AFAM: amara sorpresa per i docenti di musica

AFAM: amara sorpresa per i docenti di musica. I Conservatori fanno ‘melina’ e non attivano i corsi PAS per i docenti con i requisiti di servizio

 

 

Ci risiamo. Ancora una volta una brutta sorpresa per centinaia di docenti di musica che si vedono sottratta la possibilità di conseguire l’abilitazione all’insegnamento dopo il periodo delle vacanze Natalizie.

 

Dopo le Università che hanno di fatto creato un cartello contro l’attivazione dei Pas per la scuola dell’infanzia e primaria, si aggiungono gli istituti AFAM (con eccezione del Conservatorio di Bolzano che organizzerà i corsi in primavera) che in più occasioni per il tramite dei dipartimenti di didattica hanno fatto capire di non voler accogliere i docenti iscritti ai PAS.

 

Tra le motivazioni più fantasiose che sono state espresse ricordiamo la presunta illegalità dei percorsi Pas, che a detta di alcuni non sarebbero legittimi, ignorando invece il discrimine perpetuato negli anni passati nei confronti di moltissimi diplomati degli istituti AFAM che hanno frequentato i corsi sperimentali di secondo livello senza valore e spendibilità e che ora dovrebbero frequentare anche i nuovi bienni di didattica senza alcuna certezza sul loro valore abilitante!

 

“La legalità va sempre sostenuta – dichiara Marcello Pacifico, Presidente Nazionale ANIEF –  e con questi atteggiamenti non si tutelano i docenti del settore musicale che hanno più volte visto cambiamenti delle regole e che in questi anni hanno maturato i requisiti per la partecipazione ai Pas”.

 

“Se i Conservatori e le Università non vorranno attivare i Corsi finalizzati al conseguimento dell’abilitazione per i docenti di Musica e della scuola Primaria e dell’Infanzia – aggiunge il Presidente ANIEF – il Ministero e gli Uffici scolastici dovranno prendere atto della necessità di stipulare apposite convenzioni con le Università Private e Telematiche al fine di terminare i corsi entro l’aggiornamento delle Graduatorie”.

BILANCIO DELLE SCUOLE, ORGANI COLLEGIALI E PARTECIPAZIONE

BILANCIO DELLE SCUOLE, ORGANI COLLEGIALI E PARTECIPAZIONE: CORSI PER GENITORI IN VENETO E TOSCANA

Parte il nuovo anno e migliaia di genitori si trovano a confrontarsi con una materia apparentemente ostica come il bilancio delle scuole, altrimenti detto Programma annuale. E come ogni anno, l’Associazione Genitori A.Ge. offre strumenti per facilitare la comprensione di quello che, volenti o nolenti, è il motore di tutta l’attività formativa.

Si inizia a Thiene (VI), dove, sabato 11 gennaio dalle ore 8,45 alle ore 12,30 presso l’Aula Magna dell’ITET “Aulo Ceccato” in via Vanzetti n. 14, Rita Manzani Di Goro terrà un “Laboratorio attivo di sperimentazione sugli Organi Collegiali, con cenni sul Bilancio delle scuole”.

“Anche il 2014 vede l’A.Ge. di Thiene impegnata a promuovere e sostenere la partecipazione dei genitori nella scuola –dichiara la presidente Luisa Giudicotti- Per organizzare al meglio l’incontro, ci siamo rivolti a tutti i nostri soci e simpatizzanti, chiedendo loro quali argomenti vorrebbero veder trattati in modo più approfondito. Abbiamo proposto un elenco non esaustivo fra il quale scegliere, con in più la possibilità di indicare argomenti a loro scelta. Questa la nostra proposta: POF, Contributo volontario, Libri di testo, Bilancio, Organo di garanzia, Patto di corresponsabilità educativa, Compiti dei rappresentanti in Consiglio d’Istituto, Viaggi d’istruzione”.

I partecipanti saranno chiamati a interagire con la normativa sugli Organi collegiali usando forbici, colla e pennarelli, quindi toccherà al bilancio scolastico di essere smontato nelle sue componenti principali. La partecipazione è libera e gratuita. Per predisporre i materiali necessari allo svolgimento dei laboratori, è richiesto di confermare la partecipazione, telefonando al numero  333 2259556 oppure scrivendo ad agethiene@age.it.

La formazione su Programma annuale e Contributo volontario dei genitori, per i membri dei consigli d’istituto fiorentini, si terrà giovedì 16 gennaio dalle 20,45 alle 22,45 presso l’Auditorium dell’I.S.I.S. Russell Newton di via De André a Scandicci (FI).

“Per noi si tratta di un appuntamento consueto –dichiara Rita Manzani Di Goro, presidente di A.Ge. Toscana- I genitori apprezzano l’opportunità di capire finalmente ciò che approvano e si appassionano moltissimo alla materia. Abbiamo previsto inoltre un approfondimento su come coinvolgere i genitori, che è una novità, speriamo molto gradita”.
Questo laboratorio, che si colloca all’interno delle attività del Tavolo dei Presidenti dei Consigli d’Istituto fiorentini, si svolge grazie al patrocinio dell’ISIS Russell Newton.

Altro due momenti di formazione sono stati organizzati in collaborazione con l’A.Ge. Riotorto (LI):
Corso per rappresentanti di classe: venerdì 24 gennaio 2014 dalle 21,00 alle 22,30 presso la Saletta Quartiere Riotorto in via De Amicis a Riotorto;

Laboratorio per rappresentanti di circolo e d’istituto “Organi collegiali e Partecipazione dei genitori”: sabato 25 gennaio 2014 dalle 9,00 alle 12,30 presso il Circolo Ricreativo Ass. Pubblica Assistenza in  Via delle Scuole 15 a Riotorto.

“L’A.Ge. Riotorto è un’associazione di recente fondazione, ma che ha all’attivo già numerose iniziative a sostegno delle scuole, quali la realizzazione del Mercatino di Natale, i Giochi natalizi al Palazzetto dello sport e iniziative di  animazione per bambini –dichiara la neo-Presidente Deborah Raspanti- Dopo l’incontro sul tema della partecipazione dei genitori nella scuola,  tenuto da Rita Manzani di Goro, sono previsti a breve ulteriori incontri a sostegno della funzione genitoriale sul tema del “Pronto soccorso pediatrico”, in collaborazione con l’Associazione Pubblica Assistenza Riotorto e tante iniziative di animazione sociale per la primavera 2014”.

Tutti gli incontri sono a partecipazione libera e gratuita. Per predisporre i materiali necessari allo svolgimento dei laboratori, è richiesta la registrazione su http:// bit.ly/ HJgRCJ (N.B. occorre togliere gli spazi).
I partecipanti avranno la possibilità di acquistare la nuova edizione del manuale “Come rappresentare i genitori …e vivere felici” Ed. Bignami.

Dirigenti a tempo indeterminato garanzia per i cittadini

Rembado a Renzi: dirigenti a tempo indeterminato garanzia per i cittadini

«Sulla dichiarazione rilasciata da Matteo Renzi vogliamo fare una doverosa precisazione. Su 165mila dirigenti delle Pubbliche Amministrazioni la grande maggioranza entra in carica per concorso. Solo qualche centinaia di dirigenti, infatti, è assunto per nomina diretta e si tratta quasi esclusivamente di dirigenti di Ministeri, Enti locali e Regioni. Inoltre è importante sottolineare come un dirigente assunto a tempo determinato possa essere maggiormente soggetto ai condizionamenti del datore di lavoro politico e quindi instaurare con esso un rapporto fiduciario. Questo certo non costituirebbe la massima garanzia per il cittadino. Ricordiamo, infatti, che la figura del dirigente pubblico rappresenta una figura di garanzia secondo il principio di imparzialità sancito dalla Costituzione. Infine, siamo assolutamente convinti che il “corso – concorso” sia lo strumento che consente di selezionare le persone più preparate per un determinato ruolo e garantirne un’adeguata formazione»
Giorgio Rembado

Nominati i componenti del Comitato di esperti per la politica della ricerca (Cepr)

Nominati i componenti del Comitato di esperti per la politica della ricerca (Cepr)

Su proposta del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, sono stati designati i componenti del Comitato di esperti per la politica della ricerca (Cepr). Si tratta di:

  • Roberto Battiston, Professore ordinario di Fisica Sperimentale, Università di Trento;
  • Oliana Carnevali, Professore ordinario di Anatomia Comparata e Citologia, Università Politecnica delle Marche;
  • Luciano Modica, già Professore ordinario di Analisi Matematica, Università di Pisa;
  • Micaela Morelli, Professore ordinario di Farmacologia, Università di Cagliari;
  • Andrea Carlo Moro, Professore Ordinario di Linguistica, Scuola Superiore Universitaria ad Ordinamento Speciale Iuss di Pavia;
  • Gustavo Piga, Professore ordinario di Economia Politica, Università degli Studi di Roma Tor Vergata;
  • Filippomaria Pontani, Professore associato di Filologia Classica, Università Ca’ Foscari di Venezia;
  • Aldo Sandulli, Professore ordinario di Diritto Amministrativo, Università Suor Orsola Benincasa di Napoli;
  • Maria Gabriella Signorini, Professore associato di Bioingegneria Elettronica e Informatica, Politecnico di Milano.

Il Cepr è presieduto dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

Wireless, 1.554 scuole beneficeranno dei 15 milioni stanziati dal decreto ‘L’Istruzione riparte’

Wireless, 1.554 scuole beneficeranno dei 15 milioni stanziati dal decreto ‘L’Istruzione riparte’

Sono 1.554 le scuole che beneficeranno dei 15 milioni stanziati dal decreto ‘L’Istruzione riparte’ (5 milioni per il 2013 e 10 milioni per il 2014) per il wireless. I fondi serviranno per realizzare o ampliare infrastrutture di rete con l’obiettivo principale di incrementare l’uso di contenuti digitali in aula da parte degli insegnanti e degli studenti.

Il bando per l’accesso agli stanziamenti prevedeva tre tipologie di progetto finanziabili: ampliamento dei punti di accesso alla rete WiFi, potenziamento del cablaggio fisico, realizzazione o adeguamento dell’infrastruttura di rete (Lan/Wlan) di edificio o campus.
La priorità nell’erogazione dei fondi è stata data, come previsto dal decreto ministeriale che spiegava le modalità di accesso, alle scuole secondarie di II grado che hanno presentato in tutto 2.074 progetti di cui 1.554 risultati idonei al finanziamento. Sul sito del Miur, www.istruzione.it, sono disponibili le graduatorie finali dei progetti approvati. Nel dettaglio, sono 620 i progetti finanziati con i fondi 2013 e 934 quelli finanziati con i fondi disponibili sul 2014.

Sempre sul sito del Miur è disponibile anche la graduatoria definitiva dei ‘Poli formativi’ destinatari dei 600.000 euro messi a bando, nell’ambito dei fondi per  l’ampliamento dell’offerta formativa, per implementare le competenze digitali degli insegnanti.

Autismo, arriva il master per le tecniche comportamentali

Autismo, arriva il master per le tecniche comportamentali

Tante novità per il master in “Tecniche comportamentali per bambini con autismo e disturbi evolutivi globali”, dell’università di Modena e Reggio Emilia. Hanau: “Occorre personale specializzato per la gestione e l’autonomia dei bambini”

da Redattore Sociale
09 gennaio 2014 – 16:35

REGGIO EMILIA – Sono tante le novità che caratterizzano il nuovo ciclo del corso di perfezionamento in “Tecniche comportamentali per bambini con autismo e disturbi evolutivi globali”, promosso dal Dipartimento di Educazione e Scienze Umane dell’università di Modena e Reggio Emilia. Ha formato più di 1.500 persone e oggi conta più di 350 iscritti ma per partecipare c’è tempo fino al 14 gennaio. Prima grande modifica è lo sdoppiamento nel corso che diventa anche master post laurea. Entrambi si rivolgono a tutti coloro che si occupano di bambini e ragazzi autistici. Insegnanti, educatori e operatori a raccolta dunque, per acquisire le competenze metodologiche relative all’approccio psicologico e pedagogico più adatte. A tenere le lezioni, che si svolgeranno presso l’università di Reggio Emilia, Carlo Hanau, direttore del corso. “È utile che una cultura su come approcciarsi ai bambini affetti da autismo si diffonda soprattutto per far sì che i bambini possano acquisire maggiore autonomia – spiega Hanau – Occorre che le persone, genitori compresi, siano specializzati”. Il corso mira a diffondere l’Aba (Applied behavior analysis, in italiano analisi comportamentale applicata) e le sue strategie. “Nonostante sia stato un metodo molto discusso perché si diceva che privava i bambini dell’intenzionalità è stato riconosciuto dall’Istituto superiore della Sanità e dona autonomia ai bambini”.

In Italia il rapporto delle persone affette da autismo è di 1 su 1.000 (con un rapporto di 1 femmina ogni 4 maschi) ed è una patologia che colpisce molte famiglie. È anche per questo che un’altra novità è la formazione a distanza. Infatti, per seguire le lezioni, non sarà necessario essere fisicamente presenti in aula ma si potranno vedere in diretta streaming su un portale dedicato. Ancora, per chi non potrà assistere neanche alla diretta, i video rimarranno on line per tre mesi, materiale didattico allegato compreso. Inoltre per tutti i genitori o altre figure interessate al corso ma non al titolo, sarà possibile assistere alle lezioni in modo gratuito facendo richiesta delle credenziali per accedere ai video.

Ultima ma non meno importante novità è la collaborazione con il Comune di San Lazzaro. Negli ultimi anni infatti l’amministrazione ha investito oltre 700 mila euro l’anno per l’accoglienza nelle scuole dei ragazzi affetti da autismo (poco più di 20 in tutto il comune). “Questo corso – spiega il vice sindaco e assessore alla Qualità educativa Giorgio Archetti – è un’ulteriore opportunità per proseguire quanto il Comune sta facendo da anni su questi temi. Garantire il sostegno nelle scuole a 23 bambini autistici è un impegno economico fortemente voluto e sostenuto con convinzione, a testimonianza del fatto che l’amministrazione è attenta ai bisogni della comunità, soprattutto delle comunità più fragili”. È così che la Sala del Consiglio Comunale si munirà di telo e videoproiettore e diventerà, per due giorni a settimana fino a maggio, un’aula didattica per la formazione a distanza sull’autismo. (irene leonardi)

Proclamazione dello stato di agitazione di tutto il personale della scuola

Prot. n. 08/2014 DP/sm
Roma, 9 gennaio 2014

Al Gabinetto del Ministro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca
Ufficio Relazioni Sindacali

Al Capo di Gabinetto del Dipartimento della Funzione Pubblica
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Ufficio Relazioni Sindacali

Oggetto: proclamazione dello stato di agitazione di tutto il personale della scuola e richiesta di esperimento della procedura di conciliazione

La FLC CGIL, ai sensi dell’articolo 2, della Legge n. 146 del 12 giugno 1990 come modificata dalla Legge n. 83/2000, proclama lo stato di agitazione di tutto il personale della scuola. I temi e le rivendicazioni alla base dello stato di agitazione sono:

  1. blocco definitivo del provvedimento che impone la restituzione delle somme giustamente percepite dal personale Docente e ATA relativamente alle progressioni economiche dell’annualità 2012;
  2. ripristino degli scatti di anzianità 2013 bloccati dal DPR 122/2013;
  3. apertura del rinnovo del contratto nazionale di lavoro, bloccato anche per il 2014 dal DPR 122/2013, per la parte economica e normativa;
  4. ripristino delle somme sottratte al Fondo dell’istituzione scolastica (FIS) per pagare gli scatti di anzianità dell’annualità 2011 e copertura degli stessi con risorse da reperire nell’ambito dei risparmi per otto miliardi realizzati con i tagli Tremonti/Gelmini;
  5. esclusione di qualsiasi futura operazione di blocco delle progressioni economiche e di taglio al FIS;
  6. rispetto del CCNL Scuola con riferimento al pagamento delle posizioni economiche del personale ATA;
  7. ripristino dell’integrità dei compensi per lo svolgimento delle funzioni superiori svolte da assistenti amministrativi e docenti in sostituzione di DS e DSGA;
  8. apertura della sessione negoziale per il compenso per i DSGA che “reggono due scuole”;
  9. 9. sblocco dei contratti integrativi regionali 2012/13 per la retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti scolastici, nel rispetto della quantificazione del fondo nazionale definita dal MIUR a dicembre del 2012.

Si richiede, pertanto, l’esperimento della procedura conciliativa prevista dalla citata Legge. In attesa di riscontro porgiamo cordiali saluti.

Il Segretario generale FLC CGIL
Domenico Pantaleo

Basta interventi unilaterali sulle retribuzioni

L’Anp dice basta agli interventi unilaterali sulle retribuzioni

E’ appena di ieri il pasticcio sui 150 euro mensili, prima pretesi e poi “condonati” ai docenti. E mentre scriviamo non si sa ancora da dove saranno prelevate le risorse per evitare quel recupero. Se, come sembra, si metterà mano ancora una volta al MOF, di fatto questo risulterà azzerato.

E’ l’ennesima riprova della disinvoltura ed anche dell’arroganza con cui ormai il Ministero dell’Economia si muove rispetto alla retribuzione dei lavoratori della scuola: come se si trattasse di un’elargizione sovrana e non di somme contrattate sulla base di accordi bilaterali.

Non si tratta di casi sporadici o isolati. Da oltre sei mesi è aperta per i dirigenti scolastici una vertenza per certi versi simile a quella che riguarda docenti ed ATA. L’Ufficio Centrale di Bilancio (emanazione del MEF presso il MIUR) pretende unilateralmente di applicare al Fondo Unico Nazionale per la retribuzione di posizione e di risultato una modalità di calcolo non prevista da alcuna norma di legge, ma che risulta più penalizzante per la categoria di quella concordata al tavolo contrattuale, con la firma anche del MIUR. La conseguenza è che, se tale posizione sarà imposta con atto datoriale, i dirigenti scolastici rischiano di rimetterci oltre duemila euro annui a testa. Né va dimenticato che, in Sardegna ed in Campania, in esito ad analoghe precedenti vicende, recuperi erariali molto più pesanti sono già in atto da tempo.

L’Anp dice basta a queste prassi illegali e violente. E’ tempo di ricordare con chiarezza e con tutta la forza necessaria che i contratti hanno valore di norma e che non possono essere stracciati a piacimento di una delle parti. Nel caso specifico, poi, si vorrebbe sapere chi sia il “datore di lavoro” cui fare riferimento, visto che i contratti integrativi nazionali e regionali vengono firmati con uffici del MIUR, ma è poi il MEF che decide se ed in quale misura dar loro applicazione. Se siamo diventati dipendenti del MEF gradiremmo saperlo: almeno forse entreremmo a parte dei numerosi (ed intoccabili) privilegi di cui essi hanno finora goduto. Ma fino a quando siamo dipendenti di un Ministero meno fortunato economicamente, chiediamo che i patti che firmiamo con il nostro datore di lavoro vincolino anche l’Amministrazione dello Stato nel suo insieme.

Siamo stanchi di reiterare rimostranze verbali e passi istituzionali, come finora abbiamo fatto per senso di responsabilità e nella convinzione di essere anche noi rappresentanti dello Stato sul territorio. Se i patti sono pezzi di carta, non lo sono per una parte sola: e, se vi saremo costretti, siamo pronti a trarne tutte le conseguenze.

Scuola di legalità fiscale

Scuola di legalità fiscale

Rinnovato l’accordo Agenzia delle Entrate – Ufficio Scolastico Regionale

 

Sensibilizzare i giovani sui principi fondamentali della legalità fiscale e diffondere la cultura contributiva, intesa come educazione alla concreta partecipazione dei cittadini alla realizzazione e al funzionamento dei servizi  pubblici, sono gli obiettivi del protocollo di intesa firmato oggi dal Direttore regionale dell’Agenzia delle Entrate, Pierluigi Merletti, e dal Vice-Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, Stefano Versari.

 

L’accordo, che segue quello nazionale del 15 ottobre 2013 tra Agenzia delle Entrate e

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, rinnova la precedente intesa

(anni 2011-2013) e prevede incontri tra funzionari dell’Amministrazione Finanziaria,

anche con il contributo di Equitalia, docenti e studenti, visite guidate negli Uffici

dell’Agenzia, predisposizione e divulgazione di materiale didattico.

 

La collaborazione tra i due Enti ha già visto la realizzazione nelle province dell’Emilia-Romagna di numerose iniziative che hanno coinvolto scuole di ogni ordine e grado: solo nel 2013 in regione hanno partecipato al progetto quasi 150 classi, per un totale di circa 3000 studenti di età compresa tra i 7 e i 20 anni.

PRECARI SENZA STIPENDIO DA DUE MESI: “COLPITI ANCORA I PIU’ DEBOLI”

PRECARI SENZA STIPENDIO DA DUE MESI, GILDA CONTRO MEF: “COLPITI ANCORA I PIU’ DEBOLI”

Supplenti precari senza stipendio da due mesi. A denunciarlo è la Gilda degli Insegnanti che spiega come i docenti non di ruolo debbano ancora percepire le retribuzioni di novembre e dicembre. “Prima della pausa natalizia, il Miur ha concluso tutte le operazioni necessarie per i pagamenti e ha comunicato alle scuole la disponibilità dei fondi, così da poter liquidare subito gli stipendi. Ma tutto si è bloccato – afferma la Gilda – perché NoiPa, il sistema informatico del Mef per i pagamenti delle scuole, risulta inaccessibile. Sorge il dubbio che questo blocco sia legato alla questione degli scatti e dei famigerati 150 euro che potrebbe aver assorbito tutte le attenzioni di via XX Settembre, inducendo il dicastero di Saccomanni a trascurare gli stipendi dei supplenti precari, circa 130mila in tutta Italia. Dopo la beffa delle ferie non pagate – commenta la Gilda – ancora una volta vengono colpiti i più deboli”.

La Gilda punta l’indice anche contro lo stop del Mef alla richiesta inviata da viale Trastevere, e ancora disattesa, per l’assunzione degli oltre 4400 docenti di sostegno stabilita dal ministro Carrozza come anticipo per l’anno scolastico 2013/2014 del piano triennale di stabilizzazioni.

SCATTI 2012: “OK ANNUNCIO LETTA MA NON RESTINO SOLO PAROLE”

SCATTI 2012, GILDA: “OK ANNUNCIO LETTA MA NON RESTINO SOLO PAROLE”

“Accogliamo con soddisfazione il dietrofront dichiarato dal Governo ma adesso aspettiamo che all’annuncio politico seguano atti giuridici rilevanti”. Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta con cauto ottimismo l’esito del vertice avvenuto a Palazzo Chigi tra il premier Letta e i ministri Carrozza e Saccomanni in merito alla restituzione dei 150 euro percepiti nel 2013 derivanti dalla questione del blocco degli scatti.

Poco prima dell’intervento del presidente del Consiglio, la Gilda ha comunque avviato la procedura di conciliazione proprio in merito al recupero delle progressioni di carriera relative al 2012.

Referendum disatteso: ora ci ripensino

Corriere di Bologna 9/01/14

Referendum disatteso: ora ci ripensino
“Il voto del consiglio comunale, che ha confermato i finanziamenti pubblici alle scuole private, è una ferita che deve essere sanata”

Lo scorso 26 maggio 86.000 cittadini bolognesi si sono recati alle urne, collocate spesso in luoghi impossibili, per esercitare il proprio diritto di partecipazione alle scelte dell’amministrazione attraverso un referendum comunale.
Il 59% di questi ha espresso in modo inequivocabile il proprio parere sull’uso  delle risorse pubbliche in campo scolastico, votando affinché il milione di euro destinato ogni anno alle scuole dell’infanzia paritarie a gestione privata, che sono confessionali e a pagamento, venisse impiegato per garantire l’accesso  alle scuole comunali o statali, gratuite e laiche, spesso negato per mancanza di posti disponibili.
E’ stata una grande esperienza di partecipazione e democrazia. Nonostante ciò i gruppi consiliari  PD, PDL, Lega e Centro Democratico  hanno votato il 29 luglio un odg che conferma i finanziamenti alle scuole private, svuotando il significato del referendum e disconoscendo la volontà dei cittadini. Il voto del Consiglio è una ferita che deve essere sanata per vari motivi.
La prima ferita è quella alla democrazia,  perché non si può disconoscere impunemente la volontà  dei cittadini, quando questa è difforme dall’orientamento del ceto politico, e poi lamentare che questi si allontanino dagli stessi  partiti e dagli strumenti  fondamentali della democrazia.  Basti pensare che il numero dei partecipanti alle primarie del PD dell’8 dicembre è stato solo di 42.000 cioè meno della metà dei votanti al referendum,  eppure le primarie sono state valutate come un grande esercizio democratico.  E non si può non vedere che le manifestazioni che si sono svolte in tutta Italia e anche a Bologna invitando a gran voce la classe dirigente del paese al “tutti a casa” sono in realtà una conseguenza preoccupante dell’idea della classe dirigente che  sia sufficiente il voto ogni 5 anni per governare democraticamente una società. Ma la previsione costituzionale di momenti di democrazia diretta tramite i referendum non è un accidente. Anzi, proprio in momenti di debolezza della politica istituzionale è sempre più importante il ricorso alla volontà diretta degli elettori.
La seconda ferita è stata subita dalla scuola pubblica, da anni abbandonata, diffamata e privata sempre più delle risorse indispensabili per garantire il diritto universale ad un’istruzione di qualità.
I cittadini bolognesi e in particolare quelli delle zone più popolari dove la crisi sta mordendo con più forza hanno capito perfettamente che il sostegno alle scuole private apre un’autostrada al disimpegno pubblico e tende a scaricare su di loro i costi scolastici, trasformando un diritto costituzionale in un servizio a pagamento,   accentuando in tal modo le diseguaglianze fra i cittadini e il disagio economico e sociale di un numero crescente di famiglie.  Non è un caso che le percentuali più alte (fino al 76.4%) di voto a favore dell’ipotesi A siano venute dai seggi dei quartieri Navile, San Donato e Reno.
La terza ferita riguarda la credibilità delle istituzioni che, a partire dal Sindaco, avevano affermato, prima e dopo il referendum, di voler istituire tavoli di confronto sulla questione della scuola dell’infanzia di cui non si è avuta più alcuna notizia da allora.
L’esito del referendum e la sconfitta dei tanti sostenitori del finanziamento pubblico alle scuole private ha prodotto un fenomeno di rimozione preoccupante. Sta per iniziare un nuovo anno e non è accettabile che si continui così. Noi speriamo che il 2014 porti a un ravvedimento della nostra classe dirigente e che venga sanata questa ferita alla tradizione democratica della nostra città.

Bruno Moretto, Giorgio Tassinari, Comitato art. 33 promotore del referendum

SCATTI RUBATI

SCATTI RUBATI:
SCIPPANO IL FONDO D’ISTITUTO PER NON SCIVOLARE SU QUELLO DELLA BUSTA PAGA

Per evitare la generale sollevazione della scuola, ed in particolare di quei 90 mila docenti ed ata ai quali sarebbero stati prelevati di forza 150 euro al mese, il governo Letta riduce ulteriormente il fondo a disposizione delle scuole per gli straordinari ed il miglioramento dell’offerta formativa.
La storia.
Con l’accordo di CISL, UIL, SNALS-CONFSAL ed UGL, il governo Berlusconi ‘congelò’ gli scatti d’anzianità della scuola per il 2011 ed il 2012. Monti, in accordo con le stesse sigle ‘sindacali’ estese confermò il blocco. Per ‘restituire’ gli scatti 2011, l’anno passato vennero già tagliati 340 milioni di euro del fondo a disposizione delle scuole: di fatto, toglievano fondi destinati alla categoria per restituire ciò che alla categoria spettava comunque, ancora grazie ad un accordo ‘sindacale’ mettevano soldi in una tasca togliendola dall’altra…
Così fanno anche oggi: gli scatti 2012 versati a suo tempo dal Tesoro a 90 mila lavoratori della scuola prima che venisse confermato il blocco anche per quell’anno (e che Saccomanni intendeva riprendersi indietro) vengono appunto prelevati dal fondo di istituto e non potranno venire pagati i progetti di didattica svolti dai docenti (ai quali si richiede quindi di operare ‘gratis et amore dei’), né potranno essere retribuite le ore di straordinario del personale ata.
Tutto ciò determinerà una riduzione pesante della contrattazione di istituto (su che si ‘contatta’?).
Al tempo stesso verrà fatto gravare sulle famiglie e sugli studenti l’onere dell’acquisto dei più elementari strumenti per il funzionamento della scuola: da gessi, lavagne, toner, assistenza tecnica e telematica, sino a scottex e carta igienica, saranno a carico di quell’eufemistico ‘contributo volontario’ che i genitori degli alunni sono indotti a pagare da molti anni q questa parte. Una vera vergogna per la scuola pubblica italiana, che vede già da 30 anni ridursi progressivamente lo stanziamento percentuale sul Pil per istruzione, università e ricerca (ben sotto la media UE) e che retribuisce gli insegnanti peggio della Grecia e di tutto il resto d’Europa.
Non male per un primo ministro che si appresta a varare una ‘convention’ per la scuola e che parla di istruzione solo per bocca della gentile consorte (ministro ombra?), la quale non ha saputo dire di meglio che occorrerebbe ridurre i Licei a 4 anni per risparmiare un miliardo e 300 milioni di euro! Se la scuola (e la nostra tradizione didattica) sono un peso per costoro, che avessero almeno il coraggio di dirlo chiaramente… Per quanto ci riguarda, l’Unicobas ha già proclamato lo stato di agitazione ed esorta docenti ed ata a ritirare tutti i progetti e la disponibilità per orari aggiuntivi. È tempo di una grande lotta unitaria con genitori e studenti, contro la quotidiana violazione del diritto allo studio, perché per ‘risparmiare’ si dividono le classi invece di nominare supplenti, si aumenta il numero strutturale del numero di alunni, si tagliano gli ultimi spiccioli rimasti e si vuole privatizzare di fatto la scuola con l’eliminazione degli ultimi spazi di democrazia residui: gli organi collegiali, i consigli di istituto ed i collegi dei docenti, così come pretende la Carrozza con la delega richiesta al governo in materia.

Stefano d’Errico
(Segretario nazionale dell’Unicobas Scuola)

Scuola, “Resta il prelievo su stipendi dei non docenti”. Carrozza: “Risolveremo”

da Il Fatto Quotidiano

Scuola, “Resta il prelievo su stipendi dei non docenti”. Carrozza: “Risolveremo”

La denuncia di Cgil, Cisl e Uil riguarda la restituzione degli scatti di anzianità da parte del comparto scuola: “La marcia indietro per gli insegnanti, tralascia i 50 milioni che comunque dovranno essere restituiti dal personale Ata”. In dubbio l’efficacia della soluzione: “I soldi dovranno essere prelevati dal fondo per il miglioramento dell’offerta formativa e a risentirne sarà ancora una volta l’istruzione”

di Redazione Il Fatto Quotidiano

Salvi gli insegnanti, ma nessuno ha pensato ai bidelli. La marcia indietro del governo sulla restituzione degli scatti di anzianità da parte di insegnanti e personale Ata inizialmente prevista a partire da gennaio 2014 lascia sul tavolo nodi irrisolti, a partire dai soldi relativi alle posizioni economiche del personale Ata, pari a circa 50 milioni, che comunque dovranno, allo stato attuale, essere restituiti. “Si tratta delle posizioni economiche del personale non docente, per una cifra che ammonta a 50 milioni di euro – spiega Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil – e che riguarda tutte le prestazioni degli amministrativi che prevedono una maggiorazione economica, così come previsto dal contratto: siccome c’è stato il blocco degli stipendi e questi compensi si configurano come aumento degli stessi, allo stato attuale delle cose, dovranno essere restituiti”. Una preoccupazione subito respinta dal ministro all’Istruzione Maria Chiara Carrozza che, intervistata dal Tg1 ha dichiarato: “Stiamo lavorando sia sul personale Ata che sugli insegnanti proprio in queste ore. Fino a pochi minuti fa eravamo insieme, staff del Miur e del Mef, per lavorare su questi temi. La crisi è superata, i lavoratori del comparto scuolo possono stare tranquilli, ora dobbiamo lavorare sul futuro“.

A solidarizzare con i sindacati sono Sinistra ecologia e libertà e il Movimento 5 Stelle. “Siamo molto preoccupati”, ha detto il deputato grillino Luigi Gallo, “abbiamo chiesto spiegazioni al ministero che ha detto che si tratta di un errore di comunicazione di Palazzo Chigi. Dicono che a dover restituire i soldi non saranno neppure bidelli e personale non docente in generale. Ma verificheremo la correttezza delle affermazioni”. Così Giancarlo Giordano di Sel: “Il Ministro Carrozza sbatta i pugni sul tavolo e dia sicurezza al comparto scuola, ai suoi docenti e al suo personale non docente. Non è assolutamente accettabile che il mondo della scuola, in sofferenza da tanto tempo per politiche sbagliate e dannose che invece di risolvere i problemi ne hanno creati di nuovi, sia ogni giorno sottoposto a fibrillazioni continue. Basta giocare sulla pelle della scuola italiana e dei suoi lavoratori”.

Oltre alla richiesta di riconoscimento delle posizioni economiche del personale Ata “senza alcuna restituzione di soldi”, la Cgil mette sul tavolo altre tre questioni. “Chiediamo che vengano ripristinati gli scatti 2012-2013 e il pagamento delle ferie ai supplenti”, aggiunge Pantaleo. “Se non ci sarà disponibilità del governo a trovare soluzioni strutturali, siamo pronti allo sciopero”. “La soluzione trovata attualmente dal governo – spiega infatti il sindacalista – prevede che il Miur dovrà trovare le risorse mancanti e per farlo l’unico modo sarà ritoccare i fondi del Mof, già tagliati abbondantemente. Noi ci opponiamo a questa soluzione. La politica dovrebbe intervenire, perchè così si rischia di peggiorare la qualità formativa e di indebolire la stessa autonomia scolastica. Il governo deve trovare i fondi per garantire gli scatti disciplinati e garantiti dal contratto nazionale, e da questo punto di vista c’è stata dunque un’incursione sui meccanismi dei contratti in essere”.

“Noi impugneremo questo provvedimento perché – ha affermato il segretario generale della Cisl scuola, Francesco Scrima – è ingiusto, iniquo e offensivo. Riguarda il personale Ata, personale che ha delle retribuzioni tali che gridano vendetta al cielo!”. La circolare del ministero prevede il prelievo degli aumenti contrattuali legati alla professionalità (incentivi che vanno da un minimo di 600 a un massimo di 1.800 euro annui che si tra traducono mensilmente in una cifra che va dai 50 ai 150 euro). Potrebbero essere 8mila le persone coinvolte. La Uil scuola ha già inviato una lettera al ministro Carrozza nella quale viene sollecitato il ritiro del provvedimento. “Va evitato – dice – un altro pasticcio”.

Pasticcio scatti 2013, interviene Letta Non ci sarà nessun prelievo in busta paga

da Corriere della Sera

Stipendi degli insegnanti

Pasticcio  scatti 2013, interviene Letta Non ci sarà   nessun prelievo in busta paga

Il ministero dell’Economia  chiedeva  la restituzione dei soldi in più già percepiti.  Levata di scudi dei sindacati,  scontro Carrozza-Saccomanni

Valentina Santarpia

Il prelievo dei soldi già percepiti dalle buste paga degli insegnanti diventa un caso politico. Mentre il governo è al lavoro per rimediare al «pasticcio» degli scatti di anzianità erogati  erroneamente nel 2013,  è scaricabarile tra il titolare dell’Economia Maurizio Saccomanni e il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza. «C’è stato un problema di comunicazione – dice Saccomanni- Il ministero dell’Economia è un mero esecutore. Aspettavamo istruzioni che non ci sono pervenute». In un comunicato ufficiale, il Mef precisa   di aver informato il Miur il 9 dicembre scorso, quindi un mese fa, che avrebbe proceduto al calcolo e al recupero delle somme relative agli scatti, dando al Miur il tempo necessario a formulare diverse istruzioni. Istruzioni che però non sono mai  arrivate, stando al ministero delle Finanze: motivo per cui «le strutture operative del Mef hanno proceduto secondo le informazioni disponibili e come disposto dalla legge in vigore». La Carrozza per ora chiosa, e parla  di «impicci burocratici amministrativi» che possono, come in questo caso, portare ad un «pasticcio» senza che «i  ministri e il governo ne sappiano niente»: «Tra Natale e Capodanno sono stati presi questi provvedimenti per inerzia amministrativa senza comunicare ai ministri competenti cosa stava avvenendo», ha spiegato il ministro. Chiarendo di non avercela con Saccomanni: interpellata sull’eventualità di dimissioni del ministro,  chiarisce: «Non condivido quest’impostazione: Saccomanni è al lavoro, non ha preso un minuto di vacanza». Intanto il presidente del Consiglio, Enrico Letta, garantisce: «Gli insegnanti non dovranno restituire i 150 euro percepiti nel 2013 derivanti dalla questione del blocco degli scatti». Ma la «figuraccia» politica, per dirla con le parole di Matteo Renzi, resta: «Il governo ci ha messo una pezza. Era già accaduto con le slot machines, con gli affitti d’oro, con le polemiche dell’Anci- dice Matteo Renzi – dobbiamo trovare un diverso modo di lavorare insieme, Basta figuracce gratis».

PRELIEVO IN BUSTA PAGA – Centocinquanta euro in meno al mese nella busta paga, fino alla restituzione dei soldi percepiti in più nel 2013. E’ questa la stangata che stava per abbattersi sugli insegnanti italiani, che per effetto del Dpr 122/2013, emanato a settembre e d entrato in vigore il 9 novembre, si sono visti bloccare sia il rinnovo del contratto collettivo di lavoro  che gli scatti stipendiali.  Al punto che il ministero dell’Economia era  stato costretto, con una nota del 27   dicembre, a richiedere indietro i soldi a chi ha già percepito l’aumento dello stipendio per effetto dello scatto. Una richiesta che ha sollevato le polemiche di tutti i sindacati della scuola, e che è stata contestata anche dal ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza, che  martedì su Twitter ha annunciato: «Ho chiesto al ministro Saccomanni di sospendere la procedura di recupero degli scatti stipendiali per il 2013». Pronta la replica del ministero dell’Economia : «Non dipende dal Tesoro, è un atto dovuto. Se il Miur riesce a trovare dei risparmi nell’ambito del suo dicastero per derogare al blocco degli scatti, il governo a quel punto potrà erogare gli scatti».  Ed è questa la soluzione attorno a cui si sta lavorando in queste ore, per evitare che nel cedolino di gennaio  45mila tra insegnanti e ausiliari si ritrovino  il recupero dei soldi percepiti in più.

I SINDACATI – I primi a sollevare la protesta erano stati i sindacati, minacciando lo sciopero generale. «Mi sembra una decisione inevitabile perché non era assolutamente comprensibile la scelta di chiedere ai lavoratori della scuola una restituzione», commenta ora Susanna Camusso, segretario generale della Cgil. «Sciatteria di Saccomanni o polpetta avvelenata?», si chiede Raffaele Bonanni (Cisl). «Accogliamo con soddisfazione il dietrofront dichiarato dal governo ma adesso aspettiamo che all’annuncio politico seguano atti giuridici rilevanti», sottolinea Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti. E Massimo Di Menna(Uil) avverte: «Controlleremo che non ci siano sorprese».