Premio nazionale insegnanti

Scuola, il Ministro Giannini lancia Premio nazionale insegnanti
“I docenti sono determinanti per il futuro del Paese”

L’Italia istituirà un Premio nazionale degli insegnanti. Lo annuncia, con un video, il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, nella giornata della proclamazione del vincitore del ‘Global Teacher Prize’, il premio internazionale divenuto noto come ‘Nobel’ dei docenti.

“Gli insegnanti hanno un ruolo determinante. Il loro compito è la missione più speciale: quella di educare le nuove generazioni a contribuire ad una società migliore”, sottolinea il Ministro.

“Il Global Teacher Prize da alcuni anni porta i diversi Paesi, e quindi la comunità educativa mondiale, a parlare dei temi della scuola e del valore del ruolo degli insegnanti”. Per questo, prosegue il Ministro, “istituiremo in Italia, per la prima volta, primi tra i paesi europei, il nostro Premio nazionale, che si collegherà ai principi che abbiamo inserito nella riforma ‘Buona Scuola’: l’innovazione didattica, la valutazione, la premialità, la necessità di una formazione continua, che è un diritto più che un dovere di tutti coloro che entrano in classe ogni mattina e che hanno nelle loro mani la responsabilità di accompagnare il processo di crescita non solo culturale, ma soprattutto interiore di quelli che diventeranno i cittadini di domani”.

Il Premio nazionale nasce dal Memorandum di Intenti siglato con la Varkey Foundation, organizzazione non-profit ideatrice del Global Teacher Prize che quest’anno ha avuto fra i 50 finalisti anche la docente italiana Barbara Riccardi. Il Premio italiano, come quello internazionale, ha lo scopo principale di accendere i riflettori sulla figura del docente e sul suo ruolo strategico nella società contemporanea. Le candidature per il Premio nazionale saranno aperte in primavera. I docenti non potranno candidarsi da soli ma dovranno essere candidati. Chiunque potrà proporre un nome: un altro membro della comunità scolastica, le famiglie, gli studenti. Una commissione indipendente di esperti di alto livello, individuata dal Miur e dalla Fondazione, sceglierà i 5 vincitori, che riceveranno un budget (50.000 euro al primo, 30.000 agli altri 4) da utilizzare esclusivamente per realizzare progetti all’interno delle loro scuole. Si tratta, infatti, di un premio all’insegnante, ma nell’ottica della valorizzazione del Iavoro in squadra con gli altri docenti e della capacità di innovare la propria comunità scolastica. I 5 docenti parteciperanno al Global Teacher Prize 2017 a cui si potrà comunque accedere anche senza aver preso parte all’edizione nazionale.

L’Italia, attraverso una delegazione guidata dal Miur, ha partecipato attivamente, in questo fine settimana, ai panel e ai dibattiti del “Global Education & Skills Forum” di Dubai, incentrato sul futuro dell’Istruzione e nel corso del quale viene consegnato il Global Teacher Prize. Erano presenti esponenti del Miur, dell’Invalsi, dell’Indire, dell’Università, imprenditori e associazioni impegnati in progetti nel settore dell’istruzione. L’Italia è entrata a far parte anche dell’Alliance for teachers, gruppo di lavoro internazionale che produrrà entro un anno un documento con proposte per la valorizzazione del ruolo del docente nel mondo.

“Concludo congratulandomi veramente e sentitamente con tutti quegli insegnanti, migliaia, che in tutto il mondo hanno aderito a questa edizione del Global Teacher Prize. Anche la nostra candidata italiana ha avuto un ottimo risultato e quindi va anche a lei il mio pensiero. Ma soprattutto il mio pensiero va a tutta la comunità degli insegnanti italiani che dal prossimo anno avranno anche questa occasione per dimostrare il loro attaccamento, la loro dedizione quotidiana alla scuola e quindi allo sviluppo di una società migliore”, chiude Giannini.

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Alcune regole importanti per organizzare in sicurezza i viaggi di istruzione

di Salvatore Amato

Room di Ronald Abrahamson

“Room” un film di Ronald Abrahamson

di Mario Coviello

 

roomUna madre, un figlio/a con i capelli lunghi e una stanza. Un buco con un lucernario, un lavandino, un water senza coperchio, un letto con un comodino e alcuni libri per bambini , tra i quali “ Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carroll.

Jak il bambino e “ Mà “ sono sempre insieme. Di giorno giocano con i gusci di uova e la notte dormono abbracciati . Jak ha visto il sole e la pioggia solo   dal lucernario e tutte le mattine saluta il lavandino, il letto, il pupazzo, come se fossero persone. Vive in un mondo immaginario con la scarsa luce filtrata dall’esterno cui giungono i rumori della natura. I due si separano solo quando” l’uomo cattivo”, “ Old Nick”, irrompe. Allora Jack va nell’armadio e cerca di dormire come gli ha detto la mamma anche se è costretto ad ascoltare .

Tutto è dimesso, provvisorio. Alle pareti della stanza ci sono i disegni di Jak e un cane di peluche e una televisione, che funziona a intermittenza.

Jak festeggia i cinque anni con una torta a cui mancano le candeline e per questo litiga con “ Mà” . Ora è grande e può capire la differenza fra realtà e immaginazione, la stanza e quello che c’è fuori che Jak non ha mai visto. Il mondo esterno è per Jack solo “Old Nick “con le botte e i lividi che lascia sul corpo della madre.

Mà insegna al figlio a fuggire e Jack aiuta la polizia a liberare la madre che il mostro ha sequestrato a 17 anni con la scusa di un cane malato che aveva bisogno di aiuto.

Madre e figlio finalmente fuori, insieme,con la luce che acceca, l’aria, gli alberi.

C’è un preciso cambio di scene, di prospettiva nato dal crollo della “stanza”; le ferite dell’ anima si aprono in tutta la loro violenza nella casa della mamma, nel mondo che non comprende e sfrutta il dolore come mercificazione .
E conosciamo la nonna, abbandonata dal marito che non riesce a guardare negli occhi la figlia stuprata. I due insieme a casa della nonna. Sempre dentro, in spazi più grandi, con le scale così difficili da scendere.

Conquistare l’aria, gli alberi la natura si paga. Si paga con il tentato suicidio della madre, con i capelli lunghi di Jack che “ sono la sua forza” tagliati perché “ è la mamma in clinica dopo il tentato suicidio che ha bisogno di forza”. E Mà torna e insieme escono a passeggio, con un cane vero e un amico che gioca con Jack. Il cerchio si chiude solo quando Jack chiede alla madre di tornare nella “stanza”. Ma la stanza non è più il” mondo” di cinque anni di vita, sofferenza… perché ha la porta sfondata e “ Old Nik” è in prigione…

Mamma e figlio, mano nella mano lasciano per sempre la stanza. La vita per tutti e due è tutta da inventare.

“ Room”, è un film potente, difficile che fa piangere e mette angoscia. E’ un film che scava in ciascuno di noi perché ci chiede come siamo padri, madri….Ci chiede quanto i figli sono “ nostri” e fino a che punto..

E’ un film vero che racconta la difficile risalita verso la vita di una giovane adolescente stuprata che nel figlio ha avuto l’unica forza per sopravvivere, resistere, combattere … fuggire.

Room strazia per il dolore della nonna che ritrova la figlia e conosce il nipote. E impara a parlare, dialogare, giocare con lui.

Il film è Jack, un bambino, il più inconsapevole tanto del male quanto del bene, …. che costruisce il mondo e con fatica e intelligenza conosce e si adegua e trasforma il mondo vero, e le sue regole.

Brie Larson, premio Oscar per la migliore interpretazione femminile per questo film, e Jacob Tremblay si rimbalzano il testimone di una maratona attoriale ad alto tasso di emozione, scegliendo sempre di togliere,senza sottolineare con falsa enfasi. Dal loro legame dipende l’intera impalcatura del film e loro sanno reggerla con grazia e solidità.

Il film è tratto da una storia vera . Nel 2008 si scoprì che l’austriaco Josef Fritzl, ora in carcere a vita, aveva tenuto per 24 anni sua figlia Elisabeth segregata in un bunker dove abusava di lei e dove erano nati sette figli incestuosi. Abrahamson adatta il libro uscito da Mondadori col bel titolo Stanza, letto, armadio specchio  di Emma Donoghue, che è anche la sceneggiatrice di Room – con rispetto e sensibilità, senza mai cedere all’eclatante, al morboso.

Abrahamson ha di fatto diretto due film in uno, diversi nei toni e nel genere eppure legati da un amore indivisibile. Quello di una madre per un figlio e viceversa. Room è tante cose: thriller, avventura, crescita, scoperta, separazione, rinascita, tragedia, guarigione, amore. Il risultato è frutto di cura e sensibilità: la capacità di vedere le cose a misura di bambino, filmandole alla sua altezza, vicine al suo sguardo e al suo sentire, trasformando la prosa delicata della Donoghue in vibrante e densissimo racconto cinematografico che si fa esperienza intima e personale: perché anche noi un giorno abbiamo lasciato la nostra Stanza. E qualcuno, come Mà, la porta sempre con sé.

Punti di appoggio

PUNTI DI APPOGGIO (ARCHIMEDE) di Umberto Tenuta

CANTO 645 I talloni di Achille come punti di appoggio sui quali far leva per garantire il successo formativo ad ogni alunno.

 

Valutare significa scoprire i talloni di Achille dei singoli alunni.

Sono questi i punti di appoggio sui quali far leva per aiutare ogni alunno a raggiungere il suo successo formativo.

Come lo scalatore cerca nella roccia, anche la più dura, il punto adatto per conficcarvi il chiodo, così il docente cerca in ogni alunno il punto debole sul quale far leva per motivarlo ad apprendere.

Ogni essere umano ha il suo tallone di Achille.

Il tallone sul quale far leva, non per ucciderlo, ma per fargli scalare le montagne più alte.

Il bravo docente non è colui che sa di più, ma colui che più sa penetrare nel cuore dei singoli suoi alunni.

Non sono i ragionamenti che muovono gli uomini.

Se così fosse saremmo macchine pensanti.

E nessuno affronterebbe l’avventura della vita!

La storia umana non è stata scritta dalla ragione di uomini grandi, ma dai cuori grandi di piccoli uomini.

Non è stata certamente la ragione a indurre Prometeo a rubare il fuoco agli dei.

E non è stata certamente la ragione a indurre Galilei a scrutare il cielo.

È il cuore il motore delle umane gesta.

Il castigo non serve.

Occorre far leva sui cuori dei nostri alunni.

Tu sei grande, tu sarai più grande!

Tu puoi, quindi riuscirai.

Se gli dite che è un imbecille, dove troverà la forza per rubare al sonno il tempo dello studio?

Temete che si inorgoglisca?

Ma non è forse l’orgoglio la forza che muove tutti gli esseri umani?

Lo sanno bene i grandi condottieri.

Lo sanno bene i grandi allenatori.

La sanno bene i grandi maestri.

Non lo sanno solo coloro che non sono nati per fare il mestiere più nobile che uomo possa fare.

Il mestiere di educatore!

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

Altri saggi sono pubblicati in

www.rivistadidattica.com

E chi volesse approfondire questa o altra tematica

basta che ricerchi su Internet:

“Umberto Tenuta” − “voce da cercare”