Esonero del primo collaboratore del dirigente scolastico

Sen. Stefania Giannini
Ministro per l’Istruzione, Università e Ricerca
Dott. Alessandro Fusacchia
Capo di Gabinetto MIUR
L O R O  S E D I

oggetto: esonero del primo collaboratore del dirigente scolastico. Richiesta intervento urgente.

Come è noto alle SS.LL., il comma 329 articolo unico della legge 190/2014 ha abrogato a far data dal
prossimo 1° settembre l’art. 459 del Testo Unico 297/94. Tale articolo regolava gli esoneri ed i semiesoneri
per i collaboratori del dirigente, in presenza di certi livelli di complessità organizzativa delle
scuole loro affidate.
L’abrogazione è stata disposta, secondo il dettato letterale del comma 329 citato, “a decorrere dal 1º
settembre 2015 e in considerazione dell’attuazione dell’organico dell’autonomia”. Ma le vicissitudini
legate all’approvazione del DdL 2994‐B hanno fatto slittare di un anno l’attuazione dell’organico e con
essa la possibilità di utilizzarne parte per le necessità di organizzazione e coordinamento, fra cui la
sostituzione del primo collaboratore del dirigente.
Si è verificata così una scopertura fra le due norme, che fra l’altro va contro la volontà del legislatore che
aveva scritto la prima fra le due. Ma la conseguenza è che tutte le scuole, ed in particolare quelle che in
precedenza beneficiavano dell’esonero, in quanto più grandi e complesse, si troveranno in gravissime
difficoltà organizzative.
Si aggiunga che la situazione delle reggenze, già critica quest’anno, si aggraverà ancora l’anno prossimo
e che questo determinerà un numero elevato di situazioni in cui un dirigente si troverà a reggere due
scuole senza alcuna possibilità di un supporto da parte di un collaboratore esonerato dall’insegnamento.
Questa organizzazione, che rappresenta in misura maggioritaria i dirigenti scolastici, chiede alle SS.LL. di
porre in opera – nei tempi brevissimi rimasti prima dell’avvio del nuovo anno – ogni misura idonea a
superare il gravissimo problema segnalato. A mero titolo di ipotesi, una tale misura potrebbe consistere
in una norma transitoria, da approvare in poche settimane, che ne àncori l’entrata in vigore a quella
dell’organico dell’autonomia, ripristinando lo spirito originario del legislatore. Un’altra soluzione
potrebbe essere rappresentata dall’assegnazione tempestiva di un’unità di personale in più sull’organico
di fatto alle scuole che siano in possesso dei requisiti previsti dall’abrogato art. 459: misura che
potrebbe essere disposta anche per via amministrativa a valere sulle assunzioni di cui alla fase b)
dell’art. 98. Dovrebbe ovviamente essere garantita anche in tale evenienza la coincidenza fra la classe di
concorso del collaboratore da esonerare e quella del docente “in più” attribuito alla scuola.
Non è ovviamente compito di chi scrive caldeggiare il ricorso ad uno strumento piuttosto che ad un
altro: quel che è certo è che il problema esiste e rischia di compromettere l’avvio e lo svolgimento
dell’anno scolastico, in particolare nelle scuole di maggiori dimensioni, ed in coincidenza con una fase
complessa in cui occorrerà avviare l’attuazione della riforma fra mille resistenze e difficoltà di altra
natura.
Se non si vuole che il debutto della Buona Scuola sia segnato da un’ulteriore difficoltà ed associato agli
inconvenienti organizzativi derivanti da una distrazione del legislatore, è assolutamente necessario
correre ai ripari. Quale sia la misura più efficace ed idonea da assumere è decisione che appartiene a chi
ha la responsabilità di governo; ma che essa sia indifferibile è sotto gli occhi di tutti.

Giorgio Rembado
Presidente nazionale Anp

Programma operativo nazionale 2014-2020 “Ricerca e Innovazione”

Ricerca, Giannini: Pon 2014-2020 straordinaria occasione,  1,2 mld per fare innovazione al Sud
Bene via libera Commissione europea

Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini esprime “soddisfazione” per il via libera della Commissione europea al Programma operativo nazionale 2014-2020 “Ricerca e Innovazione” che prevede un budget complessivo di 1.286 milioni di euro per fare innovazione al Sud. Le regioni coinvolte sono quelle cosiddette in ritardo di sviluppo (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia) e quelle in transizione (Abruzzo, Molise e Sardegna).

“Il Programma nasce in continuità con il precedente Pon Ricerca e Competitività 2007-2013 – spiega il Ministro – ed è una straordinaria occasione per la crescita delle regioni del Mezzogiorno, per uno sviluppo intelligente e sostenibile. Il Pon 2014-2020 –  prosegue Giannini – si inserisce in un contesto strategico più; ampio definito dal Programma nazionale per la ricerca, che presenteremo a breve, dalla Smart Specialisation Strategy, dal Programma nazionale per le infrastrutture di ricerca, in coerenza con il Programma europeo Horizon 2020”.

Il Programma è cofinanziato con risorse Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) e Fse (Fondo sociale europeo). L’investimento sul capitale umano ammonta a oltre 280 milioni di euro: 114 per i dottorarti di ricerca, 86 per la mobilità, 83 per attrarre ricercatori. Oltre 900 milioni saranno investiti su: infrastrutture di ricerca (286), cluster tecnologici (327), progetti di ricerca su tecnologie abilitanti (339).

Medicina: on line test di autovalutazione e orientamento

Medicina, Giannini: on line test di autovalutazione e orientamento
Disponibile da oggi su www.universitaly.it

“Da oggi mettiamo a disposizione dei ragazzi interessati a iscriversi alle prove di accesso al corso di laurea in Medicina e Chirurgia e Odontoiatria un test di autovalutazione, una bussola per aiutarli a orientarsi nella loro scelta”. Così il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini.

Il test, disponibile sul sito del Miur, www.universitaly.it, contiene alcuni strumenti messi a punto da ricercatori del Dipartimento di Psicologia delle Università di Roma ‘Sapienza’ e ‘Tor Vergata’ e testati dalla stessa Sapienza e dalla Conferenza dei Presidenti di Corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia. La compilazione è del tutto facoltativa e non incide sul punteggio delle prove di accesso. Per accedere è necessario registrarsi al portale.
Si tratta di un test psicoattitudinale e non di una simulazione della prova di selezione di settembre.

“Il questionario è uno strumento che offriamo in via sperimentale – sottolinea il Ministro – A questa iniziativa seguirà il rafforzamento delle attività di orientamento che devono partire almeno dal quarto anno delle superiori”.

Link utili:
http://www.universitaly.it/index.php/content/accesso-programmato-2015—questionario-psicoattitudinale

Concorso insegnanti 2016, le novità: solo per abilitati e stop a quiz nozionistici

da Il Fatto Quotidiano

Concorso insegnanti 2016, le novità: solo per abilitati e stop a quiz nozionistici

L’ordine del giorno approvato dal Parlamento prevede di “escludere la valutazione delle conoscenze nozionistiche e disciplinari già valutate in seguito al conseguimento della laurea e del titolo abilitante”. Attesa per l’uscita del bando del “concorsone” entro il primo dicembre 2015 quando saranno spiegati i dettagli

«Scuole sicure», al via le domande per i nuovi interventi

da Il Sole 24 Ore

«Scuole sicure», al via le domande per i nuovi interventi

di Claudio Tucci

È pronto l’avviso di manifestazione d’interesse rivolto ad amministrazioni ed enti locali per realizzare iniziative immobiliari di elevata utilità sociale tramite investimenti Inail. Sono diverse le tipologie di edifici interessati: oltre alle strutture scolastiche e alle residenze universitarie, spazio anche a strutture sanitarie e assistenziali, uffici pubblici. Limitatamente alle scuole, la riforma Renzi-Giannini consente di utilizzare 300 milioni nel triennio 2015-2017.

L’edilizia scolastica tra le opere di elevata utilità sociale
L’Inail ha inserito l’edilizia scolastica tra le tipologie immobiliari di elevata utilità sociale, «e sono molto soddisfatta – spiega Laura Galimberti, coordinatrice della struttura di missione per l’edilizia scolastica della presidenza del Consiglio dei ministri -. Il progetto si pone come preziosa e importante risorsa a favore degli enti locali che aspettano da tempo di poter realizzare delle scuole nuove». Inoltre, «avere scuole e residenze universitarie col “marchio Inail” – aggiunge il numero uno dell’Istituto, Massimo De Felice – sarà un efficace mezzo di pubblicità verso le nuove generazioni, e potrà consentire un’azione più diretta nell’educazione al lavoro sicuro».

Le manifestazioni d’interesse
Gli interventi riguarderanno il completamento di nuovi edifici i cui lavori siano già in corso, ma anche progetti immediatamente cantierabili riguardanti nuove costruzioni, o la messa a norma di edifici esistenti. Inail si farà carico dei costi dell’operazione richiedendo alle amministrazioni di corrispondere un canone a un tasso di interesse agevolato pari al 3% del costo complessivo dell’opera di cui acquisisce la proprietà. Saranno ammesse alla programmazione opere con un valore non inferiore a tre milioni di euro.

Le manifestazioni d’interesse saranno raccolte all’interno di un Dpcm e trasmesse ad Inail per la valutazione di compatibilità tecnica, economica e finanziaria e la successiva regolamentazione dei reciproci rapporti. Le Amministrazioni e gli Enti interessati alla selezione dovranno trasmettere la propria domanda , corredata da una relazione descrittiva del progetto di massimo quattro pagine in formato A4, entro il 15 settembre 2015 all’indirizzo investimentisociali@governo.it.

Riforma dell’istruzione, arriva la firma del capo dello Stato

da Il Sole 24 Ore

Riforma dell’istruzione, arriva la firma del capo dello Stato

di Eugenio Bruno

La macchina della buona scuola continua a girare a pieno regime. Il capo dello Stato Sergio Mattarella ha apposto ieri la sua firma in calce alla legge Renzi-Giannini, che potrebbe essere pubblicata già oggi sulla Gazzetta Ufficiale. Nel frattempo il ministero dell’Istruzione ha avviato gli adempimenti che porteranno 102mila docenti in cattedra da qui al prossimo anno scolastico. Al punto da avere già individuato i pilastri del bando che interesserà la seconda tranche di insegnanti da stabilizzare: i 55mila prof da utilizzare per il potenziamento dell’offerta formativa.

Per i primi 47mila precari da assumere invece la procedura è già partita, come annunciato nei giorni scorsi su questo giornale. Entro metà agosto il Miur conta di immettere in ruolo circa 36mila, dopo l’ok ricevuto nei giorni scorsi dal ministero dell’Economia (che ha ridotto di 58 unità il numero complessivo degli interessati facendoli passare da 36.686 a 36.627, ndr). Più nel dettaglio, verranno stabilizzati circa 22mila nuovi professori che copriranno il turn-over con decorrenza 1° settembre 2015, e altri poco più di 14mila docenti di sostegno (si completa così l’attuazione del piano Carrozza 2013 di potenziamento dell’organico per i ragazzi con disabilità).

Entro metà settembre il Miur punta a stabilizzare altri circa 11mila posti (già vacanti e disponibili). Per loro, a differenza delle prime 36mila immissioni in ruolo che rientrano nelle facoltà assunzionali del Miur a legislazione vigente, l’iter non è ancora iniziato perchè bisogna attendere che la riforma Renzi-Giannini sia pubblicata in Gazzetta e dunque entri formalmente in vigore.

Di tutto questo si è parlato ieri a viale Trastevere in una riunione tecnica che è servita anche a fare il punto sulle prossime tappe. Ad esempio su come verrà gestita la seconda tranche di stabilizzazioni. Ebbene i 55mila docenti destinati al potenziamento dell’offerta formativa saranno immessi in ruolo sulla base di una graduatoria nazionale. A tal fine, a breve il ministero pubblicherà sulla Gazzetta Ufficiale un bando ad hoc (a quanto pare non servirà un decreto ministeriale né dirigenziale).

A quel punto i prof interessati (cioè gli iscritti alle graduatorie a esaurimento e i vincitori e gli idonei del vecchio concorso profumo del 2012 non ancora assunti al termine della prima tranche) avranno circa una quindicina di giorni per presentare la domanda e indicare le cinque province, in ordine di preferenza, in cui desiderano essere assunti. Sarebbe stata fissata anche la finestra temporale a disposizione per raccogliere le istanze: dal 28 luglio al 14 agosto. In questa sede potrebbero essere attribuiti anche le cattedre eventualmente rimaste vuote dal giro precedente.

Dopodiché toccherà alle scuole attivarsi. Tra settembre e ottobre i singoli istituti dovranno esprimere i loro fabbisogni. Sulla base dei quali verranno effettuate (presumibilmente entro metà novembre) le assegnazioni provvisorie per l’anno scolastico 2015/2016. Una procedura che andrà ripetuta l’anno prossimo visto che per parlare di organico dell’autonomia vero e proprio bisognerà aspettare il 2016/2017.

Assunzioni, ecco le scadenze

a ItaliaOggi

Assunzioni, ecco le scadenze

Pronta la circolare con tutte le indicazioni per chiudere entro la prima metà di novembre. Monito agli uffici: estate decisiva, scaglionate le ferie

Alessandra Ricciardi

Il tempo stringe. E il singolo errore umano o intoppo burocratico che può esserci su un territorio può compromettere la riuscita dell’intera operazione. La task force che sta lavorando al ministero dell’istruzione per realizzare il piano straordinario delle 100mila assunzioni, divenuta legge la riforma della Buona scuola, ha messo a punto la tabella di marcia e le relative indicazioni operative, che saranno impartite con una circolare-vademecum nelle prossime ore a tutti gli uffici periferici.

Un’indicazione, informale, è già stata data verbalmente nel corso dell’incontro con i direttori regionali: scaglionare le ferie dei dipendenti degli uffici periferici, perché luglio e agosto saranno i mesi decisivi per la sorte di tutte le operazioni e restare a corto di personale è un lusso che quest’anno nessuno può concedersi.

Si parte con la cosiddetta Fase 0: le 36 mila assunzioni sui posti vacanti e disponibili del turn over. Il decreto di autorizzazione, depennate una cinquantina di cattedre, secondo quanto risulta a ItaliaOggi è stato già restituito controfirmato dal ministero dell’economia e a giorni sarà pubblicato. Si tratta delle assunzioni da fare secondo le vecchie regole, scorrendo le relative graduatorie: le nomine dovranno chiudersi entro il 14 agosto. Si passa poi alla Fase A: altre 10 mila immissioni in ruolo circa sui posti vacanti e disponibili di organico di diritto che residuano: data di completamento il 15 settembre prossimo. I docenti assunti prenderanno servizio in quei giorni, con decorrenza giuridica primo settembre.

C’è infine la fase B, quella più complessa del potenziamento che dovrà far lievitare il contingente fino a 102 mila nuovi assunti, con una disponibilità aggiuntiva di insegnanti di circa 7 unità a scuola. In base alla rilevazione del fabbisogno, i docenti saranno assegnati entro i primi giorni di novembre, massimo il 15 del mese, agli istituti. Per partecipare a queste fase nazionale, sarà emanato un bando: gli interessati dovranno fare domanda dal 28 luglio al 14 agosto. Il consiglio ministeriale è che tutti presentino domanda, anche chi conta ragionevolmente di essere assunto nelle fasi precedenti, per evitare poi di restarne esclusi.

Per superare le maggiori difficoltà delle amministrazioni locali, il dicastero guidato da Stefania Giannini ha pronta anche una squadra di esperti da inviare sul territorio a seconda dei casi. Consapevole che sulla riuscita del piano straordinario si gioca il match decisivo della partita con i sindacati e con il mondo scolastico in generale che alla riforma Renzi ha detto no.

Invalsi, al Sud prevalgono i no In arrivo un rimedio per il cheating

da ItaliaOggi

Invalsi, al Sud prevalgono i no In arrivo un rimedio per il cheating

La bassa adesione ai test va di pari passo con i rendimenti

Emanuela Micucci

«Le scuole del Sud del nostro Paese non recuperano lo svantaggio. È un debito che abbiamo nei loro confronti: li stiamo privando di una condizione migliore». Alla presentazione, nei giorni scorsi al Miur, del Rapporto Invalsi sulle rivelazioni degli apprendimenti di 2 milioni e 250mila studenti di circa 13mila scuole nell’anno scolastico 2014-2015 (www.invalsi.it), la presidente dell’istituto Anna Maria Ajello spiega il divario in italiano e matematica degli studenti del Nord e del Sud, che conferma come l’Italia sia un Paese a due velocità fin dalla scuola primaria. Il fenomeno, infatti, sebbene poco evidente in II elementare, si acutizza nel corso dell’itinerario scolastico e il sistema educativo non sembra in grado di contrastarlo. Ormai da anni. Non solo.

Analizzando il dato territoriale sulla minore partecipazione, quest’anno, alle prove Invalsi, emerge che le scuole che si sono astenute dalle rivelazioni sono concentrate nelle regioni del Mezzogiorno e che sono quelle che solitamente hanno raggiunto risultati peggiori. A eccezione della prova nazionale in terza media, obbligatoria perché all’interno dell’esame di licenza media, la partecipazione delle II e V primarie ha avuto un’adesione tra il 95% e il 100%, tranne in tre regioni meridionali: Puglia (18% e 22%), Campania (24% e 30,7%) 3 Sicilia (54% e 62%). In II superiori, che in totale hanno visto la partecipazione dell’81,27%, l’astensione è stata forte in 4 regioni del Sud con oltre il 30% di mancata adesione: Calabria (38,26%), Puglia (46,41%), Campania (53,23%) e Sicilia (72,44%).

«Le prove possono essere migliorate», commenta Ajello, «ma non si può eludere la necessità che abbiamo come Paese di disporre di strumenti attendibili che accertino l’acquisizione da Nord a Sud di competenze che appaiono veri e propri diritti di cittadinanza». Anche perché il gap tra Nord e Sud è già di 7 punti in italiano e 6 in matematica in II primaria e cresce in V primaria rispettivamente a 10 e 11 punti. Ma la svolta si registra in III media: il Nord consegue risultati significativamente superiori alla media nazionale, il Centro intorno alla media e il Sud, isole comprese, registra il segno meno. Tendenza che si consolida in II superiore: lo scarto in italiano a fine delle medie di 14 punti al Sud e18 nelle isole, in matematica 19 e 22, sale a 18 punti in italiano al Sud e 20 nelle isole, in matematica 21 e 26. Nel Mezzogiorno è maggiore la variabilità i risultati tra scuole rispetto al Centro e al Nord già dalla primaria. «Il sistema d’istruzione nelle regioni meridionali», osserva Roberto Ricci, responsabile area prove dell’Invalsi, «appare non solo meno efficace in termini di risultati raggiunti, ma anche meno capace di assicurare uguali opportunità di apprendimento a tutti gli studenti: meno equo».

Gli istituti tecnici del Nord conseguono risultati, specie in matematica, buoni e paragonabili a quelli dei licei, superiori alla media italiana. Mentre al Sud il punteggio è inferiore alla media. Anche nei licei che, quindi, vanno peggio dei tecnici del Nord. Con l’autovalutazione delle scuole, osserva Carmela Palumbo, direttore generale Miur, le prove dovrebbero smettere di essere vissute dalle scuole come «isolate» per diventare «un vero servizio agli istituti per migliorarsi». Entro due anni poi, annuncia Ajello, «saremo pronti per erogare le prove Invalsi al computer, già esistono delle sperimentazioni. Potrebbe avvenire in una finestra temporale di una settimana, con prove equivalenti generate da un sistema ben collaudato. Ciò consentirebbe alle scuole di inviare gli alunni in tempi successivi nella stessa aula per effettuare le prove». Si ridurrebbe il cheating (copiatura), la correzione sarebbe automatica, potrebbe essere «l’occasione per ripensare gli esami di Stato, perché potrebbero meglio rispondere alla verifica anche delle soft skills ».

Assunzione sì, ma fuori provincia

da ItaliaOggi

Assunzione sì, ma fuori provincia

Il destino dei precari che non entrano con le vecchie regole

Antimo di Geronimo

I docenti precari che non saranno immessi in ruolo con le vecchie norme, saranno assunti sugli eventuali posti vacanti che rimarranno vuoti dopo la fase delle immissioni sull’organico di diritto. Chi rimarrà fuori, anche dopo questa fase, potrà concorrere alle assunzioni sull’organico aggiuntivo. Che sarà attivato nel prossimo anno scolastico e che comprenderà 55.258 posti.

Ma per concorrere alle immissioni in ruolo, dovranno accettare che la proposta di assunzione possa riguardare cattedre anche in provincie diverse da quella nella quale hanno sostenuto il concorso oppure risultano iscritti nelle graduatorie a esaurimento.

È uno degli effetti della nuova disciplina sulle immissioni in ruolo prevista dalla legge delega sulla scuola, approvata in via definitiva dalla camera dei deputi il 9 luglio scorso. In buona sostanza, dunque, dopo le immissioni in ruolo a copertura del turn e quelle a copertura dei posti vacanti dell’organico di diritto (che prima venivano utilizzati per le supplenze annuali) saranno attivate altre due fasi di assunzioni. Una prima fase per coprire eventuali posti dell’organico di diritto rimasti vuoti dopo le prime due fasi.

E un’ultima fase, che consisterà nella copertura dei posti dell’organico aggiuntivo. Che è la vera novità della riforma. E che dovrebbe servire a garantire una dotazione di 6 o 7 docenti in più per ogni scuola, da destinare alle sostituzioni e a mansioni gestionali, organizzative e di potenziamento dell’offerta formativa.

Per accedere a queste ulteriori fasi, però, gli aspiranti docenti interessati dovranno produrre un’apposita domanda via web, in parte tramite la posta elettronica certificata e in parte tramite il sito web del ministero dell’istruzione.

Nelle istanze gli interessati dovranno specificare se sono in possesso del titolo per insegnare sul sostegno e dovranno anche indicare in che ordine intendono concorrere. Per esempio, se prima sul sostegno e poi sul posto comune o viceversa. E dovranno elencare tutte le provincie secondo un proprio ordine di gradimento.

Terminata la fase di acquisizione delle domande, l’amministrazione procederà allo scorrimento di una sorta di graduatoria nazionale, che includerà tutti gli aspiranti secondo i punteggi da loro posseduti. E le disponibilità saranno individuate provincia per provincia, fino all’esaurimento dei posti.

Le proposte di assunzione saranno effettuate rispettando l’ordine di gradimento delle province e delle classi di concorso indicate dai candidati. La mancata accettazione comporterà l’esclusione dalle graduatorie.

La mobilità rende tutti uguali

da ItaliaOggi

La mobilità rende tutti uguali

Non è più consentito scegliere la scuola dove essere trasferiti, scatta la chiamata diretta. Anche i vecchi assunti perdono la titolarità della sede

Carlo Forte

A partire dal prossimo anno l’accoglimento delle domande di trasferimento o di passaggio comporterà la perdita della titolarità della sede. E in ogni caso, i docenti potranno chiedere solo di passare dalla sede di titolarità ad un altro ambito geografico. Il cambio di sede, infatti, non potrà più essere richiesto da una scuola all’altra, ma solo da un ambito geografico all’altro.È questa una delle novità più importanti contenuta nella legge delega sulla scuola, varata dalla camera dei deputati in via definitiva il 9 luglio scorso. Il dispositivo prevede, infatti, che il diritto alla titolarità della sede sopravvivrà ad esaurimento e solo per i docenti che all’atto dell’entrata in vigore della legge risulteranno già titolari.

A tutti gli altri si applicheranno le nuove norme. Che prevedono la sostituzione del diritto di titolarità della sede con la titolarità nell’ambito. In pratica, dal prossimo anno gli uffici scolastici disegneranno dei distretti subprovinciali nei quali sarà compreso un certo numero di scuole. Che saranno individuate secondo un criterio di maggiore vicinanza e avendo cura di non superare un numero complessivo di alunni che sarà definito dagli uffici. Nella definizione degli ambiti gli uffici dovranno anche tenere presente la natura montana o insulare dei territori.

I docenti che non rientreranno nella disciplina transitoria, che consente la conservazione della titolarità, assumeranno la titolarità direttamente sull’ambito. L’inserimento nell’ambito comporterà l’assoggettamento all’alea degli incarichi triennali. Che saranno proposti dai dirigenti scolastici, annullando le disposizioni contrattuali che regolano attualmente la mobilità.

La discrezionalità del dirigente incontrerà però il limite dell’obbligo di motivazione dei provvedimenti e del rispetto di criteri generali, che saranno adottati dal comitato di valutazione della scuola. Che comprenderà anche i genitori e, nelle scuole superiori, aun rappresentante degli studenti. Ma per evitare di essere inclusi negli ambiti non basterà evitare di presentare la domanda di mobilità. La legge delega, infatti, prevede espressamente la collocazione automatica negli ambiti per tutti i docenti che risulteranno soprannumerari o in esubero nell’anno scolastico 2016/2017.

L’inclusione negli ambiti è prevista anche per i docenti che saranno immessi in ruolo sull’organico aggiuntivo. La legge non prevede la cancellazione degli istituti delle assegnazioni provvisorie e delle utilizzazioni. Ma in ogni caso i movimenti, anche se di durata annuale, non avranno più come punto di arrivo una scuola, ma un altro ambito territoriale. Il docente interessato dovrà poi attendere la chiamata del dirigente scolastico di una delle istituzione comprese nell’ambito di destinazione.

Sospeso il vincolo di permanenza triennale

da ItaliaOggi

Sospeso il vincolo di permanenza triennale

La misura transitoria vale per i neoassunti

Antimo Di Geronimo

Nel prossimo anno scolastico la preclusione della mobilità interprovinciale per i neoimmessi in ruolo sarà sospesa. Ma i movimenti potranno essere chiesti solo tenendo presente come punto di arrivo un ambito territoriale e non più una sede scolastica. Lo prevede il comma 108 dell’articolo unico della legge delega, approvata dalla camera in via definitiva il 9 luglio scorso. In buona sostanza, dunque, la mobilità interprovinciale in deroga sarà consentita. Ma chi ne usufruirà perderà comunque il diritto alla titolarità della sede e sarà inserito nell’ambito territoriale di arrivo. E per sapere dove andare a lavorare, dovrà attendere la chiamata del preside per l’eventuale incarico triennale. Che non potrà rifiutare, se riceverà una sola proposta. In particolare, per l’anno scolastico 2016/2017 sarà avviato un piano straordinario di mobilità territoriale e professionale su tutti i posti vacanti dell’organico dell’autonomia, rivolto ai docenti assunti a tempo indeterminato entro l’anno scolastico 2014/2015. Tale personale potrà partecipare, a domanda, alla mobilità per tutti gli ambiti territoriali a livello nazionale, in deroga al vincolo triennale di permanenza nella provincia, previsto dall’articolo 399, comma 3, del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297. Limitatamente all’anno scolastico 2015/2016, i docenti assunti a tempo indeterminato entro l’anno scolastico 2014/2015, anche in deroga al vincolo triennale, potranno richiedere l’assegnazione provvisoria interprovinciale. Tale assegnazione potrà essere disposta dal ministero dell’istruzione nel limite dei posti di organico dell’autonomia disponibili e autorizzati. La norma non fa alcuna menzione delle utilizzazioni. E ciò è dovuto al fatto che gli esuberi saranno assorbiti negli organici aggiuntivi. E i docenti interessati, una volta associati all’organico di un’istituzione scolastica dopo l’accettazione dell’incarico, potranno esser utilizzati anche solo secondo il titolo di studio a prescindere dall’abilitazione.

Immissioni in ruolo. Le fasi di svolgimento e le novità

da La Tecnica della Scuola

Immissioni in ruolo. Le fasi di svolgimento e le novità

Si attende la firma del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sul disegno di legge n.2994 B, di riforma della scuola, approvato in via definitiva alla Camera.

Uno dei temi ‘caldi’ è sicuramente quello delle assunzioni.

Il Miur, lo scorso 10 luglio, ha trasmesso la nota 20299 contenente le istruzioni operative finalizzate alle nomine in ruolo dall’a.s. 2015/2016, per effetto delle cessazioni del personale docente (Turn-over). A breve, così come è emerso dall’incontro tra Conitp-Miur saranno emanate indicazioni per le successive assunzioni su base Nazionale (la nota è quasi pronta). Molto probabilmente, secondo quanto si apprende, le domande verranno effettuate dal 18 luglio fino al 3 agosto.

Si tratta della ‘normale amministrazione’ che non risolve ancora il problema, così come segnala la Flc Cgil, nelle sue schede di lettura del provvedimento.

Le modalità di assegnazione della titolarità ai neo assunti resta quella tradizionale solo per gli assunti nella fase “normale” e nella prima fase delle assunzioni del piano straordinario, mentre per gli altri l’assegnazione sarà sugli ambiti territoriali a partire dal 2016/2017.

Le modalità previste per il raggiungimento della sede assegnata nelle fasi b) e c) rischiano, peraltro, di penalizzare coloro che hanno ottenuto una supplenza (annuale o al 30 giugno), in quanto mantengono lo status di “supplente” mentre chi non sta lavorando avrà immediatamente lo status di docente a tempo indeterminato, con evidenti differenze nei diritti e nelle tutele.

 

Ecco di seguito quanto la legge dispone.

 

Procedure previste per le assunzioni

 

1) Assunzioni “normali” entro il 31 agosto 2015
– Soggetti interessati. Gli inclusi a pieno titolo nelle GAE e nelle graduatorie dei concorsi sia 2012 che precedenti.
– I posti disponibili sono 21.880 posti dovuti al turn-over e di 14.747 di sostegno stabilizzato (Art. 15 DL 104/13).
– Le assunzioni avvengono con le attuali regole quindi con la possibilità di opzione tra le diverse proposte e tra sostegno e posto comune.

2) Assunzioni del piano straordinario
– Soggetti interessati. Gli inclusi a pieno titolo nelle GAE e nelle graduatorie dei concorsi 2012 (compresi gli idonei) che non siano già di ruolo come
docenti nella scuola statale.
– I posti disponibili sono quelli liberi dell’organico di diritto: 10.849 (posti liberi già negli anni precedenti) a cui si aggiungono tutti quelli non assegnati con le “normali” assunzioni
– Queste assunzioni avvengono in 3 fasi:
a) nei limiti dei posti liberi nell’organico di diritto i destinatari vengono assunti nella loro provincia (o provincia della regione per il concorso) entro il 15 settembre 2015 con decorrenza giuridica ed economica, con le attuali procedure (50% e 50%)
b) quelli che non trovano posto nella fase a) vengono assegnati successivamente a domanda sui posti di O.D. rimasti liberi dopo la fase a)
nelle varie province a livello nazionale indicate a domanda ed assunti con decorrenza giuridica 1 settembre 2015
c) quelli che non trovano posto neppure nella fase b) vengono assegnati all’organico aggiuntivo delle varie province a livello nazionale (sempre in base alla stessa domanda) ed assunti con decorrenza giuridica 1 settembre 2015.

 

Come si sceglie dove e per quale insegnamento essere assunti.

Per ognuna delle fasi b) e c) è prevista la possibilità di scegliere, con procedura informatica, l’ordine di priorità tra tutte le province ed optare tra posto comune o sostegno (se specializzati). Se si è inclusi sia nella graduatoria del concorso che nelle GAE, si dovrà scegliere per quale delle due si preferisce concorrere all’assunzione.

 

Come si procede alle assunzioni nelle fasi b) e c)

L’ordine di assegnazione avviene, sulla base del punteggio posseduto nelle varie graduatorie, in base all’ordine di priorità delle province indicate e nell’ambito di ciascuna provincia nell’ordine della tipologia di posto a cui si è data la priorità. In tutte le fasi, gli inclusi nelle graduatorie dei concorsi precedono gli inclusi nelle GAE.
Assegnazione della sede di servizio per 2015/2016.

Per gli assunti nella fase “normale” e nella fase a) del piano straordinario, viene assegnata la titolarità nella provincia di assunzione e una sede provvisoria.
Per le fasi b) e c) viene assegnata una sede in via provvisoria (senza alcuna titolarità) al termine di ciascuna delle due fasi. La decorrenza economica è dal momento del raggiungimento della sede assegnata.
Se al momento dell’assegnazione della sede si ha già in corso una supplenza annuale o fino al termine dell’attività didattica (non temporanea) la sede sarà raggiunta al termine del contratto, ovvero dal 1 settembre 2016 per le annuali e 1 luglio 2016 (o dopo gli esami di stato) per quelle fino al termine dell’attività didattica.

 

Assegnazione della sede e mobilità per il 2016/2017

Gli assunti nel 2015/2016 nella fase “normale” e nella fase a) del piano straordinario, potranno chiedere la sede definitiva, assumendo una titolarità di scuola al pari di chi è già di ruolo, nella provincia di assunzione (vedi comma 73).
È prevista una mobilità straordinaria (ma solo da ambito territoriale ad ambito territoriale) di tutti gli assunti entro il 2014/2015, anche in deroga al vincolo triennale, su tutti i posti vacanti dell’organico dell’autonomia, inclusi quelli provvisoriamente assegnati agli aspiranti inclusi nelle GAE nelle fasi b) e c). Coloro che sono stati assunti nelle fasi b) e c) concorrono, successivamente a quelli assunti entro il 2014/2015, all’assegnazione della titolarità per uno degli ambiti territoriali a livello nazionale.

Ripartizione organico aggiuntivo: 1.686 posti in meno alle grandi regioni

da tuttoscuola.com

Ripartizione organico aggiuntivo: 1.686 posti in meno alle grandi regioni

Poca trasparenza nell’assegnazione del 10% dei posti, ma dubbi di equità anche nella ripartizione del restante 90% dei posti aggiuntivi, pari a 43.931 unità che sarebbe stato ripartito – a quanto afferma la legge – in proporzione agli alunni. Poiché, questa volta, i dati dell’indicatore sono oggettivi, la distribuzione di quei 43.931 posti dovrebbe essere stata equa e attendibile. Invece…

Invece, sia per i tre settori interessati (primaria e secondaria di I e II grado) sia nel totale complessivo non vi è corrispondenza tra il numero degli alunni e quello dei posti erogati.

Ad esempio, l’Abruzzo che con 149.257 alunni complessivi ha il 2,2% dell’intera popolazione scolastica nazionale, ha ricevuto 1.109 posti (quota del 90% dei 1.232 assegnati all’Abruzzo) pari al 2,5% dei 43.931 posti assegnati. Avrebbe dovuto avere la stessa percentuale della popolazione scolastica (2,2%) pari a 956 posti: ha avuto quindi 153 posti in più.

Come l’Abruzzo, sono stati trattati ‘con maggiore attenzione’ tutte le regioni minori, tanto che il Molise, anziché ricevere 482 posti (quota del 90%), avrebbe dovuto averne 252 in meno, la Basilicata 232 in meno, l’Umbria 223 (sempre in meno), la Liguria 208, la Sardegna 194, il Friuli 183, le Marche 114  e la Calabria 103.

Le regioni maggiori, con la sola eccezione della Toscana, avrebbero dovuto avere più posti di quelli assegnati: la Lombardia 482 posti, la Campania 338, la Sicilia 229, la Puglia 209, il Lazio 164, il Veneto 159, l’Emilia 58 e il Piemonte 48.

Complessivamente la mancata perequazione vale 1.686 posti in più a favore delle piccole regioni e altrettanti in meno per le maggiori.

Ci sarà una logica in queste scelte rispetto agli obiettivi della riforma?

Buona scuola: voglia di referendum

da tuttoscuola.com

Buona scuola: voglia di referendum

Gli oppositori della Buona Scuola, che dentro e fuori dal Parlamento hanno cercato inutilmente di fermare il disegno di legge di riforma, non si danno per vinti.

Mentre i sindacati di categoria hanno annunciato per settembre la ripresa della mobilitazione per contrastare l’applicazione della legge, diversi esponenti della sinistra, suggestionati anche dall’esito referendario della Grecia, annunciano per la scuola un’iniziativa referendaria.

Finalmente si discute di referendum, come auspico da tempo, per restituire sovranità ai cittadini, di fronte a scelte che non facevano parte del programma elettorale di alcuna forza politica e che invece da due anni stanno modificando il panorama legislativo del nostro paese”.  Lo scrive Pippo Civati sul suo blog ricordando lo stesso invito arrivato da parte di Maurizio Landini.

I quesiti su cui chiamare i cittadini al voto sarebbero su  “temi centrali della politica italiana, dal Jobs Act (licenziamenti collettivi e demansionamento), Sblocca Italia (trivelle e legge obiettivo), Italicum (“totale” e capolista bloccati con pluricandidature), predisponendo anche un quesito sulla questione centrale dei presidi manager”.

Gli fa eco Di Maio (M5S) che, invocando l’autodeterminazione del popolo, torna anche sul ddl scuola. “Una legge che riteniamo incostituzionale e che comunque avrà vita breve visto che la cancelleremo e riscriveremo da capo con l’aiuto di quegli stessi insegnanti che abbiamo visto in strada, appena saremo al Governo”.

L’assemblea della Fiom a Bologna suona la stessa musica, deliberando la richiesta di convocazione un apposito direttivo Cgil per “decidere come avviare un coerente percorso referendario abrogativo della recente legislazione in materia di lavoro e di contrattazione compreso l’articolo 8 e la difesa della scuola pubblica”.

Inaugurazione ufficiale a Napoli della sede territoriale di INDIRE

Inaugurazione ufficiale a Napoli della sede territoriale di INDIRE, l’Istituto di ricerca sulla scuola

Martedì 14 luglio – ore 11
via Guglielmo Melisurgo,4 scala C – 5°piano

Inaugurazione ufficiale del nucleo territoriale di Napoli, nuovo punto di riferimento per il Mezzogiorno sulla ricerca educativa e l’innovazione scolastica.

Nell’occasione, saranno diffusi i principali dati sulla Scuola e sul programma Erasmus+ relativi a Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.

All’evento interverranno l’assessore alla scuola e all’istruzione del comune di Napoli Annamaria Palmieri, rappresentanti delle istituzioni e degli Uffici Scolastici Regionali, oltre a docenti ed esperti del settore.

Il Presidente di INDIRE, Giovanni Biondi


L’Indire, Istituto per la ricerca sulla scuola inaugura la sede di Napoli
Diffusi i dati del Mezzogiorno su Scuola, ITS ed Erasmus+

Rappresentare il punto di riferimento nel Mezzogiorno per la ricerca educativa e l’innovazione scolastica. Con questo obiettivo è stato inaugurato ufficialmente oggi a Napoli il nucleo territoriale dell’Indire (Istituto Nazionale per la Documentazione, Innovazione e la Ricerca Educativa). Con l’occasione, sono stati resi noti i dati più significativi sulla scuola, sugli ITS (Istituti Tecnici Superiori), sul PON (Programma Operativo Nazionale) e sul programma Erasmus+ relativi alle regioni Campania, Basilicata, Calabria, Puglia e Sicilia.

Nella sede di via Melisurgo,4 a Napoli sono intervenuti il Presidente di Indire, Giovanni Biondi,  il neo assessore regionale alla Scuola e Politiche Sociali Lucia Fortini – alla sua prima uscita pubblica – Monsignor Gennaro Acampa, vescovo ausiliario di Napoli, il capo staff dell’Assessorato alla Scuola e all’Istruzione del Comune di Napoli, Cinzia Tina, i rappresentanti degli Uffici Scolastici Regionali del Sud, i Rettori degli atenei campani, i rappresentanti delle più importanti società italiane di pedagogia e didattica.

L’inaugurazione è stata inoltre l’occasione per ospitare parte della mostra fotografica “Barbiana e la sua scuola”. Si tratta di un progetto della Fondazione Don Lorenzo Milani, a cura di Sandra Gesualdi – direttore scientifico della FDLM – e di Pamela Giorgi – ricercatrice dell’Indire – dedicato proprio alla figura del sacerdote e alla scuola da lui fondata nel 1954 a Barbiana, un piccolo paese in provincia di Firenze. «Indire è un ente di ricerca nazionale con 90 anni di storia – ha dichiarato il Presidente Giovanni Biondi – ed è operativo sul fronte dell’innovazione didattica e della realizzazione di progetti educativi all’avanguardia nel sistema scolastico. L’inaugurazione del nucleo territoriale di Napoli è un passaggio importante nella strategia di crescita dell’Istituto che vuole ulteriormente rafforzare il rapporto con i vari soggetti della scuola operanti nel Mezzogiorno».

PROGETTI DI FORMAZIONE PER DOCENTI – Nel corso dell’ultima programmazione europea l’Indire ha realizzato in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia progetti di formazione per conto del Miur finanziati con fondi UE (PON FSE 2007/2013 – Competenze per lo sviluppo) rivolti ai docenti della scuola primaria, secondaria di I grado e del biennio della secondaria di II grado. Indire ha elaborato il modello formativo, preparato i tutor, sviluppato la piattaforma di e-learning. I corsi sono stati erogati in presenza, nelle scuole più vicine al luogo di lavoro dei docenti, e online nell’ambiente dedicato. I progetti sull’educazione linguistica e letteraria in un’ottica plurilingue, sull’educazione scientifica, sulla matematica e sulle lingue (italiano e lingue straniere) in una dimensione europea nel quadriennio 2009-2013 hanno formato 6146 docenti, di cui 2039 in Campania, 1683 in Sicilia, 1616 in Puglia e 808 in Calabria. Solo nell’ultima annualità censita (2012-13) sono state 82 le scuole che hanno ospitato i corsi, con oltre 2000 iscritti (di cui circa la metà in corsi dell’area linguistica) provenienti da 617 scuole diverse. Il 46% dei docenti coinvolto ha un’età compresa tra i 40 e i 50 anni, mentre il 43% tra i 50 e i 60 anni.  Sempre su incarico del Miur con finanziamenti PON, il progetto DIDATEC ha avuto l’obiettivo di sostenere e agevolare l’integrazione delle tecnologie nella didattica, grazie ad un’offerta formativa di oltre 170 contenuti didattici digitali. In totale sono stati formati circa 15 mila docenti, di cui oltre 5 mila dalla Campania, e altrettanti dalla Sicilia, più di 3 mila in Puglia e circa 1800 in Calabria. A livello provinciale, il dato maggiore riguarda Napoli (2511 iscritti), seguita dalla provincia di Catania (1257), Bari (1086), Palermo (1035) e Salerno (1010). In tutte e quattro le regioni, la quota principale degli iscritti ha un’età compresa tra i 45 e i 54 anni. Tra corsi base e a livello avanzato, nelle 4 regioni sono stati attivati 579 corsi, di cui 202 in Sicilia (35%), 180 in Campania (31,1%), 123 in Puglia (21,2%) e 74 in Calabria (12,8%). La più alta concentrazione riguarda le grandi aree metropolitane del Mezzogiorno: Napoli (90 corsi, 15,5% del totale), Catania (51 corsi, 8,8%), Bari (43 corsi, 7,4%), Palermo (41 corsi, 7,1%), Salerno (38 corsi, 6,6%). Il tasso di abbandono cresce quasi ovunque al crescere dell’età: in Campania passa dal 21,2% degli under 44 al 28,1% degli ultra sessantenni, in Puglia dal 21,6 al 29%, in Sicilia dal 15,2 al 17,9%, in Calabria dal 15,4% al 17,4%.

PROGETTO VALES – finanziato nelle 4 regioni con fondi PON, l’Indire ha formato 92 esperti che hanno condotto la sperimentazione nelle scuole per potenziare il sistema di valutazione e miglioramento delle performance italiano e allinearlo alle esperienze più avanzate in ambito internazionale. Sono 189 scuole delle regioni del sud che hanno partecipato a questa attività; di queste 71 sono in Campania, 46 in Puglia, 55 in Sicilia e 17 in Calabria. Questi istituti hanno sperimentato le varie fasi – autovalutazione, valutazione esterna e miglioramento – che sono state poi introdotte nel nuovo sistema nazionale di valutazione italiano e di cui si è discusso nel convegno internazionale che Indire ha organizzato il 14 e 15 maggio scorso a Napoli.

ISTITUTI TECNICI SUPERIORI – Un dato interessante riguarda la diffusione degli Istituti Tecnici Superiori nel Sud. Gli ITS sono istituti di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica non universitaria di collegamento tra scuola e mondo del lavoro, in aree strategiche per lo sviluppo economico e la competitività in Italia. L’Indire, su incarico del MIUR, realizza la Banca dati nazionale degli ITS per monitorare le attività e favorire il miglioramento continuo del sistema. In Italia gli ITS sono 75, di cui 5 in Sicilia, 4 in Calabria, 3 in Campania e in Puglia. Dal 2010 a oggi sono stati attivati 357 corsi con 8.141 studenti; nelle regioni Sicilia, Calabria, Campania e Puglia i corsi attivati sono 54 con 1.253 corsisti. I diplomati in tutta Italia sono 2.494, di cui 348 tra Sicilia, Calabria, Campania e Puglia. Attualmente i corsi attivi a livello nazionale sono 204 e sono frequentati da 3.975 studenti. In Sicilia, Calabria, Campania e Puglia i corsi attivi sono 30, frequentati da 552 studenti. Nelle 4 regioni i 30 corsi sono così suddivisi: 3 dell’area dell’Efficienza Energetica, 7 dell’area della Mobilità sostenibile, 4 dell’area delle Nuove tecnologie della vita, 8 dell’area delle Nuove tecnologie per il made in Italy, 2 dell’area delle Tecnologie dell’informazione e della comunicazione, 6 dell’area delle Tecnologie innovative per beni e le attività culturali – Turismo.

MOVIMENTO AVANGUARDIE EDUCATIVE – Indire offre il suo contributo all’innovazione nella scuola italiana anche con il Movimento delle Avanguardie Educative, la rete che vuole portare a sistema le esperienze più significative di trasformazione del modello organizzativo e didattico della scuola. Il movimento, aperto alla partecipazione di tutti gli istituti scolastici italiani, conta 200 scuole in Italia, di cui 16 provenienti dalla Campania, 2 dalla Basilicata, 13 dalla Puglia, 9 dalla Calabria e 11 dalla Sicilia.

PIANO DI FORMAZIONE PER DOCENTI NEOASSUNTI – L’Indire ha inoltre accompagnato le attività di formazione iniziale dei docenti neoassunti nell’anno scolastico 2014/2015. Il Piano di Formazione è stato condotto dalla Direzione Generale per il Personale scolastico del Miur, con la collaborazione di Indire che ha realizzato la piattaforma tecnologica e offerto assistenza online sulle attività di documentazione, monitoraggio delle varie fasi, accesso a risorse didattiche digitali e sviluppo della pratica professionale riflessiva. In Italia i docenti neoimmessi in ruolo nel 2014-15 che hanno affrontato il percorso di formazione sono 28716, di cui 6225 nel meridione (2536 in Puglia, 1599 in Campania, 1225 in Sicilia, 711 in Calabria e 154 in Basilicata).

PROGRAMMA ERASMUS+ – Tutto il sud d’Italia ha una forte vocazione europea come dimostrano i dati dell’Agenzia nazionale Erasmus+ Indire. Nel settore scuola circa 2.260 (pari al 34% nazionale) insegnanti e alunni sono stati coinvolti in incontri e scambi nell’ambito di progetti e attività in partnership internazionali. Sul fronte della formazione per il personale della scuola saranno 660 le borse di mobilità per docenti in partenza il prossimo anno scolastico per frequentare un corso di formazione o un periodo di docenza in scuole europee. Molto alta la partecipazione di Campania, Puglia, Calabria e Sicilia ai gemellaggi elettronici fra scuole eTwinning, che conferma il trend di crescita mostrato a livello italiano. Nel complesso gli insegnanti registrati alla community online sono 7.850 mentre i progetti didattici sono arrivati a 3.886.

Sul fronte dell’Università, nell’anno accademico 2013/2014 sono stati  circa 4.100 gli studenti delle quattro regioni di riferimento in mobilità Erasmus, di cui 3.285 per studio e 815 per svolgere tirocini in imprese europee. In Meridione gli atenei più attivi sono l’Università degli studi di Napoli Federico II con 788 studenti partiti in Erasmus (6° università italiana per partecipazione), seguita dall’Università degli studi di Palermo con 621 Erasmus in mobilità e dall’ateneo del capoluogo pugliese, l’Università degli studi di Bari Aldo Moro con 440 studenti in uscita. Se si guarda all’accoglienza, Calabria, Puglia, Campania e Sicilia hanno ospitato nei rispettivi atenei 2.236 studenti provenienti da tutta l’Europa.