Alunni H e supporto alla genitorialità

Alunni H e supporto alla genitorialità

di Cettina Calì

Ogni bambino è un essere sociale che si definisce attraverso l’interazione con gli altri, dapprima nella primaria cellula sociale che è la famiglia, e poi negli altri contesti sociali nei quali, crescendo, si trova ad esprimere la propria personalità ed ha bisogno, per una crescita armonica,  di instaurare delle relazioni affettive che lo facciano sentire legato in modo stabile a persone, luoghi e cose. L’esercizio del diritto all’educazione e all’istruzione non può essere mai impedito, neppur  da difficoltà derivanti dalle disabilità connesse ad un handicap. La progettazione educativa per gli alunni con disabilità è, infatti, costruita tenendo ben presente questa priorità e, può essere rivista mediante la scelta, anche per brevi periodi, di  servizi integrativi. Qualora per specifiche condizioni di salute dell’alunno o per particolari situazioni di contesto, non fosse realmente possibile la frequenza scolastica, è necessario che sia programmato un intervento educativo e didattico rispettoso delle peculiari esigenze dell’alunno e, contemporaneamente, finalizzato al miglioramento delle abilità, al loro potenziamento e allo sviluppo degli apprendimenti anche nei periodi in cui non è prevista la presenza in classe. Si è integrati/inclusi in un contesto, infatti, quando si effettuano esperienze e si attivano apprendimenti insieme agli altri, quando si condividono obiettivi e strategie di lavoro e non quando si vive, si lavora, si siede gli uni accanto agli altri in momenti occasionali. Di fatto gli  alunni con disabilità complesse sono coloro che rischiano di abitare a scuola come coinquilini paralleli, sono coloro che con l’etichetta della gravità forniscono al contesto numerosi alibi, sono coloro che per i quali si accendono discussioni su educabilità e assistenzialità, diritto alla salute etc etc,  sono coloro che non vanno disturbati troppo… per il loro bene. Ma chi stabilisce qual è il loro bene? La nostra Costituzione assegna ai genitori e alla scuola il compito di istruire ed educare. Risulta pertanto irrinunciabile, per la crescita e lo sviluppo degli alunni, una partnership educativa positiva tra famiglia e scuola fondata sulla condivisione dei valori e su una fattiva collaborazione. Purtroppo, molto spesso,  dimenticando il ruolo attribuito alla suola, la si considera solo come agenzia tenuta a  “dispensare un titolo di studio” per completare l’obbligo di istruzione.  Gli insegnanti e i genitori, nonostante la diversità dei ruoli e la separazione dei contesti di azione, condividono sia i destinatari del loro agire, i figli/alunni, sia le finalità dell’agire stesso, ovvero l’educazione e l’istruzione in cui scuola e famiglia devono operano insieme per un progetto educativo comune, un progetto di vita che riguarda il figlio/alunno. Il focus della problematicità del  rapporto tra la famiglia  e la scuola cade, molto spesso,  sulla mancanza del  rispetto dei ruoli, delle competenze, dei compiti. Nell’esercizio della corresponsabilità, infatti, ciò che fa accrescere l’efficacia del rapporto scuola-famiglia  è lo scambio comunicativo e il lavoro cooperativo. Bisogna incentivare, all’interno delle scuole,  lo sviluppo di una cultura progettuale legata ad una genitorialità positiva. Il supporto alle famiglie che vivono situazioni complesse  e alla genitorialità positiva, da parte degli organi competenti, comprende una vasta gamma di azioni e di servizi che variano da un sostegno generalizzato attraverso informazioni e indicazioni “a bassa soglia”, sino a azioni mirate, specialistiche e soprattutto tarate sulle specifiche necessità di ogni  nucleo famigliare. Supportando la crescita degli stessi genitori, attraverso un  percorso di accompagnamento multidimensionale ed integrato,  gli si permette loro di acquisire la capacità di affrontare e risolvere i problemi che riguardano i propri figli, partecipando attivamente e consapevolmente alle scelte scolastiche.

Ogni intervento di supporto, certamente impegnativo e articolato, va  predisposto ed inserito in una logica sistemica per ridurre la complessità e per recuperare attenzione, cura del benessere degli alunni e pieno sviluppo della primaria funzione educativa della scuola e  nasce da  valutazione di sistema sempre più  articolata ed orientata al miglioramento vero e proprio, che diventa  un processo necessario per l’esercizio consapevole ed efficace  da parte della scuola delle funzioni organizzative, didattiche, di ricerca e sperimentazione annesse all’autonomia scolastica.