Competizione tra Economia e Società

COMPETIZIONE TRA ECONOMIA E SOCIETA’

CAMBIAMO L’ORIZZONTE LIMITATO  DELLA COMPETIZIONE CONDIVIDENDO LA INNOVAZIONE , ALTRESI’ la COMPETIVITA’ CONDURRA  SISTEMATICAMENTE   AL DEGRADO SOCIALE CONTEMPORANEO.

Paolo Manzelli <pmanzelli.lre@gmail.com>

 Competizione tra Economia e Societa’

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La competitivita tra parassiti che mantengono i loro privilegi e speculatori finanziari ci ha portati al disastro socio economico .

Il Prof. Mario Monti fondamentalmente e coerentemente e’ interessato a rimettere in pareggio il bilancio economico e pertanto insiste fiducioso del fatto che “Bisogna puntare sulla competitività”, utilizzando in al modo di una ideologia liberale che puo’ funzionare solo in un sistema di concorrenza idealmente perfetto, ma non in quello imperfetto infestato da parassiti e speculatori come e’ quello odierno.

Il ricorso alla competitivita’ estesa a tutto e a tutti, puo infatti puo’ rimediare temporaneamente il sistema economico, …… ma contemporaneamente tende a non tutelare la produttivita’ ed il lavoro delle imprese, specie quelle piccole e affossare nelle miseria gli individui e famiglie economicamente piu’ deboli che sono in crisi e prive di accesso al credito.

Pertanto il prof. Mario Monti , sta travisando il concetto di “equita e sostenibilita sociale”, proprio in quanto persiste a considerare valida la logica della concorrenza, che nelle condizioni attuali di crisi, provoca un “Darwinismo Sociale” sempre piu deprivato da ogni sorta di corresponsabilita’ necessaria a favorire la complessita effettiva dello sviluppo socio-economico contemporaneo .

L’ economia liberale, presa come fonte unica di ispirazione concettuale, storicamente e’ stata fondata sul concetto di competitivita’, che oggi conduce irrimediabilmente a pesanti ed inaccettabili distorsioni sociali che a loro volta inducono anche la degenerazione morale come conseguenza di un sistema di competizione di tutti contro tutto.

La competitivita’ “Darwiniana”, estesa a livello sociale e’ infatti priva dei dubbi che lo stesso Darwin si pose, comprendendo che la evoluzione delle specie non poteva essere sistematicamente dovuta a un sistema di completa competitivita’ tra gli esseri viventi, poiche’ la competizione  doveva naturalmente essere mediata da un piu complesso parametro ecologico che Darwin indico come “Biocenosi” .

Le specie che competono per la stesse opportunita’ dell’ ecosistema, debbono infatti tener conto della variabilita’ delle risorse ecologiche; ad es le specie di pesci che sono in competizione, non possono escludersi a vicenda secondo l’ unico principo che il pesce piu grosso mangia i pesci piu piccoli, proprio perche’ e’ necessario che si compensino relativamente e diano adito a la generazione di nuove specie nella bio-diversita, in modo da poter coesistere complessivamente con la risorsa di base che per tutti i pesci e’ la riproduzione del plankton nel mare.

Oggi il rischio di giungere a degenerare in un “Darwinismo sociale selvaggio”, in merito al continuo e sistematico ricorso al concetto di competitivita’, semplicemente intesa come la propensione a superare gli altri per ottenerne dei vantaggi di profitto di qualsivoglia natura, e’ del tutto deleteria poiche’ e’ altresi’ necessario ricorre alla collaborazione ed alla condivisione sostenibile delle risorse. Altresi la unica prospettiva definita dalla competitivita’ assolutizzata come metodo, conduce a fattori distorsivi sociali irrimediabilmente compromettenti la complessita’ dello sviluppo socio economico contemporaneo, il cui orizzonte di sviluppo e’ strutturalmente fondato sulle frontiere del cambiamento, basate sulla innovazione tecnologica e sulla creativita sociale.

Pertanto il vantaggio competitivo oggigiorno viene a dipendere da un insieme di fattori di cambiamento sociali ed economici che possono determinare le condizioni di sviluppo locale o territoriale della innovazione e della creativita imprenditoriale, che nel loro complesso debbono divenire favorevolia gestire la competizione nel mercato globale.

La competitivita’ contemporanea quindi non puo’ essere concepita come un concetto statico separato da criteri di collaborazione territoriale per il cambiamento, in modo da poter correlare la crescita strettamente alla nozione di una effettiva strategia intelligente dello sviluppo socio-economico , intesa come complesso di azioni “non “ piu volte “Darwinisticamente” al raggiungimento di una posizione di nicchia dominante, ma a determinare contemporaneamente lo sviluppo locale sia dei fattori sociali che di quelli economici della produttività e della profittabilita, tali che nel loro complesso inducano il benessere e lavoro dei cittadini e in specialmodo dei giovani , …. anziche solo e soltanto profitto a tutti i costi.

Continuare imperterriti a definire il problema  della crescita socio-economica come quello della competizione è pertanto detivante da una “ossessione ideologica” che pone fiducia cieca in una vecchia ed obsoleta concettualita liberale della competitività, che oggi non e’ solo storicamente sbagliata, ma in vero è pericolosa, perche’ distorce le politiche sociali dell’ ambiente territoriale sociale  in tutta l’ Europa.

Pensare la risoluzione dei problemi strutturali del cambiamento tra la vecchia societa industriale e la futura societa ella conoscenza condivisa, ancora ed univocamente in termini di competitività, porta direttamente o indirettamente a formulare politiche Regionali economiche e del lavoro completamente errate, che si estendono su una vasta serie di problemi sociali , nazionali ed internazionali, che viceversa dovrebbero riuscire nella sfida di migliorare il benessere dei cittadini la produttivita delle imprese e quindi gli scambi commerciali anziche’ di assecondare  quelli finanziari e speculativi.

Ricorrere pedissequamente alla competitività e’ quindi sicuramente una “ossessione ideologica liberale di vecchio stampo”, che finisce per essere realmente illiberale perche’ non definisce appropriatamente le necessita di incremento della produttivita’ “liberata” da un fenomeno dominante che e’ quello della speculazione finanziaria, come in vero ed sarebbe  in tutta evidenza necessario per la crescita del sistema socio economico contemporaneo,  in modo da poter iniziare a coltivare una ripresa sostenibile della economia in un quadro di effettiva equita sociale.

Pertanto chiediamo al Prof. Mario Monti ed al suo governo di tecnici, di evitare di pronunciare con contuinita’ fino alla noia, la “retorica della competitività” come panacea di tutti i mali , che ormai e’ purtroppo gia’ tanto diffusa tra la gente, cosi che giornalisti e ed economisti si trovano a fraseggiare nei Talk Show e nei mass media di competitivita’ come unica “arma di fantasiose battaglie economiche” che purtroppo, proprio per mancanza di coerenza storica con le necessita’ dello sviluppo contemporaneo, si tradurranno in sconfitte sociali in un contesto dove il rafforzamento degli orizzonti dello sviluppo e’ invece direttamente determinato dalla capacita co-operazione tra imprese e ricerca finalizzata alla innovazione ed al cambiamento.

paolo manzelli <pmanzelli.lre@gmail.com> . Firenze 05/FEB/12

 

La scuola ha bisogno di volare

La scuola ha bisogno di volare, ma non con le ali di Icaro

di Domenico Sarracino

Ci piacciono la sobrietà e la presentabilità: le abbiamo invocate ed attese, ed ora che ci sono le salutiamo come un buon inizio … e con qualche consiglio che viene dall’avere attraversato la scuola italiana in lungo ed in largo, ormai da un po’ di tempo.

Di recente abbiamo sentito il nuovo ministro Profumo sul canale ABC: l’eloquio era preciso e pulito mentre disegnava i nuovi scenari, l’importanza delle nuove tecnologie, la scuola trasparente e capace di valutare e valutarsi, il  suo ruolo strategico per la necessaria e indilazionabile innovazione del nostro paese, la necessità di rimotivare i giovani all’impegno ed allo studio, le cure da dedicare ad essi dopo le sottrazioni di futuro degli ultimi decenni.

Una bella ed accattivante proiezione verso il futuro.

Non ci piaceva il passato ministro, quello che stizzito non sapeva che gridare “non è vero!” quando qualcuno osava dirgli che tagliava ed impoveriva la scuola, e si lanciava spada in resta ad esaltare la sua riforma epocale ed i suoi “illuminati” cambiamenti, mentre faceva strame di leggi, contratti, verità, conoscenza della realtà.

Ce lo dicevano (lei ed i suoi) ogni giorno in televisione, nelle più svariate trasmissioni, in tutti gli orari, a tutte le fasce di utenti, dando per fatte cose che non avevano né capo né coda, né mezzi, né basi: giuridiche, finanziarie, pedagogico-educative,  organizzative, amministrative.

E la gente, non tutta ma tanta sì, finiva per crederci.

Avevano scoperto la potenza persuasiva della notizia spettacolarizzata e dell’annuncio, e ne facevano uso a larghe spanne: annunciale le cose, dille in televisione, ripetile alle persone mentre cucinano o mangiano o sonnecchiano, e vedrai che diventano senso comune, “verità”.

Il marchingegno l’ha evidenziato molto bene Michele Serra, osservatore di usi e costumi del nostro “bel paese”,  in un suo acutissimo intervento ormai di qualche tempo fa.

Ma dalle persone sobrie e presentabili, dalla “gente nova”, soprattutto da chi (Rossi Doria) ha conosciuto i ragazzi di strada e per essi ha tentato l’impossibile ed ha visto la scuola dalla parte delle radici, ci aspettiamo ben altro.

Innanzitutto una coerente operazione di verità da cui far discendere interventi chiari ed onesti che rispondano agli urgenti bisogni del presente e siano basi solide per forti ed originali  idee  con cui disegnare le prospettive educative su cui fondare il nuovo patto sociale, nutrire la capacità di responsabilità e di cittadinanza, gettare le basi per un nuovo modo di vivere.

Dagli “uomini nuovi” ci aspettiamo soprattutto  che siano veri riformatori, a partire dal metodo.

Non vorremmo ancora dirlo definitivamente ed aspettiamo ancora, ma non possiamo negarci che alcuni segnali, alcune uscite sono ancora alla vecchia maniera e che alcuni “stornelli” li abbiamo già sentiti.

Ci accompagna fortemente e da tempo  un ragionamento che a noi sembra di semplicissima evidenza e cioè che nella scuola non si riuscirà a fare niente di meglio se non si parte dai fatti, dallo stato reale delle cose, e che per fare ciò non c’è altra strada oggi credibile che quella di conoscerla dal di dentro, senza filtri e mediazioni.

L’abbiamo già scritto: a noi sembra che i pilastri portanti del sistema-scuole oggi non siano in condizione di poter reggere ulteriori pesi e  che la quotidianità sia sempre più affaticata.

Ed anche  la gente di valore che è nella scuola e che è ancora tanta, può fare poco se i meccanismi si incagliano e tutto intorno gira male e sono negate anche le più basilari esigenze di un normale funzionamento.

Solo qualche esempio per un rapido ripasso.

Continuano ancora, anche in questi giorni, i tagli sugli organici; continua la follia degli accorpamenti e  delle mega-scuole con più ordini, livelli e plessi; continuano  l’indifferenza verso i problemi di guida, propulsione e coordinamento dei dirigenti scolastici destinati come Sisifo a fatiche  infinite quanto vane.

Si  negano i compensi per le “funzioni superiori”, sono numerosissime le “reggenze” che presto riguarderanno anche i  DSGA; niente si dice sui  tagli  alle collaborazioni dei vicepresidi,  al personale di segreteria  e ai  collaboratori scolastici. Si esaltano le nuove tecnologie ma non ci sono risorse per gestirle e mantenerle; non si fa altro che parlare di qualità  ed innovazione,  ma le ore settimanali di lezione saranno ancora ridotte, e le classi diventeranno sempre più numerose e la  legge 440 diventa l’ombra di se stessa e potremmo continuare con il nodo irrisolto del decreto Brunetta, le visite fiscali, il problema delle manutenzioni degli edifici e della loro sicurezza, il meccanismo dei finanziamenti con i suoi antichi ritardi e le irrisolte pendenze.

Ancora nessuna risposta concreta ed operativa a queste questioni: il ministro ha sì parlato  di rilancio dell’Autonomia, di “Organico funzionale”, di edilizia scolastica di qualità e di ridefinizione del ruolo sociale della scuola, ma anche lui queste buone intenzioni  le ha lasciato nel limbo dell’indefinito.

Intanto ancora una volta il nostro ministero, dopo i tagli lineari di questi ultimi tre-quattro anni subiti dal mondo della scuola  su  tutti i fronti, diretti ed indiretti,  sarà sottoposto ad un’altra operazione , quella dei tagli mirati, contro cui, se fossero  davvero  tali,  non avremmo da eccepire. Ma abbiamo ragione di temere che ancora una volta si corra il rischio  di guardare alle pagliuzze della scuola  e non si vada a vedere le travi che sono altrove!

Mi domando se sia onesto parlare di decollo della scuola verso le novità che urgono se prima o contemporaneamente non si ristabiliscano un po’ di normalità, un po’ di certezze e di quotidiano buon governo: se, ad esempio,  non si perde lo sprezzante vizio di non rispondere a chi pone nodi interpretativi e domande serie, o situazioni che riguardano il normale funzionamento del servizio scolastico ( le già citate questioni delle vicepresidenze, delle reggenze, “funzioni superiori”, etc.).

Insomma aspettiamo  da anni una vera stagione di riforme e di innovazione (che non è cosa facile), ma il vero riformatore  non è chi saltando le durezze della reale situazione promette future meraviglie e intanto va avanti alla vecchia maniera: il vero riformatore è chi sa costruire meraviglie partendo da una seria e credibile ricognizione del “giocattolo” che ha in mano.

E poiché comincio a vedere (e  non sono il solo) che anche questa volta le buone indicazioni ed intenzioni sono sempre da venire, mentre il quotidiano non solo non ferma la deriva in atto, ma la prosegue, io lancio questa proposta alla “gente nuova” del nostro  Ministero.

Se volete partire col piede giusto, guardate alle scuole, partite da lì, lasciate stare un po’ le verità degli “esperti” e  dei consiglieri e di arruffate sperimentazioni, e prendete a caso o  per sorteggio cinquanta – cento scuole dei vari ordini e gradi e delle diverse aree geografiche.

Prendetele come un campione, senza promesse  di premi né minacce di punizioni, ma con il solo dichiarato intento  di voler sapere, capire e conoscere, di calarvi nelle situazioni;  e cercate di farlo nel modo più diretto e personale, ricorrendo il meno possibile alle informazioni di seconda mano.

Avrete così uno spaccato  reale di come stanno le cose nel bene e nel male:

capirete quanto imbrigliano il buon lavoro i nodi irrisolti sopra richiamati , e che se la scuola non crolla è perché c’è tanta gente appassionata del proprio lavoro (che tiene agli alunni, prepara lezioni,  corregge compiti, si autoaggiorna, impara nuove tecnologie, tiene contatti, partecipa ad incontri) per la quale lo stato attuale del sistema, il più delle volte, è più una camicia di forza che un supporto ed un propulsore.

Il tempo che viviamo, a scuola e fuori di essa, ci impone di sapere guardare in alto ed al nuovo, ma occorre nel contempo badare bene  a dove  poggiamo i piedi.

Volare, insomma, ma non con le ali di Icaro.

M. Vargas Llosa, I capi

Il primo Llosa

di Antonio Stanca

Recentemente nella serie “Racconti d’Autore” curata da Il Sole 24 ORE è comparso, tradotto da Angelo Morino, il breve volume I capi di Mario Vargas Llosa, scrittore peruviano al quale nel 2010 è stato assegnato il Premio Nobel per la Letteratura. Llosa è nato ad Arequipa nel 1936, tra Perù e Bolivia ha vissuto gli anni della sua formazione, ha studiato Lettere e Giurisprudenza presso l’Università di Lima, si è poi trasferito in Europa muovendosi tra Spagna, Francia, Italia, Inghilterra, dove ora risiede dopo essere tornato per brevi periodi nel suo paese. Ha settantasei anni. Ha viaggiato molto in molti paesi del mondo, è autore di romanzi, opere teatrali, saggi, libri di memorie, collabora con giornali e riviste. Divide il suo tempo tra l’attività letteraria e la realtà, da questa trae motivo d’ispirazione per le sue opere, in questa è intervenuto personalmente quando la situazione lo richiedeva. Non ha mai sopportato che nella sua o in altre nazioni si verificassero condizioni di disparità sociale, di sfruttamento economico, di violazione dei diritti fondamentali dell’uomo, della giustizia, della libertà, dell’uguaglianza. Temi di tante opere sono divenute tali violazioni fossero presenti o passate. Di carattere storico è risultata a volte la sua produzione anche se sempre trasfigurati sono stati gli avvenimenti, i personaggi rappresentati, sempre riportati alle richieste di un racconto, di un romanzo, di un’opera teatrale. Llosa non evade dalla realtà, la accoglie, la contiene e la combina con l’invenzione, la trasforma in immagini altamente significative, la esprime col linguaggio dell’arte, la traduce in un messaggio. Dall’uomo di quella realtà lo ricava, dal suo animo, dal suo spirito, in essi non smette di credere pur tra i tanti drammi nei quali li mostra, in quell’uomo Llosa ha fiducia, nella sua capacità di uscire dalle tenebre, di liberarsi da quanto lo opprime. Di questa scriverà come di un’impresa sempre possibile e da qui le sue opere trarranno l’alto valore morale e sociale che il Nobel ha riconosciuto.

Meno finalizzate in tal senso, più aderenti alla realtà, più crude nell’espressione sono state le narrazioni che lo scrittore produsse agli inizi della sua attività e che giunsero fino agli anni ’70. Tra queste rientra la raccolta di racconti con la quale esordì nel 1959, a ventitrè anni. S’intitola I capi e da essa sono tratti i sei racconti contenuti nel suddetto omonimo volumetto. È la fase prima del Llosa, quella del giovane inquieto, ribelle che vuole gridare la sua protesta contro quanto di arretrato c’è ancora nel suo paese, quanto d’ingiusto, di violento, di barbaro ne deriva e altro modo non conosce se non quello di rappresentarlo nella sua realtà. Non è ancora pervenuto lo scrittore a quelle possibilità di salvezza che saranno delle opere della maturità, a quella condizione ideale utile a riscattare dalla grave realtà. Perciò nei racconti de I capi si legge della confusa, polemica situazione di giovani scolari delle elementari e delle medie che protestano contro gli ordinamenti scolastici e intanto non mancano di fare a pugni fra loro, dell’assurdità di un padre che assiste, partecipa allo scontro armato  tra il figlio ed un altro giovane del villaggio per stabilire chi è il più forte, chi comanda, della vendetta che i due fratelli di una giovane donna violentata da un indio compiono uccidendolo, dei gravi pericoli che corrono due ragazzi ubriachi che si sono sfidati a nuotare d’inverno in un  mare freddissimo per assicurarsi la preferenza di una coetanea, della crudeltà di un negro che giunge a consegnare alla polizia un amico pur di liberarsi dalla pena che incombe su di lui, del piacere che prova un vecchio aristocratico quando riesce a terrorizzare i suoi familiari.

Siamo nel Perù degli anni ’50, nei quartieri di periferia, nei bassifondi, nell’entroterra dove ancora si vive allo stato selvaggio e Llosa ne scrive perché si sappia. È grave quanto avviene, l’alcol, il sesso, la violenza sono le note dominanti e non si profila alcun cambiamento, non si pensa, non si sa che la vita può essere diversa. Ma non poteva uno scrittore rimanere tra tante rovine, fermarsi a documentarle e, maturando, ha intravisto altre possibilità. Le ha scoperte nello stesso uomo che è vittima del male del mondo. Nella sua anima ha scoperto la necessità, la volontà di cambiare, esse ha interpretato, le ha tratte dal silenzio nelle opere maggiori, ha procurato loro una voce.

Incontro con Maria Viteritti

Incontro con Maria Viteritti

di Mario Coviello

Abbiamo apprezzato  la scrittrice Maria Viteritti in occasione della sua partecipazione alla Quinta edizione  Premio Nazionale “ Città di Bella” 2010. La giuria  ha assegnato  una Menzione speciale a “Quando non ci sarò”, Lupo editore  per “ l’originalità della scrittura, insieme dura e dolce, ambientata nel futuro. La giuria intende segnalare, in particolare, la qualità letteraria di un’autrice al suo esordio nella letteratura per ragazzi.”

E’ per questo che dodici scuole in rete per la promozione della lettura di qualità della provincia di Potenza hanno deciso di far leggere il libro della Viteritti agli alunni del Liceo Scientifico di Muro Lucano e dell’Istituto Professionale  di Pescopagano.  In “ Quando non ci sarò”, dopo il successo di Al di là del muro, Mary Viteritti ritorna a Bologna in un futuro prossimo per parlarci di un mondo in cui l’efficienza socio-sanitaria è tutelata da un marchio di scadenza impresso sugli esseri umani. La società è impregnata di arido laicismo e ognuno è chiuso in se stesso, se ha qualcosa da nascondere: ad esempio, una scadenza troppo vicina per poter essere un investimento affettivo per qualcuno; chi, come Elisa, sa che la fine è vicina, si imbottisce di ansiolitici e sedativi per reggere un destino che perfino i genitori hanno imparato a “razionalizzare” e tenta di compensare la solitudine sfogandosi nella scrittura su un blog. Ma anche chi, come Real, sa di avere vita lunga, se è capace ancora di creatività e di poesia, coltiva quasi di nascosto i propri sogni: in questo caso la pittura. I due ragazzi si “studiano” in internet protetti da un nickname, ma la sorte fa sì che essi si incontrino davvero, naturalmente ignorando le reciproche identità virtuali, e scoppia l’amore. Il sentimento non li libera però dai loro segreti, almeno fino a quando il finale drammatico sembra avvicinarsi, e allora è la vita a trionfare sulla pseudo-scienza. Un intenso romanzo mirato ad un lettore adolescente per intensità e messaggio etico; una lettura per tutti coloro che apprezzano le trame coinvolgenti e una splendida penna.

Abbiamo rivolto alcune domande alle scrittrice che sarà nelle scuole di Bella, Muro Lucano e Pescopagano  il 13 febbraio 2012

Chi è Maria Viteritti?

E’ molto difficile descriversi in poche righe, diciamo però che vivo a Faenza, un paese tra Ravenna e Bologna (città in cui ho studiato). Sono una persona con molti interessi, tra cui quello della scrittura    che mi ha portato a pubblicare i due romanzi. Il mio vero lavoro però non è quello di scrittrice ma di insegnante.

Perché scrive?

Quello della scrittura è nato come un hobby ed è ancora così. Sin da piccola leggevo moltissimo e come tutte le persone che leggono (e anche quelle che non leggono!) mi sono trovata a chiedermi come sarebbe stato scrivere qualcosa di mio e l’ho fatto. Mi sono resa conto che scrivere però non può essere un vero lavoro, per il semplice fatto che scrivere libri non fa guadagnare nella maggior parte dei casi…. Ma è la mia passione e continuo a farlo, è un modo permettere su carta i miei mondi immaginari e farli sembrare un po’ più reali.

Il tuo primo libro “L’immaginario infantile nel cinema di Tim Burton” anticipa, mi sembra, i temi dei tuoi libri. Da dove nasce questo  libro? Qual è, secondo te, il rapporto nelle giovani generazioni tra cinema e letteratura?

Questo libro nasce dalla mia tesi di laurea che trattava proprio questo argomento, cioè l’immaginario infantile nell’opera di Tim Burton, il mio regista preferito. Ho proposto la tesi ad alcune case editrici, ad una è piaciuta e sono riuscita a pubblicarla. Credo che le giovani generazioni siano più affascinate dal cinema che dalla letteratura: leggere è qualcosa che diventa sempre più lontano da noi… Ma il cinema spesso aiuta anche a riscoprire il fascino dei libri (io ad esempio mi sono trovata spesso a leggere libri che hanno ispirato film interessanti, che, altrimenti, non avrei conosciuto). Insomma trovo che la collaborazione tra i due mezzi sia sempre proficua.

Come tutti gli scrittori, penso che avrai anche letto molto. Quali sono gli autori che più hanno contribuito alla tua formazione letteraria e per quali motivi ?

Ci sono alcuni autori a cui non rinuncerei mai, ma credo che siano i miti di un bel po’ di gente, come Kafka e Camus. Mi piace moltissimo Stephen King, spesso massacrato dai cosiddetti “letterati”. Ma chi non vorrebbe scrivere come lui? Io di certo sì. Comunque, sono soprattutto un’estimatrice delle donne, specie Isabel Allende, Agota Kristof e JaneAusten. Tra gli italiani invece adoro Camilleri, sa coinvolgere il lettore e tenerlo incollato ai suoi libri fino alla fine. In generale, diciamo che resto sui classici, non amo chi è solito sperimentare. Credo che lo stile di uno scrittore debba essere al servizio della storia e non viceversa.

Sia in “ Quando non ci sarò” che in “ Al di là del muro” ambienti le tue storie in un futuro prossimo. Perché?

E’ una scelta dettata dal fatto che le mie storie non sono nè reali né troppo irreali, stanno nel mezzo…. Non potrebbero svolgersi nel presente, ma non sono nemmeno  delle fiabe. Per cui, ambientarle in un futuro non troppo lontano è stato quasi d’obbligo.

Con il tuo lavoro di giornalista e scrittrice hai la possibilità di incontrare giovani studenti e si spera anche lettori. Come sono, secondo  te? Di cosa vivono? In che cosa credono ?

Come dicevo, in realtà quello di scrittrice è più che altro un hobby… Lavoro come insegnante in una scuola superiore e per questo incontro gli studenti tutti i giorni! Mentre di lettori ne incontro di meno. E’ difficile dire cosa penso dei giovani, perchè ognuno, per fortuna, è diverso, ma si tratta di tante individualità che coltivano interessi interessanti e progetti positivi, mi trovo molto bene con loro.

Secondo te, la scuola pubblica italiana come può aiutare le giovani generazioni a maturare, ad avere fiducia nel futuro?
Credo che la scuola dovrebbe dare ai giovani strumenti che permettano di credere nel futuro… E’ difficile avere fiducia in qualcosa di nebuloso! Spesso si esce dalle scuole aspettando anni e anni prima di trovare un lavoro…E  purtroppo quella della precarietà è un tema che riguarda tutti, giovani e meno giovani.

Ci sono progetti letterari per il futuro e, in caso affermativo, ci puoi fornire qualche anticipazione?

Scribacchio qualche racconto nel tempo libero… E anche un nuovo romanzo, sempre di fantascienza. Come questo, sarà ambientato a Bologna. Molte persone dicono che sono pazza, ma io la considero una delle più belle città del mondo!

3 febbraio Stellacci e Liberali nuovi Capi Dipartimento MIUR

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, conferisce alla dottoressa Lucrezia STELLACCI l’incarico di Capo di Dipartimento per l’istruzione e al dottor Raffaele LIBERALI l’incarico di Capo di Dipartimento per l’università, l’alta formazione artistica, musicale e coreutica e per la ricerca.

I due nuovi Capi Dipartimento affiancano Giovanni BIONDI, già Capo del Dipartimento per la Programmazione ministeriale e per la gestione ministeriale del Bilancio, delle risorse umane e dell’informazione.

Di seguito il comunicato stampa del MIUR:

Miur, nominati i Capi Dipartimento Istruzione e Università, AFAM e Ricerca

(Roma, 03 febbraio 2012) Il Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro Profumo ha nominato stamattina due nuovi Capi Dipartimento del Miur. A dirigere il Dipartimento per l’Istruzione è stata nominata la dott.ssa Lucrezia Stellacci mentre al Dipartimento per l’Università, l’AFAM e per la Ricerca il dott. Raffaele Liberali.

Lucrezia Stellacci, fino ad ora Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico della Puglia ha una lunga esperienza direttiva all’interno dell’amministrazione, dove ha diretto tra gli altri gli uffici regionali di Emilia Romagna, Calabria e Puglia. Raffaele Liberali, fino ad ora direttore per l’Energia presso la Direzione Generale per la Ricerca e l’Innovazione della Commissione Europea, ha invece una consolidata esperienza negli organismi dell’Ue. Il Ministro Profumo, proponendo queste due nomine, ha quindi voluto valorizzare da un lato l’esperienza maturata nei territori a contatto con le diverse problematiche del mondo della scuola, dall’altro portare nell’amministrazione un’esperienza europea, dimensione questa sempre più necessaria nell’attuale fase storica.

3 febbraio DL Semplificazioni in CdM

Il Consiglio dei Ministri, nel corso della riunione del 3 febbraio, approva in via definitiva il testo del decreto-legge recante disposizioni urgenti in materia di semplificazioni e sviluppo.

Di seguito gli articoli riguardanti la Scuola:

Sezione III
Disposizioni per l’istruzione

Art. 50
Attuazione dell’autonomia

1. Allo scopo di consolidare e sviluppare l’autonomia delle istituzioni scolastiche, potenziandone l’autonomia gestionale secondo criteri di flessibilita’ e valorizzando la responsabilita’ e la professionalita’ del personale della scuola, con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome, sono adottate, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, nel rispetto dei principi e degli obiettivi di cui all’articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e successive modificazioni, linee guida per conseguire le seguenti finalita’:
a) potenziamento dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, anche attraverso l’eventuale ridefinizione nel rispetto della vigente normativa contabile degli aspetti connessi ai trasferimenti delle risorse alle medesime, previo avvio di apposito progetto sperimentale;
b) definizione, per ciascuna istituzione scolastica, di un organico dell’autonomia, funzionale all’ordinaria attivita’ didattica, educativa, amministrativa, tecnica e ausiliaria, alle esigenze di sviluppo delle eccellenze, di recupero, di integrazione e sostegno ai diversamente abili e di programmazione dei fabbisogni di personale scolastico;
c) costituzione, previa intesa con la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, di reti territoriali tra istituzioni scolastiche, al fine di conseguire la gestione ottimale delle risorse umane, strumentali e finanziarie;
d) definizione di un organico di rete per le finalita’ di cui alla lettera c) nonche’ per l’integrazione degli alunni diversamente abili, la prevenzione dell’abbandono e il contrasto dell’insuccesso scolastico e formativo, specie per le aree di massima corrispondenza tra poverta’ e dispersione scolastica;
e) costituzione degli organici di cui alle lettere b) e d), nei limiti previsti dall’articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e successive modificazioni e integrazioni, sulla base dei posti corrispondenti a fabbisogni con carattere di stabilita’ per almeno un triennio sulla singola scuola, sulle reti di scuole e sugli ambiti provinciali, anche per i posti di sostegno, fatte salve le esigenze che ne determinano la rimodulazione annuale.
2. Gli organici di cui al comma 1 sono determinati, complessivamente, nel rispetto dell’articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, fermo restando quanto previsto dall’articolo 19, comma 7, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, e fatto salvo anche per gli anni 2012 e successivi l’accantonamento in presenza di esternalizzazione dei servizi per i posti ATA.
3. Dall’attuazione delle disposizioni del presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

Art. 51
Potenziamento del sistema nazionale di valutazione

1. Nelle more della definizione di un sistema organico e integrato di valutazione delle istituzioni scolastiche, dell’universita’, della ricerca e dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, l’INVALSI assicura, oltre allo svolgimento dei compiti di cui all’articolo 17 del decreto legislativo 31 dicembre 2009, n. 213, e all’articolo 1, comma 613, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, il coordinamento funzionale del sistema nazionale di valutazione di cui all’articolo 2, comma 4-undevicies, del decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2011, n. 10. A tale fine, in via sperimentale, l’Invalsi si avvale dell’Agenzia per la diffusione di tecnologie per l’innovazione. Le Amministrazioni provvedono all’attuazione del presente comma con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
2. Le istituzioni scolastiche partecipano, come attivita’ ordinaria d’istituto, alle rilevazioni nazionali degli apprendimenti degli studenti, di cui all’articolo 1, comma 5, del decreto-legge 7 settembre 2007, n. 147, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 ottobre 2007, n. 176.

Art. 52
Misure di semplificazione e promozione dell’istruzione tecnico-professionale e degli istituti tecnici superiori – ITS

1. Con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca, adottato di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e con il Ministro dell’economia e delle finanze, d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome ai sensi dell’articolo 3 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sono adottate linee guida per conseguire i seguenti obiettivi:
a) realizzare un’offerta coordinata, a livello territoriale, tra i percorsi degli istituti tecnici, degli istituti professionali e di quelli di istruzione e formazione professionale di competenza delle regioni;
b) favorire la costituzione dei poli tecnico-professionali di cui all’articolo 13 del decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 7, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 aprile 2007, n. 40;
c) promuovere la realizzazione di percorsi in apprendistato, anche per il rientro in formazione dei giovani.
2. Con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, adottato d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome ai sensi dell’articolo 3 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sono definite linee guida per:
a) realizzare un’offerta coordinata di percorsi degli istituti tecnici superiori (ITS) in ambito nazionale, in modo da valorizzare la collaborazione multiregionale e facilitare l’integrazione delle risorse disponibili con la costituzione di non piu’ di un istituto tecnico superiore in ogni regione per la medesima area tecnologica;
b) semplificare gli organi di indirizzo, gestione e partecipazione previsti dagli statuti delle fondazioni ITS.
3. Le Amministrazioni provvedono all’attuazione del presente articolo con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

Art. 53
Modernizzazione del patrimonio immobiliare scolastico e riduzione dei consumi e miglioramento dell’efficienza degli usi finali di energia

1. Al fine di garantire su tutto il territorio nazionale l’ammodernamento e la razionalizzazione del patrimonio immobiliare scolastico, anche in modo da conseguire una riduzione strutturale delle spese correnti di funzionamento, il CIPE, su proposta del Ministro dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, approva un Piano nazionale di edilizia scolastica. La proposta di Piano e’ trasmessa alla Conferenza unificata entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto e il Piano e’ approvato entro i successivi 60 giorni.
2. Il Piano di cui al comma 1 ha ad oggetto la realizzazione di interventi di ammodernamento e recupero del patrimonio scolastico esistente, anche ai fini della messa in sicurezza degli edifici, e di costruzione e completamento di nuovi edifici scolastici, da realizzare, in un’ottica di razionalizzazione e contenimento delle spese correnti di funzionamento, nel rispetto dei criteri di efficienza energetica e di riduzione delle emissioni inquinanti, favorendo il coinvolgimento di capitali pubblici e privati anche attraverso i seguenti interventi:
a) la ricognizione del patrimonio immobiliare pubblico, costituito da aree ed edifici non piu’ utilizzati, che possano essere destinati alla realizzazione degli interventi previsti dal presente articolo, sulla base di accordi tra il Ministero dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca, l’Agenzia del demanio, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministero della difesa in caso di aree ed edifici non piu’ utilizzati a fini militari, le regioni e gli enti locali;
b) la costituzione di uno o piu’ fondi immobiliari destinati alla valorizzazione e razionalizzazione del patrimonio immobiliare scolastico ovvero alla promozione di strumenti finanziari immobiliari innovativi, articolati anche in un sistema integrato nazionale e locale, per l’acquisizione e la realizzazione di immobili per l’edilizia scolastica;
c) la messa a disposizione di beni immobili di proprieta’ pubblica a uso scolastico suscettibili di valorizzazione e dismissione in favore di soggetti pubblici o privati, mediante permuta, anche parziale, con immobili gia’ esistenti o da edificare e da destinare a nuove scuole;
d) le modalita’ di compartecipazione facoltativa degli enti locali.
3. In coerenza con le indicazioni contenute nel Piano, il Ministero dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare promuovono, congiuntamente la stipulazione di appositi accordi di programma, approvati con decreto dei medesimi Ministri, al fine di concentrare gli interventi sulle esigenze dei singoli contesti territoriali e sviluppare utili sinergie, promuovendo e valorizzando la partecipazione di soggetti pubblici e privati.
4. Nella delibera CIPE di cui al comma 1 sono inoltre disciplinate le modalita’ e i termini per la verifica periodica delle fasi di realizzazione del Piano, in base al cronoprogramma approvato e alle esigenze finanziarie, potendosi conseguentemente disporre, in caso di scostamenti, la diversa allocazione delle risorse finanziarie pubbliche verso modalita’ di attuazione piu’ efficienti.
5. Nelle more della definizione e approvazione del Piano, al fine di assicurare il tempestivo avvio di interventi prioritari e immediatamente realizzabili di edilizia scolastica coerenti con gli obiettivi di cui ai commi 1 e 2:
a) il CIPE, su proposta del Ministro dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, sentita la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, approva un Piano di messa in sicurezza degli edifici scolastici esistenti e di costruzione di nuovi edifici scolastici, anche favorendo interventi diretti al risparmio energetico e all’eliminazione delle locazioni a carattere oneroso, nell’ambito delle risorse assegnate al Ministero dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca dall’articolo 33, comma 8, della legge 12 novembre 2011, n. 183, pari a cento milioni di euro per l’anno 2012.
b) le disposizioni di cui all’articolo 1, comma 626, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, si applicano anche nel triennio 2012/2014, con estensione dell’ambito di applicazione alle scuole primarie e dell’infanzia, subordinatamente al rispetto dei saldi strutturali di finanza pubblica.
6. Al fine di semplificare le procedure relative alle operazioni di cui al presente articolo, il vincolo di destinazione a uso scolastico e’ acquisito automaticamente per i nuovi edifici con il collaudo dell’opera e cessa per gli edifici scolastici oggetto di permuta con l’effettivo trasferimento delle attivita’ scolastiche presso la nuova sede;
7. Al fine di adeguare la normativa tecnica vigente agli standard europei e alle piu’ moderne concezioni di realizzazione e impiego degli edifici scolastici, perseguendo altresi’, ove possibile, soluzioni protese al contenimento dei costi, con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, da emanare entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sentita la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sono adottate le norme tecniche-quadro, contenenti gli indici minimi e massimi di funzionalita’ urbanistica, edilizia, anche con riferimento alle tecnologie in materia di efficienza e risparmio energetico e produzione da fonti energetiche rinnovabili, e didattica indispensabili a garantire indirizzi progettuali di riferimento adeguati e omogenei sul territorio nazionale.
8. All’attuazione delle disposizioni di cui al presente articolo si provvede nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.
9. Gli enti proprietari di edifici adibiti a istituzioni scolastiche, le universita’ e gli enti di ricerca vigilati dal Ministero dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca, adottano entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, misure di gestione, conduzione e manutenzione degli immobili finalizzate al contenimento dei consumi di energia e alla migliore efficienza degli usi finali della stessa, anche attraverso il ricorso, in deroga all’articolo 12 del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, ai contratti di servizio energia di cui al decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412 e al decreto legislativo 30 maggio 2008, n. 115, secondo le linee guida predisposte dal Ministero dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca, di concerto con il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, con il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto.

Il Consiglio dei Ministri, nel corso della riunione del 27 gennaio, esamina un Decreto-Legge relativo a Disposizioni urgenti in materia di semplificazioni e sviluppo.

Su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e semplificazione, Filippo Patroni Griffi, del Ministro per lo sviluppo economico, infrastrutture e trasporti, Corrado Passera, e del Ministro dell’istruzione, università e ricerca, Francesco Profumo, il Consiglio ha esaminato e approvato un decreto-legge in materia di semplificazione e sviluppo.

E’ la terza iniziativa di spessore in due mesi” – ha dichiarato il Presidente del Consiglio Mario Monti – “per dare all’Italia un’economia più produttiva e competitiva e dunque più forte, liberando il suo potenziale di crescita e di occupazione. Questo pacchetto di misure intende modernizzare i rapporti tra pubblica amministrazione, cittadini e imprese, puntando sull’agenda digitale e l’innovazione. I cittadini in particolare avranno grandi benefici dalla semplificazione della burocrazia. Il provvedimento dimostra, ancora una volta, l’impegno dell’Italia nelle riforme, in linea con le raccomandazioni dalla Commissione Europea e di altre istituzioni autorevoli, semplificando la burocrazia amministrativa, compreso l’uso delle nuove tecnologie per stimolare la produttività e la crescita”.

Con l’entrata a regime delle disposizioni del provvedimento verranno eliminate dall’ordinamento un numero consistente di leggi che non si giustificano più in un’economia moderna, chiamata a crescere e a creare occupazione.

Le misure del decreto riguardano i cittadini, le imprese e le pubbliche amministrazioni.

Le misure di semplificazione per i cittadini si propongono di migliorare la qualità dei rapporti che ciascuno di noi ha quotidianamente con le strutture pubbliche. Non più, dunque, lunghi tempi di attesa per ottenere un documento, moduli amministrativi complicati e uffici pubblici inaccessibili.

Sarà possibile ottenere attraverso il web con pochi e semplici passaggi :

• il cambio di residenza;

• l’iscrizione nelle liste elettorali;

• i certificati anagrafici o il rinnovo dei documenti di identità

• partecipazione ai concorsi pubblici

Le persone affette da disabilità potranno usare il verbale di accertamento dell’invalidità (anziché le attuali attestazioni medico-legali) per ottenere i contrassegni per parcheggiare nel centro storico. Godranno inoltre dell’esenzione dal bollo e di un regime agevolato di IVA.

Viene previsto anche un nuovo programma di sperimentazione della social card nei Comuni con più di 250mila abitanti. Il programma è finalizzato alla eventuale estensione come strumento di contrasto alla povertà. Con questa finalità, dovrà coinvolgere attivamente soggetti pubblici e non-profit e favorire l’inclusione attiva dei beneficiari.

Particolarmente importanti, sia per le imprese che per i cittadini, in particolare i giovani, le misure riguardanti l’università. Con l’approvazione del decreto-legge si introduce il Portale unico delle università: la verbalizzazione e la registrazione degli esiti degli esami di profitto e di laurea sostenuti dagli studenti universitari si effettuerà esclusivamente per via telematica.

Grande spessore è dato all’agenda digitale. Quest’ultima è stata finora uno dei punti deboli delle politiche di governo. “Semplifica Italia” la rende obiettivo prioritario. Le misure del provvedimento intendono aumentare l’efficienza dell’azione amministrativa, potenziare gli strumenti informatici di negoziazione, alleggerire le procedure di contrattazione per il mercato elettronico della pubblica amministrazione e incrementare la trasparenza, la regolarità e l’economicità della gestione dei contratti pubblici.

L’agenda digitale consta di quattro punti fondamentali:

– Primo, la costituzione di una cabina di regia per lo sviluppo della banda larga e ultra-larga. Ancora oggi, il 5,6 % della popolazione, pari a 3,5 milioni di italiani si trovano in condizione di “divario digitale” e più di 3000 località soffrono un “deficit infrastrutturale” che rende più complessa la vita dei cittadini.

– Secondo, apertura all’ingresso dell’open data, ossia la diffusione in rete dei dati in possesso delle amministrazioni, nell’ottica della totale trasparenza.

– Terzo, utilizzo del cloud, ovvero la dematerializzazione e condivisione dei dati tra le pubbliche amministrazioni.

– Quarto, gli incentivi alle smart communities, gli spazi virtuali in cui i cittadini possono scambiare opinioni, discutere dei problemi e, soprattutto, stimolare soluzioni condivise.

Semplificazione per le imprese vuol dire anzitutto crescita. Ci sono agevolazioni per chi intende avviare un’attività imprenditoriale. Si riduce radicalmente il numero di controlli e verifiche per costituire un’impresa. Quelli che, invece, sono già titolari di un’attività imprenditoriale potranno acquisire tutte le informazioni utili per la loro attività accedendo alle nuove banche dati consultabili attraverso i siti degli sportelli unici comunali.

Una parte consistente delle semplificazioni a favore delle imprese riguarda gli appalti pubblici. Oggi, in media, la stessa impresa presenta 27 volte la stessa documentazione. Con “Semplifica” Italia tutti i documenti contenenti i requisiti di carattere generale, tecnico-organizzativi ed economico-finanziario delle aziende vengono acquisiti, e gestiti, dalla Banca dati nazionale dei contratti pubblici. In questo modo, si risparmia due volte. Le amministrazioni avranno la possibilità di consultare rapidamente il fascicolo elettronico di ciascuna impresa ed effettuare i controlli necessari, con un risparmio stimato di circa 1,3 miliardi l’anno. Le piccole e medie imprese risparmieranno sui costi vivi della gestione amministrativa. Il risparmio, per loro, è stimato in oltre 140 milioni di Euro all’anno.

Per le pubbliche amministrazioni, l’obiettivo principale è quello di accelerare i tempi medi di conclusione dei procedimenti amministrativi. Per farlo, si introducono due strumenti:

1) Il primo interessa i manager pubblici. I ritardi e gli inadempimenti incideranno direttamente sulla valutazione della performance individuale dei dirigenti (oltre che sulla responsabilità disciplinare e contabile dei funzionari).

2) Con il secondo strumento si affida ai fruitori dei servizi pubblici – i cittadini e le imprese – il ruolo di “controllori” del buon operato delle amministrazioni. Chiunque, a fronte di un ritardo ingiustificato, potrà rivolgersi a un dirigente diverso da quello responsabile dell’inadempimento. Quest’ultimo avrà il compito di portare a conclusione il procedimento nel minor tempo possibile

Il Governo è consapevole del fatto che la riduzione degli oneri burocratici non può essere realizzata efficacemente in tempi brevi. “Semplifica” Italia lavora sul lungo periodo. Per questo motivo si crea un nuovo sistema di monitoraggio: tutte le amministrazioni dovranno inviare ogni anno alla Presidenza del Consiglio dei Ministri una relazione dettagliata sulle semplificazioni introdotte e sul rispetto dei tempi per i procedimenti. La valutazione negativa da parte del Governo – svolta con la partecipazione delle associazioni di imprenditori e consumatori – determina il taglio automatico degli oneri aggiuntivi per l’amministrazione.

Di seguito, in sintesi, i principali punti del provvedimento, suddivisi per tipologia.

SEMPLIFICAZIONI PER I CITTADINI

1. CAMBI DI RESIDENZA IN TEMPO REALE – Le disposizioni hanno il duplice obiettivo di consentire l’effettuazione del cambio di residenza con modalità telematica e di produrre immediatamente, al momento della dichiarazione, gli effetti giuridici del cambio di residenza in modo da evitare i gravi disagi e gli inconvenienti determinati dalla lunghezza degli attuali tempi di attesa. I cambi di residenza tra Comuni diversi sono circa 1.400.000 all’anno (dati Istat).

2. PROCEDURE ANAGRAFICHE E DI STATO CIVILE PIU’ VELOCI – Oltre 7 milioni di comunicazioni verranno effettuate esclusivamente in via telematica. I cittadini avranno tempi più rapidi nella trascrizione degli atti di stato civile, essenziale a fronte dei fondamentali eventi della vita (nascita, matrimonio e morte), nella cancellazione e iscrizione alle liste elettorali e nei cambi di residenza. Inoltre, con la medesima modalità sono previste le comunicazioni tra Comuni e Questure relative ai cartellini delle carte d’identità e alle iscrizioni, cancellazioni e variazioni anagrafiche degli stranieri. Le comunicazioni telematiche consentiranno un risparmio per le amministrazioni quantificabile in almeno 10 milioni di euro all’anno (tenendo conto solo delle spese di spedizione).

3. DOCUMENTI DI RICONOSCIMENTO SCADRANNO NEL GIORNO DEL COMPLEANNO – la norma intende evitare gli inconvenienti che derivano spesso dal non avvedersi della scadenza.

4. TEMPI PIÙ BREVI PER IL RINNOVO DELLE PATENTI DI GUIDA DEGLI ULTRAOTTANTENNI –Sarà più semplice e veloce, per i guidatori ultraottantenni, rinnovare la patente. Il rinnovo, di durata biennale, potrà essere effettuato direttamente presso un medico monocratico e non più presso una commissione medica locale.

5. BOLLINO BLU – Il “bollino blu”, che oggi deve essere rinnovato annualmente, sarà contestuale alla revisione dell’auto che avviene la prima volta dopo quattro anni e poi con cadenza biennale, con evidenti risparmi di tempo e denaro.

6. PERSONE CON DISABILITÀ – Verranno eliminate inutili duplicazioni di documenti e di adempimenti nelle certificazioni sanitarie a favore delle persone con disabilità. Il verbale di accertamento dell’invalidità potrà sostituire le attestazioni medico legali richieste, ad esempio, per il rilascio del contrassegno per parcheggio e di accesso al centro storico, l’IVA agevolata per l’acquisto dell’auto, l’esenzione dal bollo auto e dall’imposta di trascrizione al PRA.

7. ASTENSIONE ANTICIPATA DAL LAVORO DELLE LAVORATRICI IN GRAVIDANZA – la norma modifica l’articolo 17 del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151 in materia di interdizione dal lavoro delle lavoratrici in stato di gravidanza prevedendo diverse fattispecie di astensione obbligatoria in presenza di determinate condizioni

8. PRIVACY – eliminato l’obbligo di predisporre e aggiornare il documento programmatico sulla sicurezza (DPS) che, oltre a non essere previsto tra le misure di sicurezza richieste dalla Direttiva 95/46/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 ottobre 1995, rappresenta un adempimento meramente superfluo. Restano comunque ferme le misure di sicurezza previste dalla normativa vigente. Il risparmio stimato per le PMI è di circa 313 milioni di euro all’anno.

9. IMPIANTI TERMICI – Si elimina una inutile duplicazione nelle certificazioni di conformità, con un risparmio stimato in oltre 50 milioni all’anno.

10. DISPOSIZIONI DI SEMPLIFICAZIONE IN MATERIA DI AGRICOLTURA E PESCA – fra le altre quelle in tema di fascicolo elettronico dell’impresa agricola e delle imprese di pesca e la semplificazione, rilevante anche ai fini della lotta all’illegalità diffusa nel settore

11. SEMPLIFICAZIONE NELLE ASSUNZIONI DI LAVORATORI EXTRA UE – la norma riduce gli oneri amministrativi connessi alla stipula del contratto di soggiorno per lavoro subordinato per lavoratori stranieri extra comunitari.

12. SEMPLIFICAZIONE ALL’ACCESSO ALLA PROFESSIONE DI AUTOTRASPORTATORE – viene semplificato l’accesso alla professione di autotrasportatore, esentando dall’obbligo dell’esame di idoneità professionale chi ha superato un corso di istruzione secondaria o chi ha diretto in maniera continuativa, per almeno dieci anni, un’impresa del settore.

SEMPLIFICAZIONI PER IMPRESE, INFRASTRUTTURE, TRASPORTI

1. ADEMPIMENTI PIÙ CELERI DALLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE – La nuova norma prevede l’obbligo della trasmissione alla Corte dei Conti delle sentenze che accertano l’inadempimento dell’amministrazione all’obbligo di attuare un determinato provvedimento. All’interno di ogni amministrazione viene inoltre prevista una figura di vertice a cui saranno attribuite funzioni sostitutive per la conclusione dei procedimenti, nel caso di inerzia da parte dell’amministrazione stessa.

2. BANCA DATI NAZIONALE DEI CONTRATTI PUBBLICI E AFFIDAMENTO SERVIZI FINANZIARI – Con la nuova normativa, la verifica dei requisiti di ordine generale e speciale richiesti per la partecipazione alle gare di affidamento dei contratti pubblici avverrà attraverso la Banca dati nazionale dei contratti pubblici, istituita presso l’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture. In questo modo saranno fortemente semplificate le procedure di verifica.

3. MODIFICHE DELLE PROCEDURE AMMINISTRATIVE RIGUARDANTI GLI IMPIANTI PRODUTTIVI – La norma prevede che, dopo un periodo di sperimentazione volontaria in determinate aree del territorio, le procedure amministrative che oggi fanno capo agli sportelli unici per le attività produttive siano radicalmente semplificate tramite decreti del governo. Tutti gli adempimenti dovranno dunque essere aboliti oppure unificati in una procedura unica, rapida e soprattutto semplice, facendo ampio ricorso ad una nuova Conferenza di servizi telematica ed obbligatoria. Grazie ai nuovi strumenti telematici ed alla sinergia fra pubblico e privato le imprese saranno, inoltre, messe in grado di conoscere in modo trasparente gli adempimenti e le opportunità, anche economiche e finanziarie, connesse alle proprie scelte. La norma, proposta dal Ministero dello sviluppo economico e dalla Funzione pubblica e già condivisa dall’Anci e da molte Regioni e associazioni imprenditoriali, mira a creare un clima favorevole alla nascita e allo sviluppo delle iniziative imprenditoriali sul territorio, in un nuovo clima di “amministrazione amica” e di leale cooperazione fra tutti i soggetti coinvolti a livello centrale, regionale e comunale.

4. MODIFICHE DEL TESTO UNICO DELLE LEGGI DI PUBBLICA SICUREZZA E SEMPLIFICAZIONI DEI CONTROLLI – I controlli della pubblica autorità diventano più efficaci e le procedure meno farraginose. Con le modifiche apportate al Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, inoltre, molti controlli sulle imprese diventano successivi e non preventivi rispetto all’inizio delle attività. In questo modo sarà possibile avviare subito l’operatività dell’impresa, sapendo che i necessari controlli di legge saranno effettuati ex post, secondo una tempistica e scadenze congrue. Il governo emanerà appositi regolamenti di delegificazione per far sì che tutti i controlli siano ispirati a criteri di semplicità e proporzionalità. Ogni amministrazione sarà obbligata a pubblicare sul proprio sito (così come su www.impresainungiorno.gov.it) la lista dei controlli a cui è assoggettata ogni tipologia di impresa.

5. AUTORIZZAZIONE UNICA IN MATERIA AMBIENTALE PER LE PMI – Viene introdotta un’unica autorizzazione in materia ambientale, così da concentrare in un solo titolo abilitativo tutti gli adempimenti – al momento di competenza di diverse amministrazioni – cui sono sottoposte oggi le Pmi. L’autorizzazione sarà rilasciata dunque da un unico soggetto attuatore, riducendo di molto le tempistiche e gli oneri che attualmente gravano sulle imprese.

6. PROCEDURE PIÙ SNELLE PER LE IMPRESE AGRICOLE – Per garantire una sempre più ampia liberalizzazione delle attività imprenditoriali, la nuova norma semplifica gli adempimenti amministrativi necessari per l’esercizio dell’attività di vendita diretta da parte degli imprenditori agricoli in forma itinerante. In particolare, l’imprenditore agricolo potrà iniziare l’attività contestualmente all’invio della comunicazione.

7. IMPRESE DI PANIFICAZIONE APERTE NEI GIORNI FESTIVI – Niente più vincoli per le chiusure domenicali e festive per le aziende di panificazione, in modo da consentire loro di rifornire le altre imprese ed esercizi commerciali che già beneficiano di questo tipo di apertura.

8. CIRCOLAZIONE DEI MEZZI PESANTI E TARATURA DEL TACHIGRAFO – i Divieti di circolazione per i mezzi pesanti potranno riguardare, oltre che le giornate festivi, anche ulteriori giorni individuati contemperati con le esigenze di sicurezza e traffico stradale e gli effetti che tali divieti possono avere sul sistema economico-produttivo nel suo complesso. Inoltre, la taratura del tachigrafo sui veicoli adibiti al trasporto su strada passa da uno a due anni, in linea con gli altri Paesi europei.

8. SCIA – Il Governo, entro il 2012, individuerà in modo tassativo le autorizzazioni da mantenere, le attività sottoposte alla segnalazione certificata di inizio di attività (SCIA) , quelle per cui basta una semplice comunicazione e le attività del tutto libere; verranno di conseguenza abrogate tutte le disposizioni incompatibili assicurando chiarezza e certezza alle imprese. Inoltre saranno attivati, con la partecipazione di tutti i soggetti interessati, percorsi sperimentali di semplificazione amministrativa per le imprese, in ambiti territoriali delimitati e a partecipazione volontaria.

9. UNA SOLA AUTORIZZAZIONE AMBIENTALE PER LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE: oggi le PMI sono tenute a una serie di adempimenti di competenza di diverse amministrazioni (scarichi, emissioni, rifiuti, ecc.) che generano oneri e costi sproporzionati. E’ stato valutato che l’onere burocratico per le imprese supera oggi 1,3 miliardi di euro all’anno.

10. ELIMINAZIONE DI AUTORIZZAZIONI OBSOLETE e adempimenti più leggeri con le modifiche al TULPS (Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza).

11. COORDINAMENTO E RAZIONALIZZAZIONE DEI CONTROLLI SULLE IMPRESE – in modo da garantire semplicità, efficienza e proporzionalità al rischio: il Governo dovrà provvedere attraverso appositi regolamenti di semplificazione.

12. DELIBERE CIPE PIÙ SNELLE E VELOCI – Via libera a modalità più snelle per l’adozione delle delibere Cipe in modo da semplificarne il funzionamento e ridurre i tempi di attuazione in linea con quanto già disposto dal decreto “Salva Italia” per quanto riguarda i progetti di opere pubbliche.

SEMPLIFICAZIONI PER LE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI

1. POTERE SOSTITUTIVO – Si prevede che, qualora l’amministrazione non rispetti i tempi di conclusione delle pratiche, cittadini e imprese potranno rivolgersi ad un altro dirigente – preventivamente individuato dal vertice dell’amministrazione – che avrà il compito di provvedere in tempi brevi. Se il funzionario non rispetta i tempi di conclusione delle pratiche, rischia sanzioni disciplinari e contabili.

2. REGULATORY BUDGET: viene introdotto l’obbligo, per le amministrazioni statali, di trasmettere annualmente alla Presidenza del Consiglio dei Ministri una relazione sul bilancio complessivo degli oneri amministrativi, a carico di cittadini e imprese, introdotti e eliminati con gli atti normativi approvati nel corso dell’anno precedente.

Si prevede, inoltre, che il Dipartimento della Funzione pubblica predisponga una relazione complessiva, contenente il bilancio annuale degli oneri amministrativi introdotti ed eliminati, con evidenziato il risultato riferito a ciascuna amministrazione. Il Dipartimento della Funzione pubblica ha stimato in oltre 23 miliardi di euro all’anno gli oneri amministrativi relativi ad 81 procedure particolarmente rilevanti per le imprese, selezionate con la collaborazione delle associazioni imprenditoriali. Gli effetti della norma consentiranno di tagliare i costi della burocrazia per le imprese e disboscare la giungla delle procedure.

3. SCAMBIO DATI TRA AMMINISTRAZIONI IN MATERIA DI SERVIZI SOCIALI – la norma prevede che gli enti erogatori di interventi e servizi sociali inviino unitariamente all’INPS le informazioni sui beneficiari e sulle prestazioni concesse, raccordando i flussi informativi. Lo scambio di dati avviene telematicamente, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica e nel rispetto del Codice in materia di protezione dei dati personali.

SEMPLIFICAZIONI PER LE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI

(UNIVERSITA’ E RICERCA)

Di seguito si indicano i principali provvedimenti di semplificazione relativi al sistema universitario e scolastico. Ad esempio il PORTALE UNICO. Il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca cura la costituzione e l’aggiornamento di un portale unico, consultabile almeno in italiano e in inglese, per il reperimento di ogni dato utile per la scelta da parte degli studenti. Dall’anno accademico 2013-2014, la verbalizzazione e la registrazione degli esiti degli esami di profitto e di laurea sostenuti dagli studenti universitari avvengono esclusivamente con modalità informatiche. Ci sono inoltre le Misure di semplificazione in materia di ricerca universitaria e di istruzione tecnico-professionale; il potenziamento del sistema nazionale di valutazione: vengono poste le basi per una valutazione “al servizio delle scuole”, adottando quello spirito non giudicante che l’INVALSI ha costruito in questi ultimi anni. Infine, sono previste misure di semplificazione che riguardano l’attribuzione di grant comunitari o internazionali.

AGENDA DIGITALE

Il provvedimento dà ufficialmente il via all’agenda digitale per l’Italia, definendo una “road map” per raggiungere gli obiettivi posti dall’Agenda digitale comunitaria dell’agosto 2010 (COM (2010) 245 f/2. A tal fine è prevista l’istituzione di una cabina di regia per l’attuazione dell’agenda, con il compito di coordinare l’azione dei vari attori istituzionali coinvolti (Governo, Regioni, Enti locali, Authority).

Una parte consistente dei provvedimenti già elencati in precedenza si legano all’innovazione digitale. L’elenco che segue si limita a riepilogare i punti chiave dell’agenda digitale:

1. BANDA LARGA E ULTRA-LARGA – la realizzazione della banda larga e ultra-larga. Quasi 5,6 milioni di italiani si trovano in condizione di “divario digitale” e più di 3000 centri abitati soffrono un “deficit infrastrutturale” che rende più complessa la vita dei cittadini. Le nuove misure intendono abbattere questi limiti e allineare il Paese agli standard europei.

2. OPENDATA – i dati in possesso delle istituzioni pubbliche – le università ad esempio – vengono condivisi attraverso la rete, per garantire la piena trasparenza nei confronti dei cittadini.

3. CLOUD – i dati in possesso delle pubbliche amministrazioni, de-materializzati, sono condivisi tra le pubbliche amministrazioni.

4. SMART COMMUNITIES – si avvia la creazione di spazi virtuali sul web in cui i cittadini possono scambiare opinioni, discutere dei problemi e stimolare soluzioni condivise con le pubbliche amministrazioni.

3 febbraio Progetto sperimentale “VALeS”

Con la Circolare Ministeriale 3 febbraio 2012, n. 16, il MIUR avvia la sperimentazione del progetto VALeS

Di seguito il comunicato stampa del MIUR:

Parte il progetto sperimentale “VALeS” per la valutazione esterna delle scuole e dei dirigenti scolastici

Dopo l’avvio del progetto “VSQ- Valutazione per lo Sviluppo della Qualità delle scuole” nello scorso anno scolastico, parte quest’anno il nuovo percorso sperimentale “VALeS”- Valutazione e Sviluppo Scuola, finalizzato alla valutazione esterna delle scuole e – per la prima volta – dei dirigenti scolastici. Le analisi valutative saranno condotte dai nuclei di valutazione esterni, attraverso strumenti e protocolli di visita specifici.
Il progetto, rivolto alle scuole del primo e secondo ciclo, fino ad un limite massimo di 300 istituti su tutto il territorio nazionale, ha durata triennale e si colloca nella prospettiva di individuare un modello che prefiguri una valutazione organica di sistema, sulla base delle caratteristiche del Sistema Nazionale di Valutazione.
Diversamente dal precedente progetto “VSQ”, non sono previste premialità alle scuole che raggiungono i risultati migliori, ma finanziamenti per tutti gli istituti partecipanti, rapportati agli obiettivi da raggiungere: alle scuole in maggiore difficoltà sarà dunque garantito un maggiore supporto per sostenere il piano di miglioramento. Inoltre l’OCSE, a partire da quest’anno, collaborerà con il Ministero in tutte le fasi del progetto, per assicurare l’allineamento dell’esperienza italiana con il panorama internazionale.

COME FUNZIONERA’ IL PROGETTO
Per la valutazione complessiva della scuola e dell’azione della dirigenza scolastica, la sperimentazione seguirà tre passaggi chiave: l’analisi valutativa, il miglioramento e la valutazione finale.

Analisi valutativa:

  • rilevazione degli apprendimenti attraverso prove standard, con calcolo del valore aggiunto contestualizzato da parte di INVALSI;
  • raccolta dei dati strutturali della singola scuola presenti nel Sistema Informativo del MIUR, integrati dagli stessi istituti secondo modalità simili all’iniziativa “La Scuola in Chiaro”;
  • analisi valutativa del contesto scolastico e dell’azione della dirigenza scolastica, effettuata da parte di nuclei di osservatori esterni coordinati da ispettori che elaboreranno un rapporto di valutazione iniziale;

Miglioramento

  • piano di miglioramento, elaborato dalle scuole sulla base del rapporto di valutazione iniziale, supportato dall’INDIRE, oltre che dalle Università o da altre risorse professionali presenti sul territorio.

Valutazione finale

  • valutazione finale delle scuole e dei dirigenti scolastici e pubblicazione dei risultati sul servizio “La Scuola in Chiaro”, ai fini della trasparenza e della “accountability”.

VALUTAZIONE DIRIGENTI
Nell’ambito del progetto, particolare rilievo assume lo sviluppo di un sistema di valutazione specifico per il dirigente scolastico, la cui azione risulta fondamentale nel promuovere gli obiettivi di miglioramento del servizio, stimolando la collaborazione di tutta la comunità scolastica.

La valutazione del dirigente farà riferimento ad opportuni indicatori individuati all’interno delle seguenti macro-aree: direzione, coordinamento e valorizzazione delle risorse umane, organizzazione e gestione delle risorse finanziarie e strumentali, promozione della qualità dei processi interni alla comunità professionale, sviluppo delle innovazioni, attenzione alle famiglie ed alla comunità sociale, collaborazione con i soggetti istituzionali, culturali, professionali, sociali ed economici del territorio.

Per partecipare alla sperimentazione, le scuole potranno compilare, dal 10 febbraio al 12 marzo, il modulo di adesione che troveranno sul sito Progetti sperimentali di valutazione. Per consentire una più ampia diffusione sul territorio nazionale delle iniziative legate alla cultura della valutazione, gli istituti scolastici che partecipano al percorso sperimentale “VSQ”, avviato nell’a.s. 2010-2011, non potranno partecipare al progetto VALeS.

Avviso 3 febbraio 2012

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per la Programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali
Direzione Generale per gli Affari Internazionali
Ufficio II – Unione Europea: programmi di cooperazione

Avviso 3 febbraio 2012

Oggetto: I Collegi del Mondo Unito. Aperte le iscrizioni per la partecipazione alle selezioni.

Pubblicato sul sito del United World College of the Adriatic il bando per la selezione nazionale di 11 studenti da ammettere alla frequenza gratuita dell’ultimo biennio della scuola secondaria di secondo grado per gli aa.ss. 2012 -2013 e 2013-2014 presso alcuni dei 13 Collegi. Possono partecipare alla selezione studenti che frequentano per la prima volta il terzo anno di un istituto secondario di secondo grado e che siano, di regola, di età compresa tra i 16 anni e i 17 anni e 6 mesi. La domanda di partecipazione deve essere compilata on-line entro, e non oltre, giovedì 15 Marzo 2012 collegandosi all’indirizzo web: http://it.uwc.org/bando.

Circolare Ministeriale 3 febbraio 2012, n.16

Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca
Dipartimento per la Programmazione e la Gestione delle Risorse Umane,
Finanziarie e Strumentali
Ufficio IV

Circolare Ministeriale 3 febbraio 2012, n.16
Prot. AOODPPR/Reg.Uff./n.176

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Al Capo del Dipartimento per l’Istruzione
SEDE
Ai Direttori Generali del Dipartimento per l’Istruzione
LORO SEDI
Ai Direttori Generali del Dipartimento per la Programmazione e la Gestione delle Risorse Umane, Finanziarie e Strumentali
LORO SEDI
e p.c. Al Capo di Gabinetto
SEDE

OGGETTO: Progetti sperimentali di valutazione

Nell’ambito delle azioni di questo Ministero, da attuare in coerenza con le recenti raccomandazioni dell’Unione Europea e con il quadro normativo nazionale che prevede il potenziamento del Sistema Nazionale di Valutazione, viene proposta alle scuole un’iniziativa sperimentale che deriva dall’esperienza del progetto VSQ – Valutazione per lo Sviluppo della Qualità delle scuole, già avviata nel trascorso anno scolastico e tuttora in svolgimento. Nello specifico, il nuovo progetto sperimentale (collegato alla domanda n. 13 della UE al Governo italiano:“Quali caratteristiche avrà il programma di ristrutturazione delle singole scuole che hanno ottenuto risultati insoddisfacenti?”), denominato VALeS – Valutazione e Sviluppo Scuola – tiene conto delle indicazioni provenienti in primo luogo dalle istituzioni scolastiche che hanno partecipato a VSQ, nonché di quelle provenienti da rappresentanti ed esperti del mondo della scuola, opportunamente integrate in alcuni aspetti dell’attuale proposta sperimentale.
Un ulteriore disegno sperimentale riguardante la professionalità docente (collegato alla domanda di chiarimento n. 14 della UE : “Come intende il governo valorizzare il ruolo degli insegnanti in ogni singola scuola? E quale tipo di incentivi il governo intende mettere in campo?”), sarà presentato in un momento successivo, a seguito di una fase attualmente in corso di approfondimento e di confronto con le comunità professionali e con gli esperti del settore.
Inoltre l’OCSE, a partire da quest’anno, collaborerà con il Ministero in tutte le fasi dei progetti che verranno proposti per assicurare l’allineamento delle esperienze italiane con il panorama internazionale.

1. Il progetto VALeS – Valutazione e Sviluppo Scuola
Il progetto VALeS – Valutazione e Sviluppo Scuola, rivolto alle istituzioni scolastiche del primo e del secondo ciclo d’istruzione, sviluppa e perfeziona l’esperienza della prima fase di attuazione del progetto VSQ, opportunamente integrato anche con la valutazione dell’azione del dirigente scolastico e ulteriormente affinato nei metodi e negli strumenti.
Tale integrazione garantirà comunque una distinta specificità nel percorso di valutazione delle scuole e in quello del dirigente scolastico. Il progetto VSQ, attualmente in corso, proseguirà il suo iter e si concluderà, come previsto, alla fine dell’anno scolastico 2012/2013. Le scuole partecipanti a VSQ hanno già segnalato – anche attraverso le puntuali osservazioni fornite dalla Fondazione Giovanni Agnelli che sta conducendo una ricerca autonoma sul progetto – una serie di utili indicazioni che sono state prese in considerazione nel disegno del nuovo percorso sperimentale .
L’obiettivo della nuova iniziativa sperimentale VALeS è quello di individuare e verificare sul campo la fattibilità di metodi, criteri, procedure e strumenti che permettano di valutare punti di forza e di debolezza della istituzione scolastica, nonché dell’azione della dirigenza scolastica. Il processo di valutazione – di durata triennale – individua una prima fase di analisi della scuola come “sistema complesso”, condotta da diverse prospettive, attraverso un protocollo di visita delle scuole gestito da Nuclei di valutazione esterni coordinati da ispettori. Tali Nuclei sono costituiti dal M.I.U.R. e opportunamente formati dall’INVALSI, che ha progettato strumenti e procedure, in parte già introdotte nel progetto VSQ. Al termine di questa prima fase di analisi, sarà consegnato alla singola scuola uno specifico Rapporto di valutazione, sulla base del quale essa è invitata a progettare in autonomia un percorso di miglioramento, per la cui realizzazione sono previsti finanziamenti ad hoc. La scuola avrà a disposizione il successivo anno scolastico per condurre, dopo una fase di autovalutazione e di progettazione, opportune azioni di miglioramento. In questa fase ogni istituto potrà, utilizzando le risorse finanziarie messe a disposizione, avvalersi del supporto di INDIRE, oltre che intraprendere propri percorsi, ricorrendo alle Università o ad altre risorse culturali e professionali presenti sul territorio. Nel corso del terzo e ultimo anno di sperimentazione la scuola sarà nuovamente valutata da parte del Nucleo di valutazione esterno che, sulla base del Rapporto iniziale, ne apprezzerà i risultati raggiunti.
Nell’ambito dell’analisi condotta sulla scuola, anche al dirigente scolastico saranno indicati specifici obiettivi legati in modo particolare alla sua funzione, il raggiungimento dei quali sarà poi verificato al termine del percorso.
Per motivi di opportunità e per consentire una più ampia diffusione sul territorio nazionale delle iniziative legate alla cultura della valutazione, gli istituti scolastici che partecipano al percorso sperimentale VSQ, avviato nell’a.s. 2010-2011, non potranno partecipare al progetto VALeS. A tutte le scuole che parteciperanno saranno assicurati finanziamenti per il piano di miglioramento, per le spese di funzionamento e per il riconoscimento del maggior impegno profuso dalla comunità professionale nel partecipare al processo di valutazione. Diversamente dal precedente progetto VSQ e sulla base dell’esperienza condotta, non sono previste premialità alle scuole che raggiungono i risultati migliori, ma finanziamenti per tutte le scuole partecipanti rapportati agli obiettivi da raggiungere: alle scuole in maggiore difficoltà sarà dunque garantito un maggiore supporto per sostenere il piano di miglioramento. Il processo di valutazione permetterà, inoltre, alla scuola di sviluppare la dimensione della “accountability”, attraverso la pubblicazione dei risultati della valutazione sul servizio “Scuola in chiaro”, che punta alla condivisione e trasparenza dei dati, già attivato sul sito del Ministero.

2. Le azioni nelle Regioni dell’Obiettivo Convergenza
All’interno del quadro di riferimento sopra descritto ed in coerenza con le linee di intervento istituzionali prefigurate per il progetto VALeS, specifiche azioni saranno avviate nelle Regioni del Mezzogiorno appartenenti all’Obiettivo Convergenza (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia); per queste aree territoriali le attività delineate nella presente informativa saranno realizzate con i fondi strutturali europei, nell’ambito del Programma Operativo Nazionale “Competenze per lo sviluppo” finanziato con il Fondo Sociale Europeo 2007/2013. D’altra parte, a garanzia dell’efficacia e della funzionalità degli interventi attuati con i fondi strutturali europei, si è sempre considerato determinante il rafforzamento delle azioni per la valutazione delle istituzioni scolastiche anche per verificare l’efficacia degli investimenti. Inserita in un processo di valutazione, anche la scelta di partecipare alle diverse iniziative previste dal PON potrà diventare per la scuola un’occasione per lo sviluppo del piano di miglioramento.
Infatti, con le risorse dei fondi strutturali, nel pieno rispetto della propria autonomia, le scuole beneficiano di un’opportunità aggiuntiva in quanto possono intraprendere i percorsi più consoni ai propri contesti promuovendo, ad esempio, le eccellenze o contrastando la dispersione scolastica, sostenendo gli studenti con difficoltà di apprendimento, migliorando competenze e strumenti per la didattica etc. In tale prospettiva, assume una rilevanza strategica l’accelerazione dei processi volti a potenziare la valutazione di sistema, finalizzata sia a dimostrare l’efficacia degli interventi finanziati con i fondi strutturali europei, sia a valorizzare le prestazioni delle istituzioni scolastiche e a promuovere una leadership responsabile, supportandone il processo di miglioramento continuo.
A tale esigenza risponde dunque l’iniziativa sperimentale rivolta alla valutazione delle scuole e della dirigenza scolastica, con cui si intende porre nuova enfasi sulla necessità di verificare la qualità del servizio di istruzione e formazione non solo in termini di efficienza, ma anche in termini di efficacia strategica rispetto agli obiettivi EU 2020, fissati dal quadro comunitario ed in conformità con i benchmark indicati dall’Unione Europea in merito alla valorizzazione del capitale umano. Tali traguardi si raggiungono attraverso l’innalzamento dei livelli di istruzione della popolazione, con particolare riguardo ai giovani, e promuovendo le competenze indispensabili nel più ampio orizzonte del mercato del lavoro europeo e globale. La programmazione dei fondi strutturali per il Mezzogiorno 2007/2013, quindi, costituisce un’opportunità per sostenere ed accelerare lo sviluppo del sistema di valutazione affinché siano dimostrabili i risultati raggiunti. Ciò anche in vista della nuova programmazione 2014/2020 la cui partecipazione sarà condizionata alla presenza di alcuni elementi strutturali quali l’esistenza di sistemi di misurabilità dell’efficacia degli interventi e dei risultati.
In ogni caso, potrà essere individuato un campione di scuole delle Regioni appartenenti all’Obiettivo Convergenza, in base all’esperienza già consolidata nell’ambito del Programma Operativo Nazionale “Competenze per lo sviluppo”.

3. Le modalità di partecipazione
Per una descrizione del disegno progettuale (v. allegato alla presente circolare), si rimanda agli specifici materiali informativi messi a disposizione sul sito del MIUR www.istruzione.it, nell’area “Istruzione” e tramite il banner dedicato. Sullo stesso sito, le scuole che intendono aderire al progetto VALeS potranno compilare l’apposito modulo d’adesione on-line, seguendo le indicazioni introduttive sulle modalità di partecipazione, a partire dal 10 febbraio 2012 ed entro e non oltre il 12 marzo 2012. Si precisa che per la partecipazione all’iniziativa è indispensabile la delibera positiva del collegio docenti unitamente all’adesione del dirigente scolastico.
In merito, si precisa che in questa fase di adesione anche le scuole delle Regioni Obiettivo Convergenza, che intendono partecipare al progetto VALeS, dovranno attenersi alla procedura di iscrizione sopra descritta, utilizzando lo stesso modulo on-line presente sul sito del MIUR. Successivamente l’Autorità di Gestione dei PON istruzione fornirà alle suddette istituzioni scolastiche specifiche indicazioni, con apposita nota da parte della Direzione Generale per gli Affari Internazionali, al fine di registrare l’adesione sul Sistema Informativo dei Fondi Strutturali Europei 2007/2013.
Il Ministero, in relazione alle disponibilità finanziarie, si riserva di accogliere le domande di adesione tenendo conto dell’ordine cronologico di presentazione delle stesse e della necessità di garantire un’equilibrata distribuzione sul territorio nazionale, nonché un’equa rappresentatività delle scuole del primo e del secondo ciclo d’istruzione fino ad un limite massimo di 300 scuole sul territorio nazionale. Ulteriori disposizioni e precisazioni sulle modalità di attuazione dell’iniziativa saranno oggetto di successive comunicazioni.
Si invitano gli Uffici Scolastici Regionali in indirizzo a dare la massima diffusione alla presente circolare, al fine di favorire la maggiore partecipazione all’iniziativa, che potrà costituire per le scuole e per i dirigenti scolastici una significativa possibilità di crescita e miglioramento, offrendo anche un contributo indispensabile all’individuazione di procedure di valutazione che saranno gradualmente messe a regime.

Si ringrazia per la collaborazione.

IL CAPO DIPARTIMENTO
F.to Giovanni Biondi

Educazione alla Flessibilità

Educazione alla FLESSIBILITA’

di Claudia Fanti

Da dove cominciare?

Siccome siamo immersi nella neve, ma anche nel rigido rigore dei signori del governo, bisognerà difendersi con un po’ di calore. O no? Allora via a preparare un bel programma di motoria come educazione alla flessibilità con un pacchetto di esercizi alla moda ultima: allenamento per rendere disarticolati! Pacchetto multidisciplinare. Arte e spettacolo: l’uomo e l’alienazione da lavoro fisso; storia e filosofia: il lavoro fisso come involuzione del progresso; italiano: la flessibilità, antidoto alla monotonia del lavoro; musica: educazione alla disarmonia del lavoro precario; tecnologia: uso del web per cercare lavori instabili antinoia nel più breve tempo possibile; matematica e statistica: costruzione di tabelle per archiviare dati di possibilità relativi alle molteplici occupazioni probabili; geografia: introduzione all’uso di mappe tematiche sulla distribuzione dei lavori flessibili sul territorio; religione: il lavoro fisso come male da esorcizzare; educazione alla cittadinanza: attività volte a sostenere le persone con sindrome depressiva da lavoro fisso…

Forse dimentico qualche materia, a causa di tutta la tensione che mi crea il dover dimenticare che:

  1. il posto fisso è un antidoto contro la fragilità, contro la monotonia della ricerca del nido senza trovare mai posa.
  2. E’ un’ancora di salvezza contro il senso di morte gelida che la politica ci propina ogni giorno.
  3. E’ un luogo, un tempo che ti fa dire “sono viva”, esisto per qualcosa e per qualcuno, siano quel qualcosa e quel qualcuno la società, la famiglia, il datore di lavoro, la cosa che costruisco con le mie mani.
  4. E’ quel tempo in cui stringo relazioni, in cui nascono e si appianano i conflitti, in cui parlo con i colleghi e le colleghe.
  5. E’ il luogo delle mie competenze, di quelle che posso condividere e orgogliosamente riconoscere dopo anni di applicazione e devozione a un’idea, a un progetto.

Tu, signore del mio governo, tu che ti trovi su quel posto che non vedi l’ora, dici tu, di abbandonare, tornerai alle tue sudate carte, ne annuserai l’odore conosciuto, rassicurante. Ti guarderai indietro e ti piacerai o non ti piacerai, ma sarai consolato dalla visione di una continuità, di uno studio che ti ha permesso di salire in alto in alto fino a diventare signore di te stesso e morirai con la serenità che dà l’aver trovato luogo e tempo per te.

Non credere signore che noi non ti capiamo quando ci parli con quel tono pacato, sereno, distaccato, a volte rotto da qualche cedimento che fa tanto umano.

Tu e l’altro potere che è quello dei media che ti danno voce concedendo a volte un contraddittorio dove tu non sei più e non potrai sentire, siete le due facce della medaglia di una sirena moderna che usa le parole come un refrain inestinguibile, martellante per ottundere le coscienze, per annichilire la capacità di discernere dei tanti che stanno lì appesi a una speranza di cambiamento.

E dite e dite e dite sempre le stesse cose fino a farle entrare non soltanto nel lessico quotidiano, ma addirittura nel sogno di un cambiamento agognato: quello di un’ Italia più giusta. Ed è proprio questo che non è perdonabile: la distruzione del sogno. Anzi dei sogni di tutti i piccoli senza volto che non ce la fanno a diventare grandi a causa della loro remissività ai vostri dictat. Una remissività che confonde l’argomentare libero, depista le idee più rivoluzionarie assoggettandole alla continua vostra somministrazione di ricette per la vita.

Girando per la strada, nei luoghi di lavoro, la gente parla ormai come voi: ha acquisito il vostro lessico e non ne trova un altro. Replica e si fa replicante sacrificando se stessa alla vostra idea di un sistema economico che sarà più bello grazie alla flessibilità, alla rinuncia del tempo lento dell’apprendimento e del consolidarsi di tale apprendimento. Una visione di un mondo di senza storia personale. Sì, perché non tutti hanno la grazia di accedere a lavori di soddisfazione, emozionanti, gratificanti come voi, come lei egregio Presidente del Consiglio.

Lei vede il suo mondo e il nostro come mondi identici a cui lei, i suoi collaboratori, i politici in parlamento e noi saremmo chiamati agli stessi sacrifici. Usa il noi, mai il voi…le chiedo per favore di usare il voi…sarebbe più equo, non le pare?

La noia è una condizione che si può conoscere soltanto quando non si ha nulla a cui pensare, oppure quando si ha la pancia piena, o ancora, quando non si ha tempo di riflettere intorno alle proprie conquiste.

Non quando si è circondati da colleghi e colleghe che ti stimano per ciò che hai fatto nel tuo lavoro fisso, quando a casa (in quella agognata da tutti) trovi i tuoi bambini che hai potuto far crescere bene grazie al tuo lavoro, quando i tuoi progetti di vita sono sostenuti dalla sicurezza che dà la consapevolezza che sei importante per le persone che ritrovi il giorno dopo al lavoro che ti sei scelto o che hai trovato per caso e a cui poi hai dedicato il tuo tempo prezioso.

La noia sta diventando una dimensione sociale, sta sommergendo i tanto da lei amati giovani che ormai giovani stanno per non essere più (si invecchia in fretta sa, quando si sbatte contro i muri giorno dopo giorno), sta affliggendo la marea di laureati a cui pensate perfino (assurdo il pensarlo in un momento come questo!) di togliere valore al loro “pezzo di carta”, sta portandoli alla deriva psicologica e culturale fino a toglier loro anche la voglia di leggere un giornale…

La noia! Nessuno che abbia un lavoro fisso oggi si annoia, ma voi a dire che si annoia! Alla fine qualcuno ci crederà pure visto che glielo si dirà per mesi e magari perderà il posto contento di non annoiarsi più! E vi ringrazierà! Sì, me li vedo a ringraziarvi in ginocchio per aver loro tolto un peso…in fondo sui sessant’anni magari viene a noia il lavoro e si desidera essere meno garantiti come i “giovani” e può darsi anche che si desideri il sussidio che sarà meglio della pensione. Chissà, forse…

Forse la noia, mai conosciuta, sarà la molla che farà dire “che bello, ho perso il lavoro per cui ho lavorato tutta la vita!” Ha presente quei vecchi film sul condizionamento, sulla propaganda che rendeva tutti un po’ decerebrati, ammansiti, innocui…Se li è rivisti? dica la verità!

O forse no, lei proprio crede a ciò che sostiene, perché talmente grande è la convinzione che ha una mission da portare a termine per il bene degli altri che perde di vista l’uomo, la donna e il loro desiderio estremo di fare nido, di avere figli all’età giusta, magari in modo naturale, senza l’uso di fecondazioni di varia tipologia in età avanzata, perché prima, da giovane, non ci si era voluti annoiare.

Lettera del dirigente scolastico

Lettera del dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Sestri
al personale della scuola e ai genitori degli alunni .

L’inizio di un anno scolastico non è mai un fatto scontato. Tantissime potrebbero essere le suggestioni, le prospettive e le ricchezze di un impegno: di queste risorse è ricca e viva la scuola italiana.
Da  queste mi interessa partire. Non si tratta di negare o dimenticare  l’abbandono istituzionale  o i  guai strutturali.
Si tratta di guardare più oltre, più in alto, cioè più nel profondo: dove vorrei potessimo guardare noi della scuola, i nostri alunni e i loro genitori. Tra le tante (troppe) cose che si leggono sulla scuola in questi giorni, ho scelto le riflessioni di un insegnante che è anche uno scrittore amato dai giovani. Un augurio di un buon anno scolastico a tutti!

Giacomo Buonopane

Scuola al debutto.  Il primo giorno che vorrei.

Che cosa avrei voluto sentirmi dire il primo giorno di scuola dai miei professori o cosa vorrei che mi dicessero se tornassi studente? Il racconto delle vacanze? No. Quelle dei miei compagni? No. Saprei già tutto. Devi studiare? Sarà difficile? Bisognerà impegnarsi di più? No, no grazie. Lo so. Per questo sto qui, e poi dall’orecchio dei doveri non ci sento.
Ditemi qualcosa di diverso, di nuovo, perché io non cominci ad annoiarmi da subito, ma mi venga almeno un po’ voglia di cominciarlo, quest’anno scolastico. Dall’orecchio della passione ci sento benissimo. Dimostratemi che vale la pena stare qui per un anno intero ad ascoltarvi. Ditemi per favore che tutto questo c’entra con la vita di tutti i giorni, che mi aiuterà a capire meglio il mondo e me stesso, che insomma ne vale la pena di stare qua.
Dimostratemi, soprattutto con le vostre vite, che lo sforzo che devo fare potrebbe riempire la mia vita come riempie la vostra. Avete dedicato studi, sforzi e sogni per insegnarmi la vostra materia, adesso dimostratemi che è tutto vero, che voi siete i mediatori di qualcosa di desiderabile e indispensabile, che voi possedete e volete regalarmi. Dimostratemi che perdete il sonno per insegnare quelle cose che – dite – valgono i miei sforzi. Voglio guardarli bene i vostri occhi e se non brillano mi annoierò, ve lo dico prima, e farò altro. Non potete mentirmi. Se non ci credete voi, perché dovrei farlo io?
E non mi parlate dei vostri stipendi, del sindacato, della Gelmini, delle vostre beghe familiari e sentimentali, dei vostri fallimenti e delle vostre ossessioni. No. Parlatemi di quanto amate la forza del sole che brucia da 5 miliardi di anni e trasforma il suo idrogeno in luce, vita, energia. Ditemi come accade questo miracolo che durerà almeno altri 5 miliardi di anni. Ditemi perché la luna mi dà sempre la stessa faccia e insegnatemi a interrogarla come il pastore errante di Leopardi. Ditemi come è possibile che la rosa abbia i petali disposti secondo una proporzione divina infallibile e perché il cuore è un muscolo che batte involontariamente e come fa l’occhio a trasformare la luce in immagini. Ci sono così tante cose in questo mondo che non so e che voi potreste spiegarmi, con gli occhi che vi brillano, perché solo lo stupore conosce.
E ditemi il mistero dell’uomo, ditemi come hanno fatto i Greci a costruire i loro templi che ti sembra di essere a colloquio con gli dei, e come hanno fatto i Romani a unire bellezza e utilità come nessun altro. E ditemi il segreto dell’uomo che crea bellezza e costringe tutti a migliorarsi al solo respirarla. Ditemi come ha fatto Leonardo, come ha fatto Dante, come ha fatto Magellano. Ditemi il segreto di Einstein, di Gaudì e di Mozart. Se lo sapete, ditemelo.
Ditemi come faccio a decidere che farci della mia vita, se non conosco quelle degli altri. Ditemi come fare a trovare la mia storia, se non ho un briciolo di passione per quelle che hanno lasciato il segno. Ditemi per cosa posso giocarmi la mia vita. Anzi no, non me lo dite, voglio deciderlo io, voi fatemi vedere il ventaglio di possibilità.
Aiutatemi a scovare i miei talenti, le mie passioni e i miei sogni. E ricordatevi che ci riuscirete solo se li avete anche voi i vostri sogni, progetti, passioni. Altrimenti come farò a credervi? E ricordatemi che la mia vita è una vita irripetibile, fatta per la grandezza, e aiutatemi a non accontentarmi di consumare piccoli piaceri reali e virtuali, che sul momento mi soddisfano, ma sotto sotto sotto mi annoiano.
Sfidatemi, mettete alla prova le mie qualità migliori, segnatevele su un registro, oltre a quei voti che poi rimangono sempre gli stessi. Aiutatemi a non illudermi, a non vivere di sogni campati in aria, ma allo stesso tempo insegnatemi a sognare e ad acquisire la pazienza per realizzarli quei sogni, facendoli diventare progetti. Insegnatemi a ragionare, perché non prenda le mie idee dai luoghi comuni, dal pensiero dominante, dal pensiero non pensato.
Aiutatemi a essere libero.
Ricordatemi l’unità del sapere e non mi raccontate solo l’unità d’Italia, ma siate uniti voi dello stesso consiglio di classe: non parlate male l’uno dell’altro, vi prego. E ricordatemelo quanto è bello questo Paese, parlatemene, fatemi venire voglia di scoprire tutto quello che nasconde prima ancora di desiderare una vacanza a Miami. Insegnatemi i luoghi prima dei non luoghi.
E per favore, un ultimo favore, tenete ben chiuso il cinismo nel girone dei traditori. Non nascondetemi le battaglie, ma rendetemi forte per poterle affrontare e non avvelenate le mie speranze, prima ancora che io le abbia concepite.
Per questo, un giorno, vi ricorderò.

Alessandro D’Avenia (da Avvenire, 10 settembre 2011)

Progetto Rhoda

Il sito del Progetto Rhoda ‘numeri con qualità’ prende il suo nome da una ragazzina, Rhoda appunto, che era terrorizzata dalla matematica (W. Wolf, Le onde) e da un’osservazione del fisico Carlo Bernardini, che rilevava come i numeri, che la scuola offre ai bambini, siano spesso senza qualità. Nel sito è presente sw interattivo che copre molti aspetti della didattica, in ambito matematico, della scuola elementare. Completamente innovativo e ampio è il sw sui problemi. Nel sito trovano posto anche esemplificazioni di laboratori sui problemi, schede e un’accurata esplorazione delle strutture matematiche dei problemi con diverse modalità di rappresentazione. Non mancano materiali elaborati dai bambini all’interno dei laboratori sui problemi e sono riportate anche le loro opinioni. Attualmente le classi che partecipano ai laboratori sui problemi, a Genova, sono 50.

Nota 2 febbraio 2012, Prot. MIURAOODGOS n. 598

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Dipartimento per l’Istruzione

Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia Scolastica

Uff.II

 

 

Ai Direttori Generali

degli Uffici Scolastici Regionali

LORO SEDI

 

Al Sovrintendente agli Studi

per la Regione Autonoma della Valle d’Aosta

 

Al Sovrintendente Scolastico

per la Provincia Autonoma di Bolzano

 

Al Sovrintendente Scolastico

per la Provincia Autonoma di Trento

 

All’Intendente Scolastico per le scuole

delle località ladine di Bolzano

 

All’Intendente Scolastico

per la scuola in lingua tedesca di Bolzano

 

Oggetto: III Seminario nazionale “Le vicende del Confine orientale ed il mondo della scuola – Il contributo dei Giuliano-Dalmati alla storia e alla cultura nazionale” 22/23 febbraio 2012 – Starhotels Savoia Excelsior Palace – Trieste

 

“La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale «Giorno del ricordo» al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.”

L’art.1 della Legge 92 del 30 marzo 2004, istituendo il Giorno del Ricordo come solennità civile, invita a diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado e, contestualmente, sollecita la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti da parte di Enti e Istituzioni, al fine di conservare la memoria di quelle vicende; valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell’Istria, di Fiume e delle coste dalmate; preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale ed estero.

 

Con l’intento, quindi, di consentire approfondite riflessioni sul tema del confine orientale, nonché di evidenziare i contributi culturali dei giuliano – dalmati al profilo storico della Nazione, il MIUR e le Associazioni degli Esuli comunicano che il 22 e 23 febbraio 2012 si terrà a Trieste il III Seminario nazionale “Le vicende del Confine orientale ed il mondo della scuola – Il contributo dei Giuliano-Dalmati alla storia e alla cultura nazionale”, dedicato a conservare la memoria della tragedia degli Italiani e di tutte le vittime delle foibe e dell’esodo dalle loro terre degli Istriani, Fiumani e Dalmati.

Si allega il programma in bozza.

 

Nel corso del Seminario saranno premiati gli elaborati vincitori del Concorso “Aspetti del territorio geografico e storico dell’Adriatico orientale” bandito con nota ministeriale prot. n.5737 del 6 settembre 2011 e finalizzato a promuovere l’educazione alla cittadinanza europea e della storia italiana attraverso la conoscenza dei rapporti storici e culturali nell’area dell’Adriatico orientale.

I lavori premiati saranno illustrati da docenti e studenti nella sessione pomeridiana del 23 febbraio 2012.

 

Una ulteriore iniziativa finalizzata alla conoscenza puntuale dei luoghi evocati dal complesso tema del confine orientale, che sarà illustrata nel corso del Seminario, è rappresentata dal Concorso nazionale “CLASSE TURISTICA. Festival del Turismo scolastico” promosso dal Touring Club in collaborazione con il MIUR e con le Associazioni degli Esuli e con il contributo dall’ANVGD (Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia) rivolto alle scuole secondarie di II grado italiane e di lingua italiana di Istria, Fiume e Dalmazia.

Si allega documentazione utile ad acquisire ulteriori informazioni sulle diverse sezioni del concorso e sui termini di scadenza.

 

Al Seminario sono invitate le SS.LL. in indirizzo accompagnate da un Referente regionale con compiti di sensibilizzazione sul territorio di appartenenza.

Le SS.LL. vorranno cortesemente confermare la presenza, inviando la scheda di partecipazione allegata alla presente nota all’indirizzo mail sotto indicato.

 

Per incrementare la conoscenza e sollecitare ulteriori iniziative e per agevolare nelle nuove generazioni una puntuale comprensione storica e sociale delle condizioni di cittadini italiani che da sempre hanno contribuito a definire la storia e la cultura del nostro Paese, il Seminario è, altresì, aperto ai dirigenti scolatici e agli insegnanti appositamente designati nel limite dei posti disponibili

 

A tal fine le scuole che intendano partecipare dovranno inviare la scheda di partecipazione entro il 12 febbraio 2012.

Si allegano le note informative sull’organizzazione della partecipazione dei Dirigenti scolastici e dei docenti, sottolineando la necessità del rispetto della data di prenotazione per favorire un’efficiente gestione della manifestazione.

La scheda di partecipazione deve essere inviata, esclusivamente via email, al seguente indirizzo:

 

margherita.felcinelli@istruzione.it

 

Ulteriori informazioni saranno tempestivamente comunicate attraverso il sito del MIUR.

 

IL DIRETTORE GENERALE

F.to Carmela PALUMBO

Nota 2 febbraio 2012, Prot. AOODGSC n. 0000568

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Dipartimento per l’Istruzione

Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione

 

Ai Direttori Generali degli

Uffici Scolastici Regionali

LORO SEDI

Al Dipartimento per l’Istruzione

per la Provincia di

T R E N T O

Al Sovrintendente Scolastico per

la scuola in lingua italiana

B O L Z A N O

All’Intendente Scolastico

per la scuola in lingua tedesca

B O L Z A N O

All’Intendente Scolastico per la

scuola delle località ladine

B O L Z A N O

Al Sovrintendente Scolastico

per la Regione Valle d’Aosta

A O S T A

 

Oggetto: 23 maggio 2012 – XX Anniversario della Strage di Capaci. Bando di concorso “CAPACI VENT’ANNI DOPO. ETICA, RUOLO E VALORE DELLA MEMORIA”.

 

In occasione del XX Anniversario della Strage di Capaci il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e la Fondazione “Giovanni e Francesca Falcone” indicono il concorso “CAPACI VENT’ANNI DOPO. ETICA, RUOLO E VALORE DELLA MEMORIA”.

Come di consueto gli UU.SS.RR sono invitati a collaborare all’iniziativa secondo le modalità specificate nell’art. 5 del Bando in allegato, al fine di assicurare ad ogni regione una delegazione rappresentativa di studenti e docenti che potranno partecipare al viaggio della Nave della Legalità e alle iniziative che si svolgeranno a Palermo il prossimo 23 maggio 2012.

A tal proposito, si invitano le SS.LL., a dare la massima diffusione all’iniziativa attraverso l’invio del Bando in allegato presso le Istituzioni Scolastiche di competenza, coinvolgendo opportunamente i Referenti regionali e provinciali alla Legalità per la sensibilizzazione delle Istituzioni Scolastiche e per la valutazione degli elaborati.

Ulteriori informazioni potranno essere richieste alla Fondazione Falcone al numero 091.6812993, email info@fondazionefalcone.it, oppure all’ufficio III della scrivente D.G., inviando una e-mail all’indirizzo di posta elettronica info@23maggio.it, o contattando il seguente numero telefonico 06 5849 3669.

Si ringrazia per la consueta e fattiva collaborazione.

 

IL DIRIGENTE

f.to Raffaele CIAMBRONE