PER UNA PROGRAMMAZIONE DIDATTICA INTEGRATA
di Pier Gavino Sechi
… saggezza è saper stare con la differenza
senza voler eliminare la differenza
Gregory Bateson
La
scuola in queste settimane attraversa la fase cruciale della programmazione dell’attività
didattica per l’anno scolastico in corso.
Pertanto il dilemma annoso (e appunto annuale) che interpella ciascun docente è
come conciliare la profondità con cui trattare ciascun argomento e la necessità
di metterlo in relazione con quelli dei propri colleghi, per un più efficace apprendimento
da parte degli allievi.
Lungi
dal voler indicare in questa sede ricette e soluzioni valide per ogni contesto,
nondimeno, col presente contributo proveremmo a suggerire una proposta basata
sulle competenze di cittadinanza, (per le quali è assegnata una votazione nel
nuovo di esame di Stato) in funzione di cerniera tra le altre discipline
didattiche.
E
ciò andando in una certa misura “fuori pista” rispetto ai manuali dedicati
all’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione, specie rispetto a quelli che
trattano una serie di argomenti di diritto incentrati perlopiù sull’analisi di
alcuni articoli della Costituzione, finendo spesso, però, per riprodurre in
scala ridotta i contenuti delle materie giuridiche ove già presenti tra le
materie insegnate o per fornire al massimo uno scarno vademecum per il buon cittadino,
laddove tale materia non è insegnata (come nei licei…dai quali si suppone esca
tuttora la maggior parte dei futuri amministratori della cosa pubblica).
Ovviamente con ciò non si vuole esprimere una critica nei confronti di uno
strumento, come il libro di testo, che di più non può offrire, quanto mettere
l’accento sul fatto che il cittadino di oggi, rispetto alla complessità delle
moderne società, avrebbe bisogno di una palestra di riflessioni e di prove per
la gestione e di progettazione delle strategie di condotta che possano essere
all’altezza di quella complessità. Consci che ciò non possa essere tentato se
non a scuola…se no dove? e quando?
Di
qui una proposta per la programmazione curriculare integrata, che cerchi di
collegare un significativo numero di discipline sulla base di nuclei tematici suggeriti
dalle competenze di cittadinanza e costituzione, in particolare l’imparare ad
imparare[1],
che, lungi dall’esaurire i contenuti di
ciascuna, facciano da collegamento, come un ipertesto che alla bisogna offre
tutti gli ulteriori approfondimenti specifici.
Per
la sua esposizione ci serviamo della sottostante tabella, persuasi dall’idea
che le difficoltà nel programmare possano dipendere anche dal ridotto uso di
strumenti operativi che rendano “maneggiabile” e “maneggevole” un insieme di
contenuti complessi.
Essa
presenta nella prima colonna l’elenco delle materie scolastiche che siamo
riusciti, in qualche misura, a collegare e nella seconda le competenze che da esse scaturiscono come frutto di un
incontro destinato a diventare sempre
più profondo. La terza è dedicata, invece, alle metodologie didattiche e ai
testi da cui trarre qualche spunto di partenza…La riga finale è dedicata, da
ultimo, a quei presupposti che un consiglio di classe coeso potrebbe/dovrebbe
condividere anche grazie ad uno specifico momento formativo, per rendere più efficace il lavoro
interdisciplinare.
MATERIE
| LA COMPETENZA DI CITTADINANZA IMPARARE AD IMPARARE (e le sottocompetenze) | TEMATICHE DI RACCORDO | METODOLOGIE |
| FILOSOFIA RELIGIONE DIRITTO |
Come leggere i problemi e impostare una strategia efficace (sapendone
stimare la riuscita)…tenendo conto dei diversi livelli di azione…
(tenendo conto delle divisione tra
filoni di pensieri che esigono o meno una coerenza tra di essi)
|
Le leggi del cambiamento in
relazione alla tripartizione
medioevale dei livelli personale, sociale e “globale”
La filosofia della crisi ecologica
L’egoismo “intelligente”
Il concetto di tempo: rapporto tra tempo
cronologico e tempo cairologico o opportuno.
|
Brainstorming sulle domande di
fronte alla crisi ecologica
(spunti
da Alberto Melucci, L’invenzione del presente, 1991, da Vittorio Hӧsle, Filosofia
della crisi ecologica, 1991 e da Aldo Sacchetti L’uomo antibiologico, 1985) Adozione del progetto “Il
carrello della spesa”[2]
|
| BIOLOGIA, SCIENZE, SCIENZE MOTORIE DIRITTO ED ECONOMIA |
…dei vincoli pico-fisici della
specie umana…che si riflettono in quelli di ciascuno (per farlo bisogna
sottoporsi a prove…psico-fisiche)
|
La teoria dell’errore evolutivo dei
due cervelli.
Il funzionamento della mente
Con riferimento a quella della
millennial generation
La resilienza
Lo sport come strumento di
conoscenza delle proprie caratteristiche fisico atletiche
|
La classificazione ICF[3]: una possibile cornice per
cogliere le molteplici dimensioni dell’uomo.
|
| DIRITTO/ ECONOMIA DISCIPLNE SPORTIVE |
…dei vincoli giuridici e materiali imposti
dalle organizzazioni…imparando a cogliere le opportunità, prendere le
decisioni collettive, sapendo
COOPERARE E DIFENDERSI DALLE STRATEGIE DISTRUTTIVE.
SAPER
FARE GIOCO DI SQUADRA, CONCILIANDO POTENZIALITA’ PERSONALI E SUCCESSO DI
SQUADRA
|
Il concetto di sistema
Le regole del cambiamento per
strategia individuale (dittatura) o per coinvolgimento (democrazia)
La cittadinanza attiva.
I limiti dello sviluppo
(insostenibile)
|
Spunti
da Edgar Morin, Il Metodo, Ordine, disordine e organizzazione, 1994.
Elaborazione di un regolamento di classe[4].
La metafora dell’astronave
(spunti da The economics of the coming spaceship
Earth di Kenneth Boulding)
|
| MATEMATICA DISCIPLIE SPORTIVE DIRITTO ED ECONOMIA DELLO SPORT RELIGIONE |
…E
PROGETTARE…contesti inclusivi…DI CUI L’EVENTO SPORTIVO PORTEBBE RAPPRESENTARE
UN IMPORTANTE ESEMPIO
|
La teoria dei giochi
Giochi a somma zero e a somma
diversa da zero… cooperazione come valore culturale da costruire in
alternativa all’egoismo distruttivo
|
Il dilemma del prigioniero
(Spunti
da Robert Axelrod Giochi di reciprocità, 1985)
|
| ARTE RELIGIONE |
…per lasciare testimonianze tangibili
|
La creatività e la serendipità.
Esempi di problem solving applicati all’architettura e alle grandi opere.
La scuola aperta al territorio come
agente che contribuisce alla crescita del contesto sociale in cui è inserita
|
Le figure ambivalenti e la Gestalt
(spunti
da Donatella Cesareni, M. Beatrice Ligorio, Nadia Sansone, Fare e
collaborare: L’approccio trialogico nella didattica. 2018)
|
|
STORIA
E LETTERATURA
|
…attingendo dal passato per
evitarne gli errori come dimostrano le strategie di azione dei personaggi
storici.
|
I concetti di cambiamento di tipo 1
e di tipo 2 (Spunti da Change di Paul
Watzlawick) e
proposte per lo studio della storia vista come susseguirsi di forme sociali
legate alle forme di energia
(spunti
da Ervin László Evoluzione? 1986)
|
Studio di esempi storici e di
attualità in cui la soluzione diventa il problema…
(Spunti
da Paul Watzlawick, Change, 1974 e per un’applicazione “non ortodossa” ai
temi dello sviluppo del mezzogiorno italiano, da Tonino Perna, Lo sviluppo
insostenibile, 1994)
|
| CONTENUTI COMUNI |
PSICOLOGIA
funzionamento della mente, i neuroni specchio, le difese dell’io, il
comportamentismo e il rinforzo positivo e negativo, la pragmatica della
comunicazione umana, l’intelligenza emotiva, la gestione dei sentimenti, i
processi di attribuzione delle cause interne ed esterne del proprio
comportamento[5],
l’ottimismo, il dialogo interiore, il concetto di io temporale, le posizioni
esistenziali e l’assertività. La resilienza.
SOCIOLOGIA la
teoria dei gruppi e delle fasi di vita dei gruppi, la società liquida.
PEDAGOGIA strategie
di insegnamento e di gestione del gruppo classe, le ricompense intrinseche ed
estrinseche, la maieutica reciproca.
LOGICA
la teoria dei sistemi e dei tipi logici, i tipi di cambiamento: cambiamento 1
e cambiamento 2.
|
A commento, si può
affermare che per una programmazione condivisa, posto che nessun docente può
conoscere tutti i contenuti delle discipline didattiche dei colleghi, risulta
indispensabile, oltreché individuare tematiche di cerniera, come nella nostra
proposta le competenze di cittadinanza ed in particolare l’apprendere ad
apprendere, individuare i punti di raccordo tra le discipline in modo tale che
ciascuna possa saldarsi ad una struttura portante sufficientemente salda (una sorta di pattern o trama che
ricorda la struttura che connette di cui parlava Gregory Bateson).
Come
si vede, il filo conduttore del lavoro da presentare all’esame di Stato lo
abbiamo espresso nella seconda colonna in forma discorsiva, in modo tale da essere
sempre facilmente rintracciabile dagli alunni e fare da filo rosso per gli
insegnanti. Tale filo conduttore si incentra sulla necessità di affrontare con
strategie adeguate i problemi, tenendo conto dei vincoli sia a livello di
specie che a livello personale attraverso la valorizzazione della
sottocompetenza del problem solving[6].
Non
sfugge che della competenza dell’imparare ad imparare si sia data una valenza
metacognitiva ossia come passaggio tra le conoscenze e le competenze. Perché
riteniamo che solo se gli alunni imparano a riflettere sul percorso che stanno
sviluppando col docente e quindi sui presupposti delle scelte che si compiono,
solo allora si danno le condizioni perché esso sia una vera prova di ciò che
dovranno fare in futuro e in autonomia.
Una
parola va, infine, spesa per la terza colonna e l’ultima riga.
Le
metodologie didattiche possono essere concepite come strumenti ai quali
ricorrere per rendere la lezione più coinvolgente, ma soprattutto devono riferirsi
al ragionamento che l’insegnante fa in ordine alla scelta degli strumenti stessi
e dell’organizzazione dell’ambiente di apprendimento. Ciò è importante
sottolinearlo perché le due dimensioni sono intimamente legate ma non a doppia
mandata: si possono avere a disposizione, infatti, le migliori e performanti
dotazioni strumentali ma se manca la seconda la lezione ritorna ad essere una
lezione frontale improntata alla pedagogia delle domande illegittime cui si
riferisce Heinz von Foerster:
l’insegnante espone ciò che l’allievo dovrà replicare senza che vi sia ampliamento
dell’esperienza.
Ecco
che allora diventa fondamentale per essere sempre in collegamento con la
dimensione metodologica di questo secondo livello, quelle conoscenze esposte
nell’ultima riga.
Si
tratta dello stretto necessario perché i docenti del consiglio di classe
condividano alcune coordinate di massima sul piano concettuale per rimanere
sintonizzati una volta che, prese le decisioni programmatiche e passati alla fase operativa, si troveranno ad
affrontare le incertezze del percorso di attuazione della programmazione. Toccando con mano che le competenze
strategiche che si cerca con tanto impegno di insegnare agli alunni devono
essere agite innanzitutto dagli insegnanti stessi.
Una
condivisione di questo genere, come intuibile, non può prescindere dalla partecipazione
comune di un percorso formativo in grado di attivare (secondo l’approccio
autoriflessivo di Donald Schӧn[7]),
competenze analoghe a quelle poi da implementare nelle proprie classi. E ciò
sia per soddisfare la precondizione educativa per cui nulla può essere
richiesto agli allievi di ciò che il docente non è in grado di fare e
dimostrare, sia per la funzione peculiare cui deve assegnarsi alla formazione
stessa, quale percorso in cui fare proprie le competenze gestionali del
percorso educativo, ossia quel qualcosa che va oltre la conoscenza dei
contenuti da trasmettere agli allievi e che si situa sul versante del come insegnarlo e di quali contesti
essere in grado di progettare per rendere possibile il processo di
insegnamento-apprendimento.
Per
suggerire un’idea con cui dare impulso alla programmazione integrata potrebbe
essere utile individuare un termine tra quelli più capaci di operare molteplici
collegamenti tra le discipline. A noi pare sufficientemente ampio e ricco di
implicazioni quello di SISTEMA, sul quale fare un brainstorming[8]
di ulteriori termini e concetti (espressi con una, al massimo due parole) in
modo tale da cominciare ad individuare l’ossatura della struttura portante
della programmazione. Così, sempre a
titolo esemplificativo, i docenti potrebbero indicare i seguenti concetti:
sistema:
vivente, giuridico, economico, filosofico, urbano, architettonico, religioso,
nervoso, umano….
Dal
brainstorming quindi si potrebbe passare a disporre al centro di un cartellone
il termine iniziale prescelto (sistema, appunto) e a raggera i diversi
ulteriori concetti, che, data appunto la ricchezza del concetto iniziale, risultano
essere tutti suoi aggettivi.
I
termini posti a raggera potrebbero essere quindi numerati per dare
un’impostazione crono-logica al loro sviluppo secondo la nostra proposta di
procedere dal personale (ma in tal caso persino da quello cellulare) sino al
globale…
All’inizio
il tempo da dedicare alla trattazione del concetto dal punto di vista di
ciascuna singola disciplina può essere contenuto in un’ora a settimana,
riservando periodicamente un’ulteriore ora a rotazione per fare il punto sui
collegamenti con le altre materie che gli allievi sono in grado di fare.
Lo
strumento che potrebbe rivelarsi utile affinché gli alunni abbiano la
possibilità di tenere presente il filo conduttore che attraversa le diverse
discipline è costituito, come detto, dall’ipertesto utile per l’archiviazione
dei risultati dell’apprendimento via via che si sviluppa.
Auspicabile
potrebbe essere, come suggerito dall’approccio trialogico[9],
prevedere inoltre un momento in cui gli alunni presentino il frutto del loro
lavoro all’intera comunità scolastica tramite un breve seminario come occasione
per testare e sviluppare le ulteriori competenze di cittadinanza connesse alla
capacità di parlare in pubblico ed illustrare risultati di un lavoro di gruppo
per recepirne le critiche e le proposte di miglioramento.
[1]
Per una definizione di tale competenza vedi https://cutt.ly/8eiIRB1
[2]
Per una descrizione del progetto cfr https://cutt.ly/6eu8ZeQ
[3]
Per una sintetica descrizione cfr https://tinyurl.com/yytnz22a
[4]
Per la descrizione di un’esperienza condotta all’interno di una classe cfr https://cutt.ly/eeu8J5s
[5]
Sul punto si propone Martin Seligman, Imparare l’ottimismo, Firenze 2009.
[6]
Per una sua definizione vedi il sito https://cutt.ly/BeiIv3u
[7]
Donald A, Shӧn, Il
Professionista riflessivo, 1983
[8]
Per una sua definizione cfr https://tinyurl.com/yy9sneaw
[9]
Donatella Cesareni, M.
Beatrice Ligorio, Nadia Sansone, Fare e collaborare: L’approccio trialogico
nella didattica. 2018
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