Intesa (MIUR, 1.10.19)


Scuola, siglata l’Intesa con le Organizzazioni sindacali
Il Ministro Fioramonti: “Dal primo settembre assumeremo circa 50.000 docenti di cui almeno 24.000 precari”

Questa sera al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) è stata siglata l’Intesa tra il Ministro Lorenzo Fioramonti e le Organizzazioni Sindacali rappresentative del comparto sul tema del reclutamento e del precariato della scuola.
“Al termine di una lunga e complessa trattativa – ha spiegato il Ministro Fioramonti – abbiamo siglato l’intesa con le Organizzazioni Sindacali della scuola per risolvere una questione lasciata irrisolta dal Governo precedente. A partire dal primo settembre assumeremo circa 50.000 docenti di cui almeno 24.000 precari con oltre 3 annualità di servizio. L’accordo – ha aggiunto il Ministro – dà un duro colpo al precariato, aiuta la scuola mettendo in cattedra i nuovi assunti dall’inizio dell’anno scolastico e riattiva i concorsi ordinari per tutti. Fornisce inoltre un’opportunità di formazione e abilitazione per gli idonei del concorso straordinario che i nostri figli troveranno il prossimo anno in classe e che potranno così migliorare la qualità del loro insegnamento”.
L’Intesa in particolare prevede un Decreto Legge per un concorso straordinario abilitante, da bandire contestualmente al concorso ordinario, per l’assunzione di almeno 24.000 docenti nella scuola secondaria di I e di II grado. Il concorso straordinario sarà riservato agli insegnanti che abbiano almeno 3 anni di anzianità pregressa nella scuola secondaria statale – anche sul sostegno – e dei quali uno nella classe di concorso per la quale concorrono. Supereranno il concorso gli aspiranti che ottengano una votazione minima di sette decimi in una prova scritta computer-based. I vincitori saranno immessi in ruolo a partire già da settembre 2020. Gli idonei non vincitori del concorso che abbiano un contratto di docenza in essere almeno sino al 30 giugno, potranno comunque abilitarsi all’insegnamento a seguito di un periodo di formazione universitaria e purché superino una ulteriore prova orale.
L’Accordo siglato oggi al MIUR stabilisce inoltre un concorso per DSGA (i Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi), riservato agli assistenti amministrativi di ruolo che abbiano svolto le funzioni superiori per almeno 3 anni negli ultimi 8, anche in deroga al requisito della laurea specifica richiesta per l’accesso dall’esterno.
L’Intesa prevede anche dei tavoli tecnici congiunti con le Organizzazioni Sindacali per la semplificazione amministrativa e per affrontare in generale le tematiche riguardanti il personale docente e ATA (Ausiliario, Tecnico e Amministrativo), i docenti diplomati magistrali e il rinnovo contrattuale.

Osservatorio MIUR: FAND e FISH abbandonano il tavolo

Osservatorio MIUR: FAND e FISH abbandonano il tavolo

L’anno scolastico è iniziato, ancora una volta, con diffusi disagi per le alunne e gli alunni con disabilità: insegnanti di sostegno non assegnati, supporti all’assistenza e alla comunicazione non garantiti, trasporti non attivati. In sintesi: inclusione scolastica non pervenuta.

Le Federazioni da mesi paventavano questo rischio raccogliendo vaghe rassicurazioni di un cambio di passo rispetto al passato. Così non è stato.

Di fronte alle evidenze riportate da centinaia di famiglie, FAND e FISH hanno richiesto un confronto politico dato che quello tecnico e amministrativo, sia a livello centrale che periferico, non ha saputo o potuto produrre effetti concreti e diffusi.

Il Ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, ha voluto rimandare il confronto all’Osservatorio sull’inclusione scolastica convocandolo per oggi. Ma il Ministro, con cui si cercava l’interlocuzione schiettamente politica, ha lasciato la conduzione dell’incontro ad un dirigente del MIUR, assentandosi dopo i saluti di rito e dopo brevi interventi terzi che esulavano dal tema più centrale ed urgente e dai richiami delle Federazioni.

Di fronte a tale gesto FAND e FISH e le organizzazioni loro aderenti presenti in Osservatorio hanno abbandonato il tavolo.

Ci auguriamo che – di fronte alla gravità della situazione che coinvolge migliaia di studenti con disabilità – il Ministro da questo gesto sappia cogliere la necessità e l’urgenza di un intervento politico che segni la reale discontinuità con il passato e sia disponibile al confronto diretto sul punto, all’interno dell’Osservatorio o in qualsiasi altro contesto istituzionale ritenga valido.” Così congiuntamente dichiarano i presidenti della Federazione tra le Associazioni Nazionali delle persone con Disabilità e della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap.

1 ottobre 2019

Il Presidente Nazionale FISH – Federazione Italiana per il Superamento dell’HandicapIl Presidente Nazionale FAND – Federazione tra le Associazioni Nazionali delle persone con Disabilità
Vincenzo FalabellaNazaro Pagano

SUL DEF ANCORA NON CI SIAMO

RETE E UDU: SUL DEF ANCORA NON CI SIAMO, SU ISTRUZIONE E UNIVERSITÀ SERVE SUBITO UN PIANO DI INVESTIMENTI STRAORDINARIO!

Ieri è stata pubblicata la nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza, contenente tra le altre cose le prime concrete indicazioni sulle politiche su istruzione, università e ricerca che il governo ha intenzione di mettere in pratica in occasione della legge di bilancio. Ancora una volta purtroppo, nonostante alcuni lati positivi, dobbiamo constatare come sotto molti aspetti i propositi del nuovo governo giallorosso siano non ancora sufficienti. 

“Il governo, assieme al MIUR guidato dal Ministro Fioramonti, deve avere il coraggio di rimettere al centro del suo operato politiche concrete per risollevare un sistema scolastico e universitario ancora pesantemente sottofinanziato. Bene l’impegno su dispersione scolastica, ma vogliamo fatti. – dichiara Federico Allegretti, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi – È positivo che ci sia un primo finanziamento per sanare le emergenze in edilizia scolastica, ma non è sufficiente. Per ogni struttura salvata dal rischio sismico esistono centinaia di classi pollaio, aule con amianto, finestre che cadono. Gli spazi della scuola riflettono la sua inadeguatezza sul piano della didattica: chiediamo più fondi in edilizia e un ripensamento della scuola alle sue radici!”

“In particolare, a lasciarci perplessi sono le indicazioni contenute nel DEF per quanto riguarda il sistema universitario – spiega Enrico Gulluni, coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari – Purtroppo registriamo con rammarico come non si accenni nemmeno a un investimento sul diritto allo studio, non essendo previsti finanziamenti ulteriori sul Fondo Integrativo Statale, necessari per risolvere la vergognosa questione degli idonei non beneficiari delle borse di studio. Anzi, sui capitoli di università e ricerca, invece di sostenere un aumento del Fondo di Finanziamento Ordinario, si apre a incentivi a formule di finanziamento in partenariato pubblico-privato, proseguendo sulla strada aperta dai governi precedenti di sempre maggiore aziendalizzazione dell’università. Inoltre si parla genericamente di “ripensamento” del sistema di accesso ai corsi di laurea a numero programmato, quando è evidente come sia necessario un concreto superamento dello stesso, coadiuvato da misure economiche concrete e indispensabili.”

“Bisogna invertire la rotta e rimettere al centro del dibattito pubblico e politico la scuola, l’università e la ricerca – concludono Allegretti e Gulluni – Dove sono finiti i tre miliardi di euro promessi dal Ministro Fioramonti? Non investire in Scuola e Università significa non investire nelle nuove generazioni, non investire sul futuro di questo paese. Noi, come Rete degli Studenti Medi e Unione degli Universitari, le proposte concrete le abbiamo, il Governo scelga la via del confronto e chiuda i vecchi capitoli degli ultimi anni in cui i giovani sono stati i dimenticati della politica. Gli studenti ci sono e le piazze oceaniche della scorsa settimana lo hanno dimostrato. Il Governo scelga di avere coraggio e approfitti di questa legge di bilancio per approvare un piano di investimenti straordinario per risollevare l’istruzione, l’università e la ricerca! Noi ci siamo!”

XI rapporto Osservatorio nazionale internazionalizzazione delle scuole e mobilità studentesca

Il 1 ottobre, presentazione al Ministero dell’Istruzione del Rapporto 2019 dell’Osservatorio

SCUOLE PIU’ INTERNAZIONALI? 10.200 STUDENTI ALL’ESTERO (+ 38% DAL 2016) E INDICE DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE SCUOLE IN AUMENTO

La ricaduta sociale dell’investimento in borse di studio nella formazione internazionale dei giovani al centro dell’indagine di quest’anno

1 ottobre 2019_ A dieci anni di distanza dalla nascita dell’Osservatorio nazionale sull’internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca della Fondazione Intercultura, le scuole italiane mostrano di aver intrapreso un passo deciso verso l’apertura internazionale. In uno scenario che vede l’indice medio di internazionalizzazione[1] delle scuole secondarie superiori continuare la sua crescita (44 punti, + 2 vs 2016 e + 7 vs 2009), la parte del leone è svolta dalla forte crescita del numero di studenti che frequentano un anno scolastico all’estero (o un periodo di almeno tre mesi); Fondazione Intercultura e Ipsos stimano questo numero in 10.200 studenti, (+38% sul 2016, ma soprattutto +191% sul 2009, anno di attivazione dell’Osservatorio).

Un numero decisamente in aumento anche grazie all’ampia offerta di borse di studio promosse da Intercultura negli ultimi 45 anni (onlus grazie alla quale sono all’estero attualmente 2.250 adolescenti). Le borse di studio danno accesso a un’esperienza che marca un segno deciso nella vita delle generazioni più giovani che si laureano con più facilità (86%) dei loro coetanei, trovano o cambiano più agevolmente lavoro (79%), e diventano indipendenti dalla famiglia più presto rispetto al resto della popolazione italiana (solo il 14% vive ancora in famiglia).

Ad illustrare e commentare i dati dell’XI rapporto dell’Osservatorio nazionale sull’internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca della Fondazione Intercultura si sono ritrovati oggi presso la sede del Ministero dell’Istruzione Carmela Palumbo, Capo Dipartimento per il Sistema Educativo e di Istruzione e Formazione del MIUR, Antonello Giannelli, Presidente dell’ANP (Associazione Dirigenti Scolastici), Maurizio Franzini, Professore ordinario di Politica Economica nell’Università di Roma “La Sapienza” e membro del consiglio ISTAT, Elena Garcea, Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, Salvatore Gulì, Responsabile welfare e servizi del Gruppo ENAV, Roberto Ruffino, Segretario Generale della Fondazione Intercultura e Nando Pagnoncelli, IPSOS.

Roberto Ruffino, Segretario Generale della Fondazione Intercultura: “E’ un risultato importante quello che emerge dalla rilevazione di quest’anno: in solo un decennio quasi il 200% di famiglie in più ha deciso di investire nella formazione internazionale dei propri figli, in molti casi grazie a una borsa di studio senza la quale non sarebbero mai partiti per un’esperienza i cui benefici sono tangibili nella crescita personale e scolastica dell’adolescente. Per far sì che il cammino verso l’internazionalizzazione è necessario essere davvero convinti riguardo all’utilità delle attività volte alla formazione delle generazioni di domani che dovranno essere in grado di sapersi muovere con sicurezza e competenza in un mondo sempre più connesso e globalizzato”.

Salvatore Gulì del Gruppo ENAV ha dichiarato: “ENAV è ormai una realtà internazionale e abbiamo ben chiaro che integrazione e multiculturalità sono due pilastri fondamentali per le nuove generazioni e per formare i professionisti del futuro. Peraltro, ritengo che le grandi imprese debbano avere anche un ruolo sociale oltre che di sviluppo del business e le sinergie che da tempo sviluppiamo con Intercultura a vantaggio dei giovani sono un esempio concreto della responsabilità sociale del Gruppo”.

L’INDAGINE IN BREVE

Il risultato più evidente della rilevazione 2019 dell’Osservatorio effettuata su un campione di 400 Dirigenti Scolastici delle scuole secondarie superiori (rappresentativo dell’universo di riferimento per tipologia di scuola e area geografica) è dunque il deciso aumento del  numero degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado che sono partiti dall’Italia per trascorrere almeno tre mesi di studio all’estero nell’anno scolastico 2018-2019, circa 10.200 (+38% rispetto al 2016, ma soprattutto +191% sul 2009, anno di attivazione dell’Osservatorio).  Circa la metà delle scuole (54%, +7% vs 2016) attesta che almeno uno dei propri studenti ha trascorso un periodo di studio individuale durante l’anno appena terminato: l’aumento degli studenti in uscita (la maggior parte per l’intero anno scolastico, 6.100 stimati) ha generato una scelta verso destinazioni diverse rispetto alle classiche anglofone che rimangono comunque prevalenti (USA al 24% in discesa dal 38% di tre anni fa; Spagna all’11%, Regno Unito al 10%, Canada al 7%, ma anche i Paesi del Centro-Sud America al 5%, l’Est Europa al 4%, la Cina all’1%). Sono soprattutto femmine (61% vs 39% di maschi) e provengono in prevalenza dai Licei (74%, +4% dal 2016), ma anche – e in crescita – da Istituti Tecnici (30,7%+7%), e Professionali (27%, +12%). Dal punto di vista della distribuzione geografica, si registra un buon riscontro anche nelle regioni del Sud (43%, +12% dal 2016), dove la mobilità studentesca individuale sinora era stata meno diffusa. Aumenta parallelamente anche il numero degli studenti stranieri che partecipano a programmi di mobilità individuale in Italia, dai 2.800 due anni fa ai 4.500 di quest’anno.

Se, dunque, da una parte si afferma una consapevolezza sempre più decisa da parte di studenti e famiglie verso la necessità di vivere un’esperienza internazionale (ma solo il 46% dei docenti la apprezza pienamente, -3 punti dal 2016), nel complesso le scuole secondarie di secondo grado in Italia continuano nel proprio percorso di progressiva apertura verso l’estero. L’indice di internazionalizzazione guadagna infatti 2 punti in più rispetto al 2016 (da 42 a 44), ma soprattutto 7 punti in più rispetto ai 37 del 2009. In particolare cresce la base delle scuole coinvolte, (diminuisce dal 46% del 2016 all’attuale 33%, la percentuale delle scuole con un indice medio-basso, con una scarsa propensione o capacità di attivare azioni di internazionalizzazione (individuate con un punteggio inferiore a 37); calano proprio le scuole con indice più basso (inferiore a 25) che passano dal 20% del 2016 al 12% del 2019, segno di una distribuzione più omogenea sul territorio nazionale di istituti aperti all’internazionalizzazione.

Tra queste, Licei e IIS continuano ad essere le tipologie di scuola maggiormente internazionalizzate, tuttavia sono Istituti Tecnici (+7) e Scuole professionali (+4) a evidenziare un cambio di passo nella rilevazione 2019, espandendo così il fenomeno tra la popolazione degli studenti e rendendolo meno elitario/più accessibile a tutti. Non è un caso che vi è la consapevolezza tra la metà dei dirigenti scolastici della possibilità di poter accedere a una borsa di studio (Intercultura ne mette a disposizione più di 1.500 ogni anno). Dal punto di vista geografico cala di 3 punti l’indice complessivo delle scuole del Centro dopo un 2016 in cui risultavano le meglio posizionate; ai primi posti troviamo Nord Ovest (+3) e Nord Est (+5). Il Sud si conferma l’area meno aperta, ma mostra un indice in crescita di 4 punti.

Tra le altre iniziative di internazionalizzazione, si segnala l’aumento della mobilità di gruppo (+3% dal 2016), gli stage di studio all’estero (79% vs il 64% di tre anni fa), la realizzazione di corsi che educhino alla cittadinanza europea (dal 61% all’85%), il CLIL (l’insegnamento in lingua straniera in discipline non linguistiche) che coinvolge oggi il 72% delle scuole (vs 66% del 2016). È anche grazie a questo scatto in avanti di molte scuole che l’indice medio di internazionalizzazione è potuto aumentare. L’obbligatorietà degli insegnamenti di tipo CLIL sta dando i primi effetti: la speranza è che questa iniziativa non venga considerata da presidi, docenti e studenti una mera attuazione di obblighi di legge, ma possa invogliare sempre più scuole secondarie di secondo grado in Italia ad intraprendere un percorso di piena apertura verso l’estero

L’INVESTIMENTO IN BORSE DI STUDIO[2] PER FAR RIPARTIRE L’ASCENSORE SOCIALE

Negli ultimi decenni l’Italia ha registrato un profondo cambiamento. Diventare adulti è sempre più difficile: la vita oggi segue più di rado le tappe tipiche delle generazioni precedenti, quando diventare adulti era un percorso cadenzato da momenti chiave chiari. Oggi queste tappe sono mischiate e non sempre raggiunte e sempre più spesso i giovani devono percorrere una strada più lunga e tortuosa per raggiungere l’autonomia nei confronti del nucleo familiare d’origine.  In questo contesto l’apertura internazionale dei giovani che accettano la sfida di vivere per un periodo all’estero rappresenta un’opportunità unica per arginare questo momento di criticità. Gli studi effettuati sugli ostacoli alla mobilità indicano come prima causa della mancata partecipazione il costo elevato. Per questo Intercultura ha istituito da oltre 45 anni un sistema di borse di studio per permettere la partecipazione a chi non avrebbe i mezzi economici.

Oggi oltre il 78% dei partecipanti ai programmi di mobilità studentesca di Intercultura intervistati per la ricerca dice che senza la borsa di studio non avrebbe avuto la possibilità di vivere l’esperienza all’estero

Questo processo di democratizzazione generato dall’offerta di borse di studio e teso a diminuire la forbice di disuguaglianza economica sociale tra le famiglie genera un impatto sulla società italiana che ha bisogno di soggetti autonomi, indipendenti, attivi nell’agire e in grado di impossessarsi di un ruolo nel mercato del lavoro.

L’86% dei borsisti Intercultura è laureato (una percentuale molto superiore alla media sia nazionale che UE) e il 79% dichiara di aver sempre trovato o cambiato lavoro con facilità (contro il 45% del gruppo di controllo), e di avere già raggiunto un livello di benessere socio-economico più elevato di quello della famiglia di origine (dichiarato dal 41% del campione) e migliore dei coetanei che non hanno vissuto la stessa esperienza (vs 23%). Le scelte in ambito lavorativo degli ex partecipanti a un programma di studio all’estero con una borsa di studio testimoniano una maggiore attitudine e sensibilità verso l’ambito sociale: il 26% ha un’occupazione in tale contesto, di cui il 14% in organizzazioni non profit o istituzioni (contro il 3% circa della popolazione. Fonte Istat 2017). Il 12% lavora in ambito educativo, contro il 7% circa della popolazione (fonte Istat 2017).

La sensibilità verso la società è inoltre testimoniata dal 43% che ha svolto attività di volontariato nell’ultimo anno (contro il 13% della popolazione. Fonte Istat 2018). La maggior capacità di diventare soggetti autonomi e indipendenti è confermata dal fatto che solo il 14% vive ancora con la famiglia di origine, un dato largamente inferiore alla media. Sono inoltre persone con maggior apertura internazionale: il 72% viaggia all’estero regolarmente e il 46% ha fatto un’esperienza di lavoro all’estero.

Grazie alle borse di studio Intercultura, migliaia di persone hanno potuto raggiungere un livello di benessere socio-economico non solo più elevato di quello della loro famiglia d’origine, ma anche migliore di quello dei loro coetanei che non hanno fatto un’esperienza all’estero durante le superiori. Un percorso di successo che conduce ad una felicità percepita molto alta (il 96% dei borsisti Intercultura si dichiara molto felice, contro il 69% del totale della popolazione italiana e il 71% tra la popolazione di 18-34 anni; fonte dati sondaggi Ipsos 2018).

Nello scenario descritto fin qui appare strategico il ruolo delle aziende sponsor: senza il loro appoggio sarebbero molti meno i ragazzi che avrebbero intrapreso questo percorso di vita. L’88% degli ex partecipanti al programma all’estero grazie a una borsa di studio dà un giudizio molto positivo a questo tipo di iniziativa e, in generale, il 96% di entrambi i campioni intervistati ritiene che il coinvolgimento delle borse di studio abbia un riflesso positivo o molto positivo sulla reputazione delle aziende coinvolte.

L’Osservatorio Nazionale sull’internazionalizzazione della scuola e la mobilità studentesca è stato creato nel 2009 dalla Fondazione Intercultura Onlus per il dialogo tra le culture e gli scambi giovanili internazionali. Si propone di documentare quanto avviene in Italia in questo settore e di stimolare l’apertura delle scuole all’Europa e al resto del mondo.  Collaborano a questo progetto la Direzione Generale per gli Affari Internazionali del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, l’Associazione Nazionale Dirigenti e Alte Professionalità della Scuola. La rilevazione dei dati è affidata a IPSOS e viene ripetuta con frequenza annuale. Sul sito www.scuoleinternazionali.org sono disponibili gli abstract dei dati delle ricerch.e


[1] L’indice di internazionalizzazione fornisce un’indicazione del livello di internazionalità delle scuole intervistate, che si basa sulla loro capacità e volontà di partecipare a progetti di portata internazionale, oltre che di investire all’interno della propria scuola in attività che incentivino le relazioni con altre scuole estere o che implementino progetti rivolti a migliorare la conoscenza della cultura e delle lingue straniere. Le variabili utilizzate per la costruzione dell’indice sono le seguenti:

Numero di lingue straniere insegnate presso l’istituto; Insegnamento linguistico extra-curriculare; Attivazione insegnamento CLIL in qualche materia; Adesione ai progetti europei/internazionali nel corso dell’anno scolastico; Adesione ai progetti europei/internazionali in passato; Realizzazione di scambi di classe; Partecipazione a gemellaggi con scuole straniere; Adesione a progetti di solidarietà con scuole di Paesi in via di Sviluppo; Gli studenti hanno svolto stage di studio all’estero; Hanno studenti che frequentano un anno/semestre/trimestre scolastico all’estero; Accolgono studenti stranieri che frequentano un anno/semestre/trimestre scolastico presso l’istituto; Presenza di studenti appartenenti a gruppi linguistici diversi; Numero di classi coinvolte sui diversi progetti; Partecipazione attiva del corpo docenti ai progetti che riguardano gli studenti; Partecipazione del corpo docenti ad incontri con docenti stranieri; Organizzazione di corsi/lezioni di educazione alla cittadinanza; Auto valutazione del grado di internazionalizzazione della scuola

[2] indagine compiuta da IPSOS su 122 ex borsisti che hanno usufruito della borsa di studio Intercultura tra il 2000 e il 2012, e 250 interviste al gruppo di controllo -studenti selezionati con un profilo omogeneo agli ex borsisti tra categoria sociale, reddito e rendimento scolastico, ma che non hanno fatto l’esperienza di studio all’estero in età adolescenziale

Sui crocifissi, un bel cambio di passo

«Sui crocifissi, un bel cambio di passo»: l’Uaar sulle dichiarazioni del ministro Fioramonti

«È un bel cambio di passo, soprattutto se pensiamo ai rosari cui ci aveva abituato l’ex vicepresidente del Consiglio. Ora speriamo che alle parole seguano i fatti».

Il segretario dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar), Roberto Grendene, commenta così le affermazioni del ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, il quale, intervistato a «Un giorno da pecora», la trasmissione radiofonica di Rai Radio 1, ha detto che al posto del crocifisso sarebbe «meglio appendere alla parete una cartina del mondo con dei richiami alla Costituzione».

«Quella per una scuola pubblica senza simboli religiosi – prosegue Grendene – è una campagna che la nostra associazione porta avanti da decenni, nella convinzione che la presenza del crocifisso costituisca un’inammissibile privilegio per la religione cattolica e soprattutto che le pareti delle aule scolastiche debbano essere interamente dedicate all’istruzione e all’apprendimento, senza condizionamenti. Le dichiarazioni del ministro sono peraltro totalmente in linea con le risultanze di un confronto che abbiamo aperto sui nostri social giusto un anno fa, quando abbiamo chiesto quali immagini, frasi e simboli si vorrebbero vedere esposti al posto del crocifisso sulle pareti delle aule scolastiche: a spuntarla era stata proprio la Costituzione e in particolare l’articolo 34 della nostra carta fondamentale, quello che recita che “La scuola è aperta a tutti”».

«Ma non solo: la nostra azione giuridica a Strasburgo è stato il “leading case” religioso degli ultimi due decenni. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, cui la socia Uaar Soile Lautsi, con il sostegno dell’associazione, si era rivolta, con una sentenza storica si era espressa contro la presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche. Ma la decisione era stata poi appellata dal governo italiano, e la Grande Chambre della Corte il 18 marzo 2011 si è pronunciata definitivamente, “assolvendo” l’Italia e affermando che ogni paese è autonomo in materia religiosa e che il crocifisso sarebbe comunque soltanto un simbolo “passivo”. Noi continuiamo a pensare che in uno Stato laico i luoghi pubblici debbano essere neutri dal punto di vista religioso e siamo contenti di sapere che il ministro la pensa come noi. E visto che nessuna legge lo impone, basterebbe solo un bel decreto ministeriale sugli arredi scolastici che vada in questo senso».

Dagli asili nido gratis a nuove regole su abilitazione prof: ecco gli impegni del Miur

da Il Sole 24 Ore

di Claudio Tucci

«Nel comparto della scuola pubblica occorrono politiche dirette a limitare le classi troppo affollate e valorizzare, anche economicamente, il ruolo dei docenti, potenziare il piano nazionale per l’edilizia scolastica, garantire, con le Regioni, la gratuità degli asili nido e dei micro-nidi, ampliandone l’offerta soprattutto nel Mezzogiorno nonché quella del percorso scolastico per gli studenti provenienti da famiglie con redditi medio-bassi. Saranno contrastati infine la dispersione scolastica e il bullismo».

La Nadef
Sono gli impegni previsti nella Nadef esaminata ieri in tarda serata dal governo. Previsti anche due Ddl collegati alla manovra: uno «recante disposizioni in materia di formazione iniziale e abilitazione del personale docente»; l’altro sul «riordino del modello di valutazione del sistema nazionale di istruzione e delle università».

Confermato poi l’impego a bandire, entro la fine del 2019, un concorso ordinario per coprire 16.959 posti della scuola dell’infanzia e primaria.

Al via il progetto Miur «Generazioni connesse», per l’uso consapevole delle nuove tecnologie. Iscrizioni da domani

da Il Sole 24 Ore

di Amedeo Di Filippo

Con la nota 3798 del 28 agosto il Miur ha dato l’avvio al progetto «Generazioni connesse» 2019-20, azioni di prevenzione dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo e di educazione ad un uso corretto e consapevole della rete e delle nuove tecnologie. Iscrizioni da domani, 2 ottobre.

Il progetto
Con “Generazioni Connesse” le scuole sono invitate a riflettere sul loro approccio alle tematiche legate alle competenze digitali, alla sicurezza online e ad un uso positivo delle tecnologie digitali nella didattica. Ogni scuola coinvolta identifica rispetto a questi ambiti i propri punti di forza e debolezza, quelli di miglioramento e le misure da adottare per raggiungere tale miglioramento.

L’obiettivo del processo è fare in modo che ogni scuola possa riuscire a dotarsi di una “e-policy” interna, ovvero un documento di indirizzo che includa l’adozione di misure di prevenzione e di gestione di situazioni problematiche relative all’uso di internet e delle tecnologie digitali e l’assunzione di misure atte a facilitare e promuovere l’utilizzo delle Tlc nella didattica.

Il percorso è rivolto ai circoli didattici, istituti comprensivi e scuole secondarie di primo grado pubbliche e parificate, con particolare riferimento alle classi quarta e quinta della primaria e a tutte le classi della secondaria di primo grado. Per iscriversi al progetto bisogna connettersi al sito www.generazioniconnesse.it.

L’e-policy
Internet e le tecnologie digitali fanno parte della vita quotidiana, non solo scolastica, degli studenti e delle studentesse: uno scenario che richiede di dotarsi di strumenti per promuovere un uso positivo, ma anche per prevenire, riconoscere, rispondere e gestire eventuali situazioni problematiche. La e-policy è un documento programmatico autoprodotto dalla scuola volto a descrivere: il proprio approccio alle tematiche legate alle competenze digitali, alla sicurezza online e ad un uso positivo delle tecnologie digitali nella didattica; le norme comportamentali e le procedure per l’utilizzo delle ICT in ambiente scolastico; le misure per la prevenzione e per la rilevazione e gestione delle problematiche connesse ad un uso non consapevole delle tecnologie digitali.
Attraverso un questionario di autovalutazione disponibile online gli istituti scolastici sono guidati nell’identificare i propri bisogni, le aree di miglioramento e le azioni da intraprendere, elaborando un progetto personalizzato denominato “Piano di Azione”, da implementare nel corso dell’anno scolastico. Al termine della compilazione del questionario online ogni scuola viene classificata e conoscerà il proprio profilo, in base al quale riceverà una tipologia di supporto (in presenza e online, tramite una piattaforma dedicata ai docenti, con moduli didattici, materiali di approfondimento, comunità di pratiche), messa a disposizione dal Progetto.

Il progetto 2019-2020
La quarta edizione del Progetto propone un rinnovato ambiente di apprendimento online. I docenti potranno seguire percorsi di formazione e proposte di attività didattiche nell’ambito del processo guidato di autovalutazione, identificazione di bisogni e dotazione progressiva di strumenti. Novità di quest’anno è che il percorso si rivolge anche agli istituti secondari di secondo grado.

Queste le fasi previste per la stesura dell’e-policy:
– registrazione e autenticazione al portale;
– autovalutazione e analisi dei punti di forza attraverso un gruppo di lavoro composto dai docenti di ogni plesso;
– formazione e implementazione dei Piani di Azione;
– redazione finale del documento di e-policy e Piani di Azioni relativi.

Gli istituti che completeranno l’iter per la stesura dell’e-policy saranno inclusi in una rete di scuole riconosciute come “virtuose” in relazione al rapporto tra scuola, giovani e tecnologie digitali, con relativo attestato. Le iscrizioni saranno attive a partire da domani, 2 ottobre.

I bambini credono in futuro green e solidale

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Città più verdi, più tempo in famiglia, più impegno sociale e più volontariato. Ecco alcune delle richieste portate ieri in Senato da 225 bambini delle classi 3°, 4° e 5°delle scuole elementari di tutta Italia, in rappresentanza di 2.500 classi che hanno aderito al primo anno di “Ora di Futuro”. Gli alunni hanno avuto l’opportunità di illustrare alla presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati e al ministro per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, 9 mozioni di fiducia per migliorare il mondo in cui vivono.

L’iniziativa
L’evento al Senato giunge a conclusione del primo anno di “Ora di Futuro”, il progetto di educazione per i bambini che coinvolge insegnanti, famiglie, scuole primarie e reti non profit. “Ora di Futuro” – promosso da Generali Italia, The Human Safety Net e la collaborazione delle tre Onlus L’Albero della Vita, Mission Bambini e Il Centro per la Salute del Bambino – ha coinvolto già nel primo anno 30.000 bambini in tutta Italia. Dal primo Osservatorio “Ora di Futuro”, che ha analizzato circa 800 elaborati creativi (da disegni ad artefatti tridimensionali a oggetti tecnici, come robot) di oltre 30.000 bambini di 2500 classi elementari, emerge la loro visione del domani per costruire un mondo migliore con l’aiuto degli adulti. I bambini si proiettano nel futuro con:
•Grande consapevolezza dei problemi ambientali e sociali: sono convinti della loro importanza e della necessità di impegnarsi senza rinviare le soluzioni;
•Atteggiamento concreto e fattivo: numerose le proposte con le quali si impegnano personalmente anche nei comportamenti quotidiani;
•Positività e ottimismo: hanno consapevolezza del fatto che le soluzioni sono nelle loro mani;
•Tecnologia amica: sono convinti che possa aiutare a risanare l’ambiente e a dedicare più tempo e attenzione alle relazioni interpersonali.
I bambini che hanno espresso questa visione del futuro, sono stati coinvolti in un percorso didattico innovativo attraverso il gioco sull’isola virtuale di Mauaga. Il programma ha permesso loro di maturare la consapevolezza che tutte le scelte producono delle conseguenze e li ha aiutati a formare le competenze di base per valutare le soluzioni più sostenibili sui temi legati a: salute, benessere, risorse ambientali, economia e lavoro.

Per Marco Sesana, Country Manager & CEO Generali Italia and Global Business Lines: «L’Osservatorio Ora di Futuro ci indica che oggi i bambini si percepiscono come attori del cambiamento e si sentono responsabili in prima persona per il futuro. Con questo progetto, forti di una rete di impegno e competenze fatta da istituzioni, Onlus, scuole, famiglie, agenti e dipendenti, vogliamo fornire ai bambini gli strumenti per affrontare il mondo, ma anche l’aspirazione ad avere un impatto su di esso. Con questo obiettivo, insieme a The Human Safety Net, siamo già attivi in oltre 20 paesi dove il Gruppo opera».

Decreto Salvaprecari, Miur e sindacati non trovano accordo. Prossimo incontro oggi 1° ottobre

da Orizzontescuola

di redazione

Decreto scuola, salvaprecari: terzo incontro tra Miur e sindacati si conclude ancora con un nulla di fatto.

Cosa chiedono i sindacati

I sindacati FLCGIL, CISL, UIL, SNALS e GILDA hanno comunicato richieste ben precise:

  • previsione di un concorso straordinario abilitante per il personale docente con almeno tre annualità di servizio a tempo determinato nella scuola secondaria statale
  • attivazione di percorsi abilitanti speciali, destinati prioritariamente al personale precario, per docenti con differenti tipologie di requisiti
    proroga delle misure contenute nel decreto cd “dignità” per i docenti con diploma magistrale, al fine di assicurare la continuità didattica nell’a.s. 2019/20
  • previsione di specifiche modalità di accesso al ruolo di DSGA per gli assistenti amministrativi facenti funzione

I punti di disaccordo

Se sul concorso ordinario e straordinario non dovrebbero esserci problemi, le difficoltà sorgono invece per numerosi altri provvedimenti, a partire dal PAS per passare alla proroga dei contratti per i diplomati magistrale, alle modalità di reclutamento per i facenti funzione DSGA.

L’intenzione del Ministro è quella di portare il decreto scuola in approvazione al Consiglio dei Ministri del prossimo giovedì, per cui l’incontro di oggi sarà particolarmente importante per capire  se potrà esserci un accordo su punti comuni.

Impronte digitali, no congiunto di Fioramonti e della Dadone

da Orizzontescuola

di redazione

Impronte digitali nella pubblica amministrazione per la rilevazione delle presenze: no congiunto del Ministro della PA Dadone e di Fioramonti.

Legge su impronte digitali

La legge, volta ad introdurre il controllo delle presenze nella pubblica amministrazione (scuola compresa, ad esclusione dei docenti) tramite sistemi biometrici e sistemi di video sorveglianza, è stata già pubblicata in Gazzetta Ufficiale, tuttavia mancano i decreti attuativi che, stando alle parole del Ministro Dadone, non dovrebbero vedere la luce.

La stessa Ministra dovrebbe incontrare al riguardo i sindacati, come riferito dalla Flc Cgil.

Impegno Fioramonti a far cancellare norma

Ricordiamo che già il Ministro Fioramonti, nel corso dell’incontro con i sindacati del 17 settembre, aveva assunto l’impegno a cancellare la norma.

Concorso DSGA, prove scritte 5-6 novembre. Cartacee o al computer?

da Orizzontescuola

di redazione

Concorso DSGA: prove scritte 5 e 6 novembre. Saranno cartacee o al computer? L’orientamento del Miur

Prove scritte

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’Avviso relativo allo svolgimento delle prove scritte del concorso per 2004 posti di DSGA.

Le prove si svolgeranno in data 5 e 6 novembre 2019 e dureranno ciascuna 180 minuti.

Queste le prove:

  • una prova costituita da sei domande a risposta aperta, volta a verificare la preparazione dei candidati sugli argomenti di cui all’Allegato B del DM 863/2018;
  • una prova teorico-pratica, consistente nella risoluzione di un caso concreto attraverso la redazione di un atto su un argomento di cui all’Allegato B del DM 863/2018.

Per la prova consistente nelle 6 domande a risposta aperta, la commissione assegna un punteggio da 0 a 5 punti per ciascuna risposta esatta. Per la prova di carattere  teorico-pratico, la commissione assegna un punteggio da 0 a 30 punti.

La commissione procede prima alla correzione delle sei domande a risposta aperta; nel caso in cui il candidato non raggiunga il punteggio minimo di 21 punti, non procede alla correzione della prova di carattere teorico-pratico.

La prova è superata se si consegue un punteggio di almeno 21/30 in ciascuna delle due prove.

Il voto finale delle due prove:

– è unico

– può essere di 30 punti al massimo

– deriva della media aritmetica dei risultati conseguiti nelle due prove

La prova sarà corretta sulla base di una griglia elaborata dal comitato tecnico-scientifico che predisporrà le prove. La griglia sarà pubblicata sul sito del Miur prima dell’espletamento della prova medesima.

Prove cartacee o al PC?

Sciolto il nodo delle giornate di svolgimento delle prove, resta quello delle modalità di svolgimento.

In realtà il Miur, in risposta ad un’apposita richiesta dell’Anquap, aveva espresso il proprio orientamento, ossia quello di far svolgere le prove in modalità cartacea, tuttavia non vi è nessun avviso scritto al riguardo.

Fioramonti: vietare cellulari se disturbano. Tecnologia va usata in modo intelligente

da Orizzontescuola

di redazione

Ospite della trasmissione “Un giorno da pecora”, il Ministro Fioramonti è intervenuto su diversi temi tra cui l’esposizione del crocifisso e della foto del Presidente della Repubblica nelle aule e sull’uso del cellulare in classe.

Fioramonti: no a crocifisso e foto Mattarella in aula

Quanto all’utilizzo del cellulare, il titolare del Miur ha evidenziato che i telefonini sono un elemento problematico per l’attenzione degli studenti; se costituiscono un elemento di disturbo vanno vietati.

Sarà, comunque, la singola scuola, prosegue Fioramonti, a decidere sull’uso dello smartphone e della tecnologia in genere; l’utilizzo va fatto in modo intelligente, per cui, ad esempio, il tablet può essere uno strumento utilissimo nel caso si debba svolgere un’attività di ricerca.

Personalmente, ha affermato il Ministro, mi piacerebbe una scuola in cui si utilizzi la tecnologia dalla mattina alla sera.

MAD supplenze sostegno, specializzati possono inviarla in una sola provincia. Gli altri requisiti

da Orizzontescuola

di Nino Sabella

Supplenze sostegno tramite MAD: domanda di messa a disposizione si può inviare in una sola provincia. Gli altri vincoli.

Supplenze sostegno: ordine attribuzione

L’attribuzione delle supplenze su posti di sostegno avviene nell’ordine di seguito indicato (relativamente alle graduatorie di assunzione):

  1. ai docenti specializzati inseriti negli elenchi di sostegno delle graduatorie ad esaurimento;
  2. in caso di esaurimento degli elenchi delle GaE, ai docenti specializzati inseriti negli elenchi di sostegno delle graduatorie di istituto delle scuole in cui si verifica la disponibilità;
  3. in caso di esaurimento degli elenchi di sostegno delle graduatorie di istituto, ai docenti specializzati inseriti negli elenchi di sostegno delle graduatorie di istituto delle scuole viciniori;
  4. in caso di esaurimento degli elenchi di sostegno delle graduatorie di istituto delle scuole viciniori, ai docenti specializzati che hanno conseguito il titolo di specializzazione tardivamente rispetto ai termini di aggiornamento delle GaE e delle graduatorie di istituto e che hanno inviato domanda di messa a disposizione;
  5. in subordine alle assegnazioni provvisorie ai docenti senza titolo di specializzazione, ai docenti non specializzati inseriti nelle graduatorie di istituto di posto comune: tramite scorrimento della graduatoria di riferimento, in caso di supplenza presso la scuola dell’infanzia/primaria; tramite lo scorrimento incrociato delle graduatorie d’istituto secondo l’ordine prioritario di fascia (I, II e III), in caso di supplenza presso la scuola secondaria.

Invio MAD: requisiti

La domanda di messa a disposizione su sostegno da parte dei docenti specializzati, come prevede l’annuale nota Miur sulle supplenze 2019/20, può essere presentata:

  • da chi non è iscritto per posti di sostegno in alcuna graduatoria di istituto;
  • per una provincia da dichiarare espressamente nella domanda.

La domanda deve contenere tutte le dichiarazioni (rese in autocertificazione ai sensi del DPR 445/2000) necessarie per consentire la verifica dei requisiti suddetti da parte dei dirigenti scolastici, compresi gli estremi del conseguimento del titolo di specializzazione.

Qualora pervengano più istanze, leggiamo nella circolare, i dirigenti scolastici daranno precedenza ai docenti abilitati.

Supplenze ITP con riserva: no da prima fascia istituto, sì da seconda

da Orizzontescuola

di redazione

Supplenze a.s. 2019/20: a dare spiegazione di questa interpretazione è l’Ufficio Scolastico di Milano, che risponde così a numerosi quesiti pervenuti.

Graduatorie Istituto I fascia

Considerato che la I fascia delle graduatorie di Istituto è la trasposizione delle graduatorie provinciali ad esaurimento, ai docenti ITP inseriti con riserva nella I fascia delle graduatorie di istituto non possono essere
conferiti, da parte dei Dirigenti scolatici, contratti a tempo determinato.
Nelle ordinanze cautelari a loro destinate, infatti, è disposto solo l’inserimento nelle GAE, ma NON la possibilità di sottoscrivere contratti a tempo indeterminato o determinato in attesa del giudizio di merito.

Graduatorie di istituto II fascia

Si ribadisce, che nella II fascia delle Graduatorie di istituto possono essere inseriti con riserva, i soli diplomati ITP destinatari di provvedimenti giurisdizionali a loro favorevoli.

Tale disposizione è contemplata nell’annuale circolare sulle supplenze del 28 agosto 2019: ai docenti I.T.P. inseriti in II fascia con riserva possono essere conferiti contratti a tempo determinato da parte dei Dirigenti Scolastici con apposizione di “clausola risolutiva condizionata alla definizione nel merito del contenzioso pendente”.

La nota dell’Ufficio Scolastico di Milano

Va precisato che su una analoga questione, riguardante i diplomati magistrale, si è espresso poche settimane fa il Miur. Con apposita nota è stato dato il via libera alla stipula dei contratti da GaE o prima fascia di istituto, sempre con riserva. Evidentemente l’ufficio Scolastico ritiene che la gestione delle supplenze ITP non possa essere assimilata a quella dei colleghi diplomati magistrale.

Tfa sostegno, a breve il decreto per il nuovo ciclo. Dentro gli idonei del precedente

da La Tecnica della Scuola

Uno dei temi più frequenti emersi nel corso dell’iniziativa  “Dillo al Ministro“, è quello relativo agli idonei del Tfa sostegno 2019, che pur avendo superato le selezioni per accedere al precedente corso di specializzazione, non sono rientrati a causa del ridotto numero di posti. Che succede per questi idonei? E soprattutto, quando uscirà il decreto per il nuovo ciclo di Tfa sostegno?

Tfa sostegno, il sottosegretario Azzolina: “Presto il decreto del nuovo ciclo”

A fugare questi dubbi è stata Lucia Azzolina, neo sottosegretario all’Istruzione e deputata del Movimento Cinque Stelle.
La parlamentare ha tranquillizzato gli idonei Tfa sostegno 2019 con un post pubblicato sulla propria pagina Facebook: “Voglio tranquillizzare i tanti che in questi mesi mi hanno scritto e che continuano a chiedere risposte precise. Il decreto che regola il corso di specializzazione sul sostegno è chiaro: gli idonei hanno diritto direttamente alla frequenza in soprannumero del prossimo ciclo. Prossimo ciclo che sarà bandito al più presto. Discontinuità col passato significa rispettare i tempi e trattare le persone da cittadini e non da sudditi“.

E’ chiaro, a questo punto, in base alle parole della deputata, che il decreto per il nuovo ciclo del Tfa sostegno potrebbe uscire a breve, magari entro la fine dell’anno, considerando che comunque i corsi già attivati dovranno concludersi entro febbraio 2020, riferisce il DM 92/2019.

Tfa sostegno: gli idonei del 2019 entreranno in soprannumero

Le parole del sottosegretario Azzolina in realtà non fanno altro che confermare quanto stabilito dal già citato DM 92/2019. L’articolo 4, comma 4 del decreto prevede infatti: “Sono altresì ammessi in soprannumero ai relativi percorsi i soggetti che, in occasione dei precedenti cicli di specializzazione:
a. abbiano sospeso il percorso ovvero, pur in posizione utile, non si siano iscritti al percorso;
b. siano risultati vincitori di più procedure e abbiano esercitato le relative opzioni;
c. siano risultati inseriti nelle rispettive graduatorie di merito, ma non in posizione utile.

I succitati docenti, dunque, non sosterranno le summenzionate prove e saranno ammessi in soprannumero ai percorsi di specializzazione, idonei compresi”.

Idonei Tfa sostegno 2019: “Fateci specializzare subito!”

Nel frattempo, come riportato in precedenza, gli stessi idonei Tfa sostegno 2019 propongono, allo scopo di risolvere l’emergenza sui posti di sostegno, di attivare un corso di sostegno ad hoc nel più breve tempo possibile: “abbiamo richiesto la possibilità di iniziare i corsi (vista l’urgenza sopra menzionata) da un lato, ampliando i posti nelle molte Università che ne hanno mostrato disponibilità attraverso le parole dei rispettivi Rettori; dall’altro lato, indicendo subito nuovi corsi da far partire immanentemente, aprendo i cosiddetti TFA sostegno anche alle tantissime università che si sono tempestivamente ed efficacemente organizzate negli anni precedenti con i 24 cfu in discipline antropo-psico-pedagogiche ed in metodologie didattiche, discipline affini ai corsi in oggetto, attraverso eventuali nomine di docenti esterni, esperti in pedagogia speciale. Il tutto, al fine di consentire a circa 5000 nuovi aspiranti, di poter completare il percorso specializzante entro Giugno 2020, per così rendere pronti altrettanti insegnanti specializzati all’inserimento nelle attività didattiche già a partire dall’a.s. 2020″.

Normativa di riferimento Tfa sostegno