Intelligenza eguale memoria?

Intelligenza eguale memoria?

di Maurizio Tiriticco

Nei lontani anni cinquanta nei lontani Stati Uniti un certo signor Bloom, psicologo e pedagogista di chiara fama, elaborò una tassonomia, cioè una classificazione, delle nostre operazioni cognitive, a partire da quella più semplice fino a quella più elaborata. I gradini erano sei! E lo sono ancora, ovviamente, almeno per quanto riguarda il signor Bloom! In effetti altri studiosi elaborarono tassonomie più complesse. Ricordo, ad esempio, quella di Krathwohl e quella di Gagné. Per non dire poi che un altro scienziato americano, Joy Paul Guilford, ne ha individuate ben 120! Hai voglia a conoscere! Quando affitti? Come diciamo a Roma!

Ma torniamo a Bloom, certamente il più gettonato, il quale propose la seguente successione, secondo la quale il processo cognitivo procede da un primo scalino, abbastanza semplice, che poi si sviluppa lungo altri cinque scalini, sempre più complessi. Eccoli: conoscenza, comprensione, applicazione, analisi, sintesi e valutazione. Tra i primi tre e i tre successivi corre una grande differenza. Possiamo dire che i primi tre sono abbastanza semplici e che i successivi sono più complessi. Un esempio banale. Ho a che fare per la prima volta con una matita: la vedo, la tocco, la conosco; poi qualcuno mi aiuta a comprendere a che cosa serve, quindi la applico, o meglio la uso per scrivere. Ma, se la punta della matita si rompe, sono guai! Che fare? Allora voglio capire, o meglio analizzare, com’è fatta: la rompo e mi rendo conto che si tratta di una cannuccia di legno con all’interno un sottile cilindro di grafite, in genere nera. Se posso – ma non credo – la ricompongo. Con la matita rotta non c’è nulla da fare: debbo ricorrere ad un’altra! Ne trovo una nuova – sintesi – e constato – valutazione – che scriveee!!! Cheffelicità!!! La prossima volta, se la matita non scrive, non la rompo! Ho capito che è un’operazione inutile! E che devo semplicemente ricorrere a un temperamatite! Non ridete! Anche le operazioni banali hanno la loro successione!

Ricorro a un altro esempio, meno banale. Un antico romano, resuscitato grazie a chissà quali sortilegi, ha a che fare con un’automobile! Che diavolo mai sarà? Con l’aiuto di uno di noi, conosce che si tratta di un’automobile e comprende a che cosa serve. Dopo un corso in un’autoscuola – ovviamente un po’ lunghetto, abituato com’è solo alle bighe – impara a guidarla: è la fase dell’applicazione. Allora finalmente corre tutto felice, ma ad un tratto – per Bacco – l’auto si ferma! Che cosa è successo? Procede all’analisi della situazione e si accorge che è finita la benzina! Per Diana! O, se volete, per Giove! Ma Giove non interviene! Sappiamo quali sono i suoi deboli! Lo avrebbe fatto solo se l’autista fosse stata una bella ragazza! E si sarebbe trasformato in un vigile premuroso… ma molto interessato! Insomma, spinge l’auto – è un antico romano, quindi è forte e robusto – fino al primo benzinaio e, come si suol dire, “fa il pieno”! E’ l’operazione del fare, quella della sintesi. Si rimette in auto, tutto felice, mette in moto e riparte! Quindi valuta che è tutto ok! E menomale che si tratta solo di sei operazioni! Con il signor Guilford non se la sarebbe cavata così facilmente! Hai voglia a percorrere i 120 gradini che lui ha contato!!! E chissà con quanto scrupolo!!!

Ma tutto ‘sto discorso a che serve? Sto pensando ai nostri insegnanti, maschi e femmine, altrimenti mi accusano di maschismo, aspiranti dirigenti scolastici… e me cojoni, come diciamo a Roma! Poverelli! In effetti, sono trattati peggio di un bambino di prima  primaria! In prima istanza debbono dimostrare che sanno conoscere! O meglio, nel loro caso – ma che diavolo di amministrazione abbiamo? – a ri-conoscere tra non so quante migliaia di item, quali sono quelli corretti! E’ il primo gradino di Bloom! E quello di tutti gli scienziati che si sono occupati del conoscere, dell’intellegere dei Latini! O meglio, forse di un sottogradino! Quello del semplice memorizzare! E di un memorizzare tutto strumentale, che richiede soltanto una delle forme prime, se non primordiali, pur se importantissime, dell’intelligenza, del conoscere e del comprendere!

Mi chiedo: ma in che mondo viviamo!? Povera nostra scuola! Avremo dirigenti prodigiosi per la memoria, ma… mi chiedo: un poverello, od una poverella, che non ha tanta memoria – e sarebbe il mio caso! Eppure so’ diventato ispettore!!! – che fine farà! E pensare che si tratta solo del primo gradino! Perché il bello, il concorso, che è una cosa seria, viene dopo! E allora saranno dolori! Auguri, carissimi! Datevi da fare! Memorizzate! Memorizzate! Memorizzate!

Riunione Osservatorio Inclusione

Scuola, Bussetti riunisce l’Osservatorio per l’inclusione. “La scuola è veramente tale se è aperta a tutti”

(Mercoledì, 27 giugno 2018) “Garantire alle studentesse e agli studenti con disabilità il diritto di apprendere senza discriminazioni: deve essere questo l’obiettivo del nostro lavoro. Per far sì che riescano a conquistare la loro libertà. Di essere cittadini e lavoratori, di avere i propri impegni personali e sociali. La scuola è veramente tale se è aperta. A tutti e per tutti”. Così il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, che oggi ha riunito al MIUR i componenti dell’Osservatorio permanente per l’inclusione.

L’Italia, ha ricordato il Ministro, “ha una lunga tradizione di inclusione scolastica. Il nostro sistema di istruzione e formazione rappresenta un’eccellenza. Ma ci troviamo qui per qualificare ancora di più il servizio dei nostri istituti. E vogliamo farlo partendo dai bisogni che emergono dalla base, da chi è vicino ai nostri ragazzi e ne conosce le necessità. L’Osservatorio ci offre un’importante occasione di ascolto ed è da qui che partiremo per definire un programma di azioni, tempi e modalità per determinare i risultati che ci porteranno al nostro obiettivo principale: la libertà dei nostri giovani”.

Alla riunione hanno partecipato Giuseppe Chiné, Capo di Gabinetto del MIUR, Rosa De Pasquale, Capo del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione, Maria Assunta Palermo, Direttore generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione, Maria Maddalena Novelli, Direttore generale per il personale scolastico, Giovanna Boda, Direttore generale per lo studente, l’integrazione e la partecipazione. Ha presenziato anche il Sottosegretario Salvatore Giuliano che ha ribadito: “Questo Governo dedicherà la massima attenzione alle criticità e alle questioni che emergeranno nell’ambito di questo Osservatorio. Dobbiamo lavorare per creare condizioni di pari dignità per tutte le studentesse e tutti gli studenti”.
“L’inclusione scolastica è una priorità. La via maestra per garantirla è aumentare il personale specializzato. Dobbiamo lavorare in questa direzione”, ha concluso il Ministro.

Durante l’incontro di oggi è stata, inoltre, presentata la nuova versione del ‘Portale per l’inclusione scolastica’, che sarà ora sottoposta all’attenzione dalle associazioni che fanno parte dell’Osservatorio. Il sito sarà poi messo online nel mese di luglio diventando punto di riferimento per tutte le informazioni sull’argomento, dalla formazione dei docenti, alle buone pratiche, alla normativa in materia.

Sordociechi: e’ ora di fare rete

Vita.it del 27-06-2018

Sordociechi: e’ ora di fare rete

La prima Giornata nazionale dei sordociechi, promossa dall’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti (Uici) in collaborazione con la Lega del Filo d’Oro si è celebrata con un convegno che ha messo a tema il rapporto fra le istituzioni ed il mondo dei sordociechi.

di Paolo Biondi

A tema il rapporto fra le istituzioni ed il mondo dei sordociechi. Questo l’argomento che ha tenuto banco alla prima Giornata nazionale dei sordociechi, promossa dall’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti (Uici) in collaborazione con la Lega del Filo d’oro. Del resto il mondo della politica era padrone di casa, visto che la manifestazione si è svolta nella Sala Zuccari del Senato.

«Questa giornata richiama l’attenzione di tutti. Il nostro è un impegno che vuole dare alla società il proprio contributo, se le associazioni che rappresentiamo sono messe nelle condizioni di poterlo fare. Confidiamo che il nuovo governo riprenda il discorso avviato la scorsa legislatura e metta attorno a un tavolo le varie associazioni», ha detto aprendo i lavori Rossano Bartoli, Segretario generale della Lega del Filo d’oro.

Subito la risposta di Vincenzo Zoccano, Vice ministro alla Famiglia e alla Disabilità: «La trasversalità è il grande tema del nuovo ministero che non è ghettizzante, come qualcuno ha rilevato, ma l’esatto opposto. Mancava una cabina di regia che facesse parlare fra di loro i vari ministri con competenze nel settore. Certamente il plus è quello delle associazioni del terzo settore: vedremo celermente come riunirle».
IMG 3055(1) «Questa giornata rappresenta l’occasione per far conoscere a quante più persone un fenomeno in crescita come quello della sordocecità, che in Italia riguarda circa 189mila persone (lo 0,3% della popolazione), di cui 108mila costrette a vivere confinate in casa senza la possibilità di accedere al mondo esterno e partecipare alla vita sociale a causa della loro condizione di pluridisabilità», aveva aggiunto Bartoli nel dare un quadro del problema e ricordando come l’attuale legislazione del settore, la legge 107 del 2010, vada ancora applicata e in parte emendata e migliorata.

Il presidente nazionale dell’Uici, Mario Barbuto, ha sottolineato che quella che si è svolta a Roma «è una giornata di riflessione, non di celebrazione, su questo tema per pensare alla vita dei cittadini. Non è più il tempo delle espressioni di vicinanza o anche di compassione: da oggi è il tempo delle realizzazioni. Occorrono interventi precisi e mirati perché queste persone siano supportate a costruirsi una vita normale». E Stefano Tortini, vice presidente Uici, ha aggiunto che «le famiglie si trovano ad affrontare da sole le difficoltà quotidiane e i disservizi dei territori. È ora di fare rete a prescindere dai campanilismi locali o delle singole associazioni e di trovare una interlocuzione forte con le istituzioni».

Commoventi le testimonianze. Da quella di Gianni Consorti che ha raccontato l’esperienza della Sant’Alessio di Roma, ad Antonio Russo: «Troppe cose ho amato, uscire da casa, vedere i negozi, mi piaceva cucinare: ora non posso farlo perché i miei assistenti hanno paura che prenda fuoco ai fornelli».

Lucia Varchera ha recitato una sua poesia, il cui testo ha voluto offrire anche ai lettori di Vita:

«Vengo dal Sud
Vengo dalla mia cara Cosenza, una città bella ma purtroppo piena di malavita
Vengo da una famiglia modesta
Vengo dalla solitudine di essere l’unica figlia, dalla speranza di non diventare come mio padre, che solo Dio sa risparmiare tutto
Vengo dagli abbracci di mia madre, da i sorrisi e i racconti divertenti dell’infanzia di mio padre
Vengo dall’abbraccio gioioso dei miei cani e dalla vecchiaia del loro sguardo stanco
Vengo dal piacere di imparare sempre tutto e dalla voglia di crescere
Vengo dai poeti e scrittori che mi appassionano ogni giorno, dall’amore per la letteratura e i libri
Vengo da molti sogni impossibili, da un mondo pieno di delusioni
Vengo da un mondo che non sento mio, dal disagio e dalla delusione di non riuscire a farmi capire dagli altri
Vengo dalle lunghe passeggiate solitarie e dalla mancanza di amicizie con cui condividere le mie emozioni
Vengo da uno stile un po’ strano
Vengo dalla mia testardaggine e dal mio carattere scontroso
Vengo dalla felicità di confidarmi con la carta anche se non parla e non può dar consigli. Mi sono liberata dalle mie emozioni, da ciò che mi bruciava dentro a forza di perder sempre lacrime
Vengo da Anne Frank che disse: La carta tira fuori ciò che hai dentro
Vengo dall’impazienza degli adulti che non comprendono i problemi dei ragazzi d’oggi».

BRICIOLE DI RIFORMA CHE NON ARRESTANO LA LOTTA ALL’INEMENDABILE “BUONA SCUOLA”

È di ieri sera la notizia dell’abolizione della chiamata diretta e del ritorno alla titolarità di scuola per chi ha fatto e ottenuto la mobilità e per gli immessi dell’AS 2018/19. Sapevamo che l’opposizione mostrata dai dirigenti scolastici verso la chiamata diretta avrebbe dato i suoi frutti nella prima azione di governo, soprattutto a causa della reale farraginosità e discrezionalità del meccanismo di assunzione, che più volte abbiamo denunciato

Si torna, quindi, nella mobilità annuale, all’assegnazione alle scuole sulla base del punteggio di mobilità e di servizio, criteri oggettivi, trasparenti e controllabili da tutti. Ci siamo spesi in questi anni con tre scioperi contro la Legge 107 per l’abolizione della la chiamata diretta, uno dei tasselli più insopportabili della “buona scuola” che affidava potere di scelta ai dirigenti scolastici, quindi non possiamo che essere contenti della decisione del nuovo governo. Crediamo, però, che ora sia necessaria l’abolizione completa della titolarità su ambito e ripristinare esclusivamente la titolarità su scuola, soprattutto per quanti l’anno prossimo termineranno il triennio di vigenza del contratto su ambito, a cui va attribuita d’ufficio la permanenza nella scuola di assegnazione.

Notizie di stampa parlano anche di un provvedimento imminente per l’assunzione in ruolo dopo 36 mesi del personale precario, docenti e ATA, attraverso un percorso in due fasi, con la creazione di una nuova graduatoria ad esaurimento. L’assunzione immediata dei precari è definita impossibile dal sottosegretario Pittoni in quanto, come ben sappiamo, il vincolo di pareggio di bilancio, imposto dall’Unione Europea, blocca gli investimenti nel welfare del nostro paese, impedendo nei fatti un ampliamento degli organici, che tenga conto delle reali necessità della scuola statale italiana.

Siamo contrari a qualsiasi altra graduatoria che alimenta il precariato, pretendiamo subito l’immissione in ruolo dei docenti con 36 mesi di servizio, i diktat dell’Unione Europea non possono condannare la scuola al precariato eterno. Verificheremo se questi due provvedimenti, a costo zero, vedranno un’effettiva applicazione attraverso un disegno di legge specifico e se il personale precario verrà legittimamente assunto in tempi brevi, a differenza di quanto è accaduto nel passato, quando si poteva permanere in GaE anche più di 25 anni. I proclami di vittoria di Cgil Cisl Uil ci appaiono però inaccettabili rispetto a un’azione sindacale che negli ultimi anni, quando non è stata addirittura collaterale, ha comunque rinunciato a qualunque forma di conflittualità e di denuncia. Inoltre sarebbe bene ricordare che i frutti marci della Buona Scuola non si limitano alla sola chiamata diretta, ma riguardano anche le deleghe sul sistema 0-6, sul sostegno, sul riordino dei professionali, che comporta ulteriori tagli del tempo scuola e conseguente perdita di posti di lavoro, sul percorso di formazione iniziale e tirocinio, sull’Invalsi e la valutazione delle competenze agli esami di stato, sull’alternanza scuola lavoro. Infine non viene assolutamente messo in discussione il sistema di finanziamento pubblico alle scuole private, che porta via ingenti fondi alla scuola statale.

USB scuola ritiene che solo l’abolizione dell’intero impianto della Legge 107 possa sanare realmente i problemi che il governo Renzi ha creato. Se l’attuale esecutivo pensa di riformare la Buona Scuola con l’aiuto di Cgil Cisl e Uil, in cerca di consenso e di una nuova verginità dopo il vergognoso accordo contrattuale che ha portato nelle tasche dei lavoratori aumenti e arretrati ridicoli, continuando a mantenere l’assetto generale della legge 107, sconfesserà qualunque velleità di cambiamento, proseguendo in continuità con i precedenti governi sulla via dello smantellamento della scuola statale e dando ai lavoratori qualche briciola illusoria della quale però USB non intende accontentarsi.

Una delegazione della FISH al Ministero della Famiglia e delle Disabilità

da Superando

Una delegazione della FISH al Ministero della Famiglia e delle Disabilità

«È stato un incontro di mutue presentazioni cui ne seguiranno senza dubbio altri di carattere operativo, vista l’ampiezza delle sfide e delle istanze che riguardano le persone con disabilità e le loro famiglie»: lo ha dichiarato Vincenzo Falabella, presidente della FISH, che ha guidato una delegazione della Federazione, durante un incontro con il ministro per la Famiglia e le Disabilità Lorenzo Fontana e con il viceministro Vincenzo Zoccano. Programma di Azione biennale, inclusione scolastica e lavorativa, revisione dei criteri di riconoscimento della disabilità, tra i temi trattati

Guidata dal proprio presidente Vincenzo Falabella, una delegazione della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) ha incontrato Lorenzo Fontana, ministro per la Famiglia e le Disabilità, affiancato dal viceministro Vincenzo Zoccano.
«Quello di oggi – ha dichiarato Falabella – va considerato come un incontro di mutue presentazioni cui ne seguiranno senza dubbio altri di carattere operativo, vista l’ampiezza delle sfide e delle istanze che riguardano le persone con disabilità e le loro famiglie».

«Dal canto nostro – prosegue il Presidente della FISH – abbiamo richiamato la centralità del Programma di Azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità, risultato di un convergente impegno del movimento delle persone con disabilità e di molti esperti e referenti istituzionali. Il Programma, che investe moltissimi àmbiti della vita, va attuato con metodo e impegno. È uno strumento programmatico ormai formalizzato da mesi. Abbiamo inoltre voluto evidenziare l’urgenza di agire sull’inclusione scolastica e lavorativa, oltreché sulla revisione dei criteri di riconoscimento della disabilità».

«In una prospettiva di mutua e leale collaborazione – conclude Falabella – il luogo ideale di confronto e di costruzione è senza dubbio l’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità, che va rilanciato e praticato per individuare le migliori soluzioni ascoltando le parti sociali di cui la FISH e le altre organizzazioni sono parte qualificante, anche nella prospettiva di redigere un nuovo Programma di Azione. Sulla necessità di un dialogo, il ministro Fontana ha confermato come esso sia un’occasione e un modalità di lavoro che si basa sul mutuo e rispettoso riconoscimento». (S.B.)

Passaggio da ambito a scuola «in base ai punteggi»: così si smonta la chiamata diretta

da Il Sole 24 Ore

Passaggio da ambito a scuola «in base ai punteggi»: così si smonta la chiamata diretta

di Claudio Tucci

Il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, l’aveva annunciato nell’intervista al Sole24Ore di lunedì, e ora si passa dalle parole ai fatti. La chiamata diretta viene di fatto “smontata”, con la firma dell’accordo tra Miur e sindacati che fissa i criteri per il passaggio su scuola dei docenti titolari di ambito. In pratica, si procederà ad assegnare le sedi ai docenti mediante graduatoria utilizzando i punteggi delle domande di trasferimento (e non più in modo discrezionale).

L’accordo
L’accordo, in questo modo, mette di fatto fine alla “chiamata diretta” da parte dei dirigenti scolastici e rende oggettivo e non discrezionale il passaggio dall’ambito alla scuola. L’articolato prevede due fasi: 1) copertura dei posti disponibili prioritariamente con personale che ha ottenuto la mobilità su ambito con una delle precedenze previste dall’art. 13 del CCNI sulla mobilità; 2) copertura dei posti residuati col restante personale, secondo il punteggio di mobilità. Quest’ultimo personale, nella presentazione della domanda, che avverrà a partire da domani tramite l’apposita sezione di istanze on line, indicherà la scuola da cui partire. Nel caso di mancata indicazione sarà considerata la scuola capofila dell’ambito.
Queste operazioni saranno concluse entro il 27 luglio.
Successivamente saranno effettuate le operazioni per l’assegnazione della sede per il personale neo immesso in ruolo.
Anche in questo caso si seguirà il punteggio di graduatoria. I vincitori di concorso ordinario precederanno i docenti provenienti dalle graduatorie ad esaurimento.
L’assegnazione della sede di incarico avverrà contestualmente all’assegnazione dell’ambito di titolarità.

Con «0-6 Passaporto per il futuro» una chance educativa per 1.500 minori

da Il Sole 24 Ore

Con «0-6 Passaporto per il futuro» una chance educativa per 1.500 minori 

Un progetto ad hoc per aiutare le famiglie in difficoltà a mandare i proprio figli al nido e alla scuola dell’infanzia. Si chiama “0-6 Passaporto per il futuro”, è promosso dall’associazione Mission Bambini e riguarderà 1.500 minori in difficoltà

La povertà educativa
L’Istat stima che in Italia 1 milione e 292 mila minori vivono in condizione di povertà assoluta. Questo significa che nel nostro Paese più di 1 minore su 10 non mangia a sufficienza, non può permettersi scarpe o vestiti adeguati, non può acquistare i libri di scuola.Per molti bambini essere poveri vuol dire anche non poter usufruire di servizi e opportunità educative e formative, come il nido o la scuola dell’infanzia. Perché questi servizi costano, perché il territorio in cui vivono ne è privo, perché i genitori non ritengono importante offrire ai figli queste opportunità.

Che cos’è Mission Bambini
È un’associazione che si occupa di educazione per la prima infanzia in Italia da oltre 10 anni. Da allora ha contribuito ad aprire o ampliare 100 servizi per la prima infanzia su tutto il territorio nazionale, specialmente nelle periferie delle grandi città, in aree carenti di servizi e nelle regioni del Sud Italia. I servizi sostenuti sono gestiti da qualificate organizzazioni del privato sociale (associazioni e cooperative) e si caratterizzano per una forte presenza del volontariato. Con la crisi economica il problema si è aggravato. Ed è per questo che nei nidi sostenuti da Mission Bambini almeno il 25% dei posti è riservato a bambini di famiglie in difficoltà economica o in situazione di fragilità sociale, che usufruiscono di una retta agevolata o gratuita. Mettendo quindi in rete i 100 nidi sostenuti negli anni e allargando l’intervento alle scuole dell’infanzia (bambini 3-6 anni), Mission Bambini promuove oggi un modello di nido e scuola di comunità che oltre al benessere e allo sviluppo del bambino favorisce il potenziamento delle competenze genitoriali attraverso un’offerta formativa dedicata, che punta a vincere l’isolamento delle famiglie.

Il progetto “0-6 Passaporto per il futuro”
Avviato nel 2018 da Mission Bambini è stato selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il progetto, promosso attraverso la campagna di comunicazione #fattigrande, coinvolge 12 partner che gestiscono nidi e scuole per l’infanzia in Calabria, Campania, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sardegna e Sicilia e ha l’obiettivo di migliorare la vita di oltre 1.500 bambini di età tra 0 e 6 anni e delle loro famiglie. Per farlo aumenterà i posti nei nidi, portando dal 25% al 40% quelli riservati a bambini di famiglie in difficoltà; accompagnerà i genitori per aiutarli a usufruire dei servizi già presenti e potenzierà la capacità dei nidi di reclutare volontari e fare raccolta fondi.

Caritas lancia l’allarme: a Roma 2 minorenni su 3 giocano d’azzardo

da Il Sole 24 Ore

Caritas lancia l’allarme: a Roma 2 minorenni su 3 giocano d’azzardo

A Roma due ragazzi su tre tra i 13 e i 17 anni giocano d’azzardo almeno una volta l’anno nonostante i divieti per legge. A rivelarlo è una ricerca “Adolescenti e azzardo:
cresceranno dipendenti?”, condotta dalla Caritas della Capitale su un campione di 1.600 giovani. Secondo i risultati del dossier – presentato ieri insieme con l’Ospedale Bambino Gesù – ad avvicinare i giovanissimi al gioco sarebbe la pubblicità veicolata attraverso televisione, internet o i bar-tabacchi.

Scommesse sportive tra le preferite dai giovanissimi
Dall’indagine, inoltre, emerge che quasi tutti gli intervistati conoscono i giochi d’azzardo: in particolare i ragazzi romani conoscono gratta e vinci (94,8%), Lotto e Superenalotto (90%), lotterie (89%), scommesse sportive (86,8%), slot machine (86,8%) e il bingo (84,1%). Secondo gli intervistati i giochi maggiormente praticati tra i minorenni sono le scommesse sportive (88,3%), seguito dal Gratta e vinci (48%), più praticato dalle ragazze. Lo strumento più utilizzato per accedere ai giochi d’azzardo è, inevitabilmente, lo smartphone, utilizzato dal 69% degli intervistati.

Sistema di protezione mal funzionante
La ricerca rivela come per i minorenni il gioco d’azzardo, sia «qualcosa di conosciuto, in un certo senso familiare, legittimato dalla pubblicità televisiva e anche dal comportamento di parenti e amici». Stando ai numeri del Cnr, nel 2017 580 mila minori (il 33,6%) hanno giocato d’azzardo, ma – nonostante le leggi sempre più stringenti – il sistema di protezione dei minori contro il gioco sembra non funzionare. Oltre un terzo dei giovani intervistati, infatti, ha un luogo di gioco a 5 minuti da scuola, ma, comunque, attraverso l’online ha accesso a tutto quello che desidera in ogni momento. Quasi il 90% dei ragazzi (89,1%) definisce l’azzardo «un’attività in cui si utilizza del denaro per vincerne altro, affidandosi alla fortuna». Nessuno o quasi cita termini come svago, abilità, competenze, rischio o pericolo. Il 38,5% riconosce l’esistenza di rischi ma afferma che «stando attenti» non succede niente. «Evidentemente – spiega la ricerca – i fattori protettivi non stanno funzionando. Se pensiamo che il gioco d’azzardo è vietato ai minori in maniera inderogabile in ragione della maggiore vulnerabilità ed esposizione al rischio di dipendenza e di alterazione della salute che i ragazzi subiscono, proprio a causa delle caratteristiche dell’età, la gravità dei risultati dell’indagine sui ragazzi romani appare ancora più preoccupante».

Chiamata diretta dei prof addio

da ItaliaOggi

Chiamata diretta dei prof addio

Sfuma l’ipotesi di un intervento per decreto legge, verso un’intesa con i sindacati

Alessandra Ricciardi

Se sfuma l’ipotesi di un decreto legge, l’intervento sulla chiamata diretta lo si farà lo stesso anche se con disegno di legge. Nel frattempo, ci sarà un correttivo per disinnescare il meccanismo già dal prossimo, imminente (vista l’incombenza delle procedure propedeutiche) anno scolastico.

La strada che al momento si sta delineando nel confronto amministrativo e politico-sindacale, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, è di ricorrere a una sessione negoziale ad hoc, che, sulla falsa riga di quanto avviene per la mobilità, possa evitare la procedura della chiamata diretta di agosto. Si tratterebbe di introdurre per tutti i docenti che da ambito devono essere collocati su scuola il sistema dell’assegnazione d’ufficio da parte dei dirigenti regionali sulla base del punteggio che gli stessi insegnanti hanno ai fini della mobilità. Non dunque un ritorno netto al passato e neppure il nuovo sistema, ma il riutilizzo di procedure utilizzate per le trasferimento e mantenendo inalterate le suddivisioni tra ambito e scuola.

La novità consentirebbe anche ai neoassunti di fare domanda di trasferimento subito, è una delle opzioni più quotate, potendo così esprimere la preferenza per la sede. Per i dirigenti, dunque, niente più chiamata, nessuna candidatura su scuola da parte del docente, né invio del curriculum o colloquio tra i due. Su torna a far valere il criterio del maggior punteggio seppure in un contesto che è stato modificato dalla legge 107, ed è quello dell’ambito. Se l’ipotesi delineata dovesse decollare, per i sindacati significherebbe essere chiamati ad un ruolo da coprotagonisti nello smantellamento della Buona scuola, di cui la chiamata diretta era uno degli assi. Tanto da essere l’unico punto su cui il contratto di governo Lega-M5s si è espresso in senso chiaro a favore dell’abolizione.

La strada dell’intesa sancirebbe anche un cambio di rotta in termini di metodi e di approcci da parte del ministro dell’istruzione Marco Bussetti, che rivendicando il suo essere uomo di scuola vuole rimettere al centro il confronto sindacale che il governo di Matteo Renzi invece aveva messo all’indice.

L’ipotesi di ricorrere a un decreto legge, utilizzando il treno dei diplomati magistrali, è ad oggi considerata più debole per la carenza dell’elemento dell’urgenza, visto che le procedure di chiamata, seppur faticose per dirigenti già subissati di oneri e dagli esiti sempre incerti ai fini della reale copertura della cattedra, erano state comunque praticate. In ultimo, si sarebbe aperto subito un primo fronte caldo di interlocuzione con il Quirinale, che sulla decretazione d’urgenza chiede l’esercizio della prudenza che la stessa Costituzione prevede e sulla scuola, con Sergio Mattarella, mostra un’attenzione sempre viva.

Tutte ragioni che stanno portando a preferire la soluzione contrattuale. I tempi per procedere però sono stretti. Un primo faccia a faccia potrebbe già esserci oggi in occasione del confronto sul contratto per le assegnazioni.

Svolta sulle immissioni in ruolo, precedenza a chi supera i 36 mesi

da ItaliaOggi

Svolta sulle immissioni in ruolo, precedenza a chi supera i 36 mesi

Il ddl di mario pittoni, presidente della VII commissione senato

Carlo Forte

Immissione in ruolo di diritto per i precari che superano i 36 mesi di insegnamento e, in assenza di disponibilità, precedenza assoluta per gli incarichi di supplenza. Lo prevede il disegno di legge S 355 presentato dal presidente della commissione istruzione del senato, Mario Pittoni (Lega). La proposta prevede che se i docenti avranno lavorato per più di tre anni con contratti a tempo determinato avranno diritto ad essere stabilizzati con un contratto di lavoro a tempo indeterminato.

L’assunzione non sarà immediata, perché dovrà fare i conti con l’effettiva presenza di disponibilità in organico di diritto. Fermo restando che non sono previste modifiche all’attuale sistema di reclutamento. Secondo il quale le cattedre e i posti utili all’assunzione dei precari storici sono determinati nell’ordine del 50% delle disponibilità che si verificano di anno in anno. Mentre il restante 50% rimane utile solo ed esclusivamente per le immissioni in ruolo da concorso. Si tratta, quindi, di una sorta di precedenza che non dovrebbe comportare stravolgimenti dell’attuale sistema. I docenti che matureranno il diritto alla stabilizzazione, infatti, nella maggior parte dei casi coincidono con i precari storici che occupano le prime posizioni nelle graduatorie a esaurimento. E che maturerebbero, in ogni caso, il diritto all’immissione in ruolo per effetto dello scorrimento di tali graduatorie.

Le nuove disposizioni, se approvate, introdurranno delle novità solo per i precari non compresi nelle graduatorie a esaurimento che, al compimento del 36esimo mese di servizio con supplenze annuali, matureranno il diritto ad essere graduatoti in nuovi elenchi in tutto simili alle graduatorie a esaurimento. In buona sostanza, dunque, il sistema delineato nel disegno di legge si tradurrebbe in una sorta di riedizione delle graduatorie a esaurimento alle quali avrebbero accesso tutti i precari triennalisti a prescindere, però, dal fatto di essere muniti dell’abilitazione all’insegnamento. Va detto subito che il disegno di legge non fa menzione dell’inclusione dei nuovi triennalisti in apposite graduatorie.

Ma una lettura costituzionalmente orientata delle relative norme non potrebbe prescindere dal fatto che il sistema di reclutamento nella pubblica amministrazione è informato al principio del merito. Principio che, nei concorsi per soli titoli, viene attuato secondo il sistema delle graduatorie e dei punteggi. L’analogia con il sistema delle graduatorie a esaurimento viene in rilievo anche coordinando i vari commi del disegno di legge (che prevede l’immissione in ruolo di diritto dei precari triennalisti) con i commi successivi. Al comma 3, infatti, viene disposta una clausola di salvaguardia per tutti quegli insegnanti che, allo scadere dei 3 anni di servizio, vengano a trovarsi nell’impossibilità di conseguire la stabilizzazione a causa di carenza di posti.

A questo proposito è prevista una precedenza nella stipula di contratti a tempo determinato nell’organico di fatto, per le graduatorie dove i docenti interessati risultino inseriti. Precedenza che assumerebbe rilievo in primo luogo per le supplenze fino al 30 giugno, che vengono attribuite dall’ufficio scolastico tramite lo scorrimento delle graduatorie a esaurimento. E un’ulteriore precedenza è prevista anche per le supplenze temporanee, nell’ambito della provincia di appartenenza. Precedenza, quest’ultima, che viene, di fatto, già attribuita dai dirigenti scolastici agli aspiranti docenti inclusi nella prima fascia delle graduatorie di istituto. In questo caso, però, ci sarebbe una novità.

Il disegno di legge prevede, infatti, che la precedenza debba avvenire «senza limitazioni di scelta delle scuole». Dunque per tutte le scuole della provincia. Il dispositivo prevede, inoltre, che ai precari triennalisti venga attribuito il diritto all’immissione in ruolo, dall’anno successivo alla maturazione dei 36 mesi, nelle assunzioni a tempo indeterminato nella provincia o regione diverse da quelle di appartenenza, a condizione che siano esaurite tutte le graduatorie a tempo indeterminato e che non ne sia previsto l’aggiornamento per l’anno successivo».

Il dispositivo, se approvato, sostituirà il comma 131 della legge 107/2015, il quale prevede: «A decorrere dal 1° settembre 2016, i contratti di lavoro a tempo determinato stipulati con il personale docente, educativo, amministrativo, tecnico e ausiliario presso le istituzioni scolastiche ed educative statali, per la copertura di posti vacanti e disponibili, non possono superare la durata complessiva di 36 mesi, anche non continuativi».

Per effetto di questa norma, peraltro, è già esecutivo il computo degli anni che, per alcuni doventi, già dal 2019/20 porterà a non poter stipulare più supplenze annuali con il personale docente precario che avrà svolto 36 mesi di servizio. Tant’è che il ministero dell’istruzione ha già dato disposizioni tal senso agli uffici periferici e ai dirigenti scolastici con la circolare n. 37381 del 29 agosto 2017

Chiamata diretta insegnanti abolita, cosa deve fare chi è stato trasferito su ambito territoriale. La tempistica

da Orizzontescuola

Chiamata diretta insegnanti abolita, cosa deve fare chi è stato trasferito su ambito territoriale. La tempistica

di redazione

L’esito dell’incontro tra Amministrazione e sindacati firmatari del contratto, ha portato all’abolizione della chiamata diretta degli insegnanti da parte del Dirigente Scolastico, ossia il passaggio da ambito territoriale a scuola.

Come avverrà il passaggio da ambito territoriale a scuola

Precisazione: il presente provvedimento riguarda i docenti che hanno ottenuto il trasferimento su ambito territoriale per l’a.s. 2018/19 e sarà esteso anche ai docenti che saranno immessi in ruolo per l’a.s. 2018/19.

Come già anticipato, attraverso una apposita funzione su Istanze on line gli insegnanti sceglieranno la scuola dalla quale partire per l’assegnazione d’ufficio da parte dell’Ufficio Scolastico provinciale. Se il posto scelto non sarà libero, si scorreranno i posti per vicinanza.  Nel caso di mancata indicazione sarà considerata la scuola capofila dell’ambito

L’accordo siglato oggi e il periodo in cui sarà possibile tale operazione saranno indicati con apposita circolare dal Miur.

Le date

  • Inserimento scuola nel sistema Polis dal 28 giugno al 5 luglio per infanzia, primaria e secondaria di I grado, dal 13 luglio  al 23  per la secondaria di II grado.
  • Pubblicazione assegnazioni da parte degli Uffici Scolastici  dal 9 al 13 luglio primo ciclo, dal 24 luglio al 27  secondaria II grado.

Precedenze

I docenti che possono vantare delle precedenze saranno trattati prima dei colleghi.

Assegnazione scuola per neoimmessi in ruolo

La procedura interesserà anche  i docenti neoimmessi in ruolo, a partire dal punteggio di graduatoria.

I vincitori di concorso ordinario precederanno i docenti provenienti dalle graduatorie ad esaurimento.

Chiamata diretta, Bussetti: eliminarla era un impegno del Governo

Con l’accordo sindacale, siglato oggi presso gli Uffici del MIUR, già dal prossimo anno scolastico si elimina, così come preannunciato in questi giorni, l’istituto della cosiddetta chiamata diretta dei docenti. In attesa dell’intervento legislativo di definitiva abrogazione, che è mia intenzione proporre nel primo provvedimento utile, con l’accordo sindacale di oggi si dà attuazione a una precisa previsione del contratto del governo del cambiamento, sostituendo la chiamata diretta, connotata da eccessiva discrezionalità e da profili di inefficienza, con criteri trasparenti e obiettivi di mobilità ed assegnazione dei docenti dagli uffici territoriali agli istituti scolastici”, così il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti.

Rimandate le prove del concorso a 5 posti di dirigente amministrativo MIUR. Prossima comunicazione 14 settembre

da Orizzontescuola

Rimandate le prove del concorso a 5 posti di dirigente amministrativo MIUR. Prossima comunicazione 14 settembre

di redazione

Le prove scritte di cui all’art. 10 del bando del concorso pubblico per esami a cinque posti, per l’accesso al profilo professionale di dirigente amministrativo di seconda fascia nel ruolo del personale del Ministero dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca, approvato con decreto del direttore generale per le risorse umane e finanziarie n. 283 del 19 marzo 2018 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami» n. 25 del 27 marzo 2018, non avranno luogo nei giorni 19 e 20 luglio 2018, cosi’ come gia’ reso noto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami» del 29 maggio 2018.

Nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami» del 14 settembre 2018 si dara’ comunicazione del calendario, della sede e dell’orario in cui si svolgeranno le prove o del loro eventuale rinvio.

Immissioni in ruolo di diritto e supplenze con precedenza per i docenti con 36 mesi di servizio

da Orizzontescuola

Immissioni in ruolo di diritto e supplenze con precedenza per i docenti con 36 mesi di servizio

di redazione

Questo il nucleo fondamentale del Disegno di Legge presentato dal Presidente della Commissione Istruzione al Senato, Sen. Mario Pittoni per porre un argine al comma 131 della legge La Buona Scuola, che tanta ansia suscita tra i precari interessati.

Precedenza ai docenti con 36 mesi di servizio

E mentre il Ministro Bussetti prende tempo, affermando che non si tratta di un intervento prioritario ”

Abbiamo tempo fino a settembre 2019 per decidere se e come intervenire” , il Sen. Pittoni si muove e presneta il Disegno di Legge che viene così sintetizzato nell’edizione odierna di Italia OggiImmissione in ruolo di diritto per i precari che superano i 36 mesi di insegnamento e, in assenza di disponibilità, precedenza assoluta per gli incarichi di supplenza”

Assunzioni: 50% Graduatorie ad esaurimento, 50% concorso

Le percentuali destinate alle assunzioni non dovrebbero essere modificate, dal momento che il provvedimento nei fatti interesserà docenti che sono già nelle prime posizioni delle graduatorie ad esaurimento.

Le nuove disposizioni semmai danno una risposta ai docenti non inseriti nelle Graduatorie ad esaurimento – si pensi ai docenti di II fascia o III fascia delle graduatorie di istituto, che maturerebbero il diritto all’immissione in ruolo in base al servizio svolto. Addirittura senza abilitazione (ma questo è già stato superato dall’attuale sistema di reclutamento, il Decreto Legislativo n. 59 del 13 aprile 2017, che prevede un concorso regolare aperto ai docenti che possono vantare 36 mesi di servizio negli otto anni precedenti), ma anche senza concorso. Inevitabile sarebbe il ricorso ad una ulteriore graduatoria.

Dunque – scrive Italia Oggi – ai precari triennalisti venga attribuito il diritto all’immissione in ruolo, dall’anno successivo alla maturazione dei 36 mesi, nelle assunzioni a tempo indeterminato “nella provincia o regione diverse da quelle di appartenenza, a condizione che siano esaurite tutte le graduatorie a tempo indeterminato e che non ne sia previsto l’aggiornamento per l’anno successivo”.

Precedenza per le supplenze

Poiché non è possibile assicurare, nei fatti, l’immissione in ruolo a tutti i docenti che raggiungeranno a partire a partire dal 1° settembre 2019 tale limite, il disegno di legge attribuisce una priorità nell’attribuzione delle supplenze al 30 giugno o nelle supplenze temporanee, per tutta la provincia scelta, senza limitazione di scuole.

Bonus merito docenti, ripartizione risorse: 80% in base all’organico, 20% in base ai fattori di complessità

da Orizzontescuola

Bonus merito docenti, ripartizione risorse: 80% in base all’organico, 20% in base ai fattori di complessità

di redazione

Nella giornata di ieri, si è svolto un incontro Miur -sindacati relativo alla ripartizione  delle risorse finalizzate alla valorizzazione professionale dei docenti, il cosiddetto bonus merito.

Contratto 2016/18

Il CCNL stipulato il 19 aprile u.s. ha previsto la piena contrattabilità delle risorse per il miglioramento dell’offerta formativa, cui affluiscono anche quelle per la valorizzazione.

Accordo Miur-Sindacati

Amministrazione e OO.SS., come ci comunicano i sindacati, hanno concordato di ripartire la disponibilità complessiva utilizzando come parametro la dotazione organica del personale docente di ogni scuola e non più, come finora avvenuto, il solo numero dei posti coperti da personale di ruolo.

L’accordo prevede, inoltre, che la ripartizione avverrà:

  • per l’80% in base all’organico del personale docente della scuola;
  • per il 20% in base ai fattori di complessità e di esposizione a rischio educativo.

L’accordo raggiunto sarà operativo già per il corrente anno scolastico e il Miur terrà conto dei succitati criteri di ripartizione nell’apposito decreto che sarà emanato.

Commento dei sindacati

Flc CGIL, CISL Scuola e UIL Scuola RUA, come leggiamo nel comunicato inviatoci in redazione, valutano positivamente gli esiti di un incontro che, portando per la prima volta in attuazione l’istituto del confronto, conferma la bontà delle scelte operate col nuovo contratto, di cui si continuano a vedere i frutti.

Chiamata diretta addio: le assegnazioni saranno fatte dagli USP. Tutte le date

da La Tecnica della Scuola

Chiamata diretta addio: le assegnazioni saranno fatte dagli USP. Tutte le date