Nota 31 marzo 2015, AOODGOSV 2700

Ministero dell’lstruzione dell’Università e della Ricerca
D.G. per gli Ordinamenti sco lastici e la Valutazione del S.N.I.

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Al Sovrintendente scolastico per la provincia
TRENTO
Al Direttore di IPRASE
ROVERETO
Al Sovrintendente scolastico per la lingua italiana
BOLZANO
All’Intendente scolastico per le scuole in lingua tedesca
BOLZANO
All’Intendente scolastico per le scuole delle località ladine
BOLZANO
Al Sovrintendente agli studi per la Regione autonoma Valle d’Aosta
AOSTA
e, p.c. Direzione Generale per il personale scolastico
Direzione Generale per le risorse umane e finanziarie
SEDE

Oggetto: Misure di accompagnamento delle Indicazioni nazionali 2012. Organizzazione del quarto seminario nazionale.

Si fa seguito alle pregresse note, con le quali è stata data notizia della organizzazione di tre seminari nazionali sulle misure di accompagnamento delle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, di cui al decreto ministeriale n. 254/2012.
In tali note, si precisava che erano pervenute diverse candidature in merito all’organizzazione di incontri di lavoro ad inviti, riservati a docenti e dirigenti provenienti dalle venti regioni italiane, durante i quali sarebbero state illustrate e discusse esperienze di ricerca e formazione di particolare interesse e rilievo.
Dopo i primi tre seminari nazionali, organizzati ad Abano Terme sul tema “Indicazioni per promuovere competenze”, a San Benedetto del Tronto sul tema “Indicazioni per promuovere curricoli verticali di storia”, a Bologna sul tema “Infanzia e oltre. Una buona partenza per una buona scuola”, l’IPRASE – Istituto Provinciale per la Ricerca e la Sperimentazione Educativa della Provincia autonoma di Trento organizzerà il quarto seminario nazionale a Rovereto (TN) nei giorni 21 e 22 maggio 2015, con il titolo “L’italiano – e le altre – al tempo del plurilinguismo”.
In allegato alla presente comunicazione, si trasmette la nota organizzativa, definita dall’IPRASE, che specifica tutti gli aspetti riguardanti l’organizzazione di questo quarto importante appuntamento ed invita gli Uffici scolastici regionali e le autorità scolastiche autonome ad inviare i materiali che saranno presentati nei workshop. La nota è corredata da allegati riguardanti, rispettivamente, il programma del seminario, la consistenza numerica delle delegazioni previste, l’elenco dei workshop, la scheda riepilogativa delle candidature ai workshop, la scheda informativa di presentazione di ciascuna delle esperienze individuate.
Al seminario nazionale, cui parteciperanno anche i componenti del Comitato scientifico nazionale, sono invitati i Direttori Generali degli Uffici scolastici regionali.
Considerata l’importanza di questi incontri nazionali, che sono affidati interamente all’iniziativa degli staff regionali, si confida nella partecipazione attiva e collaborativa di tutti.

Il Direttore Generale
Carmela Palumbo

Seminario IPRASE

31 marzo Sistema integrato Educazione e Istruzione (0 – 6 anni) al Senato

L’11 ed il 18 marzo, e l’1, 8, 9 e 29 aprile, 8, 14, 27 e 28 maggio, 3, 10, 17 e 24 giugno e 1, 30 e 31 luglio, 5 agosto, 9 settembre 2014 e 31 marzo 2015 la 7a Commissione del Senato esamina il DdL AS 1260, Disposizioni in materia di sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino ai sei anni e del diritto delle bambine e dei bambini alle pari opportunità di apprendimento

Esame congiunto dei disegni di legge:
1. STUCCHI. – Disposizioni in materia di attuazione di un piano straordinario di intervento per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socio-educativi e degli asili nido (753)
2. BITONCI ed altri. – Norme in materia di gratuità dei servizi socio-educativi per l’infanzia (1359)

(7a Senato, 11.3.14) La relatrice PUGLISI (PD) ringrazia il Presidente per aver avviato l’esame del disegno di legge in titolo, che mira ad assicurare l’effettiva attuazione dei diritti di ogni cittadino fin dalla nascita. Afferma infatti che l’importanza dei primi anni di vita, delle condizioni materiali e relazionali in cui si vive e delle relative esperienze è stata ormai accertata dalle scienze pedagogiche, psicologiche, sociologiche e dalle neuroscienze. Registra tuttavia con preoccupazione l’esistenza in Italia di un forte divario, sul piano economico e sociale, che si traduce in diverse condizioni materiali e in diverse opportunità per i bambini e le bambine.
Dopo aver sottolineato inoltre il rilievo di una educazione di qualità, pone l’accento sul tasso di occupazione femminile, segnalando che al Centro-Nord, dove la copertura degli asili nidi ha pressoché raggiunto i parametri europei, si registrano buoni tassi di occupazione delle donne, mentre al Sud tali livelli sono assai bassi anche in correlazione con una insufficiente garanzia degli asili nido.
A ciò si aggiunge anche che il tasso di dispersione scolastica, insieme ai livelli di apprendimento, è condizionato dalla frequenza di un asilo nido e della scuola dell’infanzia. Rammenta peraltro che l’Italia deve ridurre la dispersione scolastica entro il 2020 dal 20 al 10 per cento.
In tale contesto giudica perciò urgente il disegno di legge, che completa un lungo percorso iniziato da una proposta di legge di iniziativa popolare fatta propria dall’allora senatrice Anna Maria Serafini, arricchita successivamente di ulteriori contenuti. Rileva infatti che anche nei comuni dove i servizi per la fascia di età 0-6 anni sono attualmente presenti, i relativi costi sono diventati insostenibili. Occorre dunque una nuova modalità di finanziamento del sistema integrato, che individui i livelli essenziali e promuova un governo pubblico. Evidenzia peraltro che attualmente nella scuola dell’infanzia sono presenti molte scuole paritarie, in gran parte gestite dai comuni, con conseguenti oneri per i bilanci degli enti locali. Fa presente inoltre che l’impegno dello Stato oppure dei comuni varia fortemente da un territorio all’altro, al punto che nelle Regioni settentrionali è molto più diffusa la scuola dell’infanzia comunale, che invece è pressoché totalmente statale nel Mezzogiorno. Nella prospettiva di assicurare le stesse opportunità a tutti i bambini e le bambine e di estendere tali servizi, il testo prevede il finanziamento di una quota capitaria da parte di Stato, Regioni ed enti locali, proprio per dare certezza di esigibilità dei predetti diritti.
Ritiene poi essenziale escludere i costi del sistema istruzione dai vincoli del Patto di stabilità, in quanto si tratta di fatto di investimenti. Si augura in proposito che tale richiesta diventi uno dei temi del semestre di presidenza italiana dell’Unione europea. Tra le priorità messe in risalto dal testo, la relatrice menziona un impegno pubblico di rilievo; l’inserimento della progettazione dei servizi educativi prescolari nel quadro di politiche generali a favore dei bambini e delle loro famiglie per combattere la povertà e l’esclusione sociale; l’unificazione del settore dell’educazione della prima infanzia, garantendo la continuità educativa e un adeguato livello di preparazione del personale; la scelta di un approccio universalistico. Sottolinea inoltre l’importanza per gli enti locali di una maggiore flessibilità tra le sezioni del nido e quelle della scuola materna, allo scopo di promuovere “poli dell’infanzia”.
Rimarca indi l’importanza di concepire l’asilo nido non come servizio a domanda individuale ma come diritto per ogni bambino. Nel rilevare che il provvedimento è volto anche a superare le diversità di trattamento economico dei lavoratori del settore, si sofferma sul diritto al riposo dei bambini e sulla necessità di prevedere servizi integrativi che si affianchino agli asili e alla scuola dell’infanzia per sostenere la genitorialità. Cita al riguardo i servizi domiciliari, che devono essere provvisti di requisiti qualitativi adeguati.
Avviandosi alla conclusione, evidenzia che il testo è atteso da anni e sollecita lo svolgimento di un ciclo di audizioni nelle quali coinvolgere anzitutto la Conferenza dei Presidenti delle Regioni, l’Unione delle province italiane (UPI), l’Associazione nazionale comuni italiani (ANCI) ed eventuali esperti, proprio per valorizzare le buone pratiche.

Oggi DIS-leggo E leggo un libro

AID Asti. Oggi DIS-leggo E leggo un libro

Dal mese di febbraio presso la biblioteca di Asti è stato attivato lo SPORTELLO d’ASCOLTO – “Oggi DIS-leggo un libro” un servizio gratuito di consulenza sui problemi concernenti la Dislessia e gli altri Disturbi Specifici di Apprendimento.
Il servizio è offerto, grazie all’intervento volontario di Soci AID, sia ai genitori degli alunni con diagnosi di DSA sia ai genitori che si trovano di fronte a inaspettate difficoltà dei propri figli nella lettura, nella scrittura o nel calcolo.
LO SPORTELLO SARA’ APERTO, SOLO SU APPUNTAMENTO, IL 2° ED IL 4° MARTEDI’ DI OGNI MESE, DALLA ORE 9 ALLE ORA 12 PRESSO LA BIBLIOTECA ASTENSE.
Per appuntamento scrivere a asti@didlessia.it

Disabilità intellettiva, la parola ai politici: online cinque interviste

da Redattore sociale

Disabilità intellettiva, la parola ai politici: online cinque interviste

Iniziativa Aipd. Confronto con i politici sul Programma d’azione biennale, sulla situazione generale delle persone disabili, su temi concreti come lavoro, residenzialità, diritto di voto. Online le interviste al sottosegretario al Welfare Franca Biondelli e ai parlamentari Eugenia Roccella (Ncd), Giulia Di Vita (M5S), Maria Cecilia Guerra (Pd) e Antonio Palmieri (Forza Italia)

ROMA – Cinque interviste ad altrettanti esponenti politici per riflettere sui diritti delle persone con disabilità intellettive: è l’iniziativa portata avanti dall’Aipd (Associazione Italiana Persone Down), che sulla scia del progetto europeo “L’essenziale è invisibile agli occhi”, pubblica a partire da oggi, sui propri canali social, i “faccia a faccia” con i protagonisti. Nelle interviste si fotografa la situazione delle persone con disabilità oggi in Italia, si fa il punto sull’attuazione del Programma di azione biennale che il governo è chiamato da applicare, si affrontano tutta una serie di temi – dalla residenzialità al lavoro, passando per il diritto di voto – dai quali dipende l’integrazione reale delle persone con disabilità intellettiva.

La prima intervista è quella di Franca Biondelli, sottosegretario al ministero del Lavoro e Politiche sociali, alla quale è stata assegnata la delega alle politiche per la disabilità. Con lei, è stata ascoltata anche Maria Cecilia Guerra, oggi senatrice del Partito Democratico, che in passato aveva a sua volta curato le politiche della disabilità come viceministro (nel governo Letta) e come sottosegretario (nel governo Monti) dello stesso ministero del Lavoro e Politiche sociali. Terza interlocutrice Eugenia Roccella, oggi deputata del Nuovo Centro Destra (Ncd) e vicepresidente della Commissione Affari sociali, ma in passato (ultimo governo Berlusconi)  sottosegretario ai ministeri della Salute, Lavoro e Politiche sociali con delega alla disabilità. Per il Movimento Cinque Stelle è stata intervistata Giulia Di Vita, anche lei impegnata in Commissione Affari sociali a Montecitorio, mentre per Forza Italia è stato sentito Antonio Palmieri, deputato della commissione Cultura e grande esperto di comunicazione politica.

Le interviste nascono dalle sette raccomandazioni politiche che sono state elaborate all’interno del progetto europeo “L’essenziale è invisibile agli occhi”, conclusosi a gennaio 2015 con l’elaborazione di un nuovo modello pedagogico che propone un nuovo atteggiamento da parte degli operatori che lavorano con le persone con disabilità intellettiva in situazione di gravità. I risultati più che positivi della sperimentazione hanno dimostrato la validità del modello che promuove una relazione adulta su base di parità tra la persona che assiste e quella assistita e presuppone la responsabilizzazione (empowerment) della persona con disabilità intellettiva. Tale responsabilizzazione, come anche la promozione di una vita indipendente e autonoma da parte delle persone con disabilità intellettiva, non costituiscono solo un modello per gli operatori e coloro che in generale gestiscono I servizi sociali e assistenziali ma, allo stesso tempo, rappresentano un messaggio per chi ha responsabilità politiche e legislative, di non ostacolare l’emancipazione delle persone con disabilità intellettiva.

Le raccomandazioni sollecitano una riflessione sulle responsabilità politiche e legislative e puntano a promuovere (e non ostacolare) l’emancipazione delle persone con disabilità intellettive. La prima raccomandazione è quella di adottare una pratica educativa e assistenziale individualizzata e centrata sulla persona; la seconda è quella di “convertire“ la tutela giuridica in sostegno attivo al processo decisionale della persona con disabilità; la terza raccomandazione è quella di garantire la libertà di movimento, di decisione sul luogo dove vivere e lavorare della persona con disabilità; la quarta è incoraggiare la partecipazione delle persone con disabilità intellettiva nelle decisioni politiche senza restringere il loro diritto di voto; la quinta è riconoscere il loro il diritto di avere un proprio partner e una famiglia; la sesta è garantire un ambiente mentalmente accessibile, a cominciare dagli uffici pubblici e dai servizi di base e applicando tale principio anche nei servizi alla persona, la settima è aprire uno spazio per la partecipazione della persone con disabilità intellettiva in situazione di gravità nella vita “normale”.

DECALOGO IN MATERIA DI PROTEZIONE DEI CONSUMATORI

DIRITTI DEI CONSUMATORI: AL VIA PROGRAMMA ANTITRUST-MINISTERO ISTRUZIONE IN CINQUEMILA SCUOLE

Parte la campagna sui diritti dei consumatori nelle scuole. Grazie a un accordo tra l’Antitrust e la Direzione Generale per lo studente, l’integrazione e la partecipazione del Ministero dell’Istruzione (MIUR), il tema della tutela negli acquisti e delle garanzie in vigore in Europa verrà affrontato nel corso di un ciclo di lezioni che si svolgeranno su tutto il territorio italiano.

Il decreto legislativo n.21 del 21 febbraio 2014, nel recepire una direttiva europea (Consumer Rights), offre infatti un ampio spettro di interventi da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm), oltre agli strumenti già in suo possesso per sanzionare pratiche scorrette e pubblicità ingannevole. La rinnovata legislazione consumeristica diventa così l’occasione per una crescita importante della consapevolezza di tutti i cittadini circa le modalità attraverso cui possono difendersi, anche dalle trappole presenti nel commercio elettronico in rete,  appellandosi proprio ai nuovi diritti sanciti dalle normativa comunitaria. L’Unione Europea, che ha appena rilanciato per tutto il 2015 la campagna Consumer Rights, ha dimostrato di considerare centrale nel processo di integrazione del mercato la possibilità che i cittadini dei 28 Stati membri possano considerare il territorio europeo come un solo, grande mercato. Il compito di creare le condizioni affinché questo si realizzi è stato appunto affidato al Garante della concorrenza, che può agire attraverso poteri di accertamento e di sanzione. In questo contesto, come logica prosecuzione della campagna di comunicazione messa a punto dall’Antitrust e dalla Commissione Europea sulle reti Rai per la diffusione della “Consumer Rights”, sono stati fissati, d’intesa con il Ministero dell’Istruzione e a cura della Direzione Relazioni Esterne dell’Agcm, una serie di appuntamenti durante i quali i rappresentanti dell’Autorità illustreranno agli studenti le nuove tutele in vigore a cui possono fare riferimento quando fanno acquisti. Le prime lezioni, che in alcuni casi vedranno la partecipazione anche di funzionari della Commissione Europea, saranno tenute nelle seguenti città: Roma, Napoli, Palermo, Bari, Firenze, Bologna, Torino, Milano, Vicenza, Trento e Cagliari.

A cura del MIUR, inoltre, questa volta tutti i materiali della campagna Campagna Consumer Rights verranno inviati a 5.000 Istituzioni Scolastiche Secondarie di II grado (di cui 2.590 statali e 2.410 Paritarie), raggiungendo circa 2 milioni e mezzo di studenti, i dirigenti scolastici e gli organi di rappresentanza dei genitori.


DECALOGO IN MATERIA DI PROTEZIONE DEI CONSUMATORI

(Principali novità della nuova normativa europea applicata dall’Antitrust)

1) Stop a spese e costi nascosti su internet

I consumatori saranno protetti dalle “trappole dei costi” su internet, incluse le situazioni in cui i truffatori si fanno pagare con l’inganno per servizi cosiddetti “gratuiti”, quali oroscopi o ricette. Da adesso in poi, i consumatori dovranno confermare esplicitamente di aver capito che il servizio è a pagamento.

2) Maggiore trasparenza dei prezzi

I venditori dovranno indicare chiaramente il costo totale del prodotto o servizio, incluso qualunque addebito supplementare. Gli acquirenti online non dovranno pagare spese o altri costi se non ne sono stati adeguatamente informati prima di effettuare l’ordine.

3) Divieto delle caselle preselezionate sui siti web

Quando si fanno acquisti online, ad esempio per un biglietto aereo, è possibile che vengano offerte opzioni supplementari, quali assicurazioni viaggio o noleggi auto. Questi servizi supplementari possono essere offerti mediante le cosiddette “caselle preselezionate”. Attualmente i consumatori sono spesso costretti a deselezionare queste caselle se non desiderano i servizi supplementari. Con la nuova legge europea in vigore in Italia, le caselle preselezionate sono vietate in tutta l’UE.

4) 14 giorni per cambiare idea su un acquisto fatto anche on line

Il periodo durante il quale i consumatori possono recedere dal contratto di acquisto è portato a 14 giorni di calendario (rispetto ai sette finora prescritti dalla normativa dell’UE). I consumatori possono restituire le merci per qualunque ragione, se cambiano idea. Un’ulteriore protezione dalla carenza di informazioni: qualora un venditore non informi chiaramente il cliente circa il diritto di recesso, la durata del periodo di ripensamento è estesa a un anno.
– I consumatori saranno tutelati e beneficeranno del diritto di recesso anche in caso di visite effettuate su richiesta, vale a dire quando il commerciante ha precedentemente chiamato il consumatore sollecitando con insistenza una visita.
Inoltre, non sarà più necessario operare una distinzione tra visite effettuate su richiesta e visite non richieste; sarà così evitata l’elusione delle norme.
– Il diritto di recesso è esteso alle aste online, come eBay, benché le merci acquistate tramite asta possano essere restituite solo se acquistate da un venditore professionista.
– Il periodo di recesso decorrerà dal momento in cui il consumatore riceve le merci e non, come prima, dal momento della conclusione del contratto. Le norme si applicano a vendite via internet, per telefono e per corrispondenza e a vendite effettuate al di fuori di punti vendita, ad esempio al domicilio del consumatore, per strada, in un “party Tupperware” o durante una gita organizzata dal commerciante.

5) Maggiori diritti di rimborso

I commercianti sono tenuti a rimborsare i consumatori per il prodotto entro 14 giorni dal recesso. Il rimborso deve coprire anche le spese di consegna. In generale, il commerciante assume su di sé il rischio di eventuali danni alle merci che si verificano durante il trasporto fino al momento in cui l’acquirente ne prende possesso.

6) Introduzione di un modulo di recesso standard per l’intera UE

I consumatori possono disporre di un modulo di recesso standard che potranno usare (senza essere obbligati a farlo) se, avendo cambiato idea, desiderano recedere da un contratto concluso a distanza o a domicilio. Ciò renderà più facile e rapido il recesso se il contratto è stato concluso nell’UE.

7) Eliminazione di sovrattasse per l’uso di carte di credito e di servizi di assistenza telefonica

I commercianti non possono più addebitare ai consumatori costi supplementari per i pagamenti con carta di credito (o altri mezzi di pagamento), se non i costi effettivamente sostenuti per offrire tale opzione di pagamento. I commercianti che mettono a disposizione linee telefoniche di assistenza, su cui i clienti possono contattarli relativamente al contratto, non potranno addebitare più dei normali costi telefonici per le telefonate effettuate.

8) Informazioni più chiare su chi sopporta le spese di restituzione delle merci

Se i commercianti intendono far sostenere ai clienti i costi di resa delle merci in caso di ripensamento, essi devono informarne chiaramente e preventivamente i consumatori, altrimenti tali costi rimarranno a loro carico. Prima della vendita, il commerciante deve fornire almeno una chiara stima dei costi massimi di resa di merci ingombranti, ad esempio un divano, acquistate via internet o per corrispondenza, così che il consumatore possa decidere in modo informato da chi acquistare.

9) Più tutele per i consumatori negli acquisti digitali

Anche le informazioni sui contenuti digitali devono essere più chiare, comprese quelle relative alla compatibilità con hardware e software e all’applicazione di eventuali sistemi tecnici di protezione – che ad esempio limitino il diritto del consumatore di fare copie del contenuto. I consumatori hanno il diritto di recedere dagli acquisti di contenuti digitali, come i download di musica o di video, ma solo fino a quando ha inizio l’effettivo processo di download.

10) Più tutele e norme comuni anche per le imprese

Tra queste figurano:
– un unico gruppo di norme fondamentali per i contratti a distanza (vendite per telefono, per corrispondenza o via internet) e per i contratti conclusi al di fuori dei punti vendita (vendite concluse fuori dai locali della società, ad esempio per strada o a domicilio)
nell’Unione europea, che creino eque condizioni di concorrenza e riducano i costi delle operazioni per i commercianti transfrontalieri, specialmente nel caso delle vendite via internet;
moduli standard che faciliteranno l’attività delle imprese: un modulo da compilare contenente le informazioni obbligatorie sul diritto di recesso;
– norme specifiche previste per le piccole imprese e le imprese artigiane
, ad esempio per gli idraulici. Non vi sarà diritto di recesso nel caso di riparazioni urgenti e di lavori di manutenzione.

Istruzione, Giannini riceve l’omologo portoghese Crato

Istruzione, Giannini riceve l’omologo portoghese Crato
Oggi e domani in ‘tour’ fra Its ed eccellenze accademiche

Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini ha ricevuto questa mattina a Roma il suo omologo portoghese Prof. Nuno Crato. Al centro dell’incontro le politiche che l’Italia sta mettendo in campo per avvicinare la scuola al mondo del lavoro, il sistema italiano degli ITS (gli Istituti Tecnici Superiori), le nostre eccellenze nel campo universitario e della ricerca.

Il Professor Crato e il Ministro Giannini nella giornata di oggi visiteranno l’Istituto Tecnico Superiore (ITS) per la Logistica e il trasporto sostenibile di Somma Lombardo (VA). Successivamente si recheranno all’Università Bicocca di Milano per un incontro con il rettore e la visita al Systems Biology Center (SysBio) e al Plasma Prometeo Center. Domani i due Ministri faranno tappa al Politecnico di Milano dove incontreranno il rettore e visiteranno la galleria del vento e i nuovi laboratori di energia.

In Italia è presente anche il Sottosegretario all’Istruzione superiore del Portogallo, il Professor José Ferreira Gomes, che visiterà anche un Istituto Tecnico Scientifico e altri Its a Genova, Scandicci (FI), Bologna e Cernobbio.

SINTESI ATTIVITA di Promozione e valorizzazione della Ricerca nel 2014 di EGOCREANET

SINTESI ATTIVITA di Promozione e valorizzazione della Ricerca nel 2014 di EGOCREANET c/o- IUF/csa-RVI .

 

EGOCREANET (NGO No for Profit) ha come missione la collaborazione con IUF /CSA-RVI per la promozione e la valorizzazione della Ricerca e a Innovazione della Universita di Firenze , tramite la organizzazione di iniziative scientifiche e culturali e la realizzazione di progetti Europei e Regionali .

 

Statuto EGOCREANET:                     http://www.egocrea.net/quarte/wp-content/uploads/2014/05/Registrazione-ONG-ONLUS-2014-05-09..pdf

 

→ MISSION

E’ convinzione di EGOCREANET che per è divenuto necessario un cambiamento sostanziale della struttura tradizionale della ricerca che rende necessaria la aggregazione di attivita trans-disciplinari e multi attoriali capaci di indurre un cambiamento dello sviluppo che fino ad oggi e stato basato sul modello economico lineare della societa industriale . Viviamo infatti in una epoca che è definibile come il: “collasso silenzioso”. Infatti per quanto sia evidente che l’ inquinamento sta devastando la terra e gli oceani e uccidendo intere specie viventi e causando i cancro ed altre gravi malattie per l’ uomo , mettendo cosi’ a rischio millenni di meraviglie naturali, il clima e la vita stessa sul nostro pianeta, quanto sopra se pur sotto gli occhi di tutti ancora non e’ coscientemente riconosciuto a causa da un atteggiamento conservativo culturale di tradizione disciplinare della ricerca e della innovazione che non permette di prevenire il sistematico collasso della vecchia societa’ industriale cosi come rende difficile promuovere e condividere lo siluppo della futura societa della conoscenza.

Vedi in maggior dettaglio: http://www.caosmanagement.it/n68/art68_01.html

Vedi anche: http://www.caosmanagement.it/222-economia-circolare

Pertanto in coerenza con la suddeta premessa sulla Mission di collaborazione di EGOCREANET con IUF/csa-RVI , le attivita’ principali sviluppate durante l’ anno 2014 sono state le seguenti:

 

1*) Promozione e realizzazione di progetti in risposta a bandi Regionali ed Europei :

 

1.1) Progetto Europeo Nutra Africa , Presentato il 26 Giugno 2014 .

Vedi Full Proposal in: https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=51688

 

Il progetto ha avuto una ottima valutazione e dichiarato finanziabile ma non finanziato. Esso ha coinvolto la partnerschip del DISPAA della UNIFI .

 

1.2) Progetto Regionale Nutra Tuscany , valutato ottimamente come Finanziabile ma anche esso non finanziato che ha coinvolto la Partnership del DISPAA (UNIFI) e dello Spin Off Fotosintetica & Microbiologica S.r.l.

Vedi ad es. in : https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=50963

 

 

2*)Partecipazione ad attivita culturali rivolte ad aggregare competenze multidisciplinari ed al potenziamento della relazioni nazionali ed internazionali per il potenziamento della ricerca ed innovazione di IUF/CSA-VRI

 

2.1) – in Firenze 09/10 Ottobre 2014

https://www.b2match.eu/proposersday2014/participants/27/

 

2.2) – a Roma 19/21 Nov 2014 Conference : www.sis-rri-conference.eu/

 

 

3*) Inviti per presentare idee e concezioni innovative :

 

  1. a) IED MILANO- 23/24 Sett 2o14 : Tema: “THINKING DESIGN INNOVATION”

vedi sintesi in: https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=47212; ed anche in : https://dabpensiero.wordpress.com/2014/09/01/quantum-art-design-paolo-manzelli/;

  1. b) Regione puglia ARTI- BARI 26/27 NOV.2014 . Tema: “Sovranita’ Alimentare” : Vedi sintesi in :https://www.edscuola.eu/wordpress/wp-content/uploads/2014/11/Sovranita-Alimentare_syn.10N.PM_.pdf; vedi anche : https://dabpensiero.wordpress.com/2014/11/26/sovranita-alimentare-di-paolo-manzelli/

 

A partire da DIC 2014 abbiamo iniziato la Promozione del Progetto Europeo “BREAK “ un momento di riflessione sulla Responsabilita sociale della scienza e dell’ arte.

Vedi informazioni peliminari per la ricerca di partners :

https://www.nanotechnology-collaboration.com/projects/26.BREAK_%28_BREAK_-BARRIERS_for_IMPROVING%E2%80%9CSocial_Responsibility_of_Science%E2%80%9D;

see the call on RESEARCH & INNOVATION RESPONSIBILITY in :Type of action: Coordination and Support Actions.

http://ec.europa.eu/research/participants/portal/desktop/en/opportunities/h2020/topics/2419-issi-1-2015.html

 

Il suddetto progetto in risposta al Bando H-ISSI-2015 , avra’ scadenza il 16 /Sett/ 2015 .

 

Paolo Manzelli Presidente EGOCREANET

UN MOSTRO GIURIDICO CHIAMATO “LA BUONA SCUOLA”

UN MOSTRO GIURIDICO CHIAMATO “LA BUONA SCUOLA”

 

Il testo del disegno di legge “La Buona Scuola” appare come un “mostro giuridico” da tanti punti di vista; ecco i più sovversivi e dirompenti sul piano costituzionale.

1 – Il rafforzamento della funzione del dirigente scolastico – previsto in via generale fin dall’art. 2 comma 1 e poi dall’art. 7 nell’ambito delle operazioni di mobilità del personale – scardina il principio dell’imparzialità della pubblica amministrazione previsto dall’articolo 97 della Costituzione (consistente nell’obbligo della parità di trattamento nei confronti degli amministrati) rimettendo sostanzialmente alla volontà di un singolo la decisione dei criteri per la stipula degli incarichi contrattuali di durata triennale, nonché di quelli previsti per il loro mancato rinnovo.
Tra settore privato e settore pubblico esiste infatti una sostanziale differenza: essa consiste nella doverosa applicazione, nel settore pubblico, dei principi contenuti nell’art. 97 della Costituzione.

2 – Un dirigente scolastico che con “La Buona Scuola” diviene responsabile anche delle scelte didattiche e formative, come si afferma nell’art. 7 comma 1, diventa gerarchicamente sovraordinato ai docenti anche nel campo didattico, in aperta violazione dell’art. 33 comma 1 della Costituzione, che tutela la libertà d’insegnamento.

3 – L’organico funzionale delle scuole – la cui previsione il ddl affida al dirigente scolastico – può realizzarsi senza rinunciare alle competenze degli organi amministrativi sovraordinati al dirigente scolastico e sulla base di parametri obiettivi che garantiscano il principio di imparzialità. La conferma di quanto affermiamo si trova nell’art. 24 comma 1 del ddl cha abroga l’art. 50 del decreto-legge n.5 del 2012. In sostanza, viene incomprensibilmente abrogato l’articolo che prevedeva l’organico funzionale previsto dal governo Monti e che consentiva già un aumento degli organici – ma non gestiti dai singoli dirigenti – nel rispetto delle norme costituzionali e dei diritti dei docenti. Il mantenimento della norma del governo Monti consentirebbe molto più facilmente l’assunzione di un numero di docenti superiore al numero di quelli previsti per i posti vacanti e disponibili già in pianta organica.
Collegare l´organico funzionale all´aumentato potere dei dirigenti è quindi un ricatto e una mistificazione.

4 – L’art. 16 – che introduce lo school bonus – programma già entrate fiscali minori per 62,4 milioni di euro per il periodo 2016/2020, importi che potrebbero essere investiti dallo Stato nella scuola pubblica statale, piuttosto che dirottati verso privati investitori. Qualora i privati benefattori decidessero poi di finanziare le scuole private anche se paritarie, lo school bonus creerebbe addirittura un evidente onere a carico dello Stato, in violazione dell’art.33 comma 3 della Costituzione.

5 – L’art. 17 prevede la detraibilità per le rette scolastiche; l’apposita scheda tecnica del Miur calcola minori entrate per 116,20 milioni di euro per il 2016 e di 66,40 milioni di euro per il 2017. Ancora una volta si tratta di soldi pubblici che finiscono nelle tasche dei privati, invece di essere investiti nella scuola pubblica statale. Occorre evidenziare che si tratta di risorse aggiuntive rispetto ai circa 500 milioni di euro che lo Stato destina annualmente al finanziamento delle scuole paritarie. Anche questo è un esempio di violazione dell’art.33 comma 3 della Costituzione perché si traduce in un ulteriore onere per lo Stato a vantaggio delle scuole private anche se paritarie.

6 – L’art. 21 contiene ben 14 deleghe, pressoché in bianco, su 14 argomenti diversi, che di fatto esautorano il Parlamento dalla sua funzione legislativa sulla scuola come già è accaduto nel 2008 con la riforma della scuola superiore all’epoca del governo Berlusconi, che ha portato alla sottrazione di 8 miliardi di euro in tre anni. L’ampiezza e la vaghezza della deleghe consentirebbero al governo Renzi di radere al suolo la scuola pubblica statale nei 18 mesi successivi. Occorre evidenziare a tale riguardo che l’art.23 del disegno di legge prevede testualmente: “I regolamenti, i decreti e gli atti attuativi della presente legge sono adottati in assenza del parere dell’organo collegiale consultivo nazionale della scuola” (si tratta del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, che si deve eleggere in fretta e furia perché il governo è stato condannato dal Consiglio di Stato per avere abolito senza motivo la funzione del precedente CNPI).

7 – In tale contesto appare provocatoria l’introduzione del voucher di 500 euro annui (art.10) per l’acquisto di materiali inerenti la formazione e l’aggiornamento dei docenti con un costo di più di 381 milioni di euro annui, pari di fatto a uno scatto di anzianità. Meglio sarebbe stato prevedere effettivi aumenti stipendiali e il riconoscimento di specifiche deduzioni fiscali per spese di autoaggiornamento e professionali.

8 – L’art.22 prevede, entro sei mesi dall’approvazione del disegno di legge, l’avvio delle procedure per il contratto scuola e per il contratto dei dirigenti; tra gli indirizzi della futura contrattazione sono già previste le modifiche innovative necessarie per garantire coerenza giuridica, logica e sistematica e l’abrogazione esplicita di ogni disposizione contrattuale precedente. In sostanza l’approvazione del disegno di legge equivale alla fine della contrattazione che dovrà semplicemente adeguarsi alla presa d’atto del nuovo modello autoritario di scuola e limitarsi a ratificare disposizioni contrattuali attuative e coerenti.
Per dignità sarebbe meglio a quel punto abolire la contrattazione. Altro che mantenimento degli scatti… non c’è in realtà alcuna norma nel testo che ne garantisca il mantenimento, semplicemente non se ne parla.

9 – A questo punto, chi nutre ancora qualche dubbio circa i reali propositi democratici del Governo, legga l’art. 24 comma 3 che testualmente recita: “Le norme della presente legge sono inderogabili e, a decorrere dalla data di entrata in vigore, le norme contenute nei contratti collettivi, contrastanti con quanto previsto dalla presente legge, sono inefficaci”.

RUOLO UNICO DELLA DIRIGENZA STATALE

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E ALLE AUTORITA’ DELLA REPUBBLICA PER L’INCLUSIONE DELLA DIRIGENZA SCOLASTICA NEL RUOLO UNICO DELLA DIRIGENZA STATALE

Da un’agevole ricognizione delle fonti normative primarie figuranti nel D. Lgs 165/01 s.m.i., rivisitate dall’art. 10 del Disegno di legge 1577, c.d. riforma Madia, il dirigente pubblico è un soggetto dotato di autonomi poteri di gestione di risorse umane, finanziarie e strumentali per la loro ottimale combinazione preordinata alla realizzazione dello scopo-programma-progetto predefinito dal committente politico (paradigma: art. 16, D. Lgs 165/01, per i capidipartimento e direttori generali) o assegnato dal dirigente di vertice (successivo art. 17 per i dirigenti amministrativi e tecnici di attuale seconda fascia), ovvero direttamente prescritto da fonte normativa e con possibilità di ulteriori obiettivi specifici nel provvedimento d’incarico ( per i dirigenti preposti alla conduzione di istituzioni scolastiche, enti-organi dello Stato, funzionalmente autonome, secondo l’art. 1, comma 2, D.P.R. 275/99, integrabile con i contenuti della funzione compendiati nell’art. 25 del D. Lgs 165/01, cit.), con esclusiva responsabilità di risultato.

La funzione dirigenziale è dunque, strutturalmente e funzionalmente, unica, indipendentemente dal suo luogo di esercizio, tanto ciò vero che è ora statuito un unico sistema di reclutamento e formazione ( per la dirigente scolastica anticipato dalla legge 128/13). Ciò è a dire che quella ridisegnata è una figura tipicamente organizzatoria.

Ne è diretta e coerente conseguenza l’istituzione di tre ruoli unici (per lo Stato, per le regioni, per gli enti locali), distinti ma coordinati e suscettibili di reciproche compenetrazioni: ciò che importa l’abolizione delle due attuali fasce gerarchizzate, di una dirigenza a carriera garantita, non più compatibili con una dirigenza che si vuole position based, contrassegnata dalla piena interscambiabilità e rotazione degli incarichi in virtù dei titoli di studio posseduti, delle competenze culturali e professionali acquisite, delle esperienze maturate: volta per volta allegabili da ogni dirigente, a prescindere dal pregresso luogo di esercizio (le singole amministrazioni) della funzione e in esito ad una rigorosa valutazione degli obiettivi assegnati e delle capacità organizzativo-gestionali dimostrate.

A dieci mesi di distanza dalla sua presentazione in Commissione Cultura del Senato, il predetto disegno di legge delega è in procinto di essere licenziato per l’Assemblea con gli emendamenti apportati, che, con riguardo all’articolo 10 prevedono:

-l’inclusione nel ruolo unico delle attuali figure dirigenziali e/o attributarie di posizioni dirigenziali ancorché non connotate da precipui compiti di gestione di risorse umane e finanziarie, se non in misura marginale ed eventuale;

-la pari inclusione nello stesso dei segretari comunali, sia pure limita ad un triennio, per continuare essi a svolgere le funzioni di controllo della legalità dell’azione amministrativa e di coordinamento dell’azione amministrativa;

-la confermata esclusione dal ruolo unico della dirigenza statale della dirigenza scolastica, precludendo in radice la possibilità che essa sia collocata nelle pure previste sezioni per le professionalità speciali, ma sempre all’interno del ruolo unico: all’infuori del quale, ex lege, non vi è dirigenza!

In parallelo alla discussione in Senato, la Camera dei deputati è chiamata ad approvare il disegno di legge delega di attuazione della Buona scuola, che fa perno su una potenziata o rafforzata dirigenza scolastica, affinché possa essa “garantire un’immediata e celere gestione delle risorse umane, finanziarie, tecnologiche e materiali”, svolgendo dunque “compiti di gestione direzionale, organizzativa e di coordinamento”, con “responsabilità delle scelte didattiche, formative e della valorizzazione delle risorse umane e del merito dei docenti”.

Tal che l’assurda sua esclusione dal ruolo unico configurerebbe la dirigenza scolastica – al di là del nomen iuris – come un’entità sospesa o definibile in negativo, per l’appunto una non dirigenza, non potendo di certo essere ascritta nel novero dei professional – caratterizzati dal possesso di circoscritte competenze tecniche, esercitate con più o meno larga discrezionalità, giuscivilisticamente configuranti una c.d. obbligazione di mezzi e, a fortiori, dei funzionari, agenti le parimenti circoscritte competenze tecniche nell’ambito di procedure predefinite; ovvero, ed infine, assimilandola ad una sorta di super esperto disciplinare che insegna la propria materia, con quel che la integra e la supporta ( ciò che invece è tipico della funzione docente, ex artt. 1 e 395 del D. Lgs 297/94 e artt. 26 e 27 CCNL Scuola): benché ogni dirigente preposto alla conduzione delle istituzioni scolastiche debba avere confidenza con i processi educativi, affinità di linguaggio con i professionisti della formazione che deve coordinare, familiarità con contesti organizzativi contrassegnati da legami deboli, in cui l’interpretazione prevale sull’esecuzione, in luogo dei lineari canoni propri delle procedure prevalentemente standardizzate.

DIRIGENTISCUOLA-CONFEDIR chiede pertanto alle Autorità in indirizzo, che non vogliano assecondare un Legislatore schizofrenico, di farsi promotrici di un emendamento all’articolo 10 del DDL 1577/14, nel segno dell’inclusione nel ruolo unico dei dirigenti dello Stato dei dirigenti delle istituzioni scolastiche ed educative, eventualmente collocabili, all’interno del predetto ruolo unico, in una delle previste sezioni delle professionalità speciali in ragione della complessa funzione che sono chiamati a svolgere, integrante competenze di ordine gestionale, con diretta ed esclusiva responsabilità, e peculiari competenze di natura tecnico-professionale connesse alla qualifica di provenienza, senza pregiudizio della piena mobilità in uscita e dell’applicabilità dei generali istituti che connotano l’intera dirigenza pubblica.

Rischio licenziamenti illegittimi con valutazione discrezionale

Scuola: Mascolo (Ugl),
rischio licenziamenti illegittimi con valutazione discrezionale
(dall’Agenzia ANSA)
“Inserire nella riforma della scuola un sistema di ulteriore valutazione del merito, oltretutto ampiamente discrezionale, a carico dei dirigenti scolastici comportera’ solo licenziamenti, nella maggior parte dei casi illegittimi, come accaduto per una docente dell’istituto comprensivo di Calcinate”.
A sostenerlo e’ il segretario generale dell’Ugl Scuola, Giuseppe Mascolo, riferendo come sia “gia’ recentemente accaduto un caso a Bergamo dove il tribunale ha dichiarato l’illegittimita’ del licenziamento di un insegnante deciso dal dirigente scolastico reggente”.
“L’Ugl Scuola – conclude – da tempo sostiene che la valutazione del merito inserita nella riforma non comportera’ alcun miglioramento, anzi quanto accaduto rappresenta solo uno dei tanti casi che potrebbero verificarsi”.

Avviso 30 marzo 2015

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione

Il 15 Aprile a Genova si aprono i lavori della 29° edizione di DIDAMATICA, il convegno annuale divenuto punto di riferimento critico per tutta la filiera della formazione che si propone di fornire un quadro ampio e approfondito delle ricerche, delle innovazioni e delle esperienze nel settore del digitale applicato alla didattica, nei diversi domini e nei molteplici contesti di apprendimento.
Come ormai consueto, all’edizione di quest’anno collabora anche MIUR, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, insieme ad AgID, l’Agenzia per l’Italia Digitale, e la manifestazione avrà come tema portante “Studio Ergo Lavoro – Dalla Società della Conoscenza alla Società delle Competenze”
Il programma dei tre giorni è molto intenso; segnaliamo in particolare:
• 15 Aprile, ore 14.00 – Sessione plenaria organizzata dal MIUR “Studio, Valutazione e Lavoro”, con due panel dedicati rispettivamente a “La valutazione delle competenze nell’istruzione attraverso la lente dei progetti digitali” e a “Sistemi ed Esperienze di valutazione delle competenze nella formazione”. La premiazione dei vincitori del concorso Webtrotter – il giro del mondo in 80 minuti concluderà la plenaria.
• 16 Aprile, ore 14.15 – Sessione plenaria organizzata da MIUR e Agenzia per l’Italia Digitale sul tema “La Buona Scuola Digitale con l’intervento di Francesco Luccisano, Responsabile Segreteria Tecnica del Ministro
La partecipazione è aperta a tutti ed è inoltre possibile prenotare visite di scolaresche.
Per iscriversi, aggiornamenti e ulteriori dettagli sul programma consultare il sito www.didamatica2015.unige.it

Il Direttore Generale
f.to Carmela Palumbo

Blocco dei contratti

Blocco dei contratti: la FLC CGIL ricorre alla giustizia

La FLC CGIL ha depositato presso il Tribunale di Roma un ricorso finalizzato a sanzionare il comportamento anti-sindacale e costituzionalmente illegittimo del Governo che con i provvedimenti normativi adottati in questi anni ha negato ai lavoratori pubblici dei comparti della conoscenza il diritto al rinnovo dei contratti. Per la FLC CGIL le norme che hanno disposto e prolungato il blocco dei contratti dal 2010 a tutto il 2015 (dal DL 78/10 alla Legge di Stabilità 2015) sono incostituzionali e chiede che sulla questione si esprima la Corte Costituzionale perché ne sancisca l’illegittimità.

Tempo di gite scolastiche, una “prova d’integrazione” che a volte funziona

da Redattore sociale

Tempo di gite scolastiche, una “prova d’integrazione” che a volte funziona

Sono tante le esperienze positive, ma non mancano quelle negative: famiglie costrette a pagare la quota per l’accompagnatore, o mamme che devono accompagnare il figlio in gita con la classe. Ma la legge cosa prevede? “Partecipazione garantita e assistente a carico della scuola”

ROMA – Primavera, tempo di gite scolastiche. Nonostante i fondi che scarseggiano e le crescenti difficoltà economiche, è difficile trovare una classe che, dalla scuola dell’infanzia in poi, non organizzi almeno una gita durante l’anno. Quasi sempre, in questo periodo. In pullman, a piedi, più difficilmente con i mezzi pubblici; al mare, in fattoria, a un museo o a un parco divertimenti, tante e diverse possono essere le scelte, variabili i costi, simili le modalità: la maggior parte della classe partecipa e, se qualcuno ha difficoltà economiche, spesso i genitori ci spartiscono la sua quota, perché nessuno resti escluso. Proprio nessuno: neanche chi ha una disabilità, più o meno grave, sia essa motoria o psichica. Le difficoltà, però, non mancano. E le soluzioni possono essere diverse,così come il livello di vera integrazione che queste osservano. Accanto ai casi estremi, che spesso hanno meritato l’attenzione dei media, di bambini disabili a cui la gita è stata letteralmente vietata, o addirittura neanche proposta, ci sono quelli, meno gravi ma altrettanto significativi, di famiglie costrette ad accollarsi la spesa dell’accompagnatore, obbligatorio per legge, ma che, sempre secondo la legge, dovrebbe essere a carico della scuola. E non mancano, fortunatamente, le esperienze positive.

Come dovrebbe essere…Abbiamo raccolto alcune brevi testimonianze, di segno diverso, per raccontare l’esperienza di alcune famiglie con bambini disabili di fronte a questa complessa “prova d’integrazione”. Al tempo stesso, abbiamo chiesto a Salvatore Nocera, avvocato e autore, pochi giorni fa, di un e-book dedicato a “Il diritto alla partecipazione scolastica”, cosa prevede la legge in materia di gite scolastiche e quali tutele offre agli alunni con disabilità che vogliano prendervi parte. “Gli alunni con disabilità hanno diritto a partecipare alle gite scolastiche – ribadisce Nocera – Una circolare ministeriale le definisce momento fondamentale di crescita nell’inclusione scolastica. Qualora il Consiglio di classe ritenga necessaria la presenza di un accompagnatore, questo non deve essere necessariamente essere l’insegnante di sostegno, ma qualunque membro della comunità scolastica. O, in ultima istanza, un familiare: soluzione che però va scoraggiata, soprattutto per le scuole medie e ancora più alle superiori, quando i ragazzi, ormai grandi, non possono continuare ad essere seguiti dall’angelo custode”. Per quanto riguarda le spese per l’accompagnatore, la legge parla chiaro: “devono essere a carico della scuola – afferma Nocera – Se fossero addebitate alla famiglia, ci troveremmo di fronte a un caso di discriminazione, perseguibile in base alla legge 67/2006”.

… e come è. La realtà, però, è spesso più difficile di quanto la norma contempli: “le scuole hanno sempre meno fondi – ammette Nocera – e spesso non possono permettersi di pagare la quota dell’accompagnatore Allora, propongo due possibili soluzioni: o la ricerca di uno sponsor, o la suddivisione della quota dell’accompagnatore tra tutti i partecipanti. Infine – conclude Nocera – il dirigente è tenuto a garantire mezzi e siti accessibili, qualora alla gita prenda parte un alunno con disabilità”. Di fatto, “tante segnalazioni mi arrivano, da parte di famiglie a cui la scuola ha chiesto di pagare la quota dell’accompagnatore, pensa l’esclusione del figlio dalla gita: quando però hanno al dirigente quanto previsto dalla legge 67, la scuola si è accollata la spesa”.

Le storie: le “buona prassi”… Una terza soluzione ancora è la “buona prassi” che proviene dal Circolo velico di Policoro, che all’accompagnatore offre l’ingresso gratuito. Lo racconta soddisfatta Francesca, mamma di un ragazzo disabile dell’Itaf Garibaldi di Roma. “per la prima volta, quest’anno, la gita ha funzionato perfettamente: un’esperienza di vera integrazione, in cui mio figlio ha potuto partecipare a tutte le attività, assistito dal personale della struttura, tutto opportunamente formato anche sui temi della disabilità. E assistito dal suo accompagnatore, per il quale non abbiamo dovuto pagare nulla. Tutte le altre volte, ci eravamo dovuti far noi carico della quota dell’assistente”. Esperienze positive arrivano anche da altre famiglie: “Alessio ha partecipato alla scuola-natura con la sua classe, organizzata dal comune di Milano, diverse volte e sempre senza problemi. Ora che è alle scuole medie è stato due giorni in Svizzera: anche in questo caso, è andato tutto bene e abbiamo pagato quanto gli altri”.

… la mamma in gita con la classe… Meno positiva l’esperienza di Danielle, che l’anno scorso ha accompagnato il figlio al campo scuola, perché un’altra soluzione proprio non si trovava: “Siamo stati fuori tre notti e quattro giorni: è stata un’impresa tutt’altro che facile, con il dirigente che non voleva che mio figlio partisse e accampava mille scuse. Poi mi sono rivolta a un’associazione, che mi ha mostrato quanto prevede la normativa: sono tornata dal preside, legge alla mano, mettendolo con le spalle al muro. Ma sono dovuta partire io, come accompagnatore, pagando la sua e la mia quota. Non mi pento di averlo fatto, perché per mio figlio è stata un’esperienza bella e importante”. Bilancio positivo anche per altre due mamme: “Mia figlia va ovunque – racconta Emanuela, di Varese – Con la sua classe e le sue insegnanti spettacolari: quest’anno, in quarta elementare, è andata due volte a Milano e una a Genova, con i suoi compagni che la amano”. Tutte esperienze positive anche per Stefania “dalla scuola elementare ad oggi. Mio figlio – racconta – ha sempre partecipato, insieme all’accompagnatore della scuola o anche a un genitore volontario. Ed è sempre andato tutto bene”.

… Clelia “la sfida con me stessa”. Nessun accompagnatore invece per Clelia, che ha una forma di autismo ma “alle superiori ho partecipato alle gite da sola- racconta – Siamo andati in mezzo ai boschi a vedere delle opere fatte con il materiale naturale. E’ stata un’esperienza super positiva: potevo contare su me stessa, era una sfida per vedere se riuscivo a cavarmela da sola, ad aver fiducia nelle mie possibilità e nei miei compagni”.