«Storie di alternanza», pubblicato il bando 2019-2020

da Il Sole 24 Ore

di Amedeo Di Filippo

Giunge alla terza edizione il premio “Storie di alternanza”, promosso da Unioncamere e dalle Camere di commercio italiane con l’obiettivo di valorizzare e dare visibilità ai video racconti dei progetti d’alternanza ideati, elaborati e realizzati dagli studenti e dai tutor degli istituti scolastici di secondo grado.

Il premio
Realizzato nell’ambito della attività previste al protocollo d’intesa Miur-Unioncamere del 12 dicembre 2016, il premio “Storie di alternanza” mira ad accrescere la qualità e l’efficacia delle attività formative facendone, con la collaborazione attiva delle imprese e degli altri enti coinvolti, un’esperienza significativa per gli studenti attraverso il “racconto” delle esperienze maturate nel percorso di studio, con particolare riferimento alle attività realizzate per lo sviluppo delle competenze trasversali dello studente o finalizzate a intraprendere un percorso di orientamento.

Il premio è suddiviso in due categorie, una riservata ai licei, l’altra agli istituti tecnici e professionali. Sono ammessi a partecipare gli studenti regolarmente iscritti e frequentanti, singoli o organizzati in gruppi, i quali devono far parte di una o più classi di uno stesso o più istituti, aver svolto dall’a.s. 2018/2019 un percorso per lo sviluppo delle competenze trasversali e l’orientamento, realizzare un video che presenti l’esperienza di alternanza realizzata, le competenze acquisite e il ruolo dei tutor, descrivere il percorso di formazione seguito evidenziandone gli obiettivi e le finalità, le attività previste e realizzate, le modalità di svolgimento, le competenze acquisite.

La partecipazione
Il premio prevede due livelli di partecipazione: il primo locale, promosso e gestito dalle singole Camere di commercio, il secondo nazionale, affidato a Unioncamere, al quale si accede solo se si supera la selezione locale. A livello locale sono gli istituti scolastici ad iscrivere i propri studenti, previa acquisizione del consenso al trattamento dei dati personali. La domanda va presentata tramite la piattaforma www.storiedialternanza.it, dal 9 settembre al 21 ottobre per il II semestre 2019, dal 3 febbraio al 20 aprile per il I semestre 2020.

Oltre alla domanda di iscrizione devono essere inviati il link per visualizzare il video racconto realizzato, la scheda di sintesi relativa ai risultati del progetto, il consenso al trattamento dei dati e la eventuale candidatura del tutor esterno d’eccellenza. La valutazione sarà effettuata dalle singole Camere di commercio aderenti all’iniziativa.
A livello nazionale sono ammessi i racconti di alternanza selezionati a livello locale. Queste le scadenze: sessione II semestre 2019 entro il 5 novembre 2019; sessione I semestre 2020 entro il 4 maggio 2020. La valutazione sarà effettuata da una apposita commissione sulla base della creatività e originalità dei video, qualità generale del progetto e dei materiali forniti, innovatività del progetto formativo, descrizione delle competenze acquisite, ruolo dei tutor scolastici.

I premi
Sia a livello locale che nazionale i vincitori saranno proclamati nel mese di novembre per la sessione II semestre 2019 e maggio per la sessione I semestre 2020. I premi nazionali consistono in una targa e un attestato di partecipazione nonché in un montepremi di 10 mila euro ripartiti in base alle categorie degli istituti, erogati agli istituti stessi per le attività formative legate all’orientamento e allo sviluppo delle competenze degli studenti.
I premi locali sono distribuiti dalle Camere di commercio, che provvederanno all’organizzazione della premiazione secondo le modalità che verranno comunicate alle scuole interessate. Sono inoltre previste menzioni speciali, con la possibilità di una dedicata a un racconto di alternanza incentrato sul settore della meccatronica da premiare attraverso uno stage extracurriculare remunerato.

Concorso Dirigenti Scolastici, procedura assunzione si inceppa sulla 104

da Orizzontescuola

di redazione

Concorso Dirigenti Scolastici: sindacati nuovamente al Miur il 31 luglio per definire le modalità di assunzione, che scatteranno nei giorni successivi.

Modalità assunzioni dal 1° settembre 2019

La pubblicazione della graduatoria è prevista per giorno 30 o 31 luglio.

Le  assunzioni avverranno su base nazionale e, come leggiamo anche nel bando di concorso, si seguirà la procedura di seguito riportata:

  1. i vincitori esprimono le preferenze dal 31 luglio al 2 agosto su Istanze online;
  2. segue l’assegnazione ai ruoli regionali dal 5 agosto, sulla base dell’ordine di graduatoria e delle preferenze espresse dai vincitori stessi all’atto dello scorrimento della graduatoria, nel limite dei posti vacanti e disponibili ciascun anno e in ciascun USR;
  3. il competente USR invita poi i vincitori a sottoscrivere il contratto individuale di lavoro a tempo indeterminato.

Il Miur, ha avanzato l’ipotesi che i dirigenti vengano assegnati dal direttore dell’USR alle scuole anche tramite curriculum.

I sindacati, contrari alla proposta, chiedono criteri oggettivi di assegnazione alle scuole. Criteri che possono essere individuati insieme ai sindacati, alla luce di quanto previsto dal CCNL Area Istruzione e Ricerca 2016/18.

Precedenze

Le precedenze per i beneficiari degli articoli 21 e 33, commi 5, 6 e 7, della legge 104/1992 – secondo il bando –  operano soltanto nella 3 fase, ossia nell’ambito dell’assegnazione della sede da parte dei direttori degli USR cui i dirigenti sono stati destinati nell’ambito della seconda fase sopra riportata.

In definitiva, le precedenze non operano nell’ambito dell’assegnazione della Regione, mentre vanno tenute in considerazione nella fase di assegnazione della sede (scuola).

Una procedura che desta preoccupazione in  un gruppo di docenti idonei al concorso DS 2017, titolari di 104 personale e quali assistenti di familiare,”Ragionando a voce alta per il MIUR, un titolare ex art. 21 Legge 104 o, un familiare di disabile  (ex art. 33, co 5, sempre della legge famigerata), potranno godere dei benefici, espressi dalle norme ricordate, in merito alla scelta della sede, solo dopo essere stati assegnati  nella Regione dove risiedono, altrimenti… altrimenti se lo il nuovo DS con art. 21 o DS assistente di persona disabile, non dovesse trovar posto nella Regione di riferimento, dalla nuova Regione cosa potrà fare?
Ancora più sinteticamente se il Prof. Bianchi di Catanzaro, vincitore del concorso DS 2017, è stato bravissimo e puó scegliere la Calabria, poi, il Direttore USR della Calabria gli concederà la sede a lui più consona, essendo titolare di legge 104…ma attenzione se il Prof. Verdi di Nuoro, non avendo posizione in graduatoria utile per scegliere la Sardegna, verrà associato, per esempio, alla Regione Lazio, sarà il Direttore della USR Lazio a concedergli i benefici della 104.
Ciò che sfugge, onestamente non si comprende come possa, è che il figlio disabile del Prof. Verdi, semmai, vive ancora a Nuoro e come potrebbe, il nuovo  DS sardo, assisterlo da Viterbo???
Allora non vi è chi non veda la macroscopia miopia del Miur che pur rispettando il proprio bando, relativo al reclutamento dei nuovi Presidi, dimentica il senso e la portata di una legge 104/92. Una Legge che è pietra miliare della nostra legislazione positiva, che è norma invidiata da mezza Europa, che è base su cui regge quella scuola inclusiva gridata a gran voce dall’Europa con ET 2020 e dal mondo con l’Agenda ONU 2030.”

Di tutto questo si discuterà ancora il 31 luglio.

Assunzioni

Il numero complessivo degli idonei è pari a 3420. Di questi saranno dichiarati vincitori 2900 docenti, per cui 520 aspiranti dirigenti resteranno fuori.

Ricordiamo che le assunzioni avverranno sub iudice, in quanto la discussione della sentenza di merito relativa all’annullamento del concorso è prevista per il 17 ottobre.

Tutti i posti per regione

Stop appalti pulizia. Concorso ATA: decreto tra luglio e agosto. Requisiti, posti e procedura assunzione

da Orizzontescuola

di redazione

A partire dal 1° gennaio 2020, non ci saranno più appalti esterni di pulizia nelle scuole e i lavoratori delle ditte saranno assunti in qualità di collaboratori scolastici. La misura è prevista dalla legge di bilancio 2019 e adesso si è in attesa del decreto attuativo che sta già terminando il suo iter.

Forniamo qualche particolare in più sulla procedura, come riferito dall’On. Gallo(M5S) tramite un video su FB.

Decreto tra luglio e agosto

Il decreto, afferma Gallo, sarà pubblicato tra fine luglio e agosto.

Requisiti

Questi i requisiti d’accesso:

  • servizio per almeno 10 anni, anche non continuativi, purché includano il 2018 e il 2019, presso le scuole statali, per lo svolgimento di servizi di pulizia e ausiliari;
  • assunzione in qualità di dipendente a tempo indeterminato di imprese titolari di contratti per lo svolgimento dei predetti servizi.

Alla procedura selettiva non può partecipare il personale di cui all’articolo 1, comma 622, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, ossia gli ex LSU di Palermo.

Il succitato decreto definirà, fermo restando quanto sopra riportato, i requisiti per la partecipazione alla procedura, le relative modalità di svolgimento e i termini per la presentazione delle domande.

Il titolo di studio d’ascesso dovrebbe essere la terza media, come riferito dal sottosegretario Giuliano (sembra, inoltre, che ci sarà la possibilità di partecipare con riserva al concorso anche per i lavoratori che hanno solo la licenza di scuola primaria che attesteranno lo svolgimento di scuole per avere la licenza di scuola secondaria inferiore).

Procedura di assunzione

I lavoratori delle ditte di pulizia saranno assunti in base ad un concorso per titoli e colloquio, al termine del quale sarà stilata una graduatoria.

I titoli valutabili sono quelli culturali e di servizio.

Il colloquio verterà sul CCNL 2016/18, nello specifico sulle mansioni del collaboratore scolastico e su diritti e doveri dello stesso.

Assunzioni nel posto attuale?

L’Onorevole Gallo ha precisato che non si verrà assunti nel posto di attuale di servizio, ma in ordine di graduatoria.

Quindi, svolto il concorso, si sceglierà in base alla posizione occupata in graduatoria.

Sarà prevista la mobilità interprovinciale, in modo da coprire tutti i posti disponibili, in quanto potrebbero esserci province con più posti degli aspiranti e viceversa.

Riserve e precedenze

Nell’ambito delle procedure di assunzione e di scelta della sede saranno tenute in considerazione le riserve di legge e le precedenze previste dalla legge 104/92.

Posti

I posti destinati ai lavoratori delle ditte di pulizie, secondo le dotazioni organiche complessive del personale ATA per il triennio 2019/2022, ammontano a 11507 posti (Tabella E).

I posti, ha affermato l’Onorevole, saranno accantonatati a livello provinciale.

La tabella E:

Arrivano i concorsi, Bussetti “stabilizzare maggior numero possibile di docenti”

da Orizzontescuola

di redazione

Il Ministro Marco Bussetti, intervenuto questa settimana al Convegno in cui la CISL ha incontrato i Dirigenti Scolastici, ha parlato dell’avvio delle nuove procedure di stabilizzazioni.

Siamo alla vigilia delle immissioni in ruolo 2019/20 e tra qualche settimana verranno assegnate anche le supplenze. Quest’anno si toccheranno numeri record, con numerose cattedre assegnate anche al 31 agosto.

Il piano Bussetti prevede l’indizione di più concorsi, tra ordinario e straordinario.

Infanzia e primaria

Atteso per la prossima settimana il bando per 16.959 posti. Non sappiamo ancora in quali regioni verrà bandito.

Il Sen. Pittoni ha elaborato una proposta per lo svolgimento di un concorso straordinario bis, per docenti con un anno di servizio. Per venire incontro alle esigenze anche dei docenti che hanno lavorato nelle scuole paritarie e nelle sezioni primavera.

Secondaria I e II grado

I concorsi saranno due, uno ordinario e uno straordinario.

Il primo dovrebbe essere proprio quello straordinario, riservato ai docenti con tre anni di servizio nella scuola statale negli ultimi otto. Uno dei tre anni deve essere specifico per la classe di concorso richiesta.
Qualora si richieda di concorrere per il sostegno, occorre la specializzazione.
Ancora da definire alcuni particolari PAS e concorso straordinario, nel testo del decreto valido solo servizio scuole secondarie

24.000 posti al concorso straordinario, 24.000 posti a quello ordinario.

Quest’ultimo sarà aperto anche ai docenti già in possesso di abilitazione nonché ai laureati con 24 CFU nelle discipline antropo – psico – pedagogiche ed in metodologie e tecnologie didattiche 

Le prove del concorso straordinario:

  1. prova scritta al computer selettiva
  2. prova orale non selettiva

La prova scritta al computer si supera con un punteggio minimo che non deve essere inferiore a 6/10. Sarà comunque definito con apposto decreto del Miur. Il sindacato UIL chiederà che si basi su una batteria di test pubblicata con anticipo rispetto alla prova.

Entro il 2023, secondo Bussetti, si potrà arrivare a 100mila assunzioni.

Bussetti: “Concorso nel 2019 per mettere in regola i precari”

da La Tecnica della Scuola

Il ministro Marco Bussetti, nel coso di una intervista al Messaggero sul problema grave del precariato nella scuola, ha detto:

«Questa settimana presenteremo in Consiglio dei Ministri un pacchetto scuola. Siamo pronti. Lo schema di decreto legge è già stato inviato da giorni a Palazzo Chigi per l’istruttoria preliminare e, salvo sorprese, sarà approvato in una delle prossime riunioni prima della pausa estiva. Dentro ci sono importanti misure per il precariato, per il trasporto scolastico, per garantire la continuità del corpo degli ispettori in attesa del nuovo concorso, per la sicurezza degli edifici scolastici e l’antincendio. Quanto ai precari cosiddetti storici, il decreto prevede due misure: l’avvio di percorsi abilitanti speciali ed il bando di un concorso riservato».

Abilitazioni speciali

Per quanto invece «I percorsi abilitanti speciali, in particolare, saranno banditi entro il 2019 e si svolgeranno nelle università. Consentiranno a chi ha già insegnato a lungo da precario di ottenere l’abilitazione. Per la prima volta la partecipazione sarà estesa ai dottori di ricerca, quindi ai nostri giovani, alle nostre migliori menti, ma, soprattutto, come già detto, valorizzeremo l’impegno di chi in questi anni ha garantito il funzionamento delle scuole statali e paritarie. Saranno ammessi i docenti che hanno svolto almeno tre anni di servizio, anche non consecutivi, negli ultimi otto. Sia nelle scuole statali che paritarie. Saranno riconosciuti anche l’insegnamento nei percorsi di formazione professionale e l’attività di sostegno nella scuola dell’obbligo».

Concorso straordinario

Relativamente al concorso straordinario, «Verrà bandito entro la fine del 2019. Saranno effettuate circa 24 mila assunzioni, tra i docenti che abbiano almeno tre anni di servizio negli ultimi otto, nella cosiddetta “terza fascia”. Altre 24mila assunzioni saranno poi riservate ai laureati. Per un totale,di circa 48 mila posti per la scuola secondaria. Che si sommano ai 17 mila che bandiremo nei prossimi giorni, prima della pausa estiva, su infanzia e primaria. Stiamo aprendo una nuova stagione di concorsi. Ora dobbiamo assicurarci che si svolgano con cadenza regolare. Altrimenti avremo sempre cattedre scoperte, soprattutto in alcune aree del Paese».

I vincitori dei vecchi concorsi

«Saranno assunti quanto prima anche i vincitori dei vecchi concorsi, perché continueremo a scorrere le graduatorie. Per questo, nello schema di decreto ho fatto inserite una norma che ne proroga la validità di un altro anno».

Accordi MIUR con BEI e CEB

“Oggi sigliamo una importante operazione di sistema che guarda al futuro dei nostri ragazzi. Questi Accordi sono fino ad ora il contratto di progetto di importo maggiore che sia stato stipulato sull’edilizia scolastica. Rappresentano un ulteriore segnale teso al bene della nostra scuola”. Così il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, ha commentato gli Accordi per l’edilizia scolastica siglati questo pomeriggio, a Palazzo Chigi, tra il Miur e la Banca Europea per gli Investimenti (BEI), la Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa (CEB) e Cassa Depositi e Prestiti (CDP). Le Intese sono state sottoscritte alla presenza del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, del Vice Presidente della BEI, Dario Scannapieco, del Vice Governatore della CEB, Carlo Monticelli, e dell’Amministratore Delegato di CDP, Fabrizio Palermo e, appunto, del Ministro Bussetti.
“Questi Accordi – ha spiegato il Ministro Bussetti – ci consentiranno lo stanziamento di 1,5 miliardi netti per interventi di ristrutturazione, messa in sicurezza, adeguamento alle norme antisismiche, efficientamento energetico e nuova costruzione di edifici scolastici. Il ricorso ai mutui con la Banca Europea e la Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa permetterà allo Stato italiano un risparmio sulla spesa legata agli interessi. Quello di oggi è il frutto del lavoro di un anno di Governo e siamo molto soddisfatti. L’edilizia scolastica è stata da subito una nostra priorità. E lo sarà fino alla fine del nostro mandato”.
Un miliardo e mezzo, dunque, le risorse a favore dell’edilizia scolastica (1,255 milioni erogati dalla Banca Europea per gli Investimenti e 300 milioni dalla Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa). I fondi saranno utilizzati dalla Cassa Depositi e Prestiti (CDP) a beneficio degli Enti Locali proprietari degli istituti. Le risorse saranno erogate da CDP a Comuni, Province e Città Metropolitane tramite la concessione di mutui alle Regioni, sulla base di graduatorie di priorità predisposte da queste ultime e rientranti nella programmazione nazionale triennale 2018-2020 per l’edilizia scolastica del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca che coordina il piano e monitorerà l’utilizzo dei fondi. Gli oneri di ammortamento saranno a carico dello Stato senza alcun onere per gli Enti Locali.



Roma 29 luglio 2019

Italia: da BEI-CEB 1.555 milioni di euro al Governo per l’edilizia scolastica tramite CDP

  • Banca europea per gli investimenti (BEI) e Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa (CEB) mettono a disposizione rispettivamente 1.255 milioni e 300 milioni per il Piano di edilizia scolastica predisposto e coordinato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR)
  • Cassa Depositi e Prestiti utilizzera’ i fondi per la concessione di mutui in favore delle Regioni e destinati a finanziare progetti di scuole primarie e secondarie
  • Notevoli vantaggi finanziari per lo Stato italiano dal ricorso ai fondi delle due istituzioni internazionali

Prosegue l’impegno delle istituzioni finanziarie europee e internazionali al fianco del MIUR a favore della sicurezza e dell’ammodernamento delle scuole italiane.  Sono stati infatti siglati oggi a Roma alcuni accordi che mettono a disposizione importanti risorse per l’edilizia scolastica: 1.555 milioni in tutto stanziati dalla Banca europea per gli investimenti (BEI, per la quota di 1.255 milioni), dalla Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa (CEB, 300 milioni). Fondi che saranno utilizzati dalla Cassa Depositi e Prestiti (CDP) a beneficio degli enti locali proprietari degli edifici scolastici.

I relativi accordi sono stati siglati oggi a Roma, alla presenza del Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, tra il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) Marco Bussetti e, per la BEI dal Vicepresidente Dario Scannapieco, per la CEB dal Vice-Governatore Carlo Monticelli, per CDP dall’Amministratore Delegato Fabrizio Palermo.  

I finanziamenti sono destinati a interventi di ristrutturazione, messa in sicurezza, adeguamento alle norme antisismiche, efficientamento energetico e nuova costruzione di edifici scolastici. Le risorse saranno erogate da CDP a Comuni, Province e Città Metropolitane tramite la concessione di mutui alle Regioni, sulla base di graduatorie di priorità predisposte da queste ultime e rientranti nella programmazione nazionale triennale 2018-2020 per l’edilizia scolastica del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca che coordina il piano e monitorerà l’utilizzo dei fondi. Gli oneri di ammortamento saranno a carico dello Stato e, grazie a specifiche modalità di erogazione, i beneficiari finali potranno utilizzare le risorse senza impatto sul proprio patto di stabilità interno. 

Il ricorso ai finanziamenti di BEI e CEB permetterà allo Stato italiano un notevole risparmio nella spesa per interessi, grazie alle favorevoli condizioni della raccolta obbligazionaria delle due istituzioni internazionali (BEI: AAA/AAA/Aaa; CEB: AAA/AA+/Aa1).

Nel complesso, con gli stanziamenti erogati oggi e negli scorsi anni dalle istituzioni finanziarie europee e internazionali, sarà possibile realizzare interventi su oltre 9mila edifici scolastici. Il Piano per l’edilizia scolastica e la collaborazione economica fra gli attori in campo è possibile anche grazie ad avanzati sistemi informativi di mappatura completa degli edifici scolastici in tutta Italia e di monitoraggio degli interventi (accessibili in forma geo-referenziata ed in modalità “open data”), che sono considerati un’eccellenza a livello europeo.

Note al redattore:

La Banca europea per gli investimenti (BEI) è l’istituzione finanziaria di lungo termine dell’Unione europea i cui azionisti sono gli stessi Stati membri. Il suo compito è erogare finanziamenti sul lungo termine per progetti validi al fine di contribuire agli obiettivi politici dell’UE. 

Richieste proroghe FSE: regolarizzazione documentazione su GPU e approvazione richieste

Fondi Strutturali Europei – Programma Operativo Nazionale “Per la scuola, competenze e ambienti per l’apprendimento” 2014-2020. Avvisi PON-FSE n.1953/2017 – n.2165/2017 – n.2999/2017 – n. 3340/2017, n. 3504/2017 – n.3781/2017 – n. 4427/2017.
Note prot. DGEFID/4496 del 18.02.2019 e prot. DGEFID/14872 del 13.05.2019 e prot. . 16759 del 23 maggio 2019 Manuale Operativo Gestione – Richieste di proroga Avvisi FSE.
Regolarizzazione documentazione attività formative su piattaforma GPU ed approvazione richiesta di proroga per la conclusione dei moduli inseriti nello specifico progetto.

Prot. 25824 del 29 luglio 2019

Nota 29 luglio 2019, AOODGRUF 17067

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali
Direzione Generale per le risorse umane e finanziarie – Ufficio IX

Alle istituzioni scolastiche ed educative statali
LORO E-MAIL
e, p.c.
Agli Uffici Scolastici Regionali
LORO E-MAIL

Oggetto: Art. 1, comma 512 della Legge n. 208/2015 – Obbligo di ricorrere agli strumenti di acquisto e di negoziazione messi a disposizione da Consip S.p.A. o da altro soggetto aggregatore per gli affidamenti di servizi e di beni informatici e di connettività

Emergenza genitoriale

Emergenza genitoriale

di Vincenzo Andraous

Due bambini fracassati, due creature fatte a pezzi, due innocenti estinti per inadeguatezza umana, per imbecillità dis-umana, per immaturità genitoriale profondamente colpevole. Alla guida della propria auto completamente in balia della sorte, della sfida alla morte che sempre è destinata a vincere. Una mano sullo sterzo, l’altra a farsi un selfie, meglio, una bella diretta su facebook, con il piede martello ben calcato sull’acceleratore. Ma non basta, non è sufficiente la disarticolazione cerebrale dell’essere umano, a fare da regina incontrastata della propria devastazione psico-fisica, ecco allora anche la polvere bianca pippata senza troppi problemi di coscienza. Adesso non c’è niente e nessuno a sbarrare la strada, nessun ostacolo, nessuna curva, intersezione, niente e nessuno a poter fermare il missile che taglia a metà la città, la periferia, le strade sconosciute. Niente e nessuno a fermare quella corsa impossibile, il missile è diventato un bisturi che divide in due la ragione, la vita, quella degli altri, dei soliti innocenti. Non resta più niente e nessuno a fare da ponte, da percorso al centro, per non rimanere inerti rasenti ai muri. Ci saranno le solite voci grosse, gli aggettivi ricercati, i sostantivi di pressione, per rimarcare la gravità della tragedia, ora verrà il tempo del pugno duro per chi non rispetta le regole, per chi non rispetta gli altri oltre che se stesso. C’è necessità di fare tabula rasa anche dei cattivi esempi travestiti da miti, l’obice è puntato dritto su quanti pensano di poter fare e disfare a proprio piacimento pur di non sottostare a norme e regole largamente condivise. Però qualcosa non quadra, qualcosa è fuori dalle metrature appena elencate, qualcosa manca all’appello, sì, qualcosa è incredibilmente assente nella discussione da poco messa in atto a furor di slogan. Perchè quei due bambini sono stati ammazzati dal delirio di onnipotenza del proprio padre, non dal pirata stradale di turno, dal solito ubriaco irresponsabile alla guida, da qualcuno che disconosce la responsabilità paterna, da qualcuno che di educativo ha soltanto il proprio inciampo. No, quei due bambini sono stati eliminati dal loro stesso sangue, da chi era deputato alla protezione e cura amorevole. Da chi di rispettoso, dignitoso, autorevole non ha proprio un bel niente, neppure puo’ meritare la più scalcinata delle attenuanti, figuriamoci giustificazioni. Inutile fare chiacchiere da salotto, ricercare directory e sottodirectory esistenzialistiche per tentare di dare una spiegazione, occorre prendere atto di quanto coloro che dovrebbero essere veri e propri esempi siano invece i veri colpevoli, gli imputati da sbattere con le spalle al muro, coloro che sempre più spesso sono i veri assenti alla sbarra. Gli adulti.

Richiesta misure straordinarie per la specializzazione al sostegno didattico

Alla luce delle dichiarazioni del Ministro Bussetti di voler valutare la percorribilità di soluzioni idonee a garantire le supplenze sul sostegno con personale specializzato, della volontà espressa da questo Governo a promuovere un’effettiva inclusione scolastica di tutti, dell’interpellanza dell’Onorevole Antonio Pentangelo e delle proposte Sindacali.

Vista la sentenza Tar Lazio del 23 Aprile 2019, che ha ravvisato le incongruenze relative al numero esiguo di posti per la frequenza dell’attuale ciclo di specializzazione a fronte di ben 51.107 insegnanti senza il prescritto titolo. 

Visto che gli attuali ammessi a frequentare il corso di specializzazione del TFA Sostegno 2019 sono circa 14.000 e non riuscirebbero a sopperire alla carenza dei 51.107 insegnanti di sostegno.

Visto il diritto degli alunni e delle famiglie di alunni con disabilità ad essere affiancati da personale specializzato adeguato, scongiurando dunque le condizioni di inadeguatezza che sovente si verificano rispetto alle esigenze di tali alunni.  

Considerata l’esistenza di graduatorie di Fascia con relativi punteggi dati da titoli e anni di esperienza di insegnamento.

Considerata altresì la volontà degli idonei non beneficiari, che dopo aver superato tre dure prove, vogliono esercitare il loro diritto ad essere formati, sostenendo costi in termini di tempo, energie psico-fisiche e denaro.

TORNIAMO A CHIEDERE CON FORZA

La tempestiva messa a bando, con provvedimento straordinario, di nuovi percorsi di specializzazione, rivolti agli idonei dell’attuale ciclo (2019) non ammessi alla frequenza, al fine di sopperire alle carenze di organico specializzato, per garantire nel breve periodo, il pieno diritto allo studio dei ragazzi con disabilità, come già anticipato nella lettera inviata al Ministro Bussetti in data 25/07/2019, che si allega alla presente.

Distinti saluti 
Gli Idonei TFA Sostegno


Al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
On. Marco Bussetti
e per c. Al Magnifico Rettore dell’Università Europea di Roma
alle Associazioni delle Famiglie di studenti con disabilità.
Oggetto: Richiesta misure straordinarie idonei TFA Sostegno 2019
Egregio Ministro,
Noi aspiranti insegnanti di sostegno, risultati idonei al concorso pubblico per l’ammissione ai corsi di specializzazione per le attività di sostegno agli alunni con disabilità, presso l’Università Europea di Roma,
Visto lo scenario attuale che attesta le esigenze di organico in merito al sostegno didattico.
Vista la sentenza Tar Lazio del 23 Aprile 2019, che ha ravvisato le incongruenze relative al
numero esiguo di posti per la frequenza dell’attuale ciclo di specializzazione a fronte di ben 51.107 insegnanti senza il prescritto titolo.
Vista l’inaccettabilità della condizione in cui le Istituzioni Scolastiche, nonostante il
fabbisogno attuale, continuino di fatto a convocare docenti non specializzati per le attività di
sostegno dalle Graduatorie di Circolo e di Istituto, mentre noi restiamo in attesa per mesi e
per anni solo per esercitare il diritto a frequentare tale corso di specializzazione.
Visto il diritto degli alunni e delle famiglie di alunni con disabilità ad essere affiancati da
personale specializzato adeguato, scongiurando dunque le condizioni di inadeguatezza che
sovente si verificano rispetto alle esigenze di tali alunni.
Visto i ritardi delle Università nell’espletamento delle tre prove per la definizione dell’idoneità dei partecipanti e i criteri non propriamente oggettivi nella valutazione della prova scritta e orale.
Si tenga in considerazione, altresì, che l’attuale data di conclusione dei percorsi in periodo “non utile” dell’anno scolastico, impedisce di fatto la pronta utilizzazione del titolo di specializzazione, sfavorendo sistematicamente la messa a disposizione del docente neo-specializzato fino all’inizio del successivo anno scolastico (circa 6 mesi).
Da tali premesse, emerge chiara l’esigenza di nuove misure organizzative che possano riassestare tale percorso tanto delicato e di fondamentale importanza per le istituzioni scolastiche.
Pertanto, Egregio Ministro, noi sottoscritti
CHIEDIAMO
La tempestiva messa a bando, con provvedimento straordinario, di nuovi percorsi di specializzazione, rivolti agli idonei dell’attuale ciclo (2019) non ammessi alla frequenza, da attivare in caso di impossibilità logistiche delle università in cui si è concorso – anche in nuove università che possano rispondere con una offerta formativa adeguata.
Percorsi, che assicurino un inizio dei corsi entro Settembre 2019, garantendo una serena frequenza ed il conseguimento della specializzazione entro la fine dell’anno scolastico 2019/20. Il tutto, per una pronta immissione nelle attività scolastiche entro l’inizio dell’a.s. 2020/2021.
Restando a disposizione per un confronto utile alla predisposizione delle suddette condizioni,
confidiamo nella Sua collaborazione e porgiamo
Distinti Saluti.
Gli Idonei “TFA Sostegno”

Ma l’Italia seleziona davvero i suoi insegnanti?

da la Repubblica

Tonino Ceravolo

Osservati dall’angolo visuale di chi presiede una scuola dell’Italia meridionale, i risultati annuali dell’Invalsi sulle competenze degli studenti hanno il sapore amaro di una disfatta. Se si assumono come esempio le classi quinte della scuola secondaria di II grado e i risultati in italiano, c’è di che essere sufficientemente sconfortati: il Piemonte e la Lombardia, così come le regioni del Nord Est (tranne la provincia di Bolzano), ottengono punteggi superiori alla media nazionale; le regioni del Centro riportano risultati in linea con la media italiana; punteggi “significativamente” inferiori a quelli medi sono ottenuti, invece, in Campania, Calabria e Sicilia. Né il quadro d’insieme varia prendendo in considerazione i risultati in matematica o in inglese: è sempre il Sud l’anello debole della catena, tanto da spingere gli estensori del “Rapporto prove Invalsi 2019” a osservare, commentando le prove di matematica, che «il regresso del posizionamento dell’Italia nelle classifiche internazionali quando si passa dalla scuola primaria alla scuola secondaria è dovuto ai bassi risultati del mezzogiorno e delle isole […]».

Insomma, per l’ennesima volta, le due Italie e la sensazione sgradevole, per chi opera nella scuola, di giocare il ruolo del curatore fallimentare. Non solo, ma se ampliamo lo sguardo e prendiamo come riferimento anche l’indagine internazionale Ocse – Pisa (l’ultima rilevazione è del 2015) ci accorgiamo che pure il Centro Italia, a eccezione che per la matematica, sconta un significativo divario, in questo caso rispetto alla media Ocse e relativamente alle abilità di lettura e alla literacy scientifica. Il quadro si definisce ancora meglio se si evidenzia come, in realtà, occorrerebbe almeno segnalare un terzo, un quarto e un quinto divario riguardo ai risultati scolastici, rispettivamente tra studenti dei licei (che ottengono risultati al di sopra della media) e studenti degli indirizzi tecnici e professionali, tra coloro che godono di uno status socio-economico- culturale medio-alto e chi ha un basso status, tra gli studenti immigrati e gli altri studenti.

In sintesi: una scuola che raggiunge pienamente i propri obiettivi solo in due specifiche aree del Paese (il Nord Est e il Nord Ovest), che contribuisce poco alla mobilità sociale, che tuttora – dopo decenni di riforme spesso sterili, che avrebbero dovuto potenziare, sulla carta, l’istruzione tecnica e professionale – circoscrive ai licei i propri risultati di “qualità”, che non costituisce, infine, reale occasione di integrazione per le giovani generazioni di immigrati. Detto lapidariamente: una gigantesca questione nazionale. A fronte di tutto questo, le risposte che provengono da più parti appaiono deboli, inadeguate a misurarsi con l’enormità del problema, che non si può certo risolvere non vedendo che si tratta di un fatto di “sistema”, che chiama in causa ogni singola tessera del puzzle, se sul serio si ha a cuore l’enunciata “centralità dello studente”. Alla quale, tuttavia, si risponde con i Pas (l’acronimo sta per Percorsi abilitanti speciali, per l’insegnamento si intende), qualcosa che, nelle intenzioni dichiarate, dovrebbe contribuire ad attenuare il problema del precariato nella scuola, ma che non affronta, se non nominalmente, la questione (tra le poche fondamentali per il futuro di questa istituzione) della formazione dei docenti.

A meno che non ci sia qualcuno davvero convinto che individuare come requisito di accesso all’abilitazione l’avere svolto “tre anni di servizio negli ultimi otto” possa essere, di per sé, un indice di qualità o che prevedere, per il successivo concorso straordinario riservato agli abilitati dei Pas, “una prova orale non selettiva” costituisca un modo per accertare le competenze disciplinari e metodologiche dei futuri docenti.

Paradosso dei paradossi: una scuola che, quotidianamente, valuta e seleziona i propri allievi rinuncia a valutare e a selezionare chi andrà in cattedra a svolgere tale delicatissimo compito. Beninteso, nulla di nuovo sotto il sole.

Fu il governo Letta a istituire, sei anni or sono, il primo ciclo di Pas e si deve a Matteo Renzi l’indiscriminato reclutamento dei docenti dalle cosiddette “graduatorie ad esaurimento”, con la conseguente immissione nei ruoli di un imprecisato numero di insegnanti i quali, per decenni, avevano dedicato ad altro la propria vita. “Scendendo per li rami” un secondo esempio: nelle estreme regioni del Sud è diventata buona abitudine (ben presto estesa anche al Nord) che i sindaci sospendano le attività didattiche a ogni stormir di fronde, poi gli studenti anticipano di uno o due giorni le vacanze di Natale, di altrettante giornate quelle di Pasqua e di almeno una settimana le vacanze estive, per non dire che partecipano quasi a ogni manifestazione che il comune di turno o la bocciofila del luogo organizzano (in mancanza di pubblico pagante). In questo modo, venti o trenta giorni di scuola vanno via e, moltiplicati per i tredici anni dell’intero ciclo, fanno, più o meno, un anno scolastico, mentre le indagini internazionali sottolineano (si veda la rilevazione Ocse -Pisa del 2012) che chi frequenta assiduamente la scuola ottiene un profitto migliore rispetto a chi non ha molta consuetudine con le aule.

Come dire che non esiste la scienza infusa e superinfusa o che chi si applica riesce meglio di un alunno pigro. Se, da ultimo e a proposito di responsabilità di “sistema”, si aggiunge che i percorsi facilitati, oltre che ai futuri insegnanti, si propongono pure agli studenti, forse per non appesantire le giovani menti in formazione, ci si può meravigliare dei risultati dell’Invalsi?

— L’autore è storico e dirigente scolastico

Incontro con il Ministro per la famiglia e le disabilità

La FISH incontra il Ministro Locatelli

Il neo insediato Ministro per la famiglia e le disabilità ha convocato ieri congiuntamente la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap e la FAND.

L’incontro aveva l’intento di una mutua presentazione ma ha rappresentato l’utile occasione per evidenziare i temi di comune interesse che saranno verosimilmente prioritari nei successivi confronti ed elaborazioni.

Nell’incontro fortemente voluto dal Ministro, nel rispetto dei reciproci ruoli, si sono evidenziati alcuni interessi e visioni, facendo emergere, per ora, quelli che sono comuni e condivisibili. – riporta Vincenzo Falabella, Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap – Riteniamo sia evidente che questi non esauriscono certamente le istanze della nostra Federazione anche se apprezziamo la continuità con il lavoro sin qui svolto.”

I focus emersi riguardano certamente alcuni temi “caldi” come la necessità di costruire politiche solide sulla non autosufficienza, usando lo specifico Fondo di cui si caldeggia l’aumento e soprattutto definendo un Piano nazionale che renda omogenei, certi ed efficaci i servizi ed i sostegni alle persone con disabilità e alle loro famiglie.

Un secondo elemento che attira la sensibilità del Ministero, oltre che della FISH, è quello del riconoscimento dei caregiver familiari, su cui una Commissione del Senato sta elaborando un testo unificato delle diverse proposte giacenti. “È una istanza che da anni è molto forte fra le famiglie e le persone con disabilità – commenta Vincenzo Falabella – che ha la necessità urgente di trovare risposte e diritti certi.”

Ci sono poi comuni aspettative sul ruolo e il supporto allo sviluppo di nuove politiche per l’inclusione che potrà essere offerto dall’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità. Esso potrebbe essere un luogo di elaborazione e sintesi, ma anche un utile referente per l’attività politica ed istituzionale del Ministero.

Tutto ciò anche considerando che resta negli intenti di questo Governo la redazione del Codice Unico sulla disabilità. Su tale aspetto la FISH ha ricordato come questo intento non possa rallentare o oscurare la concreta attuazione del Programma d’azione biennale sulla disabilità prodotto dall’Osservatorio e approvato con DPR a fine 2017.

Nei prossimi giorni – conclude Falabella – una delegazione della FISH incontrerà nuovamente il Ministro per entrare più nel merito delle istanze e delle proposte della nostra Federazione che investono, come noto, un ampio spettro di temi: dalla vita indipendente alla mobilità, dall’inclusione lavorativa all’accesso alla cultura e al tempo libero, dal contrasto all’impoverimento (inclusa una revisione dei trattamenti pensionistici) all’inclusione scolastica. Ambiti magari di non diretta competenza del Ministero ma sui quali certamente esso può svolgere quel ruolo di stimolo e coordinamento che lo dovrebbe contraddistinguere.”

Reddito e pensione di cittadinanza

da Superabile

Reddito e pensione di cittadinanza.
In tre mesi erogato più di un miliardo

È quanto si apprende dal report dell’Osservatorio statistico sulle misure contro la povertà dell’Inps pubblicato oggi. Tra i nuclei beneficiari anche famiglie con disabili: sono circa 192 mila
ROMA – In tre mesi, Reddito e Pensione di cittadinanza hanno erogato più di un miliardo di euro. È quanto si legge nel report dell’Osservatorio statistico Inps che nella data di oggi ha pubblicato maggiori dettagli sull’andamento della misura introdotta da questo governo e anche sul Reddito di inclusione (Rei), che nel mese di giugno presenta ancora oltre 92 mila nuclei beneficiari. Un Rei in uscita, quindi, anche nei numeri. Siamo ben lontani dal picco di beneficiari registrato dal Rei nel dicembre 2018, con 358 mila beneficiari, mentre continua a crescere il numero di quanti ricevono Reddito e pensione di cittadinanza.

Il dato complessivo dei beneficiari del Reddito di inclusione è stato già reso noto dall’Inps alcuni giorni fa, ma con il report diffuso oggi arrivano anche i dettagli. “Al 17 luglio 2019 risultano pervenute all’Inps 1,4 milioni di domande di cui 905 mila sono state accolte, 104 mila sono in lavorazione e 387 mila sono state respinte o cancellate”, si legge nel dossier. Delle 905 mila domande accolte, 793.547 sono beneficiari del Rdc (con 2.089.280 di persone coinvolte e un importo medio mensile di 525,65 euro), mentre 111.710 sono i beneficiari della Pensione di cittadinanza (127.639 persone coinvolte e un importo medio mensile di 206,92 euro). Complessivamente, quindi le persone interessate da Rdc e Pdc sono oltre 2,2 milioni per un importo medio complessivo di 488,54 euro. Se prendiamo soltanto il Reddito di cittadinanza, l’importo medio erogato è mediamente più elevato dell’80% rispetto all’importo medio del Reddito di Inclusione (293 euro).

Con 777 mila domande, le regioni del Sud e delle Isole, si piazzano al primo posto per richieste di accesso alla misura: sono il 56% per cento del totale delle domande. Seguono le regioni del Nord, con 388 mila domande (28%), e da quelle del Centro con 230 mila domande (16%). Per quanto riguarda le 905 mila domande accolte, invece, 793 mila riguardano nuclei percettori del Reddito di Cittadinanza, con 2,1 milioni di persone coinvolte, e le restanti 112 mila sono nuclei percettori di Pensione di Cittadinanza, con 128 mila persone coinvolte. Tra le due prestazioni, al Sud e sulle Isole il Reddito di cittadinanza raggiunge il 90% dei casi, mentre scende di qualche punto percentuale al Centro e al Nord. La maggior parte delle domanda, ovvero il 78%, è stata trasmessa dai Caf e dai Patronati, mentre solo il 22% delle domande provengono da Poste Italiane; “quest’ultima percentuale sale al 33% se consideriamo le domande pervenute dalle regioni del Nord e scende al 16% per quelle pervenute dalle regioni del Sud e delle Isole”, specifica il report.

Come è facile intuire dall’entità della domanda, i nuclei beneficiari si concentrano nelle regioni del Sud e nelle Isole, raggiungendo il 61% del totale delle prestazioni erogate, seguono le regioni del Nord con il 24% ed infine quelle del Centro con il 15%. Su oltre 2 milioni di persone coinvolte, 1,4 milioni vivono nelle regioni del Sud e nelle Isole, 480 mila nelle regioni del Nord e 308 mila in quelle del Centro. “La regione con il maggior numero di nuclei percettori di Reddito/Pensione di Cittadinanza è la Campania (19% delle prestazioni erogate), seguita dalla Sicilia (17%), dal Lazio e dalla Puglia (9%) – spiega il report statistico – ; nelle quattro regioni citate risiede il 54% dei nuclei beneficiari. Quanto alla cittadinanza del richiedente la prestazione, nel 90% dei casi risulta erogata ad un italiano, nel 6% ad un cittadino extra-comunitario in possesso di un permesso di soggiorno, nel 3% ad un cittadino europeo ed infine nell’1% a familiari dei casi precedenti”.

Andando più nel dettaglio tra i nuclei beneficiari, inoltre, si scopre che i nuclei con minori sono 329 mila: rappresentano il 36% dei nuclei beneficiari e coprono il 58% delle persone interessate. I nuclei con disabili sono 192 mila e rappresentano il 21% dei nuclei beneficiari, coprendo il 21% delle persone interessate. Delle oltre 2,2 milioni di persone coinvolte, infine, 580 mila sono minorenni.