i dati sulle domande di partecipazione”.

I principali dati

Concorso ordinario infanzia e primaria
Per il concorso ordinario per la scuola dell’infanzia e per la primaria sono state inoltrate 76.757 domande, il 96% dei candidati è di sesso femminile, il 4% di sesso maschile. I posti a bando sono 12.863.

Con riferimento all’età delle candidate e dei candidati, il 13,9% (pari a 10.683 candidati) ha un’età fino a 30 anni, il 32,4% ha fra i 31 e i 40 anni (24.856), il 41,5% ha un’età fra i 41 e i 50 (31.871), il 12,2% ha più di 50 anni (9.347).

Le Regioni per le quali sono state presentate più domande di partecipazione sono la Lombardia (12.149), il Lazio (9.868) e la Toscana (8.114).

Quanto alle provenienze geografiche, il 33,6% delle candidate e dei candidati proviene da Regioni del Nord (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta, Veneto), il 22,1% dal Centro (Lazio, Marche, Toscana, Umbria), il 44,2% dal Sud e dalle Isole (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia). Lo 0,1% proviene dall’estero.

Guardando alle singole Regioni, il maggior numero di candidati proviene dalla Sicilia (9.116, l’11,9% del totale). Seguono Lombardia (8.366, il 10,9%) e Campania (8.151, il 10,6%).


Concorso ordinario secondaria I e II grado
Per la scuola secondaria di primo e secondo grado sono state inoltrate 430.585 domande, il 64% dei candidati è di sesso femminile, il 36% di sesso maschile. I posti a bando sono 33.000.

Con riferimento all’età delle candidate e dei candidati, il 30,4% ha un’età fino a 30 anni (131.040), il 39,2% ha tra i 31 e i 40 (168.857), il 24,1% ha un’età fra i 41 e i 50 (103.804), il 6,2% ha più di 50 anni (26.884).

In particolare, per la secondaria di I grado si registra un 69% di candidate e un 31% di candidati. Per il II grado, le candidature femminili sono il 63%, quelle maschili il 37%.

Le Regioni per le quali sono state presentate più domande sono la Lombardia (62.580), il Lazio (52.882) e la Campania (49.213).

Il 23,9% delle candidate e dei candidati proviene dal Nord, il 18,4% dal Centro, il 57,6% dal Sud e dalle Isole, lo 0,2% dall’estero.

Guardando alle singole Regioni, il maggior numero di candidati proviene dalla Campania (79.116, il 18,4%), dalla Sicilia (58.933, il 13,7%), dalla Puglia (39.819, il 9,2%).


Decreto Dipartimentale 27 maggio 2020, AOODPIT 637
Procedura straordinaria per titoli ed esami per l’immissione in ruolo di personale docente della scuola secondaria di primo e secondo grado su posto comune e di sostegno. Rinvio termini delle istanze di partecipazione


Concorso straordinario docenti, rinviati i termini per le istanze di partecipazione

L’apertura dei termini per la presentazione delle istanze di partecipazione alla procedura straordinaria per l’immissione in ruolo di personale docente della Scuola secondaria di I e II grado su posto comune e di sostegno è rinviata a successiva data. La nuova tempistica sarà comunicata con un apposito avviso.


Pubblicati nella Gazzetta Ufficiale 4a Serie speciale – n. 34 del 28-04-2020 i bandi di concorso per l’insegnamento nella scuola dell’infanzia e primaria e nella secondaria di I e II grado

– Procedura straordinaria per l’abilitazione scuola di I e II grado: Presentazione domande dalle ore 9.00 del 28 maggio 2020 fino alle ore 23.59 del 3 luglio 2020.

– Concorso straordinario secondaria scuola di I e II grado – procedura per il ruolo: Presentazione domande dalle ore 9,00 del 28 maggio 2020 fino alle ore 23,59 del 3 luglio 2020.

– Concorso ordinario scuola secondaria di I e II grado: Presentazione domande dalle ore 09.00 del 15 giugno 2020, fino alle ore 23.59 del 31 luglio 2020.

– Concorso ordinario scuola infanzia e primaria: Presentazione domande dalle ore 09.00 del 15 giugno 2020, fino alle ore 23.59 del 31 luglio 2020.


  • Decreto Dipartimentale 21 aprile 2020, AOODPIT 497
    Procedura straordinaria, per esami, finalizzata all’accesso ai percorsi di abilitazione all’insegnamento nella scuola secondaria di primo e secondo grado su posto comune
  • Decreto Dipartimentale 21 aprile 2020, AOODPIT 498
    Concorso ordinario, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento del personale docente per i posti comuni e di sostegno della scuola dell’infanzia e primaria
  • Decreto Dipartimentale 21 aprile 2020, AOODPIT 499
    Concorso ordinario, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento del personale docente per posti comuni e di sostegno nella scuola secondaria di primo e secondo grado
  • Decreto Dipartimentale 23 aprile 2020, AOODPIT 510
    Procedura straordinaria, per titoli ed esami, per l’immissione in ruolo di personale docente della scuola secondaria di primo e secondo grado su posto comune e di sostegno
  • Legge 20 dicembre 2019, n. 159
    Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 ottobre 2019, n. 126, recante misure di straordinaria necessità ed urgenza in materia di reclutamento del personale scolastico e degli enti di ricerca e di abilitazione dei docenti

Sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale i bandi di concorso per l’insegnamento nella scuola dell’infanzia e primaria e nella secondaria di I e II grado, per un totale di 61.863 posti. Pubblicato anche il bando per la procedura straordinaria per l’abilitazione all’insegnamento nella secondaria di I e II grado.
In particolare, il concorso per il personale docente della scuola dell’infanzia e primaria prevede 12.863 posti. Le domande di partecipazione potranno essere inoltrate dalle ore 09.00 del 15 giugno 2020 fino alle ore 23.59 del 31 luglio 2020.
Il concorso ordinario per il personale docente della secondaria di I e II grado prevede 25.000 posti. Le domande potranno essere inoltrate dalle ore 9.00 del 15 giugno 2020 fino alle ore 23.59 del 31 luglio 2020.
La procedura straordinaria per l’immissione in ruolo di personale docente della scuola secondaria di I e II grado, in linea con quanto previsto dal decreto scuola votato a dicembre dal Parlamento e dedicata specificatamente a chi già insegna e possiede i requisiti indicati dal bando, prevede 24.000 posti. I termini per le istanze di partecipazione andranno dalle ore 9.00 del 28 maggio 2020 fino alle ore 23.59 del 3 luglio 2020.
Per la procedura straordinaria per l’accesso ai percorsi di abilitazione all’insegnamento nella secondaria di I e II grado, le istanze potranno essere presentate dalle ore 09.00 del 28 maggio 2020, fino alle ore 23.59 del 3 luglio 2020.
I concorsi si svolgeranno garantendo condizioni di massima sicurezza per i candidati. Il Ministero dell’Istruzione sta lavorando al piano logistico per il concorso straordinario per la scuola secondaria di I e II grado che sarà il primo ad essere espletato.

Autonomia differenziata e Scuola

Autonomia differenziata e Scuola
Una necessaria analisi retrospettiva per scegliere la giusta prospettiva

di Domenico Ciccone 

Nel dibattito che da tempo si sente, sebbene a sprazzi quasi sconnessi, sull’autonomia differenziata delle regioni, sarebbe opportuno tentare un ragionamento non solo funzionale ed applicativo, incentrato prevalentemente sui LEP ma doverosamente ancorato ai principi costituzionali irrinunciabili che, nella accezione giuridica comune, non possono essere in alcun modo violati.

Di certo, la legge costituzionale 3 del 2001 non è stata concepita in maniera difforme o incompatibile con gli scopi della Carta e, in quanto tale, non può e non deve innescare nessun tipo di conseguenza che vada in direzione opposta. 

Il filo logico che sottende questa semplice deduzione sembra perfino banale. Eppure l’impressione diffusa e, probabilmente, non molto diversamente percepita da una parte dell’opinione pubblica è che l’accesso all’autonomia differenziata, per i popoli che la chiedono, appaia una maniera non vietata di agire applicando la Costituzione in maniera diversificata: in alcune zone del Paese pienamente ed incondizionatamente, rispetto ad altre zone ed altri popoli che vedrebbero diminuire l’intensità dei propri diritti in quanto riconosciuti in maniera parziale, a causa delle limitazioni di ordine strutturale e di contesto, e condizionata dai vincoli di bilancio e di spesa dati dall’assottigliamento delle casse regionali. 

I principi costituzionali devono rimanere saldi.

La nuova distribuzione delle competenze, dibattuta ampiamente in sede parlamentare[1], dovrà essere idonea ad assicurare il pieno rispetto dei princìpi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza (esplicitandosi in relazione a questi il rinvio all’articolo 118 della Costituzione). In via aggiuntiva a questi principi, nel corso dei lavori del Senato è stato richiamato il principio solidaristico di cui agli articoli 2 e 5 della Costituzione-

Una precisazione anche essa ovvia ma, a quanto pare, necessaria, è che nessuna regione a statuto ordinario potrà interpretare le norme sull’autonomia differenziata in maniera da rendersi simile ad una regione a statuto speciale, per rivendicare l’esercizio di spazi impropri di autonomia quasi a suggello di una diversità culturale o di un diritto maturato sul campo dell’economia regionale e dell’apporto al PIL nell’attuale momento storico.

L’autonomia differenziata rimane, tuttavia, una ennesima occasione per contribuire allo sviluppo sociale, culturale ed economico del Paese purché ne siano delimitati gli ambiti e le potenzialità in questo determinato spazio temporale e nel rispetto dei principi e della stessa Costituzione che la contiene, nel titolo V.

 Il disegno di legge AC 1665, attualmente all’esame della Camera dei deputati, vede trattati con precisione i principi generali, le modalità procedurali, i poteri in capo alle diverse autorità, gli atti necessari per conferire Autonomia differenziata alle regioni che ne fanno esplicita richiesta, i Livelli essenziali delle prestazioni (LEP), il trasferimento delle funzioni e le clausole finanziarie con le relative misure perequative. 

Lo sfondo costituzionale della scuola 

Chiarito questo sfondo indispensabile, per chi si occupa prevalentemente di scuola, occorre ricordare preliminarmente come viene intesa la scuola per la Costituzione del 1948: l’assemblea costituente la concepisce come strumento dello Stato per raggiungere gli scopi costituzionali e non in maniera riduttiva come servizio bensì come compito, momento cruciale per la costruzione della Repubblica, non in maniera assoluta ed astratta bensì in modo da lasciare in primo piano la persona e il diritto all’uguaglianza sociale. 

Questa ispirazione della Carta Costituzionale è di sicuro figlia delle intuizioni di John Dewey, tra gli autori che più hanno influenzato i padri costituenti, atteso che l’opera più importante del più grande pedagogista del ‘900 “Democrazia ed Educazione” viene pubblicata, tradotta in italiano, nel 1949 non senza aver già influenzato il pensiero e le idee in tema di educazione di molte menti illuminate e di alcuni parlamentari della Costituente. 

Non secondaria è stata l’influenza del pedagogista Carleton Washburne, allievo di Dewey, colonnello americano responsabile alleato per la politica scolastica in Italia nel secondo dopoguerra e supervisore dei Programmi 1945, per la scuola elementare. 

Questa tesi, sostenuta, tra gli altri, da Anna Maria Poggi, anima una visione che ci consente di considerare anche i LEP da una prospettiva diversa. 

Le norme generali sull’istruzione, oggi saldamente nelle competenze dello Stato, appaiono tra quelle che possono anche ricadere, per le Regioni che dovessero chiederlo, nell’ambito dell’Autonomia differenziata.

Nell’ultimo testo “Calderoli” dopo i numerosi emendamenti, l’autonomia differenziata ha previsto che l’Istruzione possa essere completamente regionalizzata perfino nella diretta gestione del personale scolastico.

Tuttavia, questa norma va coniugata con la decisiva questione del LEP, problematica di non poco conto, soprattutto se coniugata con l’idea di scuola che emerge dalla Costituzione del 1948.

Il rischio è che la scuola, vista come funzione, organo e anche scopo dello Stato, venga riformata, pensandola non più come tale ma in quanto tenuta fornire alcune prestazioni che la pongono, in una visione riduttiva, alla maniera di un servizio pubblico. 

I LEP rappresentano e danno corpo all’essere ed al vivere delle persone, che deve essere affidata all’eguaglianza.

In assenza di LEP, oppure di fronte a Livelli essenziali delle prestazioni non ponderati e non realistici, l’autonomia differenziata apre al pericolo di diseguaglianze inammissibili. 

Questo, si potrebbe obiettare, vale come principio generale, con l’autonomia differenziata ma anche senza di essa. Nel contesto attuale, nel quale le diseguaglianze sono aumentate, fino a raggiungere dimensioni allarmanti per le esigenze del Paese, nello scenario internazionale, non già in termini di progresso assoluto, che l’Italia è stata capace di garantire alla sua popolazione nel secolo scorso ed in questo primo quarto di secolo, ma in termini congiunturali, dopo i vari richiami dell’Europa in tema di competenze della popolazione attiva. 

La CLEP, “Commissione per i LEP” che ha il compito di individuarli, ha ben presente che per svolgere il proprio compito, occorrono   studi,   ricerche, sperimentazioni di tecniche,  bilanciamenti fra i vari livelli da garantire, continui aggiornamenti e risorse organizzative e finanziarie adeguate.

Ma come si rende in LEP il concetto di Montaigne  “ Testa ben fatta non ben piena“ dando soddisfazione anche a Morin, al comma 2 dell’articolo 3 Cost.  ed alla riforma del titolo V del 2001?

E come conciliare alcuni LEP che appaiono legati ad un modello  di mero servizio scolastico  ma che invece vanno ad incidere sull’uguaglianza sostanziale dei cittadini, come ad esempio il tempo pieno scolastico, considerato in maniera differente a seconda che a valutarlo siano i giuristi oppure gli economisti? 

I primi lo considerano un diritto teso alla garanzia dell’uguaglianza dei cittadini i secondi lo leggono come un servizio a domanda individuale delle famiglie, che può essere reso soltanto a fronte di una compartecipazione della spesa. 

È utile perciò ricordare che l’autonomia differenziata non potrà essere concessa soltanto sulla base delle intenzioni manifestate dalle regioni. Nel disegno di legge 1665, in ordine all’articolo 116 Cost., vengono definite le materie per le quali è indispensabile prima determinare i LEP e, successivamente, la norma attribuisce al presidente del Consiglio il potere di limitare il conferimento dell’autonomia differenziata ad alcune materie o ambiti tra quelli individuati dalle regioni stesse.

La scuola tra l’autonomia differenziata imminente e l’autonomia scolastica sempre più affievolita…

Cade oggi l’anniversario della pubblicazione in GU del D.P.R.275/99, Regolamento dell’autonomia scolastica; un quarto di secolo, con un bilancio in chiaroscuro, che sicuramente non verrà ricordato come un periodo storico ricco ed affascinante per la scuola italiana e per i suoi operatori. In questi anni di autonomia scolastica sono stati perduti alcuni primati della scuola italiana benché le successive norme del regime autonomistico abbiano introdotto il principio della personalizzazione, a garanzia del successo formativo, vero scopo dell’autonomia scolastica in quanto garanzia di applicazione del comma 2 dell’articolo 3, sull’uguaglianza sostanziale dei cittadini. 

Pur avendo sempre privilegiato l’approccio personalizzato mediante un curricolo appositamente progettato, in ciascuna delle istituzioni scolastiche dello Stato, ancora oggi gli apprendimenti degli studenti non raggiungono, in molte zone del Paese, accettabili livelli in termini di equità e soprattutto di giustizia in educazione. 

Con una lettura quasi speculare, analizzando i dati INVALSI si possono individuare delle sovrapposizioni tra le curve che descrivono il rendimento scolastico dei giovani e quelle che attengono ai livelli di reddito e di background studiorum delle famiglie.[2]

Inutile puntualizzare che le famiglie con maggior reddito e maggiore livello di studi dei genitori vivono generalmente nelle zone dove la scuola raggiunge risultati più elevati ma soprattutto più equi. Non solo per caso si tratta degli stessi contesti regionali intenzionati alla richiesta di autonomia differenziata per la voce “Istruzione”.

  Eppure, sul piano storico, la scuola derivante dal carattere unitario del sistema educativo nel Paese è stata uno strumento costituzionale che ha funzionato egregiamente, dal 1948 in poi, per elevare la dignità dei cittadini, rendere più equa la società, favorire il progresso, rinforzare l’economia ed eliminare ogni disuguaglianza fondata sulle differenze di istruzione tra le persone. 

Le attuali differenze, leggibili nella società come nella scuola corrono il rischio di essere accentuate dall’Autonomia differenziata, a giudizio anche di comuni cittadini preoccupati dalla sorte del Paese di fronte al regionalismo spinto ed alla sia pur legittima aspirazione delle regioni a richiedere più autonomia nelle materie consentite. 

Questa scuola non dovrebbe diventare una delle materie sulle quali aprire una trattativa tra Stato e singole regioni richiedenti ma restare, sia pur con rinnovati ed ampliati spazi di autonomia, un poderoso dispositivo capace di sostenere e cambiare le sorti del Paese, di tutto il Paese e di ogni cittadino.

L’autonomia differenziata è nella Costituzione così come tutti i principi ed i diritti che caratterizzano il sistema scolastico italiano. Con la scuola occorre attenzione, più di quella necessaria per le altre materie, seppure importanti, citate nell’articolo 116 al Titolo V; un’attenzione che è dovuta al più grande sistema di garanzia dei diritti della persona, intesa nella sua globalità, quale la scuola continua a rimanere, nonostante tutto.  8 marzo 2024 


[1] Senato della Repubblica –  Dossier XIX Legislatura – Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione A.C. n. 1665

[2] Il caso INVALSI, preparazione proporzionale al reddito? Uno sguardo complessivo Di Andrea Maggi – 17/08/2022 Tuttoscuola 

L’Alleanza educativa nel nuovo millennio

L’Alleanza educativa nel nuovo millennio

di Bruno Lorenzo Castrovinci

In un tempo in cui l’inverno lentamente lascia il posto alle belle giornate primaverili, in cui tra viaggi d’istruzione e vacanze la fine dell’anno scolastico si avvicina, la scuola con le prime giornate di sole si ravviva dal torpore invernale, fatto di libri, interrogazioni e compiti in classe; di prove che hanno messo a dura prova i nostri studenti, presi come sono dal loro tempo adolescenziale, fatto di relazioni, certo, ma anche di tecnologia, che invade le loro giornate dai social media sempre presenti, di videogames e servizi di streaming con le loro accattivanti serie tv!

Per un uomo di scuola, oggi, sia egli docente, collaboratore scolastico o dirigente, comprendere questo nuovo tempo scandito dalla tecnologia, con i problemi adolescenziali di ieri, a cui si aggiungono quelli di oggi, e si amplificano come in una grande cassa di risonanza nei vari gruppi social in cui il testo scritto diventa messaggio di relazione, ma a volte anche di disperazione, soprattutto per chi non riesce a confrontarsi con l’altro, o che si discosta dal pensare e fare comune, non sempre risulta semplice.

E’ proprio in questa complessa cornice che si inseriscono le relazioni, docente discente e scuola famiglia, caratterizzate spesso da un profonda collera, a volte esistenziale, in quanto la vita segna ad ogni età e, a volte, oltre alla felicità e alla serenità si è portata dietro la speranza, che ha caratterizzato la nostra gioventù.

Ricordate, per chi li ha vissuti, quei lontani anni ‘80 e ’90, quando per un ragazzo era tutto possibile? Ogni sogno, ogni progetto di vita era lì ad aspettarlo, tutto dipendeva allora dall’impegno che ci avrebbe messo per realizzarlo, per arrivare a determinarsi e, di conseguenza, rideterminare una società che si prospettava accogliente, aperta, e ricca di opportunità.

In un tempo come il nostro diventano fondamentali dunque sia l’alleanza scuola famiglia, sia la capacità di ascolto, di relazione, di risoluzione dei conflitti, di saper orientare per determinarsi e scegliere con passione un futuro possibile, che valorizzi i propri talenti e che renda possibili i propri sogni.

L’alleanza tra scuola e famiglia, in un’epoca caratterizzata da sfide sociali, culturali e tecnologiche in rapido mutamento, costituisce quindi un pilastro fondamentale nel processo educativo dei giovani. Si configura, pertanto, quale essenziale collaborazione non solo per promuovere il successo accademico degli studenti, ma anche per supportare il loro benessere emotivo e psicologico. Il disagio adolescenziale, che può manifestarsi attraverso ansia, depressione, isolamento sociale, difficoltà comportamentali o problemi di apprendimento, è infatti una questione complessa che richiede un approccio olistico e integrato.

Diventa oggi più che mai importante, oltre l’alleanza Scuola-Famiglia, l’ascolto dei giovani, da parte degli insegnanti e delle donne e uomini di scuola per un’ alleanza  che si basi proprio sul principio secondo cui educatori e genitori lavorino insieme in modo proattivo e costruttivo per il bene degli studenti. Tale partnership può assumere varie forme: la comunicazione regolare, incontri di genitori-insegnanti, partecipazione a eventi scolastici e supporto a casa. La ricerca ha dimostrato che quando famiglie e scuole lavorano insieme, gli studenti mostrano miglioramenti non solo nelle prestazioni scolastiche e nell’apprendimento, ma anche nel comportamento e nell’adattamento sociale.

Le sfide nell’attuare un’efficace alleanza scuola-famiglia includono barriere linguistiche, differenze culturali, limitazioni di tempo e risorse, nonché varie concezioni del ruolo educativo. Tuttavia, l’adozione di tecnologie educative, come piattaforme di apprendimento online e sistemi di comunicazione digitale, offre nuove opportunità per facilitare questa collaborazione ed è fondamentale che scuole e famiglie si impegnino in un dialogo aperto e continuo, stabilendo obiettivi comuni e strategie condivise per affrontare le sfide.

C’è da dire poi che l’alleanza tra scuola e famiglia gioca un ruolo cruciale nel riconoscere e affrontare il disagio adolescenziale. La scuola può fornire un ambiente di supporto che promuove la salute anche psicologica, inclusa la disponibilità di consulenti scolastici e programmi di educazione emotiva. Parallelamente, le famiglie possono sostenere gli sforzi della scuola mantenendo una comunicazione aperta con gli insegnanti e monitorando il benessere dei propri figli. Diventa essenziale intervenire precocemente quando emergono segni di disagio, collaborando con professionisti della salute quando necessario.

Sostenere lo sviluppo integrale degli studenti, in particolare nel contesto delle sfide del disagio adolescenziale, richiede quindi una collaborazione efficace, insieme a impegno, flessibilità e rispetto reciproco. Attraverso un lavoro congiunto, scuole e famiglie possono creare un ambiente che non solo promuove il successo accademico ma anche il benessere emotivo e sociale degli adolescenti, preparandoli ad affrontare le sfide future con resilienza e fiducia.

Il ministero dell’Istruzione e del Merito ha fatto molto in questa direzione, non solo sotto il profilo normativo, ma stanziando anche risorse allo scopo.

Dalle azioni di prevenzione e contrasto alla dispersione scolastica del D.M. 170/2022 al D.M. 328/2022, con le nuove linee guida per l’orientamento, lo scopo era di creare l’alleanza tra le nuove generazioni e la scuola, aiutando la famiglia nel difficile ruolo di educatore, in tempi difficili, in cui a volte la relazione e l’ascolto risultavano deficitari. Ideare al contempo strumenti per la lotta alla dispersione implicita ed esplicita e per ridurre il triste fenomeno dei NEET, cioè dei giovani che non sono impegnati in attività di istruzione, lavoro o formazione, fenomeno quest’ultimo che può avere diverse cause, tra cui difficoltà economiche, mancanza di opportunità o motivazione, problemi di salute o di altro tipo.

Nonostante l’impegno, le misure adottate stanno mostrando delle criticità, poichè, pur essendo valide, i giovani studenti vedono nell’essere considerati fragili una discriminazione, e disertano o partecipano controvoglia ai percorsi di orientamento e riorientamento motivazionali, a differenza degli sportelli di ascolto psicologici presso cui è invece l’alunno che manifesta in pieno anonimato la volontà di farsi seguire da degli specialisti e che nel tempo sono risultati efficaci o, ancora, gli sportelli dedicati al recupero degli apprendimenti, ma allo stesso tempo anche all’orientamento e al riorientamento scolastico.

Sarebbe stato opportuno allora, e oggi lo diventa sempre di più, l’istituzione di un servizio psicologico in ogni scuola, destinato agli studenti, alle famiglie e al personale della scuola.

Servizi in grado di risolvere e appianare conflitti, oltre che aiutare gli studenti a migliorare il proprio percorso di studio, magari attraverso percorsi guidati di metacognizione utili ad acquisire un buon metodo di studio; servizi dedicati a migliorare le relazioni tra scuola e famiglia, attraverso l’ascolto ma anche percorsi mirati a costruire una comunità.

Pur lodevole negli intenti la proposta di  ridare autorevolezza agli insegnanti, istituendo una pena pecuniaria per chi non ne rispetta il ruolo; la norma, se approvata, difficilmente sarà applicata in quanto la misura inasprirebbe ulteriormente i rapporti scuola famiglia, distruggendo quell’alleanza necessaria per creare comunità.

Dopotutto il mancato rispetto del ruolo, docente o dirigente, ma anche personale scolastico in generale, nasce da conflitti irrisolti, che iniziano in classe e poi, non trovando soluzione, esplode in episodi che a volte mettono a rischio l’incolumità personale tra le parti.

Riconoscere e risolvere il conflitto sia a livello personale sia lavorativo richiede un approccio molteplice e strategico, necessario per ripristinare una buona relazione alla base dell’alleanza scuola famiglia. La gestione dei conflitti è infatti un processo dinamico e richiede un approccio olistico per essere affrontata efficacemente. Uno dei punti cardine di questa gestione è la comunicazione efficace, che implica la capacità di ascoltare attivamente e di esprimere i propri pensieri e sentimenti con chiarezza, senza cadere nella trappola di attacchi personali. L’ascolto attivo non è solo una questione di silenzio mentre l’altro parla, ma di una reale comprensione di ciò che viene detto, dimostrata attraverso feedback e linguaggio corporeo positivo.

La comprensione e l’espressione dell’empatia vanno di pari passo con una comunicazione efficace. Questo significa cercare attivamente di vedere le situazioni dalla prospettiva dell’altro e riconoscere i loro sentimenti come validi, anche se non siamo d’accordo. Tale riconoscimento può disinnescare le tensioni e promuovere un dialogo più aperto e onesto.

Gestire le emozioni è fondamentale, poiché queste possono facilmente prendere il sopravvento e portare a reazioni sproporzionate. Il mantenimento della calma e il riconoscimento dei propri stati emotivi consentono di avere una conversazione più logica e meno carica emotivamente.

Alla base di un dialogo costruttivo risiede la ricerca di soluzioni che benefici entrambe le parti. Il brainstorming congiunto e la negoziazione possono aprire la strada a compromessi soddisfacenti e, talvolta, può essere necessario l’intervento di un mediatore per aiutare a trovare una via di mezzo.

Affinché queste strategie siano efficaci, devono essere stabilite delle regole base, come ad esempio accordi su come gestire i conflitti futuri e un impegno al rispetto reciproco, anche quando si è in disaccordo. Questo stabilisce un terreno comune e delle aspettative chiare per tutti i coinvolti.

L’edificazione di relazioni positive, inclusa la costruzione della fiducia e lo sviluppo di attività condivise, contribuisce a creare un ambiente in cui il conflitto può essere prevenuto o risolto più facilmente. Il team building e le esperienze condivise possono rafforzare la coesione e promuovere una maggiore comprensione reciproca.

Infine, la formazione e l’educazione rivestono un ruolo significativo nel migliorare le abilità sociali e comunicative, nonché nell’inculcare valori di tolleranza, comprensione interculturale e risoluzione pacifica dei conflitti. Corsi, seminari e programmi educativi possono fornire agli individui gli strumenti necessari per gestire i conflitti in modo più efficace.

In conclusione, ridurre i conflitti è un obiettivo complesso che richiede impegno, pazienza e dedizione. Attraverso la comunicazione, l’empatia, la gestione delle emozioni, la ricerca di soluzioni collaborative, la creazione di regole base, lo sviluppo di relazioni positive e la formazione continua, è possibile creare un contesto in cui i conflitti sono non solo gestiti, ma anche prevenuti.

Alleanza del nuovo millennio, quindi, che, come sempre, trova alla base di tutto le relazioni umane e la capacità di saperle gestire, ma che, allo stesso tempo, necessita di una visione e direzione comune di una scuola sempre più comunità, una scuola che ascolta, che accoglie e che ama le giovani generazioni, una scuola capace di ridare la speranza nel domani, e perché no, anche fiducia nei propri sogni per il futuro che verrà.

P. Handke, Infelicità senza desideri

Peter Handke, in fondo all’anima

di Antonio Stanca

   Infelicità senza desideri è un romanzo dello scrittore austriaco Peter Handke. Risale al 1972 e di recente ha avuto una nuova edizione per conto di Guanda Editore nella serie “Narratori della Fenice”. La traduzione è di Bruna Bianchi.

   Handke è nato a Griffen, Carinzia, nel 1942. Nel 2019, quando aveva settantasette anni, ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura dopo che altri riconoscimenti gli erano stati attribuiti. Ora ha ottantadue anni e molto ha fatto durante la lunga carriera di autore. Aveva cominciato giovanissimo, intorno agli anni ’60, e suo primo interesse era stato il teatro, era venuta poi la narrativa, quindi la poesia, la saggistica, la diaristica ed infine la sceneggiatura e la regia. Contrario, ribelle a quanto giungeva dalla tradizione si era mostrato all’inizio sia come drammaturgo sia come scrittore e poeta. Soprattutto riguardo ai modi espressivi, al linguaggio, ci aveva tenuto a sperimentare nuove forme, aveva rinunciato a quelle convenzionali convinto che non erano adatte ad esprimere la profonda interiorità, la segreta intimità dell’animo umano. Altri mezzi, altri sistemi servivano per verità tanto insolite, tanto fuori dal comune. Era giunto a pensare, Handke, che le parole non fossero sufficienti a tale scopo e che più adatti fossero i suoni, i colori, le immagini, le visioni. Da qui il suo amore per il cinema. Sarebbe stato il regista delle riduzioni cinematografiche di alcuni suoi romanzi.

   Col tempo, però, ridurrà questo atteggiamento polemico nei riguardi della tradizione culturale, letteraria o altra, e accetterà, anche se non completamente, quanto da essa proveniva. Il suo spirito, tuttavia, rimarrà inquieto, ribelle. Convinto, ad esempio, sarà sempre che a far sapere dei problemi dell’anima, dei travagli dello spirito nessuno può riuscire meglio di chi li patisce. Da qui la maniera, propria di questo autore, di fare dei personaggi, degli interpreti dei suoi romanzi, del suo teatro, del suo cinema, gli osservatori, i giudici di sé stessi. Sono loro a rivelare, confessare, valutare quanto avviene al loro interno, i propri pensieri, i propri sentimenti, e modo migliore per farli conoscere a chi legge un libro o assiste ad uno spettacolo non sembra possibile all’Handke. Secondo lui è il più autentico, il più convincente e famosi sono diventati così i personaggi di tante sue opere. Possono essere uomini o donne, quel che conta è la pena venuta loro dalla vita, il pericolo nel quale sono andati a finire, i rischi che stanno correndo, l’inutilità dei rimedi. Dei loro drammi vuole far sapere Handke e in un modo quanto mai aderente a quel che è successo o sta succedendo. Così sarà pure in Infelicità senza desideridove la situazione è autobiografica. Quando aveva ventinove anni, nel 1971, Handke aveva perso la madre perché morta suicida. Era rimasto così sconvolto da pensare subito di scrivere dell’accaduto, di ricavarne una narrazione. Lo farà con quest’opera dell’anno successivo, ricostruirà per intero la vita della madre dalle origini, nella Carinzia slovena, alla fine. Comincerà da quando era bambina e finirà quando era diventata madre di quattro figli, dei quali uno alcolizzato come il padre che era in sanatorio, quando aveva cinquantuno anni e continui problemi economici, quando un caso disperato era ormai il suo. Come in altri casi dell’Handke autore anche lei aveva creduto molto nella vita, nella forza d’animo, nella volontà, nel successo. Era convinta che le spettassero situazioni, relazioni, persone di rilievo, lontane dalle ristrettezze, dalla povertà della sua casa. Per questo era andata in città quando era giovanissima. Si era adattata a svolgere lavori molto modesti ma non aveva smesso di nutrire le aspirazioni che le erano proprie, quelle che ora la portavano a partecipare della vita, del movimento intorno a lei, a coltivare amicizie, frequentare locali pubblici, stare in compagnia, fare tardi la sera. Era giovane, era bella, si sentiva animata, spinta dalla situazione che stava vivendo in città, dai posti, dalle persone che frequentava, dai loro discorsi, dai loro modi di fare. Era l’inizio di quella vita che voleva, che non avrebbe mai smesso di perseguire e per la quale avrebbe affrontato qualunque sacrificio considerandolo un ostacolo momentaneo, un arresto provvisorio in quello che doveva essere il suo vero percorso. Succederà, invece, che di ostacoli, di arresti se ne presentino tanti, che diventino molti, che la guastino nel corpo e nello spirito, che la portino a voler stare sola, lontana dal marito, dai figli, ad ammalarsi, a farneticare, a darsi la morte. Diventerà un altro dei tormentati personaggi di questo scrittore e come quelli la si vedrà bisognosa di confessare i suoi dolori, di farli sapere a tutti, di mostrarsi disperata per quanto non aveva ottenuto, delusa, offesa da circostanze che non aveva previsto. Sola era rimasta, spaventata, atterrita, niente aveva avuto di quanto sperato. Nessuna differenza c’era ormai tra il suo stato e quello proprio della morte. Sceglierà questo.

   Neppure come figlio Handke aveva rinunciato a fare da spettatore dei suoi personaggi. Così gli è sembrato di riuscire meglio a dire della vita, di quanto di grave vi può succedere, lo fa dire a chi la vive, fa come in quel cinema che tanto ama.

Disabilità: riunione Osservatori

Mercoledì 6 marzo, dalle ore 10.00, presso la nuova Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei deputati, il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e il Ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli riuniranno in seduta congiunta l’Osservatorio nazionale sulla condizione di vita delle persone con disabilità e l’Osservatorio permanente per l’inclusione scolastica.

L’evento si terrà in occasione del quindicesimo anniversario, il 3 marzo scorso, della ratifica italiana della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità.

La diretta

You(th) and the 2024 European elections

Elezioni europee: un questionario per comprendere il punto di vista dei giovani

Il sondaggio “You(th) and the 2024 European elections”, lanciato oggi dall’Agenzia Erasmus+ INDIRE, è aperto fino al 10 giugno


Firenze, 5 marzo 2024 – Un sondaggio rivolto ai giovani cittadini europei per comprendere il loro reale interesse sulle questioni dell’Europa. Ma soprattutto, un questionario per conoscere a fondo le loro necessità e proporle con fermezza per l’agenda politica europea. 

Con questo obiettivo, l’Agenzia nazionale Erasmus+ INDIRE, nell’ambito del progetto PEACE, acronimo di Participation Erasmus Alumni for Civic Engagement, lancia oggi una ricerca internazionale attraverso il questionario You(th) and the 2024 European elections, in vista delle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, in programma dal 6 al 9 giugno 2024. 

Il breve sondaggio, che richiede solo 8-10 minuti di tempo, è rivolto ai giovani europei dai 16 ai 35 anni di età per comprendere il loro punto di vista, e resterà disponibile fino al 10 giugno 2024La partecipazione è su base volontaria e completamente anonima.

Tra i temi chiave del questionario le questioni giovanili, come i problemi abitativi dei ragazzi europei, la disoccupazione e la precarietà nel mercato del lavoro, oltre all’aumento del costo della vita, ma anche quello che i giovani pensano sulle elezioni europee e sull’Unione europea.

Il sondaggio, in lingua inglese, è stato sviluppato da Paul Blokker, professore di Sociologia Politica presso Alma Mater Studiorum, Università degli studi di Bologna, insieme a un gruppo di ricercatori.

La scadenza per partecipare alla ricerca e rispondere al questionario è il 10 giugno 2024.
I risultati del survey faranno parte del prossimo report dedicato alla Partecipazione civica dei giovani, pubblicato all’interno del progetto PEACE. 

Link per rispondere al sondaggioYou(th) and the 2024 European elections
https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSckrzI99VCYS_kNr5tpeOdbkxpa67EN7eSk6dk3UfnvDQQNoQ/viewform

Cos’è il progetto PEACE

PEACE è una attività di cooperazione a lungo termine dedicata alla Partecipazione civica (priorità trasversale del Programma) che promuove l’impegno civico e la partecipazione alla vita democratica dei giovani in Europa, e più in generale dei partecipanti al Programma Erasmus+. PEACE è un progetto coordinato dall’Agenzia Erasmus+ INDIRE e realizzato in cooperazione con le Agenzie nazionali di 11 paesi, ovvero Francia, Spagna, Lussemburgo, Germania, Belgio, Romania, Portogallo, Svezia, Lettonia, Irlanda e Repubblica Ceca. 

Maggiori info: https://www.erasmusplus.it/iniziative/peace/

La valutazione partecipativa o come apprendimento

La valutazione partecipativa o come apprendimento

di Pietro Boccia

Per quanto concerne la valutazione è da considerare che essa nella storia della scuola ha avuto connotazioni diverse, in base alla visione educativa della società. Sicuramente si è affermata, come modalità di monitoraggio e di controllo, quando lo Stato ha incominciato a erogare istruzione. Storicamente la scuola italiana, nel campo della valutazione, ha attraversato tre fasi, vale a dire: autoritaria e selettiva, democratica ed egualitaria, equa e inclusiva.

La prima (autoritaria e selettiva) è la fase nella quale la valutazione è stata misurazione delle conoscenze attraverso i voti. Il rapporto educativo è stato, in tal caso, un paradigma selettivo, impostato, a livello didattico, sui programmi ministeriali e a livello psicologico sullo stimolo/ risposta (comportamentismo). La seconda (democratica e egualitaria) è la fase che inizia negli anni Sessanta del Novecento e introduce il paradigma dell’uguaglianza delle opportunità educative all’interno della società. Non è più sufficiente valutare le conoscenze ma bisogna anche considerare le abilità, concentrando l’attenzione sugli allievi. A livello didattico ai programmi ministeriali si accompagna la programmazione, elaborata dai docenti sui bisogni degli studenti, e a livello psicopedagogico chi apprende acquisisce centralità e diventa attivo (cognitivismo-attivismo).

In tale fase già si ha la necessità di stabilire che l’apprendimento non può essere misurato con un voto ma deve essere descritto (Art. 4 della Legge n. 517/1977). L’ultima, quella equa e inclusiva, è la fase, nella quale ogni allievo deve essere costruttore della propria conoscenza (psicologia e pedagogia del costruttivismo) per diventare, attraverso l’acquisizione dei contenuti, delle abilità e delle competenze, autonomo e responsabile. A livello didattico, lo Stato, all’avvento del Regolamento dell’autonomia (DPR n. 275/1999 e della riforma costituzionale (Legge n. 3/2001), non può più imporre i programmi ministeriali con la relativa programmazione delle singole istituzioni scolastiche, ma stabilire soltanto i livelli essenziali di prestazione attraverso le Indicazioni nazionali e le Linee guida.

Con la terza fase, la valutazione non può più immaginare di poter misurare solo gli apprendimenti, ma deve anche promuovere l’autovalutazione, facendo acquisire ad ognuno la consapevolezza critica non solo della propria identità, dell’autonomia e delle competenze ma anche della cittadinanza attiva. La valutazione diventa, così, un processo dinamico e circolare, che implica la padronanza consapevole della progettazione educativa e didattica; essa precede, accompagna e segue tutto il percorso dell’acquisizione delle conoscenze, delle abilità e delle competenze. L’atto valutativo, come processo, esplicita, in maniera permanente, una valenza formativa attraverso l’osservazione, il riconoscimento e la valorizzazione degli apprendimenti acquisiti, a livello formale, non formale e informale.

Il comma 4 dell’art. 2 del DPR. n. 249/1998 stabilisce che lo studente ha diritto alla partecipazione attiva e responsabile alla vita della scuola. I dirigenti scolastici e i docenti, con le modalità previste dal regolamento di istituto, attivano con gli studenti un dialogo costruttivo sulle scelte di loro competenza in tema di programmazione e definizione degli obiettivi didattici, di organizzazione della scuola, di criteri di valutazione, di scelta dei libri e del materiale didattico. Lo studente ha, inoltre, diritto a una valutazione trasparente e tempestiva, volta ad attivare un processo di autovalutazione che lo conduca a individuare i propri punti di forza e di debolezza e a migliorare il proprio rendimento. Per tale motivo la valutazione, oltre ad essere diagnostica o iniziale, formativa o per l’apprendimento e sommativa o dell’apprendimento, deve essere partecipativa o come apprendimento, coinvolgendo l’intero gruppo o classe e gli allievi, soggetti a verifica su tutti gli argomenti progettati e svolti nel curricolo, al processo dell’attribuzione della valutazione del docente. Nell’attuare tale metodologia, ho dovuto personalmente constatare l’obiettività nell’attribuire la valutazione sia delle classi, interessate e attente durante la verifica, sia degli allievi coinvolti. Una valutazione, intesa in tal modo, nella sua articolazione:

  • attiva le azioni di progettazione da intraprendere per perseguire gli obiettivi di apprendimento e per sviluppare le competenze (valutazione iniziale o diagnostica);
  • orienta e regola le azioni per permettere di documentare a chi apprende lo sviluppodell’identità personale, concorrendo all’apprendimento permanente e al successo formativo (valutazione in itinere e formativa o per l’apprendimento). “La valutazione – è scritto nella Certificazione delle competenze della Nota ministeriale n. 312/2018 per il primo ciclo ma validissima anche per il secondo ciclo – diventa formativa quando si concentra sul processo e raccoglie un ventaglio di informazioni che, offerte all’allievo, contribuiscono a sviluppare in lui un’azione di autorientamento e di autovalutazione”;
  • promuove, in base all’art. 1 del D.lgs. n. 62/2017, al DPR n. 122/2009 e all’art. 4 del DPR n. 249/1998, riformato dal DPR n. 235/2007 con l’introduzione all’art. 5 bis del Patto educativo di corresponsabilità, l’autovalutazione, attraverso una valutazione autentica, e, pertanto, la partecipazione attiva di chi apprende, facendo assumere a ciascuno consapevolezza critica in relazione all’acquisizione del successo formativo (valutazione partecipativa o come apprendimento).

Gli allievi, supportati da chi insegna, devono gradualmente assumere, con un approccio metacognitivo, la competenza personale, sociale e la capacità di imparare a imparare dell’Unione europea (22 maggio 2018) per valutare con equilibrio gli altri e se stessi (autovalutazione);

– favorisce il bilancio critico sulle azioni operate e condotte a termine per regolare e migliorare l’apprendimento (valutazione sommativa o dell’apprendimento).

La valutazione sommativa o dell’apprendimento, nella sua dinamicità e nella circolarità, è, come processo, la base per un nuovo apprendimento e, quindi, è anch’essa formativa.

La valutazione diventa, in tal modo, un processo, che, nel coinvolgimento di tutti gli attori della comunità scolastica, sicuramente migliora gli apprendimenti e concorre al successo formativo. Il valutare esige, però, saper progettare.

 La progettazione è, oggi, uno strumento indispensabile nelle istituzioni scolastiche. Fino a poco tempo fa nella scuola superiore è mancata totalmente una cultura della progettazione. Alla fine degli anni Ottanta del Novecento l’insegnamento, in Italia, ha incominciato a subire un forte cambiamento, passando dalla logica dei programmi ministeriali a quella della progettazione organizzativa, educativa e didattica.

La legislazione scolastica già nel 1974 con i “Decreti delegati” aveva in ogni modo prospettato che:

  • la progettazione organizzativa deve essere varata, a ogni livello, dagli Organi collegiali,per agevolare il funzionamento delle scuole e per rendere più flessibile e più proficua l’attività d’insegnamento e quella di apprendimento (co. 1);
  • la progettazione educativa deve anche fissare le finalità e gli obiettivi del processo formativo.

A tal proposito, il d.P.R. n. 416 del 31 maggio 1974, all’art. 4, recita che il Collegio dei docenti deve elaborare e curare la progettazione “dell’azione educativa anche al fine di adeguare, nell’ambito degli ordinamenti della scuola stabiliti dallo Stato, i programmi d’insegnamento alle specifiche esigenze ambientali e di favorire così il coordinamento interdisciplinare. Esso esercita tale potere nel rispetto della libertà d’insegnamento garantita a ciascun insegnante” (co. 2).

La progettazione didattica riguarda, invece, le singole discipline nella loro peculiarità ed è elaborata e varata, per le sue implicazioni interdisciplinari, dal Consiglio di classe (co. 3).

Ogni forma di progettazione dovrebbe rendere protagonisti del processo educativo e formativo non solo gli insegnanti/docenti, ma anche gli allievi e il territorio. Essa dovrebbe, perciò, comportare che ogni insegnante/docente conosca il territorio in cui è inserito e opera l’allievo, sia per comprenderne la situazione delle condizioni di partenza sia per stabilire, da un lato, le finalità e gli obiettivi educativi e formativi e, dall’altro, le necessarie metodologie, i sussidi, le risorse e le disponibilità umane, psicologiche e intellettive; è, in tal modo, che si potrebbero rendere proficui ed efficaci l’insegnamento e l’apprendimento. La progettazione, elaborata e governata dagli Organi collegiali, implica, quindi, continui controlli e verifiche e, con opportune rettifiche, anche eventuali adattamenti. Bisogna, pertanto, scandirla in alcune fasi:

  • analisi della situazione di partenza;
  • scelta degli obiettivi di apprendimento per lo sviluppo delle competenze;
  • scelta e organizzazione delle conoscenze e delle abilità di apprendimento per lo sviluppodelle competenze;
  • scelta dei metodi per l’acquisizione degli obiettivi di apprendimento per lo sviluppo dellecompetenze;
  • verifica dei risultati, attribuzione dei punteggi nelle prove, valutazione degli apprendimentie certificazione delle competenze.

 L’analisi della situazione di partenza consiste in un rigoroso accertamento dei prerequisiti (già in possesso o potenziali) degli allievi. Essa, perciò, è la fase che esige un sistematico impegno di organizzazione, di ricerca e di analisi dei dati riguardanti le condizioni e le variabili che concorrono, nella scuola, a individuare e a definire, in modo globale, la situazione educativa. Le condizioni e le variabili che intervengono nella situazione di partenza devono essere analizzate e classificate preliminarmente.

   Il Consiglio di classe e i singoli insegnanti dovrebbero conoscere, per fare una progettazione adeguata, i seguenti elementi:

  1. Il territorio e l’ambiente extrascolastico in cui vive l’allievo.
  2. L’ambiente familiare di ogni allievo, come i livelli di scolarità, la caratterizzazione socialee culturale, gli stili educativi dominanti (autoritarismo, permissivismo, rapporto dialogico) e l’atteggiamento d’interazione scuola-famiglia oppure di non partecipazione e di disinteresse.
  3. L’ambiente educativo e l’organizzazione scolastica, ovvero la scuola dovrebbe diventareun ambiente educativo accogliente e rispondente alle esigenze formative della società attuale (aule adeguate, laboratori, biblioteche, cineteche, videoteche, ludoteche e così via).

Bisognerebbe conoscere anche i prerequisiti cognitivi e socio/affettivi di ogni singolo allievo, affinché si possa impostare una progettazione del curricolo che rispecchi pienamente la situazione. I prerequisiti cognitivi sono rappresentati non solo dalle conoscenze, già in possesso degli allievi (prerequisiti di apprendimento), e dalle abilità comunicative (codici linguistici), ma anche dalle modalità personali di acquisire conoscenze (stili cognitivi).

I prerequisiti socio/affettivi sono, invece, rappresentati sia dai livelli di aspirazione e d’interesse degli allievi nell’apprendimento, che dalla loro capacità di instaurare rapporti di relazione empatica con gli insegnanti e con gli altri elementi della classe. Solo dopo aver analizzato, con la somministrazione dei test d’ingresso, la situazione di partenza dei singoli allievi e dell’intera classe attraverso la valutazione diagnostica, si può, dunque, passare alla seconda fase: scelta degli obiettivi di apprendimento e dei traguardi per lo sviluppo delle competenze.

L’impianto del sistema degli istituti professionali è diretto alla promozione di un insieme di competenze descritte nel profilo educativo, culturale e professionale sia generale, sia relativo ai singoli indirizzi. Per quanto riguarda il biennio iniziale, vengono assunte, per la parte comune, le competenze incluse nell’impianto normativo riferibile all’obbligo di istruzione. Tale quadro di riferimento sollecita la progettazione e l’attuazione progressiva di una coerente pratica didattica. A questo fine vengono proposti alcuni criteri di riferimento. Una competenza si manifesta quando uno studente è in grado di affrontare un compito o realizzare un prodotto a lui assegnato, mettendo in gioco le sue risorse personali e quelle, se disponibili, esterne utili o necessarie. Naturalmente la natura del compito o del prodotto caratterizza la tipologia e il livello di competenza che si intende rilevare. Questo può essere più direttamente collegato con uno o più insegnamenti, oppure riferirsi più direttamente a un’attività tecnica e/o professionale. Comunque, esso deve poter sollecitare la valorizzazione delle conoscenze, delle abilità apprese e delle altre caratteristiche personali in maniera non ripetitiva e banale. Il livello di complessità e di novità del compito proposto rispetto alla pratica già consolidata determina poi la qualità e il livello della competenza posseduta.

 La scelta degli obiettivi di apprendimento e dei traguardi per lo sviluppo delle competenze è una fase di fondamentale importanza per la progettazione del curricolo. Bisogna individuare con essa, tenendo conto delle indicazioni ministeriali, quali risultati di apprendimento gli allievi dovrebbero, in modo misurabile, raggiungere. Gli obiettivi educativi s’intersecano anche con le finalità formative di un’intera comunità scolastica. Essi rappresentano l’orizzonte e la prospettiva entro cui l’istituzione scolastica intende muoversi e compiere le sue scelte.

 Gli obiettivi didattici rappresentano, invece, la concreta acquisizione di conoscenze, di abilità, di competenze e di comportamenti, che l’allievo, durante il percorso educativo, dovrebbe realizzare e raggiungere nell’ambito dell’area disciplinare. Essi dovrebbero non solo essere permanentemente osservabili e misurabili, ma, in base alla sequenza di apprendimenti, anche immediati, intermedi e terminali. È, così, che tali obiettivi potrebbero assolvere la funzione di orientamento delle scelte programmatiche e di predisposizione a favore di eventuali piani di interventi integrativi e di recupero. Potrebbero anche permettere di progettare i percorsi didattici in modo tale da adeguare a essi non solo contenuti e metodi, ma anche tecniche di verifica e di valutazione.

 L’articolazione dell’insegnamento in conoscenze e abilità deve essere determinata come orientamento per la progettazione didattica del docente in relazione alle scelte compiute nell’ambito della progettazione collegiale del Consiglio di classe. I contenuti, per realizzare gli obiettivi di apprendimento e dei traguardi per lo sviluppo delle competenze, dovrebbero essere scelti e organizzati, tenendo conto dell’analisi della situazione di partenza della scolaresca. Cercare di far acquisire i contenuti di una disciplina, complessivamente più elevati del livello delle capacità di apprendimento della classe, è antieconomico. I risultati, alla fine dell’anno scolastico, non verrebbero, in tal modo, raggiunti e il tempo sarebbe stato vanamente trascorso. Cercare di far apprendere, poi, i contenuti del curricolo che sono al di sotto del livello delle capacità e delle potenzialità della classe è antieducativo.

Negli allievi si abbasserebbe il livello di motivazione allo studio. Il miglior modo per ottenere i risultati positivi e per raggiungere gli obiettivi didattici e educativi programmati, nonché i traguardi per lo sviluppo delle competenze, è, quindi, una scelta intelligente dei contenuti previsti dal curriculum della disciplina. I contenuti dovrebbero essere anche organizzati in una struttura connettiva, altrimenti con molta probabilità sarebbero dimenticati facilmente: una serie sconnessa di fatti e di informazioni ha una breve durata. Tali fatti e informazioni dovrebbero, per rendere più efficace la memorizzazione, essere organizzati in principi e in idee, da cui potrebbero, in un secondo momento, essere ripresi attraverso il processo di deduzione. Tutti gli argomenti del curriculum dovrebbero avere, dunque, una loro coerenza e una loro struttura. È, in tal modo, che si ha un feedback capace di conferire a tutti i contenuti trasparenza e semplicità.

 Scegliere e organizzare i metodi per l’acquisizione degli obiettivi di apprendimento e dei traguardi per lo sviluppo delle competenze, nella progettazione per il curricolo, dovrebbe significare una corretta impostazione nel saper individuare un procedimento metodologico; questo dovrebbe soprattutto tener conto, all’interno della classe, della diversità tra gli allievi

Non si può, comunque, tralasciare l’attività della didattica laboratoriale e prescindere dal metodo dell’apprendimento cooperativo. Dire metodo, quindi, vuole significare adeguamento. Tramite un metodo adeguato chi insegna, infatti, potrebbe interpretare correttamente i bisogni di un allievo o di una classe e commisurare, così, all’uno e all’altra i contenuti della disciplina che insegna.

 Siccome gli obiettivi di apprendimento e dei traguardi per lo sviluppo sono osservabili e misurabili, allora le verifiche dei risultati raggiunti in un percorso del curricolo educativo saranno fatte in itinere non solo per certificare le competenze ma anche per colmare eventuali criticità e per modificare, correggere e integrare, quando i risultati non sono adeguati alla progettazione, alcuni interventi didattici. Esse possono essere fatte per accertare gli obiettivi sia con le tradizionali interrogazioni sia con prove oggettive (test).

 La valutazione per l’attribuzione dei punteggi nei test di verifica è una prova pedagogica non solo per orientare ma anche per costruire in itinere la progettazione. Essa, poiché ha una valenza diagnostica e una funzione formativa, è uno degli strumenti fondamentali affinché possano essere messe a disposizione dell’allievo le risorse necessarie, che gli permetteranno di raggiungere pienamente gli obiettivi di apprendimento programmati nel curricolo. La valutazione, perciò, non dovrebbe essere considerata soltanto come un momento della progettazione, ma come un processo, scandito in tappe, che si concluderà, senza alcuna sorpresa per l’alunno, alla fine dell’anno scolastico, con la certificazione delle competenze e con un atto valutativo finale.

 Il docente, così, attraverso le quotidiane verifiche, potrebbe controllare il conseguimento degli obiettivi di apprendimento e intervenire, se necessario, in ogni momento, per recuperare eventuali carenze; anche l’alunno, poi, attraverso l’autovalutazione, potrebbe verificare continuamente il proprio andamento didattico e di apprendimento. Anzi, gli allievi non sarebbero costretti a vivere così la valutazione come un’operazione puramente fiscale, ma come un loro processo formativo. Nel processo valutativo è, infine, significativo, per rendere l’attività educativa qualitativamente migliore, il clima di fiducia nel rapporto interpersonale tra gli insegnanti/docenti e gli allievi. Per l’attribuzione, nelle prove, dei punteggi alle risposte non ci sono regole assolute, ma esistono, tuttavia, alcune indicazioni operative, che possono essere utilizzate.

La verifica e la valutazione del successo formativo (apprendimento formale, non formale e informale) conducono alla certificazione delle competenze e si conseguono con le prove semistrutturate (saggio breve, rapporto di ricerca, riassunto, simulazione di contesto, a domande strutturate, colloquio strutturato, compiti di realtà o autentici, osservazioni sistematiche e biografie cognitive), impiegando rubriche di valutazione.

La prova maggiormente impiegata, per certificare le competenze, è il compito di realtà o autentico; questo prevede che gli allievi costruiscano il loro sapere in modo attivo e in ambienti sia reali sia complessi, dimostrando di possedere autonomamente e responsabilmente una determinata competenza.

Nel percorso che ha come esito finale la certificazione delle competenze, i docenti tengono, come processi, presenti la verifica e la misurazione (calcolare gli errori ed esprimere un voto), la valutazione (esame della prova riepilogativa e conclusiva di uno studio e di una ricerca attiva – giudizio) e la certificazione, che è, invece, come risultato finale del processo, un attestare l’esito di un lungo periodo di osservazioni sistematiche (attestato).

Le competenze sono, perciò, significative (Ausubel parla di apprendimento significativo), persistenti (apprendimento stabile e reimpiegabile) e trasferibili (la conoscenza che non si riesce a convertire in strutture concettuali non è praticamente utilizzabile). L’apprendimento per competenze si attua, inoltre, con una didattica laboratoriale e attiva, in altre parole con un docente che “non faccia lezione”, ma che predisponga le attività di apprendimento.

Verificare i risultati raggiunti, dal momento che gli obiettivi sono osservabili e misurabili, è un atto basilare che viene svolto durante un’attività “in itinere”; deve avvenire con il coinvolgimento attivo, attraverso il lavoro di gruppo e la discussione partecipata, della classe o gruppo classe. Tale atto non solo permette di colmare eventuali lacune, ma anche di cambiare, migliorare e perfezionare, quando i risultati non sono adeguati agli obiettivi dell’attività progettata, alcuni interventi didattici.

Il raggiungimento dei requisiti viene documentato con prove oggettive (test di verifica e così via). Dopo aver corretto i test e stabilito una griglia oggettiva per la correzione, si passa, coinvolgendo gli allievi nella discussione partecipata sulle risposte corrette e su quelle sbagliate, alla valutazione, che viene espressa in decimi. Il valutare è una prova pedagogica, utile non solo per orientare ma anche per riformulare, se è necessario, la progettazione. Esso è un atto, che, poiché ha tanto una valenza diagnostica quanto una funzione formativa, diventa uno degli elementi fondamentali, affinché possano essere messe a disposizione dell’allievo le risorse necessarie, atte a far raggiungere gli obiettivi progettati.

La valutazione non va, perciò, pensata soltanto come un momento della progettazione educativa e didattica, elaborata all’inizio dell’anno, ma anche come un processo “in itinere” (formativo e per l’apprendimento), scandito in tappe, che possa concludersi, senza alcuna sorpresa per gli allievi, alla fine dell’anno scolastico, con un atto valutativo finale (sommativo o dell’apprendimento). Con la verifica e la valutazione, viene accertato e avvalorato il conseguimento degli obiettivi didattici progettati; nello stesso tempo, l’una e l’altra offrono la possibilità d’intervenire, se necessario, in ogni momento delle attività scolastiche, per recuperare eventuali carenze; gli allievi poi, attraverso la valutazione, verificano continuamente il loro andamento didattico e si autovalutano. Anzi, ognuno non sarebbe, in tal modo, costretto a vivere la valutazione come un’operazione solamente fiscale, ma come un processo formativo.

Nel processo della valutazione diventa anche sintomatico, per rendere l’attività educativa qualitativamente migliore, il clima di fiducia, che s’instaura in un rapporto interpersonale tra il docente e il discente. In sintesi, la verifica, la valutazione e la certificazione delle competenze (Legge n. 169/2008, DPR n. 122/2009, D.lgs. n. 62/2017, O.M. n. 172/2020) sono tappe diverse, ma interconnesse. Il certificare le competenze implica saperle valutare; il valutare implica la capacità di verificare adeguatamente gli apprendimenti; la verifica degli apprendimenti implica una corretta e adeguata progettazione.

Il verificare significa, infatti, accertare in che misura sono stati raggiunti gli obiettivi degli apprendimenti progettati. La valutazione è, invece, un processo dinamico, che precede, accompagna e segue tutto il percorso di apprendimento. Essa attiva le azioni da intraprendere (valutazione iniziale o diagnostica), regola le azioni avviate (valutazione formativa o per l’apprendimento), promuove il bilancio critico sulle azioni condotte a termine (valutazione sommativa o dell’apprendimento), fa assumere consapevolezza critica e responsabilità sulle proprie azioni (autovalutazione o valutazione come apprendimento).

La verifica e la valutazione del successo scolastico (apprendimento formale) si realizzano con prove strutturate (Vero/falso, corrispondenza, completamento, a scelta multipla, a risposta multipla, sequenza logica), utilizzando griglie. Bisogna, poi, avvalersi di griglie di osservazione per valutare l’impegno, l’interesse, la partecipazione e la collaborazione. La griglia deve essere perfezionata e aggiornata con un feedback costante dal docente.

  • Prova strutturata

                                                     Risposta esatta   Astensione      Risposta errata 

         Vero/falso o Sì/No                      + 2                      0                        – 1 

         Risposta strutturata                     + 3                       0                       – 1

         Risposta aperta                 + 5 Risposta sufficiente               – 1 Risposta insufficiente  

  • Griglia di valutazione, relativa a prove strutturate

La verifica e la valutazione del successo formativo (apprendimento formale, non formale e informale) conducono alla certificazione delle competenze e si conseguono con le prove semistrutturate (saggio breve, rapporto di ricerca, riassunto, simulazione di contesto, a domande strutturate, colloquio strutturato, compiti di realtà o autentici, osservazioni sistematiche e biografie cognitive), impiegando rubriche di valutazione.

La prova maggiormente impiegata, per certificare le competenze, è il compito di realtà o autentico; questo prevede che gli allievi costruiscano il loro sapere in modo attivo e in ambienti sia reali sia complessi, dimostrando di possedere autonomamente e responsabilmente una determinata competenza.

  • Rubrica di valutazione analitica, relativa alle prove semistrutturate

                           Livello iniziale          Livello base    Livello intermedio  Livello avanzato

         Metodo di studio        1                             2                              2                             3

Correttezza:                         2                             2                             2                             4

Coerenza logica                   1                             2                             3                             3      

  • RUBRICA di Valutazione sintetica o olistica

I livelli per certificare le competenze, secondo la C.M. n. 3 del 13 febbraio del 2015, sono descritti nel seguente modo:

Iniziale: L’allievo/a, se opportunamente guidato/a, svolge compiti semplici in situazioni note.

Base: L’allievo/a svolge compiti semplici anche in situazioni nuove, mostrando di possedere conoscenze e abilità fondamentali e di saper applicare basilari regole e procedure apprese.

Intermedio: L’allievo/a svolge compiti e risolve problemi in situazioni nuove, compie scelte consapevoli, mostrando di saper utilizzare le conoscenze e le abilità.

Avanzato: L’allievo/a svolge compiti e risolve problemi complessi, mostrando padronanza nell’uso delle conoscenze e delle abilità; propone e sostiene le proprie opinioni e assume in modo responsabile decisioni consapevoli.

La Legge n. 92/2019 e il D.M. n. 35/2020 dispongono che l’insegnamento trasversale dell’Educazione civica (Costituzione, sviluppo sostenibile e cittadinanza digitale) sia oggetto delle valutazioni periodiche e finali previste dal D.Lgs. 13 aprile 2017, n. 62 per il primo ciclo e dal DPR 22 giugno 2009, n. 122 per il secondo ciclo.

I criteri di valutazione deliberati dal collegio dei docenti per le singole discipline e già inseriti nel PTOF dovranno essere integrati in modo da ricomprendere anche la valutazione dell’insegnamento dell’educazione civica.

Il docente coordinatore dell’insegnamento, in sede di scrutinio formula la proposta di valutazione, espressa ai sensi della normativa vigente, da inserire nel documento di valutazione, acquisendo elementi conoscitivi dai docenti del gruppo o del Consiglio di classe cui è affidato l’insegnamento dell’educazione civica. Tali elementi conoscitivi sono raccolti dall’intero gruppo e dal Consiglio di classe nella realizzazione di percorsi interdisciplinari.

La valutazione deve essere coerente con le competenze, abilità e conoscenze indicate nella programmazione per l’insegnamento dell’educazione civica e affrontate durante l’attività didattica.

I docenti e il Consiglio di classe possono avvalersi di strumenti condivisi, quali rubriche e griglie di osservazione, che possono essere applicati ai percorsi interdisciplinari, finalizzati a rendere conto del conseguimento da parte degli allievi delle conoscenze, delle abilità e del progressivo sviluppo delle competenze, previste nella sezione del curricolo dedicata all’educazione civica.

E pluribus unum

E pluribus unum

di Stefano Stefanel

Ci sono tre locuzioni che stanno quasi come “motto” sopra le scuole, perché costituiscono la cornice ovvia entro cui situare l’autonomia funzionale delle scuole italiane: sono le “finalità generali del sistema”, gli “obiettivi generali del sistema formativo”, i “livelli essenziali delle prestazioni”.  Le prime due locuzioni si trovano nel DPR 275/1999 e la terza alla lettera m) dell’art. 117 della Costituzione così come modificato dalla legge costituzionale n° 3 del 2001. Chi sta fuori dal sistema scolastico nazionale può immaginare di trovarsi di fronte ad un libro in cui finalità, obiettivi e livelli essenziali delle prestazioni siano definiti in modo chiaro ed enciclopedico. Tutto numerato e ordinato, con precisi riferimenti normativi, contratti del personale firmati regolarmente di conseguenza, nessuna sovrapposizione o contraddizione. E invece, il sistema si ordina per salti, senza nessun documento che definisca tutto quello che è in vigore e che deve essere applicato (o disapplicato), con anche le modalità di applicazione.

Forse in un momento così convulso, com’è quello attuale, può essere interessante comprendere perché il sistema si sia ordinato in questo modo e non come una semplice enciclopedia che tutti (giudici inclusi) possono, alla bisogna, consultare. Solo quest’anno il sistema scolastico italiano ha licenziato (finora) le Linee guida per l’orientamento,  la nomina dei tutor e del tutor orientatore, il Liceo Made in Italy che convive con Liceo Economico Sociale, dopo che era stato annunciato che l’avrebbe assorbito, il percorso di 4 e non 5 anni per gli Istituti Tecnici su base vocazionale (scelta delle scuole e scelta delle famiglie), lo sviluppo piuttosto senza regole degli ITS, l’attuazione del PNRR, il PNRR sui “divari territoriali”, i D.M. 65 e 66, il personale ata assunto fino a dicembre sul PNRR e poi prorogabile con le modalità decise dal ministero, ma pagato coi fondi delle scuole, il concorso straordinario per dirigenti scolastici aperto a chi ha perso l’ultimo concorso ma ha fatto ricorso e, poi, molto  altro di varia entità. Oltre ai provvedimenti ci sono le quotidiane esternazioni sul ripristino dei voti e poi dei giudizi nella scuola primaria, del voto numerico per il comportamento nella scuola secondaria di primo grado, sulla tutela legale per i docenti aggrediti dagli studenti (non ricordo se c’è anche per chi è aggredito dai genitori e per i dirigenti aggrediti da chiunque), sulle norme sull’occupazione delle scuole da parte degli studenti, sulle classi differenziate per gli stranieri e, anche qui, via enumerando. Una volta questi argomenti venivano trattati uno a biennio e davano vita a manualistiche complesse, piuttosto enciclopediche poi confluite tutte nel testo unico del 1994, di cui sono rimaste ampie tracce, ma che è stato, anche lui, modificato attraverso tagli e incollature. Da ultimo, ma non ultimo, il nuovo contratto dei docenti con modifiche ad anno in corso, il tentativo del ritorno tout court in presenza anche laddove è più efficace ed efficiente lavorare a distanza e poi azioni che si sommano ad altre azioni senza sostituirle. Tutto questo con lo sfondo integratore dell’autonomia differenziata che “ci sia ognun lo dice, dove sia nessun lo sa”. 

Dentro un simile oceano si potrebbe ritenere che il “dividi et impera” sia la base strutturale del sistema scolastico italiano, ma io credo non sia così. Il sogno di ogni Ministro o di ogni Direttore di Dipartimento o di Ufficio Scolastico sarebbe quello di avere tutto sotto controllo, a cominciare dalla rubrica di ciò che va tenuto sotto controllo. E questo, dal punto di vista solo formale ma non sostanziale, è ciò che avviene. Rimane un vulnus costituzionale, laddove l’autonomia delle scuole prevista dalla Costituzione non è tutelata da alcuna possibilità che le singole scuole (in quanto autonomie funzionali dello Stato) possano impugnare un provvedimento ministeriale che sia ritenuto eccessivo rispetto ai poteri statali, che comunque non potrebbero ledere l’autonomia delle scuole costituzionalizzata. Così i limiti dell’autonomia sono definiti in forma unilaterale dallo Stato, attraverso provvedimenti che dichiarano sempre che questa autonomia è fatta salva, anche se spesso a chi lavora nella scuola non pare sia proprio così. Quindi il sistema si muove in forma frammentata e plurale perché manca un’idea generale e condivisa che non sia generica o di parte: si sa, però, che le cose generali poi nei particolari fanno annidare i problemi e che in Italia nessuna parte è mai riuscita a prevalere in maniera definitiva.

Quindi sono molti gli elementi che non permettono l’enciclopedia di finalità, obiettivi e livelli essenziali di prestazione, perché il soggetto titolato ad amministrare decide in autonomia i perimetri senza un reale possibile contraddittorio con chi quell’autonomia ha il diritto di applicarla dentro un quadro normativo certo, non incerto e sempre in evoluzione. Per cui tutto è finalità, tutto è obiettivo, tutto è livello essenziale di prestazione e questo determina una sovrapposizione di note, circolari, decreti ministeriali, ordinanze, leggi, decreti-legge, decreti legislativi, regolamenti, dichiarazioni, proposte, interviste e quant’altro la burocrazia e la politica hanno inventato per complicare le cose semplici. Resta il fatto che nessuno tocca organici, orari, discipline, tempi neppure quando tutto questo diventa obsoleto, stantio e rallentante. L’esperienza del Covid non ha insegnato niente, dato che tutti vogliono tornare al gennaio del 2020, anche a rifare cose che si facevano male a quel tempo e che poi si è dimostrato si possono fare bene in modo totalmente diverso. A tutto questo si somma il fatto che la piramide decisionale non funziona più né a livello di macrosistema, né a livello di micro organizzazione, laddove le risorse e le progettualità provengono da soggetti fuori dalle piramidi ordinarie. Sono nate così le Autorità di gestione e le Autorità di missione, nelle scuole ci sono Animatori digitali, Tutor, Team di progetto. Nascono nuovi nomi (Mentor, Tutor, Facilitatore, Coach) e gli insegnanti si percepiscono non più come centrali, ma tendono, ugualmente, a lavorare come se la centralità fosse rimasta intatta. Così si alimenta la confusione e il Ministro invia circolari prive di valore normativo, mentre l’Autorità di missione condiziona la vita delle scuole dentro finanziamenti epocali. A livello scolastico il collaboratore del dirigente gestisce i quattro soldi delle ore eccedenti, mentre l’animatore digitale può gestire PON e PNRR da centinaia di migliaia di euro. La piramide è crollata, ma tutti la venerano lo stesso. 

Il PNRR viene attuato dallo Stato attraverso performance decise dall’Unione Europea ma operativamente attuate dalle scuole. La performance più complessa è quella che riguarda la formazione di almeno 680.000 docenti (sono quelli dell’organico di diritto) che sono conteggiati “per testa” e non “per attestato” (se qualche volonteroso docente frequenta dieci corsi di formazione vale sempre uno). Così una questione strategica, un LEP ovvio (docenti formati che forniscono istruzione di qualità), determina un’inondazione di soldi nelle scuole senza una logica di sistema, perché l’obiettivo è difficile da raggiungere dato che l’obbligo di formarsi non c’è (c’è invece un comico/drammatico diritto, che troppi docenti – soprattutto di materie STEM – declinano come diritto non fare formazione, tanto la materia la so già e se gli studenti non imparano è perché non studiano abbastanza).

Per cui spesso non si comprende se la finalità e l’obiettivo del sistema scolastico italiano siano quelli di diminuire la dispersione implicita ed esplicita oppure quella di bocciare di più, perché nel secondo caso il “gravemente insufficiente” alle primarie è un’ottima intuizione, nel primo caso l’anticamera della catastrofe. Però nella narrazione quotidiana ognuno narra quello che vuole e possono stare insieme un sistema scolastico di alto livello e gli ultimi posti nelle rilevazioni OCSE-Pisa, un sistema scolastico che valorizza la matematica e al tempo stesso la certificazione europea del peggior divario di genere in matematica di tutta l’area OCSE, con le ragazze italiane che tendono a non appassionarsi troppo alle STEM. Con la lettura dei fenomeni in atto si certifica, al tempo stesso, che gli insegnanti di matematica italiani sono ottimi e le studentesse di matematica svogliate (e si vede ad occhio nudo che non è così). Se non vogliamo dire che il sistema scolastico italiano propugna il principio di non contraddizione per poi contraddirsi, diciamo almeno che il tentativo di attuare l’e pluribus unum è almeno un po’ velleitario. 

Forse però su una cosa possiamo metterci d’accordo: le “finalità generali del sistema”, gli “obiettivi generali del sistema formativo”, i “livelli essenziali delle prestazioni” dovrebbero essere frasi che, inserite in un motore di ricerca qualsiasi, forniscono un bel testo elencativo ed esplicativo alla portata di tutti e comprensibile da tutti. La somma delle pluralità anarchiche non fa unitarietà di sistema neppure nel mondo delle enneadi di Plotino.