Eduscopio, scelte e bocciature

Eduscopio, scelte e bocciature

di Stefano Stefanel

​Anche quest’anno le valutazioni di Eduscopio (il portale sulle scuole superiori gestito dalla Fondazione Agnelli) premiano il Liceo Marinelli di Udine, scuola che io dirigo dal 2012, in quella che è una rilevazione cruciale per gli studi liceali: i risultati all’Università. Da quando vengono pubblicate le rilevazioni di Eduscopio il Liceo Marinelli si è sempre trovato nella “parte alta della classifica” beneficiando di titoli sui giornali e di un certo risalto mediatico che comunque (e giustamente) si spegne dopo un po’ di clamore. Ritengo sia necessario a questo punto chiarire la mia posizione in merito alle rilevazioni di Eduscopio, che sarebbe la stessa anche se il Liceo che dirigo non fosse in cima alle rilevazioni, ma che assume forse un carattere più intenso vista la “posizione in classifica”.

Le rilevazioni di Eduscopio hanno una grande incidenza mediatica soprattutto perché il Ministero non intende pubblicare niente di simile e anche i dati Invalsi (che riguardano comunque un altro tipo di contesto) non sono pubblici e – soprattutto – “non fanno classifica”. Personalmente ritengo questa scelta fortemente sbagliata, perché l’opinione pubblica ha dimostrato di tenere conto di queste rilevazioni ritenendole istituzionali, anche se derivano da un soggetto privato. 

Pur interessato ai risultati di Eduscopio non sono favorevole a questa classifica pubblica, che vede il Liceo Marinelli ai primi posti di in una gara che non c’è. La scuola come le altre scuole che si occupano di preparare gli studenti per l’Università (Licei, ma anche Istituti Tecnici e Professionali) hanno contesti di riferimento, numeri di studenti, storie e problematiche troppo diverse e troppo complesse per essere inserite in una semplicistica classifica. Accade poi che molti studenti non rispondano per motivi personali alle attese maturate nel percorso superiore o che si perdano in percorsi personali o che rallentino gli studi universitari per problematiche che nascono in itinere nel loro vissuto privato. L’Università non è la vita, ma solo una parte importante della formazione personale. Dunque io e il Liceo Marinelli siamo felici dell’indice raggiunto, che conferma quanto emerso negli anni precedenti, ma notiamo come alla base della ricerca ci sia una sorta di “infantilismo universitario” che fa iniziare e finire il mondo con gli studi universitari, quasi che la vita precedente fosse una “breve attesa” e quella successiva un “lungo addio”. Direi che un’analisi più matura e più complessa forse farebbe meglio alla scuola, ma la Fondazione Agnelli è un soggetto privato che meritoriamente mette a disposizione di tutti i dati così come li ha raccolti e valutati. Il problema è che improvvisamente questa posizione privata è diventata monopolistica. 

​Noto, invece, con grande piacere che da quest’anno la rilevazione Eduscopio evidenzia anche un ulteriore dato, molto interessante: quello relativo alla percentuale dei “diplomati regolari”, cioè di quegli studenti che non sono mai stati bocciati. In questo caso il divario tra il Liceo Marinelli e le altre scuole di confronto è molto alto e questo è un dato molto oggettivo. Se l’indice di Eduscopio è di 80 non vedo grosse differenze né con 85, né con 70 o 75: dipende dagli anni, dalle contingenze, dalla storia di quell’annata. Diverso è se quell’80 (o 75 o 85) si collega ad un 80% o ad un 50%. Nel caso del Liceo Marinelli si collega ad un 80% e questo, invece, fa la differenza. Il tasso di “bocciature” nel Liceo che dirigo va dallo 0,84% all’1,50% (a seconda delle annate) negli ormai sette anni della mia direzione e questo si collega con i dati che riceviamo dalle Università e che ci confermano in una convinzione assoluta: non sono le bocciature che alzano il livello della scuola.

Anche in questo caso penso sia necessario essere moderati, ma non può sfuggire che la tesi che bocciando molto si alza il livello della scuola non pare sia un dato confermato da Eduscopio, che un certo successo universitario oggettivamente lo monitora. Un dato che, invece, non emerge da Eduscopio è il numero dei diplomati annuali: nel Liceo Marinelli sono da 300 a 350 l’anno circa, anche perché nel Liceo Marinelli c’è il numero chiuso per le iscrizioni e dunque oltre 350 diplomati non si può andare. Inoltre il Liceo Marinelli è un Liceo scientifico puro, senza altri indirizzi istituzionali, ma solo con opzioni aggiuntive di carattere didattico. E un Liceo scientifico con 60 classi senza indirizzi aggiuntivi è piuttosto raro da trovare e quindi anche da confrontare. Nell’ambito dunque delle considerazioni sopra esposte e di una notevole cautela su dati eccellenti, ma comunque legati ad una rilevazione e classificazione troppo aggressiva, faccio notare come essere attenti agli studenti migliori cercando di limitare al minimo la dispersione scolastica è una strada che vale la pena percorrere. Il Liceo Marinelli, pur applicando una didattica che tende a recuperare il maggior numero di studenti, punta soprattutto ad innalzare il livello degli studenti di alto e altissimo livello attraverso un’offerta formativa e culturale ampia e completa che permette a tutti gli studenti di realizzare le loro potenzialità. L’investimento principale è per alzare il livello in alto, dando aiuto a chi ha problemi con la scuola, ma senza farne né un dramma, né un vessillo. Potrei dire che lo slogan è: cerchiamo di risolvere i problemi degli studenti alzando il livello dell’offerta formativa. E certamente il modello scolastico che negli anni abbiamo elaborato ci raffoza nella nostra idea. 

In conclusione il Liceo Marinelli è soddisfatto dei risultati di Eduscopio, ma invita a considerarli in maniera moderata e contestualizzata.

Autismo, un nuovo approccio con i neuroni specchio

Redattore Sociale del 15.11.2019

Autismo, un nuovo approccio con i neuroni specchio 

Per Vittorio Gallese, ordinario di psicobiologia all’università di Parma, possono diventare alleati per una nuova visione del problema: “Puntare più sul movimento, anche se non è una panacea per tutto”. 

ROMA. “Il tema dell’autismo è molto complesso, per molti anni si diceva che fosse legato a un deficit esclusivamente cognitivo” spiegabile con la teoria della mente. “Da quando abbiamo scoperto i neuroni-specchio abbiamo cominciato a occuparci anche di questo tema. Abbiamo intravisto la possibilità di affrontare il tema di questa condizione da un punto di vista del movimento, dell’azione”. Lo spiega alla ‘Dire’ il professor Vittorio Gallese, ordinario di psicobiologia all’università di Parma. Gallese è il protagonista della prima giornata del VI convegno nazionale sul metodo Feldenkrais. All’hotel Baglioni, a Firenze, è stato invitato per una lezione magistrale su Corpo, movimento e intersoggettività e a confrontarsi con altri studiosi in una successiva tavola rotonda. Il neuro-scienziato si è conquistato una notorietà nel mondo accademico avendo fatto parte del team che negli anni ’90 giunse alla scoperta dei neuroni-specchio. E da allora è iniziata una rivoluzione che ha portato a lambire anche l’approccio rispetto al disturbo dell’autismo con i neuroni-specchio che possono diventare alleati per una nuova visione del problema: “Sicuramente- afferma il docente dell’università di Parma- sono stati fatti dei passi avanti nel determinare il ruolo di questo meccanismo nel consentire un tipo di relazione più compiuto, completo, ricco”. Del resto, sottolinea Gallese, “psicomotricità, danza terapia, tutti gli interventi che attengono meno all’ambito cognitivo e più a quello corporeo sembrano garantire alcuni vantaggi terapeutici, pur rimanendo vero il fatto che ci stiamo confrontando con uno spettro in cui c’è una variabilità enorme di condizioni cliniche, ognuna delle quali richiede un intervento mirato e specifico”.
Perché a prevalere deve essere uno sguardo prudente: “Sicuramente- ammette- non si può parlare di una panacea o di un approccio che risolve tutti i problemi, ma diciamo che avvalora quegli approcci che puntavano di più sul corpo e sul movimento”. (DIRE)

Come funziona l’App che aiuta le famiglie per le iscrizioni targate 2020/2021

da Il Sole 24 Ore

di Claudio Tucci

Novità sul web per le iscrizioni all’anno scolastico 2020/2021: per Scuola in Chiaro è disponibile una nuova App. Grazie a questa applicazione, a partire da un QR Code dinamico associato a ogni singola istituzione scolastica sarà possibile semplificare la procedura per una scelta più consapevole. Ma andiamo con ordine.
Per circa 1,5 milioni di famiglie si avvicina il tempo della scelta della scuola per il prossimo anno, il 2020/2021. Il ministero dell’Istruzione ha infatti pubblicato la consueta circolare con tutte le indicazioni operative per iscrivere gli alunni all’infanzia e alle prime classi di primaria, medie e superiori. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

I tempi
Le iscrizioni al nuovo anno si aprono alle ore 8 del 7 gennaio 2020 e si chiudono alle ore 20 del 31 gennaio 2020. La procedura è sempre online tramite il portale Iscrizioni on line. Ma i genitori, già a partire dalle ore 9 del 27 dicembre 2019, potranno accedere alla fase di registrazione che precede l’invio della domanda tramite il portale www.iscrizioni.istruzione.it.

La procedura online
La procedura online è stata introdotta nel 2012 dall’ex ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo. Funziona così, anche quest’anno. Chi ha un’identità digitale Spid (Sistema pubblico di identità digitale) potrà entrare nella sezione web con le credenziali del gestore che ha rilasciato l’identità. Le famiglie in difficoltà, o che non hanno internet, potranno far riferimento agli istituti scolastici, che quindi le aiuteranno nella domanda. Le iscrizioni online riguardano anche i corsi di istruzione e formazione dei centri di formazione professionale regionali (nelle Regioni che hanno aderito al progetto). Per le scuole dell’infanzia la procedura rimane cartacea. L’adesione degli istituti paritari al sistema delle Iscrizioni on line resta sempre facoltativa.

Dal Miur una App per aiutare la scelta
Per effettuare l’iscrizione online le famiglie dovranno innanzitutto individuare la scuola di preferenza. Come sempre è disponibile il portale Scuola in Chiaro che raccoglie i profili di tutti gli istituti per consentire anche una valutazione comparativa in base alle proprie esigenze. Nel portale ci sono infatti tutte le informazioni utili e necessarie per una scelta il più consapevole possibile: dall’organizzazione oraria ai risultati ottenuti negli anni passati dagli studenti, compreso il percorso successivo (eventuali studi universitari e ingresso nel mondo del lavoro). Per Scuola in Chiaro è disponibile una nuova App. Grazie a questa applicazione, a partire da un QR Code dinamico associato a ogni singola istituzione scolastica, viene data la possibilità non solo di accedere con i propri dispositivi mobili alle informazioni principali sulla scuola, ma anche di visualizzare alcuni dati presenti per confrontarli con quelli di altri istituti del territorio.

Infanzia, la domanda resta cartacea
La domanda alla scuola dell’infanzia resta cartacea e va presentata direttamente all’istituto prescelto. Hanno precedenza all’iscrizione i bambini che compiranno il terzo anno di età entro il 31 dicembre 2020. In caso di posti liberi, possono essere accettate le iscrizioni degli alunni che compiranno tre anni nei quattro mesi successivi (entro il 30 aprile 2021). Non sarà invece possibile in ogni caso iscrivere bambini più piccoli. I genitori possono scegliere tra tempo normale (40 ore settimanali), ridotto (25 ore) o esteso fino a 50 ore.

Alla primaria scelta tra 24 e 27 ore (estendibili a 30 o 40)
Alla primaria le domande di iscrizione si compilano solo online. I genitori iscriveranno alla prima classe i bambini che compiranno sei anni di età entro il 31 dicembre 2020. Sono accettate le iscrizioni, in caso di disponibilità di posti, anche degli alunni che compiranno i sei anni nei quattro mesi successivi, quindi entro il 30 aprile 2021. Non è consentita, come per l’infanzia, l’iscrizione alla prima classe della primaria di bambini più piccoli. I genitori, al momento della compilazione delle domande di iscrizione online, indicheranno le proprie preferenze rispetto alle opzioni possibili dell’orario settimanale che può essere di 24 o 27 ore, estendibili fino a 30 ore oppure 40 ore (tempo pieno), organico e strutture permettendo. Potranno anche indicare, in subordine rispetto alla scuola che costituisce la loro prima scelta, fino a un massimo di altri due istituti. Se non c’è disponibilità di posti nella prima scuola scelta, il sistema di Iscrizioni on line comunicherà in automatico di aver inoltrato la domanda verso le scuole indicate come seconda o terza opzione.

Alle medie fino a due istituti (oltre la prima scelta)
All’atto dell’iscrizione on line, i genitori indicheranno l’orario settimanale preferito. Potranno scegliere tra tempo ordinario di 30 ore oppure tempo prolungato (da 36 fino a 40 ore), se servizi e strutture lo consentiranno. In subordine alla scuola che costituisce la prima scelta, sarà possibile indicare fino a un massimo di altri due istituti di proprio gradimento. Per l’iscrizione alle prime classi a indirizzo musicale, i genitori devono barrare l’apposita casella del modulo di domanda di iscrizione on line. Le istituzioni scolastiche organizzeranno la prova orientativo-attitudinale in tempo utile per consentire ai genitori, nel caso di carenza di posti disponibili, di presentare una nuova richiesta di iscrizione anche a un’altra scuola.

Alle superiori si sceglie anche l’indirizzo di studio
Nella domanda di iscrizione online alla prima classe di una scuola superiore, i genitori esprimeranno anche la scelta dell’indirizzo di studio, indicando anche l’eventuale opzione rispetto ai diversi indirizzi attivati dalla scuola. Qui è infatti in vigore la riforma Gelmini del 2010 che ha suddiviso in diversi indirizzi licei, istituti tecnici e professionali. Per i professionali poi, la riforma del 2017, ha portato da 6 a 11 gli indirizzi da scegliere. Anche qui, come per gli altri gradi di istruzione, oltre alla scuola di prima scelta è possibile indicare, in subordine, fino a un massimo di altri due istituti di proprio gradimento. L’iscrizione alle prime classi dei licei musicali e coreutici è subordinata al superamento di una prova di verifica di competenze e attitudini. Questa prova sarà effettuata in tempo utile per consentire ai genitori, nel caso di mancato superamento o di carenza di posti, di presentare una nuova istanza di iscrizione presso un’altra scuola.

Studenti con cittadinanza non italiana, ok all’iscrizione
Norme ad hoc per gli studenti con cittadinanza non italiana. Con riferimento a questi ultimi, in particolare, il Miur chiarisce che anche per quelli sprovvisti di codice fiscale è consentito effettuare la domanda di iscrizione online. Una funzione di sistema, infatti, consente la creazione di un “codice provvisorio” che l’istituzione scolastica sostituirà appena possibile con il codice fiscale definitivo.

Che succede se si sbaglia la domanda o ci si ripensa
Se ci si sbaglia a procedura di iscrizioni aperta, si contatta la scuola a cui è stata inoltrata la domanda, chiedendone la restituzione e apportando così le modifiche, inoltrandola di nuovo. Se si cambia idea prima dell’inizio del nuovo anno o ad anno inoltrato, la famiglia deve chiedere il nulla osta per ottenere il trasferimento.


Un dipendente pubblico su 3 lavora nella scuola

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

L’Inps aggiorna le sue statistiche sui dipendenti pubblici e privati. Restando agli statali, la scuola si conferma il comparto più nutrito. Con 1,1 milioni di lavoratori su 3,5.

Il comparto più nutrito
I lavoratori pubblici con almeno una giornata retribuita nell’anno sono stati 3.583.175 (+0,6% su anno), con una retribuzione media di 32.968 euro, in crescita del 3,1% per effetto dei rinnovi 2016-2018 nel pubblico impiego. Il numero medio di giornate retribuite è stato 287; il comparto con più dipendenti è la scuola con 1,15 milioni di lavoratori.

La tipologia di contratto
Gli statali con contratto a tempo indeterminato sono 3.128.694 (87% del totale), con una retribuzione annua di 35.617 euro e 303 giornate retribuite la scuola presenta il tempo determinato per il 67,5%, con la retribuzione annua più bassa, 11.229 euro e 151 giornate retribuite. La struttura per età mostra che la classe modale è tra 50 e 54 anni (673.547 lavoratori, 18,8% del totale); il 96% ha più di 30 anni; i maschi sono il 41,5%. La retribuzione in generale è più alta per gli uomini (38.400 euro contro 29.120 euro per le donne). La distribuzione geografica mostra che il 23,7% degli statali lavora al Centro, segue Nord-Ovest (23,1%), Sud (21,8%), Nord-Est (19,8%) e Isole (11,6%). Sono 13.049 gli enti che impiegano dipendenti pubblici, con una spesa di 118 miliardi.

Erasmus: nel 2019 Italia prima in Ue per gli scambi tra scuole, oltre 1.000 progetti

da Il Sole 24 Ore

di Alessia Tripodi

Erasmus non fa più solamente rima con università: da anni ormai il programma di mobilità più famoso d’Europa si è esteso a tutti i settori dell’istruzione e della formazione, scuola compresa. E nel 2019 proprio le scuole hanno registrato il record di partecipazione, portando l’Italia al primo posto in Ue: su un totale di 2.052 partenariati scolastici approvati nel Vecchio Continente, infatti, 1.001 sono quelli di cui faranno parte gli istituti italiani. Cresce anche la partecipazione degli universitari – +17,2% rispetto all’anno accademico 2018-2019 -e degli adulti, grazie anche al budget totale assegnato all’Italia, che nel 2019 ha raggiunto i 170 milioni di euro.

Nei giorni scorsi Bruxelles ha pubblicato il nuovo invito a presentare proposte Erasmus per il 2020 : il budget previsto dal bando è di oltre 3 miliardi di euro, il 12% in più rispetto al 2019. Fondi che serviranno anche a finanziare oltre 35mila borse di mobilità per studenti e prof africani nell’ambito dell’alleanza Africa-Europa per gli investimenti sostenibili e l’occupazione.

Partecipazione record in Italia
Oltre al record dei partenariati tra scuole – che quest’anno possono contare su un budget di 22 milioni di euro e vedono Sicilia, Lazio e Puglia tra le regioni più attive – nel 2019 aumentano le opportunità Erasmus anche per gli insegnanti, che possono confrontarsi con i colleghi di altri Paesi europei, frequentando corsi o scambiando esperienze e pratiche didattiche all’estero. L’agenzia italiana Erasmus+ Indire ha ricevuto 496 candidature per la mobilità del personale della scuola, di cui sono stati approvati 199 progetti che consentiranno a 4.309 (+11% rispetto al 2018) tra insegnanti, dirigenti e amministrativi di vivere un’esperienza di mobilità europea per un corso di formazione, job shadowing (attività di osservazione sul campo) o incarichi di insegnamento. I fondi an disposizione per quest’ambito ammontano a 9,9 milioni di euro (+17% rispetto al budget 2018).

Oltre 47mila universitari all’estero
Dal 1987 ad oggi, spiega Indire, oltre mezzo milione di studenti italiani hanno viaggiato in Europa con Erasmus. Nel 2019-2020 sono 262 gli istituti di istruzione superiore italiani coinvolti nella mobilità Erasmus tra atenei, istituti dell’Afam (l’alta formazione artistica musicale, le Scuole superiori per mediatori linguistici, gli Its, Istituti tecnici superiori e le organizzazioni a guida di consorzi. Nello stesso periodo, tra studenti e prof sono 47.117 gli universitari italiani che hanno viaggiato oltre confine, grazie a un budget da oltre 89 milioni di euro. Mentre quasi 27mila giovani europei hanno scelto le università italiane per il loro Erasmus, confermando l’Italia al quarto posto in Europa (dopo Spagna, Germania e Francia) per numero di studenti ospitati per attività di studio, una posizione in più rispetto agli anni precedenti.

Identikit dello studente Erasmus
L’agenzia Indire ha tracciato l’identikit dello studente Erasmus ha un’età media di 23 anni, che diventano 25 per un tirocinante. Nel 59% dei casi è una studentessa, valore che sale al 63% quando lo scopo della mobilità è uno stage in azienda. È l’identikit dello studente Erasmus disegnato dall’agenzia Indire, secondo il quale Spagna, Francia, Germania, Regno Unito e Portogallo sono i Paesi con i quali si effettuano più scambi per studio, con una permanenza media di 6 mesi, che scende a 3 e mezzo per i tirocini. Per quanto riguarda gli studenti in arrivo, i principali paesi di provenienza sono Spagna, Francia, Germania, Polonia e Turchia.

Erasmus anche per gli adulti
Aumentano anche i progetti di mobilità per l’educazione degli adulti, che quest’anno riguarderanno 1.005 persone (+63% rispetto al 2018) per un finanziamento totale di circa 1,9 milioni di euro (+63% sul 2018 ). In quest’ambito le regioni più presenti sono nell’ordine la Sicilia, la Lombardia e l’Emilia Romagna. Nel complesso, rispetto alle 86 candidature presentane alla scadenza di febbraio scorso, verranno finanziati il 60% dei progetti di mobilità. Un tasso di approvazione – sottolinea Indire – che quest’anno è il più alto mai raggiunto in Erasmus+ per questo tipo di attività di formazione in Europa.

Nuova call, in arrivo gli Infoday
Per conoscere tutte le novità della Call Erasmus 2020, l’Agenzia Indire organizza una serie di Infoday in cui lo staff illustra le modalità di candidatura e tutti gli elementi necessari per presentare un progetto di mobilità o un partenariato. L’elenco completo di tutti gli incontri è disponibile sul sito erasmusplus.it

Dirigente scolastico, quali competenze nelle sanzioni disciplinari? Tra normativa e sentenze

da Orizzontescuola

di Avv. Marco Barone

Continua a determinare contenziosi e pronunciamenti giurisprudenziali contrastanti tra loro il fatto che il Dirigente possa attuare la sanzione disciplinare superiore alla censura. Interviene ora la Cass. civ. Sez. lavoro, Ord., (ud. 09-07-2019) 31-10-2019, n. 28111 che nega questo potere al Dirigente in ordine alla vecchia normativa, ma le perplessità permangono anche sulla nuova, come modificata nel 2017.

Fatto

Un docente aveva convenuto in giudizio l’Amministrazione chiedendo l’accertamento della nullità o dell’illegittimità delle sanzioni disciplinari irrogatele dal dirigente scolastico entrambe di cinque giorni di sospensione dal servizio e dalla retribuzione. La ricorrente aveva prospettato tramite i propri legali che l’adozione dei provvedimenti impugnati non rientrava nella competenza del dirigente scolastico, in virtù del combinato disposto del D.Lgs. n. 165 del 2001, art. 55-bis, introdotto dal D.Lgs. n. 150 del 2009, art. 69 e del D.Lgs. n. 297 del 1994, art. 492. Contestava in ogni caso la sussistenza della condotta sanzionata e la violazione del principio di ragionevolezza.

Il CCNL, Comparto Scuola, del 29 novembre 2007, nel Capo X “Norme disciplinari”, art. 91, ha stabilito che al personale docente ed educativo delle scuole di ogni ordine e grado continuano ad applicarsi le norme di cui al Titolo I, Capo IV della Parte III del D.Lgs. n. 297 del 1994 (v., Cass., n. 5706 del 2017).

Il suddetto rinvio attiene, da un lato alla Sezione I che reca “Sanzioni disciplinari”, e che dall’art. 492, all’art. 498, delinea un sistema crescente di sanzioni irrogabili al personale direttivo e docente della scuola, graduato per gravità delle infrazioni (si v. Cass., n. 29188 del 2018): censura (art. 493), sospensione dal servizio (artt. da 494 a 497), destituzione (art. 498); dall’altro alla Sezione II, che reca “Competenze, provvedimenti cautelari e procedure”, e che oltre a dettare alcune regole di procedura rinvia per quanto non previsto, per il tramite dell’art. 507, del D.P.R. n. 3 del 1957, artt. da 100 a 123 (cfr., Cass., n. 31085 e 31086 del 2018; si v. del D.Lgs. n. 165 del 2001, art. 55, comma 10, testo originario).

Successivamente al suddetto CCNL è entrata in vigore il D.Lgs. n. 150 del 2009, che, oltre a modificare il D.Lgs. n. 165 del 2001, art. 55, ha introdotto nel medesimo D.Lgs., gli artt. da 55-bis a 55-septies, che regolano il procedimento disciplinare.

La nuova disciplina procedurale dettata dal citato D.Lgs. n. 150 del 2009, si applica a tutti i fatti disciplinarmente rilevanti per i quali gli organi dell’amministrazione, ai quali è demandata la competenza a promuovere l’azione disciplinare acquisiscono la notizia dell’infrazione dopo il 16.11.2009, data di entrata in vigore della riforma (cfr. Cass., n. 11985 del 2016).

Pertanto, fermo restando il richiamo alle sanzioni disciplinari previste dal citato D.Lgs. del 1994, anche al procedimento disciplinare del personale docente della scuola si applicano le regole procedimentali di cui al D.Lgs. n. 165 del 2001, art. 55-bis, che reca “Forme e termini del procedimento disciplinare”.

L’art. 29 del CCNL Comparto istruzione e ricerca (triennio 2016- 2018) del 19 aprile 2018, nell’affermare l’opportunità di rinviare ad una specifica sessione negoziale a livello nazionale la definizione, per il personale docente ed educativo delle istituzioni scolastiche, della tipologia delle infrazioni disciplinari e delle relative sanzioni, ha mantenuto fermo, nelle more, quanto stabilito dagli artt. 492-501 (con alcune modifiche all’art. 498, comma 1) del D.Lgs. n. 297 del 1994, come già aveva disposto il citato art. 91 del CCNL del 2007.

Il D.Lgs. n. 165 del 2001, citato art. 55-bis, nel testo applicabile ratione temporis, anteriore alla novella del D.Lgs. n. 75 del 2017,stabilisce (comma 1, primo periodo) che per le infrazioni di minore gravità, per le quali è prevista l’irrogazione di sanzioni superiori al rimprovero verbale ed inferiori alla sospensione dal servizio con privazione della retribuzione per più di dieci giorni, il procedimento disciplinare, se il responsabile della struttura ha qualifica dirigenziale, si svolge secondo le disposizioni del comma 2.

Invece (art. 55-bis, comma 1, secondo periodo), quando il responsabile della struttura non ha qualifica dirigenziale o comunque per le infrazioni punibili con sanzioni più gravi di quelle indicate nel primo periodo, il procedimento disciplinare si svolge secondo le disposizioni del comma 4 (…)”.

Sulla competenza a irrogare la sanzione

Come questa Corte ha già avuto modo di affermare (Cass., n. 11636 del 2016), la regola della “competenza” caratterizza, l’intero impianto del D.Lgs. n. 165 del 2001, art. 55-bis, che attribuisce il potere disciplinare per le sanzioni di minore gravità (dal rimprovero scritto alla sospensione dal lavoro e dalla retribuzione sino a 10 giorni) al responsabile della struttura avente qualifica dirigenziale (comma 1), e la competenza per le sanzioni più gravi (dalla sospensione da 11 giorni a sei mesi al licenziamento) all’Ufficio competente per i procedimenti disciplinari.

La corretta determinazione della competenza si riverbera, peraltro, sulle regole procedurali da applicare nelle fasi della contestazione dell’addebito, dell’istruttoria e dell’adozione della sanzione.(…)Alla violazione delle regole sulla competenza, che si risolve in una violazione di norme di legge inderogabili, consegue l’illegittimità del procedimento disciplinare e la nullità della sanzione irrogata (si v., ex plurimis, Cass., n. 7177 del 2017). Proprio in ragione della ratio che nell’ impiego pubblico contrattualizzato sottende i criteri di attribuzione della competenza in materia disciplinare, la competenza ad iniziare, svolgere e concludere il procedimento disciplinare deve essere determinata in ragione della sanzione disciplinare come stabilita in astratto, in relazione alla fattispecie legale, normativa o contrattuale, che viene in rilievo. Il principio del giusto procedimento, che trova applicazione anche con riguardo al procedimento disciplinare (v., Cass., n. 16706 del 2018, Corte Cost., sentenza n. 51 del 2014) e il principio di legalità in senso formale postulano che la competenza risulti determinata dalla legge in modo certo, anteriore al caso concreto, ed oggettivo. L’organo competente deve essere individuato in modo univoco e chiaro (v., Cass., n. 29181 del 2018) a prescindere e, comunque, anteriormente rispetto ad uno specifico procedimento disciplinare.

Non è competenza del Dirigente Scolastico quello di poter sospendere il docente

Dunque, con riguardo al personale docente ed educativo della scuola, poichè per le infrazioni di cui al D.Lgs. n. 297 del 1994, art. 494, comma 1, lett. a), b) e c), la fattispecie legale di cui al medesimo art. 494, comma 1, e all’art. 492, comma 2, lett. b), prevede “la sospensione dall’insegnamento o dall’ufficio fino a un mese”, ai sensi dell’art. 55-bis, comma 1, primo e secondo periodo, applicabile ratione temporis nel testo anteriore alle modifiche introdotte dal D.Lgs. n. 75 del 2017, per il procedimento disciplinare sussiste la competenza dell’Ufficio per i procedimenti disciplinari (U.P.D.) e non del dirigente scolastico, trattandosi di infrazioni punibili con sanzione più grave rispetto a quella inferiore alla sospensione dal servizio con privazione della retribuzione per più di dieci giorni, dovendosi fare riferimento alla fattispecie disciplinare legale e non a valutazioni ex ante della sanzione irrogabile in concreto, meramente ipotetiche e discrezionali.

La nuova norma

Quanto sostenuto dalla Cassazione può applicarsi anche alla nuova normativa che ribadisce la sussistenza del potere sanzionatorio del Dirigente scolastico sino a 10 giorni? Il D.Lgs. 25 maggio 2017, n. 75 ha disposto (con l’art. 22, comma 13) che “Le disposizioni di cui al Capo VII si applicano agli illeciti disciplinari commessi successivamente alla data di entrata in vigore del presente decreto”.Così modificando l’articolo 55 bis DLGS 165 del 2001 con l’introduzione de comma 9 quater

Per il personale docente, educativo e amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA) presso le istituzioni scolastiche ed educative statali, il procedimento disciplinare per le infrazioni per le quali e’ prevista l’irrogazione di sanzioni fino alla sospensione dal servizio con privazione della retribuzione per dieci giorni e’ di competenza del responsabile della struttura in possesso di qualifica dirigenziale e si svolge secondo le disposizioni del presente articolo. Quando il responsabile della struttura non ha qualifica dirigenziale o comunque per le infrazioni punibili con sanzioni piu’ gravi di quelle indicate nel primo periodo, il procedimento disciplinare si svolge dinanzi all’Ufficio competente per i procedimenti disciplinari.

Ora, questa norma, in sostanza non è che una riscrittura della precedente. Ma il Testo Unico della scuola, ed il CCNL scuola sono rimasti invariati. Non esiste ad oggi alcun illecito specifico che possa essere sanzionato fino a 10 giorni, ma il minimo grado di sospensione che è previsto, genericamente, rientra fino ad un mese di sospensione. Pertanto il Dirigente che contesta determinati illeciti disciplinari sanzionabili dall’articolo 492, lettera b del Testo Unico della Scuola, in teoria continua ad arrogarsi un potere sanzionatorio che può arrivare fino ad un mese di sospensione, la cui competenza è dell’UPD e non del D.S.

Rimane, pertanto, la questione, controversa, anche dopo le modifiche introdotte nel 2017

Storia all’Esame di Stato, il CSPI esprime parere favorevole

da Orizzontescuola

di redazione

Ritorno storia all’Esame di Stato: il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, nella seduta plenaria del 13 novembre 2019, esprime parere favorevole.

Il CSPI apprezza “la volontà di mettere in primo piano la riflessione storica, fondamentale riferimento per comprendere gli avvenimenti e per delineare i contesti nei quali possono essere trattate le tematiche poste nelle tracce, in particolare quelle indicate nella Tipologia B“.

Il CSPI propone inoltre di “inserire una quarta traccia di “Ambito storico” aggiuntiva rispetto alle tre già previste per detta tipologia B,
lasciando inalterato il numero delle tracce delle tipologie A e C“.

Parere CSPI storia

Appalti pulizie, ok alle assunzioni dal CSPI. Ecco la bozza del decreto

da Orizzontescuola

di redazione

Il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI), riunito in seduta plenaria il 13 novembre 2019 ha espresso parere favorevole in merito allo schema di Decreto Interministeriale, che dovrà definire modalità e termini di partecipazione alla procedura di assunzione in ruolo di Collaboratori scolastici del personale ex LSU e appalti storici, in base all’art. 1, comma 760 Legge 145/2018.

Il parere positivo è condizionato all’accoglimento di alcune modifiche:

  • le assunzioni a tempo indeterminato devono essere effettuate nel numero dei posti effettivamente accantonati, che risultano essere 11.507, anziché 11.263 (come indicato nel decreto);
  • deve essere prevista, durante il periodo di prova, da parte dell’Amministrazione, un’attività di formazione relativa al profilo professionale di Collaboratore scolastico.

Requisiti

Saranno ammessi alla procedura selettiva coloro che saranno in possesso dei seguenti requisiti specifici:

  • diploma di scuola secondaria di primo grado, conseguito entro la data di scadenza del termine per la presentazione delle domande alla selezione;
  • aver svolto almeno dieci anni, anche non continuativi, nei quali devono essere inclusi gli anni 2018 e 2019, servizi di pulizia e ausiliari presso le istituzioni scolastiche ed educative statali, in qualità di dipendente a tempo indeterminato di imprese titolari di contratto per lo svolgimento di tali servizi.

Nella bozza del decreto si legge, inoltre, che gli Uffici scolastici regionali effettueranno la verifica sui servizi svolti dai candidati, tramite il controllo delle comunicazioni obbligatorie del rapporto di lavoro (legge 296 del 27 dicembre 2006).

Per accedere alla procedura selettiva sarà necessario essere in possesso dei requisiti generali per l’accesso all’impiego nelle pubbliche amministrazioni (Dpr 487 del 9 maggio 1994).

Oltre a coloro che non saranno in possesso dei requisiti sopra esposti, saranno esclusi anche coloro che sono stati destinatari di sanzioni interdittive all’esercizio di attività che comportino contatti diretti e regolari con minori. Non possono essere ammessi anche coloro che sono stati esclusi dall’elettorato politico attivo.

Valutazione titoli

Il punteggio massimo complessivo previsto è di 100 punti, così distribuiti:

  • titoli di cultura: massimo 10 punti;
  • titoli di servizio: massimo 90 punti

Parere CSPI

Bozza decreto

TFA sostegno, Azzolina: bandi primo trimestre 2020. 21 mila i posti

da Orizzontescuola

di redazione

Durante una diretta su FB, Lucia Azzolina, anticipa alcune novità che riguardano il mondo del sostegno. Già dall’insediamento del nuovo esecutivo, Ministro e Sottosegretari hanno condiviso la necessità di avviare in tempi rapidi i nuovi bandi per il Tfa, al fine di provvedere alla copertura dei posti vacanti di sostegno.

Il V ciclo sul sostegno – dice l’Azzolina – sarà bandito presto. Abbiamo attivato le procedure con le Università per i bandi, si spera all’inizio del primo trimestre 2020.

Durante l’intervento ha anche ribadito quanto già anticipato dalla nostra redazione circa il numero di posti. “Sarà avviato per 14mila posti che erano stati preventivati cui aggiungeremo 7mila degli idonei, in totale 21 mila posti.

“Ci servono – continua – non possiamo pensare di andare avanti così. Il sostegno è una cosa delicatissima e ci vogliono persone specializzate.”

Per quanto riguarda i concorsi, il Sottosegretario ha inoltre ricordato che nel decreto scuola è previsto che quanti stanno frequentando il quarto ciclo di specializzazione parteciperanno con riserva ai concorsi. “Ma dovranno terminare il corso di specializzazione“.

Decreto scuola: fra gli emendamenti condivisi dalla maggioranza, la validità dell’anno in corso

da La Tecnica della Scuola

C’è soddisfazione fra le fila della maggioranza per il percorso del decreto scuola.
Nel pomeriggio di giovedì, presso la Sala Stampa della Camera,  si è svolta una conferenza stampa durante la quale sono stati presentati diversi emendamenti al decreto scuola su cui esiste ampia convergenza fra le diverse forze politiche.
A darne conto è il parlamentare Gabriele Toccafondi di Italia Viva: “Siamo soddisfatti che con il decreto Scuola si sia invertita la rotta e, dopo 14 mesi in cui se n’è parlato solo per demolire l’alternanza scuola-lavoro, il ruolo dei dirigenti scolastici, svuotare il fondo sul merito, inserire le impronte digitali per i presidi, si torna a occuparsi di istruzione”.

Entrando nel merito degli emendamenti, Toccafondi sottolinea che “il concorso ordinario si farà con un percorso selettivo nel quale rientreranno anche coloro che stanno svolgendo il loro terzo anno di servizio nel corrente anno scolastico, chi sta conseguendo l’abilitazione sul sostegno e terminerà nei prossimi mesi”.
“Per coloro che sono di ruolo nelle scuole primarie e dell’infanzia statali –  afferma Toccafondi – si aggiunge la possibilità di accedere alla procedura abilitante. Salutiamo come un successo importante di Italia Viva che nel pacchetto di emendamenti di maggioranza ci sia la possibilità di abilitarsi anche per gli insegnanti in possesso degli stessi requisiti degli altri colleghi, che prestano servizio nella IeFP, i percorsi di istruzione e formazione regionali”.
“Non siamo invece soddisfatti – si rammarica il deputato di IV – del fatto che il decreto per questi insegnanti e quelli delle scuole paritarie preveda solo l’abilitazione, senza poter essere selezionati anche per l’assunzione nelle scuole statali. Sulla piena parità di trattamento Italia Viva ha presentato comunque propri emendamenti e spiegherà che i concorsi hanno il dovere di assumere i migliori a prescindere dal percorso di insegnamento fatto all’interno del sistema di istruzione nazionale che, lo ricordo, è unico e comprende anche queste scuole”.

Poche possibilità sembrano esserci invece per gli emendamenti proposti dal senatore della Lega Mario Pittoni che afferma però che le sue proposte di modifica sono ampiamente sostenute dalle stesso organizzazioni sindacali.
L’esame del decreto riprenderà la prossima settimana e dovrebbe concludersi nell’arco di pochi giorni perchè il 25 novembre il provvedimento dovrebbe approdare in aula per il voto definitivo previsto per fine mese. I tempi in effetti sono piuttosto stretti in quanto il decreto dovrà passare al Senato per essere convertito in legge entro il 29 dicembre.

Iscrizioni alunni 2020, cosa accade se la scuola riceve troppe richieste

da La Tecnica della Scuola

Un paragrafo della Circolare n. 22994 del 13 novembre riguardanti le iscrizioni all’a.s. 2020/2021 è dedicato alle iscrizioni in eccedenza.

Può capitare che una scuola riceva infatti troppe domande di iscrizione, che non possono essere accolte, perché esiste un limite massimo oltre il quale non si può andare, definito dalle risorse in organico e dalla capienza delle aule.

In questi casi è dunque necessario che la scuola definisca dei criteri di precedenza nell’ammissione, mediante delibera del Consiglio di istituto da rendere pubblica prima dell’acquisizione delle iscrizioni con affissione all’albo, con pubblicazione sul sito web dell’istituzione scolastica e, per le iscrizioni on fine, in apposita sezione del modulo di iscrizione opportunamente personalizzato dalla scuola.

In proposito, il Miur fa un’importante precisazione: nel rispetto dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, i criteri di precedenza deliberati dai singoli Consigli di istituto debbono rispondere a principi di ragionevolezza. Tra questi, possono rientrare i criteri della viciniorietà della residenza dell’alunno/studente alla scuola o quello riguardante particolari impegni lavorativi dei genitori.

Tra i criteri, andrebbe evitato il ricorso a eventuali test di valutazione quale metodo di selezione delle domande di iscrizione, mentre assolutamente vietato è dare la  priorità alle domande di iscrizione in base alla data di invio delle stesse.

L’eventuale adozione del criterio dell’ estrazione a sorte rappresenta l’estrema ratio.

In merito agli istituti comprensivi, alunni provenienti dalle scuole primarie dello stesso IC hanno priorità rispetto a quelli provenienti da altri istituti. Questo criterio deve essere esplicitato nelle delibere del Consiglio di istituto che fissano i criteri di precedenza.

Iscrizioni alunni 2020, le esclusioni dalla modalità telematica

da La Tecnica della Scuola

Con la Circolare n. 22994 del 13 novembre il Miur ha fornito tutte le indicazioni per le iscrizioni degli alunni all’a.s. 2020/2021, che dovranno avvenire dal 7 al 31 gennaio 2020.

Le iscrizioni avverranno per lo più telematiche, sul portale Iscrizioni on-line, ma con alcune eccezioni.

Infatti, come indicato nella circolare, sono escluse dalla modalità telematica le iscrizioni relative:

  1. alle sezioni delle scuole dell’infanzia;
  2. alle scuole della Valle d’Aosta e delle province di Trento e Bolzano;
  3. alle classi terze dei licei artistici, degli istituti tecnici e professionali;
  4. al percorso di specializzazione per “Enotecnico” degli istituti tecnici del settore tecnologico a indirizzo “Agraria, agroalimentare e agroindustria”, articolazione “Viticoltura ed enologia”;
  5. ai percorsi di istruzione per gli adulti, ivi compresi quelli attivati presso gli istituti di prevenzione e pena;
  6. agli alunni/studenti in fase di preadozione, per i quali l’iscrizione viene effettuata dalla famiglia affidataria direttamente presso l’istituzione scolastica prescelta.

Scuola dell’infanzia

La scuola dell’infanzia accoglie bambini di età compresa tra i tre e i cinque anni compiuti entro il 31 dicembre 2020. Possono, inoltre, a richiesta dei genitori e degli esercenti la responsabilità genitoriale, essere iscritti bambini che compiono il terzo anno di età entro il 30 aprile 2021.
Hanno comunque precedenza le domande relative a coloro che compiono tre anni di età entro il 31 dicembre 2020.

L’iscrizione è effettuata, secondo le stesse scadenze, con domanda da presentare all’istituzione scolastica prescelta, attraverso la compilazione della scheda A allegata alla circolare.

Relativamente agli adempimenti vaccinali, il Miur ricorda che la mancata regolarizzazione della situazione vaccinale dei minori comporta la decadenza dall’iscrizione alla scuola dell’infanzia.

Iscrizioni alla terza classe dei licei artistici

Le iscrizioni al terzo anno dei licei artistici sono escluse dalla procedura delle iscrizioni on line.

Possono iscriversi alla classe terza dei licei artistici gli studenti che abbiano conseguito o prevedano di conseguire l’ammissione o l’idoneità a tale classe, prima dell’ inizio delle lezioni dell’ anno scolastico 2020/2021.

Deve essere presentata apposita domanda per:

  • prosecuzione del percorso di studi in un indirizzo presente nell’ offerta formativa dell’istituto frequentato;
  • prosecuzione del percorso di studi in un indirizzo non presente nell’offerta formativa dell’ istituto frequentato, facendone richiesta al dirigente dell’ istituzione scolastica di
    interesse per il tramite della scuola cui l’allievo è iscritto.

Iscrizioni alla terza classe degli istituti tecnici

Anche in questo caso, le iscrizioni sono escluse dalla procedura delle iscrizioni on line.

Possono iscriversi alla classe terza dei percorsi degli istituti tecnici gli studenti che abbiano conseguito o prevedano di conseguire l’ammissione o l’idoneità a tale classe prima dell’inizio delle lezioni dell’anno scolastico 2020/2021.

Deve essere presentata apposita domanda in casi come:

  • prosecuzione del percorso di studi in una articolazione/opzione dell’indirizzo già frequentato;
  • prosecuzione del percorso di studi in un indirizzo diverso da quello frequentato, purché del medesimo settore e presente nell’offerta formativa dell’istituto scolastico
    cui si è iscritti;
  • prosecuzione del percorso di studi in un indirizzo/articolazione/opzione non presente nell’offerta formativa dell’istituto frequentato ma attivato in altra istituzione scolastica, purché nel medesimo settore, facendone richiesta al dirigente dell’istituzione scolastica di interesse per il tramite della scuola in cui l’allievo è iscritto.

Iscrizioni alla terza classe degli istituti professionali

Dall’anno scolastico 2020/2021 sarà attivo il terzo anno dei nuovi istituti professionali.

La prosecuzione del percorso di studi dello studente potrà differenziarsi dal terzo anno in relazione alle possibili declinazioni dei percorsi che la scuola avrà attivato.

Le domande di iscrizioni alla terza classe degli studenti, pertanto, saranno gestite all’interno di ogni istituzione scolastica in relazione all’effettiva offerta formativa da questa erogata e alle diversificate opportunità di orientamento offerte agli studenti in ordine ai percorsi formativi specifici richiesti dal territorio e adottati dalla singola scuola.

Anno di prova docenti neoassunti, formazione online

da La Tecnica della Scuola

Anche per l’a.s. 2019/2020 i docenti neo-assunti, per la conferma in ruolo, dovranno superare un periodo di formazione e prova.

Le regole sono state dettate con la nota 39533 del 4 settembre 2019 e non si discostano molto da quelle vigenti già negli scorsi anni.

Anche quest’anno dunque saranno previste delle attività formative sull’ambiente on-line, predisposto da INDIRE.

L’attività on-line non è da intendersi come attività a sé stante e fine a sé stessa, ma come strettamente connessa con le attività svolte in presenza, per consentire di documentare il percorso, riflettere sulle competenze acquisite, dare un “senso” coerente al percorso complessivo.

In particolare, l’ambiente consente ad ogni docente registrato di predisporre il proprio Portfolio professionale, compilare i questionari per il monitoraggio della formazione ed esportare la documentazione elaborata per la discussione finale.

In proposito, il Miur ha confermato che presentazione del portfolio di fronte al Comitato di valutazione sostituisce l’elaborazione di ogni altra relazione.

L’ambiente on-line per le attività riferite all’a.s. 2019/2020 non è ancora aperto. Il Miur ha comunque comunicato che sarà disponibile entro il mese di novembre.

Procedura di iscrizione

Come già detto, al momento la piattaforma non è ancora aperta, ma si presume che le procedure di iscrizione restino invariate.

Dunque, i docenti interessati dovranno registrarsi tramite il pulsante ”Registrazione” che si trova in homepage del sito dedicato alla formazione 2019/2020. Completata la procedura di iscrizione, il docente riceverà via email un messaggio di conferma contenente:

  • il nome utente, generalmente composto secondo la regola: NOME;
  • un link utile ad impostare la password.

Con queste credenziali si potrà accedere all’ambiente tramite il pulsante ”Login”.

Durata della formazione on-line

La formazione online è calcolata in maniera forfettaria per un totale di 20 ore complessive. La piattaforma pertanto non tiene conto del tempo effettivo di connessione necessario allo svolgimento delle attività online ma si ritiene che, per svolgere tutte le attività necessarie a stampare la versione definitiva del dossier finale, siano necessarie non meno di 20 ore di lavoro sulla piattaforma online. 

Documentazione utile

La piattaforma Indire accompagna dunque il docente neo-assunto nelle varie attività previste nel periodo di formazione e prova.

Lo scorso anno scolastico, sono stati infatti caricati nell’ambiente on-line diversi materiali utili, tra cui:

  • Indicazioni per la compilazione del curriculum formativo
  • Indicazioni per la compilazione del Bilancio Iniziale e del Bilancio finale
  • modelli di Patto per lo sviluppo professionale
  • documentazione dei laboratori o delle visite
  • materiali riguardanti l’attività didattica e l’osservazione peer to peer
  • Modelli di attestazione e autorizzazione
  • Questionari sulla formazione in presenza, sull’osservazione peer to peer e sulla formazione online

Curriculum formativo

Nel Curriculum formativo il docente deve ricostruire la parte più significativa della sua storia professionale e/o educativa, inserendo anche esperienze che non rientrano in queste categorie, come ad esempio esperienze di volontariato o personali.

Non si tratta, dunque, di un tradizionale curriculum vitae e il suo scopo non è di riportare tutti i titoli e le esperienze professionali avute, ma solo alcune tra quelle che più hanno contribuito a formare come docente.

Il Curriculum formativo idealmente dovrebbe essere compilato come prima attività del percorso formativo con lo scopo di ripercorrere la propria vita professionale e tradurre le esperienze più significative in competenze acquisite. Si tratta di un’attività utile alla redazione del Bilancio. 

Bilanci delle competenze

 I Bilanci iniziale e finale delle competenze sono strumenti chiave dell’anno di formazione e prova.

La redazione del Bilancio iniziale rappresenta la premessa sulla base della quale elaborare, con il supporto del tutor e del Dirigente scolastico, il Patto formativo.

Il Patto formativo dovrà essere elaborato sulla base del modello in uso nel proprio istituto.

Il Bilancio finale consente una riflessione ex-post di quanto sperimentato durante l’anno di prova e permette dunque al docente di valutare se e come le proprie competenze professionali si sono trasformate, tenendo in considerazione quanto indicato nel Bilancio iniziale. Nel Bilancio finale il docente può inoltre indicare competenze diverse da quelle elencate nel Bilancio iniziale, descrivendole in forma di testo libero.

Patto formativo

La redazione del Patto formativo da parte dei docenti avviene su modelli predisposti dai singoli istituti e in collaborazione con tutor e Dirigente scolastico. La sua redazione non è registrata nell’ambiente.

La formazione on-line non viene valutata

Le attività formative svolte online sull’ambiente curato da Indire non vengono valutate da Indire o dal tutor, ma saranno esclusivamente oggetto di discussione con il Comitato di valutazione.

Non sono previsti attestati finali

Non è previsto alcun attestato, l’esportazione del Dossier Finale certifica il lavoro svolto dal docente nell’ambiente online.  

Scadenze

L’ambiente online, di norma, resta a disposizione dei docenti fino al mese di settembre; questa è dunque l’unica scadenza che impone Indire. Tuttavia spesso le scuole indicano delle date di scadenza intermedie per la consegna delle attività.

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Insegnanti italiani i meno rispettati dagli studenti: il nostro Paese al 33esimo posto

da Tuttoscuola

Insegnanti aggrediti, sbeffeggiati, minacciati. La cronaca degli ultimi tempi è piena di casi che raccontano episodi di violenza nei confronti dei docenti. Casi che non sembrano essere destinati a sgonfiarsi in una bolla mediatica. A confermare una preoccupante tendenza verso la perdita di autorevolezza e credibilità dei nostri insegnanti arriva ora anche una ricerca, un’indagine del Global teacher status index che spiega come i docenti italiani siano i meno rispettati dagli studenti. A segnalare la notizia Repubblica.it.

La ricerca si basa sui dati raccolti da 35mila intervistati tra i 16 e i 65 anni. I risultati: il nostro Paese è al 33esimo posto su 35 per quanto riguarda lo status degli insegnanti, il rispetto degli alunni per chi sta in cattedra è in linea. E il mancato rispetto va di pari passo con i cattivi risultati degli studenti: anche loro agli ultimi posti nei test internazionali Pisa di matematica e lettura.

Secondo l’indagine solo il 16% degli intervistati ritiene che gli insegnanti siano rispettati dagli studenti. Un dato che colloca l’Italia nel mondo molto più indietro rispetto alla Cina, dove l’81% degli intervistati ritiene che gli alunni rispettino i propri insegnanti. E va sempre peggio. Gli italiani credono che il rispetto degli alunni per gli insegnanti sia diminuito dal 2013 quando era il 20%.

“Questo indice fornisce finalmente una prova accademica a qualcosa che abbiamo sempre saputo istintivamente: il legame tra lo status degli insegnanti nella società e il rendimento dei bambini a scuola. Ora possiamo affermare senza ombra di dubbio che il rispetto degli insegnanti non è solo un importante dovere morale, ma è essenziale per i risultati scolastici di un paese” dice Sunny Varkey della Varkey foundation che ogni anno organizza il Global Teacher Prize per il miglior insegnante del mondo.

Eppure non manca la fiducia verso il mondo della scuola, tanto che circa 1 intervistato su 3 spingerebbe il proprio figlio a diventare insegnante.

Se parliamo invece di retribuzione, la metà degli intervistati ritiene che gli insegnanti dovrebbero essere pagati in base ai risultati dei loro alunni, mentre quelli contrari all’idea sono poco più di un quarto (26%).

Legge di Bilancio: mancano le risorse per la scuola. Sindacati al MIUR

da Tuttoscuola

Si è svolto lo scorso 13 novembre 2019 al MIUR un incontro fra il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, e i segretari generali dei cinque sindacati più rappresentativi del comparto istruzione e ricerca (FLC CGIL, CISL FSUR, UIL Scuola RUA, SNALS Confsal, GILDA Unams), convocati per un confronto sui contenuti della legge di bilancio e sui riflessi che questi hanno su questioni diverse, a partire da quella del rinnovo del contratto nazionale di lavoro. Da parte dei segretari generali sono state esposte al Ministro le forti preoccupazioni per lo scarto evidente che si registra fra le richieste di una significativa rivalutazione dei trattamenti retributivi del comparto e le risorse a tal fine disponibili, al momento del tutto insufficienti, così come rimane ampiamente sotto la media OCSE il livello complessivo di investimento in istruzione e ricerca.

Al Ministro è stata anche ribadita l’urgenza di avviare il previsto confronto sui contenuti del disegno di legge collegato in materia di abilitazioni del personale docente, preciso impegno assunto nell’intesa del 1° ottobre per completare il quadro delle misure contenute nel decreto 126/2019, anch’esse peraltro da integrare e migliorare in sede di conversione.

Fioramonti, confermando la volontà di continuare a sostenere con molta determinazione anche all’interno della compagine di governo scelte che assumano i settori della conoscenza come ambito prioritario di una forte politica di investimento, ha assicurato il massimo impegno anche al fine di reperire ulteriori risorse nell’ambito delle decisioni che potranno scaturire dal dibattito in sede parlamentare. Si è detto inoltre impegnato a mantenere attraverso l’Amministrazione un rapporto costante di confronto con le organizzazioni sindacali.

I Segretari Generali hanno preso atto della volontà di una positiva gestione degli aspetti propedeutici al rinnovo contrattuale. Negoziato che può essere aperto solo se ci saranno risorse sufficienti per un incremento retributivo a tre cifre.

A questo proposito, saranno messe in campo forme di pressione e mobilitazione, al fine di indurre il Governo a fare scelte in discontinuità rispetto alle politiche relative all’Istruzione, all’Università e alla Ricerca. Misure che andranno caratterizzate per scelte di investimento e di rilancio della scuola di questo paese.

Una prima iniziativa nazionale, oltre a quelle territoriali e interregionali già in corso di svolgimento su precariato e personale ATA, sarà la riunione dei direttivi unitari in programma a Roma, al teatro Quirino, mercoledì 20 novembre.