Olimpiadi della Matematica

Si è svolta sabato 15 maggio, online, la premiazione dei vincitori della XXXVII edizione delle Olimpiadi della Matematica.
All’iniziativa hanno aderito 941 scuole da tutta Italia e dal resto del mondo (tra queste ultime la scuola italiana di Atene e quella di New York). Circa 60.000 le studentesse e gli studenti partecipanti alla gara individuale a livello di Istituto (i Giochi di Archimede), che si è svolta tramite una piattaforma telematica.
Dopo le prime due fasi di selezione, 301 studenti sono stati invitati alla finale nazionale, che si è svolta il 6 maggio, in 95 sedi in Italia (e nella scuola italiana a New York, oltre che in Canada, dove era presente uno studente per uno scambio culturale).
La prova nazionale ha consistito in 6 problemi da risolvere trovando per ciascuno la dimostrazione di un enunciato matematico: ogni soluzione è stata valutata attribuendole un punteggio da 0 a 7 punti. Due finalisti hanno totalizzato 42 punti, il punteggio pieno. Le ragazze partecipanti sono state 38, un dato che costituisce un piccolo record, essendo il più alto mai registrato per questa iniziativa.
Le Olimpiadi della Matematica sono organizzate dall’Unione Matematica Italiana, con il supporto del Ministero dell’Istruzione, per diffondere la cultura matematica e un approccio ludico e divertente alla disciplina, senza tuttavia banalizzarne i contenuti.
A partire dai risultati delle gare nazionali, la Commissione Olimpiadi dell’Unione Matematica Italiana organizza stage di allenamento e di selezione per la partecipazione della rappresentanza nazionale alle gare internazionali di matematica. Recentemente, a settembre 2020, la squadra italiana ha raggiunto il suo miglior risultato nella storia, arrivando sesta nella gara mondiale (organizzata dalla Russia) su 105 nazioni partecipanti, non lontano dal podio, occupato da Cina, Russia e Stati Uniti.
Oltre alla gara individuale, il 6 maggio sono state disputate le finali delle due gare a squadre. In questa tipologia di gare 7 alunni di una stessa scuola devono risolvere un elenco di 20 esercizi collaborando tra loro, in un tempo massimo di 2 ore.

I nomi dei vincitori nazionali

FINALE NAZIONALE INDIVIDUALE:
Matteo Damiano, Liceo scientifico “Galileo-Ferraris”, Torino
Massimiliano Foschi, Liceo scientifico “Galileo Galilei”, Civitavecchia
Matteo Poletto, Liceo scientifico “Jacopo da Ponte”, Bassano del Grappa (VI)

GARA A SQUADRE FEMMINILE:
Istituto Statale di Istruzione Superiore “Magrini-Marchetti”, Gemona del Friuli, (UD)
Liceo scientifico “Ulisse Dini”, Pisa
Liceo scientifico “Alfano da Termoli”, Termoli (CB)
Liceo scientifico “Alberto Romita”, Campobasso
Liceo scientifico “Giovanni Spano”, Sassari

GARA A SQUADRE MISTA:
Liceo scientifico Statale “Alessandro Volta”, Milano
Liceo scientifico “Ulisse Dini”, Pisa
Liceo scientifico Statale “Enrico Fermi”, Padova
Liceo scientifico Statale “Augusto Righi”, Roma
Liceo scientifico “Galileo Galilei”, Civitavecchia

L’Istruzione distorta

L’Istruzione distorta

di Giovanni Fioravanti

La consideravo archiviata, appartenere ad altri tempi, una sorta di attrezzo arrugginito del secolo scorso, riposto in soffitta tra la polvere delle cose da abbandonare all’usura del tempo. Poi l’espressione in questi lunghi mesi stravolti dalla pandemia ha iniziato a salire di tono, a ridondare nel lessico ministeriale e in quello scolastico: la “comunità educante”.

Incuriosito sono tornato a leggere la lettera che il 27 marzo 2020 la ministra Azzolina ha indirizzato alla comunità scolastica nella quale l’espressione “comunità educante” ricorre ben due volte. Non c‘è documento ministeriale dall’inizio della pandemia in cui compaiano espressioni come società della conoscenza, apprendimento permanente, come se le nostre istituzioni scolastiche fossero calate in un altro mondo, quello ancora del secolo scorso insieme alla loro scarsa familiarità con le nuove tecnologie.

Nel lessico che i nostri padri costituenti hanno utilizzato a proposito della scuola termini come educare, educazione, educante non compaiono mai.  Agli articoli 33  e 34 della nostra Costituzione istruzione è l’unica parola usata: “istruzione” e non “educazione”, e se si riflette sulla composizione dell’assemblea costituente, sulle sue differenti fonti di ispirazione, non si può che convenire che si sia trattato di una scelta soppesata e voluta. Anzi, a proposito di Enti e privati si provvede a sottolineare la distinzione tra “scuole” ed “istituti di educazione “. Precipuo delle scuole statali è l’istruzione, mentre il compito di “educare” attiene ai genitori come recita l’articolo 30: “E` dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio.”

Istruzione, dunque, e il Ministero è della Pubblica Istruzione, anche se ora gravemente privo di “pubblica”, non c’è un “Ministero dell’ educazione” e, quindi, neppure alcuna “comunità educante” di Stato. Per chi ha perduto la memoria e ancora rincorre le comunità educanti sarà utile ricordare che il Ministero dell’ Educazione Nazionale è opera del regime fascista ed è stato soppresso nel 1944.

L’ identificazione della scuola con l’educazione è una forzatura della tradizione personalistica che ha contrassegnato nel dopoguerra la cultura dei nostri governanti e che si è espressa nella “formazione della persona e del cittadino” come finalità di volta in volta prescritta dai programmi scolastici dei vari ordini e gradi. Ma si tratta di sovrapposizioni che risentono degli anni e dei vari governi che si sono succeduti nel tempo.

La scuola in quanto comunità educante fa la sua apparizione come assoluta novità, tra la distrazione generale, con il primo CCNL del Comparto Istruzione e Ricerca relativo al triennio 2016-2018. L’articolo 24, richiamando l’articolo 3 del Testo Unico in materia di istruzione (Decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297), detta: “[…] la scuola è una comunità educante […] volta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni.”

La curiosità consiste nel fatto che nel citato articolo 3 del Testo Unico il legislatore usa l’espressione “comunità scolastica” “che interagisce con la più vasta comunità sociale e civica”. Ora come sia possibile il passaggio da “comunità scolastica” a “comunità educante” è  spiegabile solo attraverso un pregiudizio culturale di chi ha steso le norme del contratto in questione.

E poi chi sarebbe il depositario della funzione educativa nella comunità educante costituita dalla comunità scolastica? Gli attori citati dall’articolo 24 del CCNL? È scritto: “Appartengono alla comunità educante il dirigente scolastico, il personale docente ed educativo, il DSGA e il personale amministrativo, tecnico e ausiliario, nonché le famiglie, gli alunni e gli studenti che partecipano alla comunità nell’ambito degli organi collegiali previsti dal d.lgs. n. 297/1994.”

Dei soggetti citati, la nostra Costituzione attribuisce alla sola famiglia il compito dell’educazione e, dunque, quali sarebbero i protagonisti della comunità educante legittimati ad educare?

Il contratto in questione all’articolo 25, relativo all’Area docenti, distingue il personale docente da quello educativo essendo, quest’ultimo, il personale dei convitti e degli educandati femminili. Tutti gli altri sono docenti dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di 2° grado.

Dal Testo Unico in materia di istruzione ai contratti collettivi nazionali del lavoro succedutisi dal1994 al 2009 non c’è norma relativa alla funzione docente che contempli l’educazione tra le competenze degli insegnanti.

L’artico 396 del testo unico citato detta: “La funzione docente è intesa come esplicazione essenziale dell’attività di trasmissione della cultura, di contributo alla elaborazione di essa e di impulso alla partecipazione dei giovani a tale processo e alla formazione umana e critica della loro personalità”.
Successivamente il dettato del legislatore relativo alla funzione docente è stato aggiornato in rapporto alle conoscenze acquisite nell’ambito delle ricerche in campo psico-pedagogico, così già nel CCNL del quadriennio 1994 – 1997 “l’attività di trasmissione della cultura” come esplicazione essenziale della funzione docente viene sostituita dalla realizzazione del “…processo di insegnamento/apprendimento volto a promuovere lo sviluppo umano, culturale, civile e professionale degli alunni, sulla base delle finalità e degli obiettivi previsti dagli ordinamenti scolastici definiti per i vari ordini e gradi dell’istruzione dalle leggi dello Stato e dagli altri atti di normazione primaria e secondaria”. 

Dunque non “educazione” e neppure “trasmissione della cultura”, ma “processo di insegnamento/apprendimento”, qualcosa di dinamico e articolato, monitorato nei suoi input e nei suoi output. Processo che definisce “i vari ordini gradi e dell’istruzione”.

La funzione docente nella sua traduzione normativa resta sostanzialmente inalterata fino al contratto del quadriennio 2006 -2009, accanto ad essa si evolve il profilo professionale del docente nel quale mai compaiono riferimenti a compiti e finalità educative.

Il profilo professionale fa del docente un professionista della cultura in considerazione delle competenze che gli sono richieste da quelle disciplinari a quelle pedagogiche, metodologiche – didattiche, organizzative, relazionali e di ricerca “tra loro correlate ed interagenti, che si sviluppano ed approfondiscono attraverso il maturare dell’esperienza didattica, l’attività di studio, di ricerca e di sistematizzazione della pratica didattica”.

Con il contratto di Comparto del 2018 il profilo docente si arricchisce di due competenze, fino ad allora assenti: informatiche e linguistiche. Competenze informatiche che l’inaspettato ricorso alla didattica digitale a distanza ha messo a dura prova, rivelandone nella maggioranza dei casi la totale fragilità.

È sorprendente come con questo contratto del Comparto Istruzione e Ricerca scompaia la funzione docente intesa come processo di insegnamento/apprendimento per cedere il posto all’azione “della comunità educante al centro della quale si colloca la progettazione educativa e didattica definita dal piano triennale dell’offerta formativa”.

La funzione docente si realizza come “prestazione professionale […] nel quadro degli obiettivi generali perseguiti dal sistema nazionale di istruzione”. Come si concilia, dunque con la “comunità educante”? Comunità educante o Sistema nazionale di istruzione?

Al momento nessuna legge ha sancito la mutazione del sistema scolastico in comunità educante, a meno che non si sia  deciso di affidare la riforma mai riuscita della scuola alla contrattazione tra le parti del Comparto Istruzione e Ricerca.

L’ultimo tentativo di riforma omnibus è stato compiuto con la legge 107 del 2015 che prometteva la Buona Scuola. In quella legge di comunità educante neppure l’ ombra, anzi l’articolo 1 e unico, con i suoi 212 commi, esordisce con la volontà del legislatore di “affermare il ruolo centrale della scuola nella società della conoscenza”. La scuola è intesa come “comunità attiva, aperta al territorio”, come “comunità professionale scolastica”.

Ora sarebbe giunto il tempo di rivolgere seriamente, senza slogan e giochi di parole, l’attenzione al Sistema Nazionale dell’Istruzione, alla preparazione professionale dei suoi professionisti per portarli all’altezza della qualità dell’Istruzione che è dovuta ai nostri giovani per crescere e realizzarsi nella società della conoscenza, nella società del capitale umano, nella società dell’apprendimento permanente del nuovo millennio ormai avanzato.

La biologia della vita

LA BIOLOGIA DELLA VITA E UN SISTEMA ALTAMENTE INFORMATO

di Paolo Manzelli

In Biologia, la diffusione coerente della informazione è alla base dello sviluppo metabolico della vita . La informazione genetica e transgenica quest’ultima proveniente dalle molecole di aria che respiriamo, di acqua che beviamo e dal cibo che ingeriamo e’ elaborata negli acidi nucleici, cioe’ dalla doppia elica del n.DNA, la cui codificazione viene trasmessa nella costruzione di Proteine , in modo lineare dal RNA, in modo da realizzare il fondamentale ruolo di riproduzione dinamica delle cellule, sia di tipo Ereditario (meiosi) che di suddivisione a-sessuata (mitosi) .
La forma che assume la informazione biologica è derivata dalla interazione vibrazionale tra Elettroni , Fotoni della luce e Fononi del suono .
Rf1.) Energia di Informazione :
http://www.caosmanagement.it/n62/art62_04.html
Rf.2.) Biofotoni e Medicina:

https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=92666. ..

Inoltre le cellule del sistema Biologico sono permeate dall’ acqua ,(che forma una rete di “legami a ponte di Idrogeno” ad elevata Tensione Superficiale di H2O del Quarto Stato –(nell’ambito del quale tutte le reazioni Biochimiche vengono catalizzare da Enzimi e orientate da Ormoni)- in modo che “nulla reagisca casualmente” ma che invece risponda “Coerentemente” al flusso di energia fotonica e. fononica emesso principalmente dal n.DNA (Nucleare ) e, per le reazioni RedOx di ossigenazione dal m.DNA.(Mitocondriale).
Rf.3.) Il Quarto Stato dell’ Acqua :
https://dabpensiero.wordpress.com/2020/01/08/acqua-del-quarto-stato/
Rf.4.) Il Paradigma della Bio-Foto-Genetica :
https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=140026

PERTANTO LA COERENZA FOTONICA diviene un fondamentale INDICATORE DELLA SALUTE

Questa è la sintesi che vevamo raggiunto nel Cluster di Ricerca e Sviluppo delle Scienze della Vita, ma dal 2017 al 27.Marzo.2021 fummo costretti a sospendere il nostro Convegno sulla Bioquantica. Purtroppo la Pandemia da Covid.19 ha reso impossibile promuovere successivi incontri la innovazione scientifica e culturale “Bioquantica” , per tutto l’ anno 2020/2021 e quindi solo a partire da oggi 13.05.2021, ci ri-proponiamo di rilanciare la nuova iniziativa Egocreanet sul tema : “QUANTI IN MEDICINA” : ( FOTONI,FONONI ED ENERGIA VITALE )
ispirato dalle esperienze dei malati di Covid.19 ed inoltre guidato dalla nuova Scienza Bioquantica. Tale incontro e previsto tenersi tra Giugno e Luglio pv…in presenza a Firenze in Data e Luogo da concordare.
Ricordando che abbiamo vissuto durante tutto l’ anno in una situazione di Pandemia Virale, che dal punto di vista della innovazione culturale e scientifico è stata bio-quanticamente arretrata,proprio in quanto “dominata” da virologi, infettivologi e medici specialisti incapaci culturalmente di comprendere il complesso della bio-comunicazione “Neuro-Immunitaria” che sara’ una delle tematiche principali di discussione del prossimo Incontro Egocreanet.
In particolare gli studi negli ultimi anni di Egocreanet hanno messo in evidenza la funzione cruciale della comunicazione interattiva tra la “Neurologica e quella del Sistema Immunitario” nell’ambito della rigenerazione e protezione dei tessuti Biologici.
Le Cellule immunitarie (Linfociti B,T,NK) e quelle Neuronali infatti si comportano come Cluster-Cellulare interattivo.- Cosi le Cellule Neuronali e Immunitarie ,anche quando si trovano in siti Mente-Corpo , distanti tra loro , possono trasferire per “entanglement quantico”, vari segnali Bioquantici e/o viceversa ricevere segnali alle cellule immunitarie periferiche. Pertanto la “NEURO –IMMUNITY” diviene una nuova sezione della Scienza Bioquantica ,la quale evidenzia come interagiscano le comunicazioni Biofotoniche tra la “Mente ed il Corpo”. Di conseguenza diviene possibile sperimentare come tali comunicazioni di segnali “Neuro-Immuni” , emergano come importanti regolatori del Recupero della Salute e del Benessere post-malattia da Covid.19. Nel quadro della preparazione dell’ Incontro Egocreanet sul tema :”QUANTI IN MEDICINA” : ( FOTONI,FONONI ED ENERGIA VITALE ), questo argomento della “NEURO-MMUNITY COMMUNICATION”, potra’ divenire un Campo di impegno futuro di Ricerca e Sviluppo BIOQUANTICO,capace di ridefinire gli antichi Principi della Comunicazione della Energia Vitale //Sottile cosi come abbiamo iniziato a trattate in Egocreanet fin dal 2019.
Rf.5.) New Trends in Neuro-Science:
https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=120228 ..

Infine l’ Obiettivo del suddetto incontro organizzato da Egocreanet ed eventuali collaboratori , sara quello di divulgare i fondamenti della comunicazione dei ” Quanti In Medicina” al fine di fornire esperienze di apprendimento,concettualmente innovative , che ispirino e supportino gli “operatori sanitari” nel favorire la salute dei pazienti che vivranno in una probabile prospettiva di “Convivenza con la malattia immunologica”.