Indire neoassunti, le operazioni che il docente deve effettuare in piattaforma

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

L’ambiente INDIRE a supporto del periodo di formazione e prova per i docenti neoassunti e per i docenti che hanno ottenuto il passaggio di ruolo nell’a.s. 2024/25 è raggiungibile al seguente link: https://neoassunti.indire.it/

Sul portale sarà possibile documentare il portfolio professionale digitale da presentare al Comitato di valutazione.

Operazioni in piattaforma

La formazione on-line ha la durata di 20 ore delle 50 ore obbligatorie. La presentazione del Portfolio professionale al Comitato di valutazione sostituisce l’elaborazione di ogni altra relazione.

La nuova edizione del portale è stata totalmente ridisegnata e reingegnerizzata al fine di migliorare l’esperienza online dei docenti e per rendere più facile, efficace e piacevole la documentazione dell’anno di prova.

Al centro di questa innovazione si trova Portfolio, un’applicazione che guida il docente nella realizzazione del portfolio da presentare al Comitato di Valutazione al termine dell’anno di prova.

Il Portfolio INDIRE nasce per accogliere e organizzare la documentazione di varie esperienze formative, consentendo poi la creazione di “viste”. Nel ‘mondo Neoassunti’, la “vista” per eccellenza è quella del portfolio da presentare al Comitato di Valutazione che riepiloga le esperienze formative relative ai Laboratori e alle Attività didattiche svolte in aula. Inoltre, le attività che confluiscono nel curriculum formativo sono sempre esperienze, formali o non formali, che hanno contribuito a definire il docente e la sua professionalità prima dell’ingresso nel nuovo ruolo.

Il portfolio è costruito attorno a due pilastri fondamentali:

  1. gli Standard minimi, che sono alla base dei bilanci delle competenze;
  2. le Esperienze formative da documentare.

LA CIRCOLARE SULL’ANNO DI FORMAZIONE E PROVA

Stop ai cellulari anche alle superiori? Valditara: “Dibattito aperto. Armadietti a scuola? Misura efficace e trasparente”

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è intervenuto all’interno del programma radiofonico “Formato Famiglia“, in onda oggi, 6 maggio, su Rai Radio 1. Al centro del suo discorso il divieto di uso di cellulare a scuola.

La proposta all’Ue

Il ministro ha discusso di un possibile divieto di cellulare anche alle superiori: “A gennaio ho avanzato una proposta, il 12 maggio formalizzerò la richiesta di raccomandazione per il divieto di utilizzo degli smartphone fino a 14 anni nelle scuole dell’Ue. L’iter prevede che la Commissione dovrà decidere se fare sua la proposta e gli Stati decideranno. Vogliamo difendere la salute dei nostri giovani, molti studi dimostrano gli effetti negativi degli smartphone sullo sviluppo cognitivo. Il dibattito è aperto, è opportuno verificare l’opportunità di questa estensione del divieto alle superiori. Nelle Indicazioni Nazionali e nelle linee guida di Educazione Civica diciamo che a scuola va insegnato un uso corretto di tutti gli strumenti digitali, invitando gli studenti a fare attenzione ai rischi di web e social”.

Finora il divieto in Italia esiste fino alla secondaria di primo grado e le scuole si sono organizzate ognuna a modo proprio. Ma è necessario un protocollo univoco per tutti gli istituti? Ecco la risposta di Valditara: “Le scuole nella loro autonomia sanno ben regolarsi. La misura più diffusa è quella dell’armadietto, molto efficace e trasparente, abitua i giovani ad una forma di auto-responsabilizzazione”.

Circolare compiti, il commento di Valditara

E, sulla circolare sui compiti emanata la scorsa settimana: “Il ragazzo quando esce da scuola deve aver scritto i compiti sul diario, deve potersi organizzare il tempo. Diventa difficoltoso per il ragazzo organizzare lo studio in poco tempo se i compiti vengono assegnati la sera. Il registro elettronico serve per tante cose ai genitori, ma per i ragazzi il riferimento deve essere il diario cartaceo. Bisogna educare i ragazzi ad essere indipendenti anche dai genitori. I docenti devono essere adeguatamente formati all’uso delle nuove tecnologie, allo stesso tempo”.

Divieto di cellulare a scuola, cosa succede all’estero

In alcuni Stati sono stati fatti passi avanti in questo senso: in Francia sono stati banditi alle medie. In Italia, ad esempio, la circolare del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara del 2024 li ha messi al bando dalla scuola dell’infanzia alla secondaria inferiore.

Come riporta Il Corriere Romagna, la Commissione Europea non esclude la possibilità di proporre agli Stati membri di vietare l’ingresso degli smartphone nelle scuole elementari e medie. “Emergono chiaramente gli effetti negativi delle distrazioni digitali e del tempo eccessivo passato davanti allo schermo, sia all’interno che all’esterno della scuola”, questo il motivo, come riporta La Stampa.

Come si stanno organizzando le scuole

Com’è noto, lo scorso luglio, Valditara ha vietato espressamente l’uso degli smartphone a scuola, fino alla terza media. Ma come sta andando? Il divieto viene applicato?

chiederlo ad una platea di 2800 studenti e studentesse con un sondaggio è stato il portale Skuola.net. Alle medie 9 studenti su 10, al rientro a scuola, hanno trovato un regolamento scritto sull’uso dei dispositivi digitali personali, con le relative sanzioni: per la metà di loro si è trattato di una conferma delle disposizioni già in vigore lo scorso anno, per tutti gli altri di un aggiornamento o di una novità assoluta.

Alle superiori, nonostante il documento ministeriale non li riguardasse direttamente, la percentuale di quanti hanno ora a che fare con regole sul tema si attesta al 61% degli studenti intervistati. E circa un terzo di questi ultimi rilevano novità o aggiornamenti.

La strada più battuta è quella che consente agli alunni di tenere i dispositivi con sé, imponendo però di lasciarsi spenti per l’intera giornata: così per quasi i due terzi (62%). Ma c’è anche chi ha adottato il pugno di ferro, obbligando i ragazzi a consegnare i telefonini all’ingresso di scuola: è il 16% degli alunni. Altra opzione abbastanza gettonata è anche quella che prevede la possibilità di consultare il telefono durante la ricreazione: lo afferma 1 su 10.

Alle superiori ormai 6 su 10 hanno qualche forma di regolamentazione scritta. E un altro 30% ha ricevuto almeno dei “suggerimenti” orali sul comportamento da tenere.

State of Education

Sondaggio: il 44% dei genitori italiani teme che il proprio figlio diventi vittima di violenza tra pari a scuola

Lo studio “State of Education” condotto in Italia e dalla piattaforma educativa Novakid tra i genitori ha dimostrato che il 44% di loro teme che il proprio figlio diventi vittima di violenza tra pari e non sappia se e dove cercare sostegno. Per i genitori, la priorità è creare uno spazio sicuro e accogliente nelle scuole, dove i bambini possano svilupparsi liberamente, acquisire conoscenze, costruire relazioni sane e, in caso di problemi, avere un sostegno sotto forma di istituzioni e personale qualificato. Gli intervistati hanno sottolineato la necessità di maggiori finanziamenti per gli psicologi scolastici e gli insegnanti e l’attuazione di programmi che aumentino la consapevolezza di come affrontare le manifestazioni di aggressività.

Sulla scia della nuova serie Adolescence, il tema della violenza tra pari nelle scuole è diventato oggetto di un intenso dibattito. Le istituzioni scolastiche di oggi devono affrontare il difficile compito di controllare le manifestazioni di aggressività e odio tra i bambini.

I risultati del sondaggio di Novakid, una scuola di inglese online per bambini, rivelano che quasi un genitore su due è preoccupato per lo stato attuale dell’istruzione e della sicurezza dei propri figli a scuola. La preoccupazione principale per il 44% degli intervistati è il bullismo da parte di altri studenti, strettamente correlato all’esposizione a influenze negative (33%) e alla sicurezza fisica (29%). I genitori, infatti, sottolineano il proprio timore per l’influenza negativa dell’ambiente scolastico o le manifestazioni di aggressività tra coetanei, che talvolta non vengono intercettate in tempo dagli insegnanti o dagli psicologi. Quasi un genitore su quattro (22%), invece, è preoccupato per il livello di interesse generale per la salute mentale e il benessere del proprio figlio a scuola. 

Quali sono le principali preoccupazioni che avete quando vostro figlio si trova nell’ambiente scolastico?

Le istituzioni scolastiche e il loro ruolo nel benessere emotivo degli studenti

Il bullismo, sia nello spazio scolastico che su Internet, è sentito dai genitori intervistati come uno dei problemi più gravi del sistema scolastico odierno. Lo studio Novakid indica che la sicurezza nelle scuole, che consiste nel controllo generale del comportamento dei bambini, nella risposta alla violenza, alla discriminazione e all’odio e nella disponibilità di psicologi scolastici, è a un livello adeguato solo per il 7% degli intervistati mentre il 29% la ritiene abbastanza buona. Il 36% degli intervistati si è dichiarato neutrale, mentre il 22 e il 6% dei genitori ha risposto che, secondo loro, le istituzioni scolastiche affrontano male o molto male i problemi legati alla salute mentale degli studenti.

Quanto pensi che la scuola gestisca bene le questioni legate alla salute mentale e al benessere emotivo degli studenti?

Quali sono le preoccupazioni dei genitori?

Uno dei motivi di preoccupazione per la sicurezza dei bambini a scuola per i genitori è la disponibilità relativamente bassa di psicologi scolastici che potrebbero rispondere a comportamenti simili in modo sufficientemente tempestivo. La mancanza di accesso a uno specialista qualificato negli istituti scolastici significa che i bambini devono affrontare da soli problemi gravi e violenza tra pari. Molti di loro hanno paura di chiedere aiuto o non sanno dove cercarlo, per questo è così importante fornire loro un sostegno e un’assistenza adeguati. Esigenza sentita come prioritaria soprattutto a fronte del crescente fenomeno della violenza tra pari e del cyberbullismo.

Come si può risolvere questo problema?

Un genitore su quattro vede la possibilità di aumentare la sicurezza degli studenti a scuola in un maggiore finanziamento degli psicologi scolastici e nello sviluppo di strumenti che aiutino a individuare le manifestazioni di violenza tra gli studenti. Organizzare workshop per sensibilizzare gli studenti a gestire le emozioni, lo stress o le manifestazioni di aggressività e informare i ragazzi sui materiali disponibili, sui siti web o sulle linee di assistenza sono solo alcune delle proposte degli intervistati.

Inoltre, il 34% dei genitori sottolinea la necessità di offrire ai docenti una formazione e uno sviluppo professionale continui, mentre per il 35% risulta importante, per creare un ambiente più accogliente e sereno, la programmazione di attività extrascolastiche da parte della scuola. Tali attività infatti potrebbero aiutare i bambini a costruire sane relazioni tra pari, con interessi comuni che fungono da connettore. Il 25% degli intervistati chiede di creare un approccio più personalizzato nei confronti dei bambini suggerendo anche una riduzione del numero di studenti per classe. Per gli intervistati il numero elevato di studenti per insegnante potrebbe influire sul rilevamento rilevamento relativamente tardivo dei segnali di violenza e odio tra i bambini.

Dalle risposte dei genitori, è dunque chiaro che anche gli insegnanti, che spesso sono i primi testimoni di problemi emotivi e di violenza tra i bambini, necessitano di un maggiore supporto in termini psicologici e pedagogici per far fronte in modo adeguato alle emozioni che ogni giorno attraversano i loro studenti. Invece di essere sostenuti, a volte vengono incolpati di tutto, dai problemi educativi alle carenze del sistema.Un insegnante sovraccarico e indifeso non sarà in grado di sostenere efficacemente gli altri. Se, al contrario, si vuole parlare di una scuola sana e sicura, è fondamentale occuparsi del benessere dell’intera comunità – studenti, insegnanti e specialisti. Ecco perché per il 24% degli intervistati risulta fondamentale migliorare la collaborazione tra scuola e famiglia per assicurare un ambiente sicuro e sereno per i figli.

Informazioni sullo studio:

Lo studio, condotto a febbraio da Novakid, una scuola di lingua inglese per bambini dai 4 ai 12 anni, è stato effettuato su 1.500 partecipanti in Polonia, Romania, Turchia, Italia e Israele.

Incarichi di presidenza, invio delle conferme dal 6 al 26 maggio 2025

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

La Direttiva del 27 marzo 2025 prevede che gli incarichi di presidenza già conferiti negli anni precedenti sono confermati, a domanda, per l’a.s. 2025/26, sui posti residuati dopo eventuali nomine in ruolo e autorizzazioni all’accoglimento di istanze di riammissione e trattenimento in servizio.

Qualora si verifichi una riduzione dei posti disponibili rispetto al numero degli aspiranti alla conferma sul posto ricoperto nell’anno scolastico 2024-2025, gli stessi possono essere assegnati ad altra scuola o istituto nell’ambito della regione.

Presentazione della domanda

Gli aspiranti alla conferma dell’incarico devono presentare domanda, con modalità telematica, all’Ufficio scolastico regionale – Ambito territoriale della provincia in cui hanno la sede di servizio in qualità di preside incaricato nel corrente anno scolastico, nel periodo dal 6 maggio al 26 maggio 2025. Nella domanda devono essere indicati il punteggio conseguito nella graduatoria per il conferimento degli incarichi di presidenza relativo all’anno scolastico 2005-2006, le sedi preferite e le istituzioni scolastiche presso le quali gli aspiranti chiedono di essere assegnati, nonché il possesso di eventuali titoli di precedenza nella scelta della sede.

Indicazione della preferenza

Deve, inoltre, essere espressamente indicata l’eventuale preferenza ad essere prioritariamente confermati nella sede di servizio occupata nell’anno scolastico 2024-2025, ove disponibile, ovvero ad essere assegnati ad altra sede. Gli interessati, nel caso di mancanza di sedi nella provincia di appartenenza, devono dichiarare la propria eventuale disponibilità ad essere assegnati presso istituti disponibili in altra provincia della regione, indicando, nell’ordine, le province nell’ambito delle quali gli stessi chiedono di essere assegnati.

Gli aspiranti che abbiano chiesto di permanere nella stessa scuola o istituto in cui ricoprano l’incarico di presidenza nell’anno scolastico in corso, qualora, in relazione ai posti disponibili, rientrino nel novero di coloro che abbiano titolo alla conferma secondo la graduatoria formulata in base al punteggio attribuito nell’anno scolastico 2005-2006 e sia disponibile la sede di cui trattasi, sono confermati nel medesimo incarico, per garantire la continuità di direzione.

LA DIRETTIVA

Procedura selettiva per incaricati di funzioni ispettive e concorso DT. Opportunità per chi vuole diventare Dirigente tecnico

da Tuttoscuola

L’attuale organico dei dirigenti tecnici con funzioni ispettive è di 179 posti, dei quali 145 saranno coperti dai vincitori dell’attuale concorso, ma i restanti 34 posti sono già scoperti per quasi la metà per pensionamento di diversi titolari.

Coprono il fabbisogno di ispettori per le tante azioni di controllo e vigilanza richieste per sovraintendere alle decine di migliaia di scuole statali e paritarie, nonché per l’esigenza di supportare il sistema con competenza e autorevolezza?

Assolutamente no. E questo lo sanno tutti. Lo sa bene anche il ministro Valditara, che a suo tempo aveva ritenuto necessario l’ampliamento dell’organico ad almeno 300 posti. Ma evidentemente il MEF (ecco un soggetto che forse non intende entrare nel merito di queste necessità stringenti per la qualità del sistema di istruzione) non aveva assecondato la proposta. E’ necessario insistere.

La questione dell’ampliamento dell’organico è stata riproposta nei giorni scorsi in Senato in sede di presentazione di emendamenti, riferiti in particolare all’art. 5 del DL 45/2025 (contrasto ai diplomifici): “Il Ministero dell’istruzione e del merito predispone, entro 120 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, un piano di potenziamento dell’organico ispettivo, finalizzato a controlli periodici con cadenza almeno annuale.” 

Se l’emendamento sarà ammesso e approvato, si potrebbero aprire interessanti prospettive per i candidati del concorso a DT.

Difficilmente comunque il fabbisogno ispettivo potrà essere coperto solo dai vincitori del nuovo concorso. C’è un contingente di professionisti che in questi ultimi anni ha “tirato la carretta” ispettiva mentre l’organico di dirigenti tecnici di ruolo in servizio si assottigliava fino quasi all’estinzione.

Ci riferiamo al personale con funzioni tecniche già operante nell’amministrazione con contratti a termine. Molti di loro hanno compiuto le ispezioni del piano “anti-diplomifici” che hanno portato alla revoca della parità per diversi istituti. Provvedimenti oggetto ora in molti casi di ricorsi, per i quali le competenze di questi funzionari può essere determinante. Come lo è in generale il patrimonio di esperienza da loro accumulato sul campo, di cui l’amministrazione ha semplicemente bisogno. Come lo è in generale il patrimonio di esperienza da loro accumulato sul campo, di cui l’amministrazione ha semplicemente bisogno.

Qualcosa si muove a riguardo in Parlamento. Due emendamenti identici (9.1 e 9.2), presentati da senatori della maggioranza in sede di conversione del decreto-legge 45/2025, rilanciano un identico emendamento inserito e poi ritirato nel decreto milleproroghe di inizio anno, relativamente ad una procedura selettiva per titoli e colloquio riservata a incaricati di funzioni ispettive che consentirà l’immissione nei ruoli di dirigente tecnico.

Alla procedura potrà partecipare chi, attualmente in servizio, ha prestato almeno un anno di incarico di funzioni ispettive nell’ultimo quinquennio. Il colloquio consisterà in una prova orale di tipo esperienziale, che si intende superata con un punteggio minimo di 6/10 o equivalente.

Il decreto ministeriale per questa procedura straordinaria dovrà essere pubblicato entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge 45.

La precedente relazione illustrativa di accompagnamento dell’emendamento al “Milleproroghe” precisava che al termine della procedura, i candidati sarebbero stati inseriti in coda alla graduatoria dei vincitori dell’attuale concorso per dirigenti tecnici.

Pertanto, i candidati che supereranno la procedura comparativa in argomento dovrebbero essere assunti dopo i vincitori del concorso per dirigenti tecnici, e, comunque, prima degli idonei del medesimo concorso.

Per i candidati del concorso ispettivo ordinario c’è, dunque, una ragione in più per ottenere un risultato che, oltre ad essere positivo per entrare nella graduatoria di merito, li collochi tra i vincitori.

E’ essenziale prepararsi al meglio al concorso per giocarsi tutte le carte.

Tuttoscuola mette a disposizione due corsi di alto livello, uno per la preparazione di base e uno specifico per affrontare al meglio la prova preselettiva del concorso per la dirigenza tecnica, con la risposta a quesiti.

Qui tutte le informazioni, con sconti straordinari fino al 12 maggio 2025: https://www.tuttoscuola.com/prodotto/concorso-dirigenza-tecnica-2025-preparazione-alla-prova-preselettiva-da-fare/

Compiti a casa. A chi spetta decidere se e quanti?

da Tuttoscuola

Nella circolare riguardante i compiti a casa, materia da sempre controversa e oggetto di ricorrenti polemiche, indirizzata ai dirigenti scolastici, il ministro Valditara si rivolge di fatto agli insegnanti. Entrando nel merito del loro lavoro, fa notare che “si può garantire una più equilibrata distribuzione delle verifiche durante la settimana, evitando che i carichi di lavoro per gli studenti siano troppo condensati e gravosi”.

Lo poteva fare? Oppure è andato oltre le sue competenze, invadendo un ambito di esclusiva pertinenza dei docenti, come gli hanno subito contestato i sindacati (Giuseppe D’Aprile, segretario della Uil Scuola, ha definito l’intervento ministeriale “un atto ingerente” e “un attacco all’autonomia professionale degli insegnanti”, e anche la Flc Cgil in una nota parla di “una vera e propria ingerenza nelle prerogative delle istituzioni scolastiche, nell’autonomia professionale e nella libertà di insegnamento dei singoli docenti”).

Opposta la valutazione di Valentina Aprea, responsabile nazionale del Dipartimento Istruzione di Forza Italia, che ha accolto “con grande favore” la circolare del ministro Valditara, giudicandola “un passo importante verso una scuola più attenta al benessere degli studenti e all’efficacia del lavoro didattico”.

Ma il ministro, torniamo alla domanda, ha agito nell’ambito delle sue competenze, o è andato oltre? La risposta non è semplice, e proveremo a spiegarlo. Stando a quanto si legge nella circolare, non si può parlare di prescrizioni formali, di obblighi per i docenti, perché ad essi viene rivolta la raccomandazione (“si ritiene opportuno raccomandare”) a:

– coordinarsi tra colleghi del team o del consiglio di classe nella programmazione delle prove;
– evitare l’inserimento tardivo di compiti sul registro elettronico, soprattutto la sera prima per il giorno successivo;

– favorire una distribuzione equilibrata delle verifiche e degli esercizi nel corso della settimana;
– utilizzare, oltre al registro elettronico, anche il diario personale degli studenti, per favorire una maggiore autonomia nella gestione degli impegni.

Diciamolo: se ci sono docenti che non si attengono spontaneamente a queste regole di buon senso, meritano di essere richiamati (anche perché quando viene assegnata una valanga di compiti, in molti casi finiscono con il farsene carico i genitori, oggi magari con l’aiuto di ChatGPT, per chi lo sa usare…). Ma allora la questione di fondo è un’altra (purtroppo), e ben nota: come li abbiamo selezionati? E come continuiamo a selezionarli? Come li abbiamo formati, prima e dopo l’entrata in servizio?

E poi: se meritano di essere richiamati, non rientra questo nei compiti di un bravo dirigente scolastico che conosce bene la propria realtà? Se sì, deve essere il vertice politico del sistema di istruzione a ricordarglielo? Allora qualche domanda verrebbe anche su come sono stati scelti i presidi…

Se il ministro ha motivo di pensare che tanti insegnanti non si attengono a certe regole, e che per alcuni dirigenti sia utile essere spalleggiati dal Ministro altrimenti alcuni docenti – magari protetti dai sindacati – fanno come vogliono, allora ha fatto bene a emanare la circolare. Ma la situazione non sarebbe allegra.

Del resto non ci sono norme che impediscono al ministro dell’istruzione di prendere carta e penna e indirizzare inviti o raccomandazioni a quasi un milione di docenti. Ma non è solo una questione di potestà, ma anche di opportunità. Sarebbe opportuno se ogni ministro (negli ultimi 7 anni a viale Trastevere se ne sono alternati 5) specificasse i propri orientamenti su questi aspetti?

Forse l’intento è di tutelare gli studenti. Chi può dirsi contrario, ma sarebbe preoccupante se agli insegnanti italiani lo si dovesse ricordare. Oppure si vogliono compiacere i genitori, i nonni? (parliamo di circa venti milioni di persone). Sarebbe un altro paio di maniche, un’azione di raccolta indiretta di consenso nell’opinione pubblica, dove però gli insegnanti finirebbero per non fare una gran figura. Al di là delle finalità, che non conosciamo, non c’è il rischio così di sminuire la figura del docente (proprio quella di cui si vorrebbe rafforzare il prestigio)? E di sostituirsi al dirigente scolastico, anche qui ridimensionandone il profilo?

Ad ogni modo, se i docenti, o una parte di essi, o anche un singolo insegnante, decidessero di non accogliere queste indicazioni, presentate come detto in forma di “raccomandazioni”, a nostro avviso potrebbero farlo, e non rischierebbero alcuna conseguenza perché agirebbero nell’ambito della loro libertà di insegnamento, sancita dall’art. 33 della Costituzione. La cosa più importante però è che facciano sempre, di caso in caso, quello che è meglio per i loro studenti. Un bravo insegnante sa come.

L’iperattivismo del ministro Valditara

da Tuttoscuola

Nel giro di poche settimane, con una ulteriore accelerazione nell’ultima, il ministro Valditara ha aperto numerosi fronti, sui quali sembra poco disposto a effettuare mediazioni, anche perché alcuni dei provvedimenti varati sono esecutivi (per esempio i decreti per l’attivazione dei corsi di specializzazione sul sostegno o la circolare sulla limitazione dei compiti a casa), mentre su altri – come il disegno di legge sull’educazione sessuale o quello per la tutela del personale docente e dei dirigenti scolastici, che prevede l’arresto in flagranza in caso di aggressioni con lesioni da parte di adulti – appare deciso a procedere con poche concessioni alle opposizioni, nella convinzione di avere un ampio sostegno popolare nel merito di tali provvedimenti.

Il decisionismo del ministro Valditara, accentuatosi negli ultimi tempi, non è peraltro una sorpresa, visto che già all’esordio della sua esperienza ministeriale la sua prima disposizione fu quella di cambiare la storica denominazione del Ministero dell’Istruzione aggiungendovi le parole “e del merito”, e che tra le prime rilevanti prese di posizione politico-culturali ci fu quella di dichiararsi anti-gentiliano e anti-fascista.

Per quanto riguarda gli ordinamenti Valditara ha preso due decisioni importanti: la prima è la scommessa sul successo degli ITS Academy e del modello 4+2 come alternativa ai percorsi liceali, con la rivalutazione dell’istruzione professionale e tecnica (ma resta aperto il problema del rilancio degli Istituti tecnici quinquennali), presentata anche come via maestra per valorizzare tutti i “talenti”, anche quelli che si esprimono meglio nelle attività pratiche, in un’ottica di forte personalizzazione dei percorsi di apprendimento. Obiettivo che cerca di far crescere un punto debole del sistema formativo, ma complesso e tutto da verificare negli esiti concreti.

La seconda decisione è stata quella di procedere alla revisione delle “Indicazioni Nazionali” del 2012-2018 con la nomina della Commissione di esperti presieduta dalla pedagogista Loredana Perla, che ha prodotto un documento di base sul quale è in corso un vasto dibattito al quale Tuttoscuola sta dedicando grande attenzione attraverso webinar sul sito e il numero di aprile della rivista mensile. Quanta disponibilità vi sia su questo versante ad accogliere proposte di miglioramento e a valutare punti di vista diversi lo si capirà presto. La sensazione è che il ministro voglia tirar dritto e accelerare la fase di implementazione del nuovo testo. Ma potremmo sempre essere smentiti.

Delibera ANAC 7 maggio 2025, n. 192

Oggetto: Attestazioni OIV, o strutture con funzioni analoghe, sull’assolvimento degli obblighi di pubblicazione riferiti all’annualità 2024

Nota 7 maggio 2025, AOOGABMI 69589

Ministero dell’Istruzione e del Merito
Unità di missione del Piano nazionale di ripresa e resilienza

PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA
MISSIONE 4: ISTRUZIONE E RICERCA
Componente 1 – Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle Università
Investimento 2.1: Didattica digitale integrata e formazione sulla transizione digitale del personale scolastico
Azioni di coinvolgimento degli Animatori digitali 2022-2024

Alle Istituzioni scolastiche beneficiarie delle risorse relative alle “Azioni di coinvolgimento degli Animatori digitali 2022-2024”
c.a. Dirigente scolastico
c.a. Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi
E, p.c., Agli Uffici scolastici regionali
c.a. Direttori generali
Ai Revisori dei conti per il tramite dell’istituzione scolastica

OGGETTO: Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Investimento M4C1I2.1 “Didattica digitale integrata e formazione sulla transizione digitale del personale scolastico”. Progetto in essere del PNRR per gli anni scolastici 2022-2023 e 2023-2024. Articolo 1, comma 512, della legge 30 dicembre 2020, n. 178. Decreto del Ministro dell’istruzione 11 agosto 2022, n. 222, articolo 2. Azioni di coinvolgimento degli animatori digitali –Differimento scadenza della rendicontazione.

Nota 7 maggio 2025, AOODGTVET 954

Ministero dell’ i struzione e del merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per l’istruzione tecnica e professionale e per la formazione tecnica superiore

Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali LORO SEDI
A tutte le Istituzioni di istruzione secondaria di secondo grado del territorio
e p.c. Al Direttore Generale di Innova Camera Azienda Speciale della C.C.I.A.A. di Roma Massimiliano Colella SEDE

OGGETTO: Manifestazione “Maker Faire Rome – The European Edition 2025” – Call for Schools 2025 – Invito alle scuole per la presentazione di progetti innovativi

Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 104

104 del 07-05-2025

Decreto-legge Pubbliche Amministrazioni

Legge 9 maggio 2025, n. 69
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 marzo 2025, n. 25, recante disposizioni urgenti in materia di reclutamento e funzionalità delle pubbliche amministrazioni
(GU Serie Generale n.109 del 13-05-2025 – Suppl. Ordinario n. 16)


Il 7 maggio, con 99 voti favorevoli, 70 contrari e due astensioni, l’Aula del Senato ha rinnovato la fiducia al Governo approvando in via definitiva il ddl di conversione in legge, con modificazioni, del d-l n. 25 in materia di reclutamento e funzionalità delle pubbliche amministrazioni (A.S. 1468). 

Il 6 maggio, l’Aula del Senato avvia la discussione del disegno di legge A.C. 1468 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 marzo 2025, n. 25, recante disposizioni urgenti in materia di reclutamento e funzionalità delle pubbliche amministrazioni, già approvato dalla Camera dei deputati, senza la relazione delle Commissioni riunite 1a e 10a.

Il 29 aprile nelle Commissioni riunite 1a e 10a è previsto l’avvio dell’esame del disegno di legge di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 marzo 2025, n. 25, recante disposizioni urgenti in materia di reclutamento e funzionalità delle pubbliche amministrazioni (A.S. 1468), approvato dalla Camera il 23 aprile.

Il 23 aprile l’Aula della Camera, con 188 voti favorevoli e 87 voti contrari, ha votato la questione di fiducia posta dal Governo sull’approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell’articolo unico del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 marzo 2025, n. 25, recante disposizioni urgenti in materia di reclutamento e funzionalità delle pubbliche amministrazioni (A.C. 2308-A), nel testo delle Commissioni, comprensivo dell’errata corrige, sul quale il Governo aveva posto la fiducia che è stata approvata con 188 voti favorevoli e 87 voti contrari. Il provvedimento passa all’esame dell’altro ramo del Parlamento.

Il 17 aprile le Commissioni riunite I Affari costituzionali e XI Lavoro della Camera hanno concluso l’esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 25/2025, recante Disposizioni urgenti in materia di reclutamento e funzionalità delle pubbliche amministrazioni (C. 2308 Governo), conferendo il mandato ai relatori a riferire favorevolmente in Assemblea.

Nell’ambito dell’esame del Decreto-Legge “PA”, sono state approvate significative misure finalizzate a rafforzare il sistema scolastico nazionale attraverso interventi concreti in materia di welfare del personale, edilizia scolastica e reclutamento dei docenti.

“Continuiamo il nostro percorso di investimento nella scuola italiana. Stanziamo ulteriori risorse per aumentare la quota dei rimborsi che andranno al personale scolastico per le prestazioni sanitarie coperte dalla nuova assicurazione, la prima del suo genere per il settore. Costituiamo un fondo straordinario per gli interventi d’urgenza per rendere più sicure le nostre scuole. Apriamo a nuove assunzioni di docenti di religione, superando i limiti particolarmente penalizzanti del turn over. Questi interventi confermano l’attenzione del Governo e della maggioranza per chi ogni giorno lavora per il futuro dei nostri giovani”, ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.

Nello specifico, il Ministero dell’Istruzione e del Merito stanzia ulteriori 40 milioni di euro per il finanziamento dell’assicurazione integrativa sanitaria per il personale scolastico. Questa misura consentirà di ampliare i rimborsi delle prestazioni sanitarie previste dalla copertura assicurativa, grazie a uno stanziamento complessivo annuo di 65 milioni di euro.

Al fine di rispondere tempestivamente alle esigenze degli enti locali in materia di edilizia scolastica, è stato inoltre istituito un fondo specifico, con una dotazione iniziale di 20 milioni di euro, destinato agli interventi di manutenzione indifferibili e urgenti, non finanziabili attraverso le risorse ordinarie o i fondi del PNRR.

Si interviene poi sul reclutamento degli insegnanti di religione cattolica, superando il vincolo del turn over e consentendo l’immissione in ruolo a tempo indeterminato di un numero adeguato di docenti per il prossimo anno scolastico. La disposizione si inserisce in un più ampio percorso di riforma, già avviato con l’adozione di nuove regole per il reclutamento e l’avvio di due distinti concorsi, uno dei quali specificamente rivolto ai docenti precari, attualmente in fase di svolgimento.

In materia di governance del sistema scolastico, è stato approvato anche un emendamento che prevede l’incremento di tre unità dei componenti del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI), individuati tra i rappresentanti delle associazioni dei genitori. Si rafforza così il ruolo delle famiglie all’interno dell’organo consultivo del Ministero, garantendo una più ampia rappresentanza delle istanze educative provenienti dalla comunità scolastica.


Il Consiglio dei ministri, nel corso della riunione del 19 febbraio 2025, ha approvato un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti in materia di reclutamento e funzionalità delle pubbliche amministrazioni.

Il provvedimento si articola in tre parti: reclutamento, organizzazione e funzionalità, per rispondere in modo concreto alle esigenze delle amministrazioni e rafforzare il rapporto con utenti, cittadini e imprese. 

Le nuove norme prevedono, tra l’altro, la possibilità per regioni, province, città metropolitane ed enti locali di assumere, come funzionari, diplomati degli Istituti tecnologici superiori (ITS Academy), con l’obiettivo di attrarre le nuove generazioni al settore pubblico e, allo stesso tempo, dotare le amministrazioni di personale tecnico qualificato. I giovani, assunti a tempo determinato, potranno proseguire il loro percorso professionale dopo aver conseguito la laurea e una valutazione positiva del lavoro svolto. Per sostenere il percorso formativo, attraverso la stipula di un protocollo d’intesa tra le amministrazioni coinvolte e il Dipartimento della funzione pubblica, gli interessati potranno ottenere un contributo economico grazie al progetto “PA 110 e lode”.

Inoltre, per garantire una maggiore efficienza nello svolgimento dei concorsi e assumere profili sempre più qualificati, si prevede un rafforzamento delle competenze della Commissione RIPAM, a cui è affidata la fase di selezione del personale pubblico, con esclusione espressa delle procedure concorsuali già in corso; si chiarisce la disciplina in merito all’utilizzo delle graduatorie vigenti; si stabilisce che, per contenere gli effetti derivanti dal turnover, per le graduatorie del 2024 e del 2025 è sospesa l’applicazione della norma “taglia idonei”.

Per rafforzare la capacità amministrativa degli enti locali, si riassegnano le risorse già stanziate e non utilizzate dai comuni che hanno fatto domanda per accedere al contributo relativo alla spesa da sostenere per i Segretari comunali. Inoltre, sono previste misure specifiche in materia di personale nei territori colpiti dal sisma del 2009 e del 2016 e per quelli dell’Emilia Romagna, Marche e Toscana colpiti dagli eventi alluvionali verificatisi da maggio 2023.

Infine, si prevede una graduale armonizzazione dei trattamenti economici accessori delle amministrazioni centrali.


Nell’ambito del decreto-legge in materia di pubbliche amministrazioni, licenziato dal Consiglio dei Ministri odierno, è stata approvata una misura volta a finanziare, con risorse statali, forme di assistenza sanitaria integrativa a beneficio del personale della scuola, circa un milione di lavoratori.

“Oggi scriviamo un altro capitolo importante di una stagione di riforme che ha come obiettivo la valorizzazione del personale scolastico. Si tratta della prima assicurazione sanitaria integrativa, una misura che abbiamo fortemente voluto a beneficio dei lavoratori di un settore che riteniamo strategico per il futuro del nostro Paese”, così il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.

La misura si avvale di un rilevante impegno finanziario del Ministero dell’Istruzione e del Merito, pari a 220 milioni di euro in 5 anni, reso possibile grazie al corrispondente incremento di risorse di cui ha beneficiato il settore della scuola nell’ultima Legge di Bilancio.

Tali risorse saranno messe nella disponibilità della contrattazione collettiva, peraltro di imminente avvio, in modo che siano definite in tale sede, e dunque in pieno accordo con le rappresentanze sindacali, le modalità di fruizione nonché la stessa individuazione del pacchetto di prestazioni e servizi sanitari coperti dall’assicurazione sanitaria integrativa.

Sulla base delle risorse messe a disposizione, e della proiezione del loro impatto in ragione della platea considerata, è possibile stimare che si riescano ad erogare prestazioni e servizi sanitari per un controvalore di oltre 3 mila euro all’anno per ogni beneficiario.