Festa della liberazione

Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia per il 78° anniversario della Liberazione

Cuneo, 25/04/2023 (II mandato)

“Se volete andare in pellegrinaggio, nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano, per riscattare la libertà e la dignità: andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”.

È Piero Calamandrei che rivolge queste parole a un gruppo di giovani studenti, a Milano, nel 1955.

Ed è qui allora, a Cuneo, nella terra delle 34 Medaglie d’oro al Valor militare e dei 174 insigniti di Medaglia d’argento, delle 228 Medaglie di bronzo per la Resistenza.

La terra dei dodicimila partigiani, dei duemila caduti in combattimento e delle duemilaseicento vittime delle stragi nazifasciste.

È qui che la Repubblica oggi celebra le sue radici, celebra la Festa della Liberazione.

Su queste montagne, in queste valli, ricche di virtù di patriottismo sin dal Risorgimento.

In questa terra che espresse, con Luigi Einaudi, il primo Presidente dell’Italia rinnovata nella Repubblica.

Rivolgo un saluto a tutti i presenti, ai Vice Presidenti del Senato e della Camera, ai Ministri della Difesa, del Turismo e degli Affari regionali. Al Capo di Stato Maggiore della Difesa. Ai parlamentari presenti.

Saluto, e ringrazio per i loro interventi, il Presidente della Regione, la Sindaca di Cuneo, il Presidente della Provincia. Un saluto ai Sindaci presenti, pregandoli di trasmetterlo a tutti i loro concittadini. Un saluto e un ringraziamento al Presidente dell’Istituto Storico della Resistenza.

Stamane, con le altre autorità costituzionali, ho deposto all’Altare della Patria una corona in memoria di quanti hanno perso la vita per ridare indipendenza, unità nazionale, libertà, dignità, a un Paese dilaniato dalle guerre del fascismo, diviso e occupato dal regime sanguinario del nazismo, per ricostruire sulle macerie materiali e morali della dittatura una nuova comunità.

“La guerra continua” affermò, nella piazza di Cuneo che oggi reca il suo nome, Duccio Galimberti, il 26 luglio del 1943.

Una dichiarazione di senso ben diverso da quella del governo Badoglio.

Continua – proseguiva Galimberti – “fino alla cacciata dell’ultimo tedesco, fino alla scomparsa delle ultime vestigia del regime fascista, fino alla vittoria del popolo italiano che si ribella contro la tirannia mussoliniana…non possiamo accodarci ad una oligarchia che cerca, buttando a mare Mussolini, di salvare se stessa a spese degli italiani”.

Un giudizio netto e rigoroso. Uno discorso straordinario per lucidità e visione del momento. Che fa comprendere appieno valore e significato della Resistenza.

E fu coerente, salendo in montagna.

Assassinato l’anno seguente dai fascisti, è una delle prime Medaglie d’oro della nuova Italia; una medaglia assegnata alla memoria.

Il “motu proprio” del decreto luogotenenziale recita: “Arrestato, fieramente riaffermava la sua fede nella vittoria del popolo italiano contro la nefanda oppressione tedesca e fascista”; ed è datato, con grande significato, “Italia occupata, 2 dicembre 1944”.

Dopo l’8 settembre il tema fu quello della riconquista della Patria e della conferma dei valori della sua gente, dopo le ingannevoli parole d’ordine del fascismo: il mito del capo; un patriottismo contrapposto al patriottismo degli altri in spregio ai valori universali che animavano, invece, il Risorgimento dei moti europei dell’800; il mito della violenza e della guerra; il mito dell’Italia dominatrice e delle avventure imperiali nel Corno d’Africa e nei Balcani. Combattere non per difendere la propria gente ma per aggredire. Non per la causa della libertà ma per togliere libertà ad altri.

La Resistenza fu anzitutto rivolta morale di patrioti contro il fascismo per affermare il riscatto nazionale.

Un moto di popolo che coinvolse la vecchia generazione degli antifascisti.

Convocò i soldati mandati a combattere al fronte e che rifiutarono di porsi sotto il comando della potenza occupante tedesca, pagando questa scelta a caro prezzo, con l’internamento in Germania e oltre 50.000 morti nei lager.

Chiamò a raccolta i giovani della generazione del viaggio attraverso il fascismo, che ne scoprivano la natura e maturavano la scelta di opporvisi. La generazione, “sbagliata” perché tradita. Giovani ai quali Concetto Marchesi, rettore dell’Ateneo di Padova si rivolse per esortarli, dopo essere stati appunto “traditi”, a “rifare la storia dell’Italia e costituire il popolo italiano”.

Fu un moto che mobilitò gli operai delle fabbriche.

Coinvolse i contadini e i montanari che, per la loro solidarietà con i partigiani combattenti, subirono le più dure rappresaglie (nel Cuneese quasi 5.000 i patrioti e oltre 4.000 i benemeriti della Resistenza riconosciuti).

Quali colpe potevano avere le popolazioni civili?

Di voler difendere le proprie vite, i propri beni? Di essere solidali con i perseguitati?

Quali quelle dei soldati? Rifiutarsi di aggiungersi ai soldati nazisti per fare violenza alla propria gente?

L’elenco delle località colpite nel Cuneese compone una dolorosa litania e suona come preghiera.

Voglio ricordarle.

Furono decorate con Medaglie d’oro, d’argento o di bronzo, o con Croci di guerra: Cuneo, l’intera Provincia, Alba, Boves, Borgo San Dalmazzo, Dronero; Clavesana, Peveragno, Cherasco, Busca, Costigliole Saluzzo, Genòla, Trinità, Venasca, Ceva, Pamparato; Mondovì, Priola, Castellino Tanaro, Garessio, Roburent, Paesana, Narzòle, Rossana, Savigliano; Barge, San Damiano Macra, Villanova Mondovì.

Alla memoria delle vittime e alle sofferenze degli abitanti la Repubblica oggi si inchina.

Questo pomeriggio mi recherò a Boves, prima città martire della Resistenza, Medaglia d’oro al Valor militare e Medaglia d’oro al Valor Civile.

Lì si scatenò quella che fu la prima strage operata dai nazisti in Italia.

Una strage che colpì la popolazione inerme e coloro che avevano tentato di evitarla: Antonio Vassallo, don Giuseppe Bernardi, ai quali è stata tributata dalla Repubblica la Medaglia d’oro al Valor civile; don Mario Ghibaudo. I due sacerdoti, recentemente proclamati beati dalla Chiesa cattolica, testimoni di fede che non vollero abbandonare il popolo loro affidato, restarono accanto alla loro gente in pericolo.

E da Boves vengono segni di un futuro ricco di speranza: la Scuola di pace fortissimamente voluta dall’Amministrazione comunale quasi quarant’anni or sono e il gemellaggio con la cittadina bavarese di Schondorf am Ammersee, luogo dove giacciono i resti del comandante del battaglione SS responsabile della feroce strage del 19 settembre 1943.

A Borgo San Dalmazzo visiterò il Memoriale della Deportazione.

Borgo San Dalmazzo, dove il binario alla stazione ferroviaria è richiamo quotidiano alla tragedia della Shoah.

Cuneo, dopo Roma e Trieste, è la terza provincia italiana per numero di deportati nei campi di sterminio in ragione dell’origine ebraica.

Accanto agli ebrei cuneesi che non riuscirono a sfuggire alla cattura, la più parte di loro era di nazionalità polacca, francese, ungherese e tedesca. Si trattava di ebrei che, dopo l’8 settembre, avevano cercato rifugio dalla Francia in Italia ma dovettero fare i conti con la Repubblica di Salò.

Profughi alla ricerca di salvezza, della vita per sé e le proprie famiglie, in fuga dalla persecuzione, dalla guerra, consegnati alla morte per il servilismo della collaborazione assicurata ai nazisti.

Dura fu la lotta per garantire la sopravvivenza dell’Italia nella catastrofe cui l’aveva condotta il fascismo. Ci aiutarono soldati di altri Paesi, divenuti amici e solidi alleati: tanti di essi sono sepolti in Italia.

A questa lotta si aggiunse una consapevolezza: la crisi suprema del Paese esigeva un momento risolutivo, per una nuova idea di comunità, dopo il fallimento della precedente.

Si trattava di trasfondere nello Stato l’anima autentica della Nazione.

Di dare vita a una nuova Italia.

Impegno e promessa realizzate in questi 75 anni di Costituzione repubblicana. Una Repubblica fondata sulla Costituzione, figlia della lotta antifascista.

Le Costituzioni nascono in momenti straordinari della vita di una comunità, sulla base dei valori che questi momenti esprimono e che ne ispirano i principi.

Le “Repubbliche” partigiane, le zone libere, nelle loro determinazioni e nel loro operare furono anticipatrici della nostra Costituzione.

È dalla Resistenza che viene la spinta a compiere scelte definitive per la stabilità delle libertà del popolo italiano e del sistema democratico, rigettando le ambiguità che avevano consentito lo stravolgimento dello Statuto albertino operato con il fascismo.

Se il decreto luogotenenziale del 2 agosto 1943 – poco dopo la svolta del 25 luglio – prevedeva, non appena ve ne fossero le condizioni, l’elezione di una nuova Camera dei Deputati, per un ripristino delle istituzioni e della legalità statutaria, fu il decreto del 25 giugno 1944 – pochi giorni dopo la costituzione del primo Governo del CLN – a indicare che dopo la liberazione del territorio nazionale sarebbe stata eletta dal popolo, a suffragio universale, un’Assemblea costituente, con il compito di redigere la nuova Costituzione. Per questo quel decreto viene definito la prima “Costituzione provvisoria”.

Seguirà poi il referendum, il 2 giugno 1946, con la Costituente e la scelta per la Repubblica.

La rottura del patto tra Nazione e monarchia, corresponsabile, quest’ultima, di avere consegnato l’Italia al fascismo, sottolineava l’approdo a un ordinamento nuovo.

La Costituzione sarebbe stata la risposta alla crisi di civiltà prodotta dal nazifascismo, stabilendo il principio della prevalenza sullo Stato della persona e delle comunità, guardando alle autonomie locali e sociali dell’Italia come a un patrimonio prezioso da preservare e sviluppare.

Una risposta fondata sulla sconfitta dei totalitarismi europei di impronta fascista e nazista per riaffermare il principio della sovranità e della dignità di ogni essere umano, sulla pretesa di collettivizzazione in una massa forzata al servizio di uno Stato in cui l’uomo appare soltanto un ingranaggio.

Il frutto del 25 aprile è la Costituzione.

Il 25 aprile è la Festa della identità italiana, ritrovata e rifondata dopo il fascismo.

È nata così una democrazia forte e matura nelle sue istituzioni e nella sua società civile, che ha permesso agli italiani di raggiungere risultati prima inimmaginabili.

E qui a Cuneo, mentre la guerra infuriava, veniva sviluppata un’idea di Costituzione che guardava avanti.

Pionieri Duccio Galimberti e Antonino Rèpaci.

Guardava a come scongiurare per il futuro i conflitti che hanno opposto gli Stati europei gli uni agli altri, per dar vita, insieme, a una Costituzione per l’Europa e a una per l’Italia. Dall’ossessione del nemico alla ricerca dell’amico, della cooperazione.

La Costituzione confederale europea si accompagnava alla proposta di una “Costituzione interna”.

Obiettivo: “liberare l’Europa dall’incubo della guerra”.

Sentiamo riecheggiare in quello che appariva allora un sogno, il testo del preambolo del Trattato sull’Unione Europea: “promuovere pace, sicurezza, progresso in Europa e nel mondo”.

Un sogno che ha saputo realizzarsi per molti aspetti in questi settant’anni. Anche se ancora manca quello di una “Costituzione per l’Europa”, nonostante i tentativi lodevoli di conseguirla.

Chiediamoci dove e come saremmo se fascismo e nazismo fossero prevalsi allora!

Nel lavoro di Galimberti e Rèpaci troviamo temi, affermazioni, che sono oggi realtà della Carta costituzionale italiana, come all’art. 46: “le differenze di razza, di nazionalità e di religione non sono di ostacolo al godimento dei diritti pubblici e privati”.

Possiamo quindi dire, a buon titolo: Cuneo, città della Costituzione!

Galimberti era stato a Torino allievo di Francesco Ruffini, uno dei docenti universitari che, rifiutando il giuramento di fedeltà al fascismo, fu costretto ad abbandonare l’insegnamento.

Accanto a Galimberti e Rèpaci, altri si misurarono con la sfida di progettare il futuro.

Silvio Trentin, in esilio dal 1926, nel suo “Abbozzo di un piano tendente a delineare la figura costituzionale dell’Italia”, dettato al figlio Bruno nel 1944, era sostenitore, anch’egli, dell’anteriorità dei diritti della persona rispetto allo Stato.

E Mario Alberto Rollier, con il suo “Schema di costituzione dell’unione federale europea”. Testi, entrambi, di forte ispirazione federalista.

Si tratta, nei tre casi, di esponenti di quel Partito d’Azione di cui incisiva sarà l’influenza nel corso della Resistenza e dell’avvio della vita della Repubblica.

La crisi della monarchia e quella del fascismo apparivano ormai irreversibili, tanto da indurre un gruppo di intellettuali cattolici a riunirsi a Camaldoli, a pochi giorni dal 25 luglio 1943, con l’intento di riflettere sul futuro, dando vita a una Carta di principi, nota come “Codice di Camaldoli”, che lascerà il segno nella Costituzione. Con la proposta di uno Stato che facesse propria la causa della giustizia sociale come concreta espressione del bene comune, per rimuovere gli ostacoli al pieno sviluppo di ogni persona umana, per rendere sostanziale l’uguaglianza fra i cittadini.

Per tornare alla “Costituzione di Duccio”, apparivano allora utopie alcune sue previsioni come quella di una “unica moneta europea”. Oggi realtà.

O quella di “un unico esercito confederale”. E il tema della difesa comune è, oggi, al centro delle preoccupazioni dell’Unione Europea, in un continente ferito dall’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina.

Sulla scia di quei “visionari” che, nel pieno della tragedia della guerra e tra le macerie, disegnavano la nuova Italia di diritti e di solidarietà, desidero sottolineare che onorano la Resistenza, e l’Italia che da essa è nata, quanti compiono il loro dovere favorendo la coesione sociale su cui si regge la nostra comunità nazionale.

Rendono onore alla Resistenza i medici e gli operatori sanitari che ogni giorno non si risparmiano per difendere la salute di tutti. Le rendono onore le donne e gli uomini che con il loro lavoro e il loro spirito di iniziativa rendono competitiva e solida l’economia italiana.

Le rendono onore quanti non si sottraggono a concorrere alle spese pubbliche secondo la propria capacità contributiva.

Il popolo del volontariato che spende parte del proprio tempo per aiutare chi ne ha bisogno.

I giovani che, nel rispetto degli altri, si impegnano per la difesa dell’ambiente.

Tutti coloro che adempiono, con coscienza, al proprio dovere pensando al futuro delle nuove generazioni rendono onore alla liberazione della Resistenza.

Signor Presidente della Regione, lei ha definito queste colline, queste montagne “geneticamente antifasciste”.

Sappiamo quanto dobbiamo al Piemonte, Regione decorata, a sua volta, con la Medaglia d’oro al merito civile

Ed è alle donne e agli uomini che hanno animato qui la battaglia per la conquista della libertà della Patria che rivolgo il mio pensiero rispettoso.

Nuto Revelli ha parlato della sua esperienza di comandante partigiano e della lotta svolta in montagna come di un vissuto di libertà: di un luogo dove era possibile assaporare il gusto della libertà prima che venisse restituita a tutto il popolo italiano.

Una terra allora non prospera, tanto da ispirargli i racconti del “mondo dei vinti”.

Una terra ricca però di valori morali.

Non c’è una famiglia che non abbia memoria di un bisnonno, di un nonno, di un congiunto, di un alpino caduto in Russia, nella sciagurata avventura voluta dal fascismo.

Non c’è famiglia che non ricordi il sacrificio della Divisione alpina “Cuneense” nella drammatica ritirata, con la Julia. Un altro esempio. Un altro monito alla dissennatezza della guerra.

Rendiamo onore alla memoria di quei caduti.

Grazie da tutta la Repubblica a Cuneo e al Cuneese, con le sue Medaglie al valore!

Come recita la lapide apposta al Municipio di questa città, nell’ottavo anniversario dell’uccisione di Galimberti, se mai avversari della libertà dovessero riaffacciarsi su queste strade troverebbero patrioti.

Come vi è scritto: “morti e vivi collo stesso impegno, popolo serrato intorno al monumento che si chiama ora e sempre Resistenza”.

Viva la Festa della Liberazione!

Viva l’Italia!

Concorso “Parlawiki – Costruisci il vocabolario della democrazia”

Sono stati espressi democraticamente più di 4000 voti per scegliere i vincitori di Parlawiki, concorso organizzato dalla Direzione generale per lo studente, l’inclusione e l’orientamento scolastico e dalla Camera dei deputati.
Per la categoria Scuola primaria ha ottenuto il maggior numero di voti la Scuola “G. Di Vittorio” (I.C. “A. Camilleri”) di Varallo Pombia (Novara) con un video realizzato dalle classi 5A, 5B e 5C.
Nella categoria “Scuola secondaria di I grado” il primo posto è andato alla classe IB dell’Istituto Comprensivo di Spotorno (Savona).
I video sono visibili all’indirizzo web della Camera per i giovani https://giovani.camera.it/parlawiki/2022_2023/vincitori

A SCUOLA DIBATTITO CONTRO IL 25 APRILE

A SCUOLA DIBATTITO CONTRO IL 25 APRILE, GLI STUDENTI: “INACCETTABILE, LE SCUOLE INSEGNINO ANTIFASCISMO”

Agli studenti di Villafranca Lunigiana, vicino Massa Carrara, è arrivata ieri una comunicazione che li invita a prendere parte, il 27 aprile, ad un dibattito in sala consiliare dal titolo “Noi riteniamo che non sia più opportuno che il 25 aprile venga celebrato come una festività nazionale”. Si tratta di un debate in cui gli studenti ‘giocano’ a prendere posizione su un tema prescelto, sia in sostegno che contro di esso. Organizzarlo sul 25 aprile, però, legittima l’idea che possa essere un tema divisivo e non un valore condiviso da tutti.

Alla diffusione della circolare sono seguite le proteste delle organizzazioni studentesche, che proprio a ridosso del 25 aprile lanciano l’allarme: 
“È un episodio inaccettabile, che merita un approfondimento. La Scuola dovrebbe concentrarsi su come trasmettere i valori democratici che ereditiamo dalla Liberazione e su cui si fonda la nostra Repubblica. Di certo non partecipare a conferenze che facciano del relativismo sul valore del 25 aprile. Chiediamo che il dibattito venga annullato e sostituito, con una conferenza che approfodisca con gli studenti il nesso tra Resistenza e Costituzione” dichiara Giorgio Carratta della Rete degli Studenti Medi. 

” Fatti come questo si inseriscono in un quadro per cui sul 25 aprile si continua a fare revisionismo” continua Carratta, “Esponenti dei partiti di governo, ad esempio il Presidente La Russa pochi giorni fa, continuano ogni giorno a mettere in discussione il valore fondante della Resistenza e della Liberazione. Oggi ne vediamo gli effetti nelle nostre scuole.” 

“Abbiamo scritto una lettera” aggiunge Paolo Notarnicola, coordinatore della Rete degli Studenti Medi, “per chiedere ai rappresentanti delle istituzioni di spendere una parola chiara sul valore fondante del 25 aprile. Una lettera alle nostre scuole, per chiedere che cambino. Che diventino davvero, nella pratica di ogni giorno, presidi antifascisti, presidi di democrazia, presidi di solidarietà. Fatti come questo dimostrano quanto lunga ancora sia la strada da fare.”

“Saremo in piazza domani, per celebrare la Liberazione, ma anche per andare avanti. Per costruire in ogni scuola, ogni quartiere, ogni città presidi antifascisti, che trasmettano il valore della Resistenza ben oltre il 25 aprile” concludono gli studenti

Nota 24 aprile 2023, AOODGOSV 13461

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione

Direttori generali e dirigenti preposti agli Uffici scolastici regionali LORO SEDI
Regione autonoma Valle d’Aosta
Dipartimento Sovraintendenza agli studi AOSTA
Provincia autonoma di Bolzano – Alto Adige
Direzione istruzione e formazione tedesca
Direzione istruzione e formazione italiana
Direzione istruzione, formazione e cultura ladina BOLZANO
Provincia autonoma di Trento
Dipartimento istruzione e cultura TRENTO

OGGETTO: Esami di Stato conclusivi del secondo ciclo di istruzione a.s. 2022/23. Pubblicazione elenchi dei Presidenti delle commissioni.

Nota 24 aprile 2023, AOODGSIS 2016

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali
Direzione Generale per i sistemi informativi e la statistica
Ufficio IV “Infrastrutture, rete e sicurezza”

Ai Dirigenti Scolastici
Ai Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi degli istituti scolastici di ogni ordine e grado LORO SEDI
e p.c. Agli Uffici Scolastici Regionali LORO SEDI

OGGETTO: 3 maggio 2023, ore 20:00 – Revoca dei certificati di Firma Digitale per le scuole a causa di avvicendamento contrattuale fra Certificatori.

Il messaggio del Ministro

Il 25 aprile è una data fondamentale nella storia della nostra Repubblica: segna la sconfitta della dittatura fascista, la fine della guerra, il ritorno alla libertà e alla democrazia.

Oggi, condannando il fascismo, noi ci dichiariamo per le libertà individuali, per lo stato di diritto, per la sovranità popolare, per la pari dignità di tutti gli esseri umani: i pilastri della nostra Costituzione.

È dunque un giorno di festa che deve essere celebrato nella gioia e nella concordia.

La festa della Liberazione sia la festa di tutti gli italiani.

La scuola, nella sua costante attività quotidiana, è il primo presidio della memoria di ciò che è stato, luogo di formazione per eccellenza delle nuove generazioni ai valori democratici. Un bene prezioso per l’intero Paese.

Giuseppe Valditara
Ministro dell’Istruzione e del Merito

Una giornata sconvolgente per il mondo della Scuola

l mio pensiero e il mio abbraccio a chi vive, opera, frequenta e ripone speranze nella scuola.

La giornata di ieri è stata sconvolgente per il mondo della Scuola. Per l’intero sistema scolastico, ma per quello palermitano e siciliano in particolare. Abbiamo vissuto nel silenzio una sofferenza interiore che ha invaso ognuno di noi che quotidianamente opera nelle scuole di Palermo. Silenzio e disagio, amarezza e incredulità, sono stati i sentimenti che ci hanno accompagnato in questa bruttissima giornata. Avrei voluto fosse solo un brutto sogno, un incubo. Ho pure sperato, per l’amore che nutro verso il mondo della scuola, che tutto si potesse sgonfiare in pochi giorni come una bolla giudiziaria. Ma pur rispettando il lavoro investigativo e il diritto alla difesa delle persone coinvolte nell’inchiesta sulla Scuola Falcone dello ZEN, alcune immagini e documenti circolati ieri, al momento, non lasciano spazio a tale speranza. Ma non deve affievolirsi la speranza di impegnarsi per rendere la Scuola presidio di crescita civile e di inclusione reale. Per i ragazzi, per le loro famiglie e per contribuire come scuola a portare civiltà e voglia di riscatto in tutti i quartieri difficili di Palermo e delle tante realtà territoriali con forti disagi sociali sopraffatte dall’incuria e dalla prepotenza criminale. Da ieri mattina vivo e sento fortemente il disagio, lo sconforto e il dolore di tantissimi docenti e dirigenti scolastici. Da ieri continuiamo a inviarci messaggi e chiamate al telefono, tutti con l’esigenza di scambiarci opinioni e dare sfogo allo sconforto che è il sentimento prevalente. Di fronte alla notizia di fatti così gravi si è percepito un silenzio che, comunque, esprimeva uno spiazzamento e scoramento diffuso da parte di tanti compresa me stessa. Col passare delle ore si è diffuso anche un malessere su quanto emergeva. Nello stesso tempo è cresciuta anche la consapevolezza che nella scuola palermitana esiste l’impegno serio, diffuso, onesto, concreto e che non può più prevalere un modello che narra ed esalta, spesso senza verificare i risultati, simboli e simbologia che in alcuni casi hanno poco a che fare con la missione educativa e sociale divenuta, nel tempo, sempre più difficile per chi opera e lavora nelle scuole. E non solo al quartiere dello ZEN.

Tantissimi Dirigenti Scolastici lavorano in contesti difficili e con enormi difficoltà gestionali. Conosco molti di loro che mettono in campo un impegno straordinario, spesso sacrificando le loro vite personali e private. Lo fanno con tante e grandi responsabilità, con la consapevolezza della loro missione e nel rispetto delle regole, dei docenti, degli operatori scolastici e della legalità. 

In queste ore di bufera mediatica andrebbero raccontate le storie concrete che questi dirigenti scolastici, assieme ai loro docenti, vivono e realizzano quotidianamente. In numerose zone e da anni lo fanno con serietà e dedizione. Grazie a questo impegno non può esistere il rischio che questa brutta vicenda giudiziaria li possa screditare come categoria professionale. Anzi, proprio in queste ore, voglio evidenziare il gran ben lavoro realizzato in numerose scuole. Un lavoro difficile e rischioso, svolto lontano da riflettori e passerelle spesso concentrate verso luoghi simbolo e sulla retorica della simbologia. Questa brutta vicenda serva come richiamo per tutti a cambiare paradigma. A cominciare da Palermo. Le buone pratiche, la legalità nella responsabilità esercitata, la lotta alla criminalità mafiosa, la missione educativa e civica della scuola, si realizzano giorno per giorno facendo ognuno il proprio dovere nel rispetto altrui. Concludo volgendo il mio preoccupato pensiero ai bambini, ai ragazzi e alle loro famiglie che vivono allo ZEN e frequentano la scuola intestata a Giovanni Falcone. Quella scuola riapre, riparte e deve trasmettere fiducia e speranza. “Un sa purtaru a Scuola!” La scuola dello ZEN e le scuole dei tanti quartieri disagiati, non vanno vissute solo come un problema. Bisogna dare loro ancora più amore, generosità e attenzione. Un impegno e una svolta da compiere, percorrere e realizzare tutti assieme!

Francesca Bellia 

Segretaria Generale Cisl Scuola Sicilia

Earth Day 2023

Il 22 aprile di ogni anno, un mese e due giorni dopo l’equinozio di primavera, si celebra l’Earth Day, la Giornata della Terra, dedicato all’ambiente ed alla salvaguardia del pianeta.


UNICEF Italia per Earth Day 2023, la 53a Giornata Mondiale della Terra (22 aprile): promosse tante attività e iniziative in tutta Italia.

In occasione dell’Earth Day 2023/53a Giornata Mondiale della Terra (22/4), l’UNICEF ricorda che in tutto il mondo, circa 1 miliardo di bambini – quasi la metà dei bambini del pianeta – è ad altissimo rischio per gli impatti della crisi climatica. Inquinamento, scarsità d’acqua ed eventi meteorologici estremi sempre più diffusi e frequenti stanno minacciando un’intera generazione di bambini e adolescenti: a livello globale entro il 2040, quasi 1 bambino su 4 vivrà in aree con elevata scarsità di acqua, in Italia si stima che nel 2050 la maggior parte dei bambini sarà esposta ad ondate di calore sempre più frequenti

Per celebrare la Giornata Mondiale della Terra, l’UNICEF Italia organizzerà o prenderà parte a diverse attività e iniziative:

Ø  Dal 21 al 25 aprile l’UNICEF Italia partecipa a Roma al “Villaggio dei bambini”, nell’ambito della manifestazione del “Villaggio per la Terra” organizzato da Earth Day Italia nella cornice di Villa Borghese, al Galoppatoio, con uno stand e attività promosse dai giovani volontari del movimento YOUNICEF.Nel corso delle giornate sarà possibile approfondire i temi dell’infanzia e dei cambiamenti climatici e partecipare alla Campagna “Cambiamo ARIA”. Particolare attenzione sarà data all’ascolto e alla partecipazione dei giovani in merito alle decisioni per il clima: sarà possibile avere informazioni sull’Hackathon – una modalità di partecipazione attiva dei giovani per progettare e proporre idee innovative per combattere il cambiamento climatico e su U-Report Italia, una piattaforma attraverso cui i giovani possono dire la loro sui temi a loro più vicini.

Ø  L’Earth Day sarà anche l’occasione per rilanciare la campagna dell’UNICEF “Cambiamo ARIA” perché la crisi climatica è una crisi dei diritti dei bambini. Nell’ambito della campagna l’UNICEF Italia ha lanciato sulla piattaforma misurailtuoimpatto.unicef.it un quiz per riflettere sulla sostenibilità delle nostre abitudini quotidiane a cui hanno già partecipato 3.600 persone: circa la metà dei partecipanti ha risposto di attuare comportamenti “base” per ridurre la propria impronta ecologica e solo il 4% di adottare comportamenti “avanzati” in termini di sostenibilità.

Ø  Per rimarcare l’attenzione sui cambiamenti climatici, sarà lanciato il video racconto che il Goodwill Ambassador dell’UNICEF Italia Fabio Rovazzi ha realizzato durante una recente missione in Libia, visitando progetti legati all’acqua e alle energie rinnovabile. Il video sarà lanciato il 22/4 sui canali social dell’UNICEF Italia e di Fabio Rovazzi.

Altri appuntamenti dell’UNICEF Italia:

Ø  Dal 22 aprile e fino al 27 maggio i volontari dei comitati locali UNICEF si attiveranno sul territorio attraverso l’iniziativa “Il corso dell’acqua”: speciali passeggiate dedicate alla scoperta delle fonti di acqua presenti su un determinato territorio approfondendo la stretta connessione presente tra tutela del benessere dell’ambiente e fonti idriche.

Ø  Sempre presso i Comitati locali sarà possibile sostenere le attività dell’UNICEF attraverso speciali idee regalo: la borraccia in rpet e acciaio, il telo mare in plastica riciclata raccolta dai mari, formine da spiaggia in plastica riciclata. Trova il comitato più vicino a te su https://www.unicef.it/comitati-locali/

Ø  Attività con le scuole – L’UNICEF Italia ha invitato anche le scuole coinvolte nel programma Scuola Amica dell’UNICEF a piantare uno o più semi in classe in un piccolo vaso fino alla nascita dei germogli.

VIDEO (1′ e 5″) : Ambiente, non possiamo più nasconderci

VIDEO – La crisi climatica, una crisi dei diritti dei bambini

https://www.youtube.com/watch?v=1k80Q2ZRTa4

Santa Croce in Gerusalemme. Elena e Costantino dal mito alla storia

La basilica di Santa Croce in un documentario presto accessibile ai disabili sensoriali
Roma Sette del 21/04/2023

Siglata l’intesa Vicariato – Viminale per l’installazione di mappe tattili e pannelli in braille in diverse chiese del centro, insieme a brevi video tradotti in LIS.

Mappe tattili e pannelli illustrativi in braille in diverse chiese del centro, per le quali saranno disponibili anche brevi video tradotti in LIS. È la novità del protocollo d’intesa siglato l’11 aprile dal vicegerente della diocesi di Roma Baldo Reina – per il Vicariato di Roma – e dal capo dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del Viminale Valerio Valenti, nonché dalla Soprintendenza speciale ABAP (Archeologia Belle arti Paesaggio) e dal Parco Archeologico dell’Appia Antica. L’obiettivo: consentire l’accessibilità ai non udenti e ai non vedenti.

In concreto, grazie all’accordo, nato su impulso del Movimento apostolico ciechi, saranno realizzati itinerari di fede e arte volti a rendere effettivamente fruibili i luoghi di culto per i disabili sensoriali. In particolare, nelle chiese oggetto degli interventi, saranno posizionati pannelli illustrativi contenenti descrizioni in braille, mappe in altorilievo e codici QR che rimandano a contributi video e audio. Saranno disponibili anche dei video, della durata di 5-15 minuti ciascuno, con contenuti di carattere storico, artistico e culturale inseriti in un contesto spirituale, con traduzione nella lingua italiana dei segni e sottotitoli per i non udenti. I video saranno realizzati dall’Ufficio diocesano per la pastorale universitaria e dall’Ufficio diocesano per la pastorale del tempo libero, del turismo e dello sport, nonché divulgati sul canale Youtube Romartecultura, che fa capo ai due Uffici del Vicariato. Tali brevi documentari sono patrocinati dalla Commissione pastorale per il Giubileo 2025, in quanto il lavoro in queste chiese è pensato anche in vista del prossimo Anno Santo.

Online da oggi, 21 aprile, quello su “Santa Croce in Gerusalemme. Elena e Costantino dal mito alla storia”, della durata di 22 minuti, che racconta la storia della basilica eleniana; da qui saranno estratti due video più brevi, che verranno tradotti con linguaggio lis e saranno presentati insieme alle tavole tattili in un evento previsto per il prossimo autunno. Le altre chiese interessate dall’accordo, tutte di proprietà del Fondo edifici di culto del Ministero dell’Interno, sono: Santissimo Nome di Gesù all’Argentina, Santa Maria della Vittoria, Santa Maria in Ara Coeli al Campidoglio, Santa Maria sopra Minerva, San Sebastiano fuori le Mura, Santa Sabina all’Aventino, Santa Prassede all’Esquilino, Santa Maria in Trivio, Santa Maria Maddalena in Campo Marzio, Santa Maria del Popolo.

Mappe tattili sono state installate lo scorso novembre anche a Sant’Ignazio di Loyola, come ricorda il direttore dell’Ufficio per la pastorale del tempo libero, del turismo e dello sport don Francesco Indelicato. «Dopo l’evento a Sant’Ignazio, che ha visto nascere la collaborazione tra il Vicariato di Roma e il ministero dell’Interno – sottolinea -, siamo felici di poter presentare questo nuovo documentario relativo a una delle basiliche più visitate in diocesi. Una storia appassionante, e forse anche inedita per molti romani, che racconta lo stretto legame che unisce la capitale del cattolicesimo alla Città Santa di Gerusalemme. Una iniziativa che finalmente consentirà anche a non udenti e non vedenti di poter comprendere meglio la bellezza di questo luogo».

Nelle parole di monsignor Andrea Lonardo, direttore dell’Ufficio per la pastorale universitaria della diocesi di Roma, «Elena, la madre di Costantino, può essere considerata la prima archeologa della storia. Fu lei a volere Santa Croce in Gerusalemme come luogo dove venisse trasportata la terra degli scavi del Santo Sepolcro a Gerusalemme – racconta -: li aveva realizzati per mostrare in Oriente l’interessa del nuovo imperatore per il cristianesimo. Elena era serva in una stazione di posta dove per caso passò Costanzo Cloro e se ne innamorò. Quando il figlio Costantino divenne imperatore la fece augusta, come attestano le iscrizioni ritrovate proprio a Santa Croce».Il documentario realizzato dai due Uffici vede la partecipazione di monsignor Lonardo, di Caterina Papi, docente di archeologia Cristiana presso la Pontificia Università Antonianum, e di Umberto Utro, curatore del Reparto di antichità cristiane dei Musei Vaticani. Inoltre, gli attori Roberta Azzarone, Ciro Borrelli, Giorgio Sales recitano testi liberamente adattati da Francesco d’Alfonso, dell’Ufficio diocesano per la pastorale universitaria, che ha curato anche la regia. Il brano “Crux fidelis” di Domenico Bartolucci è eseguito dall’ensemble vocale composto da: Giovanna Gallelli, Enrico Torre, Stefano Guadagnini, Patrizio La Placa, Federico Benetti, Giulia Manzini.

Ausili disabili: approvato il nuovo Nomenclatore Tariffario

Ausili disabili: approvato il nuovo Nomenclatore Tariffario. Ecco i nuovi ausili garantiti dal SSN
Disabili.com del 21/04/2023

ROMA. Via libera in Conferenza Stato Regioni ai nuovi Nomenclatori Tariffari per assistenza specialistica e ambulatoriale prevista dai LEA del 2017. Ecco i nuovi ausili che potranno essere erogati ai cittadini con disabilità dalla primavera del 2024
Quella che nei giorni scorsi era un’ipotesi molto plausibile si è trasformata in realtà: è arrivato il sì dalle Regioni al tanto atteso decreto di aggiornamento delle tariffe dei “nuovi” LEA (livelli essenziali di assistenza), che erano stati approvati nel 2017 ma ancora in attesa di questo ultimo passaggio per divenire pienamente operativi.

I NUOVI TARIFFARI DI SPECIALISTICA AMBULATORIALE E PROTESICA
Il sì al decreto del Ministero della Salute e del MEF, raggiunto in Conferenza Stato Regioni dopo 6 anni, si traduce nei nuovi Nomenclatori Tariffari della specialistica ambulatoriale e dell’assistenza protesica (leggi ausili disabili), ovvero delle prestazioni sanitarie e degli ausili per disabili, erogati a carico del SSN.

PIENA OPERATIVITÀ DEI LEA DEL 2017
Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, definisce l’intesa raggiunta in Stato-Regioni Un risultato di straordinaria importanza, sottolineando come la mancanza dell’adozione del decreto tariffe abbia impedito di erogare finora alcune prestazioni tecnologicamente avanzate su tutto il territorio nazionale introdotte dai LEA del 2017 (Dpcm del 2017). Ora, con lo sblocco delle tariffe, le innovazioni potranno essere pienamente fruibili. “Tutti i cittadini, superando le disomogeneità assistenziali – aggiunge il ministro – potranno finalmente usufruire in ogni area della Nazione di prestazioni al passo con le acquisizioni medico scientifiche ormai consolidate, con effetti positivi anche in termini di contenimento della mobilità sanitaria”.

QUANDO ENTRANO IN VIGORE
I nuovi tariffari vanno a sostituire quelli vecchi, che attendevano da tempo di essere sostituiti: quello per le prestazioni di specialistica ambulatoriale non veniva aggiornato dal 1996, mentre quello della protesica era fermo dal 1999.
I nuovi tariffari previsti dal decreto entreranno in vigore l’anno prossimo, con tempistiche scaglionate:
– dal 1° gennaio 2024 quelli dell’assistenza specialistica ambulatoriale e
– dal 1° aprile 2024 quelli per l’assistenza protesica.

NOVITÀ SPECIALISTICA AMBULATORIALE
Come detto, nel 2017 i LEA erano stati aggiornati eliminando alcune prestazioni divenute obsolete e inserendone di nuove, più avanzate a al passo con le novità tecnico scientifiche.
Tra le novità per la specialistica ambulatoriale, troviamo l’erogazione omogenea su tutto il territorio delle
– prestazioni di procreazione medicalmente assistita incluse nei LEA;
– prestazioni per la diagnosi o il monitoraggio della celiachia e malattie rare;
– prestazioni indispensabili ad approfondimenti diagnostici strumentali di alta precisione nell’ambito della diagnostica per immagini in grado di consentire diagnosi più rapide ed affidabili;
– enteroscopia con microcamera ingeribile,
– screening neonatali.
Viene introdotta la consulenza genetica per coloro che si sottopongono ad una indagine utile a confermare o a escludere un sospetto diagnostico, finalizzata anche a fornire il sostegno necessario ad affrontare situazioni spesso emotivamente difficili in relazione alle possibili implicazioni connesse alla comunicazione del risultato.
Si aggiornano le prestazioni di radioterapia assicurando a tutti gli assistiti l’erogazione di prestazioni altamente innovative come la radioterapia stereotassica, adroterapia e radioterapia con braccio robotico.

NOVITÀ PROTESI E AUSILI PER DISABILI
Abbiamo a lungo illustrato le novità introdotte dal DPCM sui nuovi LEA del 2017, riguardanti l’assistenza protesica, ovvero gli ausili e le protesi per persone con disabilità. In particolare, i nuovi LEA hanno modificato la classificazione degli ausili prevista dal precedente elenco, di conseguenza alcuni dispositivi in serie inclusi e descritti nell’Elenco 1 del precedente Nomenclatore sono stati trasferiti nell’attuale Elenco 2a dell’ allegato 5 del d.P.C.M. 12 gennaio 2017 denominato “Ausili di serie che richiedono la messa in opera da parte del tecnico abilitato”.
Oltre a tale trasferimento, sono stati eliminati alcuni prodotti; sono stati «pacchettizzati» dei prodotti con i relativi aggiuntivi necessari per la loro composizione e funzionalità, e sono stati inseriti dei nuovi prodotti con i relativi aggiuntivi e riparazioni.
Tra le nuove prestazioni previste per l’assistenza protesica, che potranno essere erogati ai cttadini:
– ausili informatici e di comunicazione (inclusi i comunicatori oculari e le tastiere adattate per persone con gravissime disabilità);
– apparecchi acustici a tecnologia digitale
–  attrezzature domotiche e sensori di comando e controllo per ambienti (allarme e telesoccorso);
– posaterie e suppellettili adattati per le disabilità motorie,
– barella adattata per la doccia,
– scooter a quattro ruote,
– carrozzine con sistema di verticalizzazione,
– carrozzine per grandi e complesse disabilità,
– sollevatori fissi e per vasca da bagno,
– sistemi di sostegno nell’ambiente bagno (maniglioni e braccioli),
– carrelli servoscala per interni;
– arti artificiali a tecnologia avanzata
– sistemi di riconoscimento vocale e di puntamento con lo sguardo.

Precari in cattedra già all’avvio dell’anno scolastico, il piano Valditara per “velocizzare pensioni e nuove procedure”

da OrizzonteScuola

Di redazione

Il Ministro dell’Istruzione e del merito ha presentato al Consiglio dei Ministro un piano per la semplificazione di alcune procedure e più in generale per una sburocratizzazione della scuola. Un intervento già annunciato, ma che da oggi inizia il suo iter di realizzazione.

Tra i primi obiettivi strategici c’è la copertura delle cattedre vacanti a partire già dal primo giorno di scuola.

Si tratta di una operazione non di poco conto, considerando che al 2022 le cattedre vacanti hanno superato le 200mila unità, secondo i dati diffusi dal Ministero, con un record soprattutto alle superiori.

Per il Ministro diventa, quindi, priorità. Ma come fare? Secondo quanto raccolto dalla nostra redazione, il primo obiettivo è di velocizzare gli adempimenti per i pensionamenti. Ciò consentirebbe di avere in tempo utile il numero e la collocazione delle cattedre vacanti, così da poterle coprire per tempo. Operazione cardine, se si considera che quest’anno a seguito della cosiddetta quota 103, le domande sono state presentate a febbraio.

Altro punto cardine è la procedura per l’assegnazione delle supplenze. La chiamata dalle graduatorie ha mostrato i propri limiti, con giri dell’algoritmo che sono proseguiti fino ad oltre Natale.

Una operazione che, sempre secondo quanto raccolto dalla nostra redazione, comporterà una rivisitazione anche delle piattaforme tecnologiche per l’inserimento delle candidature.

“Basta con la troppa burocrazia a scuola”, ecco il piano di semplificazione amministrativa [scarica PDF] Valditara: “Così miglioriamo la vita alle famiglie e ai docenti”

SLIDE [PDF]

Docenti e presidi soffocati dalla burocrazia non riescono più a lavorare, Valditara li libererà: Piano per la semplificazione presentato al Governo

da La Tecnica della Scuola

Di Alessandro Giuliani

Migliorare i servizi scolastici per studenti e famiglie; garantire più cattedre coperte dal primo giorno di scuola; rafforzare l’alleanza tra i vari protagonisti del sistema scolastico; liberare gli istituti scolastici da eccessivi adempimenti burocratici: sono i punti salienti del Piano per la semplificazione nel settore della Scuola presentato giovedì 20 aprile dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, in Consiglio dei Ministri. Lo stesso numero uno del dicastero bianco ha detto che tutto questo servirà a “liberare la scuola dai lacci burocratici perché possa concentrarsi sulla sua missione educativa” e che l’informativa è coerente con quanto annunciato a novembre scorso alle Camere durante l’illustrazione delle linee programmatiche della sua gestione.

“Uno degli impegni principali che abbiamo assunto e che stiamo mantenendo – ha spiegato il ministro Valditara – è realizzare un serio intervento di sburocratizzazione della scuola, perché questa possa concentrarsi sulla sua missione principale: l’attività educativa. Con il Piano per la semplificazione puntiamo a migliorare la qualità della nostra scuola, rilanciamo e finalmente completiamo l’autonomia scolastica, introducendo nuove forme di coordinamento e di sostegno”.

Tre linee principali

Il Piano si compone di tre linee principali di intervento: interventi organizzativi/tecnologici; innovazione procedimentale/organizzativa; semplificazione normativa.

La strategia è stata definita, si legge in una nota emessa dal dicastero di Viale Trastevere, “al termine di un percorso che ha visto il coinvolgimento e l’ascolto di varie categorie che animano la comunità della scuola (sindacati, associazioni, personale scolastico) e la ricognizione dei numerosi adempimenti a carico degli istituti e delle criticità incontrate dalle famiglie nell’accesso al ‘sistema scuola’””.

In questo modo, proseguono dal Ministero, “viene così delineato un iter di azioni misurabili (anche in termini di differenza tra condizioni di partenza e risultati conseguiti) che convergono su obiettivi strategici, il cui grado di raggiungimento è anch’esso valutabile. Gli interventi avranno un’attuazione graduale e diversificata, in funzione della loro complessità”.

In arrivo un decreto per mutare il decreto legislativo 297/94

Parallelamente è anche “prevista la presentazione di un disegno di legge di semplificazione collegato alla manovra finanziaria, che intervenga sul Testo unico in materia di istruzione e recepisca le eventuali necessità normative che emergano dagli interventi organizzativi/tecnologici e procedimentali/amministrativi o dal confronto con strutture periferiche del Ministero, Regioni, enti territoriali e altri soggetti interessati all’ecosistema Scuola. Già nel CdM del 16 febbraio scorso sono state anticipate, con il decreto-legge PNRR, importanti misure di semplificazione e di accelerazione di alcuni interventi in tema di edilizia scolastica”.

L’avvio del Piano prevede le prime 20 misure di semplificazione, riconducibili al primo livello di intervento (organizzativo/tecnologico). Vengono inoltre assicurate adeguate forme di trasparenza sullo stato degli interventi previsti, che verranno pubblicati sul sito web del Ministero.

Sempre il ministero dell’Istruzione ha predisposto delle slide descrittive (‘postate’ qui sotto), con i dettagli sulle novità che si intendono apportare per semplificare la macchina-scuola.

L’elenco degli interventi da attuare

Il ministero dell’Istruzione ha anche elencato alcuni degli interventi programmati:

• da fine 2023 sarà attiva un’unica piattaforma on line, che consentirà a famiglie e studenti l’accesso agli strumenti e alle informazioni utili per la scelta della scuola (per esempio dove sono localizzati gli istituti, quali sono gli indirizzi disponibili, i programmi e i piani formativi), in modo da procedere direttamente all’iscrizione e successivamente ai pagamenti richiesti nel corso degli studi.

• Garantire maggiore copertura delle cattedre sin dall’avvio dell’anno scolastico. Si prevedono diversi interventi, come la velocizzazione degli adempimenti per i pensionamenti, l’individuazione di soluzioni procedurali, organizzative e tecnologiche per poter effettuare le nuove nomine in tempi utili all’avvio dell’anno scolastico e una più veloce gestione delle supplenze brevi.

• Velocizzare i contributi statali alle famiglie meno abbienti per l’acquisto dei libri di testo.

• Semplificare la gestione degli acquisti, ridurre il contenzioso. Attraverso una nuova piattaforma per il sistema degli acquisti e la realizzazione di soluzioni digitali di classificazione delle sentenze e di standardizzazione di modelli istruttori, le scuole verranno sollevate da eccessi di burocrazia.

Autonomia differenziata: il reclutamento e lo stato giuridico dei docenti deve rimanere statale, lo stop del Mim

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

Come riporta Il Messaggero, il ministero dell’Istruzione e del Merito avrebbe fatto un passo indietro riguardo all’autonomia differenziata, mettendo alcuni paletti. Il dicastero di Viale Trastevere, con una mail datata 5 aprile, avrebbe messo le cose in chiaro a proposito dello status dei docenti.

I destinatari sono i tecnici degli Affari Regionali, il ministero guidato da Roberto Calderoli, che stanno lavorando al bollente dossier sull’autonomia differenziata. Il messaggio è diretto: il reclutamento e lo stato giuridico dei docenti e del personale scolastico sono una prerogativa statale che non può essere ceduta alle Regioni.

Il documento di Calderoli, di ben 133 pagine, planato ieri 19 aprile sul tavolo della Conferenza delle Regioni, mira praticamente a svuotare Roma da molte competenze, che verrebbero così trasferite alle Regioni. I vari dicasteri avrebbero in questi giorni detto la loro.

“Il reclutamento, la formazione e lo stato giuridico del personale scolastico”, ha scritto il ministero dell’Istruzione e del Merito, “sono collegati a quanto previsto dall’articolo 117 della Costituzione comma 2 lettera g, in forza del quale l’ordinamento e l’organizzazione amministrativa dello Stato rientrano tra le materie di competenza esclusiva dello Stato”.

Il parere dell’Inps

Anche l’Inps, l’Istituto nazionale di previdenza sociale, in una mail del 23 marzo, ha espresso le sue preoccupazioni. “Occorre richiamare l’attenzione”, si legge, “sulla specifica materia indicata all’articolo 117 comma 3 – tutela e sicurezza del lavoro – che se interpretata in maniera estensiva, potrebbe condurre ad una regionalizzazione della competenze in materia di tutele previdenziali, sull’applicazione o meno di determinate voci contributive, invadendo il campo della competenza statale in materia di Previdenza sociale”.

Autonomia differenziata, situazione in fermento

L’autonomia differenziata è tra le motivazioni alla base dello sciopero generale di tutti i settori pubblici e privati di domani 21 aprile 2023, indetto dal Cub. La confederazione Cub parla di “Autonomia Differenziata che disgrega il paese e allarga le differenze sociali tra territori”.

Il ministro per gli Affari Regionali Roberto Calderoli, alla fine di marzo, ha reso noto che è stato ufficialmente istituito il Clep, il Comitato per l’individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, da garantire su tutto il territorio nazionale. Il Comitato supporterà il lavoro della cabina di regia istituita ai sensi della legge di stabilità.

“Per la prima volta – ha spiegato Calderoli – si riuniranno 61 tra le massime autorità e vertici del campo amministrativo e accademico, del diritto costituzionale, europeo ed internazionale, dell’economia e della matematica. Un prestigioso gruppo di esperti che opererà in sinergia per individuare finalmente quei diritti civili e sociali che il cittadino italiano può pretendere dai vari soggetti costituenti la Repubblica italiana”.

“Affronteremo insieme una sfida storica – ha dichiarato Calderoli – per individuare finalmente quei diritti civili e sociali stabiliti nella prima parte della Costituzione che non possono essere considerati di destra o di sinistra ma sono di tutti i cittadini italiani”.