Provveditore E-R: “Bimbi disabili a scuola costano troppo”

Provveditore E-R: “Bimbi disabili a scuola costano troppo”. Anmic: “Come i nazisti”

La direzione generale dell’Ufficio scolastico regionale dell’Emilia-Romagna si lamenta per l’eccessivo numero di bambini disabili a scuola e dà la colpa alla tendenza di alcune commissioni provinciali deputate a certificare gli handicap, che avrebbero la manica troppo larga, a danno dei conti della scuola. Lo riferisce L’Anmic di Parma (Associazione nazionale mutilati e invalidi civili), che accusa il provveditorato regionale di non voler riconoscere ai disabili i loro diritti e accosta addirittura l’atteggiamento del provveditore ai nefandi ricordi del nazismo.
“L’Anmic di Parma – afferma l’associazione – ha ricevuto, come membro del Glip, un documento inviato dalla Direzione Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia Romagna ai Dirigenti territoriali e alle OO.SS. Regionali del comparto scuola, non può che esprimere una profonda preoccupazione per come certi dati statistici vengano strumentalizzati nel tentativo di individuare negli studenti disabili la causa di ‘un enorme carico sulla spesa pubblica’”.

“Il documento, a firma del vice direttore generale Stefano Versari, analizza su base regionale “l’incidenza percentuale del numero di certificazioni ad uso scolastico sul totale della popolazione scolastica delle scuole statali”. Nell’evidenziare come negli ultimi dieci anni la percentuale di alunni certificati abbia subito un incremento di circa mezzo punto percentuale – 2,09 % nel 2002-03, 2,43% nel 2011-12, 2,62% nel 2013-14 – Versari ne individua anche le cause in “criteri di individuazione della disabilità diversi e più estensivi di quelli di dodici anni fa”. Allo stesso Versari non sembra infatti sufficiente il progresso delle possibilità diagnostiche che consentono oggi di individuare disabilità prima non rilevabili a giustificare l’incremento percentuale”.

“Nel documento si analizza poi il dato percentuale nelle singole province evidenziando come ‘lo sviluppo delle percentuali non sia stato lineare” e deducendone che “i criteri di individuazione …. non sono gli stessi nelle diverse Commissioni di Accertamento’”.

“La prima cosa che ci preme segnalare al dott. Versari è che la statistica non è in grado di prevedere il futuro, ma consente soltanto di fare previsioni più o meno probabili. Chiedersi come mai le percentuali siano aumentate negli ultimi dieci anni e come mai siano così altalenanti tra le varie province è come interrogarsi sul perchè nel 2014 non siano ancora caduti gli stessi centimentri di neve del 2013. La nascita di un bimbo malato o un incidente che ne causi la disabilità sono eventi che non seguono logiche geografiche o demografiche”.

“Per quanto riguarda i criteri di valutazione delle Commissioni, partendo dall’incontestabile verità che le tabelle di riferimento sono immutate dal 1992, viene da chiedersi se si ipotizzi la presenza di falsi invalidi anche a livello scolastico”.

“Nelle conclusioni del vice direttore generale Versari si legge poi come l’incremento percentuale di bimbi certificati sia stato “accompagnato da una pressione sempre maggiore affinchè fosse incrementata l’assegnazione di ore di sostegno; sono quotidiane le notizie di stampa che informano di lotte di famiglie e di associazioni per ottenere la copertura totale di tutte le ore di presenza di un alunno a scuola con un adulto dedicato; ciò trasformerebbe nei fatti ciascun bambino in una classe speciale di un solo alunno”. Vorremmo ricordare al dott. Versari che l’abolizione delle classi speciali e l’introduzione della figura dell’insegnante di sostegno si deve proprio alla lotta delle associazioni che portò alla approvazione della legge 517 del 1975″.

“Ma il passaggio più preoccupante del documento è senza dubbio quello riferito all’enorme carico sulla spesa pubblica che sarebbe generato dall’incremento degli alunni certificati. Affrontare l’argomento da questo punto di vista, considerare cioè gli aspetti assistenziali doverosi come mera spesa pubblica, non solo è scorretto dal punto di vista morale, ma si inserisce in un quadro generale a dir poco preoccupante. . Nessuna norma prevede che i diritti degli alunni certificati siano limitati dalle risorse economiche disponibili. Nonostante la Nonostante la Costituzione all’art. 34 sancisca il diritto all’istruzione, “La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita” e Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità sia legge dello Stato dal 2009 e all’art. 24 reciti “Gli Stati riconoscono il diritto all’istruzione delle persone con disabilità. Allo scopo di realizzare tale diritto senza discriminazioni e su base di pari opportunità, gli Stati Parti garantiscono un sistema di istruzione inclusivo a tutti i livelli ed un apprendimento continuo lungo tutto l’arco della vita”, si continuano a registrare segnali di estrema gravità: basti pensare, oltre all’aumento degli alunni disabili, alle borse lavoro, alle visite di revisione o all’enfatizzazione mediatica dei cosiddetti “falsi invalidi””.

“Viene da chiedersi quale differenza ci sia tra parlare di “enorme spesa pubblica” per il sostegno e il problema che riportiamo di seguito, sottoposto agli alunni tedeschi nel 1933 dalla propaganda nazista: “Con 15mila marchi si può costruire una casa per una famiglia di classe operaia. La costruzione e la gestione di un Ospedale psichiatrico costa 6 milioni di marchi. Quante case per lavoratori si possono costruire al posto di un Ospedale psichiatrico?””.

“I concetti non sono molto diversi, il Nazismo risolse il problema con l’eugenetica e lo sterminio di 300mila bimbi e adulti disabili… Meditate gente, meditate”.

FERIE PRECARI

FERIE PRECARI – Il Miur ormai è in confusione: senza un intervento del Parlamento non resta che rivolgersi al giudice del lavoro

 

Marcello Pacifico (Anief): per come si sono messe le cose, ad oggi l’unica istituzione che ha titolo per intervenire e risolvere la questione, facendo così finalmente rispettare la direttiva comunitaria n. 88/2003, rimane il Tribunale. Fermo restando che per le ferie sino al 1° settembre 2013 continuano a rimanere in vigore le vecchie norme contrattuali.

 

Sulla mancata monetizzazione delle ferie dei precari della scuola occorre che il Parlamento intervenga al più presto introducendo una modifica all’art. 54 della Legge n. 228/12, la cosiddetta Legge di Stabilità 2013. È evidente che in assenza di tale volontà, come del resto dimostrato sinora dai nostri governanti, giunti a questo punto c’è solo una strada da intraprendere: rivolgersi al giudice del lavoro. Lo ribadisce l’Anief dopo avere preso atto dello “scaricabarile” del Miur, che ha detto di rivolgersi al Mef, e dell’intenzione di altri sindacati di chiedere l’approvazione di una nuova norma attraverso “una strada parlamentare veloce”.

 

Al di là delle buone intenzioni, tutte da verificare sul piano pratico, l’unica certezza è che ad oggi le indicazioni che l’Amministrazione ha fornito alle 8.400 istituzioni scolastiche, oltre che a tutti gli Atp e Usr, sono quelle contenute nella Nota Mef del 4 settembre scorso: nella nota si comunicava alla Ragioneria territoriale dello Stato che per quantificare le ferie da pagare al supplente occorre detrarre i giorni di sospensione delle lezioni. Prima di monetizzare le ferie dei supplenti occorre quindi scorporare i giorni di lavoro effettivamente svolti a scuola da tutti i periodi di vacatio didattica: dalle vacanze di Natale a quelle di Pasqua, ma anche le sospensioni delle lezioni per l’organizzazione di attività non prettamente scolastico-formative. Come l’attivazione dei seggi elettorali o lo svolgimento di pubblici concorsi.

 

Si tratta di un’impostazione con si può condividere – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – e per come si sono messe le cose ad oggi l’unica istituzione che ha titolo per intervenire e risolvere la questione, facendo così finalmente rispettare la direttiva comunitaria n. 88/2003, rimane il giudice del lavoro: quella assunta dal Ministero dell’Istruzione, su indicazioni del Mef, è infatti una posizione palesemente in contrasto con le indicazioni europee. Fermo restando che per le ferie sino al 1° settembre 2013 continuano a rimanere in vigore le vecchie norme contrattuali”.

 

Il giovane sindacato ricorda che la posizione intransigente dell’amministrazione è anticostituzionale e in evidente contrasto con quanto espresso dalla Cassazione, oltre che con diverse parti della giurisprudenza nazionale. Vale per tutti, a tal proposito, quanto indicato nell’articolo 2109 c.c., il quale dispone che il diritto alle ferie si concretizza attraverso una fruizione il più possibile continuativa, al fine di soddisfare la finalità specifica “del recupero energetico e della salutare distensione e ricreazione psicologica”.

 

Anief ha già presentato al giudice del lavoro circa 600 ricorsi. E invita tutta i precari danneggiati ad impugnare la posizione dell’amministrazione: basta scrivere una e-mail a ferie@anief.net.

 

Cade un tabù: i tablet fanno capolino nella scuola montessoriana

da Tecnica della Scuola

Cade un tabù: i tablet fanno capolino nella scuola montessoriana
di Alessandro Giuliani
La sperimentazione è stata avviata introducendo delle app didattiche alla formazione pedagogica tradizionale degli asili nido. Con risultati al momento poco entusiasmanti. Travestimenti, giochi costruiti e puzzle reali battono la tecnologia: il tempo dedicato dai bimbi a ogni attività digitale non supera i 2 minuti, mentre per i lavori manuali è di almeno un quarto d’ora. E per diversi giorni i mini-pc sono rimasti spenti. La direttrice: device sì, ma l’adulto deve sorvegliare. Per la prof Anna Oliverio Ferraris rimane una presenza inopportuna.
Tutto cambia. Tutto si adegua. Anche per gli ambiti più conservatori e legati alla tradizione. Così sta andando alla storica scuola montessoriana, dove il tablet sta lentamente trovando spazio nelle sezioni di asilo nido. In particolare, l’esperienza tecnologica è stata sperimentata presso il Mae. E, a quanto risulta, è la prima volta che avviene nelle Pubbliche Amministrazioni.
Il progetto sperimentale – avviato introducendo delle app didattiche seguendo i requisiti montessoriani – è stato presentato il 14 febbraio nel corso del convegno organizzato alla Farnesina da Aninsei, l’Associazione Nazionale degli Istituti Non Statali di Educazione e di Istruzione, sul tema, “Montessoriani e Nativi digitali, quali sfide per il metodo”.
“Abbiamo proposto ai bambini – ha spiegato Elisabetta Beolchini, direttrice del Nido del Mae e a capo del progetto – applicazioni di pittura, di musica con uno strumento, incastri piani, immagini e versi di animali – e due app che stiamo realizzando, una sull’inglese e una sulla musica, che rispettino i requisiti Montessori di chiarezza del compito, possibilità di ripetizione, immagine nitida e chiara su schermo neutro, stimolo sonoro che sia solo una voce chiara. Abbiamo scelto attività che abbiamo nella stanza in modo da comparare quelle digitali a quelle analogiche. Abbiamo posto il tablet sugli scaffali dopo averglielo fatto visionare”.
I risultati però non sono stati entusiasmanti. Almeno per ora. Travestimenti, giochi costruiti dai bimbi e puzzle reali battono la tecnologia. “Il tablet è stato ignorato, non tutti i giorni è stato usato e solo per una volta al giorno. Abbiamo notato – ha raccontato Elisabetta Beolchini – che il tempo dedicato a ogni attività è minore per le attività con il tablet – da 15 sec per la pianola a 2 minuti per la app di inglese – mentre i lavori manuali corrispondenti durano anche 15 minuti, e ancora di più se si calcola la preparazione e la conclusione del lavoro con annessa sistemazione del materiale che arriva anche a 30 minuti”.
“In realtà questo tablet è stato spento per tante giornate, era li, lo vedevano i bambini, lo spostavano e lo tenevano spento. Poi ogni tanto qualcuno lo ha preso, ma è accaduto non più di una volta al giorno, non tutti i giorni. Se però qualcuno lo prendeva poteva capitare che catalizzasse l’attenzione di altri bambini, anche con modalità aggressive. Interessante è stato il suo utilizzo per vedere tutti insieme immagini (osservare-ascoltare-dialogare) e credo che questa sia una potenzialità da far emergere”. Una cosa è certa comunque, a parere della direttrice dell’asilo: “device sì, ma con l’adulto che deve sorvegliare e quando necessario spegnere”.
Non tutti gli esperti si dicono però favorevoli all’utilizzo dei tablet in tenerissima età. Tra i contrari c’è la professoressa Anna Oliverio Ferraris dell’Università La Sapienza: “è inopportuna l’introduzione della tv negli asili nido, per di più se di vedute montessoriane. I bambini devono avere rapporti tridimensionali e relazionarsi con i 5 sensi. Nei primi 3 anni l’intelligenza si sviluppa se il bimbo è protagonista delle sue esperienze, non se segue qualcosa che non capisce bene cos’è. Il rumore di sottofondo non aiuta il bimbo a concentrarsi, perché lo distrae”. Ma la tecnologia, seppure lentamente, corre e si insinua. Anche sui banchi dei bambini più piccoli.

Il commiato del ministro Carrozza: “Grazie di cuore a chi mi ha consigliato sempre. Non smetterò mai di lavorare per gli studenti”

da Tecnica della Scuola

Il commiato del ministro Carrozza: “Grazie di cuore a chi mi ha consigliato sempre. Non smetterò mai di lavorare per gli studenti”
di Andrea Carlino
Su Twitter le parole del Ministro ormai vicino all’addio al dicastero di Viale Trastevere
Ormai è giunta al capolinea l’esperienza a capo del ministero dell’Istruzione per Maria Chiara Carrozza. Poco fa il ministro ha twittato così: “Oggi ultimo consiglio dei ministri in una bella giornata di sole un grazie di cuore a chi mi ha seguito su Twitter e consigliato sempre”. E poi: “Ma non smetterò di pensare e lavorare per gli studenti e per il cambiamento di questa povera Italia”. Parole che suonano quasi come un commiato: a meno di clamorosi ripensamenti, Carrozza chiude oggi un’esperienza di governo iniziata lo scorso aprile. Al suo posto dovrebbe arrivare la senatrice Stefania Giannini, linguista, ex rettore dell’Università per stranieri di Perugia.
Sulla nostra pagina Facebook chiediamo ai nostri lettori di dare un giudizio sui 10 mesi del ministro Carrozza a guida del dicastero di Viale Trastevere.

Da chi sarà guidato il Ministero dell’istruzione?

da Tecnica della Scuola

Da chi sarà guidato il Ministero dell’istruzione?
di Lucio Ficara
Di che area politica sarà il nuovo responsabile del Miur del nascituro Governo Renzi? Non è tanto il nome di chi ricoprirà l’incarico di Ministro dell’istruzione ad interessare, ma piuttosto preme capire, a quale area politica apparterrà.
Interessa capire questo, proprio per comprendere quale potrebbe essere l’idea ispiratrice di riforma della scuola di questo ulteriore governo, a cui, come ci piace ricordare, verrà accordata la fiducia da un Parlamento di nominati, sulla base di una legge elettorale incostituzionale. Tra le varie ipotesi che si fanno, c’è quella che vedrebbe il partito democratico lasciare la guida del Miur ad un esponente di Scelta Civica. Tra la sostanziosa rosa di nomi del partito fondato da Mario Monti, che potrebbe ricoprire il ruolo di Ministro dell’istruzione, ci sono personaggi illustri come Irene Tinagli, Pietro Ichino, Andrea Romano, Stefania Giannini.
Se il gioco degli incastri libererà la poltrona del ministero dell’Istruzione per un esponente di Scelta Civica, sarà quasi certamente uno dei personaggi su citati a sedere a viale Trastevere al posto dell’ormai dimissionaria Maria Chiara Carrozza. Se così dovesse essere il termometro dello scontro politico- sindacale tra il nuovo ministro dell’Istruzione e gli stessi sindacati, sarà fortissimo e inevitabile. Perché mai i sindacati osteggerebbero un ministro dell’Istruzione di Scelta Civica?
Non tanto per questioni pregiudiziali, ma piuttosto per l’ostilità, dimostrata in questi ultimi tempi dal partito di Mario Monti nei confronti degli insegnanti e della scuola pubblica. In più di una circostanza gli esponenti di Scelta Civica hanno dichiarato ostilità agli insegnati, come avvenne nel caso del loro leader Monti, alla trasmissione “Che tempo che fa” nel novembre 2012.
In quella occasione Monti affermò: “In alcune sfere del personale della scuola c’è grande conservatorismo e indisponibilità a fare anche due ore in più alla settimana, che avrebbero permesso di aumentare la produttività. Gli studenti fanno bene a manifestare il loro dissenso, ma i corporativismi spesso usano i giovani per perpetuarsi”.
Recentemente anche Ilaria Capua, vicepresidente della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera, ha dimostrato grande ostilità contro gli insegnanti, sostenendo che “Il corpo docente è profondamente sottoutilizzato. Perché i professori lavorano 18 ore a settimana e hanno un giorno libero: questo oggigiorno non lo può fare nessun lavoratore. Occorre utilizzare gli insegnanti facendoli lavorare qualche ora in più a settimana”.
Cosa dire invece delle memorabili tesi di Pietro Ichino sugli insegnanti, condivise pienamente da Matteo Renzi? Il senatore Pietro Ichino, pieno di originalità e coraggio, porterebbe avanti il modello della flexsecurity applicato anche ai singoli insegnanti per migliorare la qualità dell’insegnamento dove emergono punti di criticità. Tutte queste tesi sono condivise e in alcuni casi suffragate da tutti gli esponenti di Scelta Civica, ma siamo convinti che andranno inevitabilmente a scontrarsi con i temi dei diritti contrattuali e dei bisogni specifici della categoria docente.
Se il nuovo Ministro dell’istruzione partirà con l’idea pregiudiziale, che i docenti delle scuole secondarie lavorano soltanto 18 ore settimanali e sono dei privilegiati, conservatori e una casta corporativa protetta dai sindacati e magari ultra pagati, lo scontro sarà durissimo e il Governo Renzi è destinato a naufragare prima di iniziare.

Ministro dell’istruzione? Roberto Benigni

da Tecnica della Scuola

Ministro dell’istruzione? Roberto Benigni
di Pasquale Almirante
Il sito degli studenti, Skuola.net, ci scherza, sondando i suoi lettori sulla nomina a ministro dell’istruzione, nel prossimo governo Renzi, di Roberto Benigni. Ma l’arte va con l’arte.
Certamente le cose cambierebbero (non sappiamo però verso quale versante fra il peggio e il meglio) se a scegliere i ministri fossero gli studenti e ancora di più, aggiungiamo noi, se ci fossero pure i docenti e il personale della scuola, o solo i doceti. Intanto Skuola.net suggerisce Roberto Benigni all’istruzione, mentre però si scalda i muscoli Stefania Giannini, di Scelta Civica, e sicura neoministra al posto di Maria Chiara Carrozza. Decisione difficile, scrive il sito, fra tanti nomi, ma non tanto, vista la popolarità di Benigni e visti pure i suoi trascorsi artistici e letterari: “ci piace perché è regista, poeta, plurilaureato honoris causa e premio oscar. Ha interpretato con intelligenza e ironia la tragedia dell’Olocausto, ha spiegato agli italiani Dante con originalità e profondità”. Ma anche noi vogliamo bene a Benigni e da lungo, lunghissimo tempo, quando giovanissimo lo intercettammo in uno spettacolo organizzato dell’Arci nei primi anni “80 in un teatro adattato alla meglio. E siccome abbiamo questa simpatia e questo affetto, non lo vogliamo al Miur, né glielo auguriamo. Un poeta e un artista deve fare il poeta e l’artista, sognare e farci sognare, portarci, con parole e gesti e atti, nei mondi che solo una genialità creativa come la sua sa evocare. E poi ve lo immaginate Benigni a contatto col grigiore dei funzionari Miur? Con le circolari e le normative sui precari e le supplenze? I concorsi e i Pas? Ma no! Lasciamo uscire col suo ampio e bellissimo sorriso dagli schermi del cinema per raccontarci, ancora e ancora, i suoi straordinari poetici irripetibili mondi fantastici.

Decreto scatti: dubbi della Commissione Bilancio

da Tecnica della Scuola

Decreto scatti: dubbi della Commissione Bilancio
di R.P.
Come già avvenuto in altre occasioni, anche in questa circostanza la Commssione Bilancio del Senato sta sollevando non pochi dubbi sulla copertura finanziaria. La conversione in legge potrebbe essere più complessa del previsto.
La conversione in legge del decreto n. 3 in materia di scatti stipendiali potrebbe non essere indolore. Insomma non è detto che l’operazione si riduca ad una sorta di “atto dovuto”. La prova arriva da quanto accaduto nella mattinata del 13 febbraio in Commissione Bilancio del Senato dove il relatore Antonio D’Alì (Nuovo Centro Destra) ha sollevato alcuni dubbi sulla copertura finanziaria chiedendo anche chiarimenti al Governo che, a sua volta, si è impegnato a fornirli nella prima riunione utile. I punti interrogativi, secondo il relatore, sono più di uno. Il primo riguarda il fatto che il decreto prevede di imputare all’esercizio finanziario del 2014 spese connesse con oneri relativi all’anno 2013; e questo, ha sottolineato D’Alì, “viola il principio di annualità del bilancio proprio della legge di contabilità”. L’obiezione più importante è però un’altra ed è assai più sostanziale “Occorre chiarire – ha detto D’Alì – se il riconoscimento della maggiore anzianità stipendiale acquisita nell’anno 2013 consolidi in capo al dipendente una situazione giuridica soggettiva perfetta, che andrà dunque riconosciuta anche in futuro. In tal caso, trattandosi di oneri a regime, andrà fornita la proiezione decennale dei costi di cui all’articolo 17, comma 7, della legge di contabilità e chiarito come verrà affrontato il maggior onere per gli anni 2014 e seguenti”. L’osservazione – come si intuisce – è fin troppo chiara ed è proprio la stessa che già in altre circostanze analoghe è stata formulata dalla Ragioneria Generale dello Stato, preoccupata da sempre che gli interventi in materia stipendiale possano incidere in modo strutturale sul bilancio dello Stato. A questo punto non resta che attendere gli sviluppi della situazione: la prossima settimana il Governo fornirà i chiarimenti richiesti, quindi D’Alì metterà ai voti il parere della Commissione. E se il parere dei senatori del Bilancio dovesse essere negativo, qualche problema incomincerà ad esserci.

Manifestazione dei DS davanti al MIUR

da tuttoscuola.com

Il dirigente scolastico ha rapporti obbligatori con 12 diversi Enti

Manifestazione dei DS davanti al MIUR

Non si può continuare con la logica dei tagli senza nessuna logica funzionale“, “E’ ora di mettere ordine nelle norme che mirano solo al risparmio e creano ingiuste disparità di trattamento“. Sono le proteste dei dirigenti scolastici che oggi, giunti da tutta Italia, hanno manifestato davanti al ministero dell’Istruzione. La protesta è stata promossa da Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola e Snals.

Abbiamo – spiega Rosa Cirillo, della Uil Scuola – responsabilità e competenze aumentate nel tempo a cui non corrispondono riconoscimenti professionali adeguati“.

La dirigenza scolastica “non è in nessun modo equiparata alle altre dirigenze. Spesso non si considera – spiega la sindacalista – che un dirigente scolastico mantiene rapporti obbligatori, con la possibilità di essere multato se non vengono rispettati dei criteri e delle scadenze, con almeno 12 enti differenti per finalità e funzione: Inps – ex gestione Inpdap – Inail – Agenzie delle Entrate – Ragioneria territoriale dello Stato – Rilevazioni statistiche – Uffici di collocamento – ASL – Consip – Revisori dei conti – Autorità di gestione – Avvocatura dello Stato – Giudici del lavoro. Inoltre ha la gestione di più di una struttura scolastica, ha in media più di mille alunni, più di 100 docenti, più di 30 persone del personale Ata. Ha obblighi di trasparenza ed è garante della privacy. Mantiene rapporti sindacali e normativamente è ritenuto alla pari del datore di lavoro, quindi responsabile anche di anomalia che autonomamente non può risolvere“.

Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è il blocco dei contratti regionali, conseguenza immediata del blocco del Fondo Unico Nazionale. Fondo che raccoglie le somme, la parte variabile dello stipendio dei dirigenti. L’ufficio centrale di bilancio ha inteso che le retribuzioni dei dirigenti dovessero subire un taglio mensile di 150 fino a 200 euro mensili, decurtando dal fondo somme già precedentemente individuate, accantonate, e per le quali si era  firmato un contratto nazionale alla presenza dell’amministrazione e dei sindacati rappresentativi della categoria. Una riduzione – conclude – che non risponde a nessuna logica funzionale“.

Carrozza, siamo ai saluti (via twitter)

da tuttoscuola.com

Carrozza, siamo ai saluti (via twitter)

Oggi ultimo Consiglio dei ministri in una bella giornata di sole. Un grazie di cuore a chi mi ha seguito su twitter e consigliato sempre“. Lo ha scritto sul social network il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza.

In uno immediatamente successivo ha detto che non smetterà mai “di pensare e lavorare per gli studenti e per il cambiamento di questa povera Italia“.

Infine, Carrozza ha speso anche un tweet per la ricerca, scrivendo: “Speriamo che il programma nazionale della ricerca continui, è importante per l’Italia che si vada avanti“.

I toni dei messaggi di commiato lasciano intuire che il ministro non si aspetta una riconferma alla guida dell’Istruzione.

Il nome che circola con più insistenza per la successione è quello di Stefania Giannini, segretaria si Scelta civica.

La Scuola restituisce

La Scuola restituisce

 di Claudia Fanti

E’ incredibile, impensabile, squallido (e le aggettivazioni potrebbero continuare, ma l’immaginazione dei colleghi e delle colleghe ne troverà altre ben più esplicite delle mie che vogliono restare nell’ambito di un linguaggio pulito) leggere e rileggere i programmi dei partiti sulla scuola. A parte il fatto che sono assolutamente scarni, vuoti di una filosofia e di una pedagogia di riferimento, sono  totalmente estranei alla scuola reale.

E’ anche avvilente il fatto che non ci sia mai feeling fra  “noi” e  “loro”. E’ come se si vivesse su pianeti diversi e irraggiungibili. Ci vorrebbe una navicella spaziale mai pensata prima! Questa distanza è il male incurabile della scuola e della società che paga il prezzo dello svuotamento di senso e pedagogia autonomi, liberi e per ciò stesso motivanti. La scuola non è fatta di macchine esecutrici, ma di persone pensanti di carne e  menti che vorrebbero prendere il volo senza i lacci e i laccioli di burocrazia e tagli.

Ma…

Se si guardano i dati del precariato e in particolare le storie di persone che hanno studiato, si sono aggiornate, hanno fatto master, hanno insegnato una vita, si vorrebbe ceder loro il posto affinché potessero vivere un attimo di gloria pedagogica, un po’ di continuità nelle loro attività con i ragazzi e le ragazze, ma in pensione non si può andare, quindi addio cambio e rigenerazione!

Se si volge lo sguardo verso le materie di insegnamento, si nota, oltre che un taglio ad alcune di esse, uno svuotamento a causa degli orari ristretti e conseguentemente dei programmi strapazzati e ridotti all’osso nella pratica. Anzi è praticamente impossibile elaborarli in modo rispettoso della relazione con studenti e studentesse desiderosi di uno scambio umano e non soltanto regolato da interrogazioni, voti, compiti e svolgimento degli stessi.

Se si osserva la composizione delle classi, si resta basiti: si va dai 29 alunni delle scuole dell’infanzia ai 26 delle primarie e secondarie di primo grado per arrivare fino ai 32 delle secondarie di secondo grado. Ovviamente però sugli insegnanti si scarica il male oscuro dell’intera società e si chiede un’attenzione sempre crescente alle dinamiche umane e relazionali dei singoli e dei gruppi inseriti in un tessuto sociale che francamente non offre nulla di sensato sia in termini di educazione sia di offerte ci centri di aggregazione culturalmente validi e accattivanti. Aumentano i casi di bullismo, di solitudine, di anoressia e bulimia, i suicidi dei giovani sconvolgono l’opinione pubblica, la quale però non riesce a fare due più due quattro e si chiede annichilita perché ciò avvenga!

Se si leggono le descrizioni delle scuole del Nord Europa e poi si butta l’occhio sulle nostre, si scuote la testa sconsolati osservando i muri scrostati, le aule spoglie di tutto, i soffitti che perdono pezzi, i bagni disadorni, senza neppure il sapone per lavarsi le mani, non parliamo delle salviette, i laboratori che non esistono, le barriere architettoniche tutte al loro posto senza alcun rispetto per la disabilità…

Se poi si pensa alla tecnologia tanto citata in ogni programma politico, be’ il punto in questione fa ridere di gusto i comici e i burloni: se i pc sono stati donati alla scuola, sono pochi, invecchiati, recalcitranti a ogni nostro sforzo per farli funzionare…e non parliamo delle lim spesso inesistenti e se esistenti non certo all’ultimo grido…

Se si volesse dare vita a qualche sperimentazione su sistemi di valutazione formativa condivisa con qualche collega, apriti cielo, la legge lo impedisce, e il must è puntare su motivazioni estrinseche…tipo voti o a un “nuovo” metodo tutto adorno di spirito valutativo meritocratico a base di medagliette e gagliardetti!

I se sono poi conditi da scarsità di risorse economiche dei fondi d’istituto, da stipendi bloccati quando esistenti o non pagati come nel caso dei supplenti…

Ma i programmi dei partiti sono lì come un pugno in faccia e ci parlano di cose che proprio non ci interessano: chiamata diretta dei prof., Invalsi e valutazioni dei migliori  (?), dematerializzazione e informatica…

Insomma estranei alle necessità della scuola e della società…

Noi, in tanti, abbiamo un programma di politiche scolastiche: vorremmo un ritorno al tempo pieno, vorremmo l’abolizione del “maestro unico”, vorremmo un ripensamento radicale della valutazione degli alunni, un’attenzione a materie fondamentali e fondamenta per le scienze, la matematica, la tecnologia, come filosofia, storia dell’arte, storia, geografia…Vorremmo orari e tempi distesi, insomma una revisione completa della riforma Gelmini. Vorremmo supplenti e che fossero messi in condizione di garantire continuità didattica fin dal primo giorno di sostituzione, in caso di malattia dei docenti di ruolo.

Vorremmo, se proprio devono essere, prove Invalsi a campione e assolutamente sganciate dagli esami di stato. Vorremmo infatti che la scuola tornasse a essere quella della valutazione fatta dai docenti e che ad essi fosse riconosciuta la piena responsabilità valutativa che è parte integrante della professione.

Per i  giovani (ogni partito dichiara di amare i giovani, mah!) vorremmo che non fossero ammassati uno sull’altro nelle classi in un numero che assomiglia a quello dei polli in batteria e come polli in batteria conseguentemente trattati se pur con tutte le dovute cautele.

Insomma vorremmo si tornasse ad annunciare qualcosa di sensato, non esagerato, qualcosa di piccolo piccolo, ma immenso nella sua ricaduta sul quotidiano: poltici-marziani tornate sulla terra, ridate aria al lavoro dei docenti e il Paese volerà alto, si riprenderà, togliete loro il respiro e vedrete tra i futuri cittadini- elettori crescita esponenziale di disimpegno, disincanto, irresponsabilità, depressioni, suicidi, bullismo, mancanza di rispetto verso il prossimo…cittadini ingestibili e schizzati cresceranno e si riverseranno sulle strade alla guida sconsiderata, nelle piazze con le spranghe, nei partiti senza l’ombra di pensiero critico…Non avrete soltanto esecutori che forse farebbe comodo  a molti, avrete cittadini senza anima e senza amore per la vita e per la natura, senza competenze o con competenze svuotate di senso e di utilità pratica negli anni a venire.

La scuola che volete sarà il vostro specchio e rifletterà ciò che le mettete dentro. I vostri partiti che prenderanno il potere e continueranno l’azione di anni e anni di svuotamento di senso della scuola, avranno, unici, la responsabilità dello sfacelo umano e civile dei singoli e della comunità.

Ai miei colleghi e alle mie colleghe vorrei ricordare Montessori, Don Milani, Alberto Manzi, Bruno Ciari e tanti altri maestri che hanno dato lustro alla scuola italiana e hanno affrontato difficoltà enormi, ma hanno, ognuno, resistito all’attualità che non credeva in loro, hanno affrontato problemi immensi e difficoltà indicibili, ma anche noi, colleghe e colleghi, siamo in trincea come loro, alle prese con le sciocchezze del registro elettronico, del nulla di risorse e del tanto delle richieste esterne, anche noi stiamo vivendo da anni una situazione di schiacciamento delle nostre professionalità e competenze, eppure siamo stati in grado di portare avanti classi, di affiancare ragazzi, ragazze, bambini e bambine. Siamo tanto bravi se pur avviliti e spesso ci sentiamo umiliati sia dai media sia dai politici, ma siamo mille e mille volte più avanti per la nostra voglia di stare con le famiglie e con i giovani che nelle condizioni peggiori d’Europa riusciamo ad affiancare, a educare e istruire. Certo vorremmo fare meglio ogni giorno e la frustrazione è grande quando ci accorgiamo che soltanto con un tantino in più di attenzione e umiltà della politica nei confronti della scuola militante finalmente non si farebbero i miracoli, bensì il dovuto e l’atteso di tutti/e.

O Renzi, ascolta tua moglie!

O Renzi, ascolta tua moglie!

di Umberto Tenuta

Mi auguro che un briciolo di tempo pure la sera trovi a casa, per ascoltare tua moglie!

Tua moglie, insegnante no, Maestra dei giovani sì, maestra che ogni mattina i giovani aspettano con gioia, evento raro nel panorama della scuola italiana, i cui studenti molto spesso studenti non sono, perché solo pochissimi docenti, tra i quali tua moglie, riescono a far loro conservare l’amore del sapere, l’innata curiosità umana che alla nascita tutti i figli di donna si portano come loro più grande dote genetica.

Orbene, tua moglie ti dirà:

Matteo, se qualcosa puoi fare, fai cambiar verso prima di tutto alla scuola, perché a scuola tutti i giovani vengano ogni mattina con gioia, con la gioia di imparare scoprendo, e non ascoltando lezioni noiose che io da tempo ho abolito, sostituendole con tre metodi esotici:PROBLEM SOLVING, COOPERATIVE LEARNING E TEAM TEACHING, quest’ultimo metodo solo per la mia sezione, perché ho avuto la fortuna di incontrare colleghe che sorelle mi sono nell’amore dei giovani figli di donna.

Renzi, ascolta tua moglie che, con grande discrezione e colleganza magistrale detto non ti ha che a scuola si soffre, si soffre, soffrono i docenti, soffrono gli studenti, tranne quelli di tua moglie!

Tua moglie, generosa ascoltatrice delle voci dei colleghi e soprattutto delle voci di tutti gli studenti della sua scuola, tua moglie ti dirà, e tu la ascolterai solo per un momento, ti dirà che la scuola è morta.

Non solo è morta, ma è luogo di morte, della mortalità scolastica, la peggiore mortalità, la mortalità giovanile!

Morta è la scuola, là dove uccide la innata gioia di imparare, di alimentarsi alle fonti degli umani saperi, della cultura di cui l’uomo è figlio.

Morte è la scuola: per molti, moltissimi giovani carcere diurno, dopo la materna sorveglianza domestica.

Nella scuola, in moltissime scuole, non ci sono maestre come tua moglie, ma ci sono insegnanti che fanno lezioni collettive, che offrono spiegazioni e interrogazioni  collettive da nessun giovane richieste, come olio di ricino da bere…

Forse anche tu, quando in calzoncini andavi a scuola, qualche cucchiaino di olio di ricino, almeno per qualche disciplina, te lo sei bevuto!

E, allora, allora, Renzi, alla Pubblica Istruzione, o meglio, al Ministero del Successo Formativo (MSF) − così tu lo denominerai, per cambiar verso− al Ministero del successo formativo (MSF), se non proprio tua moglie, se proprio non me, almeno una che prima di essere professoressa, madre è, tu chiamerai e le darai l’incarico di cambiar verso, di fare del MIUR il MSF di tutti i giovani figli di donna del nostro Paese ITALIA.

Senti, Renzi, parliamoci chiaro, se tu la riconoscenza degli Italiani veramente vuoi conquistare, da esperto politico, saprai che i genitori sono gran parte degli elettori!

Altro dirti non vo’… con quel che segue.

O Renzi, Renzi, Renzi, cambiamo verso anche, soprattutto, e prima di tutto, alla scuola!

Sarà il successo formativo dei giovani tutti, ma sarà anche il tuo più grande successo politico, vita natural durante, vita lunga!

Auguri, Renzi, ascolta tua moglie!

 

Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 38

Gazzetta Ufficiale

Serie Generale
n. 38 del 15-2-2014

Sommario

DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI

MINISTERO DELLA SALUTE

 


DECRETO 27 gennaio 2014


Autorizzazione all’immissione in commercio del prodotto fitosanitario
«Metarex M» contenente la sostanza attiva metaldeide. (14A00953)

 

 

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DECRETO 28 gennaio 2014


Permesso di commercio parallelo del prodotto fitosanitario Bio
Imazamox, ai sensi dell’art. 52 del regolamento (CE) n. 1107/2009.
(14A00951)

 

 

Pag. 5

 

 

 


DECRETO 28 gennaio 2014


Permesso di commercio parallelo del prodotto fitosanitario Pyphen New
10 EC, ai sensi dell’art. 52 del regolamento (CE) n. 1107/2009.
(14A00952)

 

 

Pag. 7

 

 

MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

 


DECRETO 3 febbraio 2014


Iscrizione di varieta’ di mais al relativo registro nazionale.
(14A00956)

 

 

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DECRETI E DELIBERE DI ALTRE AUTORITA’

AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO

 


DETERMINA 29 gennaio 2014


Riclassificazione del medicinale per uso umano «Ossibutinina
Cloridrato Mylan Generics (ossibutinina cloridrato)» ai sensi
dell’art. 8, comma 10, della legge 24 dicembre 1993, n. 537.
(Determina n. 97/2014). (14A00784)

 

 

Pag. 12

 

 

 


DETERMINA 29 gennaio 2014


Modifica dell’autorizzazione alla rimborsabilita’ e prezzo del
medicinale per uso umano «Gonal-F». (Determina n. 103/2014).
(14A00785)

 

 

Pag. 14

 

 

 


DETERMINA 29 gennaio 2014


Attivita’ di rimborso alle regioni, per il ripiano dell’eccedenza del
tetto di spesa del medicinale per uso umano «Sevikar», nel periodo
agosto 2012 – dicembre 2013. (Determina n. 105/2014). (14A00786)

 

 

Pag. 14

 

 

 


DETERMINA 29 gennaio 2014


Attivita’ di rimborso alle regioni, per il ripiano dell’eccedenza del
tetto di spesa del medicinale per uso umano «Sevikar», nel periodo
agosto 2011 – dicembre 2012. (Determina n. 106/2014). (14A00787)

 

 

Pag. 17

 

 

 


DETERMINA 30 gennaio 2014


Regime di rimborsabilita’ e prezzo a seguito di nuove indicazioni
terapeutiche del medicinale per uso umano «Exjade». (Determina n.
111/2014). (14A00788)

 

 

Pag. 19

 

 

ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI

AUTORITA’ DI BACINO DEI FIUMI ISONZO, TAGLIAMENTO, LIVENZA, PIAVE, BRENTA-BACCHIGLIONE

 


COMUNICATO


Aggiornamento di alcune tavole del Piano stralcio per l’assetto
idrogeologico dei bacini idrografici (PAI 4 bacini). (14A00957)

 

 

Pag. 21

 

 

 


COMUNICATO


Aggiornamento della perimetrazione relativa alla pericolosita’
geologica nei comuni di Arta Terme e Paularo. (14A00958)

 

 

Pag. 21

 

 

MINISTERO DELL’INTERNO

 


COMUNICATO


Soppressione dell’Arciconfraternita della Nativita’ e dell’Olmo, in
Gaeta (14A00943)

 

 

Pag. 21

 

 

 


COMUNICATO


Soppressione della Confraternita di Maria SS.ma Addolorata, in Formia
(14A00944)

 

 

Pag. 21

 

 

 


COMUNICATO


Soppressione della Confraternita di Santa Monica, in Gaeta (14A00945)

 

 

Pag. 21

 

 

 


COMUNICATO


Soppressione della Parrocchia Santa Maria della Platea, in Genzano di
Lucania. (14A00954)

 

 

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MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

 


COMUNICATO


Ricostituzione del Comitato dell’Istituto nazionale della previdenza
sociale, per la regione Veneto. (14A00955)

 

 

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