Cyberbullismo, natura ibrida e ammonimento

da Orizzontescuola

di Gianfranco Scialpi

Il reato di cyberbullismo non esiste! E’ desunto da altri comportamenti sanciti dal codice civile e penale. La definizione ibrida, i compromessi che portano alla procedura dell’ammonimento.

Il reato di cyberbullismo, quando lo stato prende posizione

Il reato di cyberbullismo è stato introdotto dalla legge 71/17. E’ un  segnale positivo. Lo Stato italiano finalmente prende posizione! Proponendo, innanzitutto, una sua definizione del fenomeno.

La caratterizzazione repubblicana del fenomeno non potrà essere ignorata dalle istituzioni scolastiche e in genere dai soggetti istituzionali che ogni giorno interagiscono con il cyberbullismo. Si legge all’art. 1 comma 2: “per «cyberbullismo» si intende qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identita’, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonche’ la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o piu’ componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo.”

Una definizione di campo e rispondente al criterio della velocità

La definizione, innanzitutto chiarisce la posizione della nostra Repubblica. Il cyberbullismo non è un nuovo reato, è desunto da altri già presenti nel nostro codice civile e penale. Questa scelta è stata imposta dall’esigenza di fare presto, vestendo il nuovo reato con abiti giuridici già confezionati. Questo ha evitato le inevitabili e lunghe discussioni  su una definizione ex novo del fenomeno.

La natura ibrida del cyberbullismo richiama i seguenti reati:

1) “pressione” è la condizione ricorrente di ogni atto di cyberbyllismo e tocca la sfera intima della  vittima Fa riferimento all’art. 612 del codice penale.

2) “aggressione” art.  612 che non  delimita il comportamento alle percosse o alle lesioni fisiche. Infatti si legge “Chiunque minaccia ad altri un ingiusto danno è punito, a querela della persona offesa  con la multa fino a euro 1.032“.
Seguono poi la “minaccia” (art. 612), gli “atti persecutori” (art 612 bis), La “sostituzione della persona” (art. 494), la “diffamazione aggravata” (art.595) e cosi via.

Delimitazioni e quindi compromessi

Tuttavia, il disposto normativo decide di non legiferare e quindi di tenere fuori due aspetti. Il bullismo fisico e i maggiorenni.
Sul primo non si comprende la scelta perché spesso tutto inizia nella vita reale. L’esempio più significativo è rappresentato dalla tragedia di Carolina Picchio che ha portato la sua professoressa (E. Ferrara, deputato pd 2013) a farsi promotrice della proposta di legge poi divenuta 71/17. La ragazzina quattordicenne venne ripresa al bagno ubriaca e il suo stato poi pubblicato online. L’enorme pressione condusse Carolina Picchio a togliersi la vita (gennaio 2013).

La decisione di escludere i maggiorenni, invece, è condivisibile, in quanto i suddetti reati sono già definiti nella modalità ordinaria.
Ora, l’attenzione solo sul minorenne giustifica l’assenza della responsabilità penale, condizionata quest’ultima dall’età del cyberbullo. Essendo quest’ultimo minorenne non può essere perseguibile fino a quattordici anni (art.97 codice penale), anche se ritenuto socialmente pericoloso. In questi casi, il Tribunale per i Minorenni può intervenire individuando un percorso di recupero anche in riformatori giudiziari o in stato di libertà vigilata. Situazione diversa per gli ultraquattordicenni che possono essere perseguiti previa valutazione del giudice sulla loro capacità di intendere e volere.

La procedura dell’ammonimento

Ecco spiegata la sola presenza dell’ammonimento nella legge 71/17 e non di altre forme di sanzioni o pene. Scelta soft  che conferma l’attenzione agli aspetti formativi e di recupero.

Recita infatti l’art. 7: “Fino a quando non e’ proposta querela o non e’ presentata denuncia per taluno dei reati di cui agli articoli 594, 595 e 612 del codice penale e all’articolo 167 del codice per la protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, commessi, mediante la rete internet, da minorenni di eta’ superiore agli anni quattordici nei confronti di altro minorenne, e’ applicabile la procedura di ammonimento di cui all’articolo 8, commi 1 e 2, del decreto-legge 23 febbraio 2009, n. 11, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 aprile 2009, n. 38, e successive
modificazioni.

2. Ai fini dell’ammonimento, il questore convoca il minore, unitamente ad almeno un genitore o ad altra persona esercente la responsabilita’ genitoriale.
3. Gli effetti dell’ammonimento di cui al comma 1 cessano al compimento della maggiore eta’. 

Se ne deduce, quindi un approccio molto vicino al sentire dell’istituzione scolastica.  Lo scopo dell’ammonimento, infatti   è quello di far recedere il cyberbullo dalle azioni offensive. Può essere accostato calcisticamente al cartellino giallo. Se la procedura non convince il cyberbullo, allora si procede con il cartellino rosso con provvedimenti più pesanti e previsti dal codice civile e penale.

Io leggo perché: dal 19 al 27 ottobre è il momento di donare un libro alle scuole

da La Tecnica della Scuola

Sono circa 3 milioni i ragazzi e bambini coinvolti nella nuova edizione di #ioleggoperché, l’iniziativa nazionale per la creazione e il potenziamento delle biblioteche scolastiche, organizzata e promossa dall’Associazione Italiana Editori (AIE) in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), con l’Associazione Librai Italiani (ALI) e il Sindacato Librai e Cartolibrai (SIL), l’Associazione Italiana Biblioteche (AIB), il Centro per il Libro e la Lettura, Confindustria – Gruppo Tecnico Cultura e Sviluppo, con il supporto di SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori.

Il progetto vanta anche il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero per i Beni e per le Attività culturali e per il Turismo (MIBACT) e, per la prima volta, della Banca d’Italia.

Una edizione che si annuncia già da record, superando ogni precedente, in attesa della fase culmineche coinvolgerà dal 19 al 27 ottobre tutti gli italiani: sono infatti ben 15.253 le scuole di tutti gli ordini e gradi che partecipano al progetto, pari a circa 140.000 classi in tutta Italia (tra infanzia, primarie, primo e secondo grado) e quasi 3milioni di bambini e ragazzi.

Record anche la partecipazione delle librerie: nei 2392 punti vendita aderenti, gli italiani potranno recarsi dal 19 al 27 ottobre per donare un libro alla scuola con cui in precedenza la libreria si è gemellata, dando così un personale contributo concreto.

Al termine della campagna, il testimone passerà agli editori (in allegato la scheda) aderenti all’iniziativa, che contribuiranno destinando alle biblioteche scolastiche un monte libri pari alla donazione dei cittadini calcolata su base nazionale (fino a un massimo di 100.000 volumi).

Ad annunciare l’imminente campagna di donazioni, oggi nell’Auditorium della Scuola primaria Tito Speri di Milano, sono stati autori come Paola Calvetti, Chiara Francini, Alessia Gazzola e Andrea Vitali, che hanno dialogato con i bambini intorno al grande tema dei libri che non dovrebbero mai mancare in una biblioteca scolastica (in allegato le classifiche, per ordine scolastico, derivanti dalle risposte di 1451 scuole italiane, aderenti all’edizione 2018 di #ioleggoperché). Insieme a loro anche quest’anno Rudy Zerbi e Luciana Littizzetto, che hanno confermano la convinta adesione al progetto in veste di Ambassador.

“I numeri sono veramente straordinari – ha sottolineato il presidente di AIE, Ricardo Franco Levi – ed evidenziano una volta in più il bisogno a cui il progetto vuole rispondere. Colpisce che su 15.000 scuole aderenti, ben 5.000 siano dell’infanzia e 6.000 della primaria: possiamo veramente, tutti insieme, lavorare per far crescere nuovi lettori, come è nelle intenzioni del progetto. Un segnale chiaro che stiamo seminando bene e nel posto giusto”.

“Grazie per il vostro contributo a questa iniziativa che ogni anno mette in contatto cittadini, librerie e scuole, per arricchire le biblioteche negli Istituti, ricordando che non c’è cultura, non c’è crescita, non c’è libertà senza libri – ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Lorenzo Fioramonti (il messaggio integrale è in allegato) -. Un’iniziativa che (…) dimostra quanto funzioni la sinergia tra istituzioni, enti privati e cittadini per diffondere cultura. (…). La biblioteca scolastica non è un magazzino di testi polverosi, ma è uno spazio vivo che raccoglie stimoli, conoscenze, strumenti per imparare, capire, pensare. E proprio perché è uno spazio vivo, la biblioteca può e deve uscire dal confine della scuola e diventare un punto di riferimento per i ragazzi nei tanti luoghi di incontro fuori dalla scuola. Ho un sogno: dove c’è un ragazzo ci deve essere un libro. Rivolgo un ringraziamento agli editori, che a questo progetto credono con generosità, contribuendo a regalare libri alle scuole. Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca anche come istituzione c’è, collabora a questa iniziativa”.

UN PROGETTO SOCIALE

#ioleggoperché diventa quest’anno campagna di comunicazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento Informazione ed Editoria: “#ioleggoperché interpreta in modo esemplare lo spirito del sostegno alla promozione della lettura – ha sottolineato il Sottosegretario di stato Andrea Martella (il messaggio integrale è in allegato) -. Si tratta infatti di un’iniziativa solidale, collettiva, diffusa sul territorio nazionale. Un’iniziativa che – in perfetta attuazione del principio costituzionale della sussidiarietà orizzontale – vede il settore privato cooperare con il pubblico e con i cittadini per stimolare la domanda di lettura e per arricchire ed aggiornare le biblioteche scolastiche. Un’iniziativa particolarmente stimolante perché fondata sull’idea di circolarità e vitalità: i libri sono preziosi quando sono letti”.

Straordinaria sarà quindi la campagna di comunicazione che vedrà, per la prima volta, anche il passaggio televisivo degli spot del progetto sulle reti Rai come campagna istituzionale e sulle reti Mediaset (con il sostegno di Mediafriends Onlus), Sky e La7 come campagna sociale.

#IOLEGGOPERCHÉ ENTRA IN UNA SERIE TV

#ioleggoperché per la prima volta entra in un prodotto televisivo di lunga serialità. Durante la dieci giorni delle donazioni, “Un posto al sole”, la storica serie televisiva in onda su Rai 3 – prodotta da Rai Fiction e ambientata a Napoli – mostrerà le locandine di #ioleggoperché in una scena a Caffè Vulcano (episodio del 23 ottobre), e diventerà scena di dialogo alla Terrazza tra i protagonisti della serie il 21 ottobre. “Un risultato per noi importantissimo – ha proseguito Levi –. Finalmente si porta il libro fuori dal circuito stretto delle trasmissioni ad hoc, per aprirlo all’intrattenimento e alla tv destinata al largo pubblico. Ci auguriamo che questo esempio sia seguito da tutti gli altri”.

UNA FESTA PER TUTTI, ANCHE SUI CAMPI DI CALCIO

La festa coinvolge ancora una volta anche i campi di calcio: Lega Serie A e Lega Btornano infatti a sostenere la nuova edizione della mobilitazione nazionale AIE, coinvolgendo i calciatori come testimonial e portando in campo gli striscioni e i libri. Appuntamento quindi con tutte le partite della Serie A TIM del 19, 20 e 21 ottobre, in concomitanza con l’avvio della campagna donazioni, e con tutte le società del campionato Serie BKT.

La festa proseguirà anche oltre il periodo delle donazioni. Si conferma infatti anche quest’anno la partnership con Libriamoci. Giornate di lettura nelle scuole, in programma dall’11 al 16 novembre.

I NUMERI

Nel dettaglio di questa edizione record, delle 15.253 scuole iscritte, ben 5.384 sono scuole dell’infanzia6.040 sono scuole primarie2.751 sono scuole secondarie di primo grado1.066 scuole secondarie di secondo grado.

La suddivisione territoriale evidenzia come il 44,5% delle scuole iscritte sia nell’Italia del Nord, il 21,2% nel Centro e il restante 34,3% nel Sud e nelle isole, confermando anche quest’anno una distribuzione abbastanza omogenea tra regioni.

Tra le regioni che spiccano per partecipazione, oltre alla Lombardia con quasi 2.231 scuole coinvolte, ci sono: Emilia-Romagna con 1399 scuole, Sicilia con 1328 scuole, Lazio con 1314 scuole, Campania con 1290 scuole, Veneto con 1239 scuole, Piemonte con 1191 scuole e Puglia con 1155 scuole.

Gli istituti partecipanti hanno attivato 28.123 gemellaggi con le librerie e sulla piattaforma con line www.ioleggoperche.it possono già indicare alle librerie i titoli desiderati per indirizzare in modo mirato le donazioni.

Le librerie aderenti, tra indipendenti e di catena, hanno raggiunto quota 2400 (2392 per la precisione) e nella nove-giorni di campagna saranno le co-protagoniste dell’iniziativa al servizio delle migliaia di studenti, famiglie, insegnanti mobilitati. Al fianco dei librai ci saranno, come consuetudine, i quasi 1.000 Messaggeri volontari che si sono gemellati con le librerie dei rispettivi territori: un numero che può ancora salire, dato che si possono iscrivere fino al 14 ottobre.

Per agevolare il lavoro dei librai nel conteggiare e registrare i libri donati, è stata predisposta un’APP dedicata, scaricabile sia per sistemi iOS che Android.

IL CONTEST

Per premiare alcune tra le tante iniziative delle scuole che verranno realizzate nelle librerie nei giorni di campagna, torna inoltre il contest #ioleggoperché a cui hanno aderito centinaia di scuole in tutta Italia con la collaborazione delle librerie gemellate: la sfida è quella di organizzare insieme, durante i nove giorni di campagna – dal 19 al 27 ottobre – un evento o un’attività in libreria per promuovere #ioleggoperché 2019 e incentivare così le donazioni. In tutta la Penisola si svolgeranno così letture ad alta voce, incontri con l’autore, flash mob letterari, lezioni, gare di abilità, spettacoli, installazioni in vetrina: un vero e proprio evento diffuso nazionale.

Le 10 scuole che avranno organizzato le attività più creative, originali ed efficaci, saranno premiate, con il supporto di SIAE, con altrettanti buoni del valore di 1.500 euro per l’acquisto di libri in libreria.

Ispettori scolastici, concorso in arrivo. Le ultime novità

da La Tecnica della Scuola

Via libera da parte del Consiglio dei Ministri al decreto scuola, cioè il provvedimento contenente norme di “straordinaria necessità e urgenza in materia di reclutamento del personale scolastico e degli enti di ricerca e di abilitazione dei docenti”.

In arrivo anche l’assunzione di nuovi dirigenti tecnici nel ruolo di ispettori scolastici, il concorso si svolgerà per titoli ed esami.

Chi potrà partecipare e con quali titoli

L’accesso al concorso dovrebbe essere riservato, oltre che ai dirigenti scolastici, anche a maestri della scuola dell’infanzia e primaria; docenti della secondaria, rettori dei convitti nazionali, oltre che dirigenti dei conservatori di musica e delle accademie di belle arti.

Oltre al ruolo professionale, con una anzianità complessiva di effettivo servizio di ruolo di un numero di anni considerevole., li interessati al concorso dovranno essere in possesso necessariamente del diploma di laurea.

I compiti del dirigente tecnico

Ricordiamo che l’ispettore scolastico – parte integrante del Sistema Nazionale di Valutazione – svolge la funzione ispettiva all’interno degli istituti scolastici, per esaminare e migliorare l’attività realizzata, anche in linea con le indicazioni dell’Unione Europea.

Tra i compiti dell’ispettore tecnico – definiti dalla Direttiva del 2 Luglio 2002 – vi sono anche le verifiche e le ispezioni svolte su specifiche situazioni disposte dal ministro dell’Istruzione e dagli uffici dell’amministrazione scolastica centrale.

Wanted Talent in Automotive

“Wanted Talent in Automotive” 

si apre il bando per la terza edizione della borsa di studio di automobile.it

Dopo il successo della scorsa edizione, torna “Wanted Talent in Automotive”, la borsa di studio per studenti appassionati di digital e di automotive promossa da automobile.it, il sito di annunci di auto usate, nuove, Km 0 e a noleggio di proprietà del gruppo eBay, che arriva così alla terza edizione. Anche per il 2019 sono stati stanziati 3.000 euro per sostenere gli studenti meritevoli che dovranno dimostrare di aver coltivato durante gli studi un forte interesse per l’automotive e per i servizi di innovazione digitale legati a questo settore. 

 “L’iniziativa di automobile.it ha l’obiettivo di incentivare i giovani ad apprendere le dinamiche di un settore, quello dell’automotive, colpito da due rivoluzioni parallele. Da una parte l’onda dell’Industria 4.0, dall’altra dal nuovo modo di concepire l’auto, sempre più digital, sempre più tecnologica, sempre più smart e green” afferma Davide Archetti, Head of Motors di automobile.it “Le trasformazioni in questo campo impongono alle aziende di essere sempre più attive nella ricerca di talenti in grado di raccogliere le sfide con competenza e passione”.

Secondo i dati presentati dalla recente pubblicazione “I talenti del fare” di Altagamma, risulta che tra i settori in cui sarà più elevata la ricerca di collaboratori specializzati c’è l’automotive che comprende anche tutte le aziende che fabbricano macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto, per le quali saranno richiesti nei prossimi cinque anni 89.400 professionisti.

Sulla base di questo scenario automobile.it vuole sensibilizzare e supportare i giovani studenti riguardo a tutte le opportunità relative al mondo dell’automotive, spingendoli a mettersi alla prova e a dare il loro contributo per affrontare i cambiamenti di un settore dinamico che resta uno dei fiori all’occhiello del Made in Italy e che richiede a gran voce competenze trasversali.

La partecipazione alla borsa di studio “Wanted Talent in Automotive” è aperta a tutti gli studenti iscritti alle facoltà di Architettura e Design Industriale, Economia, Ingegneria, Chimica, Scienze e Tecnologie, Informatica, Scienze Statistiche, Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali con sede sul territorio italiano. Le domande dovranno essere inviate entro il 30 novembre 2019. Per accedere al regolamento completo dell’iniziativa è possibile consultare questa pagina del sito automobile.ithttps://www.automobile.it/magazine/curiosita/borsa-di-studio-1683

Il vincitore verrà selezionato da un’apposita commissione che esaminerà i profili dei candidati e le loro motivazioni. Il nome del vincitore sarà comunicato entro il 13 dicembre 2019.

Scuola, bonus merito esteso anche ai precari Assunti a quota 61mila

da Il Sole 24 Ore

di Eugenio Bruno e Claudio Tucci

Per tamponare l’emergenza “cattedre scoperte” che ha funestato l’inizio dell’anno scolastico 2019/2020, i vincitori e idonei dei vecchi concorsi potranno essere immessi in ruolo una regione diversa da quella della propria graduatoria. Il fondo per valorizzare gli insegnanti (quest’anno vale 160 milioni di euro) potrà essere destinato a premiare, oltre ai docenti a tempo indeterminato, anche i supplenti con contratto fino al 30 giugno o al 31 agosto (lo scorso anno erano oltre 130mila). E ancora: il conto complessivo, da qui al 2021, delle nuove assunzioni nella scuola cresce ancora. Si arriva a 61mila unità, con l’aggiunta del migliaio di capi segreteria “Dsga facenti funzione”) per i quali, dopo un lungo tira e molla, si apre a un concorso straordinario a cui potranno partecipare coloro con tre anni scolastici di servizio dal 2011/2012.

Con queste tre ultime novità il primo decreto scuola targato Lorenzo Fioramonti ha ricevuto ieri l’ok del Consiglio dei ministri: «Queste norme dimostrano la volontà del governo di combattere il precariato nella scuola garantendo il numero più alto possibile di cattedre a partire da settembre 2020», ha spiegato il neo titolare del Miur. Il Dl, dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, sarà trasmesso alle Camere per la conversione entro 60 giorni.

Il piatto forte del provvedimento, in tutto sette articoli, è il concorso straordinario per immettere in ruolo, già da settembre 2020, 24mila precari con almeno tre anni di servizio alle spalle, di cui uno nella classe di concorso per la quale si affronta la selezione. La procedura prevede una sola prova scritta computer based con quesiti a risposta multipla che viene superata con 7/10. Scatta poi l’anno di prova che consentirà di acquisire i 24 Cfu con oneri a carico dello Stato. A fine anno, basta una lezione simulata e si viene confermati in ruolo. Chi ottiene 7/10, ma non rientra nei 24mila vincitori, potrà comunque abilitarsi sostenendo una prova orale (sempre con un punteggio minimo di 7/10) e un anno di formazione per l’acquisizione di 24 crediti formativi universitari. I vincitori del concorso dovranno rimanere almeno cinque anni nella sede di prima assegnazione per assicurare la continuità didattica.

Contemporaneamente, sempre quindi entro l’anno, il Miur dovrà bandire anche un concorso ordinario per 24.500mila cattedre. Qui potranno partecipare anche i laureati con 24 Cfu. Al pacchetto di 48/49mila nuovi docenti a medie e superiori si aggiungerà la selezione per 17mila maestri e maestre di infanzia e primaria che sono in attesa del bando autorizzato da mesi.

Ma le assunzioni non finiscono qui. Il decreto apre anche alla “statizzazione” di 11.263 ex Lsu impegnati in attività di pulizia e decoro nelle scuole per almeno 10 anni; confermato poi, dal 2021, il reclutamento di 59 dirigenti tecnici (non più 55).

Novità in arrivo anche per presidi e Ata, con la cancellazione dell’obbligo dei controlli biometrici. Per garantire, infine, agevolazioni per gli scuolabus alle famiglie meno abbienti, il Dl consente ai comuni di erogare anche gratuitamente il servizio di trasporto scolastico (a patto che «sia rispettato l’equilibrio di bilancio complessivo»).

Didacta, solo il 5,3% dei libri digitali viene attivato dagli studenti italiani ma ci sono chiari segnali di crescita

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Solo il 5,3% dei libri digitali viene attivato dagli studenti italiani. E anche quando questo accade, di media l’accesso è inferiore alle 6 volte in un anno scolastico. È quanto emerge dall’indagine dell’osservatorio Aie-Miur presentata ieri durante il convegno “Libri di testo e risorse digitali per l’apprendimento. Strumenti diversi per una scuola che cambia” all’interno della Fiera Didacta a Firenze.

I dati, illustrati da Giovanni Bonfanti, vicepresidente dell’Associazione italiana editori (Aie) e presidente del Gruppo Educativo, alla presenza del viceministro all’Istruzione Anna Ascani, mostrano per la prima volta come gli studenti italiani accedano agli strumenti didattici digitali.

La ricerca, condotta tra gli editori che operano nel settore educativo per valutare le modalità di studio degli studenti, tra carta e digitale, dimostra come negli ultimi cinque anni l’adozione del libro misto (versione che comprende una parte cartacea e una digitale accompagnata da contenuti digitali integrativi, senza aggravio di costo per l’utente) sia passata dal 70% al 92%, mentre il libro di testo completamente digitale (il cosiddetto ebook) sia rimasto pressoché stabilmente fermo all’1%.

Solo il 5,3% dei libri adottati viene attivato nella sua versione digitale, con un accesso medio di poco meno di 6 volte nel corso dell’anno scolastico.

I libri più attivati risultano essere i sussidiari delle classi 4-5 nelle scuole primarie; nelle scuole secondarie invece la materia più attivata è l’inglese, anche se la matematica registra il maggior numero di accessi e di utilizzo effettivo.

Nonostante il 74,6% dei docenti utilizzi almeno una volta alla settimana il digitale nella didattica, i dati evidenziano che solo una piccola parte degli studenti usufruisce realmente dei contenuti digitali per studiare.

«Non tutti sanno che l’Italia è un unicum – ha commentato Giovanni Bonfanti – un paese dove per tutte le materie ogni insegnante e ogni studente è dotato di materiali digitali di qualità, validati ed efficaci. Non solo dei semplici libri in pdf ma molto, molto di più. I dati dell’Osservatorio sono chiari: ancora pochi studenti accedono a questi contenuti, va detto però che noi editori registriamo un chiaro trend di forte crescita, non solo nella fruizione di libri digitali interattivi ma anche di tutti i contenuti multimediali a supporto dell’apprendimento delle materie scolastiche. Questo Osservatorio e questi dati sono quindi un punto di partenza, un inizio di un percorso di analisi per identificare aree di approfondimento e condividere buone pratiche e soluzioni utili per una scuola migliore».

Al via #ioleggoperché per donare libri a biblioteche

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Numeri da record e un riconoscimento istituzionale (diventare campagna di comunicazione della presidenza del Consiglio) per #ioleggoperché, l’iniziativa nazionale di promozione del libro e della lettura organizzata dall’Associazione italiana editori (Aie), giunta alla quarta edizione e che dal 19 al 27 ottobre chiama a raccolta tutti gli italiani per donare un libro alle biblioteche scolastiche.

Più di 15mila istituti iscritti nel 2019, di cui circa 11mila sono scuole dell’infanzia e primaria, con un +70% di adesioni rispetto al 2018; e ancora, 28mila gemellaggi tra scuole e librerie e oltre 3 milioni di bambini e ragazzi coinvolti.

«Un risultato straordinario che dimostra quanto funzioni la sinergia tra istituzioni, enti privati e cittadini per diffondere cultura», ha scritto il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, inviando un messaggio agli alunni delle classi quinte dell’istituto Tito Speri di Milano – in cui è stata presentata la campagna di donazioni insieme ad autori tra cui Andrea Vitali, Paola Calvetti e Chiara Francini – e ricordando che non c’è cultura, non c’è crescita, non c’è libertà senza libri».

Fioramonti “Alla Maturità torni la Storia”

da la Repubblica

Corrado Zunino

FIRENZE — Incalzato dalla senatrice a vita Liliana Segre, il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti rivela che sta pensando di reintrodurre la Storia alla Maturità. Dice a margine di Didacta Italia, fiera del sapere ospitata per il terzo anno a Firenze: «Stiamo ragionando sull’intera prova perché ho detto fin dall’inizio che voglio garantire stabilità a docenti e studenti, devono sapere con mesi di anticipo e con esattezza cosa accadrà all’esame di Stato». E ancora: «Condivido l’idea che la Storia debba tornare ad essere centrale nel modello formativo delle nostre scuole: in buona parte lo è. Non voglio, però, che il ministero sia partecipe di un’instabilità della Maturità».

La senatrice Segre aveva inviato un messaggio per l’inaugurazione della kermesse, letto dal palco. «Reinserire il tema di storia all’esame di Maturità», ha scritto, «è un modo per riconoscere la funzione della storia nella formazione delle nuove generazioni. Ho posto il tema in Commissione al Senato. L’insegnamento della Storia del ‘900 con guerre mondiali, genocidi e totalitarismi deve avere una collocazione adeguata nei curricula e nella formazione di ragazze e ragazzi. Conoscere la storia del proprio tempo aiuta a evitare errori e a parlare di accoglienza e solidarietà».

Il ministro, su indicazione dell’Università di Bergamo, proprio ieri ha firmato il decreto che conferisce alla Segre, deportata a tredici anni nel campo di Auschwitz, un dottorato honoris causa. Il titolo arriva dopo due lauree ad honorem. La senatrice, insieme ad Andrea Camilleri e allo storico Andrea Giardina, lo scorso aprile firmò un appello raccolto da Repubblica e appoggiato da intellettuali, università e 50 mila sottoscrittori: «La Storia è un bene comune». La riforma che l’aveva soppressa alla fine del percorso scolastico era stata firmata dall’ex ministra Valeria Fedeli. Marco Bussetti l’ha poi attuata spiegando: «Il testo di Storia è sviluppato da pochi studenti, noi preferiamo inserire elementi storici in tutti gli altri temi ».

Oggi in Consiglio dei ministri dovrebbe essere approvato il cosiddetto Decreto precari. È confermato il nuovo concorso straordinario per le medie superiori riservato a chi ha tre anni di servizio nella scuola statale: porterà in ruolo 24mila precari e all’abilitazione — il titolo che consente l’accesso ai concorsi — coloro che risulteranno “idonei” (ma non vincitori). Nel decreto vi sono due novità di rilievo. Innanzitutto, il cosiddetto bonus merito potrebbe essere erogato anche a maestre e professori precari delle scuole statali, non più solo ai docenti di ruolo. E, poi, Fioramonti annulla il decreto voluto dall’ex ministra della Funzione pubblica, Giulia Bongiorno, che obbligava i dirigenti scolastici — ma non i docenti — al riconoscimento delle impronte digitali o dell’iride all’ingresso degli istituti scolastici. Via tutto.

Stop appalti pulizia, incontro al Miur: no colloquio e assunzioni dal 1° gennaio 2020

da Orizzontescuola

di redazione

Stop appalti di pulizia e assunzione lavoratori: svoltosi l’incontro Miur-sindacati. Confermata tempistica legge di bilancio.

L’incontro

Si è svolto il preventivato incontro tra Miur e sindacati sull’internalizzazione dei servizi di pulizia delle scuole e sull’assunzione dei lavoratori delle ditte.

Le assunzioni, come riferisce l’Ansa, avverranno secondo i tempi previsti dalla legge di bilancio, in modo che gli appalti terminino dal 1° gennaio 2020.

La procedura non prevederà più il colloquio ma si procederà come nelle assunzioni per i collaboratori scolastici, ossia stilando una graduatoria, come previsto dal decreto precari, al momento al vaglio del Consiglio dei Ministri.

I sindacati Cgil, Cisl e Uil nei loro interventi hanno ribadito la necessità di una gestione coordinata della vertenza tra Miur/Ministero del Lavoro e Ministero dell’Economia, per garantire la contestualità degli interventi utili alla piena occupazione dei lavoratori coinvolti e, nonostante la disponibilità del Ministero, hanno espresso le loro perplessità: “Pur apprezzando la disponibilità manifestata dal Miur, ad oggi, restano forti le preoccupazioni di Cgil Cisl e Uil circa la possibilità di mettere a punto una soluzione per tutti i lavoratori, anche a fronte delle procedure di licenziamento già avviate dalle imprese nei confronti dei circa 16 mila lavoratori coinvolti. Anche per questo Cgil Cisl e Uil confermano le iniziative di mobilitazione promosse”

Requisiti assunzioni Ata

Le assunzioni Ata verranno effettuate sui posti accantonati, in totale 11.507 (tabella E delle dotazioni organiche 2019/2022).

Ricordiamo i requisiti per partecipare al concorso, da definire con il decreto previsto dalla legge di bilancio:

  • servizio per almeno 10 anni, anche non continuativi, compreso il 2018 e il 2019, presso le scuole statali, per lo svolgimento di servizi di pulizia e ausiliari;
  • assunzione in qualità di dipendente a tempo indeterminato di imprese titolari di contratti per lo svolgimento dei predetti servizi.
    Restano esclusi dalla procedura selettiva gli ex lsu di Palermo (articolo 1, comma 622, della legge n. 205 del 27 dicembre 2017).

Concorso dirigenti scolastici, 80 depennati da graduatoria nazionale

da Orizzontescuola

di redazione

Concorso dirigenti scolastici: Miur pubblica decreto depennamento da graduatoria nazionale, ai sensi dell’articolo 15 comma 4 del bando di concorso.

Il Miur ha pubblicato il decreto n. 1461 del 09/10/19, con il quale dispone la cancellazione dalla graduatoria nazionale dei docenti che si trovano nelle condizioni indicate dall’articolo 15 suddetto, secondo cui vanno depennati dalla predetta graduatoria coloro i quali:

  • rinunciano all’assunzione;
  • che senza giustificato motivo non prendono servizio nel termine indicato
    dall’USR;
  • che non perfezionano l’assunzione, entro trenta giorni, con la presentazione dei documenti richiesti dall’articolo 16 del bando.

Dall’elenco allegato al decreto, si evince che sono stati depennati 80 interessati.

Decreto Miur ed elenco depennati

Personale ATA: le conseguenze per abbandono supplenza

da Orizzontescuola

di redazione

Abbandonare una supplenza dopo aver conosciuto l’orario di lavoro comporta delle conseguenze gravi per l’anno scolastico in corso.

Un nostro lettore chiede

Sono un collaboratore scolastico che ha preso servizio il 23 settembre con un contratto al 30 giugno 2020. Purtroppo mi hanno assegnato turni pomeridiane che nn posso fare. Visto che ancora nn ho firmato il contratto posso rifiutare il posto. E se si può vado incontro a sanzioni? E soprattutto vorrei sapere se verrò esclusa dalle future convocazioni anche da altre scuole. Grazie

di Giovanni Calandrino – L’abbandono di un supplenza a tempo determinato comporta i seguenti effetti, ai sensi dell’art. 7 del D.M. 430/2000:

Per supplenze conferite sulla base: delle graduatorie dei concorsi provinciali per titoli di cui all’articolo 554 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297; degli elenchi provinciali di cui all’articolo 1, comma 4; delle graduatorie permanenti dei concorsi provinciali per i collaboratori scolastici:

l’abbandono del servizio comporta sia la perdita della possibilità di conseguire analoghi rapporti di lavoro sia la perdita della possibilità di conseguire qualsiasi tipo di supplenza, conferita sia sulla base delle graduatorie permanenti che delle graduatorie di circolo e di istituto, per l’anno scolastico in corso.

Per supplenze conferite sulla base delle graduatorie di circolo e di istituto:

l’abbandono della supplenza comporta la perdita della possibilità di conseguire qualsiasi tipo di supplenza conferita, sia sulla base delle graduatorie di cui all’articolo 2 (graduatorie dei concorsi provinciali per titoli di cui all’articolo 554 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297; degli elenchi provinciali di cui all’articolo 1, comma 4; delle graduatorie permanenti dei concorsi provinciali per i collaboratori scolastici), che delle graduatorie di circolo e di istituto, per l’anno scolastico in corso.

Geografia A21 a regime negli istituti Professionali, qual è la situazione nei Tecnici

da Orizzontescuola

di redazione

L’AIIG Associazione Italiana Insegnanti di Geografia ha diffuso una analisi dell’avvio dell’anno scolastico e presentato una mozione per la valorizzazione della disciplina.

Geografia A21 nei Professionali, nei Tecnici ancora residuale ad A50

Durante le vacanze estive – scrive AIGG – è accaduto ciò che si aspettava da diversi anni, ovvero gli agognati passaggi di ruolo nella classe di concorso A21. A livello nazionale si è creata la disponibilità di più di 370 cattedre, con un rapporto del 50% fra cattedre interne ed esterne. L’aumento delle ore è stato determinato anche dall’introduzione di un’ora di geografia, non atipica, nel primo e nel secondo anno degli istituti professionali, come parte integrante e necessaria dell’asse storico-sociale.

Nonostante ciò diversi colleghi di storia, durante i collegi docenti hanno lamentato impulsivamente la sottrazione dell’ora alla loro materia, senza aver valutato il progetto complessivo di revisione degli istituti professionali che fa assumere centralità agli assi culturali e rinforza l’organizzazione didattica per unità di apprendimento (D.L. 61/2017).

La presenza della geografia negli istituti professionali è garantita e assegnata alla classe di concorso A21, in base alla nota MIUR 19 aprile 2018, n. 6913. Il nuovo ordinamento è in vigore dall’anno scolastico 2017/2018 eppure ci sono istituti che non hanno inserito la geografia al secondo anno e altri che non l’hanno inserita neanche al primo.

Non va meglio negli istituti tecnici, dove permangono distinzioni di attribuzione della geografia sulla base dell’indirizzo.

Negli istituti tecnici per il turismo la geografia e la geografia turistica devono essere assegnate solo alla classe A21.

In tutti gli altri indirizzi dell’istituto tecnico, l’allegato A del D.M. 259/2017 prevede ancora la residuale possibilità di attribuire la geografia ai docenti A50-scienze, ma solo quando rischiano di perdere la titolarità.

Invece sono diffuse in tutta Italia attribuzioni anomale, ore di geografia affidate alla classe A050-scienze in scuole in cui si forma un residuo di ore di scienze, supplenze a docenti A50 per l’insegnamento di geografia e persino casi in cui ore di geografia contribuiscono alla creazione di cattedre per il passaggio di ruolo nella classe di scienze.

L’AIIG ha controllato a campione gli organici di diritto di alcune province e sono emerse stime allarmanti: circa il 25% delle ore di geografia che si dovevano potenzialmente assegnare alla classe A21 nell’anno scolastico 2019/2020, sono state attribuite ad altre classi di concorso senza una motivazione lecita.

Ed.civica ad A21 nei Professionali e Tecnici

“I docenti di geografia – conclude l’Associazione – subiscono un’altra doccia fredda nella scuola secondaria, infatti la legge 20 agosto 2019, n. 92 introduce l’educazione civica affidandola, nel secondo ciclo, ai docenti di discipline giuridiche dell’organico dell’autonomia.

Gli obiettivi d’apprendimento dell’educazione civica, però, si sovrappongono in gran parte a quelli del programma di geografia, dato che comprendono, ad esempio, l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, l’educazione ambientale e alla tutela del territorio. C’è il rischio concreto che i docenti di materie giuridiche, non avendo familiarità con la comunicazione di nuclei tematici delicati e complessi come quelli ambientali non li tengano nella dovuta considerazione privilegiando, nel poco tempo disponibile, argomenti più vicini alla loro formazione. È quello che succede già in tutti i licei nei quali la geografia è marginale, presente solo per garantire la collocazione dei fenomeni storici nello spazio e affidata a docenti di lettere non specializzati nella materia.

Accade tutto questo senza disapprovazione da parte dei tecnici ministeriali. sebbene sembri che la visione del ministro Fioramonti sia quella di valorizzare l’ecologia e l’istruzione di qualità nell’ottica dello sviluppo sostenibile, in accordo proprio con l’obiettivo 4 dell’Agenda 2030.

La soluzione, auspicata dall’AIIG per rilanciare una cittadinanza più consapevole rispetto ai temi ambientali, sociali ed economici rimane quella di potenziare
l’insegnamento di geografia, affidandola negli istituti tecnici, professionali e nei licei, a docenti specialisti capaci di sviluppare competenze e attivare il dibattito tra discenti e docenti su tematiche delicate e di fondamentale importanza per il nostro futuro comune.”

Il testo della mozione

L’AIIG ritiene che potenziare l’insegnamento della geografia sia la strategia più efficace per perseguire concretamente l’obiettivo di educare a una cittadinanza consapevole e stimolare a una responsabilità comune verso le conseguenze sociali e le ricadute economiche delle questioni ambientali.
Le Socie e i Soci sollecitano tanto gli organi centrali quanto gli uffici territoriali del Ministero al pieno e definitivo riconoscimento delle competenze specifiche delle docenti e dei docenti di geografia per rispondere in maniera adeguata ai bisogni formativi di una corretta educazione civica, in particolare per il raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
L’AIIG, nel ribadire il proprio costante impegno nell’azione di sensibilizzazione presso le sedi politiche e di richiamo presso istituzioni competenti, chiede al Ministero un ulteriore e rinnovato intervento nel richiamare gli Uffici scolastici regionali e provinciali e le istituzioni scolastiche al rispetto della normativa vigente sull’assegnazione delle cattedre negli istituti tecnici professionali e nel contrastare ingiustificabili e indiscriminate riduzioni delle ore di insegnamento destinate alla geografia nell’ambito di quadri orari, già deficitari, degli altri ordini e gradi di scuole.

Decreto Scuola, Fioramonti: “Vogliamo sconfiggere il precariato”

da La Tecnica della Scuola

Via libera del Consiglio dei Ministri all’assunzione di 24.000 docenti precari.  Un concorso riservato per i DSGA (i Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi) facenti funzione. Eliminate le rilevazioni biometriche del personale scolastico. Valide nove anni le abilitazioni scientifiche nazionali. Semplificata l’internalizzazione dei servizi di pulizia delle scuole. Più semplici anche gli acquisti di beni e servizi destinati alla ricerca. In arrivo altre stabilizzazioni per i precari degli Enti Pubblici di Ricerca. Sono alcune delle misure adottate questo pomeriggio nella seduta del Consiglio dei Ministri per quanto riguarda il settore della scuola, dell’università, della ricerca.

IL DECRETO (in PDF) CLICCA QUI

“Oggi approviamo un decreto-legge che dimostra la grande volontà di questo Governo di combattere il precariato nella scuola garantendo il numero più alto possibile di cattedre a partire da settembre 2020 – ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Lorenzo Fioramonti – è un impegno preciso quello di mettere la scuola davvero al centro del Paese perché è dalle scuole che comincia la costruzione di una nuova società. Tra le misure introdotte dal decreto-legge anche la semplificazione delle procedure per gli acquisti di beni e servizi destinati alla ricerca. Non meno importanti – aggiunge il Ministro – la proroga della scadenza dell’abilitazione scientifica nazionale e le misure per i precari della ricerca”.

Un concorso straordinario per 24.000 docenti precari

Il decreto-legge approvato nella seduta di oggi autorizza il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) a bandire un concorso straordinario abilitante per l’assunzione di almeno 24.000 docenti nella scuola secondaria statale di I e II grado per il prossimo anno scolastico (il 2020/2021). Il decreto-legge accoglie così l’accordo raggiunto nei giorni scorsi dal Ministro Fioramonti con le organizzazioni sindacali.

Il concorso – che sarà bandito contestualmente a quello ordinario – sarà per titoli ed esami e sarà riservato a tutti gli insegnanti con una anzianità pregressa di servizio di almeno 3 anni – anche sul sostegno – e di cui uno nella classe di concorso per la quale affrontano la selezione. Per l’idoneità gli aspiranti docenti dovranno ottenere una votazione minima di sette decimi in una prova scritta computer based. I vincitori saranno ammessi a sostenere un anno di prova che sarà ‘rinforzato’ con una formazione universitaria mirata per 24 crediti formativi universitari. L’anno si concluderà con un colloquio di verifica in cui bisognerà conseguire un punteggio minimo di 7/10. I vincitori del concorso dovranno rimanere almeno cinque anni nella sede di prima assegnazione per assicurare la continuità didattica.

I docenti risultati “idonei” ma non collocati in posizione utile per la nomina in ruolo potranno comunque abilitarsi all’insegnamento nella classe di concorso per la quale hanno partecipato sostenendo una prova orale (sempre con un punteggio minimo di 7/10) e un anno di formazione per l’acquisizione di 24 crediti formativi universitari.

Il decreto-legge annuncia misure anche per i vincitori dei precedenti concorsi del 2016 e del 2018: potranno scegliere di essere assunti in ruolo in una regione diversa da quella della propria graduatoria.

Un concorso riservato per i DSGA facenti funzione

Gli assistenti amministrativi che per almeno 3 anni hanno svolto le funzioni di DSGA potranno partecipare a un concorso riservato. I vincitori saranno immessi in ruolo in subordine a quelli del concorso ordinario in svolgimento.

Eliminate le rilevazioni biometriche

Il decreto-legge, all’articolo 3, abroga le disposizioni per la rilevazione biometrica degli accessi e degli orari di servizio per il personale ATA (ausiliario, tecnico e amministrativo) e per i dirigenti scolastici prevista dalla legge 56 del 2019. Il provvedimento inoltre interviene sulla possibilità di garantire agevolazioni per gli scuolabus per le famiglie meno abbienti: consente ai Comuni di erogare gratuitamente il servizio di trasporto scolastico, purché sia rispettato l’equilibrio di bilancio complessivo.

Semplificata l’internalizzazione dei servizi di pulizia delle scuole

La legge di bilancio per il 2019 ha previsto l’internalizzazione dei servizi di pulizia mediante l’immissione in ruolo di 11.200 collaboratori scolastici da scegliere tra il personale delle imprese che abbia almeno 10 anni di servizio pregresso nelle scuole. Il decreto appena approvato stabilisce che la procedura selettiva avvenga per soli titoli così da consentirne il completamento entro il 31 dicembre 2019. Con l’internalizzazione è stimato un risparmio di circa 170 milioni di euro per il 2020.

Concorsi più snelli per reclutare i nuovi dirigenti scolastici

Saranno assunti con un concorso per titoli ed esami i nuovi dirigenti scolastici e non più con il corso-concorso previsto dall’attuale normativa. Una misura presa per semplificare e velocizzare le procedure di selezione dei futuri capi di istituto. Il Consiglio dei Ministri ha anche autorizzato l’assunzione a tempo determinato di 59 nuovi dirigenti tecnici (gli ispettori scolastici) per porre rimedio alla carenza di questi anni nelle more di un nuovo concorso per la selezione a tempo indeterminato, che sarà bandito quanto prima.

Valide nove anni le abilitazioni scientifiche nazionali

Passa da sei a nove anni la validità delle abilitazioni scientifiche nazionali. È quanto previsto dall’articolo 5 del decreto-legge che va a modificare quanto stabilito dalla legge 240 del 2010.

Tra le misure previste dal decreto-legge l’esenzione per gli Atenei e le istituzioni di Alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM) dall’obbligo di ricorrere al MEPA (Mercato elettronico della pubblica amministrazione) per l’acquisto di beni e servizi destinati alla ricerca. La disposizione consentirà maggiore qualità e risparmi di spesa.

Altre stabilizzazioni per i precari degli Enti Pubblici di Ricerca

Il decreto-legge consentirà anche ai precari che abbiano maturato anzianità di servizio con assegni di ricerca di essere stabilizzati dai rispettivi Enti, purché rispettino i requisiti di cui all’articolo 20 del decreto legislativo n. 75 del 2017.

Decreto scuola, c’è anche il concorso per i Dsga facenti funzione

da La Tecnica della Scuola

C’è il via libera del Consiglio dei ministri al decreto scuola e c’è una novità dell’ultim’ora. Contrariamente alle ultime indiscrezioni c’è anche il concorso riservato per i Dsga facenti funzione, che, invece, era previsto nell’intesa firmata dai sindacati il 1° ottobre.

Si tratta di un concorso riservato al personale amministrativo che abbia svolto la funzione di DSGA per almeno tre anni nei precedenti otto. Il servizio svolto supera il requisito della laurea specifica prevista.

Ricordiamo che la graduatoria del concorso riservato Dsga facenti funzioni sarà utilizzata in subordine a quella del concorso ordinario (la prova scritta è previsto per il 5 e 6 novembre).

IL DECRETO (in PDF) CLICCA QUI

La nota della Flc Cgil

Esprimiamo soddisfazione per l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri dei provvedimenti legati all’Intesa fra MIUR e organizzazioni sindacali siglata il 1° ottobre.
Il concorso straordinario per le lavoratrici e i lavoratori precari con almeno 36 mesi di servizio nella scuola, l’indizione del concorso ordinario nella scuola secondaria, il concorso riservato per il personale amministrativo facente funzione di DSGA, sono tutti passi importanti a garanzia della continuità didattica e della qualità dell’offerta formativa.

Migliaia di lavoratrici e di lavoratori attendevano questi provvedimenti come giusto riconoscimento di professionalità che, da anni, mandano avanti le nostre scuole in condizioni di precarietà e di instabilità, lavorativa e di vita.

A questi primi passi tanti ancora, e in tempi rapidi, dovranno seguire, primo fra tutti un sistema strutturale di abilitazione e formazione dei docenti insieme alla regolarità nell’indizione dei concorsi.

Continueremo a batterci fino a quando tutti i posti docenti ed Ata non saranno coperti da personale stabilizzato.

Lavoreremo da subito all’interno dei tavoli tematici ottenuti con l’Intesa, affinchè nessuna delle grandi questioni che attengono il sistema scuola, dalle risorse per il rinnovo del Contratto, ai diplomati magistrali, alla valorizzazione del personale docente ed ATA, alla deburocratizzazione del lavoro, venga trascurato.