Via alla formazione sulle nuove tecnologie per la didattica

Il Sole 24 Ore del 26.11.2019

Associazione italiana dislessia e Microsoft Italia: via alla formazione sulle nuove tecnologie per la didattica 

Prende il via l’attività formativa promossa da Associazione italiana dislessia e Microsoft Italia. Il protocollo d’intesa, recentemente siglato fra le due realtà, prevede iniziative congiunte di formazione e sensibilizzazione per docenti e famiglie, volte a promuovere l’utilizzo della tecnologia da parte degli studenti con DSA (Disturbi specifici dell’apprendimento), affinché riescano ad esprimere il loro pieno potenziale, grazie a strumenti pensati appositamente per aiutarli a superare le loro difficoltà. 

Il primo appuntamento, dedicato ai docenti delle scuole di ogni ordine e grado, si terrà venerdì 6 dicembre 2019, presso la sede Microsoft di Roma, dalle 14.30 alle 17.30. Ulteriori 4 incontri sul territorio e 5 webinar verranno organizzati nei prossimi mesi per sensibilizzare il pubblico sull’utilizzo di soluzioni digitali a supporto dei processi di inclusione didattica.

Nel corso degli incontri, Microsoft mette a disposizione di studenti, docenti e genitori i Learning tools, una serie di strumenti tecnologici sviluppati per favorire e migliorare le capacità di lettura e scrittura: da soluzioni di lettura immersiva, alla dettatura vocale, alla traduzione automatica.

Obiettivo della collaborazione è promuovere l’utilizzo di questi strumenti, integrati all’interno di quelli di uso comune, come Windows 10 o i programmi di Office 365, affinché la loro diffusione fra tutti gli studenti, compresi quelli con Dsa, possa contribuire a realizzare una nuova inclusività, aperta a tutti e non vincolata all’utilizzo di software specifici.

L’iniziativa si svilupperà inoltre attraverso iniziative formative sui Learning tools Microsoft e sulle soluzioni per una didattica inclusiva, sia all’interno dell’associazione (con incontri dedicati ai soci con cariche istituzionali), sia all’esterno, verso scuole, università, enti di ricerca.

La collaborazione con Aid rientra inoltre all’interno di Ambizione Italia progetto di formazione, aggiornamento e riqualificazione delle competenze in chiave digitale, con il quale Microsoft si propone di coinvolgere entro il 2020 oltre 2 milioni di giovani, studenti, Neet e professionisti in tutta Italia, formando oltre 500.000 persone e certificando 50.000 professionisti con l’obiettivo di contribuire all’occupazione e alla crescita dell’Italia, riducendo il divario tra le competenze richieste dal mercato del lavoro e quelle realmente disponibili. Il programma di Ambizione Italia dedicato alla scuola, per l’anno scolastico 2019/2020, ha proprio fra le sue parole chiave l’accessibilità, al fine di garantire a tutti le stesse possibilità di apprendimento.

Alla maturità tornano alternanza e Invalsi (come requisiti di ammissione)

da Il Sole 24 Ore

di Claudio Tucci

L’alternanza scuola-lavoro, che oggi si chiama «percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento», e le prove Invalsi tornano a essere requisiti di ammissione all’esame di maturità. La novità, di peso e controtendenza rispetto alle scelte operate dal precedente governo, è contenuta nella circolare che il ministero dell’Istruzione ha inviato ieri a tutte le scuole con le prime indicazioni operative sugli esami di Stato che scatteranno a giugno 2020.

I requisiti di ammissione
Per sedersi alla prossima maturità, quindi, i circa 500mila studenti che oggi frequentano le classi quinte delle superiori dovranno aver svolto le ore minime di scuola-lavoro (almeno 90 ore nei licei nell’ultimo triennio, almeno 150 nei tecnici, almeno 210 nei professionali), così come dovranno aver sostenuto le prove Invalsi in italiano, matematica e inglese, in calendario, quest’anno, a marzo 2020, oltre, ovviamente, a possedere i due requisiti “ordinari”, vale a dire la frequenza scolastica (almeno i tre quarti del monte ore annuale previsto) e il profitto (il sei in tutte le materie, comportamento compreso – o anche con una sola insufficienza, ma con “adeguata motivazione” del consiglio di classe).

La circolare, firmata dal capo dipartimento del Miur, Carmela Palumbo, riporta sostanzialmente le “lancette” indietro di due anni. E’ stato infatti il Dlgs 62 del 2017, nel riordinare in profondità l’esame di Stato, a introdurre questi quattro requisiti di ammissione, che in realtà, per una serie di ragioni, tutti insieme, non sono mai scattati. Tra il 2018 e il 2019, come si ricorderà, il Legislatore ha ridotto la scuola-lavoro: le ore minime, che, con la legge 107, partivano da almeno 400 nei tecnici e professionali e da almeno 200 nei licei, sono state dimezzate; così come i fondi, da 100 milioni annui sono passati a poco più di 40 milioni annui. Con successivi provvedimenti normativi, poi, si è completata l’operazione smontaggio, decidendo di rinviare l’entrata in vigore di alternanza e Invalsi come requisiti di ammissione alle scorse maturità (sono rimasti invece in piedi gli altri due requisiti “ordinari”).

Il venir meno della sostanziale obbligatorietà dell’alternanza ha portato molti istituti, soprattutto i licei, a rivedere o a dismettere i programmi on the job; un simile effetto in realtà non si è visto nelle prove Invalsi: lo scorso anno, ancorché non legate alla maturità, hanno visto in quinta superiore un record di adesioni, con oltre il 95% di studenti che le hanno svolte.
Adesso, ci si ripensa e “non essendo intervenuto un ulteriore differimento annuale dell’entrata in vigore” dei due requisiti scuola-lavoro e prove Invalsi – è scritto nella circolare del Miur -, entrambi tornano pertanto requisiti di ammissione obbligatori.


Così funzionerà il meccanismo di calcolo per l’attribuzione del credito scolastico

da Il Sole 24 Ore

di Laura Virli

Con il Dlgs 62/2017 si è deciso di dare più peso al percorso scolastico che all’esame di Stato. Il credito scolastico massimo, infatti, già dallo scorso anno è passato da 25 punti a 40, così distribuiti: 12 al terzo, 13 al quarto e 15 al quinto anno.

In fase di regime transitorio, come per i candidati che hanno svolto l’esame negli anni scolastici 2018/2019, anche per quelli che lo effettueranno nel 2019/2020 sarà necessario effettuare una conversione dei punteggi già attribuiti secondo la tabella allegata al decreto (Allegato A).

Pertanto, se a uno studente al terzo anno il consiglio allo scrutinio finale aveva attribuito il massimo del punteggio che corrispondeva a punti 8, ora, con la conversione (sulla base della tabella A), dovranno essergli assegnato punti 12. Tale punteggio si sommerà al punteggio ottenuto lo scorso anno con la nuova tabella (denominata “Attribuzione credito scolastico”) e a quello che sarà assegnato nello scrutinio finale di giugno.

L’esito dell’operazione di conversione del credito scolastico, conseguito nel terzo anno di studi, sarà comunicato agli studenti e alle famiglie, non più tardi degli scrutini intermedi, tramite i consueti canali di comunicazione scuola-famiglia, al fine di rendere consapevole ciascun alunno della nuova situazione.


Associazione presidi: soddisfazione per la scelta

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

«Prendo atto con soddisfazione della messa a regime degli esami di Stato in attuazione della riforma prevista dal decreto legislativo 62/2017. E’ quindi richiesto il doppio requisito della partecipazione alle prove Invalsi e dello svolgimento delle attività di “alternanza scuola-lavoro”, oggi denominate Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento». Lo ha affermato il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli.

«Per quanto riguarda la reintroduzione della traccia di ambito storico, si tratta sicuramente di un fatto positivo alla luce delle numerose osservazioni formulate dai sostenitori della
stessa, anche se ricordiamo che in passato questa traccia veniva svolta soltanto dall’1% dei candidati. Non ritengo invece condivisibile l’eliminazione dal colloquio del meccanismo delle buste, in quanto esse garantivano al massimo la parità di trattamento tra gli studenti. Concludendo, trovo positivo che non si sia proceduto a un ulteriore stravolgimento del format degli esami. Gli studenti possono stare tranquilli: naturalmente devono studiare ma, ricordo, le percentuali di superamento degli esami sfiorano il 100%», conclude Giannelli.

Invalsi terza media, organizzazione e modalità somministrazione prove

da Orizzontescuola

di redazione

Invalsi classi III scuola secondaria di primo grado a.s. 2019/20: organizzazione e modalità somministrazione.

Discipline coinvolte, durata prove e modalità svolgimento

Le prove, che coinvolgono le classi III, riguardano gli ambiti disciplinari di: Italiano, Matematica e Inglese. 

Le prove hanno la seguente durata:

  • Italiano: 90 minuti più 10 minuti circa per rispondere alle domande del questionario studente;
  • Matematica: 90 minuti più 10 minuti circa per rispondere alle domande del questionario studente;
  • Inglese (reading): 45 minuti; Inglese (listening): circa 30 minuti (la durata della prova può variare leggermente da studente a studente).

Le prove sono computer based (CBT) e si svolgono mediante l’utilizzo di computer connessi alla rete internet in un arco temporale (finestra di somministrazione), assegnato alla scuola dall’Invalsi.

Tempistica

Le prove si svolgono tra l’1 e il 30 aprile 2020. All’interno di tale periodo (1-30 aprile 2020), ciascuna scuola svolge le prove in un arco temporale, definito finestra di somministrazione, assegnato alla stessa dall’Invalsi.

Le classi campione svolgono le prove in tre dei seguenti quattro giorni: venerdì 3, lunedì 6, martedì 7 e mercoledì 8 aprile 2020 (sabato 4 aprile le Classi Campione non possono svolgere prove).

Somministrazione

Considerato che le prove si svolgono al computer:

  • la somministrazione non avviene simultaneamente nello stesso giorno e alla stessa ora per tutti gli allievi delle scuole italiane;
  • all’interno di una stessa scuola o anche di una stessa classe la somministrazione di una prova può avvenire in orari o giorni diversi;
  • all’interno del periodo di somministrazione (dal 1 aprile 2020 al 30 aprile
    2020), Invalsi propone a ciascuna scuola una finestra di somministrazione, la cui durata è variabile a seconda del numero degli allievi delle classi terze e del numero di computer collegati ad internet dichiarati dalla segreteria scolastica al momento dell’iscrizione alle prove e all’esito dell’esecuzione del Diagnostic tool;
  • all’interno della finestra di somministrazione assegnata le scuole possono organizzare in autonomia lo svolgimento delle prove;
  • la finestra di somministrazione può essere modificata nelle aree riservate alla segreteria scolastica e al Dirigente scolastico, rimanendo sempre all’interno del periodo di somministrazione fissato dall’Invalsi (1-30 aprile 2020);
  • la somministrazione può avvenire in giornate diverse, anche non contigue, sempre all’interno della finestra assegnata alla scuola.

La somministrazione, a livello di singolo allievo, può avvenire:

  • in tre giornate distinte, una giornata per ciascun ambito disciplinare (soluzione consigliata);
  • in due giornate distinte (soluzione non ottimale);
  • in una sola giornata (soluzione sconsigliata).

La somministrazione infine:

  • può essere organizzata per classe o per gruppi classe
  • può avvenire:

– in sequenza, ossia solo una classe o un gruppo di studenti alla volta
svolgono la prova;

– in parallelo, due o più classi, oppure due o più gruppi di studenti,
svolgono in contemporanea le prove, non necessariamente della
stessa materia.

nota Invalsi 21 novembre 2019

Scuole italiane all’estero, accordo per risorse MOF 2019/29

da Orizzontescuola

di redazione

E’ stato sottoscritto oggi il Contratto per la ripartizione delle risorse da attribuire alle scuole italiane all’estero per il MOF 2019/20.

Sono stati definiti i seguenti criteri

  • fino a 60 funzioni strumentali per la realizzazione del PTOF (115 mila euro);
  • un fondo (849 mila euro) da attribuire ad ogni singola istituzione scolastica in proporzione al numero del personale MIUR in servizio (449 unità, docenti ed ATA, nelle scuole e nei corsi).

Con il fondo – scrive la FLCGIL – potranno essere retribuite attività aggiuntive di insegnamento e non, realizzate durante e anche al di fuori del tempo scuola.

Il testo prevede anche la possibilità di momenti di verifica per rimodellare la progettazione ridistribuendo risorse non spese a vantaggio di altre attività.

Decreto scuola: tutti gli emendamenti approvati. Voto in aula a partire dal 26 novembre

da La Tecnica della Scuola

Nella giornata di lunedi 25 ha preso avvio alla Camera l’esame del “decreto scuola” che dovrà essere convertito in legge entro il 28 dicembre.
Dal giorno 26 inizia l’esame del provvedimento (le opposizioni hanno già preannunciato di voler ripresentare in aula le proposte di modifica respinte dalle Commissioni).
Qui di seguito proponiamo l’elenco in forma sintetica di alcuni degli emendamenti più significativi approvati dalle Commissioni Cultura e Lavoro della Camera

1) SI recuperano tutti i 9.000 posti di Quota 100 relativi al 2019/20 non attribuiti per i ritardi dell’amministrazionei.

2) I docenti con servizio nella scuola paritaria o con servizio misto (parte prestato nella paritaria e parte nella statale) partecipano alla procedura ai soli fini abilitanti, partecipano altresì ai soli fini abitanti con servizio nei percorsi Iefpt e nei progetti regionali riconducibile a servizio su classe di concorso.

3) I docenti che ora stanno frequentado il quarto anno del TFA di sostegno, parteciperanno con riserva al concorso riservato ma anche al concorso ordinario su posto di sostegno, la riserva si scioglierà allorquando avranno conseguito il titolo di specializzazione.

4) I servizi utili per il triennio si cominciano a considerare non più dal 2011/ 2012 ma dal 2008/09. Quindi si aumenta notevolmente la platea dei possibili partecipanti.

5) I servizi prestati su posto di sostegno senza titolo di specializzazione sono considerati validi come requisito di accesso al concorso riservato.

6) Partecipano al concorso riservato con riserva i docenti che quest’anno completano il terzo anno di servizio i cosiddetti 180×2. Entro il 30 giugno dovranno aver prestato servizio per 180 giorni anche non cumulativi di servizio oppure avere un servizio continuativo dal primo febbraio agli scrutini compresi.

7) Viene istituita la Call veloce per attribuire entro il 10 settembre i posti che restano ancora vacanti dopo le immissioni in ruolo 2020/21 in una data Regione. Chi partecipa alla Call veloce non potrà presentare domanda di trasferimento e/o di assegnazione provvisoria almeno nei 5 anni successivi. Potranno partecipare i docenti presenti nelle graduatorie dei concorsi e nelle Gae di ogni ordine e grado, presentando domanda in una o più province di una sola Regione.

8 ) Le graduatorie di istituto vengono trasformate in graduatorie provinciali per le supplenze annuali.

9) La terza fascia di istituto sarà riaperta, come requisito di accesso, per chi si inserisce per la prima volta é la laurea o il diploma cui bisogna aggiungere i 24 CFU.

10) I vincitori e gli idonei dei concorsi del 2016 di ogni ordine e grado potranno inserirsi a domanda in coda nelle graduatorie regionali ad esaurimento dei concorsi riservati banditi nel 2018. L’emendamento potrebbe anche essere modificato dalla discussione parlamentare per un inserimento a pettine. La graduatoria del 2016 è prorogata di un altro anno.

11) Sarà bandito un concorso anche per i docenti di religione d’intesa con la CEI, vacanti dal 2020 al 2023, fino al 35% dei posti potranno essere riservati ai docenti di religione in possesso del riconoscimento dell’idoneita’ rilasciata dall’ Ordinario Diocesano.

12) I DM mominati con riserva e che prestano servizio, resteranno in servizio per continuità fino al 30 giugno.
I posti lasciati liberi dai depennati dalle GAE infanzia e primaria a seguito di sentenza di merito saranno restituiti agli aventi diritto legittimamente inseriti in Gae con retrodatazione giuridica 1.9 2019 , sulla retrodatazione ci vuole però l’assenso del Mef.

13) I docenti di ruolo cosiddetti ingabbiati di scuola dell’ infanzia e primaria che hanno un titolo di studio valido per insegnare nella scuola secondaria, possono partecipare solo per il conseguimento dell’abilitazione con tre anni di servizio nel ruolo di provenienza infanzia/primaria al fine di poter partecipare successivamente alla mobilità professionale. Se i docenti di ruolo vogliono partecipare al concorso ai fini anche per l’immissione in ruolo devono avere tre anni nella scuola secondaria,
possono partecipare solo per il conseguimento dell’abilitazione con tre anni di servizio nel ruolo di provenienza infanzia/primaria al fine di poter partecipare successivamente alla mobilità professionale. Se i docenti di ruolo vogliono partecipare al concorso ai fini anche per l’immissione in ruolo devono avere tre anni nella scuola secondaria, si prescinde dal requisito di avere un anno di servizio specifico.

14)  Le graduatorie di istituto saranno trasformate in graduatorie provinciali. Le graduatorie provinciali serviranno in subordine alle Gae per il conferimento delle supplenze di durata annuale Per le supplenze brevi e temporanee i docenti inseriri nelle graduatorie provinciali invieranno le istanze a 20 scuole della provincia. A nostro avviso ci sarà una graduatoria provinciale di prima fascia (docenti in Gae), di seconda fascia (docenti abilitati) e una fraduatoria di terza fascia (docenti non abilitati).  Sarà prevista una graduatoria specifica per il sostegno per i docenti in possesso del titolo di specializzazione.

15) Il comitato di valutazione della scuola che esaminerà i docenti nella seconda prova orale dopo l’anno di prova formazione, sarà integrata da due membri esterni di cui un dirigente scolastico.

16) La prova computer based si baserà sul probramma dei concorsi del 2016.

Maturità 2020, obbligatorie prove Invalsi e ore in azienda: studenti pronti a scendere in piazza

da La Tecnica della Scuola

Sta destando polemiche a raffica la Nota Miur n. 2197 sulle modalità generali di svolgimento dell’esame di maturità 2020.

Le novità

Detto dei requisiti indispensabili ai fini dell’ammissione della frequenza scolastica minima (il 75% delle ore annue complessive) e del profitto , e oltre alle annunciate modifiche sulla cancellazione delle tre buste all’orale, volute dal ministro uscente Marco Bussetti, e la reintroduzione dell’esame di Storia come traccia autonoma (tipologia B) del primo scritto, le novità introdotte riguardano anche altri ambiti. In particolare, l’aver sostenuto le prove Invalsi – di italiano, matematica e inglese – durante l’ultimo anno scolastico (a prescindere dal risultato ottenuto) e l’avere svolto le ore previste nel triennio finale di alternanza scuola lavoro, oggi denominate “Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento”.

Le prove previste dalla Buona Scuola di Renzi

Per quanto riguarda le prove Invalsi di quinta superiore, da svolgere nella prossima primavera in date prefissate del Miur, l’obbligatorietà era già previsto dal decreto legislativo n. 62 sulla revisione degli esami di Stato del 2017 introdotta dalla Legge 107/15.

Solo che sempre l’ex ministro dell’Istruzione Marco Bussetti aveva deciso di rinviarne l’obbligo di un anno. E ora, quindi, si è solo deciso di non optare per ulteriori rinvii.

Le prove Invalsi del 2019

Lo scorso anno scolastico, l’adesione alle prove Invalsi di quinta superiore è stato alto, pari ad oltre il 96 per cento, anche se la prova non era obbligatoria per partecipare alla maturità.

Nell’anno corrente, i primi studenti che saranno alle prese con le prove Invalsi 2020 saranno proprio gli alunni di quinta superiore che dovranno affrontarle dal 2 al 31 marzo 2020. Chiuderanno invece la stagione dei test Invalsi 2020 i ragazzi di seconda superiore che avranno come ultimo giorno disponibile per poterle svolgere il prossimo 23 maggio.

Uds: “Fioramonti ritiri subito la circolare”

A non prendere bene il mancato rinvio è stata l’Unione degli Studenti, che chiede il ritiro della circolare ministeriale sull’Esame di Stato: “Siamo totalmente contrari all’obbligo di alternanza e Invalsi per l’ammissione, pronti a scendere in piazza”, ha detto Giulia Biazzo, coordinatrice nazionale chiedendo anche che “Fioramonti ritiri subito la circolare”, perchè “l’obbligo è del tutto ingiusto e inutile. È una scelta antidemocratica che va contro tutte le rivendicazioni degli studenti sull’Esame di Stato”.

“Le prove Invalsi non hanno alcuna utilità per valutare le nostre conoscenze, come denunciamo da anni insieme ad un’ampia parte della comunità scientifica internazionale”.

Per l’Unione degli studenti è sbagliato anche introdurre l’obbligatorietà delle ore svolte in azienda: “i Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (l’ex alternanza scuola-lavoro) rischieranno di essere incompatibili con un buon esame di Stato perché non sono condivise con le rappresentanze studentesche e spesso risultano del tutto inutili per la nostra formazione”, ha detto ancora Biazzo.

Quindi, se la circolare sarà confermata “scenderemo in piazza in tutta Italia contro questa ennesima riforma che non rispetta i diritti e la formazione degli studenti!”, ha concluso Biazzo.

Giannelli (Anp) soddisfatto

Di diverso avviso sono i presidi. Antonello Giannelli, presidente Anp ha preso atto “con soddisfazione della messa a regime degli Esami di Stato in attuazione della riforma prevista dal decreto legislativo 62/2017”.

“Per quanto riguarda la reintroduzione della traccia di ambito storico, si tratta sicuramente di un fatto positivo – ha detto Giannelli – alla luce delle numerose osservazioni formulate dai sostenitori della stessa, anche se ricordiamo che in passato questa traccia veniva svolta soltanto dall’1% dei candidati”.

Il sindacalista non ha ritenuto positiva, invece, “l’eliminazione dal colloquio del meccanismo delle buste, in quanto esse garantivano al massimo la parità di trattamento tra gli studenti. Concludendo, trovo positivo che non si sia proceduto a un ulteriore stravolgimento del format degli Esami. Gli studenti possono stare tranquilli: naturalmente devono studiare ma, ricordo, le percentuali di superamento degli esami sfiorano il 100%”.

Violenza alle donne, un caso ogni 15 minuti: se ne parli a scuola

da La Tecnica della Scuola

Sono innumerevoli gli interventi nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, istituita nel 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per fermare i continui reati di violenza fisica, psicologica e sessuale. In Italia, nel corso del 25 novembre, sono intervenute alcune delle più alte cariche dello Stato: in tutti i casi, si fa riferimento alla scuola, intesa come luogo primo per sensibilizzare i giovani a cambiare l’atteggiamento verso questo tema.

Il premier: la svolta parta dai giovani

Del tema si occupato anche il premier Giuseppe Conte, il quale ha scritto su twitter: “Abbiamo approvato norme, sbloccato fondi, avvisto confronti: la violenza contro le donne rimane un’emergenza. Lavoriamo per una svolta culturale, che parta dai giovani. Domani ne parlerò in una scuola a Roma insieme alla commissione d’inchiesta sul femminicidio #stopviolenzasulle donne”.

Casellati (Fi): usare la potenza della comunicazione

Anche Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato, intervenendo al convegno “Libere dalle molestie, libere di scegliere”, ha fatto riferimento alle “potenzialità offerte dagli strumenti di comunicazione e di informazione per dare dignità alla condizione femminile, anche laddove la donna continua ad essere soggiogata dal pregiudizio sociale derivante da una cultura ormai anacronistica che la pone in posizione di inferiorità e di debolezza rispetto all’uomo”.

Secondo Casellati, quindi, occorre “educare e sensibilizzare” anche “perchè una rivoluzione culturale richiede di essere insegnata, spiegata, divulgata”.

“In tale ottica, penso a quanto possa essere utile investire sul coinvolgimento delle scuole e su programmi formativi volti a rafforzare il rispetto per il prossimo, per ogni forma di diversità – a cominciare da quella di genere – per la giustizia, per la vita umana stessa”.

Grasso (LeU): la chiave è nella scuola

A ricordare i numeri impressionanti sulla violenza che le donne subiscono nella nostra Penisola è stato il senatore di Leu Pietro Grasso, con un post su Facebook: “Ogni giorno in Italia 88 donne sono vittime di atti di violenza, una ogni 15 minuti. Sono numeri impressionanti che descrivono un problema profondo e diffuso: donne di tutte le età, di ogni classe sociale, italiane e straniere”.

“L’unica caratteristica in comune delle vittime – ha continuato l’ex presidente del Senato – è il loro essere donne. L’unica caratteristica in comune dei carnefici è il loro essere uomini. Per far fronte a questo dramma servono molte cose, a partire dal finanziare e tutelare i luoghi di sostegno e supporto che rischiano la chiusura. Ma da dove si comincia davvero a cambiare la società? Io credo la chiave sia farlo dalla scuola. È un lavoro complesso, è vero, ma nel lungo periodo è solo educando al rispetto che cresceranno ragazze e ragazzi incapaci di ogni sopraffazione e violenza di genere”.

Zingaretti (Pd): nel Lazio rete di centri antiviolenza

Secondo Nicola Zingaretti, governatore del Lazio e segretario nazionale del Pd, ritiene che “contro la violenza sulle donne oggi e sempre” occorre investire nella “prevenzione, nell’impegno culturale nelle scuole e nella presa in carico delle vittime. Nel Lazio – ha scritto su su Twitter – un impegno fortissimo che continua e va avanti anche con la rete dei centri antiviolenza e con il fondo per orfani di femminicidio”.

“Prevenire, proteggere e punire: è questa la strategia messa in campo dalla Regione Lazio in difesa delle donne vittime di violenza. Una donna che subisce l’oltraggio della violenza non deve anche subire l’offesa della solitudine. Noi ci siamo”.

Il pm: cambiare il ‘Codice rosso’

Il procuratore aggiunto di Roma e capo del pool specializzato su reati contro le donne, Maria Monteleone, ha invece puntato il dieto sulla legge relativa al ‘Codice rosso’, in vigore da agosto, perché, sostiene, conterrebbe modifiche sia sul piano dei reati che su quello delle procedure troppo rigide: “Condivido – ha detto – tutta la parte che contiene le nuove fattispecie di reato, tutte le modifiche legislative, ma ci sono delle criticità riscontrate dopo quattro mesi di applicazione”.

“In particolare – ha spiegato il pm – sulle norme che impongono l’ascolto della persona offesa o del denunciante entro tre giorni dall’iscrizione dalla notizia di reato. Le realtà operativa delle nostre procure conferma le previsioni già fatte su una disposizione così rigida. Quindi su questo – aggiunge – è auspicabile un intervento del legislatore, che calibri” una normativa che favorisca maggiore “tempestività dell’azione giudiziaria”.

“Strumenti prioritari – ha concluso Monteleone – sono l’impegno a modificare l’orientamento culturale a cominciare dalle scuole e dalla famiglia“.

Concorsi per studenti, le prossime scadenze di novembre

da La Tecnica della Scuola

Nei prossimi giorni sono previste alcune scadenze per poter partecipare a concorsi per studenti promossi dal Miur.

Riportiamo di seguito alcune indicazioni.

Trofeo Smart Project Omron

Il Trofeo, riconosciuto dal Miur come competizione valevole per la Valorizzazione delle Eccellenze, ha come principale obiettivo quello di avvicinare il mondo della scuola tecnica e professionale all’automazione industriale, al fine di consentire ai giovani di acquisire le competenze e le abilità necessarie per l’inserimento nel mondo del lavoro.

Gli studenti delle classi quarte e quinte delle Scuole secondarie di secondo grado, coordinati da un docente, possono confrontarsi nella realizzazione di un progetto grazie agli strumenti software che Omron Electronics S.p.A. di Milano mette a disposizione gratuitamente.

Le scuole che intendono partecipare dovranno far pervenire la loro adesione entro il 26 novembre 2019.

Bando

Concorso nazionale In memoria di Olga

Il Concorso, istituito nel maggio 2008, per ricordare la piccola Olga Panuccio, vittima, all’età di tre anni, di una feroce aggressione insieme con i suoi genitori e deceduta il 1° aprile 2008, ha come finalità quella, di accomunare alla memoria di Olga tutti i piccoli cui è stata negata la possibilità di un sereno avvenire.

Nella considerazione che il cielo stellato sia il luogo che idealmente accoglie ogni bimbo scomparso, il concorso si rivolge agli alunni della scuola primaria e dell’infanzia per sollecitarli all’osservazione del cielo notturno e a una personale riflessione, che si traduca in una pagina scritta o in un’elaborazione grafica.

Il concorso è articolato in due sezioni:

  • disegno, con tema “Disegnate il Cielo”, riservata alla Scuola dell’Infanzia;
  • composizione letteraria, con tema “Raccontate il Cielo”.

Gli elaborati devono pervenire entro e non oltre il 30 novembre 2019.

Bando

Concorso Nazionale “Il fumetto dice no alla mafia”

Il concorso intende sostenere sia l’aspetto culturale che quello della formazione, stimolando la riflessione sulle storie di uomini e donne che hanno messo in gioco la loro vita al servizio del bene comune, come il Dott. Attilio Manca a cui questo concorso è dedicato e come i tanti altri che si intendono richiamare alla memoria presente, quali testimoni del nostro mondo.

Il Concorso è aperto a tutte le Scuole di ogni ordine e grado, comprese le materne, Istituti d’arte, Università, Scuole del Fumetto ed alle Comunità di aggregazioni dei giovani, del territorio Nazionale.

La scadenza per aderire è il 30 novembre 2019.

Bando

Concorsi scuola, quando saranno banditi? Le tempistiche previste

da La Tecnica della Scuola

Quando saranno pubblicati i bandi dei concorsi scuola previsti dal Ministero dell’Istruzione? Una domanda molto semplice a cui proviamo a dare risposta in base alle informazioni ricavate nei giorni scorsi.

Per quanto riguarda il concorso ordinario infanzia e primaria manca davvero poco. Le operazioni si sono rallentate con il passaggio da un ministro all’altro (da Bussetti a Fioramonti), ma, secondo le ultime indiscrezioni, il bando, entro la fine dell’anno, potrebbe finalmente essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Il condizionale, però, è d’obbligo considerato anche le discussioni in corso per quanto riguarda il decreto scuola e la legge di bilancio.

Poi c’è il concorso straordinario per la scuola secondaria, riservato a chi ha svolto almeno tre annualità di servizio, che verrà bandito entro febbraio 2020.

Per quanto riguarda, invece, il concorso ordinario per la scuola secondaria, i tempi saranno leggermente più lunghi e forse si dovrà attendere la primavera.

A margine, invece, segnaliamo che sempre entro febbraio 2020 dovrebbe partire il quinto ciclo del TFA Sostegno.

Maturità 2020: online la circolare MIUR con le indicazioni

da Tuttoscuola

Storia in prima prova e buste che fanno la loro uscita di scena dal colloquio orale. La maturità continua a prevedere cambiamenti e, per aiutare a non perdere l’orientamento, il MIUR pubblica una circolare che riassume i provvedimenti effetto della revisione normativa di cui è stato oggetto l’esame di Stato.

Clicca qui per leggere la circolare MIUR

Maturità 2020: i crediti scolastici

L’art. 15 del d.lgs. n° 62/2017 prevede, con norma transitoria, che per gli studenti che sostengono l’esame di Stato nell’anno scolastico 2019/2020 il credito scolastico conseguito nel terzo anno di corso, sulla base della previgente normativa, sia convertito. Pertanto, il punteggio totale del credito scolastico da attribuire a ciascuno studente ammesso all’esame di Stato nel corrente anno scolastico sarà determinato dalla somma del credito già attribuito per il terzo anno di corso, convertito sulla base della tabella di cui sopra, e il credito attribuito per il quarto e il quinto anno di corso utilizzando la tabella denominata “Attribuzione credito scolastico”.

Maturità 2020: i requisiti di ammissione

Rispetto ai requisiti di ammissione dei candidati interni previsti dall’art. 13, comma 2 del d.lgs. n° 62/2017 si precisa che, non essendo intervenuto un ulteriore differimento annuale dell’entrata in vigore delle lettere b) e c) dello stesso comma (così come disposto per l’a.s. 2018/2019 dal decreto legge n° 91/2018 convertito nella legge n° 108/2018), tutti i requisiti ivi previsti trovano piena applicazione per il corrente anno scolastico. Pertanto, dovrà essere verificato, ai fini dell’ammissione dei candidati interni all’esame di Stato dell’a.s. 2019/2020, oltre al requisito della frequenza scolastica e del profitto scolastico, anche il requisito della partecipazione, durante l’ultimo anno di corso, alle prove a carattere nazionale predisposte dall’INVALSI e quello dello svolgimento delle attività programmate nell’ambito dei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, secondo il monte ore previsto dall’indirizzo di studi. Trovano, inoltre, applicazione le analoghe disposizioni previste per i candidati esterni dall’art.14, comma 3, del d.lgs. 62/2017.

Maturità 2020: Storia torna in prima prova

Per quanto attiene alla prima prova scritta di Italiano si rappresenta che, ferma restando la struttura e le tipologie testuali definite dal quadro di riferimento di cui al D.M. n° 769 del 26 novembre 2018, l’onorevole Ministro ha inteso prevedere, con D.M. n° 1095 de 21 novembre 2019, che almeno una delle tracce della tipologia B (analisi e produzione di un testo argomentativo) debba riguardare l’ambito storico.
La scelta è motivata dalla consapevolezza che la storia costituisce disciplina fondamentale nella formazione degli studenti di tutti i percorsi di studio e che vada, quindi, valorizzata anche nell’ambito dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione.

Maturità 2020: svolgimento del colloquio

Come è noto l’art. 17, comma 9, del decreto legislativo n° 62 del 2017 definisce la struttura del colloquio, prevedendo che esso abbia la finalità di accertare il conseguimento del profilo culturale, educativo e professionale dello studente. In particolare, all’avvio del colloquio la commissione propone al candidato di analizzare testi, documenti, esperienze, progetti e problemi per verificare la sua capacità di affrontare con autonomia, padronanza e responsabilità le tematiche e le situazioni prospettate. Il D.M. n° 37 del 18 gennaio 2019 e l’art. 19 dell’O.M. n° 205 dell’11 marzo 2019 hanno successivamente definito una specifica procedura relativa alle modalità di conduzione del colloquio, stabilendo che il giorno della prova orale il candidato sorteggi i materiali (testi, documenti, esperienze, progetti e problemi) contenuti in una delle tre buste proposte dal Presidente della commissione d’esame. A tal fine la commissione predispone per ogni classe un numero di buste con i materiali pari al numero dei candidati aumentato di due unità. Al riguardo l’onorevole Ministro non intende più rinnovare tale procedura di assegnazione del materiale ai candidati, rimanendo fermo quanto disposto dall’art. 17, comma 9, del d.lgs. n° 62/2017 circa l’avvio del colloquio mediante l’analisi da parte dello studente dei materiali preparati dalla commissione d’esame in un’apposita sessione di lavoro, con l’immutata finalità di “verificare l’acquisizione dei contenuti e dei metodi propri delle singole discipline, la capacità di utilizzare le conoscenze acquisite e di collegarle per argomentare in maniera critica e personale anche utilizzando la lingua straniera”, materiali che dunque devono consentire un approccio multidisciplinare. Pertanto, l’annuale decreto ministeriale di individuazione delle discipline oggetto della seconda prova scritta e di regolamentazione delle modalità organizzative di svolgimento del colloquio, previsto dall’art. 17, comma 7, del d.lgs. n° 62/2017, non riporterà la descrizione delle suddette attività a carico delle commissioni e dei candidati, pur nel pieno rispetto dell’impostazione prevista in tale articolo.