Cloud per apprendere

CLOUD PER APPRENDERE MICA PER TROVAR E FAR LEZIONI

di Umberto Tenuta

CANTO 158 Apprendere con le tecnologie digitali e mai e poi mai più far lezioni. Ora o mai più!

 

L’ora è suonata.

Finita è l’ora della LEZIONE!

Comincia un’altra ora, l’ora dell’apprendere.

Non più l’arsura della gola, non più sgolate, non più gridate, nel silenzio assoluto.

Nessuno conosce più le parole INSEGNANTE, LEZIONE, SPIEGAZIONE, ESPOSIZIONE, DIMOSTRAZIONE, INTERROGAZIONE, PUNIZIONE, GIUSTIFICAZIONE!

Ora che il Tablet nella scuola è entrato, per merito suo e non di chi la scuola amministra che di LIM l’ha dotata ma i Tablet ha ignorato, pur non ignorando che il Tablet era il sol dell’avvenire della scuola, la gioia di apprendere degli studenti, la fine delle domestiche ripetizioni che nonne, mamme e zie tormentavano.

Comecchesia il Tablet nelle scuole sia arrivato, la lezione ha spazzato via.

Una nuova scuola ha portato!

La scuola della gioia di inventare, scoprire, costruire conoscenze e competenze: sapere, saper fare e saper essere.

I Maestri a scuola sono impegnati, non a tener lezioni, ma a promuovere le attività di apprendimento, in situazioni cooperative.

Apprendimento facilitato da materiale comune e strutturato, concreto e digitale.

Il Dirigente scolastico si premura di procurare i materiali strutturati chiedendo a sindaci e assessorati.

Per i materiali digitali provvedono i docenti nel CLOUD arricchito coi fondi dei libri di testo non più usati.

Un’altra era è finita!

Dopo l’era delle pecore, dei papiri e delle foreste abbattute, ecco un bell’invisibile mostro si sferra, corre gli oceani, corre le terre, corre i cieli del digitale CLOUD: Ambiente Digitale Educativo Condiviso (ADEC).

Lassù, sul CLOUD, rinomato Condiviso Educativo Digitale Ambiente (CEDA), tutto inviano, tutti copiano: docenti e studenti.

Riflettiamo un poco, non molto!

La cultura che l’uomo ha fatto e l’uomo fa è nata nei cuori e nelle menti dei singoli uomini.

Nessun Dio ha regalato il sapere agli uomini.

Gli uomini se lo sono dovuto costruire col sudore del proprio cervello e col calore del proprio cuore.

Miliardi di essere umani hanno creato i miliardi di conoscenze, di competenze e di atteggiamenti umani!

O docente, partecipa anche tu ad arricchire questo capitale umano!

Le GUIDE, i MANUALI DELL’UTENTE, gli strumenti della riscoperta li creeranno le migliaia di Maestri, giorno dopo giorno impegnati a progettare sempre nuovi itinerari di apprendimento personalizzati.

Tutte queste invenzioni non andranno perdute e misconosciute.

Saranno conosciute da chiunque ne abbia bisogno per andare avanti, per migliorare la zappa con il vomere dell’aratro e poi del trattore.

Le mani sono state sostituite dalla falce, la falce dalla mietitrice, la mietitrice dalla mietitrebbiamolitrice.

Forse, o senza forse −non ponete limiti! − domani si aggiungerà la panificatrice.

Mica la scuola può restare ferma alla lezione della cattedrale medioevale!

Negli ultimi decenni abbiamo parlato di classi aperte.

Qualcuno ha aperto le finestre!

Poverino, non sapeva che doveva aprire le porte!

Doveva aprire le porte alle terre, ai mari, ai cieli.

Oggi, ai cieli del CLOUD.

Là il deposito, la pinacoteca, la biblioteca, la cineteca, la discoteca, l’emeroteca, la fototeca, la filmoteca, la ludoteca, la nastroteca, la videoteca…

Escluse solo le spaghettoteche, risottoteche…

E, in forma categorica, escluse le birroteche, le vinoteche, le whiskyteche…

Ripetiamo!

Nel CLOUD ovverossia nel CEDA sarà un via vai di risorse per apprendere, per riscoprire, per inventare, per costruire i saperi, i saper fare ed i saper essere dei giovani che frequentano le nostre scuole, scuole non chiuse nelle loro pareti grigie, ma aperte al mondo della Terra ed al mondo dei Cieli.

Evviva il CLOUD.

Evviva il CEDA!

 

Pubblicato in

http://www.edscuola.it/dida.html

Emergenza Educazione!!!

Emergenza Educazione!!!

di Maurizio Tiriticco

Ormai sono di ogni giorno le notizie relative al malaffare dei nostri quadri dirigenti, in tutti i contesti, dalle Regioni alle Province e ai Comuni e in tutte le situazioni relative alle grandi opere (del malaffare???), fin dall’autostrada Salerno Reggio Calabria, un cantiere infinito, attivo fin dal 1960… 54 anniii!!! Di lavori? NOOO!!! Di imbrogli e di mazzette: E poi c’è l’affare Expo 2015 e OGGI il Mose di Venezia. Per non dire poi delle mazzette di piccolo taglio: il vigile urbano che corrompe e che è corrotto; il funzionario comunale che chiude gli occhi e intasca anche lui! Insomma, dai milioni di euro alle banconote da 50! Ormai l’intero Paese è una mazzetta! La Patria delle Mazzette! E i poveracci debbono ringraziare un governo che riesce a dar loro 80 euro mensili – tra tanti ipercritici che arricciano il naso – le briciole strappate alle mani dei ladroni! E sono tutti nomi altisonanti, con responsabilità civili di primo livello! Fior di ministri! Di presidenti di regioni! Dalle Alpi al Lilibeo la mazzetta regna sovrana!
E non solo! Restituiamo milioni di euro – quando non ce li intaschiamo fraudolentemente – all’Unione europea perché non siamo capaci di compilare la documentazione per ottenerli. Ma, quando li sappiamo chiedere e ottenere, facciamo carte false per coprire in quali modi ce li siamo intascati! Aziende che prima si aprono e, ad euro ottenuti, si chiudono!!! E capannoni e capannoni che per chilometri e chilometri fiancheggiano strade e superstrade!
E mettici anche lo sperpero del pubblico danaro: ospedali, carceri, scuole anche, complessi sportivi… costruzioni che si sono avviate e che non giungono mai a termine! “Striscia la notizia” ce ne dà una documentazione ogni sera!!! Qui insorgono anche l’incapacità degli amministratori, nonché il groviglio delle leggi: nessuno sa bene che cosa fare… Insomma: che sta succedendo nel nostro Bel Paese? Purtroppo, o siamo lestofanti o siamo ignoranti.
E ancora! Ma è possibile che, quando in Parlamento si propone una legge, gli emendamenti siano sempre centinaia? Viene da pensare che o non sa scrivere chi la propone o non sa scrivere chi la emenda! O forse la vince il piacere del chiacchiericcio all’infinito – pardon, del dibattito in aula! Forse il dibattito in sé è più importante della volontà di giungere a un risultato! L’emendamento mio è più bello del tuo! Perché poi ci sono tutti gli strascichi in tutti i talk show della sera… le belle statuine che giocano a rimpiattino… No! Non si cerca il Vero, si cerca il Particulare! E, quando si interviene in aula, un “concetto” – diciamo così – che si può esprimere in qualche minuto, lo si “recita” in mezz’ora, se non di più! Tot onorevoli, tot Ciceroni! In un mondo in cui la velocità è sovrana, le parole al vento si sovrappongono a un confronto vero! E, se li vai a leggere uno per uno, gli emendamenti e gli interventi contro o a favore – ammesso che un onorevole serio ci riesca – che cosa esce fuori? L’emendamento quasi mai è di sostanza! A volte riguarda l’aggettivo, a volte la virgola… insomma, è la giostra degli emendamenti! Tanto per ritardare l’approvazione della legge. Tutti bravi, tutti sapienti, tutti scrittori, tutti oratori! E poi vengono le Iene a darci conto del livello di ignoranza dei nostri Rappresentanti, con tanto di Erre Maiuscola! I risultati sono sotto gli occhi di tutti: l’estrema lentezza del percorso di una norma! Ma perché li votiamo? Si chiederà qualcuno! Forse chi li vota non è migliore di loro! Insomma una democrazia al ribasso! Vox Populi vox Dei? Caro Isaia! Forse ai tuoi tempi era così! Oggi ho i miei dubbi.
E alla fine, quando le leggi son, chi pon mano ad esse? Si pensi poi ai nostri processi, tre gradi di giudizio, anni e anni per giungere alla soluzione! E ai nostri marò che in India, dopo due anni, ancora non sanno nulla del loro destino! Forse l’Ignoranza giuridica nostrana si somma con l’Ignoranza indiana? E si tratta di norme anche internazionali! Hanno voglia ad aspettare i nostri marò!
Emergenza morale, eguale emergenza educativa! Mah! Che fine ha fatta la nuova disciplina Cittadinanza e Costituzione? E’ morta e seppellita come abbiamo ammazzato e seppellito l’Educazione civica di una volta! E come siamo amministrati da questo novello Miur? Indubbiamente male!
Perché incorre in troppe DIMENTICANZE! E tutte colpevoli! Ne elenco alcune!
Perché si dimentica di varare nei tempi utili l’ordinanza che regola gli esami di Stato! E ai consigli di classe non è stato ricordato che entro il 15 maggio avrebbero dovuto predisporre il documento per le commissioni di esame! Perché l’ordinanza è del 19 maggio. Ma le scuole non hanno atteso! Sono migliori di chi le dirige!
Perché si dimentica di comunicare alle scuole che le competenze di fine scuola media e che quelle di fine obbligo di istruzione sono importanti perché corrispondono rispettivamente al livello uno e al livello due dell’EQF (European Qualifications Framework), uno strumento che oggi consente ai titoli di studio di circolare agevolmente nei 28 Paesi membri dell’Unione europea e che insegnanti, alunni e famiglie non possono fare a meno di conoscere!
Perché insiste nel sottolineare l’importanza che avrebbe l’esame di scuola media, quando, ormai, dopo l’innalzamento dell’obbligo di istruzione, la prima certificazione utile per il proseguimento degli studi, per l’apprendimento permanente e per l’accesso all’apprendistato è quella di fine obbligo.
Perché si dimentica di sollecitare: a) che le competenze di fine obbligo vanno puntualmente certificate e che gli istituti secondari non possono non considerarle come obiettivi da perseguire fin dalle progettazioni del primo anno; b) che le discipline di cui ai quattro assi culturali devono essere insegnate e apprese assicurando la loro equivalenza formativa, come recita il dm 139/07 all’articolo 2. Il che permetterebbe di superare nel tempo quella annosa tripartizione che pone ancora oggi i licei ai primi posti degli studi e gli istituti professionali agli ultimi.
Perché si dimentica di comunicare alle scuole che le competenze relative alla fine del primo biennio e del secondo biennio degli istituti professionali e tecnici, di cui alle Linee guida varate con i dpr 87 e 88 del 2010, e ai relativi allegati (le competenze del primo biennio sono state pubblicate nel 2010; le competenze del secondo biennio e del quinto anno nel 2012) non possono essere certificate, in quanto il medesimo Miur, a tutt’oggi, non ha fornito alcuna indicazione circa le modalità certificative e i relativi modelli di certificazione.
Perché voglio sperare che il Miur non dimentichi che con la tornata del 2015, giunto al termine il processo di riordino avviato nel 2010, l’esame di Stato dovrà “veramente” certificare competenze. Ma le indicazioni relative al NUOVO esame di Stato dovranno essere date ad apertura dell’anno scolastico, al prossimo settembre 2014, non alla fine, magari nel maggio del 2015! E proprio il 24, a cent’anni dal nostro ingresso nella prima guerra mondiale!
Speriamo bene! Speriamo bene? Mah!

Ma che musica, professore!

Ma che musica, professore!
Undici premiati tra compositori, cori e orchestre delle scuole

Musica e scuola, un incantesimo. Sono stati assegnati i premi del concorso nazionale Indicibili (in)canti. L’iniziativa, alla sua terza edizione, mira a valorizzare le buone pratiche già esistenti nella scuola italiana, a diffondere la cultura musicale attraverso l’apprendimento pratico della musica, a potenziare l’attività strumentale e corale nella scuola e a educare all’”incanto” per la musica.

Indicibili (in)canti è promosso dal Comitato Nazionale per l’apprendimento pratico della musica a scuola, presieduto da Luigi Berlinguer, e dalla Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione.

I riconoscimenti, anche quest’anno, sono andati ai gruppi orchestrali e corali che hanno dimostrato la qualità degli interventi musicali nelle scuole.

La premiazione durante il Concerto nel cortile della Minerva del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, appuntamento tradizionale a conclusione dell’anno scolastico, a cui hanno preso parte, tra gli altri, la fisarmonicista Sara Convertino, la violinista Lucrezia Lavino Mercuri, il Cecilia Sax Ensemble con Stefano di Battista come solista. A presentare la mattinata Sandro Petrone. All’evento è intervenuto anche il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini.

 

I premi assegnati:

Categoria compositori

Daniel Maria Fazzi  (studente) – IIS “ Dante Alighieri” di Enna
Giuseppe Mignemi (docente)   3° I.C. di Giarre (Catania)

 

Categoria  Cori

3°  Premio Cat. 2A            I.C. di Agordo – Agordo (Belluno)
2° Premio Cat. 2A             I.C. “Santa Venerina” –Santa Venerina (Catania)
2°  Premio Cat. 2B            Liceo “Virgilio” di Empoli ( Firenze)
1°  Premio Cat. 2A            Scuola secondaria di I Grado “E. Martinet” di  Aosta
1° Premio Cat. 2B             Liceo Classico” Vivona”  di Roma

 

Categoria Orchestre

3° Premio Cat. 1B             Scuola secondaria di I Grado “E.Pea” di Porcari (Lucca)
2° Premio Cat. 1B             I.C. “A. M. Ricci”   di Rieti
1° Premio Cat. 1A             I.C. di Basigliano – Sedegliano  Udine
1° Premio Cat. 1B             I.C. ” F. De Roberto”  Zafferana Etnea (Catania)

 

Menzioni speciali alunni

Matteo Tandelli del Liceo Musicale  “Secco Suardo” di Bergamo
Giovanni Campo del III Istituto Comprensivo di Giarre (CT)

 

Menzioni speciali docenti

Fabrizio Desideri della Scuola secondaria di I grado “Enrico  Pea” di Porcari (LU)
Salvatore Murru  del 48° Circolo Didattico di Napoli

Istruzione adulti. Richiesta incontro

Prot. n. 168/2014 – flccgil – DP/stm

Al Dott. Luciano Chiappetta
Dipartimento per l’Istruzione
Alla Dott.ssa Carmela Palumbo
Direzione per gli Ordinamenti scolastici
Al Dott. Gildo De Angelis
Direzione per il personale e per gli affari generali
MIUR

Oggetto: Istruzione adulti. Richiesta incontro su c.m. 36/2014 (dpr 263/2012)

La messa a regime del DPR 263/2012 relativo alla riorganizzazione del sistema dell’istruzione degli adulti, tramite la circolare ministeriale 36/2014 sulla definizione degli organici e sulla doppia velocità con cui si procede alla riorganizzazione genera confusione e preoccupazione tra gli operatori del settore nonché tra gli stessi studenti a causa delle interpretazioni fortemente differenziate delle norme a livello territoriale,
a fronte di un quadro generale che necessita comunque di unitarietà.
Al fine di consentire un ordinato avvio delle attività per l’anno scolastico 2014-2015 le scriventi Organizzazioni Sindacali chiedono un incontro urgente.

In attesa di un cortese riscontro, porgono

Cordiali saluti.

FLC CGIL
Anna Fedeli
CISL SCUOLA
Rosa Mongillo
UIL SCUOLA
Noemi Ranieri
SNALS CONFSAL
Giuseppina Di Giacomo
GILDA UNAMS
Maria Domenica Di Patre

Assenze per prestazioni specialistiche ed esami diagnostici

Assenze per prestazioni specialistiche ed esami diagnostici: la FLC CGIL impugna la circolare della Funzione Pubblica

Notificato al Tar Lazio il ricorso per chiedere l’annullamento della circolare.

Per la FLC CGIL la circolare n. 2 del 17 febbraio 2014 del Dipartimento della Funzione Pubblica è profondamente lesiva dei diritti dei lavoratori pubblici dei comparti scuola, università, ricerca ed AFAM poiché impone misure fortemente restrittive al godimento di un diritto fondamentale e costituzionalmente garantito quale quello alla salute.

La circolare della FP, infatti, per l’effettuazione delle visite specialistiche impone il ricorso all’utilizzo dei permessi personali (permessi già insufficienti per i fini per i quali sono contrattualmente previsti) in luogo delle assenze per malattia, introducendo così limitazioni non previste dalla normativa primaria a cui la circolare si richiama (Legge 125/2013) oltre che in contrasto con tutte le disposizioni contrattuali dei comparti scuola, università, ricerca e afam.

Per questi motivi la FLC CGIL ha presentato ricorso al Tar Lazio chiedendo l’annullamento della circolare.

Quesito circa la comunicazione di dati personali (compensi individuali accessori)

Al Garante per la protezione
dei dati personali
Piazza di Monte Citorio n. 121
00186 ROMA

Oggetto: Quesito circa la comunicazione di dati personali (compensi individuali accessori).

Questa organizzazione sindacale, la più rappresentativa della dirigenza delle scuole, intende
proporre all’Ufficio del Garante un quesito relativo alla legittimità di disposizioni adottate nella
regione Marche, tendenti ad obbligare i dirigenti delle scuole di ogni ordine e grado a
comunicare alle OO.SS. i compensi individuali accessori di ciascun dipendente, in violazione
dell’art. 19.3 del codice 196/03 e di ripetute pronunce di codesto Ufficio.
FATTO
– il vigente CCNL della scuola prevede all’art. 6.2 l’obbligo di comunicare alle OO.SS. (in sede di
informazione successiva) unicamente i “nominativi del personale utilizzato nelle attività e
progetti retribuiti con il fondo di istituto”;
– il contratto integrativo regionale stipulato fra l’Ufficio Scolastico Regionale per le Marche e le
OO.SS. in data 19 dicembre 2008 (tuttora vigente) stabilisce invece all’art. 17.6 che “il Dirigente
scolastico è tenuto alla consegna alle RSU ed alle OO.SS. aventi titolo, dei prospetti riepilogativi
dell’utilizzo del fondo dell’istituzione scolastica, con l’indicazione dei nominativi, attività,
impegni orari e relativi compensi […]”;
– numerosi dirigenti scolastici della regione interessata – ritenendo illegittima la statuizione del
contratto regionale (per i motivi che si illustreranno in seguito) – si sono limitati a consegnare
gli elenchi nominativi ed hanno fornito informazione sui compensi solo per aggregati di
destinazione di spesa;
– a fronte di tale atteggiamento, le OO.SS. hanno chiesto all’Ufficio Scolastico Regionale la
convocazione di un tavolo di raffreddamento, composto unicamente di rappresentanti delle
OO.SS. firmatarie del contratto regionale e di funzionari dell’Ufficio, di fronte al quale sono stati
di volta in volta chiamati a comparire i singoli dirigenti scolastici (prevalentemente della
provincia di Ascoli Piceno). Il tavolo – composto, come si è detto, unicamente da coloro che
avevano a suo tempo sottoscritto il contratto contestato – ha ovviamente ribadito la vigenza
dello stesso e concluso per la “piena legittimità delle disposizioni dell’art. 17, comma 6, del
Contratto collettivo decentrato regionale del 19 dicembre 2008”, sostanzialmente intimando ai
dirigenti di volta in volta convocati di fornire i dati richiesti.
CONSIDERAZIONI DI DIRITTO
– Il contratto decentrato regionale in questione – limitatamente all’art. 17.6 richiamato – si
pone in violazione di legge. Infatti:
a) le competenze proprie del livello di contrattazione decentrata regionale sono fissate dal
contratto nazionale vigente (art. 4 commi 3 e 4), che si allega in stralcio (allegato n. 1). Tali
competenze non includono in alcun modo l’informazione successiva a livello di singola
istituzione scolastica e le materie su cui essa si svolge. Dunque le parti hanno a suo tempo
stipulato fra loro su materia della quale non avevano la disponibilità;
b) l’informazione successiva a livello di istituzione scolastica è regolata direttamente dal
contratto collettivo nazionale (art. 6 comma 2 lettera n) – che si allega con il n. 2), che è fonte
pattizia di rango superiore rispetto al contratto regionale. Il comportamento delle parti al
tavolo regionale si è posto quindi in ulteriore violazione di legge, dal momento che – oltre a
stipulare di materia per esso indisponibile – lo ha anche fatto in contrasto rispetto alla fonte
legittima;
c) il contratto regionale ha bensì competenza nell’istituzione di un tavolo di “raffreddamento
dell’eventuale conflittualità contrattuale generatasi a livello di singola istituzione scolastica”:
ma ciò non può comportare anche la facoltà di modificare le clausole contrattuali proprie di un
altro ambito negoziale, né quella di auto-attribuirsi una competenza che la fonte legittima non
riconosce;
d) è pacifico in diritto che la responsabilità giuridica si accompagna alla disponibilità della
materia. L’intervento arbitrario del contratto regionale nelle relazioni sindacali a livello di
singola istituzione scolastica viola questo principio, in quanto espropria il dirigente scolastico
del potere di decisione in materia di informazione successiva, lasciandogli intatta la
responsabilità giuridica per l’eventuale comportamento antisindacale;
e) l’ARAN, ripetutamente interpellata sulla materia, si è sempre espressa per la vigenza
letterale della previsione del contratto nazionale. Fra le diverse pronunce rese in merito, se ne
allega a titolo di esempio una di appena qualche mese fa (allegato n. 3);
f) l’Ufficio del Garante ha a sua volta ripetutamente ribadito che la comunicazione di dati
personali in assenza di norme di legge o di regolamento costituisce violazione del codice
196/03. Nelle Linee guida (deliberazione n. 23 del 14 giugno 2007 punto 5.2) questo concetto è
espresso con grande chiarezza nei termini seguenti:
“Ad esclusione dei casi in cui il contratto collettivo applicabile preveda espressamente che
l’informazione sindacale abbia ad oggetto anche dati nominativi del personale per verificare la
corretta attuazione di taluni atti organizzativi, l’amministrazione può fornire alle organizzazioni
sindacali dati numerici o aggregati e non anche quelli riferibili ad uno o più lavoratori
individuabili”.
La chiave di lettura – ad avviso di questa organizzazione – risiede nell’aggettivo “applicabile”.
Per le considerazioni sopra diffusamente esposte, esso va individuato nel contratto collettivo
nazionale di lavoro del 29 novembre 2007 – allegato n. 2) che si limita a prescrivere la
comunicazione dei nominativi. Non si può invece considerare applicabile sul punto l’art. 17.6
del contratto decentrato regionale, in quanto non ha competenza in materia di relazioni
sindacali di istituto e statuisce nel merito in difformità dalla fonte superiore (il contratto
nazionale) dal quale anch’esso trae legittimità.
RICHIESTA CONCLUSIVA
Per i motivi anzidetti, questa organizzazione sindacale – a tutela dei dirigenti scolastici che essa
rappresenta in misura maggioritaria – chiede all’Ufficio del Garante una pronuncia formale che
confermi il divieto di comunicare dati personali eccedenti rispetto a quelli previsti dal contratto
collettivo nazionale di lavoro.
Nel rimanere in attesa di un positivo riscontro alla presente, è gradita l’occasione per formulare
distinti saluti.
Giorgio Rembado
Presidente nazionale Anp

L’EUROPA INSISTE: carriera per gli insegnanti e valutazione degli istituti

L’EUROPA INSISTE: carriera per gli insegnanti e valutazione degli istituti

Nella RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO europeo, del 2 giugno scorso,
sul programma nazionale di riforma 2014 dell’Italia e che formula anche un parere del
Consiglio sul programma di stabilità 2014, i temi su cui si insite sono sempre gli
stessi.
Riportiamo, a questo proposito, i punti del documento relativi alla Scuola:
“(14) È necessario compiere sforzi per migliorare la qualità dell’insegnamento e la
dotazione di capitale umano a tutti i livelli di istruzione: primario, secondario e
terziario. L’insegnamento è una professione caratterizzata da un percorso di carriera
unico e attualmente da prospettive limitate di sviluppo professionale. La
diversificazione della carriera dei docenti, la cui progressione deve essere
meglio correlata al merito e alle competenze, associata ad una valutazione
generalizzata del sistema educativo, potrebbero tradursi in migliori risultati della
scuola.”
L’aspetto della valorizzazione del capitale umano, in particolare di quello che
sorregge quella che, a detta dei più, è l’Istituzione che maggiormente meriterebbe
attenzione in Europa, cioè la Scuola, era già stato posto all’attenzione del Governo
Monti nel 2011 dal commissario europeo Olli Rehn con due puntuali quesiti:
1. “come verranno ristrutturate le singole scuole con risultati
insoddisfacenti nelle prove INVALSI” ?
2. “Come intende il governo italiano valorizzare il ruolo degli insegnanti
nelle singole scuole? Che tipo di incentivi saranno utilizzati a tal
scopo?”
Evidentemente in tre anni, di acqua ne è passata sotto i ponti ma praticamente
nulla è stato fatto se, nuovamente, il Consiglio europeo ripropone gli stessi temi e
raccomanda all’Italia che adotti provvedimenti nel periodo 2014-2015 al fine di:
“ rendere operativo il sistema nazionale per la valutazione degli istituti
scolastici per migliorare i risultati della scuola e, di conseguenza, ridurre i tassi
di abbandono scolastico; accrescere l’apprendimento basato sul lavoro negli istituti per
l’istruzione e la formazione professionale del ciclo secondario superiore e rafforzare
l’orientamento professione nel ciclo terziario; istituire un registro nazionale delle
qualifiche per garantire un ampio riconoscimento delle competenze; assicurare che i
finanziamenti pubblici premino in modo più congruo la qualità dell’istruzione superiore
e della ricerca;”
Il ritardo del nostro paese verso un’armonizzazione con il resto d’Europa in
termini di costruzione dei requisiti del docente professionista, ha radici lontane: citerò
per l’ennesima volta la Raccomandazione dell’UNESCO che si poneva, già nel lontano
’66, il problema di “individuare i requisiti per una professionalizzazione degli
insegnanti” e il Consiglio Europeo di Barcellona che fin dal 2002 aveva posto
l’obiettivo, di ”ridurre gli ostacoli normativi al riconoscimento professionale degli
insegnanti al fine di promuoverne una dimensione europea” entro il 2010, data ormai
superata. Un ritardo che sta diventando imbarazzante.

Paola Tonna
Presidente APEF

I geometri di domani immaginano il loro futuro nel rap “OrientiAMOci”

I geometri di domani immaginano il loro futuro nel rap “OrientiAMOci”

4 giugno 2014 – E’ stata premiata oggi a Piancavallo di Oggebbio, in Piemonte, la classe vincitrice del concorso “Scuola 2.0: il mio futuro” promosso dalla Fondazione Geometri Italiani nell’ambito del progetto di orientamento didattico Georientiamoci in più di 4.400 scuole italiane.

Gli studenti della Scuola in Ospedalle di Piancavallo, sede distaccata dell’istituto comprensivo Alto Verbano, si sono aggiudicati il primo premio con il video rap “OrientiAMOci” in cui raccontano come immaginano il loro futuro professionale con un ritmo travolgente e originale. Sono ragazzi provenienti da tutta Italia e ricoverati presso l’Istituto Auxologico Italiano di Piancavallo di Oggebbio che è specializzato nella cura di patologie metaboliche.

Il rap “OrientiAMOci” ha battuto gli altri 681 lavori presentati dalle classi a livello nazionale. I ragazzi, che sono autori del testo, della musica, dei disegni e delle animazioni, raccontano da una parte la difficoltà nel decidere che scelta scolastica fare per il loro futuro professionale, la paura di sbagliare e di finire per sentirsi “come un ago in un pagliaio”; dall’altra, nel pezzo rap esprimono l’entusiasmo di creare qualcosa di nuovo, credendo in se stessi per andare avanti e dando il proprio contributo alla società. Coinvolgente il reframe del rap che recita testualmente: “Raga cheffai? vai avanti? credi in te? pensa che figo creare qualcosa che prima non c’era ed ora c’è!”

Alla premiazione sono intervenuti il direttore di sede dell’Istituto Auxologico Italiano – Ospedale San Giuseppe, Matteo Raimondi; il primario della divisione di auxologia e malattie metaboliche Alessandro Sartorio, il dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Alto Verbano, Guido Boschini; l’insegnante di riferimento per il progetto Georientiamoci, Palmina Trovato; il referente provinciale sostegno alla persona dell’ufficio scolastico provinciale di Verbania, Laura Lazzari. Per la Fondazione Geometri Italiani hanno partecipato i consiglieri Carmelo Garofalo e Giuliano Villi, e il presidente del collegio geometri della provincia di Verbano Cusio Ossola. La cerimonia, alla presenza del sindaco di Piancavallo di Oggebbio Gisella Polli, si è conclusa con l’intervento del direttore sanitario dell’ospedale San Giuseppe, Alfredo Di Rocco, e l’esibizione degli studenti.

“La premiazione di oggi ci emoziona e ci gratifica dopo questi mesi di lavoro tesi ad aiutare i ragazzi di tutta Italia ad orientarsi negli studi. Attraverso il gioco e il concorso, migliaia di classi, decine di migliaia di studenti, hanno potuto conoscere e scegliere il percorso di studi in modo più consapevole. Ne siamo orgogliosi come istituzione e come persone che vivono nella quotidianità le difficoltà delle scelte formative dei ragazzi. Siamo rimasti molto sorpresi dalla qualità del lavoro fatto dagli studenti di Piancavallo. Una idea e una esecuzione straordinarie. Non sono stati gli unici, ci sono state decine di lavori bellissimi ma loro sono stati i più bravi. I nostri complimenti dunque, e il nostro ringraziamento agli insegnanti che li hanno guidati, e alla straordinaria organizzazione che ci ha permesso di essere qui oggi a concludere con la premiazione del vincitore nazionale questo concorso. Un successo scandito dai numeri ma soprattutto la soddisfazione di avere aiutato tanti ragazzi a scegliere in modo più consapevole la strada per il loro futuro”, dicono i consiglieri della Fondazione Geometri Italiani responsabili del progetto Carmelo Garofalo e Giuliano Villi.

“Il prestigioso premio Georientiamoci vinto dalla nostra Scuola in Ospedale è un risultato che ci riempie di orgoglio e sottolinea il lavoro svolto da tutta l’equipe della divisione di auxologia dell’Istituto Auxologico Italiano, che vede tante professionalità coinvolte con passione nella cura e riabilitazione dei ragazzi obesi ricoverati da noi da tutta Italia. L’importante azione educativa ed informativa per le famiglie sui corretti stili di vita si realizza da diversi anni grazie al progetto medico-sociale “Crescere sani” (www.cresceresani.it), impegnato nell’aiutare gratuitamente i genitori ad affrontare al meglio i problemi dei propri figli in fase di crescita e sviluppo “, ha detto il prof. Alessandro Sartorio, primario della divisione di Auxologia.

“Viviamo in un’epoca di omologazione e poca fiducia nel futuro in cui spesso si trascura l’importanza di dialogare con i giovani e dare voce alla loro personalità e originalità. La Fondazione Geometri italiani, con questo premio, ci ha offerto l’occasione di mostrare come la scuola può essere un luogo di valori e di esperienze autentiche dove ogni alunno, nessuno escluso, impara a conoscere il proprio talento, a credere in se stesso e a scommettere sul proprio futuro”, ha affermato la prof. Palmina Trovato che ha coordinato il lavoro dei ragazzi di Piancavallo.

Conclude la presidente del collegio dei geometri del Verbano Cusio Ossola, Lidia Chiovini: “Questi ragazzi hanno saputo esprimere in modo efficace le loro preoccupazioni di fronte a una scelta importante per il futuro, trasmettendo un messaggio chiave significativo, che le difficoltà si superano con onestà, sincerità, felicità”.

La Fondazione Geometri Italiani è costituita dal Consiglio nazionale geometri e dalla Cassa italiana di previdenza e assistenza geometri liberi professionisti e ha per oggetto la valorizzazione e della figura e della professione del geometra. La Fondazione promuove, coordina e sviluppa collaborazioni e intese culturali con istituzioni ed enti affini nei settori di attività del geometra tutelando i diversi aspetti della professione. Agevola lo svolgimento di attività professionali promuovendo ed effettuando progetti di orientamento, informazione del geometra e del loro possibile sviluppo futuro, fornendo adeguato sostegno organizzativo. Inoltre eroga borse di studio per progetti attenenti la professione del geometra.

Progetto 100 Scuole

Con il “Progetto 100 Scuole”, Kion lancia una sperimentazione gratuita per la digitalizzazione degli Istituti scolastici italiani

Avviata con le prime dieci adesioni, l’iniziativa ha ottenuto il premio quale miglior progetto nella sezione “Competenze digitali per le PA” del Concorso “Azioni per la cultura digitale”, promosso dall’Agenzia per l’Italia Digitale e dal Formez PA

Bologna, 4 giugno 2014 – Kion, società del CINECA specializzata in software gestionali per la Didattica, ha dato il via al Progetto 100 Scuole, un’iniziativa che ha l’obiettivo di estendere a cento scuole italiane, in sperimentazione gratuita, un programma di digitalizzazione e dematerializzazione della durata di due anni.

Il Progetto, partito con le prime dieci adesioni, proseguirà sulla base di candidature volontarie da parte di Istituti scolastici di ogni ordine e grado di tutto il territorio nazionale.
Le scuole che desiderano candidarsi per la partecipazione al Progetto possono farlo inserendo la loro richiesta al seguente link.

Con gli Istituti aderenti viene avviata una sperimentazione del sistema Didanet, la soluzione per le scuole sviluppata da Kion e basata su una piattaforma tecnologica di collaborazione completamente “cloud” al servizio di docenti, personale amministrativo e famiglie.

Scopo del programma è l’attivazione di un modello di innovazione della scuola basato sulla progressiva digitalizzazione e dematerializzazione di tutti gli ambiti gestionali della didattica: dalla segreteria alla comunicazione con le famiglie, dalla gestione documentale ai contenuti digitali per la didattica.

Il Progetto, per la sua valenza e finalità, ha subito conseguito un importante riconoscimento classificandosi al primo posto nella categoria “Competenze digitali per le PA” del Concorso “Azioni per la cultura digitale”, promosso dall’Agenzia per l’Italia Digitale (Agid) e dal Formez PA per individuare e dare visibilità a esperienze, modelli di intervento e strumenti per la diffusione della cultura digitale. Il premio è stato consegnato a Kion nel corso di una cerimonia svoltasi alla recente edizione del Forum PA (27-29 maggio).

“Con il Progetto 100 Scuole – spiega Vittorio Ravaioli, amministratore delegato di Kion – intendiamo portare un contributo fattivo alla divulgazione della cultura digitale in un contesto che potrebbe ottenere numerosi benefici dal ricorso alla tecnologia. Vogliamo offrire un’evidenza concreta di come sia possibile migliorare, attraverso strumenti facilmente accessibili, tutti i livelli della vita scolastica”.

Rientrano nell’ambito di attuazione del Progetto applicazioni di registro elettronico e gestione studenti, il fascicolo digitale dello studente, la creazione di una piattaforma di condivisione di contenuti didattici (da quelli autoprodotti in classe a quelli rinvenibili tramite interoperabilità con le piattaforme degli editori digitali) e molte altre practice rispondenti alle specifiche necessità degli Istituti coinvolti.

L’impegno di Kion per l’informatizzazione dei processi scolastici ha già portato, lo scorso anno, alla costituzione dell’Osservatorio Kion Scuola Innovazione (OKSI), istituito con l’obiettivo di monitorare e analizzare, attraverso indagini specifiche, ambiti e implicazioni relative all’adozione delle moderne tecnologie nel mondo della Scuola. L’attività dell’OKSI si avvale del contributo di un Comitato Scientifico del quale fanno parte esponenti ed esperti del mondo della Scuola provenienti dalla scuola stessa e dalle istituzioni.

Kion

Kion è un’azienda creata nel 2001, posseduta al 100% da CINECA, Consorzio Interuniversitario senza scopo di lucro, formato da 69 Università italiane, dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca (MIUR), e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).
Kion è una software factory nata per la progettazione e la realizzazione di applicazioni e soluzioni a valore aggiunto nel campo dei sistemi informativi per le università, per la scuola e opera in particolare nell’area dell’amministrazione e della didattica e dei servizi per gli studenti e i docenti.
KION occupa più di 160 addetti ed è presente nelle sedi di Bologna, Roma, Milano e Napoli in Italia, oltre che in Turchia e in Albania. Le soluzioni KION sono utilizzate da oltre il 75% delle università italiane, e da circa 1.300.000 studenti.

Quale valutazione nel futuro dei nuovi dirigenti scolastici lombardi?

Nei giorni 26, 28 e 29 maggio si sono tenuti presso l’IIS Lagrange di Milano, a cura dell’Ufficio Scolastico per la Lombardia, i corsi di formazione destinati ai dirigenti che svolgeranno l’attività di mentoring a favore dei nuovi dirigenti scolastici che prenderanno servizio il prossimo 30 giugno . Tema centrale dell’incontro è stato quello riguardante la valutazione del sistema scolastico e l’autovalutazione dell’istituzione scolastica.
Le norme prevedono, infatti, che i nuovi dirigenti debbano svolgere un percorso di formazione nell’anno di prova con l’affiancamento di dirigenti mentor proprio intorno ai temi della valutazione e dell’autovalutazione, in linea con quanto già svolto nel corrente anno scolastico dai nuovi dirigenti nelle altre regioni italiane.
È noto altresì a tutto il personale della scuola che il prossimo anno scolastico entrerà in vigore il nuovo Sistema Nazionale di Valutazione, in applicazione di quanto prevede il DPR 80/2013.
In occasione del seminario lombardo è stato sottolineato da alcuni responsabili dell’USR che il sistema lombardo ha fino ad ora privilegiato il percorso  CAF della piattaforma ReQuS, in quanto lo si ritiene più adeguato rispetto ad altri modelli proposti dall’INVALSI e che intende sostenerne la sua applicazione negli istituti.
Le associazioni firmatarie del presente Comunicato Stampa dissentono da tale asserzione e, ritenendo che il sistema scolastico lombardo non debba andare in controtendenza rispetto agli indirizzi definiti a livello di norme generali e di sperimentazioni nazionali in atto, sottolineano che è urgente che:
–          l’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia promuova e sostenga con convinzione il progetto Vales, in corso di svolgimento, e il prossimo avvio del Sistema Nazionale di Valutazione collaborando positivamente con l’INVALSI, l’INDIRE e il corpo ispettivo;
–          il CAF , o altri modelli di valutazione, già in uso in alcune reti di scuole, siano oggi riproposti come complementari  e non sostitutivi rispetto agli strumenti previsti dal DPR 80/2013;
–          l’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia promuova proposte formative “aperte” – non solo quelle “istituzionali” ma anche quelle offerte dalle  associazioni professionali e dagli enti riconosciuti dal MIUR – lasciando alla responsabilità delle istituzioni scolastiche autonome la scelta del percorso formativo ritenuto più idoneo per partecipare in modo consapevole ed adeguato al Sistema Nazionale di Valutazione.

Cloud tutto sulla nuvola

CLOUD TUTTO SULLA NUVOLA

di Umberto Tenuta

CANTO 157 Ambiente Digitale Educativo Condiviso (ADEC)− CAPITOLO I

 

Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai

(Giacomo Leopardi)

Ormai sta lì.

La Scuola non può non prenderne atto.

E, quale sede istituzionale dell’inculturazione delle genti, non può non utilizzare anche il CLOUD, la Nuvola bianca là in alto nei cieli.

Guardare in alto è sempre stato il destino dell’uomo, mai sulla terra prono.

Forse le nuvole ci regaleranno quella ricchezza che la scuola non ha mai avuto.

Negli ultimi lustri si è parlato di sistema formativo integrato, di scuole integrate, di istituzioni educative integrate.

Difficile discorso far uscire gli uomini di scuola dal proprio guscio!

Guscio delle aule, della propria ora di lezione, del proprio registro, della propria materia, della propria programmazione educativa settimanale, quindicinale, mensile.

Ma intorno alla scuola la globalizzazione!

Una scuola non a passo coi tempi è una contraddizione.

La scuola deve educare per il futuro.

Panta rei.

Allora, deciso!

Andiamo sulle nuvole.

Portiamo lì le nostre piccole risorse.

Il cielo stellato nasce con la prima stella.

Ogni docente, ogni scuola la propria stella.

Abbattiamo le mura di cinta, comunichiamo con i vicini e con i lontani, come ora si fa con gli smartphone.

La cultura dell’umanità è cresciuta così.

Dall’Egitto la scrittura cuneiforme, dai monti della Fenicia l’alfabeto, dall’India lo zefiro, il nostro zero che ci ha portato sulla luna ed ora ci fa abitare le nuvole.

Quanti tesori nascosti nelle aule chiuse delle nostre scuole!

Aboliamo il segreto d’ufficio.

Tutto ciò che ogni docente produce appartiene alla comunità scolastica che non è solo quella della singola scuola ma quella di tutte le scuole d’Italia e del Mondo.

Internet si muove già in questa direzione.

Ora facciamo un INTERNET SCOLASTICO e chiamiamolo Ambiente Digitale Educativo Condiviso (ADEC).

Collochiamolo sulla NUVOLA o CLOUD, se volete fare un regalo agli esterofili.

Via le scartoffie dalle scuole, svuotate gli archivi, lasciate solo le cianfrusaglie agazziane ed i materiali strutturati della Montessori.

Quello che ti serve lo trovi sulla NUOVOLA: Da Quarto al Volturno, La Disfida di Barletta, Quo Vadis,l’Everest, la Siberia ghiacciata, i deserti dell’Arizona, il participio passato di seppellire, il participio presente di studiare, la traduzione in prosa de L’INFINITO di Leopardi, la formula H2O, le espressioni (a+b) * (c + d)…

Tutto o quasi tutto trovi e troverai su INTERNET e sulla NUVOLA SCUOLA (ADEC).

Basta uno smartphone, meglio un phablet, ancora meglio un TABLET.

Ed i libri di testo?

A chi servono i libri di testo, agli studenti o agli editori?

Mica si è riservata tanta attenzione ai coltivatori di papiro e agli allevatori di pecore!

In questo mondo in rapido divenire occorre saper cambiare mestiere diverse volte nella propria vita!

Sulle NUVOLE troveranno posto anche gli Editori intelligenti.

A noi importa una sola cosa.

A noi importa che la Scuola utilizzi gli strumenti più efficaci e più efficienti per garantire a tutti gli studenti il successo formativo.

Se è vero, come ci auguriamo, che questo lo facciano meglio le NUVOLE, noi gridiamo

VIVA LE NUVOLE

VIVA IL CLOUD

VIVA l’ADEC!

Tutto sulla Maturità 2014

da La Stampa

Tutto sulla Maturità 2014

roma

È ormai iniziato il conto alla rovescia per il fatidico giorno in cui gli studenti dell’ultimo anno delle superiori affronteranno l’ultimo grande ostacolo della loro carriera scolastica: l’esame di Stato o, più comunemente, di maturità.

 

Lezioni ormai agli sgoccioli, ultime interrogazioni e compiti in classe per gettarsi quindi nei«ripassi dell’ultim’ora tra bignami, temari e manabili per arrivare il prossimo 18 giugno alla prima prova dell’esame di maturità edizione 2013-2014, ovvero la prova di italiano.

 

Gli studenti chiamati alla prova, quest’anno, sono 459.474. Tra questi, frequentano il liceo classico 52.764 giovani, lo scientifico 111.793, il linguistico 3.638, il pedagogico 37.845, il tecnico 158.438 e il professionale 76.882. Mentre nell’istruzione artistica sono 18.114 i ragazzi che frequentano l’ultimo anno. A queste cifre vanno aggiunti i privatisti, che non vengono quindi conteggiati nelle classi attuali, e vanno sottratti tutti coloro che non verranno ammessi agli esami.

 

La prima prova scritta si terrà mercoledì 18 giugno alle ore 8.30. Come per gli altri anni la lo svolgimento della prima prova scritta prevede diverse opzioni tra cui il candidato potrà scegliere. La prova è rivolta «ad accertare la padronanza della lingua nella quale si svolge l’insegnamento» quindi l’italiano e consentirà all’allievo di scegliere tra diverse opzioni. Accanto al «classico» tema «su argomento di ordine generale» o a carattere storico o letterario, si potrà optare per «l’analisi e commento di un testo letterario o non, in prosa o poesia», per la produzione di un articolo di giornale o di un saggio breve.

 

Nella prima giornata di prove i candidati dovranno anche comunicare il titolo dell’argomento o presentare la tesina prescelti per dare avvio al colloquio. La seconda prova scritta, grafica o scritto-grafica si terrà il giorno successivo, giovedì 19 giugno sempre alle 8.30. Per gli esami nei licei artistici e negli istituti d’arte lo svolgimento della seconda prova continua, con esclusione del sabato, nei due giorni feriali seguenti per la durata giornaliera indicata nei testi proposti.

 

La seconda prova, prevista per il giorno successivo è quella specifica per il corso di studi ed ha come oggetto una delle materie che caratterizzano il corso di studio. Le materie previste per la seconda prova sono state annunciate agli studenti lo scorso 31 gennaio. Quest’anno i candidati si cimenteranno con il greco nei Greco al Liceo classico, Matematica al Liceo scientifico, Lingua straniera al Liceo linguistico, Pedagogia al liceo pedagogico. Per gli Istituti tecnici e professionali «sono state scelte materie che, oltre a caratterizzare i diversi indirizzi di studio, hanno una dimensione tecnico-pratico-laboratoriale. Per questa ragione la seconda prova può essere svolta, come per il passato, in forma scritta o grafica o scritto-grafica o scritto-pratica, utilizzando, eventualmente, anche i laboratori dell’istituto».

 

Le materie scelte per alcuni indirizzi sono: Istituto tecnico commerciale (ragionieri): Economia aziendale; Istituto tecnico per geometri: Estimo; Istituto tecnico per il turismo: Tecnica turistica; Istituto tecnico industriale (elettronica e telecomunicazioni): Elettronica; Istituto tecnico industriale (elettrotecnica ed automazione): Elettrotecnica; Istituto tecnico industriale (informatica): Informatica generale e applicazioni tecnico-scientifiche. E ancora, Istituto professionale per agrotecnico: Economia agraria; Istituto professionale per i servizi alberghieri e della ristorazione: Alimenti e alimentazione; Istituto professionale per i servizi sociali: Psicologia generale e applicata; Istituto professionale per Tecnico delle industrie meccaniche: Tecnica della produzione e laboratorio. Per il settore artistico (Licei e Istituti d’arte) la materia oggetto di seconda prova ha carattere progettuale e laboratoriale (ad esempio architettura, ceramica, mosaico, marmo, oreficeria). La prova si svolge in tre giorni.

 

Il decreto individua, inoltre, le materie affidate ai commissari esterni. Nella scelta delle materie affidate ai commissari esterni è stato seguito, laddove si è rivelato opportuno, il criterio della rotazione delle discipline. Sono inoltre 122 gli istituti scolastici coinvolti nel progetto Esabac (erano 50 l’anno scorso), finalizzato al rilascio del doppio diploma italiano e francese ed attuato sulla base dell’Accordo Italo-Francese sottoscritto il 24 febbraio 2009. Per le prime due prove scritte le tracce sono quelle indicate dal Ministero, mentre la terza prova, ha carattere pluridisciplinare ed ha l’obiettivo di verificare le conoscenze sulle diverse materie di insegnamento. Sono previste diverse tipologie: trattazione sintetica, non più di cinque argomenti; quesiti a risposta singola, da 10 a 15; quesiti a risposta multipla, da 30 a 40; problemi scientifici a soluzione rapida, non più di due; casi pratici o professionali, non più di due; un progetto. Questa prova, a differenza delle altre due è elaborata dalla commissione esaminatrice.

 

La data degli “orali”, i cosiddetti colloqui, è stabilita, invece, da ciascuna commissione al termine della correzione e valutazione degli scritti e dei fascicoli relativi ai candidati. Ma già il primo giorno degli esami il candidato, su richiesta del presidente della commissione, dovrà comunicare «il titolo o presentare l’esperienza di ricerca o di progetto, anche in forma multimediale, prescelti per dare inizio al colloquio». La prova, infatti, ha inizio con un argomento scelto dal candidato. Il colloquio si svolgerà in un’unica soluzione. Sarà l’argomento scelto dallo studente il primo argomento della prova che proseguirà, quindi, vertendo su quelli proposti dal candidato attinenti «ai programmi e al lavoro didattico dell’ultimo anno di corso».

 

Per la valutazione degli scritti i candidati hanno a disposizione in tutto 45 punti. In pratica, una prova scritta per essere sufficiente deve ottenere almeno dieci punti, sino ad un massimo di 15. Il punteggio delle prove scritte deve essere pubblicato almeno due giorni prima dell’inizio del colloqui. Per questi ultimi la commissione dispone di un punteggio massimo di 35 punti, al colloquio giudicato sufficiente non può essere attribuito un punteggio inferiore a 22. La Commissione, una volta conclusi gli orali, avvierà la valutazione assegnando il voto finale (la somma dei punti ottenuti agli scritti e al colloquio e dei punti acquisiti con il meccanismo dei crediti scolastici).

 

Fermo restando il punteggio massimo di 100 la commissione può “motivatamente” integrare il punteggio sino ad un massimo di cinque punti ove il candidato abbia ottenuto un credito di almeno 15 punti e un risultato complessivo nelle prove di almeno 70 punti.

Scuola: arrivano le pagelle per presidi e professori

da la Repubblica

Scuola: arrivano le pagelle per presidi e professori

Le raccomandazioni della Commissione europea accelerano il cantiere aperto dal governo Renzi su Reclutamento e formazione: “Collegare le retribuzioni al merito e ai risultati”

Salvo Intravaia

In arrivo le pagelle per presidi e prof. Il governo Renzi sta già lavorando a ritmi sostenuti su una proposta che prenderà forma tra pochissime settimane e adesso ce lo chiede l’Europa. Uno dei due cantieri sulla scuola messi in piedi qualche settimana fa dal premier è proprio su Reclutamento, formazione e valorizzazione dei docenti. E ad accelerare i lavori del cantiere arriva il monito della Commissione europea che ieri ha inviato al Belpaese “Le raccomandazioni del Consiglio sul programma nazionale di riforma 2014 dell’Italia”. “È necessario compiere sforzi per migliorare la qualità dell’insegnamento e la dotazione di capitale umano a tutti i livelli di istruzione: primario, secondario e terziario”, recita la raccomandazione numero 14 del lungo elenco di riforme consigliate all’Italia per uscire dalla crisi.

“L’insegnamento – proseguono da Bruxelles – è una professione caratterizzata da un percorso di carriera unico e attualmente da prospettive limitate di sviluppo professionale. La diversificazione della carriera dei docenti, la cui progressione deve essere meglio correlata al merito e alle competenze, associata ad una valutazione generalizzata del sistema educativo, potrebbero tradursi in migliori risultati della scuola”. Tra le riforme annunciate all’indomani della vittoria elettorale da Renzi quasi certamente ci sarà anche quella che metterà fine allo stipendio di maestri e professori concatenato ai soli anni di servizio per gli insegnanti e la valutazione dei dirigenti scolastici. Quest’ultima è praticamente pronta.

Si tratterà di vedere quanto della retribuzione dei capi d’istituto verrà legata al merito: se soltanto la retribuzione di risultato – pari a 2mila euro in totale – oppure anche la fetta che dipende dalla complessità della scuola, la cosiddetta Retribuzione di posizione. In questo caso, i presidi più bravi potrebbero guadagnare fino a 5mila euro in più all’anno dei colleghi meno capaci. E, siccome le retribuzioni dei dirigenti scolastici sono pubbliche, genitori e studenti potrebbero farsi un’idea della bravura del capo d’istituto con cui hanno a che fare. L’operato del preside verrà valutato annualmente in base a sei indicatori. Sulla questione non ci dovrebbero essere forti contrasti: i sindacati sono “abbastanza” d’accordo.

La partita più difficile da portare in porto sarà invece quella della valutazione degli insegnanti. I partiti di maggioranza hanno raggiunto un sostanziale accordo. Adesso si tratta di capire come differenziare gli stupendi degli insegnanti. Al momento, nessuno se la sente di parlare di un argomento che è stato tabù dal dopoguerra ad oggi. Dal cantiere uscirà una proposta con diverse sfumature. Saranno poi le forze politiche e sociali a confrontarsi sul tema per tracciare la strada da intraprendere. Un a strada che si prevede piuttosto impervia visto che la categoria mal digerisce i giudizi sul proprio operato. Tra le ipotesi più accreditate la differenziazione dello stipendio in base alle funzioni aggiuntive assegnate all’insegnante e al tempo passato a scuola oltre l’orario di insegnamento.

Ma qualcuno va oltre e propone la valutazione della qualità di insegnamento messa in campo dai docenti da parte degli stessi dirigenti scolastici, che assumerebbero un ruolo strategico nella scuola italiana del futuro. E all’orizzonte c’è anche il rinnovo del contratto di lavoro del comparto scuola scaduto a dicembre 2009. I docenti meritevoli avranno un compenso aggiuntivo che li distinguerà da tutti gli altri colleghi. Si fa anche strada la figura del docente “esperto” che tentò di lanciare nel 2005 l’allora ministro dell’Istruzione, Letizia Moratti, senza successo. Il docente che dovrebbe fare da “chioccia” ai neoimmessi in ruolo nella scuola italiana del terzo millennio

DS e addetti alle pulizie: arriva il dl salvagente

da tecnicadellascuola.it

DS e addetti alle pulizie: arriva il dl salvagente

Alessandro Giuliani

Nel tardo pomeriggio del 3 giugno il dl è stato definitivamente convertito in legge con 281 sì, 71 no e 29 astenuti:  salva la posizione dei 112 dirigenti scolastici della Toscana che avrebbero dovuto ripetere il concorso, vinto, bandito nell’estate del 2011. Rimarranno in servizio fino a che non si concluderanno i nuovi concorsi per ds (gestiti dalla Scuola nazionale dell’amministrazione). Via libera anche alla proroga dei dipendenti delle cooperative sino al 31 dicembre 2014.

Anche la Camera dà il via libera al decreto scuola. Nel tardo pomeriggio del 3 giugno il dl è stato definitivamente convertito in legge con 281 sì, 71 no e 29 astenuti.

Con questo decreto legge regolarizza, almeno per il presente anno scolastico, la posizione dei 112 dirigenti scolastici della Toscana che a seguito di un ricorso, parzialmente accolto dal Consiglio di Stato, avrebbero dovuto ripetere il concorso, vinto, bandito nell’estate del 2011. In pratica, rimarranno in servizio fino a che non si concluderanno i concorsi. E se il concorso dovesse concludersi nel corso dell’anno scolastico, per attuare l’avvidendamento bisognerà attenderne la fine.

A tal proposito, viene introdotta la norma che permetterà l’avvio del nuovo concorso per ds gestito dalla Scuola nazionale dell’amministrazione: si tratta, in termini pratici, dell’indizione del primo corso-concorso selettivo, come previsto dall’art. 17 del D.L. 104/2013 (L. 128/2013

Il decreto prevede anche la proroga (sino al 31 dicembre 2014) dei contratti degli addetti alle pulizie degli istituti scolastici, dipendenti di cooperative esterne alle scuole, in servizio in Campania e Sicilia. Nei medesimi territori sono acquistati dalle stesse imprese anche gli interventi di mantenimento del decoro e della funzionalità degli immobili sedi di scuole statali, ma in tal caso non è previsto un termine finale.

Ajello con i sindacati: i risultati dei test Invalsi non bastano a valutare i docenti

da tecnicadellascuola.it

Ajello con i sindacati: i risultati dei test Invalsi non bastano a valutare i docenti

Alessandro Giuliani

Secondo il presidente dell’Istituto nazionale di valutazione l’esito delle prove degli studenti non può essere assunto come criterio unico per dire se un insegnante è o meno valido. Intanto Francesco Scrima (Cisl Scuola) gli dice: coinvolgete le scuole. Una battuta pure sul rinnovo contrattuale: gli scatti legati all’anzianità non possono sparire.

Si sono conclusi con gli interventi di Anna Maria Ajello, presidente Invalsi, e Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola, gli interventi al seminario “Valutazione della Cultura, Cultura della Valutazione”, svolto il 3 giugno a Roma presso l’Auditorium di via Rieti.

Il presidente Invalsi ha parlato degli obiettivi del suo mandato. Ad iniziare dalla necessità di sostenere la diffusione di una corretta idea di valutazione. A tal proposito, Ajello ha ricordato che l’Invalsi, con 97 dipendenti, esamina ogni anno milioni di prove. Svolgendo “un lavoro egregio”. Le prove vengono esaminate e rielaborate al fine di creare delle prove rinnovate. “E nelle elaborazioni – ha tenuto a precisare – incidono variabili esterne, ma non solo quello sulle tipologie di famiglie degli alunni”.

Il presidente Invalsi ha quindi auspicato che il suo istituto possa uscire dalla “sindrome del fortino”, frutto dell’arroccamento venutosi a determinare nei confronti degli agenti critici.
Il presidente dell’Istituto nazionale di valutazione si dice poi d’accordo coi sindacati, in particolare con la Cisl Scuola, che poco prima aveva chiesto di ‘sganciare’ lerove standardizzate dell’operato di chi opera dietro la cattedra.
Non si possono usare solo i dati delle misurazioni dell’Invalsi per valutare gli insegnanti: non può essere assunto come criterio unico”, ha sottolineato Ajello. L’intervento si è poi soffermato sulla pericolosità, anche ai fini dei futuri finanziamenti per sostenere il sistema, dell’atteggiamento tenuto da quei docenti che “truccano” i test. Sarebbe importante, a tal fine, educare i docenti.
Ajello ha concluso il suo intervento ribadendo la necessità di “mantenere un senso di fiducia” sulla valutazione.
Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola, ha concluso il seminario sostenendo che “si è fatta tanta confusione mettendo sullo stesso piano valutazione, merito e carriere”. Perchè solo se valutare significa conoscere e migliorare il nostro lavoro, noi raggiungiamo l’obiettivo di migliorare il sistema d’istruzione. Che è un diritto costituzionale, pagato dalla collettività. Per quanto riguarda i test, va ricordato, ha aggiunto il sindacalista, che non li abbiamo inventati noi, ma sono ormai introdotti a livello internazionale. L’Invalsi, però, “deve coinvolgere le scuole”. Per creare un valido sistema nazionale di valutazione bisogna costruirlo assieme: “ci vuole condivisione”‘ ha sottolineato Scrima.
Sulla riforma contrattuale, Il leader della Cisl Scuola ha detto che non si può cancellare l’anzianità di servizio, che fino a prova contraria rimane la prova dell’esperienza professionale. In parole più semplici, quello Scrima sembra un diniego alla sparizione degli scatti automatica. “Semmai – sottolinea – ci si può confrontare su quanto” dovranno essere confrontati. Comunque fino ad oggi, tranne qualche agenzia Ansa e qualche intervento del Ministro, di proposte scritte su questo aspetto non abbiamo ricevuto nulla. Di sicuro, ha continuato Scrimam ci confronteremo sul sistema nazionale di valutazione, con quella apertura e sensibilità che riteniamo possa essere uno strumento importante per i lavoratori, gli studenti e del paese.

Sull’incontro del 5 giugno all’Aran il segretario generale Cisl Scuola è speranzoso: speriamo ci siano le condizioni per chiudere in fretta, visti anche i tempi ridotti, la copertura del terzo anno consecutivo di blocco degli scatti di anzianità. Sarebbe un bel risultato.