Tecnologie a controllo oculare per minori con disabilità neuromotorie

FONDAZIONE ARIEL
CENTRO DISABILITÀ
NEUROMOTORIE INFANTILI
Tecnologie a controllo oculare per minori con disabilità neuromotorie

Alcune tecnologie e strumenti di ultima generazione presentano importanti innovazioni e forniscono nuove risposte ai molteplici bisogni dei bambini con disabilità neuromotorie, fornendo loro maggiore autonomia e indipendenza, adattandosi allo stile di vita e al percorso di crescita.

Fra le novità che li caratterizzano, sia dal punto di vista del software che dell’hardware, si distinguono in particolare alcuni tracker senza calibrazione e senza inibizione dei movimenti del capo, che vengono così compensati dall’ausilio, fornendo nuove soluzioni e opportunità in termini di valutazione, riabilitazione, educazione e attività ludica.

A queste nuove tecnologie è dedicato il convegno “Tecnologie a controllo oculare per minori con disabilità neuromotorie”, organizzato da Fondazione Ariel e Vitalaire Italia, giovedì 21 gennaio, dalle 10.00 alle 16.00 presso Hotel H2C, in via Roggia Bartolomea 5 ad Assago (Mi).

Aperto a genitori e operatori, il convegno approfondirà in particolare due tipologie di ausili per minori con disabilità neuromotorie. In primo luogo si parlerà del comunicatore a controllo oculare, un’applicazione installata su tablet e pensata per le persone che non hanno l’utilizzo delle mani e che, attraverso la tecnologia Eye-tracking (tracciamento oculare che acquisisce, registra e quindi analizza i movimenti oculari trasformandoli in input elettronici), possono interagire con lo schermo e svolgere diversi compiti-gioco, offrendo un importante supporto al paziente con forte compromissione nella sfera della comunicazione.

Ci si soffermerà poi sulla “sensory room”, un innovativo strumento di riabilitazione rivolto sia a bambini che ad anziani portatori di disabilità cognitive, patologie psichiatriche, disturbi da stress post traumatico o autismo. Le finalità di questo ausilio sono molteplici. In primo luogo si parla di un miglioramento delle abilità senso-motorie e propriocettive, legate alla capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio senza l’ausilio della vista, della concentrazione e della capacità interattiva e relazionale, così come delle autonomie e della qualità della vita.

La mattinata sarà dedicata alla formazione. Durante il pomeriggio sarà invece possibile provare gli ausili da parte dei bambini e dei ragazzi presenti.

Programma del convegno

10.00   Registrazione partecipanti

10.30 – 11.00  Learning curve: un nuovo modo di approcciare la comunicazione in ambito pediatrico dott. A. Bordignon, Srlabs

11.00 – 11.30  Presentazione casi clinici dott E. Brunati, Dipartimento di Scienze Neuroriabilitative, Casa di Cura del Policlinico di Milano

11.30 – 11.40  Coffee break

11.40 – 12.00  La prescrivibilità degli ausili: il caso del Piemonte  dott.ssa Pasian, A.O. città della Salute e della Scienza di Torino, presidio ospedaliero Molinette

12.00 – 12.10  La situazione in Italia  dott.ssa D. Riva, Vitalaire

12.10 – 12.30  La comunicazione aumentativa alternativa dott.ssa Pasian, A.O. città della Salute e della Scienza di Torino, presidio ospedaliero Molinette

12.30 – 14.00  Lunch

14.00 –  16.00  Prova pratica eye-tracker e Sensory Room

http://www.fondazioneariel.it/corsi-e-seminari/tecnologie-a-controllo-oculare-per-minori-con-disabilita-neuromotorie/

LA LEGGE 107 SCRICCHIOLA ANCHE SUL CONCORSO

LA LEGGE 107 SCRICCHIOLA ANCHE SUL CONCORSO

“I sussulti e le discussioni interne allo stesso partito di governo sui contenuti del prossimo concorso, il cui bando era stato fissato dalla legge 107 entro il 31 dicembre scorso, mettono a nudo le falle di una riforma avulsa dalla realtà della scuola italiana”. E’ quanto afferma Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, riferendosi alle dichiarazioni dei deputati Pd in Commissione Cultura alla Camera.

“A quanto pare, ci troviamo in alto mare e i docenti e tutto il sistema dell’istruzione rischiano di scontare l’estrema fantasia che contraddistingue alcune parti della legge 107. La realtà vissuta quotidianamente dalla scuola italiana – conclude Di Meglio – è molto diversa dalle teorie un po’ dilettantistiche di chi ha concepito e impostato la riforma”.

PROCLAMAZIONE STATO DI AGITAZIONE DEL PERSONALE A.T.A.

Prot. n. 01/2016 del 14/01/2016

Al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

Direzione Generale della Tutela delle Condizioni di Lavoro
Dott. Romolo De Camillis

Al Ministero per la Pubblica Amministrazione e Semplificazione – Capo Dipartimento
Cons. Pia Marconi

Al Ministero per la Pubblica Amministrazione e Semplificazione URSPA
Ufficio per le relazioni sindacali delle pubbliche amministrazioni

Al Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca
Vice Capo di Gabinetto e Dirigente Generale degli Uffici di diretta collaborazione:
Dott.ssa Marcella GARGANO

Alla Commissione di garanzia per l’attuazione della Legge sullo Sciopero nei Servizi
Pubblici Essenziali

Oggetto:        PROCLAMAZIONE STATO DI AGITAZIONE DEL PERSONALE A.T.A. RICHIESTA DI AVVIO DELLA PROCEDURA DI RAFFREDDAMENTO E CONCILIAZIONE EX. ART. 1, COMMA 4, L.83/2000.

La Feder. A.T.A.- Federazione del personale A.T.A. della scuola, il primo ed UNICO sindacato che si occupa solo della categoria A.T.A, nata a seguito della raccolta di 16.500 firme, da una costola dell’A.N.A.AM., Associazione Nazionale Assistenti Amministrativi che nel 2004 ha fatto scioperare 10.000 assistenti amministrativi;

•       tenuto conto che tutto il personale amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola italiana continua ad essere dimenticato, o, addirittura, vessato dalle Istituzioni;

•       considerato che con la Buona Scuola e la Legge di Stabilità si va verso l’estinzione del personale ATA.

Proclama lo stato di agitazione del personale A.T.A. della scuola per i seguenti motivi:

contro la violazione dell’art. 36. della Costituzione che recita “il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”;
mancata considerazione nella riforma “La Buona Scuola” di tutta la categoria;
contro il mancato riconoscimento giuridico ed economico delle mansioni svolte;
per il rinnovo immediato del CCNL;
per l’immissione in ruolo su tutti i posti disponibili e vacanti in organico di diritto;
per la proroga fino al 31 agosto, per i contratti stipulati su posto vacante solo fino al 30 giugno;
contro l’inserimento del personale della provincia perdente posto negli organici del personale ATA, unico fra i dipendenti della P.A. ad avere rapporti diretti con dei minori e che, pertanto, non può essere considerato alla stregua degli altri dipendenti statali;
contro il transito dei docenti “inidonei” o dei docenti tecnico-pratici perdenti posto nei ruoli degli assistenti amministrativi e tecnici;
per la revisione o annullamento dell’accordo che regola lo svolgimento delle funzioni miste, tenendo conto fra l’altro che molti comuni non elargiscono i necessari fondi;
per la revisione dei parametri per le tabelle degli organici con relativo superamento delle attuali regole restrittive;
per la revisione di tutte le attuali Aree o Profili;
contro il mancato riconoscimento del Bonus scuola (500 euro) anche a tutto il personale ATA;
per il passaggio in area D di tutti gli assistenti amministrativi in possesso della seconda posizione economica con almeno 24 mesi di servizio nel profilo superiore;
per il passaggio in area C di tutti gli assistenti amministrativi e tecnici con relativo svuotamento del profilo B;
per il passaggio in area As di tutti i collaboratori scolastici;
per la soppressione dei commi 332-333-334 della Legge 190 del 23 dicembre 2014 – Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015) – riguardanti le supplenze brevi e l’organico del personale ATA;
contro le pressioni ormai insostenibili subite dai collaboratori scolastici a causa soprattutto delle diminuzioni di organico e dei divieti di nomina supplenti: aumento dei carichi di lavoro, turni iper flessibili e orario di lavoro spezzato, spostamento da un plesso ad un altro e/o, addirittura, da un comune all’altro, ore di straordinario assegnate d’ufficio;
contro le continue sollecitazioni lavorative rivolte al personale amministrativo, dovute al notevole aumento dei carichi di lavoro con pratiche sempre più complesse, alla diminuzione dei loro organici, al divieto di nominare supplenti, al malfunzionamento del sistema SIDI e alla totale MANCANZA di corsi di formazione e/o aggiornamento;
contro la decurtazione in organico dei posti di collaboratore scolastico ed assistente amministrativo in presenza dei co.co.co;
per il superamento e annullamento delle norme dei servizi esternalizzati per pulizie e sorveglianza e ripristino dell’organico accantonato dei Collaboratori Scolastici (11.857 unità);
contro una interpretazione forzata del mansionario dei collaboratori scolastici che presuppone che cambino pannolini agli alunni senza una adeguata formazione;
per il riconoscimento del profilo di videoterminalista agli assistenti amministrativi;
contro il mancato riconoscimento della figura di “Animatore digitale” agli assistenti tecnici ed eventuali assistenti amministrativi;
contro la mancata previsione della figura dell’assistente tecnico negli Istituti Comprensivi;
contro la mancata valorizzazione degli assistenti tecnici nella didattica laboratoriale;
per la revisione del profilo di DSGA: istituzione della dirigenza amministrativa o revisione del comma 7, art. 24 del D.I.44/2001, attribuendo al Dirigente Scolastico la responsabilità del consegnatario;
per la separazione netta e chiara dei ruoli tra DS e DSGA;
per la revisione del profilo di DSGA: equiparazione dal punto di vista economico ai segretari comunali;
per il ripristino dell’indennità di funzione superiore per gli assistenti amministrativi che svolgono le funzioni di DSGA come era nell’art. 69 del vecchio CCNL del 04.08.1995 dove erano presenti le Indennità di funzioni superiori e di reggenza e dove all’assistente amministrativo che sostituiva a tutti gli effetti il Direttore S.G.A. per un periodo superiore a quindici giorni, nei casi di assenza o impedimento, veniva attribuita, per l’intera durata dell’incarico o della sostituzione, una indennità pari al differenziale dei relativi livelli iniziali di inquadramento e qualora si dia luogo all’affidamento in reggenza degli uffici, era corrisposta una indennità pari al cinquanta per cento di quella prevista per gli incarichi o le sostituzioni.
per l’eliminazione della temporizzazione e ricalcolo della ricostruzione di carriera dei Direttori s.g.a. in servizio all’01.09.2000 fortemente penalizzati;
per il mancato pagamento degli oltre 3.000 lavoratori Ata che stanno continuando a garantire il servizio scolastico e a svolgere le funzioni derivanti dalle posizioni economiche ottenute nell’arco di tempo dal 1° settembre 2011 al 31 agosto 2014, soprattutto di assistenza agli alunni disabili, anche senza il pagamento degli emolumenti spettanti;
per tutto il personale Ata e ITP proveniente dagli Enti Locali che non ha ottenuto l’inquadramento sulla base del trattamento economico complessivo. Questa categoria di lavoratori ha diritto, infatti, ad ottenere dal Miur, tramite il Ministero dell’Economia, l’inquadramento sulla base dell’intero periodo di trattamento economico percepito nel 1999.
per l’istituzione di un organo esterno per le contestazioni di addebito al personale ATA;
contro i Dirigenti Scolastici sceriffi.
CHIEDE a tal fine che siano attivate le procedure di cui all’oggetto.

Qualora la procedura di conciliazione avesse esito negativo, la scrivente si riserva ogni forma di mobilitazione, non escluso lo sciopero nazionale della categoria.

IL PRESIDENTE NAZIONALE FEDER. A.T.A.

Giuseppe MANCUSO

Una sentenza passata inosservata

INCLUSIONE SCOLASTICA

UNA SENTENZA PASSATA INOSSERVATA

(e un clamoroso errore nella “buona scuola”)

La sentenza n° 80 del 22 febbraio 2010 della Corte Costituzionale ha dichiarato anticostituzionali le norme statali che, pregiudizialmente, pongono un limite massimo alle ore di sostegno nella scuola statale. Eppure……

 

 

1) LA NORMA ORIGINARIA: ART. 40, COMMA 1 DELLA LEGGE 449/1999

 

Dalla Legge 449/1997, Art. 40, comma 1, 7° periodo:

 

Come si vede il comma 1 dell’Art. 40 della L. 449/1997 garantisce la massima disponibilità a favore degli alunni disabili.

 

 

2) LE NORME DICHIARATE INCOSTITUZIONALI

Successivamente però è stata emanata la legge 244/2007 (legge finanziaria 2008) la quale, all’Art. 2, commi 413 e 414, pone limiti drastici alla predetta ampia disponibilità, introducendo soglie non superabili:

 

 

 

 

3) ALCUNI PASSAGGI SIGNIFICATIVI DELLA SENTENZA 80/2010

La Corte Costituzionale, con la sentenza n° 80/2010 ha dichiarato incostituzionali i due commi 413 e 414 laddove pongono pregiudizialmente un limite ai posti di sostegno; ecco alcuni passi della motivazione della sentenza di incostituzionalità:

LA CORTE COSTITUZIONALE

dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 2, comma 413, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato – legge finanziaria 2008), nella parte in cui fissa un limite massimo al numero dei posti degli insegnanti di sostegno;

dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 2, comma 414, della legge n. 244 del 2007, nella parte in cui esclude la possibilità, già contemplata dalla legge 27 dicembre 1997, n. 449, di assumere insegnanti di sostegno in deroga, in presenza nelle classi di studenti con disabilità grave, una volta esperiti gli strumenti di tutela previsti dalla normativa vigente.

“……La scelta operata dal legislatore di sopprimere la riserva che consentiva di assumere insegnanti di sostegno a tempo determinato, non trova alcuna giustificazione nel nostro ordinamento, posto che detta riserva costituisce uno degli strumenti attraverso i quali è reso effettivo il diritto fondamentale all’istruzione del disabile grave: la ratio della norma, che prevede la possibilità di stabilire ore aggiuntive di sostegno, è, infatti, quella di apprestare una specifica forma di tutela ai disabili che si trovino in condizione di particolare gravità….”

“….Le disposizioni censurate che prevedono, da un lato, un limite massimo nella determinazione del numero degli insegnanti di sostegno e, dall’altro, l’eliminazione della citata possibilità di assumerli in deroga, si pongono in contrasto con il riportato quadro normativo internazionale, costituzionale e ordinario, nonché con la consolidata giurisprudenza di questa Corte a protezione dei disabili fin qui richiamata…….”

“…..le disposizioni impugnate si appalesano irragionevoli e sono, pertanto, illegittime nella parte in cui, stabilendo un limite massimo invalicabile relativamente al numero delle ore di insegnamento di sostegno, comportano automaticamente l’impossibilità di avvalersi, in deroga al rapporto tra studenti e docenti stabilito dalla normativa statale, di insegnanti specializzati che assicurino al disabile grave il miglioramento della sua situazione nell’ambito sociale e scolastico……”

 

4) BUONA SCUOLA (L. 107/2015); UN ERRORE CLAMOROSO

Sulla materia degli organici di sostegno è intervenuta anche la L. 107/2015 (“buona scuola”) la quale, al comma 75, prevede, fra l’altro:

 

 

 

Come si vede, il comma 75 richiama il comma 414 della L. 244/2007, proprio uno di quelli dichiarati incostituzionali dalla Corte (si noti l’espressione “nel limite”; forse è opportuno che qualcuno faccia notare questa incongruenza; credo senza precedenti).

 

5) CHE FARE

 

 

 

Malgrado la sua assoluta importanza, la sentenza 80/2010 ha avuto scarsa risonanza nel mondo della scuola; tuttavia non sono mancate interpretazioni fantasiose come quella sopra riportata, ripresa da un sito di diritto scolastico, che invita a denunciare le scuole (ossia i dirigenti scolastici) nei casi in cui il rapporto in deroga rispetto a quello standard (1 docente specializzato di sostegno ogni due alunni disabili) non venga rispettato.

A tale riguardo va osservato:

1) la sentenza di incostituzionalità riguarda esclusivamente le norme dello stato volte a porre un

limite preventivo all’erogazione dei servizi di sostegno;

2) sfortunatamente, malgrado la sentenza, i governi italiani hanno continuato a tagliare i posti di

sostegno (vedi comma 75 della buona scuola) impedendo di fatto, in molti casi, di dare

soddisfazione al diritto degli alunni disabili gravi a ricevere interventi di sostegno in deroga al

rapporto 1:2 (e, non di rado, persino a questo rapporto);

3) il DS, in base alle norme vigenti in materia di supplenze, può stipulare contratti a tempo

determinato solo su “posti” previsti in organico; la determinazione dei posti è di esclusiva

competenza dell’USR (comma 13 L. 107/2015).

 

In altri termini il DS rischia di venire a trovarsi nella scomodissima costrizione fra un numero di posti di sostegno assegnati insufficienti ed essere, contemporaneamente, il bersaglio sbagliato delle giuste rivendicazioni dei genitori dei disabili gravi.

Allo scopo di limitare i rischi di responsabilità derivanti da tale sgradevole situazione suggerisco alcune misure.

  1. I) In presenza di alunni disabili gravi (Art. 3, comma 3 L. 104/1992) per i quali si rileva la necessità

di un rapporto in deroga sino ad 1:1, curare che tale condizione risulti riportata in modo chiaro e

ben circostanziato, richiamando espressamente la sentenza n° 80/2010:

  • nei verbali dei GLIO e GLI e nel PAI (CM n° 8 6/3/2013);

  • nel P.E.I. (la sentenza della CC richiama più volte il PEI e la sua rilevanza nell’evidenziare

la necessità del rapporto in deroga);

  1. II) effettuare le richieste di organico in modo da coprire il fabbisogno certificato di organico di

sostegno, trasmettendo una relazione di accompagnamento;

III) avendo verificato che l’organico di sostegno effettivamente assegnato dall’USR non consente di

coprire i fabbisogni espressi, inoltrare un’ulteriore richiesta motivata.

 

 

6) MODULISTICA

 

  1. A) TRACCIA DI VERBALE GLIO

“….. Su valutazione conforme dei docenti e del personale socio sanitario che interagiscono con l’alunna/o, in previsione delle attività di inclusione per il prossimo AS………….., richiamato che la certificazione clinica dell’alunna/o stabilisce la condizione di cui all’Art. 3, comma 3 della L. 104/ 1992, viene considerato altamente funzionale e, conseguentemente necessario e irrinunciabile, il rapporto di prossimità fra la/il predetta/o alunna/o e la/il docente specializzato di sostegno per un orario settimanale non inferiore a…… . Il predetto rapporto di prossimità è necessario in ragione dell’espletamento delle seguenti attività, considerate cruciali ed essenziali ai fini delle strategie d’inclusione e del successo scolastico:

– assistenza continua nella gestione degli strumenti di lavoro (libri, quaderni, strumenti di scrittura

etc);

– stimolazione costante per il mantenimento e allungamento dei tempi di attenzione e di lavoro;

– assistenza continua nell’esecuzione delle attività didattiche;

– supporto costante, mediante spiegazioni integrative ed aggiuntive e percorsi di apprendimento

alternativi e/o compensativi, ai processi di apprendimento;

– ripasso ripetuto di argomenti già trattati e esercitazioni;

– assistenza continua per l’abbattimento delle situazioni di tensione; richiami e contenimento dei

comportamenti non conformi.”

 

  1. B) TRACCIA DI VERBALE GLI E SHEDA SINOTTICA PAI

 

PLESSO/SEDE……………………..

CODICE ALUNNO CLASSE

ATTUALE

CLASSE

AS……….

TIPOLOGIA

BES

PREVISIONE

SOSTEGNO E RAPP. IN DEROGA

MOTIVAZIONE

DEROGA

AUSILIO MATERIALE

CS

NOTE
               
Si. Je. 3^-D 4^-D sindrome..

………….

con Art. 3

comma 3

22 h/sett

deroga rapporto 1:2

SI

verbale n°…

del….. GLIO

classe……..

SI  
               
               
               

 

 

 

  1. C) RELAZIONE DEL DS DI ACCOMPAGNAMENTO ALLA RICHIESTA DI ORGANICO DI

SOSTEGNO

DIRIGENTE U.S.R. ……………….

OGGETTO: PREVISIONI ORGANICHE DI SOSTEGNO AS…………

Richiamato che lo scrivente dirigente scolastico ha regolarmente provveduto agli adempimenti telematici relativi all’assegnazione di organico di sostegno per l’AS………, con la presente richiedo

la deroga di cui alla Legge 449/1997, Art. 40, comma 1, 7° periodo e alla L. 289/2002, Art. 35, comma 7, in conformità con la sentenza n° 80 del 22/2/2010 della Corte Costituzionale, per il/la/i seguente/i alunna/o/i:

 

SCUOLA…………….

CODICE ALUNNO PLESSO/SEDE

CLASSE

AS……….

TIPOLOGIA

DISABILITA’

PREVISIONE

SOSTEGNO

Si. Je. plesso……….

4^-D

sindrome..………….con comma 3 Art. 3 L. 104/1992 22 h/sett
       
       
       

 

Di seguito riporto le motivazioni alla base della presente richiesta, desunte dalle certificazioni cliniche e dai verbali di GLIO e GLI relativi alle sedute, rispettivamente n°…… del……… e n°……. del……… .

La richiesta del rapporto in deroga, nella misura indicata nella tabella sopra riportata, consegue alla necessità di garantire un rapporto di prossimità, tra gli alunni in situazione di disabilità grave sopra indicati e il docente specializzato di sostegno, sistematico e continuato, in quanto condizione necessaria e irrinunciabile per l’espletamento delle seguenti attività:

– assistenza continua nella gestione degli strumenti di lavoro (libri, quaderni, strumenti di scrittura

etc);

– stimolazione costante per il mantenimento e allungamento dei tempi di attenzione e di lavoro;

– assistenza continua nell’esecuzione delle attività didattiche;

– supporto costante, mediante spiegazioni integrative ed aggiuntive e percorsi di apprendimento

alternativi e/o compensativi, ai processi di apprendimento;

– ripasso ripetuto di argomenti già trattati e esercitazioni;

– assistenza continua per l’abbattimento delle situazioni di tensione; richiami e contenimento dei

comportamenti non conformi.

Le predette attività sono cruciali ed essenziali ai fini delle strategie d’inclusione e del successo scolastico.

…………………………………………

…………………………………………

 

  1. D) RICHIESTA DEL DS NEL CASO IN CUI LE ASSEGNAZIONI DI ORGANICO DI SOSTEGNO

RISULTINO SOTTODIMENSIONATE RISPETTO AI FABBISOGNI SEGNALATI

 

DIRIGENTE U.S.R. ……………….

OGGETTO: PREVISIONI ORGANICHE DOCENTI DI SOSTEGNO AS…………

– Premesso che lo scrivente dirigente scolastico ha regolarmente provveduto agli adempimenti  

telematici relativi all’assegnazione di organico di sostegno per l’AS…….…… e provveduto a  

inoltrare, con nota prot…….. del……., motivata richiesta di rapporti in deroga ex Legge 449/1997,

Art. 40, comma 1, 7° periodo e alla L. 289/2002, Art. 35, comma 7 e in conformità con la

sentenza n° 80 del 22/2/2010 della Corte Costituzionale;

– avendo verificato che il numero dei docenti specializzati di sostegno effettivamente assegnati non

consente di garantire l’inclusione e il successo scolastico per la/lo/gli alunna/o/i indicata/o/i nella

tabella che segue;

 

CODICE ALUNNO PLESSO/SEDE

CLASSE

AS……….

TIPOLOGIA

DISABILITA’

PREVISIONE

SOSTEGNO

Si. Je. plesso……….

4^-D

sindrome..………….con comma 3 Art. 3 L. 104/1992 22 h/sett
       
       
       

 

Con la presente richiedo l’assegnazione di personale di sostegno nella misura indicata nella tabella, determinata in conformità con le certificazioni cliniche e i verbali di GLIO e GLI relativi alle sedute, rispettivamente n°…… del……… e n°……. del……… .

A tale riguardo riconfermo che la richiesta del rapporto in deroga consegue alla necessità di garantire un rapporto di prossimità, tra gli alunni in situazione di disabilità grave sopra indicati e il docente specializzato di sostegno, sistematico e continuato, in quanto condizione necessaria e irrinunciabile per l’espletamento delle seguenti attività:

– assistenza continua nella gestione degli strumenti di lavoro (libri, quaderni, strumenti di scrittura

etc);

– stimolazione costante per il mantenimento e allungamento dei tempi di attenzione e di lavoro;

– assistenza continua nell’esecuzione delle attività didattiche;

– supporto costante, mediante spiegazioni integrative ed aggiuntive e percorsi di apprendimento

alternativi e/o compensativi, ai processi di apprendimento;

– ripasso ripetuto di argomenti già trattati e esercitazioni;

– assistenza continua per l’abbattimento delle situazioni di tensione; richiami e contenimento dei

comportamenti non conformi.

Le attività sopra richiamate sono cruciali ed essenziali ai fini delle strategie d’inclusione e del successo scolastico.

 

 

…………………………………………

…………………………………………

 

 

 

 

BULLYING E CYBERBULLYING

Bullismo: ragazzina di 12 anni si lancia dal balcone a Pordenone.
Ai compagni scrive: “Adesso sarete contenti”

Una ragazzina di seconda media, di 12 anni, si è gettata stamani dal secondo piano della propria abitazione restando ferita in modo grave. Prima di lanciarsi nel vuoto, la piccola ha lasciato due lettere sulla scrivania: una ai genitori, scusandosi per il gesto; l’altra ai compagni di classe, con una frase emblematica, “adesso sarete contenti”.

La madre si è accorta della vicenda quando, entrando nella sua camera, non ha trovato la figlia notando la finestra aperta

18-1-2016 Pordenone


Proprio in questi giorni sono stato invitato a parlare con i giovanissimi di una scuola secondaria di I grado, sul problema bullismo, delle regole poco rispettate, del mancato riconoscimento dei ruoli.
Tanti ragazzi di tante classi nel tentativo di relazionarci e proteggerci dal rischio del vicolo cieco, dalle solite ragazzate, dalle ripetute disattenzioni.
Come in altri istituti anche in questo mi è stato detto che il giardino era ben curato, non c’erano erbacce nè altro, dunque perfino superlfuo discutere di qualcosa che non aveva residenza nella scuola.
Ho ripetuto, ribadito, sottolineato che invece occorre parlarne e come.

Vincenzo Andraous

BULLYING E CYBERBULLYING

Bulli e pupe da qualche tempo sono scomparsi dalle cronache, dalle romanze più o meno virtuali, hanno abbandonato il proscenio della carta stampata, della scatola magica, delle aule scolastiche, come se a non parlarne, a non volerne sentire sulla pelle l’urto e il fastidio, fosse strada consolidata per il risolvimento del problema e delle tragedie che ne conseguono.
Purtroppo non è così, e non sarà mai il silenzio a fare da scarto per una ritrovata coscienza, per una significativa presa di posizione a favore di uno stile di vita equilibrato, non più fondato sulla prevaricazione intenzionale, sulla sottomissione persistente, sulla violenza più asimetrica, dove il più debole è obbligato a mollare gli ormeggi nella maniera più drammatica, nella condizione-oppressione disperante della paura che diviene vergogna.
Una, due, tre adolescenti hanno deciso di rompere con la vita, gli argini della stupefazione si sono sciolti, ora c’è urgenza di trovare nuove soluzioni, altre vie di fuga al dolore.
Bisogna stare molto attenti a quello che si dice, ma pure a quello che non si dice, che non è dato sapere perché le responsabilità non sono mai definite o colpevolmente riconducibili a una sorta di chiacchiericcio da bar sport.
Rimangono a destare le coscienze i giovani rimasti a terra, le posture scomposte, il disfacimento dei volti, ai quali è stato rapinato tutto, perfino i sogni, quelli che in vita dovevano fare la differenza.
Ma etichettare quanti rimangono contusi, segnati, costruire nuovi piedistalli di cartone, nuovi imperatori, sottende il rischio di incappare in altre tragedie simili, favorendo fascinazioni ed emulazioni da film dell’orrore.
Quando una giovane non ha più capacità di vivere, quella sofferenza che assale è un angolo senza alcuna luce rossa di emergenza ? Diventa morte che abbatte la vita senza possibilità di ascolto di un lamento, di una preghiera, di una richiesta di aiuto?
Forse è così, perché i silenzi dell’anima tormentata non fanno rumore, relegano all’angolo più buio, dove le parole, i gesti, gli slanci ammutoliscono, con i polsi legati dalla disattenzione e dall’indifferenza, senza consapevolezza di quanto sia difficile essere adulti, rispettosi degli altri, soprattutto dei più giovani, delle difficoltà che nascono da una ingiustizia protratta e interpretata con superficialità, in fin dei conti sono ragazzate che accadono dalla notte dei tempi.
Bullying e Cyberbullying, ieri non c’erano le evoluzioni tecniche di questo presente, non c’erano le messaggistiche istantanee, la rete, non c’erano i modi veloci quanto uno sparo per rendere invivibile un’esistenza, per rimanere soffocati dal vomito provocato da poche sillabe su un account.
Oggi siamo nello stesso identico tempo del ferro e del fuoco, ma con le parole lanciate come fossero cluster bomb, aggettivi e sostantivi a grappolo, a scendere e risalire, senza dover chiedere conto o pagare niente a nessuno, menzogne assemblate senza pudore, fino a farle divenire verità imposte, una condanna senza possibilità di appello.
Sembrerà banale fin’anche patetico ma queste assenze inconfessabili al punto da stare attenti a parlarne, hanno un comune denominatore: la maleducazione, l’ineducazione, l’inculturazione dettata dall’età, dai finti eroi, dagli esempi-riferimenti in circolazione che fanno vittime a ogni promessa svenduta e mai mantenuta, con gli occhi rivolti al domani raccontato banalmente come se non fosse nulla di eccezionale.

66° Convegno nazionale

66° Convegno nazionale
Hotel Aequa – VICO EQUENSE (Na)
22 e 23 gennaio 2016

Le motivazioni
Negli ultimi anni il lavoro del dirigente scolastico è diventato sempre più complesso e frammentario, reso sfibrante da carichi cresciuti oltre misura. Le nuove e significative responsabilità amministrative e gestionali polarizzano l’azione organizzativa del ds su attività e adempimenti lontani dai processi d’insegnamento e apprendimento.
“In tali condizioni, il rischio che i dirigenti scolastici siano spinti a porre attenzione principalmente su questioni amministrative lasciando non presidiata la gestione dei processi d’insegnamento e apprendimento appare alto”(Angelo Paletta).
“Il Dirigente Scolastico, che sulla carta dovrebbe recitare il doppio ruolo di leader educativo e manager, nella realtà non riesce a svolgere tale doppio compito in maniera esaustivo … l’immagine del Dirigente Scolastico che emerge dal campo è quella di una persona sola al comando… (Massimo Cerulo).
L’Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici intende sollecitare una riflessione a tutto campo sull’accresciuta complessità della gestione delle scuole ed avviare, d’intesa con le Organizzazioni Sindacali di comparto, un’iniziativa finalizzata alla piena equiparazione della dirigenza scolastica alle altre dirigenze della pubblica amministrazione.
La prima sessione del Convegno (venerdì 22 gennaio – ore 15.30/19.30), tutta centrata sul lavoro del dirigente scolastico, cercherà di entrare nel vivo di ciò che il ds fa nel quotidiano, del modo in cui organizza e utilizza il tempo professionale.
Sul tema interverranno il Prof. Massimo Cerulo (Università di Perugia), autore della ricerca promossa dalla Fondazione Giovanni Agnelli “Gli equilibristi. La vita quotidiana del dirigente scolastico: uno studio etnografico” ed il Prof. Angelo Paletta (Università di Bologna), che ha coordinato la ricerca “Dirigenti scolastici leader per l’apprendimento” nell’ambito del Progetto IPRASE Trento “Leadership e processi di miglioramento nelle scuole”.
Si tratta di due importanti lavori di osservazione sul campo, che offrono una rappresentazione reale del ruolo e delle responsabilità dei dirigenti scolastici. La lettura di taglio accademico della professione del ds sarà arricchita dalle testimonianze di alcuni dirigenti scolastici, che avranno anche la possibilità di rappresentare i sentimenti di stanchezza e di diffusa insoddisfazione della categoria.
Nella prima sessione dei lavori sarà presente il Sottosegretario Davide Faraone.
La sessione di sabato 23 gennaio si aprirà con un intervento della Prof.ssa Anna Maria Poggi sul tema “Verso un nuovo profilo del dirigente scolastico”. Il contributo che abbiamo chiesto all’illustre costituzionalista va nella direzione di una iniziativa che l’ANDIS lancia a tutti i soggetti interessati (partiti politici, organizzazioni sindacali, associazioni professionali) finalizzata a promuovere un provvedimento legislativo che riconosca alla dirigenza scolastica tutte le prerogative della dirigenza pubblica.
A seguire i responsabili dell’area della dirigenza scolastica delle organizzazioni sindacali rappresentative parteciperanno ad una tavola rotonda coordinata da Alfonso Rubinacci sul tema: “Il nuovo contratto per l’area della dirigenza scolastica”.
L’ANDIS auspica che al termine del Convegno si possa approdare ad una presa di posizione il più possibile condivisa che impegni tutti per la messa a punto di una proposta di legge per la riscrittura del profilo del dirigente scolastico sulla quale coinvolgere politici e parlamentari.

Quattro riforme a costo zero per la scuola

da la Repubblica

Quattro riforme a costo zero per la scuola

di Mariapia Veladiano

Ecco quattro (più una) “non riforme” a costo zero per migliorare in modo ragguardevole la scuola. 1. Per il Miur. Aggiornare le graduatorie dei docenti e del personale amministrativo tecnico e ausiliario prima dell’inizio della scuola, cioè entro il 31 agosto. Narrano che un tempo questo capitasse come capita nel resto dell’Europa. Da anni invece si nomina a settembre sulle graduatorie dell’anno precedente, si nominano supplenti «fino ad avente diritto», cioè fino all’aggiornamento delle graduatorie, che arriva fra novembre e dicembre. Intanto il docente entra in classe, conosce i ragazzi, avvia i programmi, in qualche caso arriva alle soglie della prima pagella perché in molte scuole il quadrimestre finisce il 23 dicembre, e poi viene licenziato perché arriva l’”avente diritto” da graduatoria aggiornata. Sbagliato sul piano didattico perché i ragazzi cambiano docente esattamente quando cominciano a conoscerlo, sbagliato sul piano professionale perché è difficile programmare sapendo di dover lasciare non si sa quando e per andare dove e sbagliato anche sul piano gestionale perché le segreterie sono stritolate da contratti da fare e disfare. E comunque la cosa riguarda anche i collaboratori e gli addetti di segreteria. E gli insegnanti di sostegno. Per i ragazzi con disabilità è spesso un dramma.
2. Per il Miur. Smettere di mandare alle scuole adempimenti e bandi che scadono il giorno dopo. Il bando per il finanziamento dei laboratori territoriali per l’occupabilità (45 milioni di euro in palio) è arrivato il 15 settembre con scadenza il 7 ottobre. Il bando per il finanziamento dell’Alternanza scuola lavoro è arrivato il 2 ottobre con scadenza il 24. Trenta pagine di progetto, 104 pagine di manuale di istruzioni, decine e decine di aziende da contattare. Alla scadenza metà delle scuole non era riuscita a presentarlo. E infatti per quasi tutti i bandi arrivano proroghe, ma non per tutti, e comunque solo a ridosso della scadenza, per cui intanto si fa tutto in corsa e spesso è tutto da rifare perché cambiano le indicazioni e intanto la scuola deve andare avanti. Sono tutti finanziamenti indispensabili, bisogna partecipare perché i finanziamenti diretti alle scuole sono ormai a esaurimento. Ma sono bandi complessi. Si riesce a partecipare se si può chiamare a casa il sindaco la domenica e fargli scrivere la lettera di partenariato. A volte la scadenza è così ravvicinata che si ha il sospetto che possano partecipare solo le scuole che già sapevano e avevano i moduli pronti nel cassetto.
3. Ancora per il Miur. Non cambiare le regole durante il gioco e meglio ancora cominciare l’anno scolastico con le regole già belle chiare. Lo scorso anno docenti e soprattutto studenti hanno saputo a febbraio come sarebbe stato il primo esame di stato della riforma Gelmini. Quest’anno gli insegnanti neo assunti hanno saputo a gennaio i criteri su cui saranno valutati. Abbiamo conosciuto le caratteristiche del Piano dell’offerta formativa triennale attraverso uno stillicidio di informazioni semiufficiali, sussurrate durante le conferenze di servizio, passaparola evanescenti, anticipazioni di intenzioni ministeriali arrivate fino la settimana prima della scadenza, che era il 30 ottobre, prorogato, appunto, al 15 gennaio, ma il termine forse è «indicativo» e non «prescrittivo». Forse, perché lo dicono gli avvocati, i sindacati, gli ispettori davanti alla macchinetta del caffè, ma non il Ministero.
4. Per il Governo. Approfittando del mare di deleghe previste dall’ultima legge di riforma, modificare con breve limpida frase la norma, inapplicabile, ce lo spiegano gli ispettori del Ministero, che prevede che all’esame di stato possa essere ammesso lo studente con «tutte» le materie sufficienti. Bocciare lo studente con due-tre materie insufficienti vuol dire essere impallinati al primo ricorso e questo costringe i consigli di classe al falso di sufficienze, che poi fanno media, che poi aumentano il credito scolastico in modo iniquo a sfregio degli studenti che hanno sudato sangue sulle materie per cinque anni. Basta scrivere, come accadeva un tempo e come ancora accade in Trentino, che ci vuole la «media delle discipline sufficiente », e così i voti restano trasparenti, i quattro sono quattro e non aumentano il credito.
Tutto questo è senza oneri da parte dello Stato, come si trova in principio, in mezzo e alla fine di ogni legge di riforma.
(5. Dal Ministero in giù. Smettere di parlare, male, di quel che non si conosce).

Il prof intermittente

da la Repubblica

Il prof intermittente

Dalle elementari alle superiori negli istituti italiani ogni anno riparte la giostra dei supplenti. In pochi mesi molte classi hanno già cambiato quattro docenti per la stessa materia. Ma ci sono anche esempi positivi: a Bari e Palermo calano le sostituzioni e gli insegnanti in malattia

Corrado Zunino

La supplentite non è sconfitta. La Buona scuola, per ora, l’ha aggravata. Al Liceo Fermi di Bologna una classe seconda è al quarto insegnante di Fisica in quattro mesi: ne hanno cambiato uno ogni quattro settimane, puntualità svizzera. L’ultimo prof ha interrogato tutti prima di lasciare: «Almeno vi do il voto sulle cose che vi ho spiegato io». Il docente di ruolo — quello che non si è mai visto — è momentaneamente in servizio all’università e rientra a febbraio. Lo scorso settembre il preside del Fermi ha chiamato un supplente: si è presentato, ma dopo un mese ha accettato un altro incarico in un’altra scuola. È arrivato il sostituto, gli sono bastate quattro settimane e poi ha scelto di meglio. Il terzo si è ammalato prima ancora che i ragazzi imparassero i suoi metodi di insegnamento. Il quarto ha la scadenza segnata in fronte: metà febbraio, appunto, quando rientrerà il titolare. Cinque professori di Fisica in un anno, roba da guinness, aggravata dal fatto che lo scientifico interessato è intitolato al Nobel per la fisica Enrico Fermi e difficilmente in quella seconda classe maltrattata produrrà scienziati preparati. «Questo sistema non regge», dice il preside Maurizio Lazzarini: «Scuola e università viaggiano su tempi diversi e le graduatorie dei precari vengono aggiornate soltanto a novembre con il treno in corsa». Stefania Marianucci, voce dei genitori bolognesi impegnati nelle scuole: «La mancanza di continuità didattica per gli studenti è una cosa grave».
La giostra degli insegnanti in questa stagione che ha visto le nomine per il potenziamento a dicembre e consente ai docenti migranti di presentare domanda di rientro a gennaio è diventata una montagna russa. In provincia va anche peggio. A Vergato, sull’Appennino bolognese, l’istituto superiore ha solo venti docenti stabili su sessanta. Ogni anno il sessanta per cento del corpo insegnante cambia. A Firenze i ragazzi di una prima elementare del Beato Angelico, istituto comprensivo, saranno giudicati nelle materie letterarie, fine quadrimestre, da un insegnante che non c’è. E che non c’è mai stato. La preside Eda Bruni spiega: «A settembre ho dovuto nominare un supplente perché il docente che doveva entrare di ruolo e che, tra l’altro, aveva chiesto il trasferimento da noi, alla fine mi ha comunicato che stava male. Il supplente è andato avanti per quattro mesi, fino all’altro ieri quando, a due settimane dalle pagelle, mi ha chiamato il famoso insegnante che aveva dato forfait. Era pronto a rientrare. Per legge, devo farlo salire in cattedra ». I genitori sono un filo arrabbiati: i loro figli di sei anni saranno valutati da un maestro che neppure ne conosce il cognome.
La Cgil toscana ha contato mille supplenti avvicendati in regione dalle elementari alle superiori, quest’anno. Lo scorso settembre in tutta Italia sono stati assegnati posti a supplenza “fino all’avente titolo”, vale a dire fino alla nomina dell’insegnante di ruolo che ha diritto a quella cattedra. Con la “fase C” del piano di assunzioni della Buona scuola (dicembre) gli insegnanti sono stati indicati, molti, però, invece che accettare l’incarico definitivo hanno preferito restare nella scuola dove a settembre avevano iniziato a fare i supplenti. Meglio rimandare di un anno il posto fisso, tanto lo stipendio corre lo stesso. A quel punto i presidi hanno cercato nelle graduatorie a esaurimento (la prima fascia dei precari) un nuovo supplente. Su alcune discipline, il sostegno, la matematica e la chimica, non c’erano più precari disponibili (un’antica tara italiana, quella dei pochi insegnanti scientifici) e così i dirigenti scolastici hanno dovuto trovare soluzioni interne, hanno spostato docenti, gli hanno assegnato nuove classi. «Le segreterie delle nostre scuole sono intasate», racconta una dirigente vicentina, «per riuscire a completare le ore di chimica ho dovuto fare tre contratti a tre insegnanti diversi: quattro ore a settimana per la prima, tre ore la seconda, due ore la terza». Dice che è tutto un manicomio, la preside del Nord-Est, ma è solo dispiaciuta che una legge — la Buona scuola — sia riuscita a disincagliare graduatorie di precari stratificate da anni e ora fatichi a dare continuità didattica a una generazione di studenti.
Un genitore sfinito, a Roma, elementare Badini, promette di rivolgersi alla Procura della Repubblica. Eccolo: «Alla scuola elementare Badini mia figlia, che ora è in terza elementare, dalla prima ha cambiato un numero impressionante di maestri di matematica: solo quest’anno quattro. Abbiamo scoperto che l’insegnante di ruolo, residente in Campania, è malata da tre anni». Brunella Maiolini, preside alla Claudio Abbado di Prati: «L’anno è difficile, soprattutto alla primaria. Tempi e modi della riforma sono stati eccezionali. All’Ufficio scolastico regionale sono terminate soltanto ieri le convocazioni di un organico che avrebbe dovuto arrivare entro il 20 novembre».
Il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini prova a spiegare l’affanno: «Quando si cura una grave patologia prima di arrivare alla completa guarigione serve un periodo di convalescenza. Per la prima volta la legge 107 consente di coprire tutti i posti vacanti con assunzioni. Per noi questo è un anno di transizione, ne servono tre per andare a regime anche sui supplenti ». Ci sono classi a Napoli che cercano un sostituto da novembre, e non l’hanno trovato. Centoventi docenti del potenziamento erano già impegnati e quei posti sono in attesa di qualcuno che li occupi. Alla Giovanni XXIIII di Genova, elementare vicina allo stadio, 40 insegnanti per 500 alunni: in ogni classe devono esserci almeno due maestri. «Ci sono cinque assenze al giorno e le supplenze di poche ore i docenti le rifiutano ». La Legge di stabilità prevede che il primo giorno di malattia non venga mai coperto da sostituti e i ragazzi senza prof vengono smistati in altre classi. Tempo buttato. La Buona scuola, tra l’altro, ha portato in classe docenti che in vita hanno insegnato quasi niente: Assunta Fusco, lei da Napoli, aveva nel curriculum sei giorni di supplenza in 15 anni di graduatoria.
A Milano solo il 15 per cento di maestri e professori ha preso realmente servizio e i presidi hanno dovuto trovare in fretta duemila supplenti. Il comprensivo Scialoia ha classi alla terza sostituzione. Una supplente, per dire, ha preso servizio e dopo 48 ore ha chiesto il congedo parentale. All’Istituto Boselli di Torino a fine dicembre mancavano ancora 40 cattedre, quasi tutte di matematica. Il Collegio docenti per porre rimedio al grande buco (nessuna interrogazione, nessuna verifica) ha proposto di fare una media tra i voti delle materie insegnate per costruire un voto anche nelle materie non insegnate.
Le cose vanno meglio, rispetto anche agli anni precedenti, a Palermo e a Bari. Nella città siciliana hanno cambiato posto solo 130 supplenti su 17mila cattedre. E le assenze per malattia quest’anno si sono ridotte. I nuovi assunti devono superare un anno di prova, e questo è un deterrente

Concorso, uno su 3 ce la farà

da ItaliaOggi

Concorso, uno su 3 ce la farà

Via al bando per reclutare 63.712 docenti. Potranno partecipare non più di 190 mila persone

Antimo Di Geronimo

Al via il bando di concorso per il reclutamento di 63.712 docenti a tempo indeterminato. La bozza di provvedimento è stata presentata al consiglio superiore della pubblica istruzione il 13 gennaio scorso. Il parlamentino dell’istruzione avrà tempo fino al 28 gennaio per pronunciarsi.

Dopo quella data il dicastero di viale Trastevere procederà in ogni caso.

La procedura non prevede la preselezione. Secondo le stime dell’amministrazione scolastica, infatti, al concorso potranno partecipare non più di 190mila persone: un numero gestibile anche con le procedure ordinarie.

La prova scritta sarà effettuata tramite computer e consisterà in 8 quesiti a risposta aperta. Due di questi saranno enunciati in una lingua straniera a scelta del candidato (ai quali dovrà rispondere sempre nella stessa lingua).

La prova orale consisterà in una lezione simulata di 45 minuti e «interlocuzioni con il candidato» si legge nella bozza del bando «da parte della commissione sui contenuti della lezione e anche ai fini dell’accertamento della conoscenza della lingua straniera».

All’esito delle prove la commissione compilerà la graduatoria di merito, ai fini della quale avranno peso anche i titoli di studio e professionali.

«Per la prima volta», spiega sulla sua pagina facebook Davide Faraone, sottosegretario all’istruzione, «avranno un peso importante titoli come il dottorato di ricerca e le certificazioni internazionali sulla conoscenza dell’inglese, dello spagnolo, del francese e del tedesco, ma anche aver frequentato un tirocinio abilitante e l’esperienza maturata già in classe».

Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, il dottorato dovrebbe essere valutato 5 punti e le certificazioni sulla conoscenza delle lingue straniere (almeno B2) un punto e mezzo.

Per quanto riguarda i titoli professionali, ogni anno di servizio sarà valutato mezzo punto e le abilitazioni con prove preselettive, fino a un massimo di 10 punti. Le ulteriori abilitazioni daranno titolo ad altri 2 punti.

Il bando dovrebbe essere emanato il 1° febbraio. Così da consentire lo svolgimento della prova scritta alla fine marzo e la prova orale entro giugno. Le prime immissioni in ruolo, tramite lo scorrimento delle graduatorie del nuovo concorso, avverranno a settembre.

Va detto subito che le prossime immissioni in ruolo seguiranno sempre il criterio duale previsto dall’articolo 399 del decreto legislativo 297/94: il 50% delle disponibilità sarà riservato ai vincitori di concorso e il restante 50% agli aspiranti in graduatoria a esaurimento (gae). Attualmente i precari storici ancora collocati nelle graduatorie a esaurimento sono circa 30mila.

Il ministero conta di assumere 90mila nuovi docenti in 3 anni utilizzando sia le graduatorie del concorso che le graduatorie a esaurimento. Che continueranno a rimanere in vigore fino al loro completo scorrimento. Gli aspiranti ancora in gae (circa 30mila secondo stime di fonte governativa) sono, anzitutto, i docenti che hanno omesso di presentare la domanda per partecipare al piano straordinario di assunzioni (fasi B e C), che sono circa 18mila. E poi vi sono altri 12mila aspiranti docenti, suddivisi tra insegnanti precari di scuola dell’infanzia (ai quali è stato precluso l’accesso al piano straordinario di assunzioni) e docenti che hanno omesso di presentare la domanda per partecipare alle fasi B e C.

L’accesso alla selezione sarà consentito solo ai candidati muniti di abilitazione. E dunque, a tutti gli aspiranti docenti che hanno superato Pas e Tfa (percorsi abilitanti speciali e tirocini formativi attivi) oppure siano in possesso di vecchie abilitazioni ottenute grazie al superamento di concorsi ordinari o sessioni riservate.

Considerato che la giurisprudenza è concorde nel ritenere abilitanti i diplomi magistrali conseguiti entro l’anno scolastico 2001/2002, è ragionevole ritenere che l’accesso alle procedure concorsuali sarà consentito anche ai candidati in possesso di questi titoli.

Va detto subito che le assunzioni nel triennio rimarranno comunque vincolate alla previa autorizzazione del governo. Che di anno in anno dovrà verificare l’effettiva capienza degli organici e la compatibilità della spesa con le esigenze di bilancio. Ciò vuol dire che, qualora dovessero intervenire nuovi tagli, i vincitori di concorso potrebbero comunque rimanere senza assunzione. Ai docenti che saranno immessi in ruolo il prossimo anno sarà risparmiato l’assoggettamento al nuovo regime dell’apprendistato triennale previsto dalla legge 107: un percorso per prevede l’assunzione dei vincitori di concorso a tempo determinato per un triennio, a stipendio ridotto e solo per le sostituzioni dei docenti assenti, senza l’assegnazione della cattedra.

Al termine del quale è prevista un’ulteriore valutazione da parte del dirigente scolastico, dalla quale discenderà l’assunzione a tempo indeterminato oppure il licenziamento. Le nuove norme, infatti, entreranno in vigore solo dopo l’emanazione del decreto legislativo di attuazione, per il quale il governo ha 18 mesi di tempo dalla data di entrata in vigore della legge 107.

Mobilità, è muro contro muro

da ItaliaOggi

Mobilità, è muro contro muro

Lo scontro principale riguarda la scelta della sede

Carlo Forte

Mobilità, ultima chiamata. Venerdì prossimo i sindacati incontreranno una delegazione politica del ministero dell’istruzione, per tentare di giungere ad un accordo sulla mobilità.

I nodi ancora da sciogliere riguardano la questione degli ambiti e il diritto di scegliere le scuole di destinazione anche nella mobilità interprovinciale. Ed è proprio su questo ultimo punto che la tensione al tavolo negoziale resta molto alta. I sindacati, infatti, stanno insistendo per l’attribuzione della titolarità anche ai docenti che dovessero ottenere il trasferimento interprovinciale. Che rientra a pieno titolo nella categoria dei trasferimenti e che, con un po’ di buona volontà da parte dell’amministrazione, potrebbe agevolmente rientrare nella stessa disciplina dei trasferimenti in senso stretto. I presupposti giuridici sono identici: cambia solo l’ampiezza della distanza tra la sede geografica di partenza e quella di arrivo.

Nulla quaestio, invece, sulla mobilità professionale. La legge 107/2015, infatti, non lascia alcuno spiraglio interpretativo in favore del mantenimento della titolarità per chi sceglie, liberamente, di accedere ai passaggi di cattedra (in orizzontale: all’interno dello stesso ordine o grado di scuola) oppure ai passaggi di ruolo (in verticale: tra diversi gradi e ordini di scuola).

Idem per quanto riguarda i neoimmessi in ruolo dopo il 31 agosto 2015 (fase B e fase C). Per i quali la legge 107 non lascia alcuna speranza.

In buona sostanza, dunque, i margini del negoziato rimangono quelli fissati dalla legge. Che preclude la possibilità ai neoassunti delle fasi B e C di ottenere la titolarità della sede. Ma lascia aperto uno spiraglio per chi era già in ruolo entro il 31 agosto 2015. Ciò non tanto per effetto di una espressa previsione. Quanto, invece, per la necessità di dare alla legge 107 una lettura costituzionalmente orientata. In caso contrario, il provvedimento risulterebbe esposto al rischio di essere cancellato dalla Corte costituzionale, proprio nella parte in cui non dovesse consentire parità ed equità di trattamento tra docenti di uguale natura e tipologia. Di qui la liceità dell’attribuzione della titolarità anche ai docenti che dovessero chiedere e ottenere il trasferimento interprovinciale. Ed è proprio all’accoglimento di questa ultima richiesta che alcuni sindacati vincolerebbero la firma dell’accordo. L’amministrazione, però, sembrerebbe incline a non accogliere la proposta.

Sulla questione degli ambiti, invece, si starebbe facendo strada, negli ultimi giorni, l’ipotesi di una sequenza contrattuale. Vale a dire, di un’ulteriore tornata negoziale che dovrebbe contrattualizzare le procedure e le modalità per definire criteri oggettivi, misurabili e trasparenti con cui, sia da parte delle scuole che degli uffici scolastici si dovrebbero individuare i docenti destinatari degli incarichi triennali. L’eventuale accordo integrativo dovrebbe regolare le procedure per la presentazione delle domande (tempi e modalità di presentazione del curriculum contenente le competenze e le esperienze professionali), le modalità di valutazione dei titoli e criteri dell’eventuale colloquio. E anche la definizione della graduatoria e conseguente attribuzione dell’incarico tenendo conto delle precedenze di legge.

Per l’assegnazione di competenza degli uffici scolastici, invece, le procedure dovrebbero attenersi al punteggio della mobilità e delle precedenze. La sessione negoziale integrativa dovrebbe essere prevista con un apposito comma da inserire nel contratto sulla mobilità. L’eventuale accoglimento di questa proposta da parte dell’amministrazione consentirebbe ai dirigenti scolastici di evitare rischi di insorgenza di responsabilità penali in sede di assegnazione degli incarichi. I reati tipici della Pa, nel quale rientra anche l’abuso d’ufficio (che potrebbe assumere rilievo in questi casi) presuppongono, infatti, la violazione di legge. E dunque, se la materia venisse almeno parzialmente regolata in via pattizia, verrebbe meno uno degli elementi costitutivi del reato. E ciò potrebbe far tirare un sospiro di sollievo ai dirigenti scolastici, altrimenti costantemente esposti al rischio della responsabilità penale.

La Corte di cassazione, infatti, è costante nel ritenere irrilevanti ai fini del reato di abuso d’ufficio, le violazione contrattuali. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, però, la proposta non è gradita da tutti i sindacati.

E anche l’amministrazione avrebbe sollevato delle perplessità. Soprattutto per quanto riguarda eventuali incompatibilità con la legge 107, che potrebbero essere fatte rilevare anche dagli organi di controllo. Primo fra tutti: la funzione pubblica. A questo punto gli scenari possibili sono essenzialmente tre. Il primo è che si giunga ad un accordo corale, grazie ad un intervento politico. Il secondo è che il contratto venga firmato lo stesso (con o senza la sequenza contrattuale) senza la firma di uno o due sindacati. Il terzo è che l’accordo non si raggiunga e l’amministrazione proceda con ordinanza.

Giornata della Memoria

Giornata della Memoria, il Ministro Giannini al Liceo Giulio Cesare di Roma per la cerimonia di piantumazione di un ulivo in memoria delle vittime delle leggi razziali

Mercoledì 20 gennaio, a partire dalle 12.30, il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, partecipa alla Giornata della Memoria presso il Liceo classico statale Giulio Cesare, a Roma, durante la quale sarà piantumato un ulivo in memoria delle vittime delle persecuzioni razziali.

L’albero, proveniente da Gerusalemme, sarà donato dal Keren Kayemeth LeIsrael Onlus, la più antica organizzazione ecologica al mondo che da oltre un secolo opera per lo sviluppo, la bonifica e il rimboschimento della Terra di Israele.
Nel corso della cerimonia sarà anche scoperta una targa commemorativa. Un ricordo particolare sarà riservato ai fratelli Finzi, ex alunni dell’Istituto, deportati ad Auschwitz il 16 ottobre 1943 e non più tornati.
All’evento, che sarà aperto presso l’Aula Magna del Giulio Cesare alla presenza del dirigente scolastico Micaela Ricciardi, parteciperanno anche il Presidente del KKL Italia Onlus, Raffaele Sassun; l’Ambasciatore d’Israele in Italia, Naor Gilon; l’Ambasciatore d’Italia in Israele, Francesco Maria Talò e il Presidente dell’Ucei, Renzo Gattegna. Sono previste inoltre le testimonianze di Mario Finzi, familiare dei due ex alunni del Liceo, e di Emma Marino, studentessa espulsa dalla scuola per le leggi razziali. In programma, l’intervento di Federica Fontana, studentessa del Giulio Cesare, in rappresentanza di tutti gli alunni dell’Istituto.

Musica per i giovani del mondo

“La musica per i giovani del mondo”,
mercoledì 20 la consegna dei Premi Abbado Award Musica e Civiltà

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Si terrà mercoledì, 20 gennaio 2016, al Quirinale, alle ore 11, la consegna dei Premi Abbado Award Musica e Civiltà: La musica per i giovani del mondo in occasione della ricorrenza del secondo anniversario della scomparsa del Maestro. A premiare gli alunni e le scuole vincitrici sarà il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il premio “Abbado Award Musica e Civiltà” è stato istituito dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, con il Comitato Nazionale per l’apprendimento pratico della musica per tutti gli studenti, su proposta della Federazione Cemat, e ha ottenuto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e il Patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali.

La cerimonia proseguirà, alle ore 15.00, nella Sala della Comunicazione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. A salutare le scuole vincitrici del Premio il Capo di Gabinetto del Miur, Alessandro Fusacchia, il Capo Dipartimento dell’Istruzione, Rosa De Pasquale, e il Capo Dipartimento per la Programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali, Sabrina Bono, il Consigliere del Ministro, Luciano Chiappetta, il Direttore Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione, Giovanna Boda e il Presidente del Comitato Nazionale per l’apprendimento pratico della Musica Luigi Berlinguer. A seguire l’esibizione dei vincitori ex aequo del Premio Abbado Award: Liceo Classico Musicale e coreutico “D. A. Azuni”, di Sassari e l’Istituto Comprensivo “Biella II”, di Biella Chiavazza (Bi).
All’iniziativa sarà presente la Fondazione Abbado.

Gli alunni e gli istituti scolastici riceveranno in premio le opere “in volo” della scultrice aquilana Licia Galizia.

L’iniziativa è trasmessa in live streaming da RadioCemat.


 

Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica
con il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione
Il Comitato Nazionale per l’apprendimento pratico della Musica per tutti gli studenti
La Federazione Cemat

Manifestazione Conclusiva
Premio Abbado Award
MIUR
Sala della comunicazione Viale Trastevere 76/a- ROMA

Programma 20 Gennaio 2016

Ore 14.30
accreditamento invitati

Ore 15.00
Saluti
Alessandro Fusacchia Capo di Gabinetto MIUR
Rosa De Pasquale Capo Dipartimento Istruzione – MIUR
Sabrina Bono Capo Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali
Giovanna Boda Direttore Generale per lo studente, l’integrazione, la partecipazione
Luciano Chiappetta Consigliere del Ministro

Ore 15.15
Performances dei vincitori ex aequo Premio Abbado Award
Liceo Classico Musicale e coreutico “D. A. Azuni” di Sassari
Istituto Comprensivo “ Biella II” di Biella Chiavazza (BI)
coordinate da Annalisa Spadolini

Ore 15.45
Interventi
Luigi Berlinguer Presidente del Comitato Nazionale per l’apprendimento pratico della Musica per tutti gli studenti – MIUR
Angelo Foletto Presidente Associazione nazionale critici musicali
Gisella Belgeri Coordinatore Premio Abbado – Presidente Federazione Cemat

Ore 17.00
Interventi e video delle Istituzioni scolastiche premiate

live streaming RadioCemat

20 gennaio Semplificazione PA in CdM

Il Consiglio dei Ministri, nel corso della riunione del 20 gennaio, esamina:

  • n. 10 DECRETI LEGISLATIVI  (SEMPLIFICAZIONE E P.A.)  in attuazione della delega di cui alla legge 7 agosto 2015, n. 124;
  • DECRETO PRESIDENZIALE: Regolamento recante norme per la semplificazione e l’accelerazione dei procedimenti amministrativi, a norma dell’articolo 4 della legge 7 agosto 2015, n. 124 (PRESIDENZA- SEMPLIFICAZIONE E PA)

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RIFORMA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

1) Modifiche in materia di licenziamento (decreto legislativo – esame preliminare)

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione Maria Anna Madia, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo recante modifiche all’articolo 55-quater del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, ai sensi dell’articolo 17, comma 1, lettera s) della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di licenziamento disciplinare. Nello specifico, il decreto interviene sulla disciplina prevista per la fattispecie di illecito disciplinare denominata falsa attestazione della presenza in servizio. L’intervento, oltre a specificare tutte le condotte riconducibili alla fattispecie, prevede la sospensione obbligatoria dal servizio e dalla retribuzione in caso di illecito riscontrato in flagranza. Il provvedimento di sospensione scatterà entro 48 ore e il procedimento disciplinare dovrà concludersi entro 30 giorni. Sono previste la responsabilità per danno erariale del dipendente, con una condanna minima pari a 6 mensilità, ove la condotta illecita abbia comportato un danno di immagine all’amministrazione, e la responsabilità disciplinare del dirigente che non proceda alla sospensione e all’avvio del procedimento.

2) Norme in materia di riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione della disciplina concernente le autorità portuali (decreto legislativo – esame preliminare)

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione Maria Anna Madia, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo recante norme in materia di riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione della disciplina concernente le autorità portuali di cui alla legge 28 gennaio 1994, n. 84, in attuazione dell’articolo 8, comma 1, lettera f) della legge 7 agosto 2015, n. 124. Nello specifico il decreto provvede alla riorganizzazione amministrativa del sistema portuale. In luogo delle attuale 24 Autorità portuali, si istituiscono 15 Autorità di sistema portuale, che avranno sede nei porti definiti core secondo la normativa europea. Sono inoltre introdotte significative norme di semplificazione fra cui lo sportello unico doganale, lo sportello unico amministrativo e lo sportello unico di controllo. Si dispone altresì un efficientamento degli organi di governo per le Autorità di sistema portuale.

3) Razionalizzazione delle funzioni di polizia e assorbimento del Corpo forestale dello Stato (decreto legislativo – esame preliminare)

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione Maria Anna Madia, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo recante la razionalizzazione delle funzioni di polizia e l’assorbimento del Corpo forestale dello Stato. Nello specifico il decreto provvede all’eliminazione delle duplicazioni delle funzioni e alla gestione associata dei servizi comuni. È previsto l’assorbimento del Corpo forestale nell’Arma dei Carabinieri, con l’obiettivo di dare  unitarietà e più forza anche alla funzione di controllo sul territorio valorizzando la specialità agroambientale. Si introduce in Italia il 112 europeo, un numero unico per le emergenze.

4) Dirigenza sanitaria (decreto legislativo – esame preliminare)

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione Maria Anna Madia, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo di attuazione della delega di cui all’articolo 11, comma 1, lettera p) della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di dirigenza sanitaria. Nello specifico il decreto istituisce presso il Ministero della salute un elenco nazionale di quanti hanno i requisiti per la nomina a direttore generale delle Aziende sanitarie italiane. L’elenco sarà stilato da una Commissione istituita presso il Ministero della salute e composta da 5 esperti che parteciperanno a titolo gratuito. Il direttore generale dovrà essere scelto all’interno di una terna individuata da una commissione regionale tra gli iscritti all’albo nazionale.  Il suo operato  è sottoposto a valutazione e, in caso di gravi motivi o di una gestione che presenta un disavanzo importante, entro 30 giorni dall’avvio del procedimento, la Regione provvede alla sostituzione.

5) Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione pubblica e trasparenza (decreto legislativo – esame preliminare)

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione Maria Anna Madia, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo recante la revisione e la semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione pubblica e trasparenza, correttivo della legge 6 novembre 2012, n. 190 e del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33 ai sensi dell’articolo 7, della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di riorganizzazione della amministrazioni pubbliche. Nello specifico è reso strutturale il sito soldi pubblici che ha consentito nell’ultimo anno di scalare di otto posizioni il ranking mondiale sulla trasparenza. Si introduce l’obbligo di pubblicare in forma aggregata e disaggregata l’ammontare complessivo delle retribuzioni dei dirigenti della Pubblica amministrazione. Ogni singola amministrazione sarà obbligata ad indicare in modo chiaro le spese complessive e, in dettaglio, le retribuzioni dei dirigenti. Si prevede l’accesso dei cittadini a tutti i dati in possesso dell’amministrazione. L’accesso ai dati è gratuito e la richiesta andrà soddisfatta in 30 giorni.

6) Norme di riordino della disciplina delle partecipazioni societarie delle amministrazioni pubbliche (decreto legislativo – esame preliminare)

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione Maria Anna Madia, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo recante norme di riordino della disciplina delle partecipazioni societarie delle amministrazioni pubbliche in attuazione dell’articolo 18 della legge 7 agosto 2015, n. 124. Nello specifico è adottato un Testo unico che si applica a società di capitali (Spa o Srl). Si prevede la drastica riduzione delle società partecipate inutili: le scatole vuote, le società inattive, le micro e quelle che non producono servizi indispensabili alla collettività. Sono introdotti interventi di moralizzazione sui compensi degli amministratori. Per il futuro  sono individuati i criteri chiari sulla base dei quali sarà possibile costituire e gestire le società partecipate.

7) Testo unico sui servizi pubblici locali di interesse economico generale (decreto legislativo – esame preliminare)

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione Maria Anna Madia, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo recante il Testo unico sui servizi pubblici locali di interesse economico generale. Nello specifico al fine di garantire qualità e efficienza dei servizi per i cittadini sono previsti, tra l’altro, modalità competitive per l’affidamento, costi standard e livelli dimensionali di ambiti, almeno provinciali, di erogazione dei servizi.

8) Modifica e integrazione del codice dell’amministrazione digitale (decreto legislativo – esame preliminare)

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione Maria Anna Madia, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo recante norme di attuazione dell’articolo 1 della legge 7 agosto 2015, n. 124, recante modifica e integrazione del codice dell’amministrazione digitale (CAD) di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82. Nello specifico il cambiamento strutturale del rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione è affidato a un’identità digitale, attraverso cui accedere e utilizzare i servizi erogati in rete dalle pubbliche amministrazioni, e al domicilio digitale (SPID), in collegamento con l’anagrafe della popolazione residente. SPID sarà l’identificativo con cui un cittadino si farà riconoscere dalla pubblica amministrazione, mentre il domicilio digitale sarà l’indirizzo on line al quale potrà essere raggiunto dalle pubbliche amministrazioni.

9) Norme in materia di segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) (decreto legislativo – esame preliminare)

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione Maria Anna Madia, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo recante attuazione della delega di cui all’articolo 5 della legge 7 agosto 2015, n. 124. Nello specifico si potrà presentare presso un unico ufficio, anche in via telematica, un unico modulo standard e valido in tutto il paese. La pubblica amministrazione destinataria della SCIA pubblicherà sul proprio sito istituzionale il modello unificato e standardizzato e indicherà l’ufficio unico al quale dovrà recarsi l’interessato. L’eventuale richiesta al cittadino di documenti ulteriori rispetto a quelli previsti sarà considerata inadempienza sanzionabile sotto il profilo disciplinare.

10) Norme per il riordino della disciplina in materia di conferenza dei servizi (decreto legislativo – esame preliminare)

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione Maria Anna Madia, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo recante norme per il riordino della disciplina in materia di conferenza dei servizi, in attuazione dell’articolo 2 della legge 7 agosto 2015, n. 124. Nello specifico si abbattono i tempi lunghi attivando la Conferenza semplificata, che non prevede riunioni fisiche ma solo l’invio di documenti per via telematica, e la Conferenza simultanea con riunione (anche telematica) che si svolge solo quando è strettamente necessaria. In entrambi i casi si considera acquisito l’assenso delle amministrazioni che non si sono espresse. Al massimo entro 5 mesi si avrà una risposta.

11) Norme per la semplificazione e l’accelerazione dei procedimenti amministrativi (decreto presidenziale  – esame preliminare)

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione Maria Anna Madia, ha approvato, in esame preliminare, un decreto del Presidente della Repubblica recante norme per la semplificazione e l’accelerazione dei procedimenti amministrativi, ai sensi dell’articolo 4 della legge 7 agosto 2015, n. 124. Nello specifico, accanto o in alternativa a procedure ordinarie (Conferenza dei servizi, silenzio assenso), Comuni e Regioni potranno individuare, con cadenza annuale, investimenti strategici di grande rilevanza finanziaria e forte impatto occupazionale per i quali richiedere alla Presidenza del Consiglio dei ministri una procedura accelerata. Ulteriori interventi potranno essere proposti dallo stesso Presidente del Consiglio. In entrambi i casi spetterà al Consiglio dei ministri disporre il taglio dei tempi burocratici previsti per tutte le procedure autorizzatorie cui è sottoposto un investitore per aprire l’attività.


QUALIFICHE PROFESSIONALI E COOPERAZIONE AMMINISTRATIVA

Attuazione della direttiva europea che modifica quella sul riconoscimento delle qualifiche professionali e il regolamento relativo alla cooperazione amministrativa attraverso il sistema di informazione del mercato interno (Regolamento IMI) (decreto legislativo- esame definitivo)

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Matteo Renzi e dei Ministri dell’istruzione, dell’università e della ricerca Stefania Giannini, della salute Beatrice Lorenzin, della giustizia Andrea Orlando, del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti, dello sviluppo economico Federica Guidi, dei beni, delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini, delle infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrio, dell’interno Angelino Alfano e delle politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina, ha approvato, in esame definitivo, un decreto legislativo di recepimento della direttiva 2013/55/UE  recante modifica della direttiva 2005/36/CE relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali e del Regolamento (UE) n. 1024/2012 relativo alla cooperazione amministrativa attraverso il sistema di informazione del mercato interno (“Regolamento IMI”). Il provvedimento è stato presentato in Consiglio dei ministri dal Sottosegretario agli affari europei Sandro Gozi.

Il decreto, che sarà immediatamente applicabile, introduce, in linea con la direttiva, alcune importanti novità come:

  • la “tessera professionale” che favorisce la libera circolazione dei professionisti e rafforza il mercato interno;
  • un meccanismo di allerta per segnalare i professionisti nel campo della salute e dell’istruzione dei  minori colpiti da una sanzione disciplinare o penale che abbia incidenza sull’esercizio della professione;
  • la possibilità, a determinate condizioni, di ottenere un accesso parziale alla professione;
  • la possibilità di ottenere il riconoscimento del tirocinio professionale effettuato in parte all’estero.

La “tessera professionale” è una procedura elettronica che semplifica il riconoscimento da parte delle Autorità nazionali della qualifica ottenuta dal professionista nel proprio Paese, riducendo sia i tempi che gli oneri burocratici. Al momento la tessera riguarda solo cinque professioni (infermiere, farmacista, fisioterapista, guida alpina e agente immobiliare) ma in futuro potrà essere estesa dalla Commissione anche ad altre professioni.

Accordo CSR 20 gennaio 2016, n. 11

CONFERENZA PERMANENTE PER I RAPPORTI TRA LO STATO, LE REGIONI E LE PROVINCE AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO

Accordo CSR 20 gennaio 2016, n. 11

Accordo tra Governo, Regioni e Province autonome di Trento e di Bolzano, per la definizione della struttura e del contenuto del percorso di istruzione e formazione tecnica superiore di cui al Capo III del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 25 gennaio 2008 di durata annuale per l’accesso ai percorsi degli Istituti Tecnici Superiori di cui al Capo II del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 25 gennaio 2008.
Accordo ai sensi dell’articolo 1, comma 46, della legge 13 luglio 2015, n. 107.

Repertorio atti n. 11 CSR del 20 gennaio 2016

Diffusione dei materiali didattici prodotti, in collaborazione con l’Indire, nell’ambito dei Piani Nazionali di formazione del personale docente e raccolti nel Repository “Scuola Valore”

Oggetto: Diffusione dei materiali didattici prodotti, in collaborazione con l’Indire, nell’ambito dei Piani Nazionali di formazione del personale docente e raccolti nel Repository “Scuola Valore”

Nota prot. 1924 del 20 gennaio 2016