S. Tau, Carbonara in divisa

La storia di una comunità municipale attraverso i suoi militi e le loro storie

di Carlo De Nitti

Non occorre scomodare la celeberrima lirica di Bertoldt Brecht (1898 – 1956), Domande di un lettore operaio, che tematizza l’assenza delle masse dalla ricerca storica e neppure la scuola storica francese nata intorno alla rivista fondata nel 1929 Annales d’histoire économique et sociale – da Marc Bloch e Lucien Fèbvre in poi – per rimarcare l’importanza della ricostruzione delle storie delle comunità locali, la storia che va a scavare nel quotidiano delle vite degli uomini, delle donne, dei bambini, delle abitudini, delle mentalità, contrapposta alla storiografia tradizionale, quella dell’histoire événementielle.

La storia locale è quel luogo in cui si verifica – e può essere inverata o smentita – la storia che si studia a scuola sui manuali, quella politica, economica, religiosa che, di solito, ha per protagonisti i personaggi importanti oppure le élites. La storia locale quella che hanno vissuto i nostri padri e le nostre madri, i nostri nonni e le nostre nonne, ma anche noi attraverso i loro racconti, i loro aneddoti di vicende storiche vissute.

Anche noi, contemporanei, abbiamo vissuto e viviamo momenti storici che si trovano/troveranno sui libri: chi scrive queste righe aveva diciassette anni quando è stato la stagione del terrorismo raggiunse il suo picco con l’uccisione dell’on. Aldo Moro, ne aveva ventinove quando è caduto, dopo ventisette anni dalla sua costruzione, il muro di Berlino.

Ancora una volta, l’appassionato ricercatore di storia locale Salvatore Tau regala ai suoi concittadini – ed a tutti i lettori che si trovano extra moenia –  un volume che lumeggia la storia del suo paese (oggi parte del Municipio 4 di Bari): Carbonara in divisa in tempo di guerra e di pace, recentemente pubblicato dall’Associazione Culturale “Le Tre Lanterne”, presso le edizioni Joyprint.

Dopo aver ricostruito, in tre diversi volumi, la storia della scuola elementare “Armando Diaz” di Carbonara, la storia di Carbonara dall’anno mille al 1927, la storia delle famiglie carbonaresi illustri, Salvatore Tau ha indagato con inesausta ed acribica passione sui militi carbonaresi dall’istituzione della Guardia Nazionale nel periodo dal 1848 al 1861, fino alla seconda guerra mondiale con un unico, nobile, scopo: la divulgazione presso i propri concittadini della storia della comunità cui appartengono. “Conoscere ancora meglio il nostro territorio attraverso la vita dei suoi soggetti principali: quelli che una volta erano i carbonaresi” (p. 8). La ricerca è stata svolta in Archivi – quello di Stato ma anche privati –, nel cimitero monumentale di Carbonara e nei monumenti ai caduti.

I risultati sono certamente degni di nota per la ricchezza di informazioni e di materiale iconografico raccolto e pubblicato in questo volume a cominciare dalle stampe d’epoca per le immagini della metà del XIX secolo. All’inizio dello Stato italiano unitario, Carbonara contava poco più di cinquemila abitanti, quindi, prima della coscrizione obbligatoria, “sorteggiava solo due giovani” (p. 22) che avrebbero servito la patria con la divisa della Guardia Nazionale: notoriamente, la coscrizione obbligatoria fu introdotta nel 1862 e riformata dal 1876. Che la pratica del sorteggio fosse quella utilizzata per individuare i coscritti lo si apprende anche leggendo il primo grande romanzo scritto nello Stato italiano unitario, I Malavoglia di Giovanni Verga (1840 – 1922), in cui i due primi nipoti maschi del patriarca – ‘Ntoni e Luca – svolgono il servizio militare nella Regia Marina (per cinque anni): Luca, infatti, muore nella battaglia di Lissa (III guerra di indipendenza, 1866). La pugliese Carbonara non doveva essere molto diversa dalla siciliana Trezza…

Degli anni del primo conflitto mondiale, naturalmente è serbata la memoria collettiva mediante il Monumento ai Caduti che fu edificato in piazza Umberto I, nel 1928, ad opera dell’architetto barese Gaetano Civera e dello scultore rutiglianese Vitantonio De Bellis (cfr. p. 27).

I due conflitti mondiali sono le due fondamentali tappe ulteriori di questo volume. Salvatore Tau, attraverso i documenti conservati presso l’Archivio di Stato di Bari e la collaborazione dei loro discendenti, ricostruisce storie di militari (di ogni grado), ne pubblica le relative fotografie, perpetuandone così la memoria. Tant’è che molto ricco – e di grande interesse – risulta essere l’ampio apparato iconografico che accompagna i testi, sebbene, riconosce lo stesso Tau, non ha potuto reperire tutte le immagini possibili. Guardando le foto dei Carbonaresi in divisa si può fare, parallelamente, la storia, sebbene incompleta, delle divise che i vari Corpi delle Forze Armate hanno indossato nelle diverse epoche storiche, ma anche la storia della tecnica fotografica con cui le foto sono state realizzate. Si spazia dalle fotografie di singoli

Arricchisce la documentazione archivistica, la narrazione di aneddoti di cui l’Autore del volume è stato portato a conoscenza o che sono di pubblico dominio.

Tra le figure tratteggiate con maggiori dettagli, alle pp. 148-149, quella del dott. Ottavio Tieri (1922 – 2002), amatissimo e stimatissimo medico di famiglia e filantropo,  nonché Presidente della Sezione di Carbonara dell’”Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia (si vedano le pp. 148 – 149). “Il dott. TIERI ha sempre concepito la professione medica come una ‘missione’ e, pertanto, non si è mai sottratto al compimento del suo dovere professionale andando oltre a quanto solitamente richiesto. Alle numerose istanze quotidiane di prestazione della sua professione presso il domicilio dei sofferenti, anche durante le ore notturne e in qualsiasi stagione dell’anno, ‘Don Ottavio’ accorreva senza indugio, in sella alla sua ‘amata’ bicicletta della gloriosa ditta ‘Bianchi’ di colore nero e con i freni a ‘bacchetta’. Inoltre, era solito comperare le medicine a proprie spese per donarle ai suoi assistiti che non potevano permettersele economicamente” (p. 148).  

E’ innegabile merito del IV Municipio – e della sua Presidente, la prof.ssa Grazia Albergo, di cui è ben nota la sensibilità culturale – e dell’associazione culturale “le Tre Lanterne”, che hanno supportato il diuturno lavoro alacre di Salvatore Tau sempre teso ad interrogare le vestigia del passato di Carbonara, affinchè i cittadini, di oggi e di domani, possano essere tali in modo sempre più attivo e consapevole. A tal fine è interessante ricordare una frase del George Orwell di 1984: “Solo chi è padrone del passato è padrone del futuro”.