CCNI Mobilità 2012-2013 (29.2.12)

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l’istruzione
Direzione Generale per il Personale scolastico – Uff. IV e V

CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE INTEGRATIVO MOBILITA’ PERSONALE DOCENTE, EDUCATIVO ED A.T.A.

VERBALE DI STIPULA

Il giorno 29 febbraio 2012 alle ore .9,30 presso la sede della Direzione Generale,

VISTA l’Ipotesi di accordo sottoscritta in data 15 dicembre 2011;
CONSIDERATO l’art. 40 bis, comma 2, del D.L.vo 165/01 così come sostituito dall’ art. 55 del D.L.vo 150/09;
ACQUISITE la certificazione sulla compatibilità finanziaria e sulla relazione illustrativa rese dall’Ufficio Centrale di Bilancio presso il MIUR con note prot. n. 948 e prot. n. 947 del 25.1.2012;
ACQUISITO il parere favorevole alla sottoscrizione definitiva dell’accordo, rilasciato congiuntamente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Funzione Pubblica e dal MEF – Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, con nota prot. n. DFP 0008444 P-4.17.1.14 del 27.2.2012.

VIENE STIPULATO

il Contratto collettivo nazionale integrativo concernente la mobilità volontaria, d’ufficio e professionale del personale docente, educativo ed A.T.A..

PER LA PARTE PUBBLICA
Luciano Chiappetta
Maria Assunta Palermo

PER LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI
F.L.C-C.G.I.L
C.I.S.L.Scuola
U.I.L.Scuola
S.N.A.L.S.-C.O.N.F.S.A.L.
GILDA–UNAMS

Roma, 29.2.2012

29 febbraio Sottoscritto CCNI Mobilità 2012-2013

Il 29 febbraio viene sottoscritto il Contratto Collettivo Nazionale Integrativo concernente la mobilità del personale docente, educativo ed A.T.A. per l’a.s. 2012/2013.

Nota 29 febbraio 2012, Prot. n. AOOODGPER 1578

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l’Istruzione
Direzione Generale per il personale scolastico – Uff. III

Ai Direttori degli uffici Scolastici Regionali
L O R O  S E D I
Oggetto: Decorrenza giuridica assunzioni in ruolo dal contingente 2010-11 effettuate dopo il 31 agosto 2011.

A chiarimento dei numerosi quesiti pervenuti circa la decorrenza giuridica delle assunzioni effettuate dal contingente relativo all’a.s. 2010-11, si rappresenta che essa non può che rimanere 2010-11 ancorchè l’assunzione sia stata effettuata, per surroga, in data successiva al 31 agosto 2011.
La disposizione contenuta al punto 14 dell’allegato A, disciplina la situazione “normale” di nomine annualmente effettuate per cui non si attaglia alla previsione, del tutto particolare e irripetibile, di assunzioni fatte su due contingenti, come è avvenuto nell’anno in corso.

Il Direttore Generale
Luciano Chiappetta

Profumo di che?

Profumo di che?

 

Quando il cardinale Mastai-Ferretti, in fama di liberale, ascese al soglio pontificio, i romani si aspettavano grandi cose ma… queste stentavano a vedersi, e girava un motteggio: “Mastai che fai? Aspetta e poi vedrai!” Comunque, le speranze non vennero disattese e nel giro di un paio d’anni alcune importanti riforme vennero realizzate. Ma Pio IX non era un Papa a tempo – anzi il suo fu uno dei papati più lunghi – mentre il nostro Profumo, purtroppo, è un ministro a tempo determinato, come sono del resto tanti suoi dipendenti insegnanti! Ma le nostre speranze resistono! Ormai il MacP100 di questo governo è stato celebrato, e sul tappeto ci sono tante riforme che, nel bene e nel male, investono tutti i settori della pubblica amministrazione, ma… che accade nel nostro sistema di istruzione? All’inizio qualche dichiarazione di buona volontà c’è stata, e tante lettere aperte di auguri e sollecitazioni! E poi? Mah!

Al di là di un discutibile Vales e di un ritorno a concorsi con migliaia di insegnanti che premono per entrare nei ruoli, come si diceva un tempo, pare che non ci sia altro! E proprio quando la Fondazione Agnelli ci dice una cosa che già sappiamo da anni, cioè che la nostra istruzione obbligatoria ha un anello debole, la scuola media! E, se una catena ha un anello debole, rischia di spezzarsi, se non si corre ai ripari! Sono anni che parliamo di un curricolo di istruzione obbligatorio verticale, continuo e progressivo – quanti aggettivi! – della durata di dieci anni, ma…

Che ne è dell’armonizzazione delle Indicazioni della Moratti e di quelle di Fioroni? Le prime risalgono al 2004, le seconde al 2007! Ora siamo nel 2012, e allora? Ma sono veramente armonizzabili? Le prime si ispirano a una malintesa personalizzazione, le seconde alla teoria del curricolo. Che sono concetti diversi! Le prime concludono un percorso (com’è noto, l’obbligo di istruzione decennale è stato istituito tre anni dopo) e offrono alle istituzioni scolastiche un’ampia scelta di Obiettivi Specifici di Apprendimento – circa 900 – tra cui queste possono scegliere liberamente per dare a ciascun alunno secondo i propri bisogni. Le seconde escono in contemporanea con l’innalzamento dell’obbligo di istruzione, indicano una serie di Obiettivi di Apprendimento – non più Specifici e non più 900 – orientati verso dei “traguardi per lo sviluppo delle competenze”, competenze che gli alunni sono tenuti a raggiungere a conclusione dell’obbligo decennale e che sono chiaramente descritte nel dm 139/07.

Si tratta, quindi, di due documenti sostanzialmente diversi e a mio parere difficilmente armonizzabili: comunque, se son rose fioriranno! Ma non sarebbe il caso che questa armonizzazione tenesse anche conto del fatto che con l’esame di terza media non si concludono gli studi perché i nostri alunni sono tenuti a proseguire altri due anni di studi obbligatori? E ha un senso un esame di terza media che non è conclusivo di nulla? Sono cinque anni che l’obbligo di istruzione è stato innalzato e che gli studi obbligatori si concludono non più a 14 anni, ma a 16!!! Eppure, nonostante tutto, l’esame di terza media s’ha da fare – come una grida manzoniana – perché lo dice la Costituzione! Ed è vero! “E’ prescritto un esame di Stato per l’ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi” (art. 33, comma 5).

A nessuno è mai venuto in mente che il grado o il ciclo obbligatorio di studi di base si conclude di fatto oggi a 16 anni di età e non più a 14, com’era ieri? Basterebbe una legge semplice semplice di un solo rigo, “il ciclo di base si conclude a 16 anni”, e quante difficoltà sarebbero superate! Gli insegnanti della scuola media non penserebbero più come ancora continuano a pensare, che dopo di loro… il diluvio! No! Verrebbe a cadere un esame non solo inutile e dispendioso, ma soprattutto strabico e distorcente. A che serve una licenza media oggi, quando il minimo che si richiede a un cittadino è la certificazione di un obbligo decennale? E anche almeno una qualifica conseguita a 17 anni nell’ottica del diritto/dovere di istruzione e formazione di cui alla legge 53/03? Gli insegnanti della scuola media – e i loro colleghi della primaria – dovrebbero più semplicemente adoperarsi perché i traguardi per lo sviluppo delle competenze – quelli di cui alla Indicazioni di Fioroni – da loro sollecitati e attivati venissero raggiunti o – se si vuole – in un certa misura ravvicinati, in funzione di quelle competenze che i loro colleghi del successivo biennio avranno cura di far acquisire e di certificare.

Si tratta di una strada percorribile, che non stravolge nulla, ma che semplifica ed olia un sistema che non regge né ai tempi né a se stesso. In vista di un riordino complessivo che già ho illustrato nei miei interventi precedenti! Insomma, il sistema… Profumerebbe di qualcosa di nuovo!

Maurizio Tiriticco

Nota 28 febbraio 2012, Prot. n. MIURAOODGOS/1111

Ai Dirigenti Scolastici e ai Docenti degli Istituti di istr. sec. di sec. grado indirizzo Liceo delle Scienze Umane con Opzione Economico-sociale
p.c. Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI

Al Capo di Gabinetto
SEDE

Al Capo Dipartimento per l’Istruzione
SEDE

Al Capo Ufficio Stampa
SEDE

Oggetto: Progetto integrato di accompagnamento alla riforma rivolto ai dirigenti, ai docenti e agli studenti degli Istituti di istr. sec. di sec. grado indirizzo Liceo delle Scienze Umane con Opzione Economico-sociale

Nota 28 febbraio 2012, MIURAOODGSSSI prot. n. 924/RU/U

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali

Direzione generale per gli studi, la statistica e i sistemi informativi

 

Ai Dirigenti/Coordinatori delle Istituzioni scolastiche statali e paritarie

e p.c.

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali

Ai Dirigenti degli Uffici Scolastici Territoriali

Al Sovrintendente Scolastico per la Regione Valle d’Aosta

Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Trento

Al Sovrintendente Scolastico per la scuola in lingua italiana di Bolzano

All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca di Bolzano

All’Intendente Scolastico per la scuola delle località ladine di Bolzano

Loro Sedi

 

Oggetto: Anagrafe Nazionale degli Alunni – sincronizzazione delle basi dati locali con il SIDI.

 

A partire dal corrente anno scolastico si è dato avvio ad un importante processo di aggiornamento del sistema informativo per assicurare l’accuratezza e la completezza delle informazioni anagrafiche degli studenti, con l’obiettivo di costituire un archivio unico, certificato, denominato “Fascicolo dello Studente”; tale archivio, tra l’altro, deve essere il punto di riferimento per i gestori dei pacchetti applicativi locali per la realizzazione dei loro servizi.

Per tale ragione, il Ministero ha intrapreso una stretta collaborazione con i principali fornitori di software per le segreterie scolastiche, condividendo strategie e sperimentando metodi che consentono l’allineamento delle basi dati locali con l’anagrafica presente sul SIDI.

Tale fase di confronto tecnico è ora terminata e l’allineamento delle basi dati locali può essere eseguita. Pertanto, le segreterie scolastiche che utilizzano gli applicativi locali, dovendo apportare variazioni sugli alunni, dovranno prima utilizzare le funzioni del Sistema Informativo (SIDI) dell’Area Gestione Alunni – Anagrafe Nazionale, poi eseguire l’allineamento della base dati locale.

Tale allineamento si effettua attraverso la “sincronizzazione delle frequenze”, funzione che importa nei sistemi locali le informazioni anagrafiche presenti sul SIDI, già verificate dall’Agenzia delle Entrate, le configurazioni delle classi e le codifiche ministeriali del percorso scelto (tempo scuola e indirizzi di studio).

La sincronizzazione, effettuabile in qualunque momento, sarà svolta nel sistema locale attraverso il confronto dei dati presenti nei due sistemi (sistemi locali con il sistema SIDI di gestione dell’Anagrafe Nazionale Alunni), con azioni automatiche di aggiornamento oppure guidate dall’utente. L’effetto terminale sarà quello di sovrascrivere i dati che sono stati sincronizzati e impedirne definitivamente la gestione nel sistema locale.

Per gli aggiornamenti del software locale si deve fare riferimento ai consueti canali di supporto del proprio fornitore di software locale come pure per la guida all’intero processo. Per quanto riguarda il software SISSI la guida è invece già pubblicata al consueto percorso del portale SIDI (Alunni – Gestione Alunni – download – Sissi in rete).

 

Il Direttore Generale

Emanuele Fidora

 

27 febbraio TFA a giugno 2012

Il MIUR rende noto il numero dei posti disponibili per le immatricolazioni al Tirocinio Formativo Attivo per la scuola secondaria di primo e secondo grado ed annuncia l’avvio delle prove di accesso al TFA entro il prossimo giugno.

Di seguito il comunicato stampa del MIUR:

Miur: Tfa partirà entro giugno
Per la scuola secondaria di primo grado 4.275 posti
per quella di secondo grado 15.792

(Roma, 27 febbraio 2012) Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca rende noto, dopo aver acquisito i pareri favorevoli del Ministero per la Pubblica amministrazione e semplificazione e del Mef, il numero dei posti disponibili per le immatricolazioni al Tirocinio Formativo Attivo per la scuola secondaria di primo e secondo grado.
Il TFA è un corso di preparazione all’insegnamento di durata annuale istituito dalle università che attribuisce all’esito di un esame finale, il titolo di abilitazione all’insegnamento in una delle classi di abilitazione previste dal d.m. n. 39/1998 e dal d.m. n. 22/2005.
Il Miur prevede di avviare le prove di accesso al TFA entro e non oltre giugno 2012.

I NUMERI

Scuola secondaria di primo grado
Per l’anno accademico 2011/2012 i posti disponibili per le immatricolazioni al Tfa per l’insegnamento nella scuola secondaria di primo grado sono 4.275, definiti in ambito regionale per ciascun ateneo.

Scuola secondaria di secondo grado
Per le immatricolazioni al Tfa per l’insegnamento nella scuola secondaria di secondo grado invece, i posti disponibili sono 15.792.

RIPARTIZIONE GEOGRAFICA

Regione TFA I Grado TFA II Grado
ABRUZZO 130 580
BASILICATA 60 135
CALABRIA 190 685
CAMPANIA 435 945
EMILIA ROMAGNA 298 1116
FRIULI-VENEZIA GIULIA 65 214
LAZIO 595 2690
LIGURIA 80 187
LOMBARDIA 501 2306
MARCHE 215 695
MOLISE 80 270
PIEMONTE 130 320
PUGLIA 530 1770
SARDEGNA 140 534
SICILIA 335 1610
TOSCANA 190 753
TRENTINO ALTO-ADIGE 66 87
UMBRIA 70 305
VENETO 165 590

CHI PUO’ ACCEDERVI

Il d.m. n. 249/2010 che regola il sistema di formazione iniziale del personale docente stabilisce che, in regime transitorio, possono conseguire l’abilitazione per l’insegnamento nella scuola secondaria di I e II grado, attraverso il tirocinio formativo attivo:

  • coloro che alla data di entrata in vigore del regolamento sono in possesso dei requisiti previsti dal d.m. n. 22/2005 per l’accesso alle scuole di specializzazione per l’insegnamento secondario e i possessori di laurea magistrale corrispondente a una delle lauree specialistiche cui fa riferimento il d.m. n. 22/2005;
  • coloro che nell’anno accademico 2010-2011 risultano iscritti a uno dei percorsi finalizzati al conseguimento di uno dei suddetti titoli;
  • coloro che sono in possesso del diploma ISEF, già valido per l’accesso all’insegnamento di educazione fisica.

Nota 27 febbraio 2012, Prot.n.956

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l’Istruzione
Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione
Ufficio 6°

– Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
– Alla Sovrintendenza Scolastica
TRENTO
– All’Intendenza Scolastica italiana
BOLZANO
– All’Intendenza Scolastica tedesca
BOLZANO
– All’Intendenza Scolastica ladina
BOLZANO
– Alla Sovrintendenza agli Studi per la Valle D’Aosta
AOSTA
e, p.c. – Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
Dipartimento per il Coordinamento amministrativo
Ufficio affari generali ed attività di indirizzo politico amministrativo
Servizio attività di indirizzo, per il monitoraggio e per gli interventi speciali
Via della Mercede, n. 9 00187 ROMA
– Al Gabinetto del Ministro SEDE

OGGETTO: Presidenza del Consiglio dei Ministri. Concorso pubblico per titoli per l’assegnazione di borse di studio in favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, nonché degli orfani e dei figli delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, delle vittime e dei superstiti – figli e orfani delle vittime del dovere, riservato agli studenti della scuola primaria, secondaria di primo grado e secondaria di secondo grado.

La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha pubblicato nella G.U. n.9 del 3.2.2012, 4a serie speciale -“Concorsi ed esami” il bando di concorso per titoli per l’assegnazione di borse di studio in favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, riservato agli studenti della scuola primaria, secondaria di primo grado e secondaria di secondo grado.
Per l’anno scolastico 2010/2011 sono da assegnare:
a) 300 borse di studio destinate agli studenti della scuola primaria e secondaria di primo grado di € 400 ciascuna;
b) 300 borse di studio destinate agli studenti della scuola secondaria di secondo grado dell’importo di € 800 ciascuna;
Una percentuale pari al dieci per cento delle borse di studio è riservata ai soggetti con disabilità di cui alla legge 5 febbraio 1992, n.104 e successive modificazioni.
Gli articoli 2 e 3 del bando individuano i soggetti che hanno titolo all’assegnazione delle predette borse di studio e le modalità da seguire.
Le domande devono essere presentate o spedite entro il termine di 30 giorni dalla data di pubblicazione del bando nella G.U. alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per il Coordinamento Amministrativo – Ufficio Accettazioni – Palazzo Chigi – Via dell’Impresa, 91 – 00187 Roma.
Ulteriori informazioni e modulistica sono disponibili all’indirizzo:
http://www.governo.it/Presidenza/DICA/1_AFFARI_GENERALI_/indirizzo_monitoraggio_interventispeciali/borse_studio/bandi/bandi_borse_studio_2012.html
Si pregano codesti Uffici di dare la massima diffusione del bando alle Istituzioni Scolastiche di competenza.
La presente nota viene pubblicata sui siti Intranet e Internet di questo Ministero.

Firmato Il Dirigente
Antonio Cutolo

Nota 27 febbraio 2012, Prot.n. 955

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l’Istruzione
Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione
Ufficio 6°

Alla Direzione Generale per l’Università, lo studente
ed il diritto allo studio universitario
Piazzale Kennedy, 20
00144 ROMA
Alla Direzione Generale per l’alta formazione artistica e musicale
Piazzale Kennedy, 20
00144 ROMA
e, p.c. – Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
Dipartimento per il Coordinamento amministrativo
Ufficio affari generali ed attività di indirizzo politico amministrativo
Servizio attività di indirizzo, per il monitoraggio e per gli interventi speciali
Via della Mercede, n. 9 00187 ROMA
– Alla Conferenza Permanente dei Rettori delle Università Italiane
Piazza Rondanini, n. 48 00186 ROMA
– Al Gabinetto del Ministro SEDE

OGGETTO: Presidenza del Consiglio dei Ministri. Concorso pubblico per titoli per l’assegnazione di borse di studio in favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, nonché degli orfani e dei figli delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, delle vittime e dei superstiti – figli e orfani delle vittime del dovere, riservato agli studenti dei corsi di laurea, laurea specialistica/magistrale a ciclo unico e non, agli studenti dei corsi delle istituzioni per l’alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM) ed alle scuole di specializzazione, con esclusione di quelle retribuite

La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha pubblicato nella G.U. n.9 del 3.2.2012, 4a serie speciale -“Concorsi ed esami” – il bando di concorso per titoli per l’assegnazione di borse di studio in favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, riservato agli studenti dei corsi di laurea, laurea specialistica/magistrale a ciclo unico e non, agli studenti dei corsi delle istituzioni per l’alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM) ed alle scuole di specializzazione, con esclusione di quelle retribuite.
Per l’anno accademico 2010/2011 sono da assegnare:
a) 150 borse di studio destinate agli studenti universitari e studenti AFAM dell’importo di € 3.000 ciascuna;
b) 150 borse di studio destinate agli studenti delle scuole di specializzazione, per le quali non è prevista alcuna retribuzione, dell’importo di € 3.000 ciascuna;
Una percentuale pari al dieci per cento delle borse di studio è riservata ai soggetti con disabilità di cui alla legge 5 febbraio 1992, n.104 e successive modificazioni.
Gli articoli 2 e 3 del bando individuano i soggetti che hanno titolo all’assegnazione delle predette borse di studio e le modalità da seguire.
Le domande devono essere presentate o spedite entro il termine di 30 giorni dalla data di pubblicazione del bando nella G.U. alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per il Coordinamento Amministrativo – Ufficio Accettazioni –Palazzo Chigi – Via dell’Impresa, 91 – 00187 Roma.
Ulteriori informazioni e modulistica sono disponibili all’indirizzo:
http://www.governo.it/Presidenza/DICA/1_AFFARI_GENERALI_/indirizzo_monitoraggio_interventispeciali/borse_studio/borse_studio.html
Si pregano codesti Uffici di dare la massima diffusione del bando agli Istituti Universitari , alle Istituzioni per l’alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM) ed alle Scuole di specializzazione.
La presente nota viene pubblicata sui siti Intranet e Internet di questo Ministero.

Firmato Il Dirigente
Antonio Cutolo

27 febbraio Intervento Monti su IMU

Riportiamo di seguito l’intervento svolto, nella 10a Commissione Senato il 27 febbraio, dal presidente Monti sull’IMU:

La presentazione da parte del Governo di un emendamento riguardante l’esenzione dall’imposta comunale sugli immobili – ora imposta municipale propria riservata agli enti non commerciali persegue una precisa finalità: chiarire in modo definitivo la compatibilità della normativa tributaria italiana con il diritto comunitario.
Preliminarmente, desidero ribadire che il Governo considera le attività svolte dagli enti non profit come un valore e una risorsa della società italiana. Tali attività appaiono tanto più meritevoli di riconoscimento e garanzia nell’attuale congiuntura economica. Ritengo infatti corretto e doveroso riconoscere che proprio le attività non commerciali svolte dalle organizzazioni non profit assumono un ruolo centrale anche in termini di coesione sociale e rispondano direttamente ai principi costituzionali di solidarietà e di sussidiarietà, cardini essenziali dell’ ordinamento giuridico italiano.
Non è quindi intenzione del Governo disconoscere il patrimonio di civiltà che connota il settore del non profit, ma proprio per evitare critiche ingiustificate, da un lato, e interpretazioni riduttive, dall’altro, si ritiene necessario definire con assoluto rigore, trasparenza e linearità l’esatto confine tra attività commerciali e attività non commerciali.
La procedura di infrazione avviata In sede europea può essere infatti ragionevolmente superata se gli enti non commerciali sono individuati attraverso un doppio criterio, soggettivo ed oggettivo: il primo, la natura e il fine non lucrativo perseguito dagli stessi enti; il secondo, lo svolgimento da parte dell’ente di attività al di fuori del regime della libera concorrenza di mercato.
Tali criteri tuttavia possono essere considerati ancora insufficienti in termini di accertamento e verifica. Pertanto l’emendamento governativo, che ha il significato di chiarificazione ulteriore e definitiva della questione, rende effettiva la garanzia di tutela per gli enti non profit e pienamente efficace il controllo rispetto ad eventuali abusi o violazioni.
Si introduce conseguentemente l’ulteriore criterio della verifica concreta e non solo astratta, sia del requisito soggettivo sia del requisito oggettivo.
Per il caso specifico delle scuole, è necessario precisare che non è propriamente corretto chiedersi se le scuole, in quanto tali, siano esenti o meno dall’imposta municipale propria, bensì è più corretto domandarsi quali scuole possano essere esenti e quali, viceversa, siano soggette alla disciplina comune.
La risposta chiara ed inequivoca è la seguente: sono esenti le scuole che svolgono la propria attività secondo modalità concretamente ed effettivamente non commerciali.
Fermo restando che la definizione dettagliata degli aspetti più particolari è demandata ad un successivo decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze, appare del tutto ragionevole considerare strettamente necessari i seguenti parametri:
1) l’attività paritaria rispetto a quella statale è valutata positivamente se il servizio effettivamente prestato è assimilabile a quello pubblico, sotto il profilo dei programmi di studio e della rilevanza sociale, dell’accoglienza di alunni con disabilità, dell’ applicazione della contrattazione collettiva del personale docente e non docente;
2) il servizio sia aperto a tutti i cittadini alle stesse condizioni, nonchè le modalità di eventuale selezione all’ingresso ovvero successiva esclusione, correlata al rendimento scolastico, siano articolate secondo norme non discriminatorie;
3) l’organizzazione dell’ente – anche con specifico riferimento ai contributi chiesti alle famiglie, alla pubblicità del bilancio, alle caratteristiche delle strutture – sia tale da preservare senza alcun dubbio la finalità non lucrativa ed eventuali avanzi non rappresentino profitto, ma sostegno direttamente correlato ed esclusivamente destinato alla gestione dell’attività didattica.
Non si tratta, però, di circoscrivere la chiarificazione individuata dal Governo ad uno specifico settore, quale quello scolastico.
Al contrario, l’iniziativa serve a consolidare una giurisprudenza ed una prassi che già da tempo hanno affermato che “non rileva l’attività indicata nello statuto dell’ente, ma l’attività effettivamente svolta negli immobili”, nonché “la sussistenza del requisito oggettivo – che in base ai principi generali è onere del contribuente dimostrare – non può essere desunta esclusivamente sulla base di documenti che attestino a priori il tipo di attività cui l’immobile è destinato, occorrendo invece verificare che tale attività, pur rientrante tra quelle esenti, non sia svolta, in concreto, con le modalità di un’attività commerciale”.
Con l’emendamento presentato, il Governo intende rafforzare quanto in sede giurisprudenziale è già stato chiarito, ossia che “al di fuori del perimetro delle ipotesi tipiche e tassative non è possibile ottenere alcuna esenzione. Pertanto, laddove sia risultato accertato m fatto che, benché la destinazione sociale dell’ente soggettivamente esente, rientri nel paradigma della norma agevolativa, ma in concreto si associ ad essa attività diversa, non contemplata, l’esenzione non può essere riconosciuta, stante il divieto non solo di applicazione analogica, ma anche di interpretazione estensiva”.
Desidero infine precisare come, sia nel testo e nella connessa relazione
dell’ emendamento, sia soprattutto in sede europea, non si intende discostarsi dall’ esatta portata della questione oggetto della procedura d’infrazione, che non è affatto limitata ad una specifica attività, quale quella didattica, né tantomeno ad una specifica denominazione soggettiva.
Vi è piena e convinta determinazione, sia da parte delle Istituzioni europee sia da parte del Governo italiano, a considerare i problemi per la loro esatta incidenza nel tessuto economico e sociale, senza pregiudizi, pretesti o approcci ideologici, ascrivibili a qualsiasi derivazione.
I problemi si affrontano con obiettività, serietà ed impegno, e nel caso particolare questo metodo comporta la capacità e l’attitudine delle Istituzioni di comprendere e analizzare tutte le attività – non solo quelle scolastiche – e ovviamente tutti i soggetti, senza preconcetti o ingiustificate disattenzioni, nessuno escluso.

******

Permettetemi infine di rivolgere a tutti Voi un sincero ringraziamento per il lavoro che state svolgendo per il decreto liberalizzazioni. Desidero in modo particolare ringraziare – oltre al Presidente Cursi – i due relatori: La senatrice Simona Vicari e il senatore Filippo Bubbico che hanno favorito un esame approfondito e puntuale del decreto legge.
A loro e a tutti Voi ancora il mio convinto apprezzamento.

Assunzione da quota di riserva

Sentenza Consiglio di Stato 27 gennaio 2012, n. 380
Assunzione da quota di riserva: necessario lo stato di disoccupazione del disabile al momento della presentazione della domanda di inserimento in graduatoria

Questa sentenza consolida un orientamento dello stesso Consiglio di Stato avviato ormai da alcuni anni, secondo cui la disoccupazione deve sussistere al momento di presentazione della domanda ad un pubblico concorso da parte di un candidato con disabilità.

Come già chiarito in precedenti sentenze l’art 16 comma 2 della L.n. 68/99, non richiedendo più lo stato di disoccupazione per fruire della quota di riserva, come espressamente richiesto dalla precedente L.n. 482/68, non ha inteso però prescindere dalla necessità che almeno al momento della presentazione della domanda il candidato dovesse essere iscritto nelle liste speciali di collocamento. Infatti se bastasse solo la certificazione medico-legale di disabilità, verrebbe meno anche lo scopo della legge e cioè quello di riservare dei posti a persone disoccupate con disabilità. Pertanto se il candidato non era disoccupato al momento di presentazione della domanda, viene meno il requisito di fondo di tutela nei suoi confronti, anche se al momento della formazione delle graduatorie il candidato non fosse più disoccupato.

La sentenza sembra coerente con i principii infomatori della l.n. 68/09 e con l’interpretazione costante che ne ha dato la Giurisprudenza.

Ad avviso di molti quindi se un candidato fosse occupato al momento di presentazione della domanda, se vuole fruire dei benefici di legge, deve licenziarsi e reiscriversi nelle liste speciali.

La Giurisprudenza però aveva pure precisato che se l’incarico precario, in cui si trova il candidato al momento di presentazione della domanda, fosse di soli alcuni mesi, ciò non costituisce perdita del requisito di disoccupazione e quindi in questo caso non necessita il licenziamento volontario da tale incarico precario per poter legittimamente presentare la domanda di partecipazione al concorso pubblico.

Salvatore Nocera

S. Houghteling, Il mercante dei quadri perduti

Alla ricerca dell’anima

di Antonio Stanca

La giovane americana Sara Houghteling, laureata a Harvard, dopo il Master in Storia dell’Arte all’Università del Michigan ha ottenuto una borsa di studio che le ha permesso di svolgere ricerche per un anno a Parigi. Da queste ha tratto l’idea per un romanzo che è diventato Il mercante dei quadri perduti. Nel 2009 è comparso nella versione originale ed ora, in Italia, è stato edito dalla BEAT, Grafica Veneta, con la traduzione di Massimo Ortelio (pp. 279, € 9,00).

È stato l’esordio letterario della Houghteling e riuscito lo si può considerare perché ha avuto successo a livello internazionale e perché ha ricavato dall’esame di un particolare momento storico, la Francia degli anni della seconda guerra mondiale, la Francia invasa dai tedeschi e poi liberata dagli alleati, gli elementi necessari per costruire una narrazione, ha trasferito in letteratura la storia, ha superato i limiti, i confini di tempo, di luogo e raggiunto significati più ampi, più estesi.

Quando, durante la seconda guerra mondiale, i soldati tedeschi arrivarono a Parigi c’erano già stati degli allarmi negli ambienti dei mercanti d’arte, dei galleristi, dei collezionisti. Questi erano soprattutto ebrei, cioè particolarmente invisi ai tedeschi, e trattavano delle opere dei maggiori autori, pittori, scultori del momento e di altre dell’arte antica e del Terzo Mondo. I tedeschi s’impadronivano di tali patrimoni nei modi più immediati compresi quelli della rapina e della confisca. Delle opere sottratte riempivano intere carrozze ferroviarie che avevano come sola destinazione la Germania. Riuscivano a scoprire anche le opere nascoste e se ne appropriavano mentre i loro proprietari erano lontani perché fuggiti. Quando nel 1944, in seguito alla sconfitta della Germania, si ritornerà a Parigi per molti di quei proprietari sarà difficile, impossibile riordinare, ricostruire quanto avevano lasciato poiché tra rovine e distruzioni si ritroveranno. Rinunceranno ad un’operazione di recupero ma ci sarà qualcuno, Max Berenzon, figlio del noto gallerista e mercante d’arte Daniel, che continuerà a credere, a sperare nella possibilità di ritrovare le cose perdute. Per lui l’arte non ha soltanto un valore concreto, economico ma anche e soprattutto uno morale, sentimentale, è voce, espressione dell’anima. Non come suo padre pensava riguardo all’arte ma in maniera diversa, con essa comunicava nello spirito. Perciò, nonostante i molti ostacoli, si metterà alla ricerca dei “quadri perduti” dal momento che da essi si sentiva richiamato. Altri sentimenti gli faranno compiere un’altra ricerca, quella di una giovane donna, Rose, che nella galleria paterna aveva lavorato e della quale si era innamorato. Non avranno esiti positivi le sue ricerche, molti rischi e pericoli gli comporteranno e alla fine del romanzo lo si vedrà emigrato in America, qui impiegato quale medico, sposato e con figli.

Il tempo dell’opera è quello dell’infanzia e della giovinezza di Max. Ad esso fa da sfondo continuamente mosso ed animato la Parigi  degli anni ’40, quella della seconda guerra mondiale, la Parigi invasa dai tedeschi ed esposta ad ogni tipo di clandestinità, d’illecito, di violenza, la città che perde il primato culturale, artistico detenuto per tanto tempo tra le capitali europee. A tale situazione, però, c’è ancora chi si oppone e la combatte, Max Berenzon. Degli anni della sua formazione scrive la Houghteling e mostra come questa sia avvenuta all’insegna di principi e valori ideali, trascendenti pur in ambienti degradati dalle circostanze. Max ha continuato a credere anche quando niente lo aiutava, ha affrontato gravi disagi, è entrato in contrasto con il padre, è fuggito da casa, è vissuto da povero per seguire l’idea e il valore della sua impresa rimane anche se non è stata coronata da successo. Essa è valsa a formarlo, un romanzo di formazione è Il mercante dei quadri perduti. E che un genere letterario così antico sia stato perseguito in un contesto sociale così moderno e così diverso, che abbia voluto essere vero in molte parti, come la stessa autrice dichiara alla fine dell’opera, non  riduce il suo significato, non sminuisce la sua dimensione ideale. Se poi si osservano la sicurezza e la chiarezza del linguaggio, si spiega come la Houghteling abbia avuto successo anche in ambito straniero, come il contenuto e la forma rimangano essenziali per un’opera d’arte.

Incontro con Francesco D’Adamo

Incontro con Francesco D’Adamo

Settimana intensa nelle undici scuole della provincia di Potenza in rete per la promozione della lettura. Dopo gli incontri con la scrittrice Emanuela Da Ros e l’attore Rocco Barbaro, nei giorni 1,2 e 3 marzo le scuole medie di Bella, Potenza Terzo,Ruoti e Filiano avranno il piacere di confrontarsi con uno dei più grandi scrittori  italiani di libri per ragazzi Francesco D’Adamo. Per la quinta edizione del Torneo di lettura si sono appassionati con il romanzo “Johnny il seminatore” edito da Rizzoli. L’asciutta voce narrante del romanzo è quella di Belinda, adolescente insoddisfatta del suo corpo, che si sente diversa da tutti e da tutto. Belinda è la sorella di Johnny, il giovane che parte per andare in guerra. Nel giovane aviatore nasce presto un sentimento di ribellione, che diventa insopportabile quando viene incaricato di seminare le mine. Allora decide di tornare da dove è partito, al suo paese, affrontando i suoi compaesani, la retorica dell’eroe, dell’impegno sacro per la libertà imposta con la violenza a un popolo, la martellante e ottusa propaganda di una tv.

Francesco D’Adamo, scrittore di romanzi per ragazzi, esperto di pedagogia e problematiche dell’adolescenza, partecipa spesso a corsi d’aggiornamento per insegnanti e genitori, a incontri con le scuole, a convegni sull’adolescenza e la lettura. I suoi libri sono molto apprezzati nelle scuole per il loro valore pedagogico e formativo, soprattutto Iqbal, una storia vera, quella di Iqbal Mashir, che venne assassinato in Pakistan a tredici anni dalla “mafia dei tappeti” per avere denunciato il suo ex padrone e avere contribuito a far chiudere decine di fabbriche clandestine e a liberare centinaia di bambini schiavi come lui. Lo abbiamo intervistato.  

Hai sempre desiderato scrivere?

Sì, è sempre stata la mia passione. Adesso però mi piacerebbe girare un film ed esserne il regista. Secondo me il cinema è un bel mezzo per trasmettere le proprie emozioni e mi ha sempre affascinato.

Hai esordito come scrittore di libri noir per adulti come sei arrivato a scrivere per ragazzi?

E’ vero, sono stato, credo, uno dei primi, agli inizi degli anni ’90,  a provare a scrivere noir all’italiana. E’ un genere che tuttora mi intriga perchè, nella tradizione americana e francese, permette, col pretesto di un intrigo poliziesco, di raccontare la realtà più scomoda e nascosta, quella che raramente compare sui media. E’ insomma un genere narrativo molto sociale e ‘politico’ che corrisponde esattamente alla mia idea di ‘letteratura’ .Il passaggio alla cosiddetta narrativa per ragazzi è avvenuto in maniera spontanea: mi è venuta voglia di continuare a raccontare le stesse storie però ad un pubblico di adolescenti. In fin dei conti l’adolescenza non è l’età più noir della vita?

Come si intitola il tuo libro preferito?

E’ difficile rispondere, perché sono tantissimi i libri che mi piacciono: da piccolo passavo tutto il mio tempo nella biblioteca di Cremona, città dove sono cresciuto, e leggevo libri di tutti i tipi. Molto belli per me sono: Moby Dick e Cuore di tenebra.

Qual’è il tuo romanzo preferito fra quelli che hai scritto ? Perchè?

Amo molto tutti i miei romanzi (sono tutti…figli miei) ma ho un legame particolare con Storia di Iqbal, sia per le emozioni e i sentimenti che questa storia mi ha suscitato già quando l’ho letta sui giornali, sia perchè a questo romanzo è soprattutto legato il mio nome di scrittore…

Ti piaceva leggere da ragazzo ? Ora leggi molto ?

Ho sempre letto molto e di tutto, dai classici ai fumetti, dai romanzi polizieschi alla fantascienza. Per me esistono solo i romanzi che piacciono o no, che ti lasciano qualcosa nella testa e nella pancia o che ti dimentichi dopo due minuti, non credo a nessuna distinzione tra una Letteratura ‘alta e nobile’ e una di serie B… Ovunque ho trovato delle grandi storie e sono anche convinto che si debba leggere per il piacere della lettura: leggete quelo che vi pare, non ci sono libri obbligatori,neanche i miei, e non ci sono libri proibiti.

Come nasce un tuo libro?

Da una sfida. A un certo punto mi dico: vediamo se sei capace di raccontare una storia così difficile, vediamo se riesci a fare un romanzo che sia anche bello e avvincente da leggere a partire da un tema scomodo, vediamo se questi ragazzi sono così cinici e indifferenti come tanti raccontano o se invece…

I personaggi dei tuoi libri sono inventati o si ispirano a qualcuno?

Solo Iqbal è un personaggio realmente esistito ho inventato gli altri bambini e gli altri personaggi. Dovevo scegliere da quale punto di vista raccontare la storia, e Fatima, avendo condiviso le stesse emozioni di Iqbal, mi sembrava perfetta.”

In quanto tempo scrivi i tuoi libri?

In genere scrivo un romanzo in sei sette mesi, ma per Storia di Iqbal mi ci è voluto un anno.

Quando scrivi un nuovo libro hai già tutta la storia in mente o la elabori strada facendo ?

Parto da un ‘canovaccio’ di trama,  da un ambiente e da  dei personaggi già ben definiti e poi mi diverto a improvvisare buona parte della storia. Non preparo scalette e non prendo nemmeno appunti, mi immergo nella storia e vado…

Scrivi tutti i giorni o solo quando ne hai voglia?

Quando ho iniziato un nuovo romanzo cerco di lavorarci nella maniera più continuativa possibile ma non mi dò un orario di lavoro -mi sentirei un impiegato della scrittura, che brutto!!- e poi ci sono naturalmente i giorni che lavori bene per ore e ore e quelli che non ti viene proprio e allora pazienza…

Dopo aver scritto un libro lo fai leggere a qualche familiare?

Sì, a mia moglie che non riesce ad aspettare neanche la fine, ma va a leggere i capitoli di nascosto e poi mi critica. Cambio alcune parti del testo, ma senza farmi vedere, però lei di libri se ne intende e i suoi suggerimenti sono buoni.

Quali emozioni provi quando scrivi un libro?

Scrivere è sempre una grandissima emozione e scrivo soprattutto perché mi piace. E’ stato molto bello, per esempio, coinvolgermi in Fatima (la narratrice della storia di Iqbal) ragionare, parlare e comportarmi come lei.

C’è un tema di cui non tratteresti mai in un tuo libro?

Mai dire mai!! Non so mai dove potrebbe rivolgersi la mia attenzione credo però, che ogni libro debba trattare di un aspetto della realtà o di un problema del mondo da risolvere.

Le tue storie affrontano temi sempre molto attuali e “scomodi”  penso a Johnny il seminatore, Bazar, Storia di Iqbal. Come mai questa scelta?

Questo spiega le mie storie insolite, che escono abbastanza dai ‘canoni’ della narrativa per ragazzi: io voglio provare a raccontare loro la realtà, che non è nè quella della televisione nè quella di una certa narrativa edulcorata e caramellosa. Perché, ne sono convinto, ne hanno voglia e bisogno. Io quando scrivo non mi rivolgo ad un pubblico di ragazzi ma a degli adulti che hanno 14-15 anni, che si guardano attorno, credo, smarriti e confusi (lo siamo noi adulti, figuriamoci loro!!) e che vorrebbero capirci qualcosa. Io ci provo. Parlo loro di libertà, di un mondo pieno di ingiustizie e di schifezze ma che però può essere cambiato, parlo di differenze e di uguaglianza, parlo di scelte etiche che a un certo punto bisogna fare per diventare grandi, parlo di disobbedienza (l’obbedienza, diceva uno, non è più una virtù). E quindi racconto di bambini schiavi, di bambini soldato mandati a morire non si sa perchè (anzi, si sa benissimo), di guerra, di…Non è nemmeno una scelta, io sono fatto così, non saprei raccontarne altre. E poi qualcuno queste storie dovrà pur raccontarle, di fantasy son pieni gli scaffali

Hai mai pensato di scrivere libri per bambini più piccoli ?

Vado matto per i libri illustrati, ce n’è di veramente belli e quest’anno usciranno le mie prime storie rivolte ai mocciosi piccoli piuttosto che ai mocciosi grandi come ho fatto finora. Non vedo l’ora.

Quanto sono importanti per te gli incontri con i bambini e i ragazzi?

Importantissimi. Ogni anno, girando l’Italia, incontro migliaia di miei lettori ed è un’esperienza straordinaria, per l’interesse che dimostrano (altro che disimpegnati!!), per l’affetto e la complicità che si instaurano, per il divertimento…E poi attenzione: i ragazzi sono lettori attenti, esigenti, mai distratti, che ti concedono tutto e non ti perdonano niente. Più di noi adulti, parola.

Scrittori si nasce o si diventa?

Si nasce con una passione e magari con un talento per la scrittura, ma da sole queste cose non bastano. Si diventa scrittori imparando ad usare gli strumenti -cioè tutte le diverse tecniche di scrittura- leggendo leggendo leggendo, scrivendo scrivendo scrivendo…provando e riprovando fino a quando il risultato non è quello che hai in mente. Scrivere è sempre difficile (c’è qualcosa di facile?) e faticoso ma è anche un’emozione straordinaria e un grandissimo divertimento. Non saprei più farne a meno ormai.

Mario Coviello