Salvini: il 2019 sarà fondato sul rispetto, basta aggressioni ai docenti e farò mettere le telecamere negli asili

da La Tecnica della Scuola

 Di Alessandro Giuliani

“Il 2019 dovrà essere fondato sul rispetto delle regole, delle leggi, delle persone. Sul rispetto degli insegnanti in classe. Basta con questa vergogna di ragazzini che aggrediscono i professori. E ancora peggio dei genitori, che invece di prendersela con i figli che fanno ‘casino’, se la prendono con i docenti”. A dirlo è stato il ministro dell’Interno Matteo Salvini, nel corso di una diretta Facebook allestita il 2 gennaio sul portale dello stesso vicepremier.

“Basta con la vergogna dei ragazzini che aggrediscono i professori”

Per il leader della Lega “sarà un 2019 fondato sul rispetto delle regole, delle leggi, delle persone e delle insegnanti in classe. Basta con questa vergogna dei ragazzini che aggrediscono i professori o peggio ancora dei genitori che, invece di prendersela coi figli che fanno casino, se la prendono con i professori. E torna l’educazione civica sui banchi di scuola dall’anno prossimo”.

Contro le aggressioni, nel nuovo anno “aumenteremo la vigilanza, anche negli ospedali e nei pronto soccorso”.

 

“Telecamere per tutelare il lavoro eroico di maestri ed educatori”

“Il mio obiettivo – ha continuato Salvini – è portare a casa la legge per mettere le telecamere negli asili, nei nidi, nelle case di riposo e negli istituti per disabili”: perché “bisogna tutelare il lavoro eroico, onesto e pulito di milioni di maestre, maestri, educatori, infermieri, operatori sociosanitari”.

Così potremo anche “beccare quei pochi delinquenti che sfogano la loro deficienza, la propria frustrazione su bambini e anziani che non si possono difendere”.

Salvini ha quindi detto di volere aumentare le espulsioni e i rimpatri di migliaia di immigrati che non sono in Italia senza averne nessun diritto: “sono contento della testimonianza dei tanti immigrati che hanno trovato lavoro, che pagano le tasse, che mandano i figli a scuola”, ha comunque specificato il vicepremier.

A proposito delle telecamere in classe, già lo scorso mese di giugno il vicepremier Salvini si era espresso a favore: nel corso di un’iniziativa elettorale a Terni aveva detto, in modo perentorio, che “da papà farò di tutto perché sia approvato il progetto di legge per avere telecamere negli asili, nelle scuole e nelle case di riposo”.

Pro e contro (molti) alle telecamere in classe

“Per rispetto delle maestre perbene che sono il 99 per cento, come gli infermieri. Però chi mette le mani addosso a un disabile o a un bambino è una bestia che non può tornare a fare quel lavoro”, aveva tagliato corto Salvini.

Di parere opposto, sempre sull’opportunità o meno di installare le telecamere in classe, si è detto in più occasioni il garante della privacyMa anche diversi docenti, la maggior parte di quelli che hanno espresso il loro parere attraverso La Tecnica della Scuola.

Tra il popolo di contrari alle telecamere in classe, figura anche Vittorio Lodolo D’Oria, medico specializzato in temi come burnout e stress da lavoro correlato, che attraverso la sua pagina Facebook proprio con l’inizio dell’anno ha detto che “la videosorveglianza non risolverebbe il problema, anche perchè lo strumento “deve essere utilizzato da personale competente e non da chiunque”.

Bussetti: urgono nuove regole, esperti Miur al lavoro. Arriva revisione valutazione, docenza e organi collegiali?

da La Tecnica della Scuola

Di Alessandro Giuliani

Il ministero dell’Istruzione vuole cambiare le norme che governano la scuola: lo ha confermato il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, nel corso di un’intervista rilasciata il 2 gennaio al quotidiano ‘Il Messaggero’.

Il ministro: serve ordine

Al cronista che chiedeva quale tipo di lavoro svolgerà la “commissione di esperti per riscrivere il Testo Unico della scuola, fermo al 1994”, il responsabile del Miur ha risposto che le persone individuate dal ministero dell’Istruzione “devono mettere in ordine le norme degli ultimi 25 anni e sarà un’opera imponente di semplificazione che porterà a una maggiore chiarezza del quadro normativo”.

“Ci sarà poi – ha continuato Bussetti – una riflessione anche sul tema della valutazione e degli istituti che attualmente se ne occupano, sia nel mondo scolastico che nell’università. Vogliamo dare maggiore efficienza al sistema”.

Lo prevedeva già la Buona Scuola

Il progetto, del resto, era già previsto dalla Legge 107/2015: come già osservato, all’art.1, comma 180 veniva riportato che il Governo è delegato ad adottare, entro diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi al fine di provvedere al riordino, alla semplificazione e alla codificazione delle disposizioni legislative in materia di istruzione, anche in coordinamento con le disposizioni di cui alla presente legge.

Nel comma 181 della legge denominata Buona Scuola era stato disposto, in ragione delle deleghe rilasciate al Governo dal suddetto comma 180, proprio la delega per il riordino delle disposizioni normative in materia di sistema nazionale di istruzione e formazione attraverso anche la redazione di un testo unico delle disposizioni in materia di istruzione già contenute nel testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, nonché nelle altre fonti normative.

Invalsi, Anvur e Indire: cambi in vista

Ma quali sono le norme del decreto legislativo 297/94 che, nello specifico, andrà a modificare la commissione?

Per saperlo, può essere utile andare a vedere cosa contiene, nella bozza del disegno di legge Semplificazione, l’articolo sul capitolo dell’istruzione: in particolare, il Governo intende procedere verso una soppressione o fusione di Invalsi, Anvur e Indire, attraverso, si legge, “la razionalizzazione, eventualmente anche attraverso fusione o soppressione, di enti, agenzie, organismi comunque denominati, ivi compresi quelli preposti alla valutazione di scuola e università, ovvero attraverso alla trasformazione degli stessi in ufficio dello Stato o di altra amministrazione pubblica, salvo la necessità di preservarne l’autonomia, ovvero ancora liquidazione di quelli non più funzionali all’assolvimento dei compiti e delle funzioni cui sono preposti”.

Si vuole arrivare ad un nuovo Consiglio d’Istituto

Ma è soprattutto sul fronte degli organi collegiali, come già scritto dalla Tecnica della Scuola, che dovrebbero arrivare le novità più importanti e dirette su personale e studenti: l’intenzione, si legge sempre nel ddl, è procedere verso la “revisione della disciplina degli organi collegiali della scuola in modo da definirne competenze e responsabilità e ridefinendo ruolo, competenze e responsabilità dei dirigenti scolastici”.
Sembra, ma sono per il momento solo indiscrezioni, che si voglia ridimensionare la presenza dei genitori all’interno del Consiglio d’Istituto, nel quale potrebbe trovare spazio un esperto del mondo del lavoro.

Un’altra novità potrebbe arrivare sul fronte dei collaboratori dei dirigenti scolastici: l’idea è che non potranno più essere scelti in modo unilaterale del preside ma la nomina dovrà essere condivisa con il collegio dei docenti.

Casa cambierebbe per i docenti

Ma la vera new entry potrebbe riguardare il personale docente: andando a toccare l’autonomia scolastica, ha denunciato qualche settimana fa Pino Turi, leader della Uil Scuola, c’è il pericolo che venga meno il profilo di assoluta atipicità professionale degli insegnanti, che non ha nulla a che vedere con la figura impiegatizia.

Per vedere approvata questa riforma “ci vorranno anni – ci ha detto il sindacalista – ma bisogna tenere gli occhi aperti e le ‘antenne’ dritte: per questo, mi rivolgo a tutti coloro che tengono all’autonomia della scuola e di chi vi opera, quindi ai docenti, chi a chi ci lavora, alle famiglie, agli studenti”.

“E sempre per questi motivi – ha continuato Turi – ho parlato di convocazione permanente dei collegi dei docenti: l’obiettivo è monitorare, seguire e verificare eventuali modifiche legislative del decreto legislativo 297 del 1994”.

Certamente, nel 2019 non si farà in tempo ad approvare il testo del disegno di legge, trattandosi di temi strategici che comportano il confronto con un alto numero di istituzioni e parti coinvolte: di sicuro, però il Governo entro 365 giorni avrà scoperto le carte sull’argomento. A differenza di quanto accaduto sino ad oggi, poiché si è lavorato essenzialmente chiusi nelle stanze del dicastero di Viale Trastevere.

L’intreccio con la regionalizzazione di più istituzioni pubbliche

Il progetto del Governo, avevamo scritto, si intreccerebbe con quello della regionalizzazione  della scuola, come di altre istituzioni pubbliche, promossa dalla Lega e avvallata dal M5S: lo scorso 21 dicembre, il ddl ha compiuto il primo passo verso l’approvazione.

In quell’occasione la cosiddetta “autonomia differenziata” – prevista dall’articolo 116, terzo comma, della Costituzione ma in 70 anni mai attuata – è stata illustrata in Consiglio dei ministri, dando così il via alla discussione nei palazzi della politica nazionale sulla formazione delle leggi di stampo regionale, fornendo così ampia autonomia per la formazione delle norme su diversi ambiti, come l’istruzione, la salute, il lavoro, la salvaguardia dell’ambiente e del territorio.

Proprio quel giorno, la stessa Uil Scuola ha detto di essere “contraria in modo assoluto” verso l’attuazione del progetto, al punto di essere già pronta “allo sciopero generale per contrastate questa ipotesi”, appellandosi “alle più alte cariche istituzionali per un intervento che rimetta valori e priorità nel solco dell’unità nazionale e della democrazia partecipata”.

Gli altri possibili cambiamenti

Nel mirino del Governo, ma sono solo voci, vi sarebbe la volontà di contrastare la tendenza al trasferimento di nostri insegnanti, proprio attraverso appositi disincentivi normativi, al fine di agevolare anche la continuità didattica. Uno di tali strumenti, ci riferiscono importanti esponenti della Lega, è la regionalizzazione dell’Istruzione e una maggiore autonomia del sistema scolastico attuata con il decentramento.

Tra le possibilità novità, infine, vi sarebbe quella di aprire maggiormente le scuole al mondo dell’associazionismo della scuola e realizzare nuovi modelli di graduatorie per le supplenze


Concorso straordinario infanzia e primaria, per la Valle d’Aosta c’è tempo fino al 17 gennaio

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Sul Bollettino Ufficiale della Regione Valle d’Aosta n. 54 del 18 dicembre 2018, è stato pubblicato l’avviso relativo al concorso straordinario, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento a tempo indeterminato di personale docente per la scuola dell’infanzia e primaria su posto comune e di sostegno nelle istituzioni scolastiche della Regione autonoma Valle d’Aosta.

L’istanza di partecipazione alla procedura concorsuale deve essere presentata on line (tramite ISON) entro le ore 23.59 del 17 gennaio 2019.

In merito invece alla composizione delle commissioni di valutazione, le segnalazioni di disponibilità possono essere trasmesse alla Sovraintendenza agli studi – Piazza Deffeyes, 1 – Aosta a partire dal 2 al 16 gennaio 2019 (fino alle ore 14.00).
Il modulo per la segnalazione è disponibile sul sito www.scuole.vda.it sezione normativa e servizi – concorso straordinario docenti (link).


Concorso Dsga, due prove scritte e un colloquio orale. Ma prima c’è la preselettiva

da La Tecnica della Scuola

Di Fabrizio De Angelis

Come scritto in precedenza, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il bando del concorso per Dsga nel rispetto di quanto stabilito dal decreto ministeriale 863 del 18 dicembre 2018, recante le indicazioni concernenti il concorso per titoli ed esami per l’accesso al profilo professionale del Direttore dei servizi generali e amministrativi. In palio 2004 posti.

Fino al 28 gennaio 2019 sarà possibile presentare domanda di partecipazione.

La prova preselettiva

Come stabilisce il bando, è prevista una prova preselettiva computer-based e unica per tutto il territorio. Questa si svolgerà nelle sedi individuate dagli USR e consiste nella somministrazione di cento quesiti, vertenti sulle discipline previste per le prove scritte. Ciascun quesito consiste in una domanda seguita da quattro risposte, delle quali solo una è esatta;
L’ordine dei cento quesiti somministrati è diversificato per ciascun candidato. Lo svolgimento della prova preselettiva è computerizzato;

I candidati ammessi a sostenere la prova preselettiva hanno a disposizione una postazione informatica. La prova ha una durata massima di cento minuti, al termine dei quali il sistema interrompe la procedura e acquisisce definitivamente le risposte fornite dal candidato fino a quel momento. Fino all’acquisizione definitiva il candidato può correggere
le risposte già date. La prova si può svolgere in più sessioni.

il calendario comprensivo del giorno e dell’ora di svolgimento della prova preselettiva sarà reso noto con avviso da pubblicarsi nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami» – del 15 marzo 2019, negli albi e nei siti internet degli USR competenti a gestire la procedura, nonché sul sito internet del Ministero, è reso noto La pubblicazione di tale avviso ha valore di notifica a tutti gli effetti.

L’elenco delle sedi della prova preselettiva, l’esatta ubicazione, l’indicazione della destinazione dei candidati distribuiti sulla base della regione per la quale hanno presentato la domanda di partecipazione e le ulteriori istruzioni operative, sono comunicati almeno quindici giorni prima della data di svolgimento delle prove tramite avviso pubblicato sul sito internet del Ministero e degli USR competenti. Tale pubblicazione ha valore di notifica a tutti gli effetti.

La correzione della prova preselettiva viene effettuata attraverso procedimenti automatizzati/informatizzati. I quesiti sono estratti da una banca dati di quattromila quesiti resa nota tramite pubblicazione sul sito internet del Ministero, almeno venti
giorni prima dell’avvio della prova preselettiva.

La valutazione della prova preselettiva è effettuata assegnando un punto a ciascuna risposta esatta, zero punti alle risposte non date o errate. Il punteggio della prova preselettiva è restituito al termine della stessa.

All’esito della preselezione, sono ammessi a sostenere le prove scritte un numero di candidati pari a tre volte il numero dei posti messi a concorso per ciascuna regione.
Sono altresì ammessi tutti i candidati che abbiano conseguito nella prova preselettiva un punteggio pari a quello del candidato collocato nell’ultima posizione utile, nonché i soggetti di cui all’art. 20, comma 2 -bis , della legge 5 febbraio 1992, n. 104.

Il mancato superamento della prova preselettiva comporta l’esclusione dal prosieguo della procedura concorsuale. Il punteggio della prova preselettiva non concorre alla formazione del voto finale nella graduatoria di merito.

I candidati che non ricevono comunicazione di esclusione dal concorso sono tenuti a presentarsi per sostenere la prova di preselezione secondo le indicazioni contenute nell’avviso di cui al comma 3 del bando, muniti di un documento di riconoscimento in corso di validità tra quelli previsti dal decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445 e del codice fiscale. La mancata presentazione nel giorno, ora e sede stabiliti, a qualsiasi causa dovuta, comporta l’esclusione dal concorso.

Qualora, per cause di forza maggiore sopravvenute, non sia possibile
l’espletamento di una o più sessioni della prova preselettiva nelle giornate programmate, ne viene stabilito il rinvio con comunicazione, anche in forma orale, ai candidati presenti.

Durante lo svolgimento della prova preselettiva i candidati non possono introdurre nella sede di esame carta da scrivere, né avvalersi di codici, raccolte normative, dizionari, testi di legge, pubblicazioni, appunti di qualsiasi natura, strumenti di calcolo, telefoni portatili e di strumenti idonei alla memorizzazione di informazioni o alla trasmissione di dati.

È vietato inoltre ai candidati di comunicare tra loro verbalmente o per iscritto, ovvero di mettersi in relazione con altri, salvo che con gli incaricati della vigilanza e con i componenti della commissione esaminatrice. In caso di violazione è disposta l’immediata esclusione dal concorso.

La prova preselettiva non può aver luogo nei giorni festivi né, ai sensi della legge 8 marzo 1989, n. 101, nei giorni di festività ebraiche, nonché nei giorni di festività religiose valdesi.

Le prove d’esame

Le due prove scritte saranno di 180 minuti ognuna:

  • una prova costituita da sei domande a risposta aperta, relative agli argomenti indicati nel bando;
  • una prova teorico-pratica, consistente nella risoluzione di un caso concreto attraverso la redazione di un atto su uno degli argomenti indicati nel bando.

La commissione assegnerà alle prove scritte un punteggio massimo di 30 punti ciascuna. Accederanno alla prova orale i candidati che avranno conseguito, in ciascuna delle prove, un punteggio di almeno 21/30.

La prova orale consisterà in:

  • un colloquio sulle materie d’esame, che accerterà la preparazione professionale del candidato e la sua capacità di risolvere un caso riguardante la funzione di DSGA;
  • una verifica della conoscenza degli strumenti informatici e delle tecnologie della comunicazione più comuni;
  • una verifica della conoscenza della lingua inglese.

La commissione assegnerà alla prova orale un punteggio massimo complessivo di 30 punti. La prova sarà superata dai candidati che conseguiranno un punteggio non inferiore a 21 punti.

IL BANDO (clicca qui)

Concorso DS: modalità di correzione degli scritti

da Tuttoscuola

37 sottocommissioni per correggere gli elaborati di 9.376 candidati presenti alla prova scritta del 18 ottobre e a quella suppletiva del 13 dicembre; non vi saranno sottocommissioni in Abruzzo, Basilicata, Friuli, Marche, Molise e Umbria. Lo ha reso noto il Miur con la nota del 31 dicembre scorso a cui ha allegato l’elenco nominativo di tutti i commissari effettivi e supplenti, per un totale di 259 membri.

Nei prossimi giorni le sottocommissioni si incontreranno al Ministero dell’istruzione per definire modalità, criteri e tempi delle correzioni sotto il coordinamento della commissione madre.

Successivamente ogni sottocommissione opererà probabilmente nella sede della regione di appartenenza per procedere alla correzione di un massimo di 250 elaborati ciascuna.

Per ovvie ragioni di opportunità la sottocommisione non correggerà gli elaborati dei candidati che hanno sostenuto la prova nella stessa regione. Gli elaborati, completamente anonimi, saranno infatti assegnati alle varie  sottocommissioni in modo del tutto casuale.

Se non sorgeranno intoppi, gli esiti delle prove corrette potrebbero essere resi noti intorno alla metà di febbraio.

Burnout, cos’è quel malessere che può colpire anche gli insegnanti

da Tuttoscuola

Da un po’ di anni a questa parte si è finalmente iniziato a parlare di burnout, la forma di forte stress lavorativo che può rivelarsi patologica.

Nel 2015 la presidentessa dell’Eurodap (Associazione Europea disturbi da Attacchi di Panico), nel rilevare come il profilo psicologico del copilota che ha provocato lo schianto dell’aereo della Germanwings che ha trascinato alla morte 149 persone, presentasse probabilmente segnali riconducibili a tale stato mentale, ha dichiarato che le categorie maggiormente a rischio per la sindrome del ‘burnout’ sono quelle dei piloti, ma anche dei medici e degli insegnanti.

‘Burnout’ è il termine inglese traducibile come ‘bruciato’ o ‘esaurito’ che sta dunque ad indicare una sindrome da esaurimento emotivo causata appunto dallo stress lavorativo. L’esaurimento è la prima reazione allo stress prodotto da eccessive richieste di lavoro o da cambiamenti significativi, ma tale sindrome, rilevano gli esperti, è anche caratterizzata dalla dimensione del cinismo, con un atteggiamento freddo e distaccato nei confronti del lavoro e delle persone che si incontrano sul lavoro. Un atteggiamento così negativo, rilevava la presidentessa dell’Eurodap Paola Vinciguerra, “può compromettere seriamente il benessere di una persona, il suo equilibrio psico-fisico e la sua capacità di lavorare”.

Insomma, “l’altissimo livello di stress – spiegava – in alcuni soggetti può diventare molto pericoloso e causare atti che potrebbero mettere in pericolo la vita di chi ne soffre e di chi gli sta accanto. Il burnout è proprio l’esito patologico dello stress al quale determinate categorie di persone sono sottoposte a causa del loro lavoro”.

Per chi è affetto da burnout, sottolineava, “gli ambienti lavorativi perdono le caratteristiche di un luogo sicuro dove socializzare, fare squadra, conseguire risultati comuni. Al contrario si assiste a spaccature, nel tentativo di raggiungere traguardi individuali, e la tensione si accumula quotidianamente senza possibilità di soluzione”. Per certe categorie, in primis quella dei piloti, concludeva la presidente, “è quindi fondamentale che si monitorizzi lo stato psicologico, cosa che non viene assolutamente fatta da protocollo, ed è anche necessario insegnare tecniche di gestione dello stress che permettano di non entrare in dimensioni psichiche patologiche”.

Gli insegnanti non certo immuni da questi problemi, anzi. Qualche tempo fa Vittorio Lodolo D’Oria, medico e autore di molti studi sul burnout affermava che “ad ammettere di essere stressato per il lavoro ripetitivo e logorante è un’altissima percentuale di chi lavora dietro la cattedra. Poi ci sono le vere e proprie patologie. E anche in questo caso non c’è da sottovalutare la situazione. Perché dalle ultime rilevazioni risultano almeno 24mila psicotici e 120mila depressi nella categoria. Infine, ci sono tutte le altre malattie della psiche più lievi ma non per questo da trascurare, come i disturbi dell’adattamento e di personalità”.

Per gli insegnanti, come si sa, non è previsto alcun controllo né all’inizio della carriera né successivamente. Non è il caso di pensarci? Quei rari casi, anche recenti, di violenze su bambini nelle scuole dell’infanzia da parte di insegnanti anziani non sono forse un campanello d’allarme?

Iscrizioni scuola dell’Infanzia 2019: cosa fare e quando

da Tuttoscuola

 

Vengono fornite di seguito notizie essenziali per l’iscrizione alla scuola dell’infanzia statale. Per maggiori approfondimenti è possibile consultare la circolare ministeriale emanata dal Ministero dell’Istruzione (nota 18902 del 7 novembre 2018).

Per i genitori che vogliono conoscere in modo più dettagliato la scuola scelta per il proprio figlio, il Miur e mette a disposizione l’applicazione “Scuola in chiaro”.

Iscrizioni a scuola: la struttura della scuola dell’infanzia statale

La scuola dell’infanzia statale – denominata scuola materna fino a vent’anni fa – è il settore educativo che precede la scuola dell’obbligo. È aperta a bambini della fascia di età 3-5 anni. Funziona da settembre fino al 30 giugno, seguendo le scansioni del calendario scolastico previste per tutti gli altri settori scolastici.

Ogni scuola dell’infanzia è inserita all’interno di una istituzione scolastica (circolo didattico o istituto comprensivo) che comprende anche scuole primarie (ex-elementari) e/o scuole secondarie di I grado (ex-scuole medie).

Responsabile dell’istituzione scolastica e, quindi, anche della scuola dell’infanzia è un dirigente scolastico che si avvale, tra l’altro, di una segreteria presso la quale viene presentata anche la domanda di iscrizione.

All’interno di ogni scuola dell’infanzia funzionano le sezioni (corrispondenti alle classi) affidate ciascuna a due insegnanti. Le attività didattiche vengono svolte in base alle Indicazioni nazionali definite a livello nazionale per orientare l’azione educativa degli insegnanti.

Anche nella scuola dell’infanzia statale, come negli altri settori, funziona un organo collegiale, il consiglio di intersezione, composto dal personale insegnante e da rappresentanti eletti dei genitori.

Iscrizioni a scuola: tempi e modalità

Le iscrizioni alle scuole statali di ogni ordine e grado si effettuano dal 7 al 31 gennaio 2019.

A differenza degli altri ordini di scuola dove le iscrizioni si effettuano on line, per la scuola dell’infanzia le iscrizioni avvengono con la consueta modalità del modello cartaceo da presentare materialmente alla segreteria della scuola. Il Ministero dell’Istruzione ha predisposto un apposito modello da utilizzare per le iscrizioni.

Iscrizioni a scuola: età di ammissione

Possono essere iscritti alle scuole statali dell’infanzia i bambini che compiono tre anni di età entro il 31 dicembre 2019. Possono essere iscritti anche bambini di età superiore ai tre anni e che non sono ancora in obbligo scolastico.

Poiché la scuola dell’infanzia non è ancora scuola dell’obbligo, l’iscrizione è consentita nel limite dei posti disponibili.

In caso di eccedenza del numero di domande in base ai posti disponibili, la precedenza di iscrizione tiene conto dei criteri stabiliti da ogni scuola e resi pubblici prima del termine delle iscrizioni.

Non può essere data priorità alle domande di iscrizione in ragione della data di invio delle stesse.

I bambini che compiono tre anni entro il 31 dicembre 2019 hanno diritto di precedenza di iscrizione nei confronti di eventuali bambini anticipatari.

È consentita anche l’iscrizione di bambini che, come anticipatari,  compiono tre anni di età entro il 30 aprile 2020. La data del 30 aprile è perentoria, prevista dalle legge, e non può essere elusa nemmeno per un solo giorno.

Per i bambini che compiono tre anni di età dopo il 30 aprile 2020 non è consentita alcuna iscrizione, anche se nella scuola risultano posti disponibili.

In questi casi l’ammissione a scuola dei bambini anticipatari avviene di norma a settembre 2019, in coincidenza con l’inizio delle attività didattiche, come avviene anche per tutti gli altri bambini in età regolare, ma, in taluni casi, in base alle regole stabilite dalle singole scuole, l’ammissione vera e propria a scuola può avvenire soltanto al momento del compimento del terzo anno di età.

Per i bambini regolarmente iscritti che attualmente frequentano la scuola i genitori non devono ripresentare domanda di iscrizione, in quanto – fatta salva diversa decisione delle famiglie – la loro iscrizione è confermata d’ufficio.

Iscrizioni a scuola: il diritto di scelta

Al momento dell’iscrizione i genitori dei bambini possono effettuare scelte personali relative a due questioni: l’orario di partecipazione alle attività e l’eventuale scelta dell’insegnamento della religione cattolica.

L’orario ordinario delle attività didattiche è di 40 ore settimanali (mattino e pomeriggio), ma i genitori possono chiedere l’orario ridotto con frequenza soltanto delle attività educative del mattino.

I genitori possono anche richiedere l’orario prolungato fino a 50 ore settimanali.

Poiché l’orario normale di 40 ore settimanali corrisponde a 8 ore giornaliere su cinque giorni di attività, l’orario prolungato a 50 ore settimanali corrisponde a 10 ore giornaliere, cioè due ore in più per il prolungamento di orario.

In base alle norme concordatarie tra Stato italiano e Santa Sede, nella scuola è prevista la possibilità di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica. Non si tratta di una catechesi, bensì di un insegnamento ispirato ai valori del cattolicesimo. Al momento dell’iscrizione i genitori possono decidere, con opzione scritta su apposito modulo, di avvalersi di questo insegnamento oppure di optare per attività alternative o per nessuna attività. L’insegnamento della religione cattolica è affidato ad uno degli insegnanti della sezione oppure ad un docente appositamente individuato dal Vescovo.

Complessivamente nel corso dell’anno scolastico vengono svolte attività di questo insegnamento per complessive 60 ore, cioè poco meno di due ore in media a settimana.

Per le famiglie che decidono di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica, l’eventuale rinuncia va presentata alla scuola per iscritto entro marzo nell’anno scolastico successivo.

Iscrizioni a scuola: bambini con disabilità

I genitori di bambini affetti da disabilità, al momento dell’iscrizione presentano alla scuola prescelta la certificazione rilasciata dalla A.S.L. di competenza, comprensiva della diagnosi funzionale, predisposta a seguito degli accertamenti collegiali previsti dalle norme in materia.

Sulla base di tale certificazione e della diagnosi funzionale, la scuola potrà procedere alla richiesta di personale docente di sostegno e di eventuali assistenti educativi a carico dell’Ente locale, nonché alla successiva stesura del piano educativo individualizzato, in stretta relazione con la famiglia e gli specialisti dell’A.S.L.

Iscrizioni a scuola: servizio di mensa e rette

La frequenza della scuola statale dell’infanzia è gratuita, ma taluni servizi aggiuntivi comportano il pagamento di una retta.

È il caso, ad esempio, della fruizione della mensa scolastica la cui gestione è normalmente affidata alla Amministrazione comunale locale.

Normalmente la retta a carico delle famiglie non copre l’intero ammontare della spesa di mensa, ma rappresenta piuttosto un contributo, commisurato, di norma, alla fascia di reddito della famiglia e ad altre condizioni definite dalle singole scuole.

Analogamente per chi si avvale di scuolabus comunale può essere previsto un contributo per la fruizione del servizio.

La regolamentazione dei servizi di mensa e di trasporto, nonché le modalità di pagamento dei contributi e delle rette non vengono determinate in sede di iscrizione, ma successivamente all’inizio dell’anno scolastico, secondo criteri fissati da ciascuna scuola.

Assenze e frequenza

Anche se non è scuola dell’obbligo, la scuola dell’infanzia richiede regolare frequenza alle attività, puntualità di ingresso. In caso di assenza per malattia di durata superiore a cinque giorni, il bambino può essere ammesso a scuola previa esibizione di certificato medico, anche se alcune regioni del Centro Nord come il Lazio non lo richiedono più.

L’irregolare frequenza accompagnata da assenze non giustificate può comportare l’esclusione dal servizio, disposta dal dirigente scolastico.

La regolamentazione delle assenze non vengono determinate in sede di iscrizione, ma successivamente all’inizio dell’anno scolastico, secondo criteri e modalità fissati da ciascuna scuola.

Decreto Ministeriale 3 gennaio 2019, AOOUFGAB 2

MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA

Finanziamento di interventi di messa in sicurezza di edifici scolastici a valere sulle economie dei mutui BEI 2015. (Decreto n. 2). (19A02180)

(GU Serie Generale n.80 del 04-04-2019)

Registrato alla Corte dei conti il 12 marzo 2019, registrazione n. 1-321

«Istituti tecnici, per il rilancio subito un patto con le imprese»

da Il Messaggero

Intervista al Ministro Bussetti

Dalla scelta della scuola giusta, per non sbagliare strada rischiando la bocciatura, al contatto con il mondo del lavoro fino al fair play sui campi di calcio. Il ministro all’istruzione, Marco Bussetti, disegna per gli studenti il nuovo anno della scuola italiana e risponde a chi lo accusa di aver tagliato sull’istruzione. Lunedì intanto partiranno le iscrizioni per il primo anno delle scuole elementari, medie e superiori ma l’orientamento non sempre funziona, visto che il primo anno di scuola superiore registra i tassi più alti di bocciatura.

Come aiutare i ragazzi?
«Quello dell’orientamento è un tema importantissimo. Stiamo lavorando per migliorare l’utilizzo delle risorse europee per progettualità mirate. Dobbiamo intervenire anche sul piano della formazione dei docenti, soprattutto quelli che si dedicano a queste attività. Un migliore orientamento deriverà anche dalla revisione dell’alternanza scuola-lavoro che metterà di nuovo al centro l’acquisizione di competenze trasversali. Niente apprendistato occulto».
Più di un ragazzo su due sceglie il liceo, eppure con gli istituti tecnici e professionali si trova lavoro. Come si inverte la rotta?
«Dobbiamo spiegare con chiarezza ai ragazzi e alle famiglie quali sono gli sbocchi offerti da queste scuole. Le imprese possono essere un valido alleato in questo cammino; possono raccontare la loro attività agli studenti e, alla fine degli studi, anche prevedere la possibilità di assunzioni. All’interno di questi istituti si formano le eccellenze del Made in Italy. E attraverso la riforma dei professionali, che stiamo attuando, lavoreremo molto per migliorare e potenziare il lavoro svolto a scuola nelle ore di laboratorio».
Con l’arrivo di quasi 12mila docenti di educazione motoria, ci sarà anche una parte dedicata alla cultura dello sport per contrastare episodi di violenza e razzismo negli stadi?
«Certamente ci sarà spazio per una parte teorica. Inserire il docente specializzato sarà funzionale anche a raggiungere l’obiettivo di diffondere la cultura del rispetto, del fair play. I recenti fatti di cronaca dimostrano che ne abbiamo davvero bisogno».
Quest’anno debutterà la riforma dell’esame di Stato, la vecchia maturità promuoveva oltre il 99% dei candidati. È solo un rito di passaggio, dunque, o cambierà qualcosa nella valutazione?
«La riforma che parte quest’anno nasce nel 2017. La ereditiamo. Non ne condivido tutti gli aspetti. Ma senz’altro è giusto che dia un peso maggiore al percorso scolastico rispetto a quanto si faceva in passato. Abbiamo anche evitato che la prova Invalsi e l’alternanza scuola-lavoro fossero requisito di accesso all’esame. Avrebbero avuto un peso eccessivo».
In merito all’approvazione della legge di bilancio, l’opposizione vi accusa di fare tagli sull’istruzione, in particolare sul sostegno. Come risponde?
«Dico con chiarezza che la manovra non prevede tagli sull’istruzione né tantomeno sul sostegno. Anzi ci sono risorse in più. Le tabelle che circolano vanno lette bene. Da quest’anno le risorse per le supplenze sul sostegno vengono individuate anno per anno. Con le prossime manovre saranno di volta in volta iscritte in bilancio, programmando la spesa sulle necessità previste. Il Ministero continuerà a garantire il sostegno a chi ne ha bisogno. Sempre. Passare per quelli che lo tagliano sarebbe ridicolo: siamo il Governo che ha voluto un Ministero per difendere i diritti di chi ha una disabilità. Stiamo attivando 40.000 posti di specializzazione per avere un maggior numero di insegnanti preparati sul sostegno. Da quando sono arrivato al Miur ho riunito più volte l’Osservatorio competente. Stiamo rivedendo insieme ad associazioni e famiglie le modalità di assegnazione del sostegno».
Si è riunita una commissione di esperti per riscrivere il Testo Unico della scuola, fermo al 1994. Che lavoro svolgeranno?
«Devono mettere in ordine le norme degli ultimi 25 anni e sarà un’opera imponente di semplificazione che porterà a una maggiore chiarezza del quadro normativo. Ci sarà poi una riflessione anche sul tema della valutazione e degli istituti che attualmente se ne occupano, sia nel mondo scolastico che nell’università. Vogliamo dare maggiore efficienza al sistema».
Con il decreto sui punti organico, vengono aumentate le assunzioni negli atenei virtuosi superando il limite del turn over. Verranno raggiunte anche altre università?
«Dopo dieci anni finalmente si torna ad assumere di più negli atenei anche con la manovra di bilancio, che interviene con ulteriori incrementi per il 2019 e per il 2020 e con l’assunzione di 1.500 nuovi ricercatori. Dal prossimo la misura andrà a toccare un numero sempre maggiore di università».
Il numero chiuso come verrà superato?
«C’è un lavoro in corso, una commissione di studio. Intanto aumentiamo i posti disponibili, come abbiamo già fatto quest’anno, e, nel caso di Medicina, anche i contratti di specializzazione post laurea».
Come faranno le facoltà che non hanno i mezzi per accogliere un maggior numero di studenti?
«Affronteremo il tema con la Conferenza dei rettori: senza il supporto delle università sarebbe impossibile andare avanti con qualunque processo di riforma. Serviranno risorse specifiche».
Lorena Loiacono

Scuola, 4 miliardi di tagli penalizzato il sostegno

da  la Repubblica

Gli effetti della manovra economica

Ilaria Venturi

Tagli per oltre quattro miliardi nel triennio, a partire dal 2020.

Nessuna assunzione per il prossimo anno, se non duemila posti per il tempo pieno alla primaria, 400 docenti nei licei musicali e 290 educatori. Ma la polemica scoppia in particolare sul sostegno, la parte più fragile degli alunni: qui la sforbiciata è di oltre un miliardo.

La legge di Bilancio sulla scuola parte da queste cifre, terreno dove si consuma lo scontro più acceso tra M5s e Pd, mentre i sindacati annunciano una mobilitazione a gennaio: «La scuola è fortemente penalizzata». Vediamo con ordine. Per il 2019 ci sono quasi 9 milioni in più per l’istruzione, ma nel triennio il segno meno è davanti a 4 miliardi e 600 milioni: quasi 2,5 per il primo ciclo e oltre 1,1 per le superiori. E poi: meno 450 milioni per l’edilizia, un milione che scompare alle voci “lotta alla dispersione e prevenzione del disagio giovanile”, “valorizzazione delle eccellenze” e “innovazione”.

Ancora: venti milioni in meno sul supporto alle famiglie per il diritto allo studio. Sul reclutamento dei presidi ci sono 5 milioni per il 2019, meno 23 sul triennio.

I numeri sono contestati da Luigi Gallo del M5S, presidente della commissione Cultura alla Camera: «L’incremento per il 2019, rispetto a quanto programmato dal Pd, è di 2,6 miliardi». Gallo ammette: «È vero che nel 2020 e nel 2021 i fondi sono più bassi ma non abbiamo ancora fatto le leggi di Bilancio per quegli anni». S’infuria Simona Malpezzi, vicepresidente del gruppo Pd: «Ci dicano dov’è questo aumento perché non si vede. L’ultima manovra Gentiloni ha fatto 18mila assunzioni, qui ne vediamo duemila. E zero per il sostegno». Sul tempo pieno la strada è lunga, occorrerebbero 41mila maestri per assicurarlo a tutti gli alunni. Il fronte del sostegno ai disabili è quello più caldo. Se per il 2019 sono iscritte le risorse per pagare i 40 mila insegnanti in deroga, ovvero i supplenti, «queste risorse scompaiono per i due anni successivi», denuncia Anief. In realtà è una convenzione contabile. Ma che ancora una volta non garantirà continuità didattica agli alunni che più ne hanno bisogno. «Per gli interventi di integrazione degli studenti con bisogni educativi speciali incluse le spese del personale (docenti di sostegno) si passa da 3.489.483.406 euro del 2019 a 2.457.126.374 euro del 2021» twitta il Dem Paolo Siani.

Cifre che secondo Anief «dovranno essere recuperate già da domani se non si vorrà ledere il diritto all’istruzione di 80mila alunni disabili, uno su quattro», più che raddoppiati negli ultimi dieci anni. Il governo confida in una minor spesa sul personale visto, al contrario, il calo della popolazione da 3 a 18 anni (un milione in meno da qui al 2028).

Intanto, contesta la Flc-Cgil con Annamaria Santoro «non si vedono investimenti e assunzioni, solo piccoli aggiustamenti e misure a costo zero». La manovra cambia il reclutamento: basterà un anno di prova, non più la formazione di tre anni (Fit), dopo il concorso per insegnare nella secondaria. La cancellazione del Fit porterà a un risparmio di 12 milioni annui. «I concorsi saranno banditi nelle Regioni e per le discipline con posti vacanti — scrive il ministro Marco Bussetti —. Chi vincerà avrà la garanzia del posto nella Regione scelta, ma dovrà rimanerci per cinque anni». Il Fondo per il funzionamento delle scuole cresce di 174 milioni nel 2020 e di 79 nel 2021. Confermato poi il taglio delle ore di alternanza scuola-lavoro (50 milioni in meno) e abrogata la chiamata diretta. Altro punto dolente: mancano risorse per il rinnovo contrattuale degli insegnanti dal 2019, ma il ministro all’Istruzione afferma che sono previsti 1,7 miliardi all’anno. «Nessuna risposta a più di centomila precari della scuola, docenti e personale Ata — attacca Lena Gissi della Cisl Scuola — questo è grave. A Bussetti chiediamo di non svendere il nostro settore, è un’ecatombe se non troveranno risorse per il 2020 e 2021».

Concorso Dirigenti Scolastici: dal 7 gennaio correzione prova scritta

da Orizzontescuola

di redazione

Le sottocommissioni del concorso per selezionare i Dirigenti Scolastici che assumeranno servizio dal 1° settembre 2019 si insedieranno il 7 gennaio e cominceranno a correggere un gruppo di 250 elaborati assemblato in modo casuale da CINECA. Lo rende noto la FLC CGIL.

Criteri di correzione e griglia di valutazione saranno predisposti a livello nazionale e poi distribuiti a tutte le sottocommissioni.

I criteri di correzione e la relativa griglia di valutazione saranno predisposti a livello nazionale dal Presidente della commissione e inviati a tutte le sottocommissioni che opereranno a livello regionale.

La correzione dovrebbe impegnare le sottocommissioni per circa un mese. Le sottocommissioni

Dirigenti Scolastici assunti dal 1° settembre 2019

Ricordiamo che con le modifiche introdotte dal Decreto Semplificazione i candidati ammessi al corso conclusivo di formazione e tirocinio saranno direttamente dichiarati vincitori e assunti, secondo l’ordine di graduatoria di ammissione al corso.

La modifica ha determinato un risparmio economico (non ci sarà più il semi-esonero del personale frequentante il previsto corso di formazione)

Le risorse risparmiate confluiranno  nel Fondo «La Buona Scuola» per il miglioramento e la valorizzazione dell’istruzione scolastica.

Concorso dirigenti scolastici: pubblicate le sottocommissioni

Stop appalti pulizia, assunzione lavoratori tramite concorso per titoli e colloquio. I particolari

da Orizzontescuola

di redazione

La legge di bilancio segna la fine degli appalti di pulizia nelle scuole, a partire dal 2020, internalizzando il servizio e assumendo i dipendenti delle ditte di pulizie.

Stop appalti pulizia: dal 1° gennaio 2020

A partire dal 1° gennaio 2020, leggiamo nel testo della manovra,  i servizi di pulizia e ausiliari nelle scuole statali sono affidati esclusivamente a personale dipendente appartenente al profilo dei collaboratori scolastici.

Stop appalti pulizia: disponibilità posti accantonati

I posti precedentemente accantonati, pari a 11.552 secondo le tabelle sugli organici a.s. 2018/19, tornano ad essere nuovamente disponibili.

Stop appalti pulizia: assunzione lavoratori

I lavoratori delle ditte pulizie saranno assunti, secondo i previsti limiti di spesa, tramite un concorso selettivo per titoli e colloquio.

Il Miur è autorizzato a bandire i concorsi dal 1° gennaio 2020.

Può partecipare al concorso: il personale impegnato per almeno 10 anni, anche non continuativi, purché includano il 2018 e il 2019, presso le istituzioni scolastiche ed educative statali, per lo svolgimento di servizi di pulizia e ausiliari, in qualità di dipendente a tempo indeterminato di imprese titolari di contratti per lo svolgimento dei predetti servizi. 

Alla procedura selettiva non può partecipare il personale di cui all’articolo 1, comma 622, della legge 27 dicembre 2017, n. 205, ossia gli ex LSU di Palermo.

Stop appalti pulizia: disciplina procedura concorsuale

Sarà un decreto del Miur,  di concerto con i Ministri del lavoro e delle politiche sociali, per la pubblica amministrazione e dell’economia e delle finanze, a definire i requisiti per la partecipazione alla procedura selettiva, le relative modalità di svolgimento e i termini per la presentazione delle domande.

La legge di bilancio è in GU con il numero 145: gli aumenti di spesa sono legati al CCNL di aprile

da La Tecnica della Scuola

Di Reginaldo Palermo

La manovra finanziaria per il 2019 è ormai legge a tutti gli effetti: nella giornata del 31 dicembre è stata pubblicata con il numero 145 in due corposissimi supplementi della Gazzetta Ufficiale e dal 1° gennaio è entrata in vigore.

Perchè diminuisce la spesa di personale

Intanto da una ulteriore rilettura della relazione illustrativa emerge una spiegazione plausibile della riduzione di spesa del personale docente negli anni 2020 e 2021.
La disposizione contenuta nel comma 69 dell’articolo 1 della legge 107/2015 – si legge nella relazione – prevede “la  determinazione del numero dei docenti con incarico a tempo determinato con appositi decreti interministeriali per singolo anno scolastico” e questo avrebbe comportato, in sede di redazione della legge di bilancio “una diminuzione dei costi nel 2020 ed una più consistente per l’anno 2021”.
La questione, però, non è affatto pacifica perchè il testo del comma citato regolamenta la costituzione dell’organico di fatto, ma con eccezione dei posti di sostegno in deroga che sono lasciati alla autonoma decisione dei singoli Uffici scolatici regionali.
Inoltre, per la verità, negli anni passati, anche dopo l’entrata in vigore la legge 107, questa regola non era mai stata applicata in sede di redazione della legge di bilancio e questo spiega le incertezze interpretative che si sono create negli ultimi giorni.
In conclusione, si può quindi ragionevolmente affermare che la legge non prevede i tagli imponenti di cui si è parlato.

L’aumento di spesa riguarda l’applicazione del CCNL di aprile

E’ anche altrettanto vero, però, che le variazioni in positivo relative alla spesa complessiva del Ministero sono legate, quasi interamente, alla applicazione del nuovo CCNL come peraltro chiarito dalla relazione illustrativa in cui si sottolinea che la spesa per l’istruzione “vede un aumento degli stanziamenti di competenza del 3,5 per cento rispetto all’assestamento 2018 (4,2 per cento sulle previsioni iniziali) ed è condizionata dall’evoluzione della spesa destinata al personale e dalla firma nell’aprile 2019 del rinnovo contrattuale del comparto scuola”.

Iscrizioni scuola, disabili e Dsa: documenti da allegare alla domanda

da La Tecnica della Scuola

Di Andrea Carlino

Dal 27 dicembre, i genitori che debbono iscrivere, per la prima volta, i figli a scuola possono iniziare la registrazione sul portale dedicato così da ottenere le credenziali di accesso al servizio (non necessario per chi ha già un’identità digitale).

Le iscrizioni on-line interessano, come gli scorsi anni, le classi prime di scuola primaria e secondaria di I e II grado.

Il passo successivo sarà l’iscrizione vera e propria, che potrà essere effettuata dalle 8.00 del 7 gennaio alle 20.00 del 31 gennaio 2019.

Scuole primarie

I genitori potranno iscrivere alla prima classe della primaria i bambini chi compie 6 anni di età entro il 31 dicembre 2019. Possibile iscrivere anche i bambini che compiono 6 anni cccdopo il 31 dicembre 2019 e comunque entro il 30 aprile 2020. I genitori sceglieranno tra le possibili articolazioni dell’orario settimanale: 24, 27, fino a 30 o 40 ore.

Scuole medie e superiori

Per le medie i genitori esprimono le proprie opzioni rispetto alle possibili articolazioni dell’orario settimanale che può essere di 30, 36 o 40 ore (tempo prolungato). Per le superiori, le famiglie decidono anche la scelta dell’indirizzo di studio.

Alunni disabili o Dsa

Per l’iscrizione di un bambino con disabilità, se l’iscrizione viene effettuata on line, non bisogna allegare alcun documento alla domanda, ma la famiglia deve consegnare alla scuola prescelta la certificazione rilasciata dalla Asl di competenza, comprensiva della diagnosi.

Invece, per l’alunno con disturbi specifici di apprendimento (Dsa) l’iscrizione viene effettuata on line senza allegare alcun documento alla domanda di iscrizione, ma la famiglia deve consegnare alla scuola prescelta la diagnosi, rilasciata in base alla legge 170/2010.