XVI Giornata nazionale del Braille

XVI Giornata nazionale del Braille, a Venezia il tributo al Codice Braille
SuperAbile INAIL del 24/02/2023

L’Università Ca’ Foscari di Venezia ospiterà l’evento ‘Un tributo al Codice Braille: strumento attuale di conoscenza e integrazione’ con l’obiettivo di promuovere e diffondere la conoscenza di questo sistema.

VENEZIA. L’aula Baratto dell’Università Ca’ Foscari di Venezia ospiterà l’evento ‘Un tributo al Codice Braille: strumento attuale di conoscenza e integrazione’ con l’obiettivo di promuovere e diffondere la conoscenza di questo sistema di lettura agli studenti e alle studentesse dell’Università di Venezia e alla collettività, evidenziando come il Codice Braille, da quasi 200 anni, sia sinonimo di autonomia e integrazione sociale e permetta ai ciechi di essere inclusi nel lavoro, nella cultura e nella società.  ”Quando Louis Braille perfezionò l’invenzione di Charles Barbier lo fece sulla base dell’esperienza, quella del tatto – ha detto il presidente nazionale Uici Mario Barbuto- L’esperienza è riuscita a trasformare un concetto in realtà. Ci si chiede sempre se sia un metodo superato o non superato: il Braille è scrittura e lettura, è il nostro modo di leggere e di scrivere. Ricordo la celebre frase di Helen Keller durante il trasferimento della salma di Louis Braille al Pantheon: Louis Braille sta ai ciechi come Gutenberg sta all’umanità”. L’appuntamento è martedì 28 febbraio dalle 10:00 alle 12:30 all’aula Baratto, un gioiello di architettura moderna presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia a Dorsoduro 3246. Il seminario, rivolto direttamente agli studenti e alle studentesse dell’Università di Venezia, ha lo scopo di dimostrarne l’efficacia in quanto metodo didattico, la sua relazione con la musica e la sua concreta diffusione sul territorio nazionale, grazie ad una rete consolidata di Centri che promuovono l’inclusione sociale come obiettivo primario.  Tra i temi trattati: i meccanismi del Braille nell’apprendimento, le buone pratiche da applicare nei contesti di insegnamento e l’impiego del Codice per la scrittura e la lettura delle note con un approfondimento sulla storia della musica per l’inclusione. Il rapporto tra Braille e musica verrà ulteriormente sottolineato dal concerto del pianista Danilo Rea presso il Teatro Corso di Mestre – Corso del Popolo, 30 (VE) – la sera del 27 febbraio alle 21:00 La Giornata nazionale del Braille rappresenta un appuntamento annuale di grande valore per ribadire l’importanza del sistema di scrittura e lettura universale utilizzato in tutto il mondo per comunicare tra le persone con disabilità visiva. L’Unione italiana ciechi e ipovedenti, che rappresenta oltre 2 milioni di persone con disabilità visiva, è protagonista di numerose iniziative sul territorio, realizzate insieme al Club Italiano del Braille, con lo scopo di far conoscere il Braille anche in contesti diversi da quelli relativi alla disabilità. Queste iniziative hanno come finalità l’incremento del numero degli operatori in grado di insegnare il Braille e la sensibilizzazione delle istituzioni sulle opportunità di integrazione e dialogo offerto dalle nuove tecnologie.

La libertà di espressione sia garantita a tutti

Preside Firenze, Di Meglio: “La libertà di espressione sia garantita a tutti” 

“La libertà di manifestazione del pensiero, sancita anche dalla nostra Costituzione, dovrebbe essere il caposaldo di una società democratica. E chi si trova in condizione di superiorità gerarchica non può minacciare o sanzionare chi ha espresso opinioni che non condivide”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Federazione Gilda-Unams, interviene in merito alle critiche rivolte dal ministro dell’Istruzione alla dirigente scolastica del liceo Leonardo da Vinci di Firenze per la lettera indirizzata agli studenti con cui ha preso posizione sull’aggressione al liceo Michelangiolo.

“La punizione delle opinioni nella pubblica amministrazione è un problema antico di cui la politica – sottolinea Di Meglio – si interessa purtroppo solo per portare acqua al proprio mulino. Quando tocca alla parte più in basso della piramide, tutti tacciono. A Milano, giusto per fare un esempio, la coordinatrice provinciale della Gilda è sottoposta a procedimento disciplinare per aver criticato l’inerzia dell’amministrazione scolastica rispetto a ripetuti episodi di vandalismo nella propria scuola. Quindi, solidarietà alla dirigente minacciata di sanzioni, ma anche a tutti quei docenti che subiscono procedimenti per avere espresso il proprio pensiero. La libertà di espressione – conclude il coordinatore nazionale – sia sacra per tutti”.

Scatti stipendiali 2013, spettano arretrati e calcolo a fini pensionistici. Giudice del Lavoro

da OrizzonteScuola

Di redazione

Il Tribunale di Marsala, con sentenza n. 104 del 21/02/2023, in accoglimento delle domande e delle tesi di parte ricorrente, ha riconosciuto il diritto affinché anche l’anno 2013 venga ritenuto utile ai fini della maturazione del diritto pensionistico, oltre che per il pagamento delle consequenziali differenze retributive derivanti dagli scatti stipendiali maturati e maturandi; nonché il diritto del ricorrente a maturare la progressione stipendiale dovuta senza alcuna interruzione, attesa la perdurante vigenza del blocco contrattuale per l’anno 2013.

Il caso, seguito dall’avvocato Asaro, ha riguardato una docente di scuola secondaria di II° grado, classe di concorso A040 (Elettronica), assunta in ruolo il 08/05/1996, con decorrenza giuridica dal 01/09/1991.

La docente era titolare della fascia stipendiale n. 28 e non aveva avuto possibilità di salire di fascia stipendiale a causa del mancato riconosciuto, in seno al decreto di ricostruzione carriera, dell’anno 2013.

Il giudice ha accolto il riconoscimento anche dell’anno 2013 come utile ai fini della maturazione del diritto pensionistico, oltre che al pagamento, in favore del ricorrente, di tutte le consequenziali differenze retributive, oltre accessori di legge. E ha riconosciuto, pur in presenza del blocco relativo all’anno 2013, la progressione stipendiale maturata pro quota rispetto alla scaglione stipendiale successivo.

Ricordiamo che la legge n. 122/2010 aveva stabilito che gli anni 2010, 2011, 2012 e 2013 non sarebbero stati considerati validi ai fini della progressione economica. Tuttavia, successivamente sono intervenute alcune modifiche che hanno riabilitato gli anni 2010 e 2011, permettendo il recupero dell’anzianità maturata nell’anno 2012. L’unico anno che attualmente non è riconosciuto ai fini della progressione economica è il 2013, il che significa che quando un docente presenta un’istanza per la ricostruzione della carriera, viene escluso il conteggio dei servizi validi prestati in quell’anno. In sintesi, il “Scatto 2013” è congelato, ovvero l’anno non è riconosciuto ai fini della progressione economica.

La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 178/2015, affermano i giudici, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale del regime di sospensione della contrattazione collettiva risultante dall’art. 1 comma 1 lettera c) primo periodo del D.P.R. n. 122 del 4.9.2013.

La sentenza ha rimosso il blocco della contrattazione collettiva nel pubblico impiego, che la Corte ha definito come causa di sospensione strutturale della stessa contrattazione.

La rimozione della causa sospensiva ha prodotto i suoi effetti dal giorno successivo alla pubblicazione della sentenza nella G.U., ovvero dal 30.7.2015 in poi. Sono stati rimossi gli effetti derivanti dal blocco per gli anni 2011 e 2012, mentre per l’anno 2013, per il Contratto della scuola, dell’università, della ricerca, dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, non risultano essere state avviate le procedure di contrattazione collettiva da parte delle competenti Amministrazioni.

Tuttavia, il ricorrente ha il diritto di vedersi calcolato il servizio svolto in costanza del blocco stipendiale relativo all’anno 2013 pro quota, in relazione al raggiungimento della classe stipendiale successiva, ovvero il diritto alla progressione stipendiale maturata alla data della cessazione in servizio nella misura della quota maturata a tale data rispetto allo scaglione stipendiale successivo.


Addio al contributo volontario per la copertura assicurativa degli studenti. Sarà lo Stato a provvedere. Sasso: “Così scuole più sicure”

da OrizzonteScuola

Di Andrea Carlino

Via libera dalla Camera dei Deputati ad un ordine del giorno, nel decreto Milleproroghe, che riguarda la sicurezza degli studenti. Lo annuncia in una nota il deputato della Lega, Rossano Sasso.

Il Governo si è formalmente impegnato a risolvere un problema di sicurezza a scuola per studenti e lavoratori e la relativa copertura assicurativa. In particolare, verrà garantita la copertura assicurativa per l’infortunio “in itinere” anche per i docenti, allineandosi così alle disposizioni per gli altri lavoratori dipendenti. Inoltre, le famiglie non saranno più costrette a versare un contributo volontario ogni anno scolastico per la copertura assicurativa dei propri figli, poiché sarà compito dello Stato provvedere a questa copertura.

“In seguito alla tragica vicenda di Gaetano, uno studente che ha perso la vita durante un’esperienza di alternanza scuola-lavoro e per il quale la famiglia non ha ricevuto alcun tipo di risarcimento, con questo ordine del giorno, il Governo è vincolato a emanare un provvedimento che, oltre a garantire la sicurezza degli ambienti in cui gli studenti svolgono l’alternanza scuola-lavoro, garantisca anche una adeguata copertura assicurativa per questi studenti“, afferma l’onorevole.

Secondo quanto raccolto dalla redazione di Orizzonte Scuola, l’emanazione del provvedimento, decreto interministeriale (Ministero del Lavoro e Ministero dell’Istruzione e del Merito) sarebbe imminente.

Ue: “27 marzo giornata degli autori e degli scrittori”

da La Tecnica della Scuola

Di Pasquale Almirante

La Commissaria Europea per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e la gioventù, Mariya Gabriel, e la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, incontratesi a Palazzo Chigi, si sono ritrovate a convergere su alcune importanti tematiche, quali sostegno ai giovani ricercatori e supporto, attraverso percorsi di orientamento, all’approdo delle donne nei settori Stem, ovvero nella scienza, nella tecnologia, nell’ingegneria e nella matematica ma anche nell’arte.

La Commissaria Gabriel ha detto anche di essere molto proiettata sui “giovani ricercatori” e, ha aggiunto, “sono stata lieta” di capire che il ministro Bernini “se ne stia occupando” molto. “Abbiamo i migliori ricercatori in Europa e dobbiamo dare loro il meglio, anche sul piano della valutazione”.

Infatti per Gabriel “la centralità del nostro impegno sono le persone” per questo “voglio parlare di donne e di progetti Stem per le donne”.

“L’Ue sostiene le donne” che vogliono far parte del mondo Stem, ha assicurato Gabriel, a cui ha fatto eco la ministra Bernini sollevando  la questione dei giovani ricercatori e del  rientro dei nostri cervelli: “E’ un tema quello dei giovani ricercatori che sta profondamente a cuore alla Commissaria Gabriel e a me” e su questo la Commissaria europea “ha idee molto innovative. La Commissaria Gabriel ha dato il suo placet ai nostri progetti per far ritornare in Italia i giovani ricercatori, per farli partire ma poi farli tornare” e questo “ci ha fatto pensare che stiamo operando nella direzione giusta”.

Poi la Commissaria ha annunciato: “Il 27 marzo abbiamo deciso di lanciare la giornata degli autori e degli scrittori per promuovere la lettura dei libri in tutte le scuole europee”.

A conclusione dell’incontro, la ministra Bernini ha ricordato che ‘l’Italia, in quanto Paese membro fondatore dell’Unione e seconda manifattura d’Europa, è un attore di primo livello sul fronte scientifico e tecnologico in cui si gioca il futuro dell’Europa nel contesto globale’.

PNRR, un video tutorial per i progetti relativi all’investimento “Riduzione dei divari territoriali”

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Dopo aver pubblicato il video tutorial relativo alle modalità di accesso e funzionamento dell’area riservata e degli strumenti di caricamento e gestione dei progetti da parte delle scuole nell’ambito della linea di investimento Scuola 4.0 del PNRR, il MIM ha reso disponibile sul sito pnrr.istruzione.it il tutorial navigabile riferito ai progetti contro la dispersione scolastica da parte delle scuole nell’ambito della linea di investimento Riduzione dei divari territoriali.

Il tutorial è accessibile direttamente da qui o da questa pagina.

Ricordiamo che la linea di investimento 1.4 “Intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nelle
scuole secondarie di primo e di secondo grado e alla lotta alla dispersione scolastica”, promuove una serie di
azioni per la prevenzione e il contrasto alla dispersione scolastica e per la riduzione dei divari territoriali nell’istruzione, investendo complessivamente 1,5 miliardi di euro.

Il decreto del Ministro dell’istruzione 24 giugno 2022, n. 170, ha individuato 3.198 istituzioni scolastiche beneficiarie di finanziamento per la realizzazione di “Azioni di prevenzione e contrasto della dispersione scolastica” per uno stanziamento pari a complessivi 500 milioni di euro. Tali azioni consistono nella progettazione e realizzazione di percorsi di mentoring e orientamento, percorsi di potenziamento delle competenze di base, di motivazione e accompagnamento, percorsi di orientamento per le famiglie, percorsi formativi e laboratoriali co-curricolari, organizzazione di team per la prevenzione della dispersione scolastica, erogati in favore di studentesse e studenti che presentano a rischio di abbandono.

Con nota prot. n. 60586 del 13 luglio 2022 il Ministro dell’istruzione ha diramato gli “Orientamenti per l’attuazione degli interventi nelle scuole” in relazione all’attuazione delle misure di cui al citato decreto ministeriale n. 170 del 2022. Tale documento fornisce alle scuole individuate quali soggetti attuatori una serie di indicazioni per la progettazione e l’attuazione degli interventi, che potranno essere utilizzate in fase di pianificazione delle attività.

Ricordiamo che la piattaforma FUTURA per la progettazione resterà aperta fino alle ore 15.00 del giorno 28 febbraio 2023.

Rinnovo giuridico CCNL scuola, si procede con attività funzionali all’insegnamento e diritti del personale Ata

da La Tecnica della Scuola

Di Lucio Ficara

Il 21 e 22 febbraio 2023 è ripresa all’ARAN la trattativa per il rinnovo del CCNL scuola 2019-2021, si è parlato di attività funzionali all’insegnamento e dei diritti del personale Ata. Le trattative riprenderanno, con il settore Università, il 7 marzo prossimo.

Richieste sindacali per docenti e Ata

I sindacati, riguardo le attività funzionali all’insegnamento hanno chiesto di fare entrare in tale attività e durante l’orario di servizio, numerose riunioni come quelle riferite al GLO e anche ai dipartimenti. La formazione dei docenti e del personale Ata deve rientrare nell’orario di servizio, altrimenti deve essere retribuita, questa è la richiesta del sindacato.

Nel corso della discussione sull’analisi del testo contrattuale, i sindacati hanno fatto le proprie richieste di modifica del testo come per esempio lo specificare che il personale Ata possa fruire, una volta consumate le 18 ore per l’espletamento di visite, terapie, prestazioni specialistiche, o esami diagnostici può sempre ricorrere alle assenze per l’intera giornata, già previste dalle norme vigenti.
Una modifica è stata richiesta anche per la risoluzione del rapporto di lavoro con preavviso che necessità di un intervento poiché gli attuali termini di preavviso non sono fungibili con la tempistica e le modalità dei pensionamenti;
Sull’articolo 59 del CCNL 2007 relativo alla possibilità del personale ATA già in servizio di accettare nomine a tempo determinato per altro profilo, che -stante le complicazioni gestionali rilevate- necessità di una revisione per garantirne la più corretta fruizione.
In ultimo è risultata interessante la proposta avanzata dai sindacati sull’articolo 41 del CCNL 2018 per cui non può essere motivo di risoluzione del contratto a tempo determinato del personale l’individuazione in corso d’anno di un nuovo avente titolo a seguito dei ritardi con cui l’Amministrazione predispone le nuove graduatorie.

Ripresa trattative il 7 marzo

Le trattative riprenderanno, con il settore Università, il 7 marzo prossimo alle ore 15 all’ARAN.

Concorso DS in Milleproroghe: altri bocciati bussano alla porta della sanatoria

da Tuttoscuola

Contenzioso chiama contenzioso. Possiamo titolare in questo modo ciò che sta succedendo in queste ore per il decreto Milleproroghe che la Camera sta per essere approvare in via definitiva e, comunque, entro il prossimo 27 febbraio. Come è noto, un emendamento presentato e approvato dalla maggioranza parlamentare prevede il recupero, mediante un corso di formazione intensivo, di candidati bocciati all’ultimo concorso DS, a condizione che abbiano fatto ricorso in tempo utile.

Giocando sull’interpretazione della scadenza dei termini per presentare ricorso contro l’esclusione dal concorso DS, molti studi legali stanno offrendo il proprio appoggio a tutti i candidati bocciati, invitandoli a impugnare quella lontana esclusione entro il termine di entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge “Milleproroghe”, termine previsto per il giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, cioè tra pochissimi giorni.

Da notare, però, che il recupero dei candidati bocciati, secondo quell’emendamento, riguarda soltanto coloro che abbiano impugnato l’esclusione a suo tempo entri i termini fissati, cioè entro 60 giorni, e che abbiano pendente un contenzioso giurisdizionale.

Potremmo chiamarli, visti gli anni trascorsi da quel contenzioso, come ricorrenti storici o datati.

Gli studi legali che stanno offrendo ai potenziali clienti una nuova strada di impugnativa per entrare tra i beneficiari della sanatoria dei bocciati del concorso DS del 2017, probabilmente giocano sulla frase dell’emendamento “alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto”, una frase che evidentemente non riguarda il termine pregresso di impugnativa.

Lo stralcio della norma in questione non lascia dubbi.

“Al corso intensivo di formazione sono ammessi i partecipanti al concorso di cui al primo periodo che abbiano sostenuto almeno la prova scritta e a condizione che, alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto: a) abbiano proposto ricorso entro i termini di legge e abbiano pendente un contenzioso giurisdizionale per mancato superamento della prova scritta del predetto concorso ovvero abbiano superato la prova scritta e la prova orale dopo essere stati ammessi a seguito di un provvedimento giurisdizionale cautelare, anche se successivamente caducato; b) abbiano proposto ricorso entro i termini di legge e abbiano pendente un contenzioso giurisdizionale per mancato superamento della prova orale del predetto concorso”.

A questo punto, però, si può essere certi che sul vecchio contenzioso sanato dall’emendamento si riverseranno migliaia di nuovi ricorsi dell’ultim’ora di altri candidati bocciati, convinti dagli avvocati che sia possibile salire sul carro dei vincitori e ottenere prossimamente un posto sicuro di dirigente scolastico.

E potrebbe esserci un’ulteriore impugnativa come class action per disparità di trattamento dei candidati bocciati, esclusi dalla sanatoria per non avere impugnato l’esclusione.

Insomma, una storia infinita che, di contenzioso in contenzioso, trascinerà il concorso DS bandito nel 2017 almeno fino al 2026 (un decennio!), termine ultimo (!?) fissato per immettere in ruolo i candidati bocciati e sanati.

Alfieri della Repubblica 2022

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha consegnato al Quirinale gli Attestati d’onore di “Alfiere della Repubblica” conferiti nell’anno 2022 a ragazze e ragazzi che rappresentano modelli positivi di cittadinanza e che sono esempi dei molti giovani meritevoli presenti nel nostro Paese.

I premiati si sono distinti nello studio, in attività culturali, scientifiche, artistiche, sportive, nel volontariato oppure hanno compiuto atti o adottato comportamenti ispirati a senso civico, altruismo e solidarietà.

Accanto agli Attestati d’onore, il Presidente Mattarella ha riconosciuto il merito di alcune iniziative collettive assegnando loro delle targhe.

La cerimonia, presentata dall’autrice e conduttrice Angela Rafanelli, è stata aperta dall’intervento del Presidente Mattarella.

Erano presenti il Ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, il Ministro della Salute, Orazio Schillaci e il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi.


Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia di consegna degli Attestati d’Onore di Alfiere della Repubblica conferiti nell’anno 2022

(Palazzo del Quirinale, 24 febbraio 2023) Care ragazze e cari ragazzi, benvenute e benvenuti al Quirinale. È per me un vero piacere accogliervi per consegnarvi gli attestati che sottolineano le azioni e le iniziative che avete realizzato e che avete posto in essere senza pensare di ricevere un premio, tanto che alcuni di voi si sono meravigliati quando sono stati avvertiti di questa occasione, di questo riconoscimento.

Questo accresce il valore delle azioni che avete compiuto, di cui vi ringrazio io personalmente e vi ringraziamo tutti, come comunità nazionale.

Naturalmente come voi, tanti altri ragazzi e ragazze di ogni parte d’Italia hanno adottato e messo in campo azioni simili, meritevoli anche loro. Voi qui li rappresentate tutti.

È importante però sottolineare questo patrimonio di iniziative e di azioni prese nel segno della positività, perché il nostro Paese, come tutti ben sapete, vede anche manifestazioni di azioni negative, che fanno, naturalmente e comprensibilmente, più notizia. Ma la prevalenza nel nostro Paese, come negli altri – e sperabile dovunque – è di buone intenzioni, di sentimenti positivi. E voi li avete manifestati e li avete tradotti in azioni concrete.

Tra di voi vi sono esempi di chi ha compreso la difficoltà di altre persone e se ne è fatto carico per aiutarle: coetanei, compagni di scuola, persone anziane. Vi sono esempi di chi ha affrontato le proprie difficoltà con coraggio e determinazione, facendone anche occasione di incontro con gli altri; vi sono esempi di chi ha messo in pratica, in condizioni di emergenza, azioni di soccorso sanitario; di chi durante la pandemia, nella grande emergenza che c’era, è intervenuto a sostegno di chi ne aveva bisogno, dove le strutture pubbliche non potevano materialmente arrivare; vi sono, tra di voi, ragazze e ragazzi che hanno proseguito poi quest’azione nell’impegno di soccorso sanitario anche dopo l’emergenza; vi sono, tra di voi, esempi di chi ha preso a cura il territorio; di chi si preoccupa dell’ambiente; di chi diffonde messaggi di solidarietà.

Sono tanti esempi e non esauriscono la gamma degli impegni e delle azioni che avete svolto.

Io ve ne ringrazio molto, ripeto. So bene che questa occasione non vi farà inorgoglire, che resterete uguali a quel che siete e che sarete sempre semplici, che avrete sempre la convinzione, che vi ha animato, che quel che avete fatto è normale, perché rientra nei buoni criteri di convivenza in una comunità, anche quando questo ha richiesto alcuni gesti di coraggio in condizioni difficili e pericolose.

È molto importante sottolineare tutto questo, e voi ne date l’occasione. Ripeto: voi come tanti altri, ragazze e ragazzi che in giro per l’Italia fanno lo stesso.

È importante perché l’ambito internazionale non è un ambito separato da quello nazionale, da quello interno ai singoli Paesi: c’è una grande, reciproca, influenza tra come si vive dentro le comunità nazionali e come si vive nella comunità internazionale.

Alcuni di voi lo hanno visto, toccato con mano, perché sono qui perché hanno aiutato nell’accoglienza vostri coetanei ucraini in fuga dal loro Paese aggredito.

Questa riflessione ve la consegno perché oggi è un giorno particolare.

È particolare per questa occasione, per voi e per me che vi ricevo, che vi accolgo, che vi consegnerò questi riconoscimenti con molto piacere. Ma è importante anche perché oggi si compie un anno, un lungo anno, della guerra di aggressione che ha visto la Russia aggredire l’Ucraina.

Nella nostra Europa non si vedeva una guerra con cui uno Stato aggredisse un altro Stato per conquistarne territori o addirittura per annetterlo interamente, non si vedevano fenomeni del genere dagli eventi drammatici che hanno preceduto e condotto alla Seconda guerra mondiale.

Allora già molti contestavano, si opponevano a questi comportamenti aggressivi. Molti giovani, anche nelle difficoltà, con coraggio vi si opponevano.

Due giorni fa ricorrevano ottant’anni dalla morte – perché giustiziati – di alcuni ragazzi: una quindicina di ragazzi tedeschi poco più che ventenni che, con coraggio, nella Germania di Hitler si opposero al nazismo, contro la violenza, rifiutando la pratica della violenza. Vi si opposero con le parole, con i messaggi, con gli opuscoli, con gli scritti. Pagarono questo con la vita, ma resero una testimonianza. Questi ragazzi, poco più che ventenni, guidati da due di loro, coetanei, Hans e Sophie Scholl, nel Movimento della Rosa Bianca, seminarono per il futuro.

È su impegni come questo che è nata poi la nuova Europa che, dopo essersi per secoli lacerata in guerre devastanti e sanguinose, ha costruito una condizione di pace che oggi – un anno fa – è stata posta in pericolo.

La pace richiede una grande opera per conseguirla, ripristinarla, consolidarla.

Ma la pace non è soltanto frutto degli accordi tra governi, la pace è anche frutto dei sentimenti dei popoli, di come all’interno di essi si vive e ci si esprime.

Per questo quanto avete fatto è importante e anche quanto fanno, come voi, tante ragazze e tanti ragazzi in Italia, così come altrove in altri Paesi, praticando solidarietà, impegno comune, facendosi carico di problemi generali, capendo che non si vive da soli, ma si vive insieme agli altri e ci si realizza insieme agli altri.

Tutto questo è un antidoto anche contro la violenza, e anche di questo vi ringrazio. Perché indica un modello di vita che si contrappone a quello di prepotenza, sopraffazione, violenza. La vediamo purtroppo sovente: violenza nelle famiglie, violenza nelle abitazioni, violenza contro le donne, violenza in tante circostanze per strada, e in tante altre circostanze, addirittura, nei giorni scorsi, davanti a una scuola contro ragazzi.

Vi sono episodi di violenza contro i quali però la vera diga è fatta, naturalmente, dagli interventi delle pubbliche autorità, ma è fatta in maniera prevalente soprattutto dai comportamenti positivi che nella società si realizzano, vengono fuori, si manifestano, come quelli che voi avete messo in campo.

Per questo vi ringrazio. Il nostro è un Paese che ha sempre coltivato la civiltà della condizione umana. E questo è quello che vi ha spinto. Forse nel fare alcune azioni non ve ne siete resi conto pienamente, ed è bene restiate sempre semplici come siete.

Ma questo modo di comportarsi, questo capire che ci si impegna perché si vive insieme in una comunità a beneficio di tutti, questo è quel che è importante e che avete fatto.

Grazie, ragazze e ragazzi.

Nota 24 febbraio 2023, AOODGSIP 763

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione generale per lo studente, l’inclusione e l’orientamento scolastico
Ufficio II

Agli Uffici Scolastici Regionali
All’Intendenza scolastica per la scuola in lingua italiana – BOLZANO
All’Intendenza scolastica per la scuola in lingua tedesca – BOLZANO
All’Intendenza scolastica per la scuola in lingua ladina – BOLZANO
Alla Provincia Autonoma di Trento Servizio istruzione – TRENTO
Al Sovrintendente degli studi per la Regione Valle D’Aosta AOSTA
Ai Dirigenti Scolastici delle scuole secondarie di II grado
Ai Referenti regionali per la Didattica della Shoah Presso gli UU.SS.RR

Oggetto: Selezione di n. 13 docenti di Storia/Lettere delle scuole secondarie di II grado, per il Seminario “The Holocaust as a Starting Point – 6th edition”. Trieste, 29-31 marzo 2023.

Legge 24 febbraio 2023, n. 14

Ripubblicazione del testo del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, coordinato con la legge di conversione 24 febbraio 2023, n. 14, recante: «Disposizioni urgenti in materia di termini legislativi», corredato delle relative note. (Testo coordinato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale – Serie generale – n. 49 del 27 febbraio 2023). (23A01638)

(GU Serie Generale n.62 del 14-03-2023 – Suppl. Ordinario n. 11)


Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi. Proroga di termini per l’esercizio di deleghe legislative. (23G00021)

(GU Serie Generale n.49 del 27-02-2023)


Disposizioni urgenti in materia di termini legislativi. (22G00212)

(GU Serie Generale n.303 del 29-12-2022)

Inaccettabile minacciare provvedimenti verso chi trasmette valori antifascisti agli studenti

D’Aprile: “Inaccettabile minacciare provvedimenti verso chi trasmette valori antifascisti agli studenti”

“Solidarietà nei riguardi della dirigente scolastica, senso di incredulità e indignazione sia per le dichiarazioni, sia per le sanzioni disciplinari annunciate nei suoi riguardi dal Ministro Valditara.

La scuola non è e non può essere terreno di scontro. Va tenuta fuori anche dalle strumentalizzazioni politiche”. Lo afferma Giuseppe D’Aprile, Segretario generale della Uil Scuola Rua.

“Questa mattina a nome della Federazione Uil Scuola Rua ho espresso solidarietà e indignazione per le minacce ricevute dal Ministro sui social – dice D’Aprile – Allo stesso modo però, voglio mostrare vicinanza alla dirigente scolastica Annalisa Savino, che, dallo stesso Ministro, ha subito intimidazioni scorrette, fuori luogo e inaccettabili da parte di un Ministro della Repubblica Italiana”.

Cito Voltaire  “Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi perché tu la propria idea, la possa esprimere”, ricordo che manifestare dissenso per le opinioni altrui è tema ordinario e legittimo in un paese egualitario come il nostro. – prosegue – È parte della dialettica democratica che deve avere come chiaro orizzonte il rispetto – per le persone, per le istituzioni.  Rispetto che rappresenta un valore fondante in tutte le democrazie evolute e che è base insostituibile per tutte le forme di dialogo istituzionale e sociale.

Per D’Aprile “La politica tutta ha il dovere di condannare tutto ciò che riconduca ad azioni fasciste avendo chiaro all’orizzonte il rispetto – per le persone e per le istituzioni di questo paese”.

Pensione d’invalidità, stop dopo i 65 anni

Pensione d’invalidità, stop dopo i 65 anni: ordinanza della Cassazione dà ragione all’Inps

L’ordinanza n. 3011 del 2023 della Cassazione ribadisce lo stop alla Pensione di Invalidità pagata dall’INPS dopo i 65 anni. Ecco i dettagli.

Una interessante ordinanza della Corte di Cassazione è stata recentemente emanata in tema di pensione di invalidità civile, ovvero quella provvidenza economica riconosciuta ai mutilati ed invalidi civili aventi un’età inclusa tra i 18 anni e i 67 anni, verso i quali sia stata acclarata una totale inabilità lavorativa, vale ad die una invalidità corrispondente al 100%. Detta pensione rappresenta un sostegno a carattere assistenziale, e perciò sconnesso dalla presenza eventuale di un rapporto assicurativo e contributivo dell’avente diritto.

Lavoro e Diritti, 23 Febbraio 2023

Di Claudio Garau

Ebbene, secondo la Suprema Corte non sussiste alcun diritto alla pensione di invalidità civile dopo i 65 anni di età. I giudici di legittimità hanno infatti evidenziato con la recente ordinanza n. 3011/2023 che il trattamento previdenziale non può essere attribuito a favore di soggetti il cui stato di invalidità si sia perfezionato con decorrenza posteriore al compimento dei 65 anni di età anagrafica. Si tratta di un principio già noto in giurisprudenza, ma ribadito dalla Cassazione con questo recente provvedimento con cui si accoglie il ricorso dell’Inps contro una signora che chiedeva l’assegno in oggetto.

Vediamo più da vicino la vicenda.

Pensione d’invalidità, stop dopo i 65 anni: il caso concreto

Di fatto quello della Cassazione è  un provvedimento di segno opposto rispetto alla richiesta di una donna di 65 anni, la quale aveva fatto domanda per la pensione di invalidità civile, ma avendo già compiuto 65 anni di età. Nel corso dell’iter giudiziario in particolare era emersa la contrapposizione tra la richiesta della donna e la posizione dell’istituto di previdenza, in tema di accertamento dello stato di invalidità civilee dei requisiti di accesso alla citata pensione.

Ebbene, se dapprima l’istanza della donna era stata respinta dal tribunale, successivamente invece fu accolta in appello, sede nella quale dal gennaio 2015 venne riconosciuta la sussistenza degli estremi per l’accesso alla prestazione di invalidità civile. La vicende giudiziaria però proseguì fino in Cassazione, perché l’istituto di previdenza si oppose e fece impugnazione di fronte alla Suprema Corte, tenuto conto dell’età della dell’anziana percettrice della pensione di invalidità (65 anni già compiuti).

Nella recente ordinanza menzionata, i giudici della Suprema Corte hanno rimarcato in particolare che:

  • la pensione d’inabilità nonché l’assegno di invalidità civile non possono essere attribuiti a soggetti il cui stato di invalidità si evidenzi con decorrenza posteriore al compimento dei 65 anni,
  • e questo in ragione del sistema normativo vigente il quale, per gli over 65, comporta l’alternativo beneficio dell’erogazione dell’assegno sociale. 

In altre parole, secondo il provvedimento in oggetto, la donna avrebbe dovuto perdere il beneficio della pensione di invalidità al compimento dei 65 anni, così come disposto dalla legge e dagli adeguamenti annuali dell’epoca di riferimento.

Le ragioni dell’INPS: ecco cosa prevede la Legge

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’istituto di previdenza contro la anteriore decisione giudiziaria, favorevole alla donna, sulla scorta di quanto previsto nel decreto legislativo n. 509/1988. Detto provvedimento dispone in particolare che la pensione di inabilità e la pensione non reversibile di cui si trova traccia nel testo della legge n. 381 del 1970 sono concesse, rispettivamente, ai mutilati ed invalidi civili ed ai sordomuti di età inclusa fra i 18 e i 65 anni, fermi restando i requisiti e le condizioni previste dalla legislazione vigente.

1923-2023 I cento anni della Riforma Gentile (I)

1923-2023 I cento anni della Riforma Gentile (I)

di Gabriele Boselli

Parte prima: la filosofia di Gentile

Mentre scrivevo questo articolo sul centenario della riforma Gentile, è nato il caso della preside strapazzata e minacciata di sanzioni da un ministro che -si direbbe a leggere gli scritti da lui firmati- non ha mai letto Giovanni Gentile, la cui filosofia è essenzialmente, oltre le contingenti costrizioni politiche dell’uomo, una filosofia della libertà.

La nobile lettera di Annalisa Savino, preside (piace chiamarci così, il termine “dirigenti” indica soggezione attiva o passiva mentre noi siamo soggetti solo alla Scienza e alla Legge) evocava come il “Fascismo eterno” (U.Eco, 2018) nasca con episodi di violenza di gruppetti per poi farsi sistema di repressione. La politica è il governo della cosa pubblica, appunto della polis ed educare alla cittadinanza è tra i compiti di un capo di istituto. Questi non è mero amministratore di un’ organizzazione, quasi un ingranaggio, un tecnico privo di volto, di identità. E’ punto auspicabilmente autorevole di una comunità territoriale, prende posizioni culturalmente fondate e apartitiche (non a-politiche), non può essere ignavo. Dirigere degnamente una scuola significa orientare, indicare direzioni di senso, partecipare con ampia consapevolezza culturale e scientifica alle vicende della comunità. Comporta anche aiutare i soggetti di riferimento a ripensare più profondamente la nostra storia e a leggere con spirito critico e creativo il presente. Il capo di istituto, se non è un mero manager, è il primo educatore, ha responsabilità nel processo formativo.

    Il poco gentiliano MIM di Valditara non si limita a manifestare la propria contrarietà al pensiero della preside, il che può far parte di una normale dialettica culturale; quel che è davvero brutto è il ventilare sanzioni perchè ci sarebbe stata da parte della preside una presa di posizione “politica”. Il che è anche vero, ma ogni tesi è “politica” in quanto avviene entro la polis e, se non porta al disprezzo o alla censura di chi ne sostiene diverse, è democraticamente fonte di valore. La presa di posizione valditarea non è semplicemente di destra; come ogni minaccia agitata da chi detiene potere e dovrebbe esprimere l’autorità dello Stato (che non è il Governo), è totalitaria.

Nei primi anni Trenta un illustre latinista di Savignano sul Rubicone, don Luigi Scarpellini, come professore di liceo ebbe il coraggio di bocciare il figlio del Federale di Forlì; questi reagì da fascista d.o.c. disponendo la radiazione del professore. Il che avvenne, almeno sino a quando il ministero dell’istruzione, ancora gentiliano, non ne dispose il reintegro avviando nel contempo presso i competenti organismi gerarchici la destituzione del Federale.

La filosofia dell’atto nel mondo dell’artificio

Giovanni Gentile, la più alta mente filosofica e pedagogica italiana del Novecento, agisce ancora nel deep school ma non ha più eredi. Non lo sono certamente gli attuali governanti del MIM, nella loro profonda indifferenza alla sua lezione e agli insegnamenti della sinistra gentiliana postbellica (Ugo Spirito…); lo sono ancor meno i nipotini politici di Gramsci, autore politicamente contrapposto ma filosoficamente assai influenzato dal Nostro.  

Eppure la lettura di Gentile sarebbe particolarmente preziosa ora che l’Italia e il mondo stanno forse diventando un immenso conglomerato nazionalistico e guerrafondaio e insieme un vuoto  schermo OLED universal/provinciale capace di far credere alla gente che lo Spirito sia solo un totem etnico o un nome dell’alcool o una componente di Mastrolindo.

Sarebbe una lettura preziosa ora che l’atto  (ciò che originalmente e gratuitamente si dà) divien sempre più difficile e raro, dovendo fare i conti con la sterminata potenza del fatto, ovvero di atti senza soggetto anonimi e letali come droni, pure merci su merce o carne da cannone umana.

 Nel clima presente non c’ è da stupirsi se la scuola rischia di divenire essa stessa un prodotto misurabile e classificabile, da gettare sul mercato come tutti gli altri in attesa di valutazione dell’Imperatore.

La scuola eterna contro il fascismo eterno.

La scuola non deve accontentare solo i contemporanei: vede protagonisti anche gli antenati e i posteri.  Almeno la scuola di Stato -che Gentile sostenne fortemente contro la scuola confessionale- non dovrebbe essere interessata agli indici di gradimento in quanto é essa a dover indicare all’Epoca il cammino. E lasciamo a certe scuole private la pubblicità o le offerte speciali di anni scolastici come i vari “paghi un anno prendi cinque”.

No ai fatti che -come disse un’altra grande anima, Edmund Husserl- trasformano gli uomini in meri uomini di fatto e sì agli atti. Ma quali atti? Ascoltiamo Gentile e la sua teoria dell’Atto.

— Atto-problema

Nulla sta; tutto diviene, tutto procede e niente permane come dato assoluto, sciolto dalla sua relazione con tutte le altre forme in atto. Non esistono dati assoluti ma solo dati-a-qualcuno; qualche volta dati venduti, ipostatizzati e sacrificati all’assoluto economico insieme ai relativi fenomeni.

In educazione tutto é problema, anche se può essere problema coperto, soffocato; tutto é aperto all’inter-rogazione, interrogazione rivolta sia al maestro che allo scolaro.

—-Atto come dialettica

Nella programmazione educativa di massa (reti televisive, sistemi informativi, apparati produttivi) e in quella scolastica il soggetto in educazione non é concepito come altro, ovvero come dialetticamente opposto al soggetto educante; non é il soggetto del pensiero, é semplicemente il soggetto dell’apprendimento . Il che vuol dire che non é riconosciuto per niente.

Nella miglior tradizione della pedagogia italiana, Gentile indica nell’attività del soggetto la premessa del suo vitale contrasto con il mondo e con lo stesso maestro; chi non raggiunge la condizione di contrasto o perché impedito o perché blandito non arriverà mai a raggiungere se stesso. Il maestro deve porsi, contemporaneamente come qualcuno da amare e come qualcuno da vincere.

—Atti che fondano il conoscere, senza rappresentarne le fondamenta

Il sapere che viene presentato come basato sui fatti é immobile, di pietra e va bene per le culture semplici, statiche, immutabili. La pedagogia dell’atto é incompatibile con la pedagogia degli obiettivi, fatti predefiniti e imposti allo spirito soggettivo, pesantissime icone sopportate da insegnanti e alunni come pratica di devozione agli idoli tardomoderni.

–Atti del lasciar vivere e del lasciare che il soggetto prenda forma

Impegnato nel duro lavoro della sopravvivenza, il soggetto/assoggettato della tarda modernità non capisce come la scuola possa essere un luogo di vita, ovvero dove si vive, con qualche avvertenza, come ci si sente di vivere. “Lasciate vivere lo spirito…….ed egli si costituirà come intelligenza sempre più possente”  (G.Gentile “Sommario  di pedagogia”, Sansoni ’38, p.231). Gentile invita a restituire al soggetto la sua vita, liberandolo dalla soggezione agli oggetti. Il principale dei diritti é quello di seguire la propria via; e il principale dei doveri quello di non imporla agli altri.

–Atto infinito

Il fatto é caratterizzato dalla compiutezza, dal suo esaurirsi, venir meno, segnare il morire di una frazione della vita del suo operatore.  L’atto, epifania dello Spirito, non ha principio e non ha fine. Non vi fu mai una stagione in cui non fosse e non muore, continua a vivere nelle nuove manifestazioni dell’attualità.

Gli atti del maestro- le sue parole non abbandoneranno mai l’anima dell’allievo, sempre che l’allievo e il maestro rimangano capaci di parlare e d’intendere e non si faccian poi rubare l’anima dalla setta degli adoratori del Fatto.

—Atto della persona

La più importante risorsa educativa é la persona ;  é essa a fare la buona o la cattiva scuola, non certo le strategie organizzative o le alchimie programmatorie.

Per la prevalente pedagogia tardomoderna il titolare del senso dell’azione educativa non é il soggetto ma il sistema ed é il sistema che detta regole e fornisce garanzie di produttività.

La prossima puntata sulla grande Riforma del 1923

  • S. Natoli Giovanni Gentile filosofo europeo, Torino, Bollati Boringhieri, 1988
  • A.Erbetta L’eredità inquieta di Giovanni Gentile Milano, Marzorati, 1988
  • G.Boselli Riflessioni gentiliane. Per una teoria dell’atto in educazione
    in AAVV Pedagogia al passato prossimo Firenze, La Nuova Italia, 1991
  • G.Boselli-N.Serio  (a cura di) Fondazioni culturali delle riforme scolastiche, Armando 2005
  • U.Eco Il fascismo eterno La Nave di Teseo, 2018