Monitorare l’applicazione delle leggi

Redattore Sociale del 25-01-2019

Disabilita’, garante Sicilia: “Monitorare l’applicazione delle leggi”

Parla il garante delle persone con disabilità regionale Giovanna Gambino. Le criticità: risorse, monitoraggio e controllo del recepimento delle norme, servizi scolastici a singhiozzo. “Ripartire dall’efficienza della pubblica amministrazione”.

PALERMO. La cultura della disabilità passa non solo dalle leggi che in Sicilia non mancano ma anche da coloro che gli sanno dare un applicazione concreta. Spesso tutto si ferma nelle sabbie mobili dei diversi apparati amministrativi dove non c’è un controllo adeguato e nessuna formazione. A dirlo è la garante della Sicilia per le persone con disabilità Giovanna Gambino. 

“Le leggi le abbiamo ma il problema principale risulta la loro applicazione concreta – afferma Giovanna Gambino -. Alcune parti della legge si stanno cominciando ad applicare ma sembra sempre che non si riescano mai a risolvere i problemi delle persone. La parte davvero significativa su cui occorrerebbe intervenire è quella del monitoraggio e controllo del recepimento delle norme. Mancano controlli più serrati e siamo davanti a degli apparati amministrativi che non solo sono pochi rispetto al fabbisogno ma non hanno una formazione adeguata”.

Una nota dolente è ancora l’incapacità di spendere le somme destinate al mondo della disabilità. “Alla regione il fondo dedicato alla disabilità doveva essere anche per i gravi che invece non avranno niente – sottolinea la garante della Sicilia -. Rimangono fuori quindi i disabili gravi che hanno bisogni primari pure h24. In Sicilia sono tanti se consideriamo che rispetto ai gravissimi che sono circa 12 mila i gravi sono oltre 24 mila. Per i gravissimi invece l’erogazione del fondo avviene sempre a singhiozzo e con tempi molto lunghi legati alle enormi lentezze di tutto l’apparato amministrativo. Nei distretti sociosanitari poi c’è davvero un caos. Mancano ancora per esempio i Pua (Punto Unico di Accesso è uno sportello dedicato e aperto all’utenza con problematiche complesse) previsti dalle norme e nelle Uvm non c’è personale formato. Sappiamo che c’è un fondo previsto per i Pua e le UVM (Unità valutativa multidisciplinare) ma non abbiamo idea di come si stia procedendo”. “Ci sono anche parecchi fondi del 2018 che ancora non sono stati spesi – dice ancora -. In questo modo cresce la sfiducia dei cittadini nelle istituzioni e si accentua l’aggressività di chi ha dei bisogni primari a cui non si danno risposte adeguate. I progetti individualizzati sono seriamente messi a rischio per esempio in questa finanziaria regionale a causa dei tagli”.

“Tutti questi dovrebbero esseri aspetti sicuramente da attenzionare all’interno di un tavolo regionale socio-sanitario che è nato lo scorso aprile ma di cui sappiamo pochissimo – aggiunge ancora Giovanna Gambino -. Oltre a non farne parte, come garante non sono stata mai chiamata per essere informata sullo stato dei lavori. In questi mesi, nonostante le mie diverse sollecitazioni non ho mai avuto risposta. Si va avanti nella programmazione ma senza il dialogo e il confronto tra la politica e la società civile rappresentata dalle associazioni. A livello locale, invece, sta avvenendo diversamente con l’assessorato alla cittadinanza solidale di Palermo dove si è avviato un tavolo di ascolto e di confronto all’insegna della collaborazione e della partecipazione dei cittadini per migliorare alcuni servizi”.

Un nodo grosso è anche da sempre la garanzia della continuità dei servizi scolastici. “Il quadro ahimè è disastroso – dice -. Ieri ho saputo di 70 ragazzi disabili di Caltanissetta che sono rimasti a casa per la mancanza dei servizi essenziali (assistente igienico personale, alla comunicazione oltre che il trasporto). Su questi servizi che sono purtroppo da sempre discontinui in tutta la Sicilia gli studenti con disabilità e le famiglie non possono subire una erogazione a singhiozzo. Questo dovrebbe essere uno dei temi fondamentali che dovrebbe affrontare il tavolo sociosanitario perché i disservizi non garantiscono il diritto allo studio degli studenti con disabilità”.

“Manca ancora la cultura della disabilità perché non si comprendono realmente i bisogni che sono uguali a quelli di tutti gli altri cittadini – conclude infine -. La disabilità ancora non è una priorità nell’agenda politica e istituzionale; lo è probabilmente sulla carta con le leggi che si fanno ma ancora non lo è di fatto in maniera concreta per i vari apparati amministrativi che a cascata non si attivano come dovrebbero. C’è ancora tantissimo lavoro da fare soprattutto nelle fasce intermedie delle realtà amministrative dove non c’è formazione e informazione adeguata. Su questo aspetto in cui crediamo molto, insieme alle diverse associazioni, ci spenderemo nel breve e lungo periodo perché riteniamo che si debba proprio partire dalla efficienza della pubblica amministrazione”. (set) 

Italia secondo Paese per numero di docenti iscritti a eTwinning


Partecipano ai gemellaggi elettronici 70.000 insegnanti.
La Puglia conferma il primato per numero di progetti

Sono circa 9.000 gli insegnanti italiani iscritti nel 2018 ai gemellaggi elettronici eTwinning, la piattaforma europea che dal 2005 mette in contatto insegnanti e classi per fare didattica in modi innovativi, sfruttando le nuove tecnologie. Nei numeri diffusi dall’Unità nazionale eTwinning INDIRE, il nostro Paese registra ritmi di crescita tra i più elevati d’Europa: le scuole italiane sono fra le più attive e numerose in termini di partecipazione, risultati e riconoscimenti e l’Italia è il secondo Paese, tra i 36 partecipanti, per insegnanti iscritti, dopo la Turchia. Seguono Polonia, Spagna, Francia e Regno Unito.

Flaminio Galli, Direttore Generale di Indire, sede dell’Unità eTwinning Italia, dichiara:

“L’Italia si distingue non solo a livello di partecipazione ma anche sul piano della qualità. Nell’edizione 2018 dei Premi europei eTwinning, il maggiore riconoscimento della community, sono stati premiati 14 docenti italiani in 7 diversi progetti, un dato che evidenzia le eccellenze della didattica e valorizza il lavoro svolto in tante scuole italiane”.

2018: i dati della partecipazione

Si registra un incremento costante dei docenti italiani iscritti alla piattaforma: in totale sono circa 70.000, oltre il 10% dei circa 642.000 iscritti in tutta Europa, e un aumento dei nuovi progetti attivati: nel 2018 sono stati circa 5.300.

In Italia, dal 2005 sono stati attivati circa 31.000 i gemellaggi, mentre le scuole registrate sono oltre 11.000 (numero comprensivo dei plessi distaccati e delle sedi amministrative degli istituti).

Quanto agli insegnanti registrati a livello regionale, eTwinning raggiunge picchi di attività proporzionali nelle regioni più popolose: Sicilia, in primis seguita da Campania e Lombardia. Per quanto riguarda i progetti avvitati il primato spetta alla Puglia, con quasi 3.500 gemellaggi. In generale il 46% dei progetti è al Sud, il 34% al Nord e il 20% Centro. In linea con la tendenza mostrata negli scorsi anni la Francia si conferma il paese preferito dagli eTwinner italiani per l’attivazione di progetti di collaborazione (314 progetti attivati nell’anno). Seguono Spagna, Turchia e Polonia. Dal 2015 è possibile anche attivare gemellaggi tra scuole dello stesso Paese, così come è possibile coinvolgere partner dei Paesi eTwinning Plus: Armenia, Azerbaijan, Georgia, Moldavia, Tunisia, Ucraina, Giordania e dal 2018 anche il Libano. Info: etwinning.indire.it/


PETIZIONE STIPENDI PIÙ ALTI E SCATTO 2013

PETIZIONE STIPENDI PIÙ ALTI E SCATTO 2013, 8500 FIRME IN 7 GIORNI SU CHANGE.ORG

Oltre 8500 firme raccolte online in una settimana sulla piattaforma https://www.change.org/p/giuseppe-conte-stipendi-più-alti-per-gli-insegnanti. Naviga a vele spiegate nel mare del web la petizione promossa dalla Gilda degli Insegnanti, e indirizzata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per chiedere lo “scongelamento” dello scatto di anzianità del 2013 e l’aumento degli stipendi dei docenti, obiettivo che il sindacato guidato da Rino Di Meglio intende centrare utilizzando anche le risorse destinate dalla famigerata legge 107/2015 al finanziamento del bonus merito. 
“Il numero elevato di adesioni registrato in appena 7 giorni dal lancio dell’iniziativa – dichiara Di Meglio – è una spia inequivocabile del disagio e del malcontento che serpeggia tra gli insegnanti e della loro voglia di riscatto”.

Come evidenziano i più recenti dati Ocse ed Eurydice, le retribuzioni degli insegnanti italiani sono tra le più basse in Europa: gli stipendi dei docenti in Germania sono praticamente il doppio rispetto a quelli italiani, per tutti i gradi di scuole e per tutte le anzianità, e molto al di sopra della media europea; anche in Spagna le retribuzioni, soprattutto quelle iniziali, si collocano al di sopra della media europea. La Francia ricalca l’andamento europeo, ma con le retribuzioni intermedie più basse, mentre l’Italia si mantiene allineata al livello europeo fino all’anzianità di servizio di 15 anni ma segna un netto calo a fine carriera. 

“La significativa riduzione del potere di acquisto degli stipendi – afferma Di Meglio – ha provocato negli ultimi anni una sostanziale diminuzione di prestigio sociale dei docenti. Le buste paga sempre più leggere hanno portato gli insegnanti a diventare fanalino di coda non soltanto nell’impietoso confronto con i colleghi degli altri Paesi europei, ma anche con tutti gli altri dipendenti pubblici italiani”

“Per cambiare questa situazione indecorosa, – conclude il coordinatore nazionale della Gilda – occorre investire maggiori risorse nel rinnovo del contratto e recuperare la progressione di carriera scippata nel 2013. Perciò esortiamo tutti gli insegnanti e tutti gli italiani che hanno a cuore la qualità dell’istruzione a firmare la petizione online e attraverso i moduli messi a disposizione dalle nostre Rsu e dai nostri Tas in in tutte le scuole d’Italia”.

Per tutti i nuovi prof arriva la «ferma prolungata» di 5 anni

da Il Sole 24 Ore

di Claudio Tucci

Tutti i nuovi docenti, di ogni ordine e grado, assunti con i prossimi concorsi, non potranno cambiare la scuola a loro assegnata per successivi cinque anni.

L’emendamento approvato
Lo prevede un emendamento dei relatori al decreto Semplificazioni approvato ieri pomeriggio dalle commissioni Affari costituzionali e Lavori pubblici del Senato. La norma, nei fatti, estende il blocco a tutti i neo docenti. Il “vincolo” infatti vale per il «personale docente ed educativo di ogni ordine e grado di istruzione», e quindi vale anche per i docenti della scuola dell’infanzia, delle elementari e delle medie. La misura vale «qualunque sia la procedura utilizzata per il reclutamento».

La situazione oggi
Attualmente, ci sono diversi regimi in materia di permanenza nella sede di servizio. I 5 anni di permanenza valgono per i neoassunti alle superiori (dlgs 59 del 2017). Per i non vincitori di concorso di cui al dlgs 59 del 2017, la permanenza scende a tre anni. Torna a cinque anni nel sostegno didattico (ma non nella medesima sede) per i prof di sostegno. Per i neo assunti a infanzia e primaria si scende a tre anni, e tre anni è anche il limite per trasferirsi dagli ambiti territoriali.

Le reazioni
L’aver riportato tutto a 5 anni, secondo il governo, semplifica questo quadro, incrementando la continuità didattica. I sindacati sono contrari: «La scuola si governa con la condivisione e il dialogo, non con i divieti e il dirigismo – ribatte Pino Turi, a capo della Uil Scuola -. La continuità didattica è un valore condiviso. L’obbligo, generalizzato per legge, di permanenza di cinque anni sul posto assegnato, è frutto di propaganda e demagogia, di chi la scuola non sa neanche cosa sia».

Proroga per adeguare la normativa antincendio
Sempre ieri, è stato acceso semaforo verde a un altro emendamento per dare più tempo alle scuole e agli asili nido per adeguarsi alla normativa antincendio. La norma prevede lo slittamento dei termini che erano fissati al 31 dicembre 2018, rispettivamente, al 31 dicembre 2021 e 31 dicembre 2019.

Iscrizioni, per le zone terremotate nuova finestra tra il 5 e il 26 febbraio

da Il Sole 24 Ore

di Al. Tr.

Dal 5 al 26 febbraio saranno riaperte le iscrizioni on line per gli studenti delle zone terremotate di Abruzzo, Lazio, Marche, Umbria e della provincia di Catania, quest’ultima colpita dal sisma lo scorso 26 dicembre. Lo ha stabilito il Miur con una circolare appena pubblicata.

La proroga
Il ministero precisa che i genitori residenti nelle aree terremotate che hanno già presentato la domanda entro il 31 gennaio – termine stabilito a livello nazionale – non dovranno rinnovare l’iscrizione. La scuola alla quale è stata presentata la domanda, spiega ancora la circolare, dovrà in ogni caso contattare la famiglia per accertarsi delle scelta definitiva che dovrà essere espressa entro il 26 febbraio. Le famiglie che non sono riuscite a inviare la domanda a causa degli eventi sismici, invece, potranno farlo a partire dal 5 febbraio secondo le modalità comuni a tutti, già indicate dal Miur nella circolare dello scorso novembre .

Educazione civica obbligatoria, al via iter in Commissione alla Camera

da Il Sole 24 Ore

«L’educazione civica è un insegnamento tanto prezioso quanto irrinunciabile. Grazie alla Lega e ai Ministri Salvini e Bussetti, che hanno sostenuto questa mia iniziativa, presto ornerà sui banchi di scuola: dalla materna alle superiori. Oggi in Commissione Cultura della Camera ha preso infatti il via l’iter della mia proposta di legge che ne prevede la reintroduzione obbligatoria, curricolare e valutata. Vigilerò giorno per giorno affinché il testo diventi legge nel giro di breve». Lo ha dichiarato il deputato della Lega Massimiliano Capitanio, primo firmatario della proposta di legge che ha iniziato il suo percorso parlamentare.

Percorso condiviso
«Lo spirito del provvedimento non è quello di calare una nuova materia dall’alto di una cattedra – ha spiegato Capitanio – ma di condividere alla pari, con insegnanti e genitori, regole del buon vivere comune, che per noi rappresentano valori e impegni ben precisi:
rispetto della Costituzione, cittadinanza digitale, ambiente, salute, legalità, contrasto a bullismo e cyberbullismo, volontariato». Il deputato leghista ha sottolineato che «sarà un percorso condiviso con tutti, senza bandiere» e che «proprio per questa ragione terremo nella giusta considerazione la proposta sulla quale l’Anci ha raccolto firme, la petizione dei Lions e le proposte di legge dei colleghi di maggioranza e opposizione che vanno nella stessa direzione della nostra».

Viaggi d’istruzione e collaborazione con la Polizia stradale, il vademecum per le scuole

da Il Sole 24 Ore

Circolare del Miur su gite d’istruzione e collaborazione con la Polizia stradale. Il testo inviato – tra gli altri – ai dirigenti scolastici e ai direttori generali degli Usr ricorda «la proficua collaborazione con la Polizia Stradale, per assicurare alle istituzioni scolastiche, che ne fanno richiesta, un servizio di controllo sia prima della partenza che in itinere sui mezzi di trasporto dedicati alle visite di istruzione».

Il Miur sottolinea che il ministero dell’Interno, «anche per il corrente anno scolastico», ha trasmesso ai compartimenti della Polizia stradale la nota nella quale «si rinnova la collaborazione con gli organi preposti in continuità con le attività avviate d’intesa con gli Uffici scolastici regionali».

Il testo ribadisce che la richiesta di intervento della Polizia stradale non è obbligatoria, ma si configura come possibilità, determinata dalle valutazioni di ciascuna scuola e potrà essere effettuata anche attraverso il modulo allegato all’articolo.

Si precisa che, la richiesta di intervento della sezione Polizia stradale della provincia dove ha sede la scuola, può essere effettuata per segnalare il viaggio e per agevolare la programmazione dei controlli, lungo l’itinerario, che saranno effettuati a campione.

Inoltre, è scritto nella circolare, «potrà essere richiesto l’intervento della Polizia locale o della sezione Polizia stradale della provincia di appartenenza prima della partenza, per un controllo del mezzo di trasporto e per la verifica dell’idoneità del veicolo o del conducente».

Infine, la Stradale assicura per tutta la durata del viaggio il supporto necessario, le eventuali
segnalazioni di emergenza potranno essere effettuate attraverso i numeri di assistenza 112 e 113.