Contratti stipulati solo fino al 30.06.2016

Ai Dirigenti Scolastici delle Istituzioni Scolastiche Italiane di ogni ordine e grado

Loro Sedi

A tutto il Personale A.T.A. delle Istituzioni Scolastiche Italiane di ogni ordine e grado

Loro Sedi

Oggetto: Contratti stipulati solo fino al 30.06.2016 su posti personale A.T.A. vacanti in organico di diritto.
PROROGA DA 01.07.2016 A 31.08.2016.

Gent.mi Dirigenti Scolastici,
ci permettiamo di suggerirVi di richiedere al più presto le proroghe specificate in oggetto, onde evitare diffide o altre azioni legali da parte degli interessati e per garantire un buon funzionamento scolastico.

Conosciamo la vostra competenza e professionalità, ma elenchiamo comunque una serie di motivi che dovrebbero indurre l’Amministrazione a concedere quanto richiesto:
1.    le disposizioni della Legge 124/99, confermate dall’art. 9, comma 18 del Decreto Legge n. 70/2011e dalla Nota Ministeriale n. 25141 del 10-8-2015 riguardano anche il personale A.T.A.;

2.    le sentenze di vari Tribunali, come Milano, Brindisi, Sassari hanno esplicitato che nulla rileva quale organo abbia provveduto alla nomina e che non si deve operare alcuna distinzione tra graduatoria d’istituto o graduatoria provinciale, ma solo fra posti vacanti e posti non vacanti;

3.    il D.M. 430/2000 stabilisce che le supplenze annuali sono riferite ai posti vacanti e che in tale caso il termine della supplenza è il 31 agosto;

4.    i funzionari del MIUR al Tavolo Tecnico del 28-8-2015 fornirono rassicurazioni ai sindacati presenti sulle proroghe automatiche al 31 agosto 2016, dei contratti stipulati con il personale A.T.A. precario su posti vacanti in organico di diritto, dopo la definizione della pratica relativa ai soprannumerari delle Province;

5.    il termine del 09 aprile per indicare la preferenza di destinazione da parte degli ex dipendenti provinciali è ormai scaduto, i numeri sono stati definiti e il Dipartimento della Funzione Pubblica ha il quadro della situazione;

6.    molti posti in organico sono coperti da supplenti in servizio solo fino al 30 giugno 2016, che devono fruire entro tale data di tutte le ferie e recuperi spettanti, creando pertanto prima di tale data ovvie penurie di organico in un periodo denso di impegni;

7.    nei mesi di luglio e agosto anche il personale A.T.A. con contratto a tempo indeterminato deve fruire delle ferie, diritto irrinunciabile e non monetizzabile, necessario anche per il recupero psicofisico dopo un anno oltremodo stressante, a causa anche del noto divieto di nominare supplenti;

8.    durante il periodo degli esami deve essere garantito all’utenza un funzionamento ottimale senza carenza di personale;

9.    le attività amministrative nel periodo estivo sono indispensabili per le numerose e complesse operazioni di chiusura dell’anno scolastico e per quelle dell’avvio del nuovo anno con relative incombenze; per di più si sono ultimamente aggiunti il concorso docenti, le immissioni in ruolo fase C differite al 1° luglio e la rendicontazione del bonus docenti;

10. le competenze a carico delle scuole sono aumentate notevolmente senza avere avuto alcun adeguamento d’organico, anzi la riduzione degli organici ha considerevolmente compromesso il normale servizio scolastico per cui  sono ancor più necessari i mesi estivi per assicurare la perfetta disponibilità degli edifici per il regolare avvio del prossimo anno scolastico, garantendo pulizie accurate e riordino locali e arredi;

11.  la notevole riduzione del personale in servizio durante i mesi estivi renderà arduo, se non impossibile, provvedere a tutti i vari adempimenti con il rischio di possibili contenziosi.

Terminiamo facendo presente che occorre provvedere urgentemente alle proroghe dei contratti fino al 31 agosto 2016 per garantire la predisposizione di un piano di ferie ottimale per il personale, per garantire un diritto ai supplenti annuali ed evitare così azioni legali a tutela di diritti negati con notevoli conseguenti esborsi da parte dello Stato a fronte di un risparmio decisamente esiguo perché si deve tener conto che deve essere comunque pagata la disoccupazione a chi perde il lavoro al 30 giugno.Capiamo inoltre che anche prorogando tutti i contratti stipulati su posto vacante fino al 31 agosto, rimarranno ancora dei problemi di gestione e organizzazione perché ci sono anche tutti i supplenti nominati su posti disponibili sull’organico di fatto, a seguito della nota decurtazione di oltre 2000 unità su quello di diritto; per questi casi si spera che possa essere valutata e ponderata singolarmente ogni situazione per poter richiedere eventualmente delle proroghe eccezionali.
Con la speranza che questa nostra venga presa in considerazione e in attesa di un positivo riscontro Vi auguriamo buon lavoro.

Cordiali saluti.

Direzione Nazionale Feder. A.T.A.

BONUS MERITO: REGNA LA CONFUSIONE

BONUS MERITO, GILDA: REGNA LA CONFUSIONE

“Comitato di valutazione e bonus per il merito, ovvero quer pasticciaccio brutto de viale Trastevere. Dopo la circolare emanata nei giorni scorsi, con cui ha raccomandato molto salomonicamente alle scuole di assegnare il bonus né a troppi docenti né a troppo pochi, adesso il Miur comunica con una nota di voler avviare dal 26 aprile un monitoraggio sulla valorizzazione del merito che si concluderà il 6 maggio”. A dichiararlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, secondo il quale la compilazione delle tre schede di rilevazione su composizione finale dei comitati, criteri di valorizzazione dei docenti e modalità di distribuzione del bonus, sarà l’ennesima e inutile incombenza burocratica che graverà sulle scuole.

“A quanto ci risulta – spiega Di Meglio – in alcune scuole qualche dirigente si appresterebbe a erogare il bonus senza rispettare i criteri deliberati dal comitato di valutazione e sembra che si stia diffondendo a macchia d’olio l’intenzione di distribuirlo in base a criteri quantitativi invece che qualitativi, cioè premiando semplicemente coloro che trascorrono più ore a scuola perché impegnati in commissioni o nello staff del dirigente. E’ chiaro che, in queste condizioni, il budget assegnato agli istituti servirà soltanto a pagare il lavoro straordinario dei più solerti e fidati collaboratori del preside. Come la Gilda ha sempre sostenuto – conclude Di Meglio – si tratta di un’operazione che non ha nulla a che fare con la valorizzazione del merito didattico”.

Internet Day il 29 aprile, il Miur lancia il kit dedicato alle scuole

da Il Sole 24 Ore

Internet Day il 29 aprile, il Miur lancia il kit dedicato alle scuole

di Al. Tr.

Saranno le scuole le protagoniste dell’Internet Day italiano – voluto dal Governo per celebrare i 30 anni dalla prima connessione dell’Italia in Rete – che premierà le migliori iniziative Web messe a punto proprio dagli istituti. E per aiutare prof, animatori digitali e studenti nella progettazione, il Miur mette on line un kit con proposte e spunti didattici.

Kit hi-tech
Il materiale messo a disposizione delle scuole spazia dalle attività di «Public Speaking», attraverso le attività formative in partnership con Ted , alla campagna nazionale «I Super Errori» promossa dal consorzio Generazioni Connesse (www.generazioniconnesse.it ), passando per «Internetopoli» (www.internetopoli.it ), il gioco didattico multimediale che illustra agli studenti le tematiche più importanti legate al mondo di internet. Del kit fanno parte anche le attività di «Programma il Futuro», l’iniziativa Miur-Cini per la promozione del pensiero computazionale. Per l’occasione, sul sito www.programmailfuturo.it , sarà pubblicata una sezione dedicata alla presentazione delle tecnologie che stanno alla base di Internet anche per sperimentare cosa significa programmare la Rete di domani (www.programmailfuturo.it/notizie/italian-internet-day ). Infine, nel kit, è stata inserita una iniziativa sulla Dichiarazione dei diritti in Internet, documento approvato dalla Commissione per i diritti e doveri relativi a Internet della Camera dei Deputati, fondamentale per sensibilizzare all’esercizio di una cittadinanza digitale attiva nel rispetto della libertà, della dignità e della diversità di ogni persona.
Le scuole potranno segnalare i loro eventi sul sito http://italianinternetday.it/ e potranno partecipare al concorso #internetdayatschool lanciato per questa specifica occasione. Le migliori tre proposte di attività riceveranno un premio di 5mila euro, da utilizzare per la creazione di un Internet Corner a scuola o per il pagamento della connessione a internet per un anno.

Connessi contro il cyberbullismo: scuola pugliese vince la gara Off4aDay

da Il Sole 24 Ore

Connessi contro il cyberbullismo: scuola pugliese vince la gara Off4aDay

di Antonio Larizza

I bulli si nascondono dietro a maschere stile “Anonymous” e umiliano una ragazza che danza indifesa, al centro di un palco spoglio. Le immagini in bianco e nero diventano a colori solo quando i bulli tolgono la maschera e trovano il coraggio di dire: “Basta”. La danza riprende e la vita continua.

È la coreografia ideata dagli studenti della classe 2A dell’Istituto superiore Leonardo Da Vinci di Fasano (Brindisi, Puglia), che con il loro video si sono aggiudicati la vittoria finale del concorso nazionale “Off4aDay – Today is our school’s turn”, promosso da Samsung, in collaborazione con Movimento italiano genitori (Moige), per combattere il bullismo online e diffondere un uso consapevole delle nuove tecnologie.

Connessi contro il cyberbullismo
Alla gara hanno partecipato studenti da tutta Italia. La scuola vincitrice è stata scelta tra 10 classi finaliste ed è stata premiata con la dotazione di una classe digitale Samsung, a sostegno dell’evoluzione dell’apprendimento in chiave digitale. I progetto sono stati presentati oggi a Milano, durante un evento-dibattito moderato da La Pina di Radio Deejay. Un’occasione anche per un confronto diretto tra i ragazzi presenti, i loro insegnanti e i rappresentanti delle istituzioni.

Il coraggio di parlare
Toccante la testimonianza di Caterina. «Ero una ragazza pronta ad affrontare il primo anno di liceo. Ma non sapevo che presto la mia vita sarebbe cambiata». Caterina avrebbe presto scoperto che i suoi compagni avevano aperto un gruppo contro di lei, ragazza adottata, per prenderla in giro. Dopo un momento di sconforto («Ero sola. Mi sono detta: ora che cosa faccio? Non ho amici»), la svolta: Caterina trova la forza di parlarne con i genitori. Legge una lettera in classe («Prima però ho fatto uscire i professori»), scritta «senza accusare nessuno». Per dire poche cose chiare: «Sono al corrente del gruppo, posso andare avanti da sola, ho chi mi vuole bene». Col tempo Caterina ha fatto amicizia con altri compagni di classe («Perché gli altri ci sono, e sono sempre molti di più»). E col tempo («dopo 4-5 anni»), i bulli hanno anche chiesto scusa.

Lasciamo i bulli senza un pubblico
Alla fine della testimonianza La Pina di Radio Deejay, che ha condotto con la consueta simpatia, ha con leggerezza colto l’occasione per lanciare un messaggio forte ai ragazzi presenti: «Le cose passano. Passano e migliorano. Sempre». L’importante è «non dare un pubblico ai bulli». Già, perché i cyber bulli si distinguono dai bulli perché hanno un pubblico molto più vasto. «Ogni volta che mettete un like a un video o un post che irride qualcuno – ha detto La Pina – è come se, passanti indifferenti, tiraste un calcio alla vittima di turno. Non fatelo». A La Pina ha fatto eco Paolo Picchio, padre di Caterina, vittima del cyberbullismo. «Un bullo senza pubblico è solo. Serve una maggioranza silenziosa che ghettizzi i bulli. Al like lasciato con superficialità dobbiamo sostituire un consapevole e profondo silenzio, capace di isolare questi gesti criminali».

Un numero gratuito contro il cyberbullismo
La giornata di oggi si inserisce nel progetto #OFF4aDAY, partito ad ottobre 2015 e che ha visto l’avvio da parte di Samsung e Movimento italiano genitori (Moige) del primo servizio di supporto dedicato al cyberbullismo attraverso l’attivazione di un numero gratuito 393 300 90 90 e un indirizzo mail, help@off4aday.it gestito da un team di psicologi specializzati, che ad oggi ha ricevuto circa 1.800 richieste di aiuto e di informazioni.

Un fenomeno reale
«Non bisogna demonizzare il mezzo tecnologico, ma educare all’uso corretto», ha spiegato Gabriele Toccafondi, sottosefretario di Stato al Miur presente all’evento. Soprattutto non bisogna negare il problema. Il cyberbullismo è una realtà. Il 51% dei presidi italiani dichiara di aver dovuto affrontare casi di cyperbullismo nel corso della carriera. Mentre il 46% dei ragazzi, secondo la ricerca di “Net Children Go Mobile”, sarebbe stato esposto a comportamenti a rischio.

Il sondaggio in diretta
Statistiche che sono state confermate anche “in diretta”, con un sondaggio anonimo condotto tra i ragazzi presenti all’evento milanese. Il 19,4% dichiara di essere stato vittima del cyberbullismo. Il 68,2% conosce una vittima. Il 74,4% chiederebbe aiuto: di questi, più della metà lo chiederebbe alla famiglia (52,5%). Seguono gli amici (30%), poi la Scuola e infine la Polizia. La maggior parte degli intervistati teme di poter essere vittima di cyberbullismo, nell’ordine, per il colore della pelle, l’aspetto fisico, il comportamento e l’attitudine allo studio.

Ragazzi che combattono l’autismo

da l’Unità

Ragazzi che combattono l’autismo

Di Domenico Pantaleo, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.

Tre casi di cronaca hanno avuto il merito di illuminare una delle grandi questioni delle scuole italiane: l’inclusione, l’accoglienza e la cura degli alunni con disabilità. I casi hanno come protagonisti alunni autistici, in contesti analoghi: esclusioni dalla gita scolastica.

Il sottosegretario al MIUR, Davide Faraone, ha scritto un articolo importante su l’Unità. E un eminente esperto, Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta, ha scritto parole decisive. L’Italia, scrive Castelbianco, è stata “la prima nazione in Europa e forse nel mondo ad attuare realmente un processo d’integrazione che ha abolito le classi speciali e istituito figure come le insegnanti di sostegno, proprio per aiutare i giovani, sia quelli con difficoltà leggere, che altri coinvolti in disturbi più complessi come l’autismo”. Questa conquista, il cui merito va ascritto all’intera comunità della scuola italiana, andrebbe sempre valorizzata soprattutto da coloro che ne governano i processi. Spiace constatarlo, ma questa premessa, che è di fatto e di merito, è apparsa assente nella pur breve analisi del sottosegretario Faraone.

Nelle scuole italiane sono occupati 130mila docenti di sostegno, mentre gli alunni ai quali è stata certificata una disabilità sono 223.567. La funzione di questi docenti è quella di evitare il ritorno all’antico, al ripristino delle classi differenziali. Essi affrontano con notevole professionalità la difficile fase dell’integrazione con il coinvolgimento dell’intera comunità scolastica. Sono attività che svolgono quotidianamente, in condizioni spesso disagevoli, nella consapevolezza che la loro non è un’appendice della “terapia sanitaria”, ma qualcosa di molto più complesso, che incide nell’andamento quotidiano della didattica. Castelbianco esalta questa specificità italiana, di staccare la fase della medicalizzazione dalla fase della integrazione mediante educazione e istruzione. Per questa ragione i docenti di sostegno non devono assumere le vesti di medici o di infermieri. Sono parte integrante del corpo docente. Le competenze degli insegnanti di sostegno devono essere arricchite continuamente attraverso percorsi di formazione.

Faraone scrive: faremo alcune leggi “per far sì che nessun ragazzo debba trovarsi ad entrare in una classe vuota, chiedendosi dove sono i suoi compagni. Per evitare l’isolamento dei genitori, in costante atteggiamento di tutela e di difesa dei figli da chi non capisce o sottovaluta il disturbo”. Chi sarebbero coloro che non capiscono e sottovalutano, se non i docenti di sostegno? Si pensa a interventi legislativi punitivi? Si pensa ad eventuali assegnazioni della cura, della educazione e dell’istruzione di quei 223mila alunni a organizzazioni o enti esterni alla comunità scolastica? E dunque ad un ripristino, sotto mentite spoglie, delle brutte, decrepite, inutili classi differenziali? Il tutto condito dalla falsa convinzione che il modello anglosassone, di medicalizzazione eccessiva, possa essere perfino superiore al modello italiano.

Chiudo citando un concorso vinto da una scuola di Brindisi, con uno spot di 50 secondi. Il video si chiama #sfidautismo. Vinta!. Ecco la motivazione del premio: “è emersa nel senso più reale la figura del pesce, perché abbiamo pensato che un bambino autistico si senta come un pesce fuor d’acqua in un mondo che non gli appartiene. I bambini entrano ‘nel mondo del pesciolino’, lo aiutano e interagiscono con lui”. Un consiglio al sottosegretario: se lo faccia inviare e lo guardi attentamente. Dai ragazzi dobbiamo imparare, tutti noi. Non è un caso anche questo da mettere sotto qualche riflettore mediatico?

Bonus ai prof, decide il preside. Al via referendum anti Buona scuola

da Corriere della sera

Bonus ai prof, decide il preside. Al via referendum anti Buona scuola

Il Miur invia alle scuole la circolare sulla valutazione. E contemporaneamente parte la campagna referendaria contro la Buona Scuola. Quattro quesiti abrogativi: oltre al bonus, no a chiamata diretta, finanziamenti privati e alternanza scuola-lavoro

Antonella De gregorio

Si avvicina il momento di dare ai prof quel premio in denaro che è tra i tasselli più controversi della Buona Scuola. Un fondo ad hoc di duecento milioni di euro – definito «bonus di merito» e istituito con la legge 107 – verrà distribuito tra tutte le scuole d’Italia e a livello di singolo istituto, ripartito tra quegli insegnanti che durante l’anno avranno fatto il miglior lavoro educativo e didattico. Beneficiari, secondo le stime, circa il 10% dei docenti che, nelle intenzioni della riforma, dovranno fungere da modello e traino per gli altri. Chi contesta il provvedimento ritiene invece che il «bonus» scatenerà solo rabbia e rivalità.

Circolare

Per chiarire le modalità di assegnazione del bonus e rispondere ai dubbi sorti in seguito all’emanazione della legge, il Miur ha diramato una circolare che sottolinea il ruolo del «Comitato per la valutazione dei docenti»: sarà questo organismo (che molti istituti, per protesta, hanno provato nelle scorse settimane a boicottare) a stabilire i criteri per riconoscere e premiare l’attività dei docenti. La decisione finale spetterà però ai dirigenti, che – si legge nella nota del Miur – «individueranno i destinatari del bonus, sulla base dei criteri espressi dal Comitato, nonché sulla base di una motivata valutazione.

Non «a pioggia»

L’organo collegiale, composto da dirigente, tre docenti, due genitori, un componente esterno, individua dunque in autonomia i criteri di giudizio(tenendo conto degli indicatori previsti nel testo della legge: contribuito a innovare la didattica, potenziamento delle competenze degli studenti, miglioramento della comunità) e determina gli importi. L’ultima parola però spetterà al preside, che potrà stabilire con piena discrezionalità l’assegnazione o meno del bonus. Anche lui, a sua volta, sarà valutato, e tra i criteri dovrebbero rientrare anche le modalità di attribuzione del premio in denaro. Nella nota, anche la raccomandazione di «non distribuire il bonus in maniera troppo allargata», ma nemmeno di «destinarlo a un gruppo troppo esiguo di docenti». Unica concessione fatta ai sindacati, la menzione di un «coinvolgimento della comunità scolastica nel suo complesso», nel processo di valorizzazione della professionalità dei docenti. Un Comitato tecnico scientifico istituito dal Miur monitorerà poi l’attuazione delle norme.

Referendum

Norme sotto assedio, peraltro: proprio il premio di merito è nelle mire di sindacati degli insegnanti e di associazioni che hanno indetto, sulla scuola, quattro referendum abrogativi. Presentati il 18 aprile – in una «primavera politica» che ha visto fallire il referendum sulle trivelle il 17 – i quesiti puntano innanzitutto a eliminare il bonus. Si contesta il principio che la valutazione sia prerogativa di uno solo e che il salario accessorio non passi dalla contrattazione, come i sindacati chiedevano. Quello che i sindacati non tollerano è l’idea che il dirigente scolastico diventi anche autorità salariale», ha detto Mimmo Pantaleo, segretario Flc Cgil. Che critica anche la cifra irrisoria (circa 270 euro lordi) che andranno a premiare appena il 10 per cento dei docenti». «A tutti gli altri, che magari fanno le stesse cose e con gli stessi risultati dei “premiati”, non rimane niente», sostiene.

Contro lo strapotere dei presidi

Anche un altro dei quesiti referendari è volto a limitare i poteri dei presidi, in particolare la possibilità di scegliere e confermare i docenti. Una forma di «chiamata diretta» che – sostengono i promotori del referendum – può generare fratture tra scuole d’eccellenza e scuole di scarto, dove andranno a finire i docenti che nessun preside vuole. Un altro quesito mira ad abrogare le norme sui finanziamenti privati a singole scuole. L’ultimo, ad eliminare l’obbligo di almeno 200-400 ore di alternanza scuola-lavoro. Troppo lavoro e troppo difficile reperire le aziende che ospitino gli stagisti. Promotori del referendum, accanto alla Flc Cgil, una decina di associazioni e organizzazioni, molte delle quali hanno partecipato anche al grande sciopero dello scorso 5 maggio. Partecipa anche la Uil, nonostante il segretario, Pino Turi, abbia definito quella referendaria «una strada difficile». «Il referendum è la ratio estrema – sostiene Turi -. Ci auguriamo che il governo decida di intervenire prima. Il Parlamento, infatti, potrebbe modificare le norme sbagliate della 107/2015 e (ri)dare voce ai cittadini per aprire un ampio dibattito sul futuro della scuola pubblica, quella frequentata dal 93% degli studenti italiani».

Legge di iniziativa popolare sul diritto allo studio

Al referendum è stata dedicata una pagina web e sui social si può seguire l’evoluzione della campagna con l’hashtag #scuorum o #referendumscuola. Tra i primi sottoscrittori il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. Tre mesi di tempo per raccogliere le 500mila firme necessarie. Intanto, è partita anche la raccolta firme per una legge di iniziativa popolare sul diritto allo studio, per eliminare le diseguaglianze tra le regioni nell’erogazione delle borse di studio.

Concorso docenti, A.A.A. cercansi ancora commissari

da La Tecnica della Scuola

Concorso docenti, A.A.A. cercansi ancora commissari

A meno di una settimana dell’inizio delle prime prove scritte, al ministero dell’Istruzione cominciano ad essere preoccupati.

La mancanza di candidature per ricoprire il ruolo di commissario e presidente delle commissioni, che andranno a verificare i circa 165mila candidati, non è infatti stata superata con l’annunciato raddoppio delle “diarie” stanziate dal Miur (tra l’altro ancora non finalizzata sotto forma di norma).

Al di là della difesa d’ufficio condotta, strategicamente, dal sottosegretario Davide Faraone, la realtà è che la maggior parte delle commissioni risultano ancora in alto mare o non complete. Il sacrificio temporaneo di una parte dei fondi previsti per il fondo di funzionamento scolastico, per finanziare proprio il raddoppio dei compensi destinati alle commissioni, non sembra quindi aver prodotto i risultati attesi a Viale Trastevere. Oltre che dal premier Renzi, che aveva auspicato per primo un incremento delle quote da assegnare a commissari e presidenti.

Consci del fondato pericolo di giungere alle prove scritte con le commissioni numericamente “imperfette”, giovedì 21 aprile i responsabili ministeriali dell’organizzazione del concorso a cattedre hanno convocato tutti i direttori degli Uffici scolastici regionali. Per dire loro che in questa settimana scarsa che porterà alle prime verifiche della procedura concorsuale bisognerà darsi da fare per reperire i docenti mancanti.

E bisognerà farlo con le regole attuali, attingendo dal personale con almeno cinque anni di servizio di ruolo.

Pensare di far fare il commissario ad un docente assunto da meno anni, infatti, comporterebbe dei problemi non indifferenti: come si può pensare che un neo-assunto possa andare a verificare l’operato di docenti mediamente attorno ai 40 anni di età, ma anche colleghi di ruolo (che hanno ottenuto il via libera dal Tar del Lazio) che hanno decisamente più esperienza e anche maggiori competenze degli esaminatori coinvolti in extremis?

Eppure, a ben pensarci, potrebbero essere proprio i docenti più giovani a togliere le castagne dal fuoco al Miur: perché, oltre al compenso che rimane irrisorio, anche se dovesse, come sembra, essere raddoppiato, rimane irrisolvibile il problema dell’impegno continuativo che raggiungerà l’apice nel bel mezzo dell’estate. Quando entreranno in scena gli orali e alle commissioni spetterà il compito di esaminare i candidati uno ad uno. Il tutto, all’interno di aule scolastiche prive di aria condizionata. E chi, meglio di un giovane, magari privo di partner e figli con cui condividere le ferie estive, può essere adatto a questo genere di esperienza?

Forse il Miur avrebbe potuto mettere sul “piatto” qualcosa in più. Non solo economicamente. L’amministrazione, ad esempio, avrebbe potuto esonerare commissari e presidenti dall’attività didatticae dagli impegni collegiali di fine anno (scrutini, collegi, ecc.), proprio perchè inseriti nelle impegnative commissioni dei concorsi. Ma non è stato fatto. Ed introdurre la norma ora (ammesso che si trovino i soldi per i sostituti), potrebbe rappresentare un boomerang organizzativo.

Criteri per attribuzione “bonus”: vanno deliberati entro il 6 maggio

da La Tecnica della Scuola

Criteri per attribuzione “bonus”: vanno deliberati entro il 6 maggio

I criteri per l’attribuzione del bonus per il merito dovranno essere definiti dalle scuole entro il prossimo 6 maggio.
La scadenza non è fissata da nessuna disposizione ufficiale ma la si ricava dalla nota ministeriale datata 20 aprile di cui parliamo diffusamente in altro articolo.
La nota, infatti, prevede che le scuole debbano compilare tre schede di rilevazione su diversi aspetti connessi con la distribuzione del bonus.
La rilevazione verrà effettuata utilizzando una piattaforma on line disponibile nel sito dell’Indire.
Una delle schede riguarda appunto i criteri per l’attribuzione del bonus che dovranno essere definiti dai comitati di valutazone.
Il fatto è che la funzione per l’inserimento dei dati verrà aperta il 26 aprile e sarà chiusa il 6 maggio.
Poichè per inserire i dati le scuole dovranno aver portato a termine l’operazione necessaria, è evidente che entro il 6 maggio i criteri dovranno essere definiti e deliberati dal comitato.
Con ogni probabilità questa scadenza metterà in difficoltà (e non poco) molte scuole, forse la maggior parte, che solo in questi giorni hanno iniziato ad attivarsi e a convocare il comitato di valutazione.
A questo punto la posizione delle organizzazioni sindacali si fa delicata: chiederanno un rinvio, accettando così implicitamente che il bonus sia sottratto a ogni forma di confronto con le parti sociali, oppure staranno a guardare lasciando le scuole in difficoltà?

Più soldi ai docenti meritevoli, si entra nel vivo

da La Tecnica della Scuola

Più soldi ai docenti meritevoli, si entra nel vivo

Comincia a prendere corpo la fisionomia del bonus di circa 23mila euro che ogni scuola dovrà assegnare ai docenti meritevoli.

Alla Circolare n. 4370, inviata il 20 aprile dal Miur ai dirigenti scolastici, ha fatto seguito la richiesta, sempre da parte del ministero dell’Istruzione, di rendicontare le scelte che ogni istituto farà sulla suddivisione del bonus annale attraverso i criteri fissati dal Comitato di valutazione creato ad hoc.

Oltre al monitoraggio, il Miur assicurerà alle scuole anche un’attività di supporto alle scuole in vista del bonus “da distribuire – ricordano da Viale Trastevere – fra gli insegnanti che si sono distinti per la loro capacità di innovare la didattica, di potenziare le competenze degli studenti, per il contributo dato al miglioramento della comunità scolastica”.

Sempre il Miur tiene a ricordare che nella Circolare del 20 aprile è stato specificato “che il bonus non potrà essere assegnato a tutti i docenti ma neppure attribuito ad una cerchia troppo ristretta di insegnanti, nell’ottica di una reale valorizzazione del merito”.

Alla luce della novità assoluta del bonus, il Miur ha deciso di avviare un monitoraggio attraverso tre schede di rilevazione per conoscere la composizione finale dei comitati di valutazione, quali criteri si stanno dando le scuole per valorizzare i docenti, le modalità di distribuzione del bonus.

Il monitoraggio servirà anche ad individuare buone pratiche da condividere attraverso una specifica piattaforma.

Viene infine messo a disposizione delle scuole un ambiente on line, disponibile dal 26 aprile, per offrire supporto ai Comitati di valutazione in questa prima fase di attuazione.

“Quella del bonus è una novità assoluta per il nostro Paese – ricorda il ministro Stefania Giannini – per la prima volta disponiamo di uno strumento concreto di valorizzazione ulteriore del lavoro dei docenti. Con la Buona Scuola abbiamo destinato a questo scopo risorse aggiuntive, 200 milioni all’anno che rappresentano un investimento sulla qualità, uno strumento per dare un riconoscimento in più a quei docenti che, secondo il giudizio della loro comunità scolastica, meritano di essere particolarmente valorizzati”.

Maturità 2016, firmata l’ordinanza. Prima prova il 22 giugno

da La Tecnica della Scuola

Maturità 2016, firmata l’ordinanza. Prima prova il 22 giugno

Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini ha firmato l’ordinanza relativa agli Esami di Stato conclusivi del secondo ciclo di istruzione. Si tratta dell’atto formale che mette in moto la macchina della #maturità2016, con indicazioni operative per i consigli di classe, le commissioni e i candidati, con una rinnovata attenzione a quelli dei Centri dell’Istruzione per adulti e a quelli che hanno studiato in luoghi di degenza.

Entro il prossimo 15 maggio i consigli di classe dovranno predisporre il documento da consegnare alle commissioni con tutte le indicazioni relative al percorso formativo seguito dai loro studenti, con quegli elementi che potranno essere valorizzati, in particolare, nella terza prova o in sede di colloquio.

La prima riunione plenaria delle commissioni è fissata per lunedì20 giugnoalle ore 8.30. La prima prova scritta, italiano, avrà luogo mercoledì 22 giugno 2016 alle ore 8.30, per una durata massima di 6 ore. La seconda prova è in calendario giovedì 23 giugnoalle ore 8.30. La durata è per tutti di 6 ore, tranne che per alcuni indirizzi come il Liceo musicale, coreutico, artistico, dove la prova si svolge in  due o più giorni. La terza prova, diversa per ciascuna scuola, è in calendario lunedì 27 giugno alle 8.30.

Anche quest’anno la commissione, nella predisposizione della terza prova, potrà tenere conto, ai fini dell’accertamento delle competenze, abilità e conoscenze, anche delleesperienze condotte in alternanza scuola lavoro, stage e tirocinio, e delladisciplina non linguistica insegnata tramite la metodologia CLIL. Il colloquio orale potrà partire da eventuali esperienze condotte in alternanza o in tirocinio.

Novità del 2016, la consegna ai neodiplomati, insieme al diploma, del  Supplemento Europass al Certificato, un documento diffuso e riconosciuto dall’Unione Europea che descrive le competenze degli studenti e le attività professionali cui possono accedere. I Supplementi, diversi per ciascun indirizzo di studio ed elaborati per l’Italia dal MIUR e dal Centro Nazionale Europass presso l’Isfol, favoriranno la mobilità per motivi di studio o di lavoro anche al di fuori dell’Italia. Non sostituiscono il titolo di studio o la certificazione delle competenze, ma renderanno il percorso di studio più chiaro e il diploma finale più comprensibile e più spendibile nel mondo del lavoro.

Neoassunti, il tutor e la metodologia peer to peer: materiali utili

da La Tecnica della Scuola

Neoassunti, il tutor e la metodologia peer to peer: materiali utili

L’attività di tutoring, riproposta e incrementata nel Piano di formazione e di prova dei docenti neo-assunti a.s. 2015/2016, va programmata e condotta in maniera sistematica per collegare maggiormente la pratica didattica alla riflessione pedagogica.

Per supportare le scuole del territorio, l’USR Campania propone una serie di materiali didattici di supporto per la registrazione delle diverse fasi del peer to peer, illustrati in alcuni incontri formativi svolti nella regione, per diffondere orientamenti utili a migliorare l’esperienza, ma lasciando comunque alle scuole tutti gli opportuni spazi di autonomia nella predisposizione degli strumenti operativi, in relazione alle specifiche esigenze di carattere organizzativo e formativo.

Alla circolare 5696 del 19 aprile sono allegati i seguenti documenti:

  • Il tutor e la metodologia peer to peer_ Presentazione
  • Premessa_ analisi strumenti
  • Allegato 1 protocollo di osservazione
  • Allegato 2 scheda di osservazione a cura del docente neoassunto
  • Allegato 3 scheda di osservazione a cura del docente tutor
  • Scheda programmazione peer to peer
  • Modello di registrazione fase peer to peer

Pd, concorso per dirigenti ancora lontano da venire, governo agisca

da La Tecnica della Scuola

Pd, concorso per dirigenti ancora lontano da venire, governo agisca

“È molto grave che lo schema di decreto ministeriale relativo alle modalità di svolgimento del concorso per dirigenti scolastici sia ancora in fase istruttoria mentre il fabbisogno di dirigenti sul territorio nazionale, nonostante le rassicurazioni del MIUR, aumenta con importanti disagi per le scuole date in reggenza. La risposta ad una nostra interrogazione conferma che il decreto è ancora lontano dall’essere pubblicato e, per questo, siamo pienamente insoddisfatti per la risposta che abbiamo avuto”. Lo dicono le deputate del PD Mara Carocci e Grazia Rocchi componenti della commissione Cultura della Camera.

“La legge della Buona scuola – proseguono le deputate – ha previsto un ruolo centrale per i dirigenti scolastici; adesso ci aspettiamo che a questa nuova assunzione di onerose responsabilità seguano atti concreti. Ad oggi, ci pare evidente, che non vi siano segnali affatto rassicuranti in questo senso”.

 

Anche per le lavoratrici della scuola c’è il congedo per le vittime di violenza di genere

da La Tecnica della Scuola

Anche per le lavoratrici della scuola c’è il congedo per le vittime di violenza di genere

La circolare Inps n. 65 del 15 aprile fornisce istruzioni riguardo al congedo di 3 mesi riconosciuto alle lavoratrici dipendenti vittime di violenza di genere e inserite in percorsi certificati presso servizi sociali, centri antiviolenza o case rifugio.

Si tratta del congedo introdotto, in via sperimentale per l’anno 2015, dall’art. 24 del decreto legislativo n. 80 del 15 giugno 2015 per le lavoratrici dipendenti del settore pubblico e privato, alle quali è consentito di avvalersi di un congedo indennizzato per un periodo massimo di 3 mesi al fine di svolgere i percorsi di protezione certificati. Le lavoratrici con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa sono interessate solo ai fini del riconoscimento di un diritto alla sospensione del rapporto di collaborazione a cui non corrisponde però un diritto all’indennità.

Tale misura è stata estesa anche per gli anni successivi dal decreto legislativo n. 148 del 14 settembre 2015.

Con riferimento al settore pubblico, alle quali l’indennità per il congedo in questione è corrisposta dall’Amministrazione di appartenenza, secondo quanto previsto per i trattamenti di maternità, la circolare contiene indicazioni per quanto concerne gli aspetti che riguardano la copertura figurativa dei periodi di congedo fruiti.

L’Inps indica espressamente quali sono le amministrazioni pubbliche interessate dalla norma, tra cui “le amministrazioni dello Stato, ivi compresi gli istituti e scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative. Sono da comprendere nell’ambito degli istituti e scuole di ogni ordine e grado le Accademie e i Conservatori statali”.

Per le dipendenti pubbliche, considerato che il trattamento economico di maternità è corrisposto direttamente dal datore di lavoro, le somme corrisposte costituiscono reddito da lavoro dipendente e, pertanto, imponibile ai fini del trattamento pensionistico, nonché ai fini della gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali.

Inoltre, i periodi di sospensione sono utili ai fini del trattamento di fine servizio (TFR/TFS).

Sulle modalità di richiesta del congedo, il suddetto articolo 24 prescrive un preavviso per la richiesta fissato in 7 giorni. La fruizione del congedo potrà avvenire su base giornaliera od oraria, secondo modalità stabilite dagli accordi collettivi; in loro assenza, si avrà riguardo alle esigenze della lavoratrice stessa.