NASCE LA SCUOLA DIGITALE LUCANA

NASCE LA SCUOLA DIGITALE LUCANA

Mercoledì 11 marzo 2015, alle ore 12,00, nella Sala Inguscio a Potenza alla presenza dell’assessore regionale all’istruzione Raffaele Liberali e del direttore regionale del Miur di Basilicata Nicola Pagliara, 62 scuole della Basilicata hanno dato vita al Distretto Scolastico 2.0, sottoscrivendo un protocollo d’intesa. Il protocollo è stato sottoscritto al termine della presentazione delle azioni messe in campo dalla Regione nel settore della scuola digitale.
Di comune accordo con l’Ufficio Scolastico Regionale è stato attivato un gruppo di lavoro congiunto composto da dirigenti e funzionari della Regione Basilicata e dell’Ufficio Scolastico, e che si avvale della consulenza del prof. Mario Coviello, già dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo di Bella, unica scuola 2.0 della regione. A tale gruppo è lasciato il compito di pianificare e seguire tutte le attività programmate nel progetto approvato con DGR 1392/2014, e finanziato con fondi PO FESR 2007-2013.

Con la sottoscrizione del protocollo alunni, docenti, famiglie di Albano, Baragiano,Balvano, Bella, Ruoti, Rionero,Barile Rapolla,delle principali scuole di Potenza e Matera,di Lavello,Melfi,Lauria, Lagonegro, Montescaglioso,Policoro, Pomarico,Bernalda,Senise,Valsinni,Stigliano, si mettono insieme per costruire una scuola all’avanguardia utilizzando 1.690.000 euro che la Regione Basilicata mette a disposizione.Con questa somma verranno acquistati oltre 500 tablet ,un centinaio di Lim, verranno formati oltre 100 docenti e soprattutto verranno potenziate e qualificate le possibilità di accesso ad internet , connettendo le scuole con la banda larga e ultralarga di cui si stanno dotando, con fondi regionali, i comuni capoluogo e 65 comuni delle due provincie. L’ufficio Società dell’informazione del Dipartimento Programmazione e Finanze della Regione Basilicata, diretto dall’ingegner Salvatore Panzanaro coordinerà gli interventi.

Da anni nelle due provincie di Potenza e Matera dirigenti lungimiranti, docenti appassionati con i loro alunni, spesso aiutati dalle famiglie e dalle Amministrazioni comunali, hanno utilizzato in classe Lim, tablet, i-pad per costruire un sapere al passo con i tempi. Hanno portato avanti l’innovazione partecipando ai bandi nazionali del Ministero dell’Istruzione e si sono distinti per capacità di progettazione e originalità di proposta.

Queste realtà scolastiche con la firma del protocollo d’intesa di oggi, si mettono in rete per portare a sistema il cammino di ricerca che hanno intrapreso. Sono consapevoli delle difficoltà e degli ostacoli : anche nell’anno scolastico 2013/14 la Basilicata ha perso 1.100 alunni, sono aumentate le pluriclassi che e vi sono oltre 40 istituti scolastici sottodimensionati . Le giovani e preparate dirigenti scolastiche e i giovani dirigenti scolastici di fresca nomina raccolgono la sfida e si mettono alla prova valorizzando i docenti preparati e appassionati che lavorano nelle scuole della Basilicata. L’assessore regionale Liberali ha avviato con l’evento di oggi il primo step di una serie di interventi, ribadendo la convinzione che la scuola e l’industria sono il volano della nostra regione e vanno sostenuti per superare la crisi e guardare al futuro con fiducia.

Geografia, il Ministro Giannini incontra le associazioni del settore

Geografia, il Ministro Giannini incontra le associazioni del settore

Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, ha incontrato questa mattina i rappresentanti degli insegnanti di geografia e delle società geografiche (Associazione Italiana Insegnanti di Geografia, Associazione Geografi Italiani , Società Geografica Italiana, Società di Studi Geografici).

Al centro del colloquio, la rivalutazione del sapere geografico e la richiesta avanzata dalle associazioni per il reintegro nei curricula della materia.

Nel corso dell’incontro il Ministro ha manifestato interesse e ha avviato un confronto con i tecnici del Ministero per verificare tempi e metodi per il recepimento delle diverse richieste.

Cambia l’istruzione per gli adulti

Percorsi personalizzati con moduli anche on line, cambia l’istruzione per gli adulti
Iscrizioni fino al 15 ottobre

Percorsi sempre più personalizzati basati su un patto formativo individuale. Adattamento del percorso alle proprie esigenze di vita, con la possibilità di seguirne il 20% a distanza attraverso moduli on line.

Cambia l’istruzione per gli adulti con l’addio ai vecchi corsi serali e ai Centri territoriali permanenti per l’istruzione e la formazione in età adulta. Da settembre, nei percorsi di primo livello dei CPIA (Centri per l’istruzione degli adulti), si potranno acquisire il titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione e la certificazione attestante l’acquisizione delle competenze di base. Mentre nei percorsi di secondo livello realizzati dalle scuole superiori, in accordo con i CPIA, si potranno ottenere il diploma di istruzione tecnica, professionale e artistica.

’offerta formativa per gli adulti prevede anche percorsi di alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana da parte degli adulti stranieri e attività di ampliamento dell’offerta formativa. Tutto nell’ottica di una maggiore aderenza di questo settore dell’istruzione agli obiettivi europei di innalzamento del livello di istruzione degli adulti e di potenziamento delle competenze chiave per l’apprendimento permanente.

I percorsi sono aperti agli adulti di cittadinanza italiana e non. Le iscrizioni potranno essere effettuate fino al 31 maggio, e, comunque, non oltre il 15 ottobre 2015. Ogni iscritto stringerà un “Patto formativo individuale” con un’apposita commissione che ne valuterà le competenze già possedute al momento dell’ingresso ed elaborerà il percorso di studio personalizzato in base alle sue effettive esigenze formative. Ai percorsi per il conseguimento del diploma di scuola superiore, potranno iscriversi anche adulti che siano già in possesso di tale titolo, ma compatibilmente con il numero di posti disponibili e dopo che sia stata garantita la priorità a quanti desiderano conseguire un titolo superiore a quello di cui sono già in possesso.

Ad oggi, sono 56 i CPIA attivi nel nostro Paese, distribuiti in 8 regioni: 10 in Piemonte, 19 in Lombardia, 4 in Friuli Venezia Giulia, 2 in Veneto, 7 in Emilia Romagna, 8 in Toscana, 1 in Umbria e 5 in Puglia. I corsi serali e i centri territoriali permanenti cesseranno di funzionare il 31 agosto 2015 e, a partire dal 1 settembre 2015, saranno attivi oltre 120 CPIA su tutto il territorio nazionale. I percorsi di istruzione per adulti hanno una grande ricaduta sociale anche perché forniscono un efficace sostegno alle fasce deboli della popolazione.

Nell’anno scolastico 2011/2012 erano funzionanti, ad esempio, 250 “scuole carcerarie”. Sempre nel 2011/2012 160.000 stranieri si sono rivolti ai Centri territoriali permanenti e ai corsi serali, 80mila dei quali per corsi di integrazione linguistica. Ai percorsi di istruzione e formazione per adulti hanno fatto ricorso anche oltre 21.000 pensionati. Ma, soprattutto, l’istruzione per adulti opera sul fronte del contrasto ai NEET (i giovani che non sono impegnati in un percorso di studio o formazione e al tempo stesso non lavorano) e alla dispersione scolastica, recuperando un numero importante di ragazzi che hanno abbandonato la scuola: nell’a.s. 2011/2012 sono stati oltre 132mila i giovani adulti (tra i 16 e i 29 anni) iscritti a questi corsi.

Il nuovo sistema di istruzione per gli adulti ha, tra i propri obiettivi, anche il contrasto del deficit formativo della nostra popolazione adulta, come rilevato dalla recente indagine PIACC , e rispondere adeguatamente ai nuovi bisogni formativi derivanti dalla trasformazione della struttura demografica del nostro paese (crescita percentuale degli anziani e degli stranieri).

Le giravolte del governo sull’assunzione dei precari

Con la coerenza che lo contraddistingue, il governo, dopo aver promesso di stupirci con effetti speciali per quanto riguarda l’immissione in ruolo delle colleghe e dei colleghi precari, riduce radicalmente le ipotesi delle quali si è parlato nei mesi scorsi.
Nei fatti la drammatica situazione di molte decine di migliaia di colleghe e colleghe da anni sfruttati come una risorsa utile a far funzionare la scuola sulla base di retribuzioni miserevoli e di diritti ridotti al minimo, non viene affrontata.

D’altro canto, si continua a vaneggiare di chiamata diretta da parte dei dirigenti, di premi ad un merito che sempre i dirigenti valuterebbero e di consimili amenità.

La CUB Scuola Università Ricerca propone a tutti i sindacati di base della scuola, ai coordinamenti dei colleghi di ruolo e precari, alle RSU al di là della loro appartenenza, l’indizione a breve di una giornata di sciopero generale della scuola.

Per la CUB Scuola Università Ricerca
Il Coordinatore Nazionale

Cosimo Scarinzi

CSPI: MIUR NEGLIGENTE E SCUOLE COSTRETTE A TOUR DE FORCE

CSPI, GILDA: MIUR NEGLIGENTE E SCUOLE COSTRETTE A TOUR DE FORCE

“Ancora una volta le scuole italiane rischiano di finire nel caos, costrette a un tour de force per sopperire a una negligenza di cui l’unico responsabile è il Miur”. Così la Gilda degli Insegnanti commenta l’ordinanza con cui viale Trastevere ha indetto per il prossimo 28 aprile le elezioni del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI), l’organo consultivo che dovrà sostituire il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione (CNPI).

“I vari ministri che si sono succeduti da quando è stato abolito il CNPI hanno continuato ad approvare numerosi provvedimenti, noncuranti dell’assenza dei pareri dell’unico organo consultivo nazionale e in barba alle sentenze dei giudici. Adesso, in ottemperanza all’ordinanza emessa dal Consiglio di Stato il 18 febbraio scorso, il Miur è dovuto correre ai ripari fissando tempi strettissimi per le elezioni del CSPI e costringendo le scuole a organizzare le Commissioni elettorali entro il 13 marzo e i sindacati a preparare le liste in tutta fretta. Le organizzazioni sindacali hanno appreso la data delle elezioni appena due giorni fa in una riunione d’urgenza al Miur. Il modo in cui il Ministero ha gestito tutta la vicenda – conclude la Gilda – è scandaloso e si ripercuoterà gravemente sull’organizzazione di tutta la macchina elettorale”.

CONTRO LA “BUONA SCUOLA” DI RENZI, RESISTENZA SCUOLA PER SCUOLA

CONTRO LA “BUONA SCUOLA” DI RENZI, RESISTENZA SCUOLA PER SCUOLA

La bozza del piano di riforma della scuola – denominato inopportunamente “PER LA BUONA SCUOLA” – presentato in questi giorni dal governo Renzi ha finalmente svelato anche ai più distratti, dopo mesi di demagogia e propaganda, in quale direzione si sta andando: ulteriori tagli di lavoro e diritti , definitiva dequalificazione della scuola pubblica e umiliazione della professione docente, negazione del diritto allo studio, svendita ai privati della scuola statale in perfetta continuità con i governi precedenti.

Si promette l’assunzione di 150.000 precari ma al prezzo dell’abolizione delle graduatorie di II e III fascia ( e probabilmente anche delle Gae), misura che aprirebbe la porta alla chiamata diretta dei Dirigenti Scolastici e all’espulsione dalla scuola pubblica di 300.000 insegnanti, molti dei quali in possesso di abilitazioni conseguite a caro prezzo o con anni di servizio alle spalle.

Ricattabilità e gerarchizzazione del corpo docente; limitazione della libertà d’insegnamento; eliminazione degli scatti di anzianità; abolizione degli organi collegiali; libere sponsorizzazioni di aziende private nelle scuole statali; taglio, esternalizzazione e precarizzazione del personale ATA: questi sono gli altri obiettivi che Renzi si propone di realizzare e che neanche i governi Berlusconi, grazie anche alla resistenza del mondo della scuola nel suo insieme, erano fino ad ora riusciti a centrare.

Per costruire insieme un percorso di lotta che continui e cresca nel tempo invitiamo le lavoratrici e i lavoratori della scuola, precari e di ruolo, docenti e ATA, gli studenti medi e universitari, gli educatori, i genitori, le associazioni e i cittadini tutti, sensibili e solidali, a partecipare al presidio contro La Buona Scuola:

Giovedì 12 Marzo dalle h. 15.30 sotto USR Piemonte, corso Vittorio Emanuele 70 – Torino

Stampa la tua idea in 3D

Science Centre Immaginario Scientifico e ICTP

Stampa la tua idea in 3D: il concorso che premia la creatività degli studenti

Prorogate al 28 marzo le iscrizioni al concorso di modellazione tridimensionale per le scuole secondarie di II grado del Friuli Venezia Giulia. Per gli interessati anche un corso pratico introduttivo

Sono prorogate fino al 28 marzo le iscrizioni al concorso Stampa la tua idea in 3D, promosso da Immaginario Scientifico, Science Dissemination Unit (SDU) del Centro Internazionale di Fisica Teorica (ICTP) di Trieste, e SciFabLab-Scientific Fabrication Laboratory. Il concorso è rivolto agli studenti delle scuole secondarie di II grado del Friuli Venezia Giulia, per favorire la conoscenza della tecnologia della stampa 3D e stimolare le abilità tecniche e creative degli adulti di domani.

Dai primi esordi negli anni ’70 a oggi, la stampa 3D ha compiuto passi da gigante, avventurandosi in campi d’applicazione sempre più vari e diventando sempre più accessibile ai non esperti.
Ogni giorno nel mondo si stampano in 3D oggetti di qualunque tipo, dai componenti di aeromodelli ai capi d’abbigliamento: la Nasa, per esempio, sta studiando il modo di ottenere dalle stampanti 3D persino il cibo per gli astronauti impegnati in lunghe missioni nello spazio. La tecnologia della “produzione additiva” sta vivendo il suo momento di maggiore notorietà e diffusione, anche e soprattutto per merito della filosofia open source che consente la libera circolazione di idee e progetti in Rete, l’abbattimento dei costi di realizzazione e la semplificazione dei processi.

Il concorso Stampa la tua idea in 3D è rivolto agli studenti di tutte le scuole secondarie di II grado del Friuli Venezia Giulia. Potranno partecipare al concorso gli studenti che frequentano i licei, gli istituti tecnici e professionali nonché coloro che frequentano corsi di Istruzione e Formazione Professionale Regionale.

Per partecipare al concorso, bisogna immaginare un oggetto che non esiste e realizzarne il progetto grafico, utilizzando un software di modellazione tridimensionale. L’oggetto disegnato potrà essere quanto più originale nella forma, nelle dimensioni e nelle possibilità di impiego, purché possa essere trasposto dallo schermo di un computer alla realtà, attraverso una stampante 3D. Una commissione di esperti del settore valuterà gli elaborati pervenuti e selezionerà i più meritevoli.

I concorrenti più abili e creativi avranno l’onore di vedere la loro idea trasformarsi in realtà: i progetti più originali, più utili e che meglio avranno saputo interpretare la sfida saranno stampati in 3D e saranno esposti al pubblico nel corso della Trieste Mini Maker Faire del 9 e 10 maggio 2015.

La partecipazione al concorso è gratuita, per iscriversi è necessario compilare l’apposito form online sul sito www.immaginarioscientifico.it entro il 28 marzo 2015, seguendo le istruzioni per l’invio degli elaborati.

Gli studenti interessati a iscriversi al concorso, avranno inoltre la possibilità di partecipare gratuitamente a un corso gratuito pratico introduttivo alla modellazione di un file digitale e al funzionamento delle stampanti 3D, che si terrà il giorno giovedì 12 marzo 2015, dalle ore 16 alle ore 18.00 presso lo SciFabLab dell’ICTP, in via Beirut 6 (Enrico Fermi Building) a Trieste. Per partecipare è necessario iscriversi telefonando allo 040 224337.

Apple Watch accessibile ai non vedenti

da Redattore sociale

Apple Watch accessibile ai non vedenti. L’anticipazione dei blogger

Dalle prime indiscrezioni che trapelano in rete, l’orologio made in Cupertino sarà almeno in parte accessibile anche a non vedenti e ipovedenti. Tra le funzioni disponibili, ascoltare quello che c’è sullo schermo facendoselo leggere da una voce, utilizzare lo zoom per ingrandire i caratteri e cambiare il contrasto dei colori

BRUXELLES – Sarà in vendita solo dal 24 aprile negli Usa, sarà molto più di un semplice orologio (dell’orologio avrà in pratica solo il cinturino da polso), ma sarà anche accessibile alle persone con disabilità visiva? Ieri, durante la presentazione di Apple Watch, di cui oggi si parla sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo, il gigante di Cupertino non ha svelato niente sulla possibilità di usare  il  suo nuovo gingillo hitech per le persone non vedenti e ipovedenti, ma su siti e blog specializzati sono emersi alcuni rumours.
A voler credere a tali indiscrezioni, l’orologio Apple dovrebbe essere dotato, come tutti i dispositivi della Mela (Iphone, Ipad, Mac, Apple Tv etc.) di Voiceover, il lettore di schermo che permette ai non vedenti di aver vocalizzato sia quello che scrivono che quello che appare a video.

Secondo il sito 9to5Mac e il blog Applevis, infatti, l’Apple Watch sarà almeno in parte utilizzabile con Voiceover. Gli utenti non vedenti potranno attivarlo o con un colpetto del polso verso l’alto o con un doppio tocco sul display. Con un movimento dall’alto verso il basso con due dita, chi non vede  potrà farsi leggere il testo che appare a video. Inoltre, per gli ipovedenti, un doppio tocco con due dita permetterà di attivare la funzione di zoom, un doppio tocco con due dita più trascinamento delle due dita sullo schermo permetterà di variare  il livello di ingrandimento dei caratteri e uno scroll con due dita renderà possibile scorrere il contenuto dello schermo e passare fra le diverse pagine. Ci saranno anche impostazioni riguardanti l’accessibilità per ridurre gli effetti visivi come le animazioni, le trasparenze, il movimento dovuto all’accelerometro, abilitare il testo in grassetto e passare dalla visualizzazione dei caratteri a colori a quella  in scala di grigio.

E la conferma che l’Apple Watch sarà almeno in parte accessibile per chi non vede o vede poco è data, in un altro articolo, sempre da 9to5Mac che informa come il numero uno del colosso di Cupertino, Tim Cook, in un meeting privato in un Apple Store di Berlino, avrebbe detto: “La risposta in sintesi è sì, l’Apple Watch sarà accessibile, come lo sono tutti i nostri prodotti. Noi vogliamo che chiunque possa usare i prodotti che vendiamo, e l’Apple Watch non farà eccezione”.

Da Applevis, un blog dedicato specificamente all’uso di Mac, Iphone, Ipad e altri prodotti a marchio Mela da parte dei non vedenti, invitano però alla cautela, visto che si tratta solo di indiscrezioni e rumours e che nessuno ha ancora effettivamente provato l’orologio made in Apple.

Infine, un ulteriore segno positivo che gli sviluppatori Apple hanno pensato all’accessibilità per quanto riguarda il loro Watch è dato dalla app su Iphone che permetterà di collegare i due dispositivi: si potranno abbinare sia attraverso la fotocamera, probabilmente inquadrando l’orologio, sia con quella che i programmatori della Mela chiamano l’opzione accessibile, ovvero con un doppio tap sullo schermo dell’Iphone una volta che la App di collegamento dell’Apple Watch è stata aperta. (Maurizio Molinari)

Nella scuola pubblica si lavora di più, ma gratis

da Corriere.it

Nella scuola pubblica si lavora di più, ma gratis

Il personale scolastico (Ata) formato per svolgere incarichi di maggiore responsabilità non riceve il corrispettivo economico. Miur e Mef temporeggiano e i sindacati sono pronti a fare ricorso.

di Antonella Cignarale

Quando si parla di scuola si pensa ai docenti e agli alunni, ma per garantire il corretto funzionamento scolastico è necessario anche il supporto di una componente più ampia di lavoratori. Attività informatiche, di contabilità, di assistenza ai disabili e primo soccorso, per esempio, sono svolte da assistenti amministrativi tecnici e ausiliari (personale Ata). Questo personale, dopo essere stato selezionato per seguire corsi di formazione, sulla base delle professionalità aggiuntive acquisite, è stato incaricato a mansioni di maggiore responsabilità oltre quanto previsto dal loro profilo contrattuale. Un lavoro in più svolto quotidianamente che dovrebbe quindi essere retribuito in busta paga.

Invece, come avevamo già mostrato in una precedente inchiesta, alle posizioni economiche Ata queste mansioni non vengono remunerate. Basandosi sulla legge Tremonti del 2010 che vietava l’aumento degli stipendi dei dipendenti pubblici, nel 2014 il ministero dell’Economia ha sospeso il pagamento degli emolumenti al personale Ata, chiedendo anche indietro i compensi già percepiti dal 2011. Non trattandosi però di automatismi stipendiali, ma essendo al contrario salario per prestazioni aggiuntive, la decurtazione non è passata in sordina e il ministero dell’Istruzione aveva promesso di metterci una pezza. Ad agosto dell’anno scorso hanno infatti firmato un accordo che riconosceva l’emolumento una tantum ai destinatari di posizione economica negli anni scolastici che andavano dal 2011 al 2014. Peccato però che nell’accordo si siano dimenticati di circa 5000 lavoratori Ata, che sono quindi rimasti a bocca asciutta e senza la certezze di ricevere gli emolumenti arretrati.Abbiamo quindi chiesto delucidazioni al ministero dell’Istruzione, ma non hanno voluto rilasciare interviste.

Con la nuova legge di stabilità il pagamento del beneficio economico può essere riattivato, ma mentre il Miur prevede l’erogazione a partire da gennaio 2015, per il Mef va rimandata direttamente all’anno scolastico 2015/2016, lasciando quindi scoperti i lavoratori fino al prossimo settembre. I sindacati premono affinché il Miur ponga fine a questo tam tam tra ministeri e nel frattempo hanno già preparato i ricorsi. Viene da chiedersi se con la riforma della Buona Scuola ci sarà ancora qualche buona scusa per non pagare tutto ciò che spetta a chi lavora per migliorare l’efficienza delle scuole.

The Foundation Criteria of Circular Agronomy

“Trans-disciplinary ideas and assumption moving toward Circular Agromomy” .
The Foundation Criteria of Circular Agronomy

By Paolo Manzelli <egocreanet2012@gmail.com> ; http://www.edscuola.it/lre.html
“Circular Agronomy” is an advancement of Agricultural sector of research&innovation, integrated with modern Ecological-Economics (or eco-economics), So that Circular Agronomy refers to a trans/disciplinary complex field of research and innovation in agro-food production that aims to overcome the state of the art of the old disciplinary and linear approaches of both Agriculture and Economics sciences, to focus the waste prevention by addressing the new interdependence and co/evolution to a common development of social economies and natural systems, into a unified goal of eco-economics new growth. So that Circular Agronomy will be based on a circular approach focused to “zero waste” releasing on the environment and to minimize the pollution of natural resources over the contemporary times of thecontemporary structural agro/food safety crisis. Circular Agronomy methods draw on ecological circular relationships among natural resources for improving new agronomic practices and cultivation methods by advancing the old scientific and farmers knowledge, linearly focused on implementing agro/food marketing. Circular Agronomy agenda would transform the linear -analytical dynamics of Agro-food system development through supporting new empowerment strategies on circular waste reuse as an alternative the dominant productivist agro-food traditional regime.

 

CIRCULAR AGROMOMY goals and transformative and trans/disciplinary potentials

A transformative role for “Circular Agronomy” strongly depends on entangling trans/disciplinary knowledge, interdisciplinary agricultural practices and social and cultural movements while recognizing their mutual dependence. “Circular Agronomy” have become a central concept of zero waste release in the environment as an innovative application of eco-economics science to the study of a modernized agriculture design and management for a sustainable future of no more polluting agro-food ecosystems.

“Circular Agronomy” would optimize the historical principles of agro/ecology.” Agroecology”, historically has been defined as the application of ecology to agricultural systems and it is oriented to improve the balance nutrient flows, minimize the use of non-renewable external resources (fertilizers, pesticides, and fuel), maximize the use of renewable resources (solar energy, biomass, and hydro-power), enhance genetic diversity, and promote ecological processes and services for reducing greenhouse gases, and avoiding land filing an incineration of agricultural waste.

The difference of “Circular Agronomy” to “Agroecology”, consist in moving beyond the field or agro/ecosystems scales towards a larger focus on the whole food system in the contest of a new strategic eco/economic social-policy. The “Circular Agronomy” may be defined as the development of a new thinking design of agrofood production focused on “No waste” generation. Thus the new “Circular Agronomy” may overcome any previous “continuous progress ” (i.e. “evolutionary”) approach. As a matter of facts “Circular Agronomy” mission is based on going beyond a obsolete linear economy of production looking forward to improve a disruptive or transformative innovation in order to realize future factories of networking food production, and distribution and consumption, that circularly do not produce any wastes and minimize the pollution of natural resources.

This broader perspective, based on a disruptive innovation  in eco/economy and technology, thus helps to create new values of social collaborative glocal networking, that eventually disrupts an existing old market and also the obsolete traditional marketing values. Typically the new approach will be made by new thinking design of agrofood production and disseminating of new transdisciplinary ideas and assumption, moving toward to implement world/wide “Circular Agromomy” principles , and by facilitating stakeholders links with farmer organizations, consumer-citizen groups and social movements to support alternatives against to the dominant linear productivist agro-food regime.

In conclusion “Circular Agronomy” will be a responsible rethinking of “Agroecology” looking to avoid the previous conditions of mismanagenent of economy, that permits to agricultural production to increase food production folowing to a linear economics modality of business . This linearity in economy of the traditional Agrofood prodution is the principal cause of a low food access of people to food so that the agro-food productivity on a global scale become today to enrich its limits, caused by the consumism and the exponential growing of waste in rich countries that become a dire problem in much of the developing world by exposing to an increasingly dense populations to illnesses and cancer. The reductionist linear method of agro-food business evidently generate an effective lack of eco- sustenability of the global system wich continue till today to exacerbate, soil erosion, fresh water pollution , negative climate changes and an dangerous decreases of biodiversity . Thus the “Circular Agronomy” may be a source of an creative solution for become us able to change the future of Agro-food productivity in a safety-quality manner .

 

AGROECOLOGY EU/ REPORT, http://futureoffood.org/pdfs/2013_Agroecology_in_Europe.pdf

AGROECOSYSTEM MANAGEMENT : http://www.crcnetbase.com/doi/abs/10.1201/9781420052152.sec2

Seregno: la scuol@ è digitale

Si ritiene di sottoporre alla vostra attenzione, considerata l’attualità dell’argomento, il progetto «Seregno: la scuol@ è digitale» che si sta realizzando nella Città di Seregno, seconda città della Provincia di Monza e Brianza con circa 45.000 abitanti.

E’ un progetto molto importante che coinvolge direttamente tutti gli Istituti Scolastici statali del Comune di Seregno,  dalla scuola dell’infanzia sino alla scuola secondaria di secondo grado, come si evince dal documento allegato (all.), che assorbono una popolazione scolastica di oltre 5.000 studenti.

Il progetto è stato approvato con delibera di Giunta comunale n. 231 del 9 dicembre 2014, e comprende 10 azioni ben individuate:

Azione 1  Dotare tutte le aule delle scuole primarie e secondarie di primo grado di
una lavagna interattiva multimediale (LIM)
Azione 2  Cablare gli edifici scolastici statali del primo ciclo.
Azione 3  Implementare in tutte le scuole il sistema WI-FI.
Azione 4 Attivare in via sperimentale alcune classi 2.0, dotando ogni alunno di apparecchiatura mobile, all’interno della scuola secondaria di primo grado.
Azione 5  Realizzare un sistema di sicurezza informatica per ogni Istituto comprensivo, in
termini di protezione e filtro della navigazione Internet, mediante nuovi apparati firewall, prevenzione da attacchi informatici alle reti delle scuole, analisi e prevenzione dei rischi secondo i requisiti di legge.
Azione 6. Utilizzare un’unica rete in fibra ottica quale collegamento tra l’Amministrazione Comunale e le scuole del primo ciclo, con aumento delle prestazioni della rete locale dei singoli Istituti in termine di comunicazione sia sul piano didattico che amministrativo, in particolare
per quanto riguarda l’utilizzo del registro elettronico.
Azione 7.  Impiegare la connessione al web banda IP veloce in funzione delle necessità, con
conseguente notevole aumento delle prestazioni e della velocità di internet, con ottimizzazione delle risorse, con un unico centro di costo in capo all’Amministrazione Comunale.
Azione 8.  Introdurre la strumentazione digitale e la realizzazione di progettualità specifiche
anche nella scuola dell’infanzia.
Azione 9.  Assegnare risorse finanziarie per la formazione dei docenti al fine di stimolare la crescita di competenze utili alla gestione della classe digitale.
Azione 10. Istituire sportelli di ascolto sul cyberbullismo, al fine di sviluppare progettualità
che pongano i minori e gli adulti nella condizione di utilizzare correttamente i diversi strumenti e i networks ed affrontare i possibili pericoli in cui si incorre all’interno di una rete virtuale, sostenendo la costituzione di i sportelli in rete tra i tre istituti scolastici cittadini.

In questo progetto sono previsti anche interventi per implementare le iscrizioni on line ai servizi scolastici comunali (es. servizio di refezione scolastica) e il passaggio al sistema Voice over IP (VOIP) per conversazioni telefoniche interne ed esterne tramite connessione dati, sia per l’Amministrazione Comunale che per gli Istituti Comprensivi Statali, con un abbattimento dei costi per la telefonia.

Il valore complessivo dell’intervento è di €423.300, già stanziati ed impegnati nel corso del 2014.
I lavori di competenza del Comune, sono iniziati già a fine dicembre dello scorso anno e termineranno entro il mese di marzo, mentre sono in corso le procedure sia per la formazione dei docenti che per l’acquisto delle apparecchiature  informatiche, in particolare Lavagne multimediali e Tablet da parte delle scuole,  cui sono stati trasferiti i fondi, affinché la strumentazione digitale  sia attiva e usufruibile con banda ultra larga entro l’inizio dell’anno scolastico 2015/2016 e il personale docente sia formato all’uso tecnico-pedagogico.

La finalità di elevare la qualità dell’offerta formativa delle Istituzioni scolastiche, attraverso l’innovazione didattica e l’integrazione delle nuove tecnologie nei processi di apprendimento deve trovare una soluzione di sistema uniforme e non restare affidata ad una diffusione episodica delle strumentazioni informatiche, che finisce per creare dissonanze dal
punto di vista metodologico-didattico nei docenti.

Colmare le criticità riguardanti la connettività e la banda larga nonché le disparità di dotazioni tecnologiche, permette l’accelerazione del processo di innovazione sistemica della scuola, nella direzione dell’applicazione concreta dei principi di equità, libertà e pluralismo del sistema scolastico cittadino.

E così è nato il progetto «Seregno: la scuol@ è digitale».

E’ attivo un sito dedicato al progetto http://scuoladigitale.seregno.info dove è indicato lo stato di attuazione del progetto.

Ringraziando anticipatamente dell’attenzione che vorrete prestare si porgono i migliori saluti.

Assessore  alle  Politiche  Sociali e Servizi alla
Famiglia, alle Politiche Educative, Scolastiche
e dell’Infanzia ed alle Pari opportunità

Avv. Ilaria Anna Cerqua

#riformabuonascuola, si farà col disegno di legge: il grosso delle assunzioni slitta al 2016

da La Tecnica della Scuola

#riformabuonascuola, si farà col disegno di legge: il grosso delle assunzioni slitta al 2016

La doppia conferma è scaturita dall’incontro di “limatura” tenuto il 10 marzo tra il premier Renzi e il ministro Giannini: al termine trapela che il Governo vuole “dare una risposta importante al precariato”. Che però si spalmerà su due anni. Qualche accenno sul resto del ddl: “l’autonomia diventa lo strumento chiave per aprire lascuola anche di pomeriggio”, irrobustendo il legame col territorio. E “la figura del preside sarà centrale”.

Sul disegno di legge non si torna indietro. E nemmeno più sulla data di approdo in Consiglio dei ministri. La doppia conferma è scaturita dall’incontro di “limatura” tenuto il 10 marzo tra il premier Matteo Renzi e il ministro Stefania Giannini, al fine di sciogliere gli ultimi ostacoli sul cammino della #riformabuonascuola.

Durante l’incontro, cui è seguito al Nazareno quello con i parlamentari Pd competenti, è stato ribadito che giovedì 12 marzo sarà licenziato il testo, e nella forma del disegno di legge. A riferirlo sono state fonti di Governo, ribadendo che anche con lo strumento del ddl ci sono comunque i tempi per “dare una risposta importante al precariato”, con le assunzioni previste e già finanziate con la Legge di Stabilità. Sui numeri delle assunzioni da effettuare nel 2015, però, non trapelano indicazioni.
Via libera anche alle indiscrezioni degli ultimi giorni, con i presidi-sindaci che avranno un ruolo determinante, anche per la scelta del personale. Pur senza entrare nei dettagli, da viale Trastevere spiegano: “l’autonomia diventa lo strumento chiave per aprire lascuola anche di pomeriggio”, irrobustendo il legame con il territorio. E “la figura del preside sarà centrale per costruire il progetto formativo delle scuole”.

Rimangono quindi delusi tutti coloro – anche sul fronte sindacale e tra i precari – che hanno sperato sino all’ultimo che tornasse in pista quel decreto legge che avrebbe favorito da subito l’assunzione di un numero maggiore di docenti. A questo punto, infatti, è probabile che la tranche maggiore di assunzioni dei precari, quella da legare all’organico funzionale, verrà incardinata nel disegno di legge. I cui tempi si prospettano serrati.

L’avvio del percorso parlamentare della riforma, infatti, si terrà non prima del 17 marzo (il lunedì le Commissioni di Camera e Senato non si riuniscono). I tempi, considerando la pausa pasquale e la scadenza del 15 aprile posta dall’Esecutivo come data-limite entro cui il ddl dovrà completare il suo cammino, sono strettissimi.

E proprio per questo motivo, tra le ipotesi più accreditate, in mancanza della decretazione d’urgenza, c’è quella di ‘spalmare’ le immissioni in ruolo su due anni: subito 50mila assunzioni, o una cifra non molto diversa, per coprire il turn over in maniera abbondante e per risolvere almeno in parte il problema delle supplenze annuali (in questo caso non sarebbe necessario neppure un provvedimento di legge, basterebbe l’autorizzazione del ministero dell’Economia). Facendo però così slittare al 2016 il “piatto” più succulento delle assunzioni.

#riformabuonascuola alla resa di conti: Renzi convoca Giannini

da La Tecnica della Scuola

#riformabuonascuola alla resa di conti: Renzi convoca Giannini

Nella serata del 10 marzo, il premier ha ricevuto il ministro a Palazzo Chigi. Poi è stata la volta dei componenti delle commissioni di competenza del Pd. Sono stati smussati i punti più delicati del disegno di legge che arriverà in CdM il 12 marzo: come gli scatti di merito, le detrazioni per le scuole paritarie, la valutazione e la formazione del personale. La new entry è l’ipotesi della chiamata diretta dei docenti, da affidare ai “presidi-sindaci”.

La riforma arriverà in Consiglio dei ministri il 12 marzo, ma le ultimissime modifiche e integrazioni al testo si stanno realizzando in queste ore. La sera di martedì 10, il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini è andato a colloquio a Palazzo Chigi con il con il premier Matteo Renzi per un confronto: l’evento, annunciato, è servito a definire più di un punto ancora incerto del ddl. Ma più di tutto, probabilmente, è stato decisivo per decidere la linea da assumere sulle assunzioni dei precari: se, come probabile, il disegno di legge non dovesse rispettare i tempi di approvazioni imposti da Renzi, le immissioni in ruolo del 2015 non dovrebbero superare le 50mila unità. Una cifra di poco superiore al turn over naturale. La cifra non è da poco, ma se si paragono a quella che il Governo ha incluso nella prima versione della Buona Scuola (quasi 150mila assunzioni) è davvero deludente.

Certo, il resto delle assunzioni si faranno a ddl approvato, con l’avvio del sempre più fantomatico organico funzionale: ma, al di là di tutto, si tratta comunque di una spalmatura su più anni e non di certo di quell’abbattimento della “supplentite” (per dirla alla Renzi) tanto sbandierata dal Governo per diversi mesi.

Il premier, comunque, vuole che tutto il partito di maggioranza sia d’accordo: al termine dell’incontro con Giannini, ha deciso infatti di incontrare anche, stavolta nella sede del Pd, i parlamentari delle commissioni competenti. Sono diversi i passaggi del ddl, particolarmente delicati e che dividono, su cui mettere il punto: come gli scatti di merito, le detrazioni per le scuole paritarie, ma anche la valutazione e la formazione del personale. Nelle ultime ore ha preso piede anche l’indiscrezione della chiamata diretta dei docenti da affidare ai “presidi-sindaci”: l’Anief, a tal proposito, ha già detto “no grazie, in Italia si diventa insegnanti solo tramite pubblico concorso”. E anche agli altri sindacati una soluzione di questo genere, inizialmente da attuare solo per “foraggiare” l’organico funzionale e in futuro forse da estendere anche per supplenze e assunzioni ordinarie, non può che essere rigettata.

Nel corso del confronto, Renzi e componenti del Pd hanno parlato anche di Rai: il pacchetto di revisione dei canali di Stato è stato calendarizzato in CdM, assieme a quello sulla scuola, per giovedì 12 marzo alle 17,30. Subito dopo dovremmo saperne di più. Si spera.

Supplenze superiori a 36 mesi: cosa accadrà?

da La Tecnica della Scuola

Supplenze superiori a 36 mesi: cosa accadrà?

L.L.

Se confermato in sede di conversione in legge del DDL sulla Buona Scuola, al personale scolastico interessato spetterà un indennizzo da 2,5 a 10 mensilità per i contratti a tempo determinato su posti vacanti e disponibili di durata complessivamente superiore a 36 mesi. Da chiarire meglio il “destino” di tutti i precari che hanno superato o supereranno il tetto dei 36 mesi

La durata dei contratti a tempo determinato del personale scolastico per la copertura di posti vacanti e disponibili nelle istituzioni scolastiche ed educative statali, non può essere superiore a 36 mesi, anche non continuativi.

Lo prevede l’articolo 15 del DDL sulla Buona Scuola. Un articolo che di sicuro (o almeno è quello che ci si augura) dovrà essere meglio specificato in sede di conversione in legge, perché se dovesse passare così com’è, potrebbe sollevare un vero e proprio polverone.

In pratica: cosa accade se il docente supera i 36 mesi di precariato? Verrà assunto a tempo indeterminato? Oppure il Dirigente scolastico non potrà più chiamarlo, rischiando di commettere un atto ingiusto, oltre che illegale?

Un punto, questo, che va di sicuro chiarito, perchè rischia di penalizzare i docenti con esperienza che potrebbero trovarsi senza lavoro, perché una norma impedisce al Dirigente di assumerli.

Altro aspetto che merita di essere approfondito: come potranno i Dirigenti scolastici vigilare sul superamento del tetto dei 36 mesi?

Italia Oggi, in un articolo del 10 marzo 2015, sostiene che “il dirigente scolastico, sulla base di apposita autocertificazione del docente individuato come aventi titolo, attestante il periodo di servizio prestato, sarà tenuto a scorrere la graduatoria. E se non lo farà ne risponderà personalmente con il proprio patrimonio. La misura servirà ad impedire l’abuso dei contratti a termine nella scuola”.

Con un’interpretazione un po’ forzata, si ipotizza, quindi, una responsabilità per danno erariale in capo al Dirigente scolastico che “non se la sentisse di escludere il docente avente titolo, procedendo allo scorrimento della graduatoria”.

Sempre in merito ai contratti superiori ai 36 mesi, il successivo articolo 36 parla di un indennizzo “a richiesta” per il pregiudizio subito dal lavoratore a seguito della reiterazione dei contratti a tempo determinato: “A coloro i quali abbiano stipulato in precedenza con l’amministrazione scolastica statale contratti annuali a tempo determinato su posti vacanti e disponibili di durata complessivamente superiore a 36 mesi, viene riconosciuto, a condizione che ne facciano istanza tramite Posta Elettronica Certificata entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto legge, un trattamento indennitario forfettizzato e onnicomprensivo che assorbe ogni eventuale pregiudizio subito dal lavoratore”.

Tale risarcimento, secondo il DDL, sarà quantificato in 2,5 mensilità se i contratti a termine hanno avuto una durata complessiva di servizio effettivamente prestato tra 3 anni e 5 anni; di 6 mensilità se i contratti a termine hanno avuto una durata complessiva di servizio effettivamente prestato tra 5 anni e 10 anni; di 10 mensilità se i contratti a termine hanno avuto una durata di servizio effèttivamente prestato superiore a 10 anni.

Questi importi saranno ridotti della metà se il personale sarà assunto a tempo indeterminato a decorrere dal 1° settembre 2015, secondo il piano di assunzione straordinario previsto dal Governo.

In ogni caso, i periodi di lavoro maturati in base ai contratti a tempo determinato stipulati in precedenza con un’amministrazione scolastica statale non rilevano ai fini dell’anzianità lavorativa e contributiva.

Ancora pochi giorni per chiedere il part-time

da La Tecnica della Scuola

Ancora pochi giorni per chiedere il part-time

Entro il 15 marzo può presentare domanda il personale docente, educativo ed Ata, ad eccezione dei Direttori dei Servizi Generali Amministrativi. L’istanza deve essere prodotta all’Ambito Territoriale della provincia di appartenenza, tramite il Dirigente Scolastico della scuola di servizio

Anche quest’anno, così come stabilito in via permanente dall’O.M. n. 55/98, è fissata al 15 marzo la data di scadenza per la presentazione delle domande per la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale o rientro a tempo pieno del personale docente e ATA a tempo indeterminato.

Il part-time può essere però concesso anche al personale a tempo determinato. Infatti, gli artt. 25, comma 6 (per i docenti), e 44, comma 8 (per gli Ata), del Ccnl scuola del 2007 hanno chiarito che “l’assunzione a tempo determinato e a tempo indeterminato può avvenire con rapporto di lavoro a tempo pieno o a tempo parziale”. Quindi, per i lavoratori che instaurano un nuovo rapporto di lavoro a tempo determinato, è possibile l’attivazione del part-time anche al momento della sottoscrizione del contratto individuale di lavoro.

Presentazione dell’istanza

La domanda può essere presentata all’Ambito Territoriale della provincia di appartenenza, tramite il Dirigente Scolastico della scuola di servizio dai docenti delle scuole di ogni ordine e grado, dal personale educativo, dal personale ATA (esclusi i Dsga) e dal personale utilizzato in altri compiti per motivi di salute che intendano trasformare il proprio rapporto di lavoro da tempo pieno a part-time o modificare il proprio rapporto di part-time o ancora revocare il proprio contratto di part-time e rientrare a tempo pieno.

Nella domanda, il richiedente deve indicare esplicitamente la tipologia di part-time che si vuole ottenere, vale a dire part-time orizzontale (prestazione di servizio ridotta in tutti i giorni lavorativi); part-time verticale (prestazione distribuita solo su alcuni giorni della settimana, del mese o di determinati periodi dell’anno); part-time misto (combinazione delle due precedenti modalità).

Gli originali delle istanze devono essere trattenuti dalle istituzioni scolastiche per la successiva predisposizione e stipula del contratto individuale di lavoro a tempo parziale, che potrà avvenire solo previa pubblicazione da parte dell’Ufficio scolastico provinciale competente per territorio dell’elenco del personale ammesso al regime di lavoro part-time.

Precedenze

A quanto sopra deve aggiungersi il diritto di precedenza, introdotto dalla Legge n. 247 del 24 dicembre 2007, per “i lavoratori del settore pubblico e del settore privato affetti da patologie oncologiche, per i quali residui una ridotta capacità lavorativa, anche a causa degli effetti invalidanti di terapie salvavita, accertata da una commissione medica istituita presso l’azienda unità sanitaria locale territorialmente competente”, i quali hanno appunto diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro a tempo pieno in lavoro a tempo parziale verticale od orizzontale. Il rapporto di lavoro a tempo parziale deve essere trasformato nuovamente in rapporto di lavoro a tempo pieno a richiesta del lavoratore.

Il diritto di precedenza non riguarda solo i malati, ma anche chi presta loro assistenza. Infatti, la medesima legge prescrive che “in caso di patologie oncologiche riguardanti il coniuge, i figli o i genitori del lavoratore o della lavoratrice, nonché nel caso in cui il lavoratore o la lavoratrice assista una persona convivente con totale e permanente inabilità lavorativa, che assuma connotazione di gravità ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, alla quale è stata riconosciuta una percentuale di invalidità pari al 100 per cento, con necessità di assistenza continua in quanto non in grado di compiere gli atti quotidiani della vita […], è riconosciuta la priorità della trasformazione del contratto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale”.

Analogamente “in caso di richiesta del lavoratore o della lavoratrice, con figlio convivente di età non superiore agli anni tredici o con figlio convivente portatore di handicap ai sensi dell’articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, è riconosciuta la priorità alla trasformazione del contratto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale”.

Durata del contratto

Il contratto di part-time dura, di norma, due anni scolastici per un numero di ore settimanali almeno del 50 per cento.

Al termine del biennio, in assenza di diversa comunicazione da parte dell’interessato, il part-time si intende automaticamente prorogato di anno in anno. Scaduti i primi due anni, non è pertanto richiesta la presentazione di una nuova richiesta ai fini della prosecuzione del rapporto di lavoro in regime di part-time. Devono essere invece esplicitamente richiesti il ritorno al tempo pieno o eventuali modifiche del proprio part-time.

Rientro a tempo pieno

Per quanto riguarda il personale che chiede di rientrare a tempo pieno, compete alle istituzioni scolastiche la predisposizione e la adozione del provvedimento di reintegra e la chiusura del contratto a SIDI, cui seguirà la trasmissione all’Ambito territoriale.

Può anche verificarsi il caso di lavoratori che, solo dopo un anno in part-time, chiedano di riconvertire l’orario a tempo pieno. In queste situazioni il procedimento amministrativo è affidato agli Ambiti territoriali degli Uffici scolastici regionali, pertanto le scuole dovranno trasmettere all’U.s.p. tali istanze in originale. Eventuali domande in tal senso potranno essere accolte solo se adeguatamente motivate e tenendo conto anche situazione complessiva degli organici.