E’ dedicata a Bomprezzi la riforma del terzo settore

da Superabile

E’ dedicata a Bomprezzi la riforma del terzo settore. On-line il suo “vademecum”

In occasione dell’approvazione della riforma che Renzi volle dedicare al “giornalista a rotelle” gli amici e i colleghi giornalisti e blogger pubblicano su LombardiaSociale una raccolta dei sui scritti su disabilità, welfare e diritti. “La disabilità è negli occhi di chi la guarda”

ROMA – La riforma del terzo settore è stata dedicata a lui, il “giornalista a rotelle” e fondatore di SuperAbile, Franco Bomprezzi. Lo aveva annunciato il premier Matteo Renzi nel giorno della sua scomparsa, il 18 dicembre scorso. E oggi, all’indomani dell’approvazione della riforma, torna il ricordo. E danno voce alla memoria i più stretti collaboratori di Bomprezzi, giornalisti di Vita e di altre testate, insieme agli amici blogger di Invisibili, con il vademecum “La disabilità è negli occhi di chi la guarda. Welfare e società secondo Franco Bomprezzi”, pubblicato per LombardiaSociale.it. Poco meno di 60 pagine, in cui sono raccolti tutti gli articoli e gli interventi del giornalista su welfare, diritti e disabilità, pubblicati tra il 2011 e il 2014 su diverse testate.

Il vademecum è suddiviso in tre parti: la prima è dedicata ai “diritti difficili”, la seconda ai §”servizi per la disabilità”, la terza allo “sguardo sulla società”. Come si legge nell’introduzione, firmata da Riccardo Bonacina, Cristiano Gori, CeciliamGuidetti, Giovanni Merlo e i blogger di Invisibili, “Franco era divenuto, forse suo malgrado, un grande esperto di “servizi sociali”. La presidenza prima della Uildm Nazionale e poi della Ledha, intervallata da una lunga militanza come ‘portavoce’ di fatto dell’intero movimento associativo, lo avevano posto spesso al centro delle analisi e delle riflessioni inerenti i temi del welfare sociale, sia di carattere nazionale che regionale e locale”. Bomprezzi si rivolgeva “sia ai decisori, con un forte contributo a contrastare la campagna sui falsi invalidi, ma anche agli operatori senza mai dimenticare ovviamente le persone con disabilità, ancora una volta strappate al velo di silenzio e di invisibilità, grazie al suo sguardo ed alle sue parole”.

Ma “Franco era anche un grande costruttore di relazioni, frequentava e faceva incontrare persone con idee, competenze e percorsi assai diversi. Fedeli al suo messaggio di incontro e contaminazione reciproca abbiamo pensato di unire gli sforzi per raccogliere in questo Vademecum alcuni suoi scritti tratti dalle diverse testate delle quali ci occupiamo. Ma è solo l’inizio. Nel prossimo futuro – infatti – vi saranno numerose occasioni per continuare a confrontarci sulle idee di Franco, diversi tra noi ci stanno lavorando”. Significativa la scelta del titolo, che “parafrasa una frase di William Shakespeare, ‘la bellezza è negli occhi di chi la guarda’ – spiegano i curatori – Ed è stato scelto per comunicare con immediatezza uno dei principali contenuti trasversali agli articoli riportati: parlare di disabilità è parlare del mondo, così come parlando del mondo si può parlare di disabilità”.

(10 aprile 2015)

Reinserimento in GaE

Reinserimento in GaE: può ricorrere anche chi non ha presentato la domanda entro il 17 maggio 2014

 

A seguito delle numerose richieste ricevute e valutate le recenti pronunce dei tribunali amministrativi in merito alla possibilità di reinserimento in graduatoria dei docenti cancellati per non aver prodotto domanda di aggiornamento in questo o nei precedenti aggiornamenti, ANIEF comunica che può adesso aderire al ricorso ‘Reinserimento in GaE’ al Giudice del Lavoro anche chi non ha mai prodotto domanda cartacea di reinserimento. Possono aderire, inoltre, anche i docenti che sono stati cancellati per non aver presentato la domanda online in occasione dell’ultimo aggiornamento per il triennio 2014/2017, entro il termine del 17 maggio 2014.

Ddl scuola: audizioni fuori bersaglio

Ddl scuola: audizioni fuori bersaglio

di Enrico Maranzana

 

Le commissioni parlamentari cultura stanno inventariando proposte e critiche di soggetti interessati alla riforma.

Razionalità vorrebbe che l’origine dello stallo dell’istituzione fosse identificata e posta a fondamento degli interventi.

Razionalità vorrebbe che il modello di scuola sotteso al DDL governativo fosse esplicitato.

Se queste fossero state le sollecitudini, sarebbe apparsa come incipit de “la buona scuola” la relazione di presentazione della proposta di legge Aprea del 12 maggio 2008: “La riforma degli organi collegiali della scuola degli anni settanta ha cercato di superare il centralismo dello Stato, ma ha mostrato, quasi subito, tutti i suoi limiti. I poteri riconosciuti agli organi collegiali sono stati di fatto esautorati dall’eccessivo formalismo centralistico e dalla limitatezza delle risorse, e ciò ha determinato una continua deresponsabilizzazione della componente dei genitori e l’affievolirsi della loro partecipazione” .

Nulla di più falso: se fossero stati letti gli ordini del giorno che i dirigenti scolastici hanno stilato per convocare gli organismi collegiali, il quadro di riferimento sarebbe inequivocabile.

I presidi, per scoraggiare la partecipazione che, ai loro occhi, sminuiva il loro prestigio, hanno sistematicamente omesso di porre in discussione questioni legate al mandato conferito agli organi di governo, sterilizzandone l’attività.

Questione passata sotto silenzio: un’evidente volontà di ritornare al passato come dimostra la riduzione del “Sistema educativo di istruzione e formazione” a “Sistema nazionale di istruzione e formazione”

  • L’educazione pone al centro dell’attività scolastica le qualità dei giovani, da cui l’unitarietà degli insegnamenti, la loro convergenza verso traguardi comuni, la loro strumentalità [art. 2 legge 53/2003];
  • L’educazione implica una prospettiva di lungo periodo: com’è possibile prefigurare lo scenario cui si affaccerà uno studente che accede alla scuola secondaria?
  • L’aver cestinato l’aspetto educativo sminuisce l’attività scolastica: i docenti, isolatamente, qualificano la loro professione con l’adesione ai libri di testo. “La progettualità educativa, la progettualità formativa e la progettazione dell’istruzione, fondamento dell’autonomia scolastica”, diventano arabe fenici;
  • L’aver cestinato l’aspetto educativo colloca la vita scolastica nel breve periodo. La stella polare è il mondo del lavoro del momento.

Razionalità vorrebbe che a fondamento dell’analisi su “La buona scuola” fossero collocati i traguardi cui l’istituzione mira.

Concorso a Cattedra 2012

Concorso a Cattedra 2012: il TAR Lazio dà ragione all’ANIEF sulla valutabilità dei titoli dichiarati nella scheda professionalità docenti

Vittoria piena al TAR del Lazio per il sindacato ANIEF: con la sentenza n. 5255/2015, annullata la FAQ n. 19 del MIUR relativa al Concorso bandito ex DDG n. 82/2012 che non riconosceva la validità dei titoli dichiarati dai candidati all’interno della cosiddetta “scheda professionalità docenti”. Gli avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli, ristabilendo il rispetto del merito e della legalità, hanno dimostrato senza ombra di dubbio che il comportamento del MIUR risultava palesemente in contrasto con il principio di regolarizzazione e il dovere di soccorso istruttorio dettati dalla normativa vigente.

Il DDG n. 82/2012 di indizione del Concorso a Cattedra, come ampiamente dimostrato dall’ANIEF, è risultato un vero e proprio percorso a ostacoli per i candidati che vi hanno partecipato, costretti letteralmente a districarsi all’interno di disposizioni illogiche e spesso contrastanti poste in essere dal Ministero dell’Istruzione nel corso di tutta la procedura concorsuale. Non da ultima, come da subito prontamente denunciato dal nostro sindacato, risultava illogica e contorta la procedura di dichiarazione dei titoli valutabili ai fini dell’attribuzione del giusto punteggio nelle graduatorie definitive; procedura che richiedeva una “dichiarazione dei titoli” all’atto della presentazione della domanda di partecipazione al concorso che, però, non è stata resa immediatamente disponibile nella procedura di iscrizione online. Da subito, invece, il MIUR ha reso disponibile una “Scheda Professionalità Docente” che richiedeva proprio l’inserimento dei titoli culturali posseduti dai candidati e che i ricorrenti hanno prontamente compilato salvo poi scoprire che tale documento non sarebbe stato utile ai fini dell’attribuzione del punteggio per i titoli posseduti.

Alcuni candidati che avevano superato tutte le prove concorsuali, dunque, si sono visti attribuire, all’interno delle graduatorie finali di merito, un inaspettato punteggio ZERO per i titoli posseduti ignari del fatto che il MIUR, producendo a posteriori una FAQ di chiarimento, non riteneva utile ai fini della valutazione titoli proprio quella Scheda Professionalità Docenti che aveva da subito reso disponibile all’interno della procedura online di iscrizione al concorso. I legali ANIEF, dunque, hanno prontamente dimostrato come i candidati siano stati danneggiati proprio dalla procedura di iscrizione online posta in essere dal Ministero dell’Istruzione che ha creduto bene di non permettere neanche la successiva regolarizzazione della posizione dei singoli, barricandosi dietro una sconcertante “chiusura” per difendere il proprio operato che ha costretto alla promozione di un’azione legale mirata.

Il TAR del Lazio ha riconosciuto, infatti, che l’aver reso disponibile solo successivamente il corretto modello per la dichiarazione dei titoli valutabili, avrebbe dovuto indurre il MIUR ad un riesame della domanda di partecipazione al concorso con conseguente provvedimento di rettifica da parte dell’amministrazione del punteggio ottenuto dai ricorrenti proprio in ossequio al principio di regolarizzazione e di soccorso istruttorio sancito dall’art. 6 della legge n. 241 del 1990. Annullate, pertanto, le graduatorie del concorso a cattedra indetto con DDG. n. 82/2012 nelle parti in cui non hanno contemplato alcun punteggio per i titoli dichiarati nella domanda di partecipazione al concorso da parte dei ricorrenti che avevano compilato la Scheda Professionalità Docente, con obbligo per l’Amministrazione resistente di rettificare dette graduatorie attribuendo il giusto punteggio per i titoli posseduti da ogni ricorrente.

Gli altri ricorsi promossi dall’ANIEF sul medesimo argomento, ancora in attesa di fissazione dell’udienza di merito da parte del TAR o che saranno discussi nei prossimi mesi, dunque, potranno ora avvalersi di questo importante precedente e i candidati che si sono affidati con fiducia al nostro sindacato potranno quanto prima vedere riconosciuto in via definitiva il proprio giusto diritto alla valutazione dei titoli dichiarati all’interno della Scheda Professionalità Docente che il MIUR ha voluto, con caparbia ostinazione, ritenere “non utile” allo scopo. Il nostro sindacato ha dimostrato, ancora una volta, che azioni legali “mirate” colpiscono sempre nel segno e raggiungono pienamente l’obiettivo della tutela e del rispetto dei diritti e della legalità.

Movitron, il carillon a ultrasuoni che aiuta i bambini ciechi a camminare

da Superabile

Movitron, il carillon a ultrasuoni che aiuta i bambini ciechi a camminare

E’ una scatolina che intercetta il movimento del bambino grazie a un sensore, incoraggiandolo a continuare a muoversi tramite la riproduzione di musica. Il prototipo è stato presentato alla prima edizione di Hackability, convention per la produzione di ausili low cost

TORINO – La maggior parte di noi pensa che per i ciechi camminare sia un gesto naturale e spontaneo. Ma le cose, purtroppo, non stanno così. E imparare a muoversi, soprattutto per chi non vede dalla nascita, significa lottare contro un radicato istinto che spinge a restar fermo chi si trova al buio. Per questo, sono nati tutta una serie di ausili che – con l’aiuto di ultrasuoni, sensori di movimento e stimoli sonori – favoriscono il graduale recupero o apprendimento della motilità.

È in questo modo che Samuele Tron ha potuto imparare a camminare, durante un workshop di un mese in una delle sedi della Lega del Filo d’oro. Samuele ha 9 anni, ed è cieco dalla nascita; il marchingegno con cui si è esercitato è un corrimano dotato di sensori di movimento, posti a 30 centimetri l’uno dall’altro: percorrendone la lunghezza, ogni volta che le mani toccano un sensore, uno speaker posto in fondo al corrimano fa partire qualche secondo di musica, che lo incoraggia così a continuare a muoversi. L’ingegnoso apparecchio oggi è installato nella casa pinerolese di Samuele, che in questo modo ha potuto continuare ad allenarsi anche in seguito al workshop. “L’unico problema – spiega il padre Andrea, un consulente informatico – è che l’apparecchio era troppo ingombrante per poter essere trasportato, e non consentiva quindi di esercitarsi in altri ambienti, come ad esempio all’aperto, o in una stanza più piccola”.

A ovviare, ci hanno pensati gli “smanettoni” di Fab Lab, laboratorio di ingegneria digitale nel quartiere torinese di San Salvario, che si occupa di progettare e realizzare oggetti con l’ausilio di stampanti 3 D e macchine a taglio laser. E che a febbraio ha ospitato la prima edizione di Hackability, una gara non competitiva in cui designer, creativi e disabili hanno unito le forze per realizzare ausili tecnologici a basso costo.. Dalla collaborazione che Andrea e Samuele Tron hanno avviato con Domenico Cardinale, Federica Valsania e Beppe Venturu, è nato Movitron, un piccolo carillon geolocalizzante contenuto in una scatolina di dimensioni ridotte, che può essere trasportata pressoché ovunque. “Appena il dispositivo viene acceso, – spiega Andrea – un sensore a ultrasuoni scansiona le dimensioni della stanza, che vengono enunciate da un sintetizzatore vocale incluso nel carrillon. Quindi, il sensore manda un’impulso che torna indietro ogni volta che incontra il corpo del bambino, che viene incoraggiato a muoversi da un lettore mp3 che fa partire dieci secondi di musica ogni volta che l’impulso torna alla macchina. Con una opportuna programmazione del sensore, dunque, si può fare in modo che che la musica parta ogni volta che Samuele percorre trenta centimetri”.

In questo modo, l’ingegnoso principio collaudato dalla lega del Filo d’oro “può essere sfruttato all’aperto, – spiega Tron – ai giardini pubblici o in ambienti che abbiano diverse peculiarità. Il prossimo step sarà collegare il dispositivo a sensori applicati alle scarpe del bambino, in modo che sappia distinguere se stia camminando, piuttosto che gattonando o trascinandosi sul pavimento. Le possibilità, in ogni caso, sono infinite”. er il momento, il primo prototipo è stato da presentato all’evento finale di Hackability: presto il progetto sarà disponibile, gratuitamente e sotto licenza Creative commons, sul sito web dedicato all’iniziativa. In questo modo, grazie anche agli esigui costi di realizzazione, chiunque potrà riprodurlo utilizzando una stampante 3d e una macchina taglio laser. (ams)

Riforma della scuola, caro Marcucci abbiamo capito benissimo

da Il Fatto Quotidiano

Riforma della scuola, caro Marcucci abbiamo capito benissimo

Vorrei rassicurare Marcucci, presidente della Commissione Cultura del Senato. In un articolo uscito sull’Huffington post qualche giorno fa- Scuola, la rivoluzione di cui non vi siete accorti – con un finta contrizione, si rammarica del fatto che gli italiani non abbiano compreso la straordinarietà della riforma scuola attualmente in discussione alla Camera. In un profluvio di retorica da regime (epocale, storico, rivoluzione, straordinario) Marcucci attribuisce grottescamente (non c’è stato, dopo il fascismo, governo che abbia goduto dell’attuale disponibilità acritica e servile di quasi tutti i media) alla responsabilità della stampa – che starebbe confinando l’epocale riforma nelle pagine interne – il mancato entusiasmo del popolo italiano nei confronti di “questa rivoluzione che ci consegnerà un Paese migliore”.Tranquillo, Marcucci. Ci siamo accorti bene di quello che state cercando di far passare, anche attraverso affermazioni completamente inattendibili come quelle che costellano il suo post. Ed è proprio per questo che ci stiamo organizzando per contrastare la distruzione della scuola pubblica che la vostra rivoluzione (lo è, ma in questo senso) prevede. Innanzitutto cercando di rispondere alle false verità che lei ostenta.

Le cifre snocciolate nella prima parte del pezzo sono le solite: i “pagherò” del futuro, che attendiamo di vedere realmente impiegati per la scuola, prima di credere. Del resto, lei comprende, siamo piuttosto allergici ai vostri annunci: lo sanno bene i 150mila cui erano state promesse assunzioni entro il prossimo 1 settembre, il numero dei quali – oggi, sulla carta – è diminuito di 1/3 e che ragionevolmente – a meno che non lo vogliate realmente, ricorrendo ad un provvedimento urgente – non verranno assunti in settembre nemmeno in versione ridotta; a questo porta la vostra decisione di provare a ricattare il Paese scambiando assunzioni con l’acquiescenza a tutto il resto dei perversi interventi sulla scuola della Costituzione che prevedete nel ddl.

Climax della negazione della realtà è il coinvolgimento, l’ascolto che sta solo nella demagogia delle vostre parole, certamente non nei fatti. “2 milioni di persone raggiunte nella campagna di ascolto on e off line (…) una consultazione che ha prodotto modifiche sostanziali nel testo”. Stia tranquillo, Marcucci. Anche di questo ci siamo resi conto.
Pareva impossibile, ma il testo depositato è ancora più aberrante di quello prevedibile dalla lettura del rozzo Pdf su cui dite di aver ascoltato il mondo della scuola. Lo spazio del post mi impone la sintesi. Ma se avrà voglia di aprire i link, essi certificano puntualmente quanto le sue semplificazioni demagogiche siano inesatte. “Con decisione straordinaria, le Commissioni istruzione di Camera e Senato hanno cominciato audizioni congiunte. In una settimana, ovvero fino a giovedì 9 aprile, ascolteremo 80 sigle, dai sindacati, alle associazioni, ai rappresentanti degli studenti. Audizioni che ripeteremo, sempre in forma congiunta, quando il provvedimento arriverà in Senato. Alla fine di questo percorso straordinario, avremo raccolto il contributo praticamente di tutto il mondo della scuola. Vi ricordate consultazioni simili? Impossibile, non ci sono precedenti”. Straordinariamente straordinario! Ascoltare 80 associazioni il pomeriggio del giovedì prima di Pasqua e poi il martedì, mercoledì, giovedì – con orari 8.30-22 – le pare una garanzia di lucidità e di attenzione? Vedremo. Intanto riguardi le registrazioni delle audizioni che già circolano: il mondo della scuola vi sta dicendo per l’ennesima volta no, argomentando nel merito e nel metodo.

La vostra ottusa visione familistica e privatistica (voi, eredi – solo nominali – di una tradizione politica di donne e uomini che si sono fatto uccidere per difendere la libertà e affermare la democrazia nel Paese) che vi porta a celebrare “le erogazioni liberali e le sponsorizzazioni che ognuno di noi potrà fare per la scuola della nostra città, per quella frequentata dai nostri figli” vi impedisce di pensare – ma per voi non è più un valore – che questo condurrà a scuole di serie A e di serie B, ben oltre la deriva in cui siamo già da tempo, con i privilegiati sempre più privilegiati e gli sfigati sempre più sfigati. Ma per voi è evidente che il secondo comma dell’art 3 della Costituzione non vale nulla. Se, come credo, non le torna a memoria, le ricordo che è quello secondo il quale la Repubblica ha il compito di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono la piena espressione dell’individuo. E sa qual è lo strumento privilegiato per far ciò? La scuola statale, quella aperta a tutti ed istituita dallo Stato per ogni ordine e grado. Troppo complesso? Troppo poco market oriented? Capisco.

Come sarà difficile farle comprendere come quella che voi celebrate come autonomia compiuta non è che un passo all’indietro verso forme gerarchizzate, con il preside manager unico decisore, organi collegiali depotenziati, un frullatore da cui verranno pescati, secondo i capricci del dirigente (reclutatore-valutatore-accentratore delle prerogative degli organi collegiali) oggi i nuovi assunti (che quello stesso decisore unico deciderà se assegnare alla cattedra o demansionare in una delle varie attività previste) domani tutti i docenti, anche quelli di ruolo, che – per un motivo o per l’altro – dovranno lasciare la scuola di titolarità. Dalla quale verranno pescati anche se – meritevoli, in una non meglio identificata definizione di merito – il dirigente scolastico di un’altra scuola vorrà reclutarli per arricchire la propria “squadra” (sic!). Libertà di insegnamento, dignità del lavoro, democrazia scolastica, centralità del soggetto in apprendimento, continuità didattica: addio.

“Ultimo ma non per importanza: sul dossier scuola è all’opera un formidabile team del Pd, composta da donne, preparate e appassionate come Francesca Puglisi, Simona Malpezzi, Maria Coscia, Flavia Piccoli Nardelli, Anna Ascani, Manuela Ghizzoni, Rosa Maria Di Giorgi, Elena Ferrara, Josefa Idem. Una squadra che racconta molto del Pd di oggi, allenata da un’altra donna infaticabile come il ministro Stefania Giannini.” La liturgica, melensa, ultrademagogica svisata sulle “quote rosa” del progetto: di molte delle ladies citate ricordiamo – soprattutto – l’imbarazzante ed arrembante passaggio al carro del vincitore. Tra le altre, proprio Giannini docet. Ma, d’altra parte, Marcucci – che viene dal Partito Liberale per approdate (non stupisce) nel Pd – quanto a cambio di casacche ha molto da insegnare.

Ddl Scuola in aula dalla prossima settimana. È corsa contro il tempo

da Corriere.it

Ddl Scuola in aula dalla prossima settimana. È corsa contro il tempo

Emendamenti fino al 18 aprile. Giannini: il provvedimento sarà licenziato entro fine maggio. Ma si fa strada l’ipotesi di un decreto ad hoc solo per le assunzioni

di Claudia Voltattorni (cvoltattorni@corriere.it)

La ministra Stefania Giannini è sicura che «realisticamente» la Buona Scuola sarà licenziata dal Parlamento «tra metà e fine maggio». Ma quella del disegno di legge di riforma del sistema scolastico italiano è una corsa contro il tempo, visto che i tempi medi di approvazione di un Ddl sono più che doppi: circa 4 mesi fra Camera e Senato. Dopo quasi un mese dalla sua approvazione da parte del Consiglio dei ministri, il ddl ha cominciato a muovere i primi passi parlamentari solo venerdì scorso quando sono finalmente partite le prime audizioni informali con i protagonisti del mondo della scuola ascoltati dalle Commissioni cultura e Istruzione di Camera e Senato. Finora sono stati ascoltati – anche dalla ministra Giannini – insegnanti, sindacati, fondazioni, associazioni.

Emendamenti e discussione in Parlamento

Oggi l’ufficio di presidenza della VII commissione a Montecitorio ha deciso che la discussione generale del testo sulla Buona Scuola comincerà la prossima settimana. È stato scelto anche il nome del relatore del provvedimento: Maria Coscia, deputata Pd. La scadenza per la presentazione degli emendamenti è stata fissata per sabato 18 aprile, termine che però «potrà essere riconsiderato». Preoccupati che i tempi parlamentari vadano troppo a rilento, sia Sel sia il M5S sia Forza Italia chiedono lo spacchettamento del ddl con un decreto del governo ad hoc almeno per le assunzioni delle migliaia di insegnanti precari da anni in attesa. La Buona Scuola prevede la stabilizzazione di 100.701 di loro. Simone Valente del M5S fa sapere che «presenteremo, in sede referente, la richiesta formale di stralcio per la parte del ddl sulla scuola che riguarda le assunzioni». Già nei giorni scorsi, il M5S aveva scritto una lettera al premier Renzi e alla ministra Giannini per chiedere due provvedimenti normativi distinti sulla Buona Scuola: uno sulle assunzioni, l’altro su tutto il resto.

«Ddl scelta saggia»

Ma la Giannini ha risposto: «Non vedo la necessità di pensare in questo momento a questi strumenti. Il disegno di legge è stata una scelta molto precisa e secondo me molto saggia perché ha consegnato al Parlamento 24 articoli in cui c’è un merito da discutere, in cui ci sono proposte che nell’insieme costituiscono uno strumento organico e fortemente innovativo per la scuola italiana. I tempi sono come sapete in perfetto rispetto del calendario che le commissioni si sono assegnate; noi dal nostro canto come macchina organizzativa Miur, pur nella consapevolezza dell’enorme complessità per essere pronti ai primi di settembre – ha concluso la ministra – stiamo lavorando e quindi abbiamo ancora tutto il tempo necessario che il Parlamento vorrà prendersi». Il ministro si è detta fiduciosa che «realisticamente tra metà e fine maggio il provvedimento sulla Buona Scuola sarà licenziato». Tra le file dell’opposizione e anche tra gli addetti al lavoro non serpeggia, però, lo stesso ottimismo.

L’appello dei 27

Crescono anche le critiche nel merito delle misure previste dalla riforma: 27 associazioni hanno lanciato un appello al Parlamento per chiedere di cambiare il ddl: «È necessario aprire un ampio confronto per delineare una visione generale, il più possibile condivisa, sul ruolo della scuola nella società della conoscenza».
I promotori dell’appello (Agenquadri, Aimc, Arci, Auser, Cgd, Cgil, Cidi, Cisl, Cisl scuola, Edaforum, Fnism, Flc Cgil, Irsef-Irfed, Legambiente, Legambiente Scuola e Formazione, Link -Coordinamento Universitario, Mce, Movimento Studenti di Azione Cattolica, Movimento di Impegno Educativo di Azione Cattolica, Proteo Fare Sapere, Rete della Conoscenza, Rete degli Studenti Medi, Rete29Aprile, Uciim, Udu, Unione degli Studenti, Uil, Uil Scuola) hanno presentato anche 5 proposte: lotta alla dispersione scolastica e diritto allo studio per tutti e innalzamento dei livelli di istruzione e competenza, anche per la popolazione adulta; più autonomia scolastica ma con decentramento dei livelli decisionali e partecipazione di tutte le componenti della scuola; revisione dei poteri del dirigente scolastico; più finanziamenti pubblici per la scuola; alternanza scuola-lavoro per tutti i percorsi scolastici con competenze certificate. Bocciate poi le deleghe al governo, perché «riguardano temi troppo importanti per non essere affrontati in aula».

Lo sciopero

E sempre oggi è partito lo «sciopero bianco» promosso fino al 18 aprile dai sindacati Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Gilda e Snals: stop alle attività non obbligatorie per docenti, personale educativo e Ata. L’Ugl ha fatto sapere che dalla seconda decade del mese convoca assemblee e organizza sit-in in tutta Italia per chiedere al governo un’inversione di rotta su una riforma giudicata «miope e dannosa». L’Unicobas ha invece annunciato uno sciopero con una manifestazione a Roma per il 24 aprile. La protesta, spiega il sindacato in una nota firmata anche da Anief e Usb, è contro «il piano Renzi che significa docenti e Ata tappa-buchi a vita, potere assoluto al dirigente-padrone, organici territoriali senza titolarità».

Le occasioni mancate della «buona scuola»

da Il Sole 24 Ore

Le occasioni mancate della «buona scuola»

di Andrea Ichino e Guido Tabellini

Incrementare l’autonomia dei singoli istituti. È questo uno dei principali obiettivi del nuovo disegno di legge “La buona scuola”. L’obiettivo è giusto e ampiamente condiviso, ma gli strumenti indicati per raggiungerlo sono inadeguati ed è facile prevedere che falliranno. Eppure l’esperienza internazionale è chiara nell’indicare strade percorribili, che il governo ha scelto invece di ignorare.

L’autonomia scolastica è indispensabile per almeno due ragioni. Innanzitutto perché non esiste “una” scuola che vada bene a tutti. Gli italiani hanno preferenze e opinioni molto diverse tra loro su come istruire i propri figli. È naturale ed è un bene che sia così: lo è in tutto il mondo. Una buona offerta scolastica, quindi, deve essere differenziata e orientata dalle scelte delle famiglie, il che presuppone ampi margini di autonomia a livello di singolo istituto.

Inoltre, un’ampia evidenza empirica mostra che, più ancora dei contenuti e delle strutture, contano gli insegnanti, la loro preparazione e motivazione. Sono quasi un milione i docenti in Italia, dislocati in migliaia di scuole. Senza un’effettiva autonomia scolastica, è impensabile che essi possano essere scelti e gestiti in modo efficiente dal centro. Non ci riuscirebbe un’impresa efficiente, figuriamoci lo Stato italiano.

Per realizzare una vera autonomia, all’estero si osservano nuove forme di scuole gestite da privati ma regolate e finanziate dallo Stato, con fondi che seguono le scelte delle famiglie. L’esempio più noto è quello delle Charter Schools americane, i cui gestori no-profit operano con obiettivi definiti e limiti alla discrezionalità (ad esempio, non possono scegliere gli studenti, ma sono liberi di reclutare i docenti preferiti a condizioni di mercato). Non sono scuole private, quindi, perché la collettività le controlla (e a volte le chiude) avendo un ovvio interesse a garantire una buona qualità del sistema educativo. Né sono scuole per ricchi, anzi hanno ottenuto i risultati migliori proprio nei contesti più disagiati (http://seii.mit.edu/).

Una Charter School risolverebbe meglio i problemi che il nostro Stato non sa affrontare. Ad esempio, per sopperire alla drammatica carenza di insegnanti per le materie scientifiche, offrirebbe condizioni retributive migliori rinunciando con flessibilità a quel che è meno necessario. La “Buona scuola” invece, a colpi di concorsi, circolari ministeriali e assenza di selezione, non ci riuscirà, causando un danno irreparabile alle competenze scientifiche di un’intera generazione di giovani italiani.

Non basta scrivere un obiettivo educativo in una norma perché esso si realizzi, se il corpo docente, soprattutto a parità di condizioni contrattuali, non è adatto allo scopo. Quale educazione musicale potranno impartire gli attuali insegnanti delle elementari che non abbiano alcuna competenza di questo tipo? E chi non conosce lingue straniere potrà davvero insegnare la sua materia in inglese, come auspica la “Buona Scuola? La formazione non basta a riqualificare i docenti: i più anziani, delusi e poco motivati non cambieranno facilmente abitudini.

Nulla, nel disegno del governo, lascia sperare che la scuola italiana riuscirà ad attirare docenti migliori. L’idea di far dipendere meccanicamente la retribuzione degli insegnanti da parametri oggettivi è illusoria. Nessun indicatore misurabile può descrivere adeguatamente la complessità dei compiti di chi opera nella scuola. Non sorprende quindi che il governo abbia fatto marcia indietro su questo, confermando solo gli scatti di anzianità.

Ancor più preoccupante è che non si sappia nulla su come saranno reclutati e incentivati i presidi, nonostante tutto il potere che essi avranno. Nei sistemi che consentono una vera autonomia scolastica, sono gli utenti, con le loro scelte, a valutare i dirigenti, soprattutto riguardo a quali insegnanti assumere e a come retribuirli. Per poterlo fare, però, le famiglie devono essere ben informate. Il compito prioritario dello Stato dovrebbe essere garantire questa informazione, non gestire le scuole.

I nuovi modelli di autonomia scolastica sperimentati all’estero ci consentirebbero di fare un uso migliore delle risorse finanziarie disponibili e di attirare docenti capaci di offrire quel che le famiglie (non il ministro di turno) davvero desiderano per i loro figli.

Perché il governo ha scelto di ignorare le migliori esperienze internazionali? Forse per diffidenza istintiva nei confronti del privato, ma certamente ha anche influito un calcolo politico. La riforma della scuola è stata un’occasione per risolvere i problemi occupazionali dei docenti, anteponendo i loro interessi al diritto degli studenti a una buona istruzione. I precari italiani, imbrogliati da anni di insensate politiche di reclutamento, meritano di essere risarciti dallo Stato (come richiesto dalla UE) e di essere assistiti in caso di perdita dell’impiego. Ma non dovrebbero insegnare se non hanno le capacità per farlo o se quel che conoscono è obsoleto.

Maturità, il 22 aprile la prova di Matematica per lo Scientifico

da La Stampa

Maturità, il 22 aprile la prova di Matematica per lo Scientifico

Questi e problemi per gli studenti in vista degli esami con la possibilità di usare le calcolatrici non programmabili
roma

La prossima simulazione della seconda prova di Maturità per il Liceo scientifico, in calendario il 22 aprile, sarà una vera e propria prova generale della seconda prova del liceo Scientifico e comprenderà le due tipologie di traccia, ovvero sia i problemi sia i quesiti.

Lo sottolinea il portale Skuola.net chiarendo anche che i candidati all’esame di giugno potranno utilizzare calcolatrici non programmabili. Il dubbio a questo proposito era sorto perché in occasione della simulazione di seconda prova del liceo scientifico dello scorso 25 febbraio, la griglia di valutazione parlava di «eventuali strumenti informatici disponibili» senza dare altre specificazioni. Ma il dicastero di viale Trastevere, interpellato a questo proposito, ha confermato che come negli anni passati, a giugno saranno ammesse le sole calcolatrici non programmabili e che la dicitura controversa sparirà dalla griglia di valutazione già dalla prossima simulazione.

Quanto ai contenuti della simulazione del 22 aprile, mentre la prima, svolta a febbraio, presentava solamente le tracce dei problemi, escludendo i quesiti di matematica, la seconda sarà «del tutto simile a quella che verrà proposta in sede d’Esame». Non solo quindi ci saranno i quesiti, ma anche i problemi, pur essendo già stati oggetto della prima simulazione.

CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE E SISTEMA NAZIONALE DI VALUTAZIONE

2442015

Registrazione: https://snv.eventbrite.it.

La scheda di registrazione sarà disponibile fino al 15.04.2015.
Le iscrizioni saranno accettate, nel limite della capienza dell’Auditorium dell’istituto ospitante, secondo l’ordine di registrazione.
L’elenco dei partecipanti sarà pubblicato anche sul sito
web dell’istituto ospitante.
In considerazione del fatto che il programma prevede un spazio dedicato ad interventi e quesiti, nella scheda è stata prevista una sezione ove registrare, contestualmente alla iscrizione, la richiesta di intervento, fornendo una sintetica descrizione dello stesso.

Giannini: i presidi avranno leadership e non potere

da La Tecnica della Scuola

Giannini: i presidi avranno leadership e non potere

 

Il ministro da San Patrignano: ai dirigenti servono strumenti, responsabilità diretta, trasparenza accountability, noi con la ‘Buona Scuola’ facciamo questo. Sulle assunzioni: basta con le graduatorie, che erano nate per contenere il precariato e invece lo hanno ingigantito. C’era anche l’ex ministro e sindaco meneghino Letizia Moratti: bene il decreto ‘Sblocca Italia’, che migliora la comunità compiendo piccole azioni come accompagnare i bambini a scuola o riverniciare classi.

Grazie alla riforma della scuola avremo dei “presidi che hanno una leadership che non hanno mai avuto prima, che è una cosa diversa” dal potere: così ha risposto, il 9 aprile, il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, a chi le chiedeva un commento sui nuovi ‘poteri’ attribuiti ai presidi dal ddl approvato dal Governo ed ora al vaglio delle commissioni del Parlamento.

Dalla seconda edizione del Forum dell’Economia positiva in Italia, svolta nella comunità di recupero riminese di San Patrignano, il ministro Giannini ha tenuto a dire che “la leadership si fonda su due fondamentali principi, almeno nella nostra visione: primo strumenti, per poterla esercitare, secondo, responsabilità diretta, trasparenza e quello che in inglese si dice accountability a tutti gli effetti. E noi con la ‘Buona Scuola’ facciamo questo”.

Sulla ‘supplentite’ italiana, il responsabile del Miur ha sottolineato l’intenzione di realizzare “un piano straordinario di assunzioni che prevede: fine del precariato e esaurimento delle graduatorie che erano nate per contenere il fenomeno e che invece – ha aggiunto Giannini – purtroppo lo hanno ingigantito”.

Sul fronte dell’economia positiva, tema del Forum ospitato dalla comunità di San Patrignano, “penso – ha concluso il ministro dell’Istruzione – che l’education sia uno degli strumenti fondamentali per produrre e diffondere una cultura dell’economia positiva che non è solo un fattore economico ma, soprattutto, un fattore valoriale e culturale: saremo impegnati come del resto stiamo dimostrando anche sotto questo aspetto”.

All’evento riminese era presente anche l’ex ministro dell’Istruzione ed ex sindaco di Milano, Letizia Moratti, che della Comunità di San Patrignano è co-fondatrice: in questo momento storico, ha detto, “il nostro sistema economico” internazionale “è basato sulle stesse logiche della droga: tutto, subito, facilmente”.

A giudizio di Moratti, quello che servirebbe, invece del “tutto, subito, facilmente” è vedere e guardare “sul lungo periodo e l’altruismo: se l’economia recuperasse la visione del lungo periodo e l’altruismo, faremmo un passo in avanti nella costruzione del mondo che vorremmo”. Esempi, di un simile approccio, ha sottolineato Moratti, si possono trovare nel “‘Decreto competitività’ che ha inserito “le loyalty shares che permettono alle imprese di investire nel lungo periodo” e poi, ha argomentato “nel decreto ‘Sblocca Italia’, che permette ai cittadini di contribuire al benessere della comunità compiendo piccole azioni come accompagnare i bambini a scuola o riverniciare classi che poi vengono premiate con riduzioni fiscali”.

Moratti ha anche detto la sua sul fronte dell’attività dell’Esecutivo nel suo primo anno di lavoro: “credo si debba dare al Governo il tempo per realizzare e sviluppare appieno le riforme messe in cantiere”. Anche perchè “il Governo ha un passo diverso rispetto al Parlamento”.

 

L’opposizione alza il muro contro la riforma: Giannini vive su un’altra galassia

da La Tecnica della Scuola

L’opposizione alza il muro contro la riforma: Giannini vive su un’altra galassia

Duro giudizio dei parlamentari del M5S sull’intervento del ministro a ‘Porta a Porta’: dalla quasi totalità delle associazioni di genitori, dirigenti, pedagogisti e i sindacati audite tanta contrarietà su quasi tutti gli aspetti del ddl. Dai ‘grillini’ arriva anche la richiesta formale di stralcio per la parte del ddl sulle assunzioni. Parole di fuoco da Maria Mussini (Gruppo Misto): la scuola non ha bisogno né di Alice nel Paese delle meraviglie né della Regina di cuori che taglia teste.

Giannini vive su un’altra galassia: così hanno commentato i parlamentari del Movimento 5 Stelle, in commissione Cultura, le parole pronunciate dal ministro dell’Istruzione nel corso di ‘Porta a Porta’ dell’8 aprile. “Affermare come ha fatto ieri in tv Stefania Giannini, che le audizioni sul ddl Istruzione stanno andando bene quando la quasi totalità delle associazioni di genitori, dirigenti, pedagogisti e i sindacati, nel corso delle audizioni che si stanno svolgendo in questi giorni, hanno espresso un coro di contrarietà e perplessità su quasi tutti gli aspetti del provvedimento, significa che il ministro vive su un’altra galassia”, tuonano i ‘grillini’.

Le critiche poi si concentrano sui tempi di approvazione della riforma, ritenuti troppo stretti per un provvedimento così complesso: “registriamo come la maggioranza – continuano i componenti del M5S – stia contingentando i tempi di discussione del provvedimento al punto da strozzare il dibattito: oggi infatti è stata fissata la data di scadenza per la presentazione degli emendamenti a sabato 18 aprile. Di fronte alle tante critiche sollevate e alla necessità di apportare miglioramenti al provvedimento, il tempo a disposizione del Parlamento è davvero troppo esiguo”.

La linea di opposizione del M5S è già delineata: “Presenteremo, in sede referente, la richiesta formale di stralcio per la parte del ddl sulla scuola che riguarda le assunzioni”, ha annunciato la deputata Simone Valente (M5S), ricordando che i pentastellati hanno già inviato nelle scorse settimane una lettera al presidente del Consiglio Matteo Renzi e al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, chiedendo appunto due distinti provvedimenti normativi, da far viaggiare con tempi e modalità differenti: uno per il reclutamento e uno per tutto il resto.

A farsi sentire è anche la senatrice del gruppo Misto, Maria Mussini, prima firmataria della Lip ‘Per una buona scuola per la Repubblica’: “la scuola non ha bisogno né di Alice nel Paese delle meraviglie né della Regina di cuori che taglia teste. Ha bisogno, oltre che di risorse, di ascolto, cura e attenzione. Insomma, di democrazia”.

Le parole di Mussini arrivano dopo il no, ribadito da Giannini e dal sottosegretario Davide Faraone, all’ipotesi di un eventuale spacchettamento della riforma da parte del titolare di Viale Trastevere.

“Al contrario di quanto sostiene il ministro Giannini – rimarca – le assunzioni, previste già da anni e ora indispensabili dopo la sentenza della Corte di Giustizia Europea, per poter essere fatte subito devono seguire un percorso autonomo”.

Mussini quindi sottolinea come “la richiesta di una riflessione approfondita sul disegno di legge sia stata unanime da parte dei numerosissimi auditi. Tutte le associazioni di precari, tutti i sindacati e perfino il rappresentante della Fondazione Agnelli hanno evidenziato la complessità e varietà di questo provvedimento che contiene pesantissime deleghe e che mette insieme materie molto disomogenee.  Giannini – conclude la senatrice – farebbe un buon servizio alla scuola e al Paese intero se tenesse conto di questi rilievi”.

Il DDL è appeso a un filo

da La Tecnica della Scuola

Il DDL è appeso a un filo

Nella giornata del 10 aprile terminano in Commissione Cultura le audizioni e inizia l’esame del ddl. Gli emendamenti vanno presentati entro il 18 aprile. Ma c’è già chi parla di possibile “stralcio” in modo da lavorare su un testo più “snello” e ridotto al tema delle assunzioni.

Il futuro del disegno di legge 2994 è sempre di più appeso ad un filo esilissimo.
Nella giornata odierna (9 aprile) l’Ufficio di presidenza della Commissione Cultura della Camera ha fissato per il 18 aprile il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti ed ha anche deciso di dare avvio all’esame del provvedimento a partire dalle ore 13,30 di domani, subito dopo la conclusione delle ultime audizioni.
Il dato importante è che il DdL del Governo risulta abbinato ad un’altra mezza dozzina di proposte di legge sia della maggioranza sia dell’opposizione (fra queste troverà spazio anche la “legge di Iniziativa popolare”).
Sarà dunque interessante capire come potrà la relatrice Maria Coscia presentare il provvedimento del Governo raffrontandolo con altri progetti di legge che non solo sono diversi ma sono addirittura in contrapposizione (è il caso proprio della cosiddetta LIP).
In casi analoghi le Commissioni istituiscono un gruppo di lavoro ristretto a cui viene affidato il compito di predisporre un testo unificato. Ma questa volta non ci sono i tempi per procedere in questo modo.
Prende così sempre più corpo una ipotesi diversa.
Nella giornata di domani la Commissione potrebbe decidere di operare uno “stralcio” estraendo dal testo del Governo solo le parti relative alle assunzioni e inserendo tutto il resto in un provvedimento da esaminare con più calma in tempi successivi.
Secondo i “rumors” provenienti dalla Camera è possibile che una decisione del genere possa mettere d’accordo tutti.
In questo caso ciò che verrà approvato alla fine dell’iter parlamentare sarà però cosa ben diversa dalla proposta del Governo; se al contrario il DdL dovesse rimanere intatto sarebbe pressochè impossbile rispettare i tempi: dopo la presentazione degli emendamenti (18 aprile come già detto) dovrebbe prendere avvio il dibattito in Commissione, e si arriverebbe al 21 aprile. Qualche giorno di dibattito sarà pur necessario e quindi è difficile pensare che il passaggio in aula possa avvenire prima del 29, 30 aprile. Il voto della Camera potrebbe quindi arrivare nei primi giorni di maggio.
Solo l’11 maggio il DdL potrebbe finalmente pervenire al Senato: questo, nella migliore delle ipotesi.
A questo punto è difficile credere che l’intero iter si possa concludere entro l’ultima settimana di maggio.
Senza contare che, dopo il voto conclusivo, ci sono comunque tempi tecnici (esame finale da parte della Presidenza della Repubblica e pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale). Davvero troppo tardi per far sì che la “riforma” entri concretamente in vigore con l’inzio del nuovo anno scolastico.
La giornata del 10 aprile appare dunque decisiva per il futuro del disegno di legge. Vedremo cosa capiterà in Commissione.