Iscrizioni scuola 2020: nella scelta dell’istituto 1 genitore su 3 bada al profilo dei compagni di classe dei figli

da Tuttoscuola

Sulla scia delle polemiche che hanno riguardato una scuola di Roma tacciata di classismo, Skuola.net ha voluto indagare quanto effettivamente conti per le famiglie l’ambiente socio-economico quando si tratta di scegliere dove mandare i propri figli. E, nonostante l’opinione pubblica si sia indignata compatta davanti alla distinzione – basata sul reddito – fatta dall’istituto nella sua presentazione online (testo poi cancellato dal sito web della scuola), da quanto emerge da un sondaggio condotto in queste ore da Skuola.net, su un campione di 500 genitori di ragazzi frequentanti la scuola dell’obbligo, più 1 su 3, nel momento di formalizzare l’iscrizione, sembra aver badato in modo tutt’altro che superficiale alla composizione demografica disegnata dai singoli istituti.

E’ infatti il 35% dei genitori intervistati ad ammettere di essersi lasciato in larga parte condizionare dai dati forniti dalla scuola sul reddito delle famiglie degli alunni frequentanti; percentuale che sale ulteriormente se ci si sofferma sui genitori che dicono di avere una condizione economica molto agiata. A questi si aggiunge un 22% che si è fatto influenzare solo in parte da questo dettaglio. Solo il 43% del campione, invece, sostiene che nella scelta della scuola la condizione economica delle altre famiglie non abbia influito per niente nella decisione finale sull’istituto giusto.

Ma la selezione della scuola perfetta non è legata solo allo status economico e sociale, perché le stesse percentuali si sono ripetute anche quando alle mamme e ai papà è stato chiesto se la presenza, o meglio l’assenza, di ragazzi stranieri abbia avuto un ruolo nella scelta: ebbene, circa il 30% circa ha risposto in modo affermativo.

Alla deriva discriminatoria delle famiglie non sfuggono neanche gli studenti con disabilità o con semplici difficoltà nell’apprendimento, visto che il 25% degli intervistati, prima di inviare l’iscrizione ha dato un’occhiata alla percentuale di questo tipo di alunni nella futura scuola del figlio.

A fronte di queste risposte non stupisce, quindi, che il 39% dei genitori intervistati abbia passato al setaccio il cosiddetto RAV, il rapporto di autovalutazione che ogni istituto deve compilare e nel quale tutte le scuole hanno il dovere di segnalare la composizione della propria popolazione studentesca. Ecco perché il 31% afferma sia giusto esporre all’interno del RAV moltissime informazioni personali sulle famiglie e sugli alunni frequentanti.

La scuola che sogniamo: o è anche digitale o non è

da Tuttoscuola

Di Daniela Di Donato

Se dovessimo scegliere quale sia la caratteristica più importante, che dovrebbe avere la scuola, quale sceglieremmo? Forse dovremmo prima rispondere a questa domanda: a che cosa serve la scuola? La pongo spesso ai colleghi negli incontri di formazione, come attività rompighiaccio, prima di lavorare e confrontarci sulla didattica, la relazione educativa, la valutazione, l’uso delle tecnologie in classe. Nell’ultimo anno, l’ho chiesto a più di 1200 insegnanti, in tutta Italia: da Asiago a Corleone, da Rovereto a San Marco Dei Cavoti, passando per Roma, Prato e tante altre scuole del territorio. Mi stupisce sempre che, anche in contesti che mi aspetterei più legati alla tradizione pedagogica della lezione frontale o ad una didattica molto disciplinare, quando chiedo di scegliere tre parole per descrivere a che cosa serva la scuola, i termini non sono mai collegati esclusivamente ad una disciplina. Naturalmente per raccogliere le parole uso una app digitale (Mentimeter), che mi consente poi di guardare i dati con occhio critico e confrontarli tra loro. Nessuno ha mai scritto “imparare la matematica” o “comunicare in italiano”. In ordine di frequenza, le parole più scelte sono: rispetto, autonomia, collaborazione e pensiero critico. Anche io, probabilmente, inserirei le stesse.

La prima volta che ho sfidato i colleghi sul tema della scuola che vorrei, mi è venuto spontaneo proseguire l’indagine e chiedere: se questi sono gli obiettivi della scuola che pensate, che cosa state facendo per raggiungerli? Come si costruisce una scuola in cui si impari (e si insegni) rispetto, autonomia, collaborazione e pensiero critico?

Nella scuola italiana, ancora molto disciplinare e regolata da norme che scandiscono il tempo (orari delle lezioni, orario d’ingresso e d’uscita), abilitano gli spazi (l’aula, i corridoi, la biblioteca, la palestra…), organizzano i saperi (matematica, scienze, filosofia, italiano, storia…) dove e come si insegnano rispetto e autonomia?

Se il digitale ha provato a modificare qualcosa, è proprio l’organizzazione della scuola: l’aula non è più solo quella delle quattro pareti e della cattedra e il tempo non si limita al ritmo delle ore scandito dal suono della campanella. Gli ambienti di apprendimento si sono moltiplicati, il tempo si è dilatato superando l’orario di uscita o di entrata in classe, le discipline si sono trovate ad intrecciarsi tra loro, un po’ come era auspicato dal Consiglio d’Europa quando nel 2018, rinnovando il contenuto e le denominazioni delle Competenze chiave per l’apprendimento permanente, ha inserito accanto a leggere e scrivere anche il digitale, come una delle tre competenze di base. Le didattiche che hanno incluso felicemente il digitale come un nuovo spazio di apprendimento e una sfida metodologica, ci hanno liberato dal considerarlo solo uno strumento, al pari del libro o della lavagna. Le tecnologie, che ci consentono di accedere alla rete e al mondo globale, liquido e complesso del web, sono veri e propri dispositivi culturali, e tutti se ne servono quotidianamente per molte loro attività, dovunque e a qualsiasi ora, tranne che a scuola. La scuola digitale non c’è ancora perché non abbiamo ancora accettato l’idea che il digitale nella scuola sia entrato lo stesso, nonostante le resistenze dei docenti. Si trova nelle tasche dei nostri studenti di ogni età, sulle nostre scrivanie affollate di libri e compiti da correggere, nelle nostre borse insieme a libri, penne e carte varie, talvolta ai nostri polsi.

Abbiamo parlato della scuola digitale nell’inserto de La scuola che sogniamo pubblicato nel numero di gennaio di Tuttoscuola

La scuola digitale è il modello che abbiamo presentato nel mese di gennaio all’interno del nostro progetto “La scuola che sogniamo”.

Nell’inserto pubblicato all’interno del numero 598 gennaio di Tuttoscuola, oltre a questo articolo di Italo Fiorin troverai i seguenti approfondimenti sulla scuola digitale:

– La scuola o è anche digitale o non è, di Daniela Di Donato
– Una didattica che si schianta e i docenti … col vinile!, di Maria Emilia Cremonesi
– Vademecum cercasi
– Come nasce una scuola differente, di Giovanna Griffini
– Il segreto? La motivazione, intervista alla DS, Stefania Strignano
– Va integrata la didattica, di Francesca Testa
– Ma ci vuole tanta passione

Perché scegliere il liceo classico: se scomparisse ci faremmo solo del male

da Tuttoscuola

L’ex ministro dell’Istruzione, Luigi Berlinguer, reputava il classico un liceo nozionistico, da svecchiare e alleggerire. Per non parlare di Andrea Ichino che lo accusava, nell’ambito del processo messo in scena nel 2014, di essere figlio “della riforma Gentile, la più fascista delle riforme” che voleva creare una scuola di élite bloccando l’ingresso alle classi svantaggiate. Secondo lui occorreva pensare a un riequilibrio. L’economista, in particolare, proponeva una liceo “alla carte”, che avrebbe dato agli studenti la possibilità di scegliere un po’ alla volta quali corsi frequentare.

Il rilancio del liceo classico – Molti sostenitori ne apprezzano, invece, metodo e organizzazione: “allena capacità di concentrazione e di astrazione, padronanza della lingua. Mentre quel meccanismo di logica e rigore che è la traduzione – sostiene Massimo Cazzulo, grecista e docente al classico Tito Livio di Milano – costituisce un esercizio mentale e cognitivo unico. E questo spiega perché gli studenti che escono dal classico ottengono risultati eccellenti anche in materie molto lontane dalla classicità”.  Secondo Ivano Dionigi poi, presidente di Almalaurea, le critiche al classico nascono esclusivamente dall’esterno: secondo i dati di Almadiploma, chi lo ha scelto nel 74% dei casi lo rifarebbe. “Con un’adeguata e necessaria iniezione di matematica e discipline scientifiche nel classico – continua Dionigi – i segni più della nostra indagine si estenderebbero e affermerebbero in tutti gli indicatori”. E continueremmo ad avere la miglior scuola d’Europa e d’Oltreoceano.

Attualizziamo il liceo classico – “Il liceo classico rappresenta un patrimonio culturale e pedagogico che il mondo ci invidia – afferma a Tuttoscuola la preside del liceo Virgilio di Roma, Irene Baldriga – Le grandi università angloamericane valorizzano i ragazzi che si sono formati nel liceo classico italiano, ne apprezzano la profondità, la capacità di interpretare i linguaggi, la particolare inclinazione a leggere e penetrare le strutture della complessità. E’ giusto preservare questa tradizione, anche se ritengo necessario operare qualche adattamento: attualizzare il liceo classico significa tutelarne l’identità senza timore di aprirsi maggiormente al mondo, alle grandi questioni del presente. L’impegno della traduzione costituisce uno sforzo esportabile e niente affatto blindato: esso offre un approccio alla dimensione del tempo e della comunicazione che può convergere nelle digital humanities, nel coding, in una ben più estesa riflessione sui linguaggi, a tutti livelli“. “La scuola dell’autonomia oggi consente di declinare l’offerta del liceo classico – continua ancora la preside – accompagnando i giovani con metodologie laboratoriali e strumenti didattici accattivanti, proponendo strategie di confronto tra discipline, incontri con il territorio e rendendo più concreto e significativo l’apprendimento, andando incontro cioè alle aspettative e ai bisogni di studenti che chiedono una partecipazione costante“.

Salvate il liceo classico, ecco come Per un rilancio credibile del liceo classico bisogna agire su due fronti complementari: quello della domanda e quello dell’offerta. E’ tempo di pensare alle iscrizioni, occorre far sapere ai ragazzi di terza media e ai loro genitori che vale la pena accettare la sfida di una scelta che richiede molto impegno ma che lo restituisce sotto forma di successo personale. I risultati di Almalaurea ne sono la prova. E poi non semplificare e sostituire, ma potenziare e aggiungere, come suggerisce pure Dionigi. L’offerta del liceo classico deve mantenere i fondamentali, aprirsi alla matematica e alle discipline scientifiche, ampliando il tempo del servizio.

Sergio Govi e Serena Rosticci

Adeguamento alla normativa antincendio

Azzolina: “On line il bando per l’adeguamento delle scuole alla normativa antincendio. Sono 98 i milioni a disposizione”. Ascani: “Stiamo liberando rapidamente le risorse per l’edilizia scolastica”

Pubblicato il bando che stanzia 98 milioni di euro per l’adeguamento delle scuole alla normativa antincendio.

“Quelle stanziate sono risorse importanti per la sicurezza dei ragazzi e del personale – sottolinea la Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, nel dare l’annuncio dello stanziamento -. Dobbiamo proseguire a stanziare rapidamente tutte le risorse che abbiamo a disposizione”.

“Avevamo promesso che avremmo liberato queste risorse in tempi rapidi, – dichiara la Vice Ministra Anna Ascani – così è stato. Grazie a questi fondi, siamo impegnati, insieme agli enti locali proprietari degli edifici scolastici, a rendere sicure le nostre scuole. In questi mesi stiamo lavorando su più piani di finanziamento, ci stiamo occupando di adeguamento sismico, efficientamento energetico, verifiche preventive per evitare crolli di solai e controsoffitti. Non vogliamo tralasciare nessun aspetto. Vogliamo assicurare a ogni studente la migliore formazione possibile. E garantire edifici sicuri a giovani, famiglie e comunità scolastiche”.

Gli enti locali potranno presentare le proprie candidature fino alle 15.00 del 27 febbraio 2020. I Comuni potranno avere, per le scuole del primo ciclo, un contributo massimo di 70.000 euro, mentre le Province e le Città metropolitane, per gli istituti del secondo ciclo, potranno ottenere un contributo fino a 100.000 euro.

La selezione delle candidature avverrà sulla base di criteri precisi: vetustà degli edifici; numero di studenti presenti nell’edificio scolastico; livello previsto di adeguamento alla normativa antincendio che si intende conseguire con il contributo richiesto; eventuale quota di cofinanziamento.

In allegato, la tabella con il riparto regionale.

RegioneRiparto
ABRUZZOEuro 3.178.771,61
BASILICATAEuro 1.869.560,81
CALABRIAEuro 5.334.524,29
CAMPANIAEuro 9.868.234,90
EMILIA-ROMAGNAEuro 6.250.008,86
FRIULI-VENEZIA G.Euro 2.428.201,75
LAZIOEuro 8.080.604,92
LIGURIAEuro 2.182.508,95
LOMBARDIAEuro 12.859.377,54
MARCHEEuro 3.065.187,27
MOLISEEuro 1.069.275,69
PIEMONTEEuro 6.619.181,33
PUGLIAEuro 6.515.433,24
SARDEGNAEuro 3.369.693,63
SICILIAEuro 9.052.675,36
TOSCANAEuro 5.976.706,36
UMBRIAEuro 2.176.248,00
VALLE D’AOSTAEuro 525.465,02
VENETOEuro 7.578.340,47
TOTALEEuro 98.000.000,00

Ambienti innovativi in Sardegna

Scuola digitale, Azzolina: “640mila euro per la realizzazione di ambienti innovativi in istituti della Sardegna”

In arrivo 640.000 euro per la realizzazione di ambienti didattici innovativi in 32 istituzioni scolastiche della Sardegna: a dare l’annuncio è la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. Si tratta di fondi residui che derivano dalla quota premiale della programmazione PON 2007-2013.

“In questi giorni stiamo lavorando per fare una ricognizione di tutte le risorse a disposizione del nostro Ministero, vogliamo utilizzare fino all’ultimo euro. Soprattutto vogliamo investire sull’innovazione didattica, che è fondamentale per il rilancio del nostro sistema di istruzione”, sottolinea la Ministra Lucia Azzolina.

“La scuola italiana è una grande comunità scientifica. Lavoreremo costantemente affinché possa disporre di tutte le risorse e gli strumenti di cui ha bisogno per esprimere le proprie straordinarie potenzialità. Metteremo sempre al centro gli studenti. L’assegnazione di questi fondi è un importante risultato per gli istituti della Sardegna e un positivo segnale per tutta la scuola italiana” dichiara la Ministra.

I fondi sono assegnati sulla base dello scorrimento di una graduatoria nazionale relativa al Piano Nazionale per la Scuola Digitale per la realizzazione di ambienti di apprendimento innovativi. Con l’obiettivo di integrare, dove possibile, risorse nazionali e fondi strutturali, nell’ottica di una proficua sinergia. Questa scelta consente di massimizzare gli interventi a favore delle scuole e rispondere alle loro esigenze. Le istituzioni finanziate potranno avere dotazioni tecnologiche innovative per l’utilizzo in ambito didattico della realtà virtuale e aumentata, della robotica educativa, della stampa 3d. Il finanziamento contribuisce a diffondere nelle scuole un nuovo modello di aula didattica attraverso arredi e dispositivi che favoriscono lo sviluppo e il potenziamento delle metodologie didattiche innovative.

“L’assegnazione di questi fondi – dichiara la Vice Ministra Anna Ascani – dimostra che non solo vogliamo attrarre nuove risorse sulla scuola, ma non vogliamo neanche disperdere un euro quando si tratta dell’educazione dei nostri ragazzi. Gli studenti sardi potranno avere ambienti didattici innovativi e all’avanguardia. È nostro dovere offrire ai giovani una formazione di qualità e al passo con i tempi”.

Accoglimento ricorso appello Consiglio di Stato abilitati in Romania

ABILITAZIONE IN ROMANIA. IL CONSIGLIO DI STATO ACCOGLIE IL RICORSO DEGLI ABILITATI IN ROMANIA RITENENDO ACQUISITE LE COMPETENZE PER L’ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE DI INSEGNANTE: SOSPESA LA SENTENZA DI RIGETTO DEL TAR LAZIO SEZ.III BIS N 11774/2019

Di particolare importanza la ordinanza n.92/2020 di accoglimento della Sesta Sezione del Consiglio di Stato, a seguito dell’appello patrocinato dall’Avv. Maurizio Danza del Foro di Roma, a favore degli abilitati in Romaniache ha sospeso la sentenza breve di rigetto n.11774/2019 emanata dal Tar Lazio Sez. III Bis a favore di quasi 500 abilitati all’insegnamento in Romania.

In particolare il ricorso era stato presentato per la riforma della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio ad oggetto l’ Annullamento, previa sospensione dell’efficacia , dell’ avviso MIUR n. 5636/2019 del 2 aprile 2019 ; del rigetto delle istanze dei ricorrenti finalizzate al riconoscimento della abilitazione conseguita in Romania nella parte in cui il MIUR assumeva che i titoli denominati “…Nivel I e Nivel II” conseguiti dai cittadini italiani in Romania non soddisfacevano i requisiti giuridici per il riconoscimento della qualifica professionale di docente ai sensi della Direttiva 2005/36/CE e successive modifiche ;

Con tale ricorso la difesa aveva impugnato altresì i decreti individuali di rigetto comunicati ai ricorrenti a mezzo email, conseguenza diretta dell’avviso n.5636 del 2 aprile 2019 nella parte in cui lo richiamano espressamente e i decreti di depennamento e di avvio del procedimento di esclusione dei ricorrenti dalle procedure concorsuali riservate di cui al D.D.G. n.85/2018, disposti dagli Uffici Scolastici Regionali sulla base dell’avviso n 5636 del 2 aprile 2019.

Contrariamente a quanto disposto dal TAR Lazio con la sentenza impugnata per evidente illegittimità e difetto di istruttoria, il Collegio della Sez.VI del Consiglio di Stato con ordinanza n.92 del 17 gennaio 2020 ha accolto il ricorso dell’Avv. Maurizio Danza sospendendo la sentenza del TAR Lazio sez. III BIS, ravvisando in concreto la sussistenza di apprezzabili esigenze cautelari volte all’accoglimento della istanza di sospensione a tutela dei ricorrenti.

Il Consiglio di Stato in particolare ha motivato l’accoglimento sostenendo che considerato che, all’esito di una delibazione tipica della fase cautelare ed in coerenza ai precedenti da ultimo resi dalla sezione (cfr. in specie ord.za n. 6423 del 2019), sussistono i presupposti per l’accoglimento della domanda cautelare ;  che, secondo quanto già evidenziato dalla sezione in tali precedenti, alla luce della documentazione in atti, gli istanti sembrerebbero – ad una prima deliberazione e nelle more del necessario approfondimento di merito – avere conseguito le certificazioni delle competenze per l’esercizio della professione di insegnante abilitato all’insegnamento in Romania (in particolare il diploma conseguito in Romania che consente di insegnare previo possesso di un titolo di laurea che può essere, naturalmente, secondo i principi del diritto comunitario, conseguito anche in altri Paesi UE);

Ha infine stabilito che le spese dei due gradi del giudizio cautelare vanno compensate.

QUANTUM GREEN ECONOMY

QUANTUM GREEN ECONOMY

di Paolo Manzelli, Egocreanet

La INADEGUATEZZA e la INCOMPLETEZZA de PIL ( Prodotto Interno Lordo) agisce come deterrente della[1] effettiva sostenibilita’ della GREEN-ECONOMY . ,

 Il  PIL è una misura economico-finanziaria del valore quantitativo della produzione e del mercato complessivamente realizzato da una collettività che  non prende in alcuna considerazione i criteri di sviluppo qualitativo della Green Economy basata sulla  circolarita’ dell’ uso delle risorse naturali , e neppure si occupa della transizione verso la utilizzazione di energie non fossili , cosi come nulla dice sulla sua equa -distribuzione sociale della economia in modo che un sistema eco- ecologico divenga capace di un futuro sviluppo per le giovani generazioni .

Come  conseguenza la politica economica indirizzata allo sviluppo della Green Economy dovra modificare le logiche indotte dalla valutazione quantitativa del PIL per favorire un evoluzione culturale e scientifica che tenga conto della futura “Sostenibilita -Green” non limitata alla crescita del PIL , ma vista come misura di un benessere sociale equo-ed eco- sostenibile .

Le finalita economiche e sociali che imprimono una nuova dimensione ecologica ai processi produttivi in una concezione circolare dello sviluppo dovranno pertanto rinnovare anche  i criteri lineari e senza limiti della crescita del profitto permessi dal PIL come indicatore di sviluppo.

Una possibilita’ di rinnovo della economia è stata individuata nella “economia quantica” (1)  un  metodo emergente che applica i criteri della circolarita’ quantistica delle scienze della vita alla riconversione della economia .

(1)- Quantum Economics : https://en.wikipedia.org/wiki/Quantum_economics

La nuova concezione proposta  recentemente da l’ economista/matematico  Canadese David  Orrell vede la moneta come una simulazione dell’ Onda/Particella Quantica. Infatti una Moneta ha una doppia faccia da un lato assume un valore quantitativo come la Frequenza della particella e dall’ altro un valore quantitativo che determina la probabile scelta qualitativa dell’ uso del denaro.

La economia classica  ha perseguito un errore concettuale basato sulla linearita’ del progresso di  sviluppo la quale  non tiene conto della scarsita delle risorse naturali e della limitazione storica delle conoscenze, cosi che l’ andamento nel tempo della economia  si risolve in una crisi perenne che necessita’  una sistematica distruzione del sistema economico come premessa ad una successiva ricotruzione economica e sociale fondata sulla innovazione tecnologica e del sapere.  

Il fondamento di tale errore nasce dal fatto che per la economia Classica il denaro è solo un chip inerte senza proprietà speciali , ed è trattato come un semplice elemento intermedio che può essere scambiato con tutti gli altri oggetti in un’economia di mercato per simulare le antiche transazioni  di baratto. Quindi gli economisti classici studiano solo le transazioni ed ignorano il ruolo specifico del denaro nel dare sviluppo ad una economia

che fonda la sua crescita sulla distribuzione delle ricchezza sulla base del desiderio  di felicita dell’ uomo descritto da Jerremy Bentham nl XVIII sec. In termini di soddisfazione di equita economica e sociale  indicata oggi come FIL ( Felicita Interna Lorda) ( 3 )

(3)- Alessandro Lo Pesti : Destinazione Felicita <https://www.amazon.it/Destinazione-felicit%C3%A0-Alessandro-Lo-Presti/dp/8864665501 >

Oggi la evoluzione strategica  del cambiamento della Green Economy necessita di una economia rinnovata che non sa piu’ limitata alla crescita del profitto ma che differentemente si proponga  di implementare il benessere umano e la equita sociale e di ridurre i rischi economici e sociali causati dall’ inquinamento e dal cambiamento climatico,  mediante un processo di  dematerializzazione della economia finalizzata alla riduzione delle energie fossili che  generano elevate emissioni di CO2 nell’ aria e nell’ acqua.

La Economia Quantica proposta da  David Ornell (2), diventa pertanto una considerevole proposta capace di innestare un profondo cambiamento della strategia della “Green-Economy” , proprio in quanto considera che il “Denaro Quantico” sia trattabile formalmente come una Onda -Particella Quantica il cui valore non viene piu’ ed essere relativo alla quantita di merci , criterio che ha degenerato la economia classica  nella assudita’ di dare ad es. un valore marginale all’aria ed all’ acqua, proprio a causa della loro abbondanza, mentre i diamanti assumo un valore economico elevato, cosa che con tutta evidenza e esattamente contrario alle esigenze dello sviluppo della  Green Economy .

(2) – l DENARO QUANTICO: http://hipcrimevocab.com/2018/12/22/review-and-summary-of-quantum-economics-by-david-orrell/ ; Orrell, David (2018). Quantum Economics: la nuova scienza del denaro . Libri icona. ISBN 978-1785783999.

Questa Importante tematica concettualmente innovativa della “ Quantum Economy “  verra’ proposta e discussa al convegno di EGOCREANET Cluster Sul tema della

<GREEN Cultura 2020>(www.egocrea.net)

Egocreanet ed altri partner organizzerano  infatti il convegno del “27 Marzo 2020” (c/o Consiglio Regionale Toscano  via Cavour 04- Firenze ) il quale  sara’ indirizzato verso una rinnovamento Economico, Culturale , Scientifico ed Artistico, finalizzato a migliorare la qualita’ della vita , nel quadro delle prospettive e opportunita’ future di sostenibilita’ duratura della Green Economy .

Maggiori Informazioni ed Adesioni : Paolo Antonio Manzelli ( (335/6760004) < egocreanet2016@gmail.com> ;

——————————————-

Vedi anche per aderire al Cluster Egocreanet :

https://www.egocrea.net/2019/12/28/adesione-al-cluster-egocreanet/ ,Paolo Antonio Manzelli ( (335/6760004) < egocreanet2016@gmail.com> ;,https://www.egocrea.net/2019/12/28/adesione-al-cluster-egocreanet/ ,

Scuola, la riscossa dei classici: la notte dei licei aperti

da la Repubblica

di ILARIA VENTURI

La riscossa del liceo classico. Crescono le iscrizioni negli ultimi anni – nel 2019 furono il 6,8% rispetto al 6,7% dell’anno precedente – e le scuole dove si studia greco e latino si mettono in mostra. Per una notte. Succederà domani, venerdì 17:  436 istituti celebreranno la sesta edizione della Notte nazionale del liceo classico offrendo al pubblico spettacoli, letture, dibattiti. Con un tema per tutti: la Sentinella dell’Agamennone di Eschilo annunciare la luce di buone notizie.

“Il nome dell’iniziativa può suonare malaugurante, ma diciamo che la “notte” vuole preludere a un’alba” commenta Federico Condello, filologo e grecista dell’università di Bologna, autore del libro “La scuola giusta. In difesa del liceo classico”. “Le buone notizie dell’Agamennone – osserva – saranno l’aumento (o almeno la tenuta) delle iscrizioni alla scuola più amata-odiata del Paese? Può essere. Ma credo che, anziché attendere l’annuale verdetto delle preiscrizioni con l’ansia dei brokers che attendono le quotazioni di borsa, dovremmo capire e far capire cos’è il liceo classico”.

E’ il punto, in tempo di iscrizioni, non indifferente. “Solo i suoi denigratori – o i suoi falsi amici – lo ritraggono come la “scuola del greco e del latino”, che vorrebbe dire, fatalmente, scuola per pochi o pochissimi – continua Federico Condello – Il liceo classico non è questo, bensì un ecosistema disciplinare ricco e complesso, che insegna metodi e attitudini intellettuali ben prima che materie, e che proprio per questo non “canalizza” precocemente i suoi studenti, ma li lascia liberi di maturare e orientare a piacere il loro talento. Questa è la sua forza straordinaria. E per questo il liceo classico è stato e può ancora essere un eccezionale strumento di democrazia e giustizia. Ben si capisce che a qualcuno dia fastidio”.

Ecco alcune iniziative nei classici in Italia. Per una notte, Leopardi incontrerà Dante, il teatro abbraccerà la danza e gli studenti si sfideranno in gare di citazioni. Sono solo alcune delle attività che lo storico liceo ‘Giulio Cesare’ di Roma metterà in scena domani. Dalle 18 alle 24 studenti e ospiti riscopriranno la bellezza della cultura classica grazie a maratone di letture, esposizioni fotografiche, flash-mob di recitazione itineranti e interviste a scrittrici e giornaliste sulle figure femminili nella storia e nella contemporaneità.

Come ogni anno il liceo ‘Gulli e Pennisi’ di Acireale (Catania) dalle 18 alle 24 aprirà le porte alla cittadinanza. “La Notte nazionale- racconta Rocco Schembra, ideatore dell’evento e docente di latino e greco al liceo Gulli e Pennisi- verrà inaugurata, in tutte le scuole che aderiscono all’iniziativa, con la proiezione simultanea del brano inedito ‘L’ombra delle nuvole’ del giovane cantautore fiorentino Francesco Rainero e sarà seguita dall’interpretazione di un elaborato ispirato ad un passo del ‘De causis plantarum’ di Teofrasto, opera che affronta i cambiamenti climatici determinati dall’intervento dell’uomo sulla natura”.

Il componimento scritto sul testo del filosofo di Ereso, è il brano vincitore del concorso di scrittura creativa realizzato da Gabriel Bianchi, studente del liceo classico ‘Repetti’ di Carrara. Argomento centrale della notte nazionale del licei classici del 2020 e’ il rapporto tra individuo e natura attraverso un percorso teatrale, artistico, musicale e al liceo di Acireale prende spunto dai quattro elementi naturali: aria, acqua, terra, fuoco, declinati sui temi di attualità: “Dall’acqua al fenomeno della migrazione,- ha spiegato la docente Pina Palella del liceo siciliano- dal fuoco a quello della passione, toccando non solo le problematiche del nostro tempo, ma scandagliando i sentimenti dell’animo umano in uno stretto connubio tra passato e presente”.

Rispetto e tutela dell’ambiente passano anche dal liceo di Acireale, in cui gli studenti hanno allestito le aule tematiche con materiale riciclato. Drammatizzazioni in italiano, letture di brani in greco classico, esposizioni di arti plastiche e visive, attivita’ musicali e coreutiche, degustazioni a tema con prodotti locali ed ispirate al mondo antico faranno parte della manifestazione culturale, in cui protagoniste indiscusse saranno, ancora una volta, l’inventiva e la creativita’ dei liceali guidati dai loro docenti.

A Bologna la notte dei licei apre le porte del Galvani e del Minghetti dalle ore 18 con iniziative culturali offerte dagli studenti alla città. Mentre alla libreria Coop Ambasciatori, alle 18.30, lo scrittore Alessandro Vanoli dialoga con i ragazzi del Minghetti sui loro consigli di lettura; a seguire il filologo Federico Condello e gli animatori di ArchivioZeta si cimentano in una prova aperta per la messinscena di un Agamennone di Eschilo.

Dalle 18, al liceo ‘Berchet’ di Milano, sarà proiettato lo storico film ‘I ragazzi della via Pal’ diretto dai berchettiani illustri Mario Monicelli e Alberto Mondadori, e si esibirà la band della scuola. Al classico ‘Beccaria’, invece, studenti e studentesse saranno protagonisti di numerose letture sceniche ispirate ai testi antichi o contemporanei, come ‘Il sistema periodico’ di Primo Levi, ma anche di uno spettacolo dedicato proprio al giurista milanese Cesare Beccaria. Per iscriversi, è possibile visitare i siti ufficiali dei licei.

“Come ogni anno, celebriamo le bellezze del mondo e della cultura antica mettendo in campo l’impegno di studenti e docenti per rappresentare con le arti immateriali il liceo classico”. A parlare è la professoressa Loredana de Vita del liceo ‘Pansini’ di Napoli. I ragazzi con i  loro docenti, porteranno all’attenzione dei visitatori della scuola l’attualità del liceo classico, servendosi della moderna letteratura italiana e inglese per affrontare temi molto vicini a loro come l’ecologia, la bulimia e l’anoressia che vengono drammatizzate per offrire uno spunto di riflessione non solo agli studenti e alle studentesse ma anche alle loro famiglie.

Anche al liceo ‘Telesio’ di Cosenza è ormai tutto pronto per la notte dei licei classici. La professoressa Daniela Filice, coordinatrice delle attivita’ per questa sesta edizione dell’iniziativa sottolinea: “Il tema scelto dalla nostra scuola per l’edizione 2020 è ‘La Tyche, padrona degli eventi umani’. Non possiamo dire se la fortuna esista o meno, ma certamente è un concetto che accompagna gli uomini da sempre. La cieca padrona del presente e del futuro, simboleggia l’incertezza della sorte che si muove in modo casuale e senza coscienza, una forza totalizzante che incide in modo determinante sulle nostre esistenze”.

«Scuola alta borghesia»: un genitore su tre bada al reddito

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Sulla scia delle polemiche che hanno riguardato una scuola di Roma tacciata di classismo, Skuola.net ha voluto indagare quanto effettivamente conti per le famiglie l’ambiente socio-economico quando si tratta di scegliere dove mandare i propri figli. E, nonostante l’opinione pubblica si sia indignata compatta davanti alla distinzione – basata sul reddito – fatta dall’istituto nella sua presentazione online (testo poi cancellato dal sito web della scuola), da quanto emerge da un sondaggio condotto ieri su un campione di 500 genitori di ragazzi frequentanti la scuola dell’obbligo, più 1 su 3, nel momento di formalizzare l’iscrizione, sembra aver badato in modo tutt’altro che superficiale alla composizione demografica disegnata dai singoli istituti.

E’ infatti il 35% dei genitori intervistati ad ammettere di essersi lasciato in larga parte condizionare dai dati forniti dalla scuola sul reddito delle famiglie degli alunni frequentanti; percentuale che sale ulteriormente se ci si sofferma sui genitori che dicono di avere una condizione economica molto agiata.

A questi si aggiunge un 22% che si è fatto influenzare solo in parte da questo dettaglio. Solo il 43% del campione, invece, sostiene che nella scelta della scuola la condizione economica delle altre famiglie non abbia influito per niente nella decisione finale sull’istituto giusto.
Ma la selezione della scuola perfetta non è legata solo allo status economico e sociale, perché le stesse percentuali si sono ripetute anche quando alle mamme e ai papà è stato chiesto se la
presenza, o meglio l’assenza, di ragazzi stranieri abbia avuto un ruolo nella scelta: ebbene, circa il 30% circa ha risposto in modo affermativo.

Alla deriva discriminatoria delle famiglie non sfuggono neanche gli studenti con disabilità o con semplici difficoltà nell’apprendimento, visto che il 25% degli intervistati, prima di inviare l’iscrizione ha dato un’occhiata alla percentuale di questo tipo di alunni nella futura scuola del figlio.

A fronte di queste risposte non stupisce, quindi, che il 39% dei genitori intervistati abbia passato al setaccio il cosiddetto Rav, il rapporto di autovalutazione che ogni istituto deve compilare e nel quale tutte le scuole hanno il dovere di segnalare la composizione della propria popolazione studentesca. Ecco perché il 31% afferma sia giusto esporre all’interno del Rav moltissime informazioni personali sulle famiglie e sugli alunni frequentanti.

Oggi va in scena la Notte dei licei classici

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Maratone di letture di poeti antichi e moderni, drammatizzazioni in italiano e in lingua straniera, esposizioni di arti plastiche e visive, concerti ed attività musicali e coreutiche, presentazioni di libri e incontri con gli autori, cortometraggi e cineforum, esperimenti scientifici, degustazioni a tema e ispirate al mondo antico e molto altro ancora, lasciato alla libera inventiva e creatività dei giovani guidati dai loro docenti. E’ questa la Notte nazionale del liceo classico, un inno festoso alla cultura classica, la dimostrazione della passione che anima studenti e docenti impegnati in questo indirizzo di studi.

«Anche nel cuore di Roma, in un liceo classico piccolo e prestigioso, il Mameli, affronta la Notte bianca con partecipazione e motivazione, tutti tesi a dimostrare la validità di un percorso che guarda al presente e al futuro attraverso lo studio del mondo antico», spiega la docente Laura Bianchi. Al Mameli la notte, che avrà come leitmotiv la canzone Heal the world tradotta in latino dagli studenti, accoglierà come ospiti Massimo Giletti che presenterà il suo libro “Le dannate”, storia delle sorelle Napoli che non si arrendono alla
mafia, e Andrea Cascioli, fumettista di fama internazionale, autore tra l’altro del fumetto Nathan Never, intervistato dal dirigente Rai Com Roberto Genovesi; trascorrerà fra scene in
latino, dibattiti su tematiche di letteratura latina/ greca e sull’agenda 2030 con scelta di alcuni obiettivi di sviluppo sostenibile che verranno messi a confronto con il mondo antico.

Ci saranno rappresentazioni di dialoghi illustri a coppie (Luciano – Pavese; Tasso- Leopardi; Voltaire- Primo Levi) e si rappresenterà in prima persona la figura, vita e martirio di Ipazia di Alessandria.

Sarà poi offerto ai partecipanti l’assaggio un vero banchetto romano con cibi cucinati secondo le ricette del De re coquinaria di Apicio nella cornice di Tableaux vivant, dalla Antichità al XX secolo.

Nata da un’idea del professor Rocco Schembra, docente di latino e greco presso il liceo classico Gulli e Pennisi di Acireale (Ct), la Notte bianca del liceo classico ha avuto, fin
dalla sua prima edizione, un gran numero di adesioni da parte dei licei classici italiani e l’attenzione dei media.

Oggi, in contemporanea dalle 18 alle 24, circa 500 licei classici d’Italia aprono le loro porte alla cittadinanza che potrà seguire gli studenti mentre si esibiscono in performances di vario tipo.

Miur-Asvis, concorso sullo sviluppo sostenibile

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

La conoscenza e la diffusione degli stili di vita sostenibili a partire dalle scuole è l’obiettivo del concorso “Facciamo 17 goal. Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”. Fino al 31 gennaio tutte le scuole possono iscriversi per partecipare alla quarta edizione, promossa dal Miur – Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione – e dall’ASviS (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile), nell’ambito delle attività previste dal Protocollo d’intesa, recentemente rinnovato.

Negli anni è cresciuta la partecipazione al concorso dagli oltre 200 elaborati nel 2017 fino a 472 nel 2019 dalle scuole dell’infanzia a quelle per adulti. Le istituzioni scolastiche interessate, di ogni ordine e grado, statali e paritarie, e i Centri provinciali per l’istruzione degli adulti (Cpia) potranno registrare la propria partecipazione on line entro a fine di gennaio, mentre l’invio degli elaborati è richiesto entro il 18 aprile 2020.

A scuola, tutti uguali

da la Repubblica
Chiara Saraceno

Che non tutte le scuole siano uguali e frequentate nella stessa misura da bambini e ragazzi appartenenti alle più disparate condizioni sociali è noto. Soprattutto chi è in condizioni economiche più modeste e ha meno informazioni tende a far frequentare ai figli la scuola del quartiere. La disomogeneità sociale tra scuole è largamente l’esito della combinazione della disomogeneità sociale dei quartieri e della diversa disponibilità e capacità delle famiglie di scegliere la scuola per i propri figli. È ciò che probabilmente spiega la situazione così socialmente differenziata dei quattro plessi scolastici che compongono l’Istituto comprensivo di via Trionfale a Roma.

La descrizione che questo ne ha fatto sul proprio sito, per altro, risponde a una precisa norma ministeriale. Nella rendicontazione sociale annuale ogni istituto deve indicare il contesto in cui opera, in particolare specificando condizioni socio-economiche, cittadinanza, appartenenza o meno a gruppi nomadi e così via dei propri studenti.

L’istituto avrebbe potuto, dovuto, analogamente a quanto fanno altri istituti, dettagliare meno le caratteristiche sociali degli studenti di ciascun plesso, come ha fatto dopo le reazioni della stampa, limitandosi a rilevarne l’eterogeneità. La direzione avrebbe evitato in questo modo l’accusa di essere lei a segregare gli studenti sulla base delle loro condizioni socio-economiche e di cittadinanza, laddove probabilmente si limita ad accettare le iscrizioni dove avvengono.

Lo scandalo provocato da una poco diplomatica scrupolosità nel dettagliare le distinzioni tra i singoli plessi dovrebbe piuttosto far riflettere criticamente sull’utilità, sui possibili effetti moltiplicatori della segregazione sociale a livello scolastico, di questo tipo di informazioni, se usate non a scopo di programmazione di modalità didattiche efficaci e di valutazione dei risultati, ma per presentarsi all’esterno, ai propri studenti, alle loro famiglie e ai potenziali nuovi iscritti. È una questione che va affrontata innanzitutto a livello ministeriale, dalla ministra, che non può chiamarsi fuori indignata a fronte di atti che rispettano alla lettera le norme. Devono porsela anche i genitori, i cittadini: quali sono le informazioni utili per decidere quale sia la scuola migliore per i propri figli, posto che si abbiano le risorse necessarie per scegliere? Rientrano tra queste la classe sociale e il tasso di diversità etnico-nazionale? Sono domande serie, con risposte non facili e probabilmente controverse.

Ma la forte differenziazione sociale, e concentrazione, degli studenti dei quattro plessi che costituiscono l’Istituto comprensivo di via Trionfale mette in evidenza due altri gravi problemi che vanno al di là del caso specifico.

Il primo riguarda la separazione territoriale dei diversi ceti sociali che caratterizza in modo più o meno intenso le nostre città, creando contesti di vita spesso anche molto differenziati per opportunità, tipo di servizi, infrastrutture.

Come ha documentato, ad esempio, la recente ricerca di Save the Children su Le periferie dei bambini, anche chi vive nella stessa città e nello stesso Municipio può in realtà vivere in mondi separati fin da bambino e ragazzo.

Non basta, ed è il secondo problema, mettere assieme più plessi scolastici in un unico istituto comprensivo per fare interagire bambini e ragazzi che provengono da contesti socio-economici diversi, se questi abitano anche in zone diverse, ancorché contigue. È una semplice operazione di tipo amministrativo, non di integrazione sociale. Non occorre ricorrere alla forzatura, non particolarmente efficace, del busing, la dislocazione simmetrica di bambini bianchi e neri in scuole lontane dal quartiere in cui abitano messa in atto negli Stati Uniti per aggirare la segregazione scolastica derivante dalla segregazione di fatto abitativa.

Occorre rendere sostenibile, attraente, efficace sul piano dell’apprendimento, la mescolanza di provenienze diverse.

Per farlo occorre investire in modalità didattiche, curriculari ed extracurriculari, efficaci e in strutture scolastiche accoglienti. Fa parte di un ambiente accogliente anche non mettere i propri studenti, anche nello stesso edificio e aula, nella condizione di chiedersi in quale classificazione ufficiale rientrino: figli della alta borghesia o di chi è al servizio di questa, di professionisti o di badanti.

Concorsi docenti, sindacati incontreranno Ministra Azzolina mercoledì 22 gennaio

da Orizzontescuola

di redazione

I sindacati FLCGIL, CISL, UIL, Snals, Gilda e Anief sono stati convocati il 22  gennaio prossimo al Miur per un incontro con il Ministro Azzolina.

L’incontro riguarderà l’avvio delle relazioni sindacali a seguito dell’insediamento del nuovo Ministro e il reclutamento scolastico.

I sindacati avevano inviato al Ministero un telegramma l’08 gennaio denunciando “la gravità del ritardo che sta incidendo in termini negativi sulle procedure attuative degli accordi sottoscritti tra il Governo e le organizzazioni sindacali, intese che hanno determinato la sospensione delle iniziative decise nell’ambito dello stato di agitazione.”

Il dialogo riprenderà dunque il 22 gennaio.

Bonus merito, sindacati chiedono di inserirlo nello stipendio docenti

da Orizzontescuola

di redazione

comunicato FLCGIL, CISL, UIL, SNALS e GILDA –  Alla luce della nuova normativa chiesto l’avvio di un tavolo negoziale nazionale al MIUR.

La legge di bilancio 2020 approvata di recente ha disposto che le risorse del cosiddetto “bonus docenti” (di cui alla L.107/15), già confluite nel fondo per il miglioramento dell’offerta formativa delle singole scuole per la valorizzazione del personale docente (a seguito del CCNL 2018), siano utilizzate “dalla contrattazione integrativa in favore del personale scolastico senza ulteriore vincolo di destinazione” (Art. 1 comma 249 della legge n. 160 del 27.12.2019).

Ciò determina un nuovo contesto normativo per quanto riguarda vincoli e opportunità di cui tenere conto soprattutto nell’ambito della contrattazione d’istituto.

FLC Cgil, CISL FSUR UIL Scuola RUA SNALS Confsal GILDA Unams ritengono, pertanto, ineludibile, la convocazione di un tavolo negoziale presso il Ministero dell’Istruzione – per cui è già stata avanzata richiesta – per definire le implicazioni che le nuove norme nell’immediato comportano.

Ciò al fine di dare indicazioni coordinate alle istituzioni scolastiche per una corretta gestione di disposizioni che intervengono ad anno scolastico avviato, con particolare attenzione alle contrattazioni che in molti casi non sono ancora concluse ferma restando l’autonomia di decisione delle parti negoziali (RSU e DS), anche nel valutare l’opportunità di una possibile riapertura dei tavoli negoziali per eventuali integrazioni laddove ritenuto necessario.

Per le Organizzazioni Sindacali resta in ogni caso confermato l’obiettivo di destinare, in sede di rinnovo contrattuale nazionale, le risorse dell’ex “bonus” per incrementare il salario fondamentale del personale.