Aspettativa per coniuge all’estero

Aspettativa per coniuge all’estero

di Clotilde Graziano e Leon Zingales (*)

L’aspettativa per coniuge all’estero è regolata dalla Legge 11 febbraio 1980, n. 26 (cosiddetta Legge Signorelli). Tutto il personale della scuola, il cui coniuge presti servizio all’estero anche per conto di soggetti non statali (Legge n. 333 del 25 giugno 1985) ha diritto di chiedere di essere collocato in aspettativa qualora l’amministrazione non ritenga di poterlo destinare a prestare servizio nella stessa località in cui si trova il coniuge o qualora non sussistano i presupposti per un suo trasferimento nella località in questione.

Legge 333 del 25 giugno 1985 Articolo unico: Il dipendente statale, il cui coniuge presti servizio all’estero per conto di soggetti non statali, può chiedere il collocamento in aspettativa a norma della legge 11 febbraio 1980, n. 26.   Legge n.26 dell’11 febbraio 1980 Art.1- L’impiegato dello Stato, il cui coniuge – dipendente civile o militare della pubblica amministrazione presti servizio all’estero, può  chiedere  di essere  collocato  in  aspettativa  qualora  l’amministrazione  non   ritenga  di  poterlo  destinare  a  prestare servizio nella  stessa  località in cui si trova il coniuge, o qualora non   sussistano  i  presupposti  per  un suo trasferimento nella   località in questione.  Art. 2. – L’aspettativa, concessa   sulla   base    dell’articolo 1 della presente legge, può avere una durata   corrispondente al periodo di tempo in cui permane la   situazione che l’ha originata. Essa può essere revocata in qualunque momento per ragioni di servizio o in difetto di effettiva permanenza  all’estero  del  dipendente  in aspettativa. L’impiegato in   aspettativa non ha diritto ad alcun assegno. Art.  3.  – Il tempo trascorso in aspettativa concessa ai sensi dell’articolo 1 della presente legge non è’ computato ai fini della progressione di carriera, dell’attribuzione degli aumenti periodici di stipendio e del trattamento di quiescenza e previdenza. L’impiegato che cessa da tale posizione prende nel ruolo il posto di anzianità che gli spetta, dedotto il tempo passato in aspettativa.

Tale aspettativa non ha un limite di durata ma è sostanzialmente legata alla decorrenza del contratto che impegna il coniuge all’estero. Quando cessa il contratto viene meno l’aspettativa. Essa può essere nuovamente richiesta qualora ci sia un rinnovo o un nuovo contratto.

Il dipendente collocato in aspettativa per destinazione all’estero del coniuge non ha diritto alla retribuzione. Il tempo trascorso in aspettativa non è valido ai fini
della progressione di carriera, dell’attribuzione degli aumenti periodici di stipendio, del trattamento di quiescenza e previdenza, della maturazione del diritto alle ferie e del superamento dell’anno di prova. I periodi di aspettativa non retribuiti sono privi di contribuzione, ma ai sensi del Decreto Legislativo n. 184 del 30.4.1997 possono essere riscattati, in tutto o in parte, ai fini pensionistici. L’onere del riscatto si calcola applicando l’art. 13 della legge n. 1338 del 12.8.1962.

La Legge Signorelli è stata recepita integralmente dai CCNL comparto scuola.

Art.146 CCNL comparto scuola 2007 – Normativa vigente e Disapplicazioni Continua a valere art 146 c. 1 lettera g punto 6) (continuano a trovare applicazione nel comparto scuola) Legge 11 febbraio 1980, n. 26 (artt.1-4) e legge 25 giugno 1985 n.333 (aspettativa per ricongiungimento con il coniuge che presta servizio all’estero)    

Si precisa che, durante l’aspettativa, il dipendente mantiene lo status di dipendente pubblico con conseguente rispetto della normativa sulle incompatibilità che vincolano i pubblici dipendenti per quanto concerne altre attività lavorative: art. 60 del TU 3/1957, art. 508 del D.Lgs. 297/1994 e art. 53 del D.Lgs. 165/2001.

Aspettativa e tipologia di lavoro del coniuge

La legge 26/80 aveva come condizione, per la concessione dell’aspettativa, che entrambi i coniugi fossero dipendenti statali; con la successiva legge 333/85 tale limitazione è stata superata, estendendo la possibilità di chiedere il collocamento in aspettativa anche al personale della scuola il cui coniuge presta servizio all’estero per conto di soggetti non statali.

La dicitura “per conto di soggetti non statali” può essere soggetta a varie interpretazione.

Il T.A.R. Lazio con la sentenza del 03/06/1989 n. 727 l’ha interpretata nel senso di riferirsi a datori di lavoro che abbiano nel territorio nazionale la sede amministrativa dei loro affari ed instaurino con il dipendente (il cui coniuge aspiri all’aspettativa) un rapporto di lavoro privato destinato a svolgersi in via normale nel territorio nazionale e solo in via temporanea ed eccezionale in paese straniero, così da consentire l’idea di un limite temporale all’aspettativa.

Il T.A.R. Friuli-Venezia Giulia con la sentenza n. 42 del 23 febbraio 2002 ha stabilito che l’aspettativa si applica soltanto ai coniugi di personale che sia stato inviato all’estero dall’azienda in cui lavora e non al coniuge di soggetto titolare dell’azienda stessa, che scelga autonomamente la propria sede di lavoro.

L’ARAN invece, con parere RAL 1825 del 03/03/2016 riferito ai dipendenti delle Autonomie Locali, ha stabilito che la fattispecie legittimante la concessione dell’aspettativa è nella circostanza che il coniuge del lavoratore presti servizio all’estero; nessuna ulteriore indicazione o vincolo sono stabiliti con riferimento ai contenuti ed alle caratteristiche del rapporto di lavoro di cui è titolare il coniuge del dipendente Tale parere è in coerenza con Orientamento Applicativo 220 relativo al comparto Sanità, ove si è evidenziato che nessuna tipologia di lavoro all’estero può essere esclusa.

Rientro dall’aspettativa

L’amministrazione, ai sensi dell’art 4 della legge 26/1980, ha facoltà di utilizzare il posto corrispondente ai fini delle assunzioni quando l’aspettativa del dipendente si protrae per più di un anno. La disponibilità del posto, trattandosi di personale scolastico, è in capo all’ufficio scolastico regionale – AT in materia di gestione degli organici.

La nota prot. 2950 dell’11-04-2019 dell’AT Torino evidenzia che l’art. 4 della legge 11 febbraio 1980, n. 26 riconosce al Dirigente scolastico la facoltà di richiedere la liberazione del posto in organico di diritto ai fini delle assunzioni. A tal fine il Dirigente, una volta accertato che l’assenza del docente si protrarrà anche per l’anno scolastico da avviare, dovrà inviare la richiesta di liberazione del posto, corredata dalla relativa documentazione, che dovrà pervenire in tempo utile a rendere disponibile il posto già per la procedura di mobilità in corso.

Quando il dipendente cesserà dall’aspettativa trova applicazione ancora il disposto dell’art. 4 della legge n. 26 del 1980, pertanto occuperà – ove non vi siano vacanze disponibili – un posto in soprannumero da riassorbirsi al verificarsi della prima vacanza.

Legge n.26 dell’11 febbraio 1980 Art.  4.  –  Qualora l’aspettativa si protragga oltre un   anno, l’amministrazione ha facoltà di utilizzare il posto corrispondente ai fini delle assunzioni.  In tal caso, l’impiegato che cessa, dalla aspettativa occupa ove non vi siano vacanze disponibili – un posto in soprannumero da riassorbirsi al verificarsi della prima vacanza.

Per analogia al personale che rientra dall’aspettativa de quo, è estendibile quanto previsto dagli art. 7 (docenti) e 38 (ATA) del CCNL sulla mobilità vigente per il triennio 2020/2022, “le operazioni di mobilità del personale docente, educativo ed A.T.A. sono precedute dalle assegnazioni di sede definitiva disposte nei confronti di quelle categorie di personale che cessano dal collocamento fuori ruolo e che vengono restituiti al ruolo di provenienza”.

L’art. 3 comma 3. dell’OM 106/21 stabilisce che il personale all’estero presenta la domanda in cartaceo all’Ufficio scolastico territorialmente competente rispetto alla provincia scelta per il rientro, entro il quindicesimo giorno precedente il termine ultimo per la comunicazione delle domande al SIDI per il proprio ruolo, ai fini dell’assegnazione della scuola di titolarità prima delle operazioni di mobilità. Tale personale, quindi, è assegnato ad una scuola disponibile tra quelle richieste in una provincia di sua scelta, per la stessa classe di concorso (se docente) e per lo stesso ruolo di appartenenza all’atto del collocamento fuori ruolo.

Bibliografia

  • Legge n.26 dell’11 febbraio 1980;
  • Legge n. 333 del 25 giugno 1985;
  • Decreto Legislativo n. 184 del 30 aprile 1997;
  • Legge n. 1338 del 12 agosto 1962;
  • CCNL comparto scuola 2007;
  • T.U. n. 3 del 10 gennaio 1957,
  • Decreto Legislativo n. 297 del 16 aprile 1994
  • Decreto Legislativo n. 165 del 30 marzo 2001;
  • T.A.R. Lazio, sentenza del 03/06/1989 n. 727;
  • T.A.R. Friuli-Venezia Giulia, sentenza n. 42 del 23 febbraio 2002;
  • Parere ARAN RAL_1825_del 03/03/2016;
  • Orientamento Applicativo ARAN 220 comparto Sanità;
  • Nota prot. 2950 dell’11-04-2019 dell’USP Torino;
  • CCNL sulla mobilità 2020/2022;
  • Ordinanza Ministeriale 106 del 29 marzo 2021.

(*) Dirigenti Scolastici Istituto Comprensivo “Luigi Pirandello”, Patti e Istituto Comprensivo “Anna Rita Sidoti”, Gioiosa Marea

Maturità 2021, gli studenti: «Vaccinateci». Favorevole alla somministrazione anticipata l’80%

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Un’occasione da non lasciarsi scappare. I ragazzi accolgono con entusiasmo la proposta di somministrare il vaccino anti-Covid a chi tra poche settimane dovrà affrontare gli esami di maturità. Secondo un sondaggio effettuato dal portale Skuola.net su un campione di 1.600 maturandi, oltre 6 studenti su 10 correrebbero a vaccinarsi e un ulteriore 17% sarebbe fortemente tentato. A conti fatti, dunque, l’80% dei diplomandi si mostra favorevole alla vaccinazione anticipata. Con i restanti che si dividono a metà tra assolutamente contrari al vaccino e favorevoli ma non ora. A questo punto la palla passa alle Regioni: alcune – come Lazio e Sicilia – hanno già ufficializzato gli open day riservati ai maturandi, altre decideranno in questi giorni.

Perché i ragazzi vogliono una Maturità in piena sicurezza. Lo si capisce anche dal diffuso apprezzamento dell’altra idea avanzata di recente per ridurre al minimo i rischi di contagio durante l’esame: sottoporre studenti, docenti ed eventuali accompagnatori a tampone o test salivare prima della prova. Qui il consenso è praticamente totale: d’accordo più di 9 su 10. Con un solo distinguo: il 57% la ritiene una mossa giusta a prescindere, il 36% vorrebbe che i test siano gratuiti. In ogni caso, appena il 7% si opporrebbe a questo ulteriore passaggio preliminare.

Ma, evidentemente, per i maturandi la prudenza non è mai troppa. Così, anche di fronte allo screening di massa, in tantissimi non cambierebbero di una virgola il protocollo sanitario che disciplina l’esame. Alcuni esempi? Circa 2 su 3 manterrebbero l’obbligo di indossare la mascherina durante l’orale, quasi 8 su 10 lascerebbero invariato il distanziamento tra i presenti, 1 su 2 non farebbe deroghe neanche sull’ingresso e l’uscita scaglionati il giorno della prova. Tuttavia, in caso di certezza di una platea Covid-free, 2 su 3 aprirebbero a una modifica: aumentare il numero di accompagnatori (al momento è possibile portarne uno solo).


Piano Estate: arrivate 5.888 candidature per ottenere i fondi Pon Lingue, Stem, Digitale

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

«Grande interesse da parte delle scuole per il Piano Estate, lanciato lo scorso 27 aprile dal ministro Patrizio Bianchi», è scritto nel comunicato diffuso ieri dal dicastero di Viale Trastevere. Sono 5.888 infatti le candidature arrivate al ministero dell’Istruzione per ottenere i fondi Pon (fondi europei), che rappresentano una delle fonti di finanziamento messe a disposizione per la realizzazione delle attività.

In particolare, hanno fatto domanda per ricevere i fondi 5.162 scuole statali, 667 paritarie, 59 Centri di istruzione per gli adulti.Un segnale di attenzione da parte delle scuole, che hanno fatto richiesta per oltre 400 milioni sui 320 disponibili. «Nelle prossime ore sarà pubblicata la graduatoria complessiva delle candidature pervenute e positivamente valutate, in base ai criteri del bando», annuncia ancora il comunicato.

La prossima settimana sarà, invece, pubblicata l’assegnazione delle risorse alle scuole ammesse allo stanziamento Pon, che rappresenta solo una parte delle risorse (510 milioni in tutto) stanziate per il Piano Estate: nei giorni scorsi ciascun istituto scolastico ha ricevuto una parte, 18mila euro in media, delle risorse del primo decreto sostegni per attivare iniziative estive. Si tratta, in tutto, di 150 milioni assegnati a livello nazionale (in allegato la tabella con la quantificazione regionale).

Terminano oggi le domande per ulteriori 40 milioni destinati ad aree ad alta dispersione scolastica o caratterizzate da povertà educative. «Da parte delle scuole c’è stata una partecipazione davvero importante – sottolinea il ministro Patrizio Bianchi -. C’è voglia di ripartire e c’è voglia di farlo mettendo al centro le ragazze e i ragazzi. I fondi europei che abbiamo messo a disposizione in particolare per le aree più fragili del Paese possono essere utilizzati nei prossimi mesi per recuperare la socialità persa a causa dell’emergenza sanitaria, per potenziare competenze, per cominciare a costruire un ponte verso il prossimo anno. Stiamo lavorando intensamente per una scuola post-pandemia, più accogliente, inclusiva, affettuosa. Lavoriamo per un nuovo inizio. E ringrazio tutte le scuole, il personale, per l’impegno che stanno mettendo anche in questo nuovo capitolo».

In particolare, con riferimento al bando Pon, le scuole hanno inviato progetti per attivare soprattutto moduli di potenziamento linguistico, di rafforzamento delle competenze di base, soprattutto in Italiano e nelle materie cosiddette Stem (materie scientifiche), moduli sul digitale. Il ministero sta accompagnando le scuole con appositi strumenti di supporto, dai webinar all’help desk. È stata inoltre predisposta una pagina web sempre aggiornata con le notizie, i materiali, la documentazione relativi al Piano Estate.


La scuola della qualità

da la Repubblica

di Andrea Gavosto

Il governo ha siglato con i sindacati un Patto per la scuola, che insieme ad affermazioni fumose contiene anche idee, meritevoli di essere discusse, su come migliorare l’istruzione in Italia, a partire da una più efficace formazione dei docenti.

In questi giorni, però, molto si parla del decreto Sostegni bis, che ha definito le misure per il nuovo anno scolastico. Certo, l’esecutivo qui affrontava una prova diabolica: far partire l’anno con tutti gli insegnanti al loro posto, come promesso; evitare un’ulteriore crescita dei supplenti, che dopo decenni di regole dissennate a settembre arriverebbero a 240mila, un quarto dell’intero corpo docente.

Per garantire l’avvio regolare della scuola e coprire tutte le cattedre c’era il rischio di una maxi-sanatoria, assumendo, senza verificarne le competenze, fino a 80mila precari, la maggioranza dei quali priva di abilitazione: con la conseguenza di ipotecare per anni la qualità dell’insegnamento e bloccare per una generazione l’accesso alla scuola dei nuovi laureati. Per questa soluzione spingevano sindacati e Lega, contrario il M5S; la posizione del Pd non è pervenuta.

Alla fine, il rischio estremo è stato evitato.

Tuttavia, una nuova procedura straordinaria che riguarderà docenti precari con almeno 36 mesi di servizio è stata approvata. Sebbene ridotta nei numeri — al massimo 20mila assunzioni extra, probabilmente molto meno — ci sono elementi di una sanatoria, come il ripescaggio dei bocciati dell’ultimo concorso.

È però vero che, opportunamente, i candidati dovranno avere almeno l’abilitazione e per la definitiva assunzione dopo un anno di lavoro faranno una prova con una commissione esterna, speriamo rigorosa.

Bene, invece, che il decreto provi ad affrontare due carenze croniche della scuola: quella di docenti di materie scientifiche e quella di insegnanti di sostegno qualificati a favorire l’inclusione di allievi con disabilità.

Nel primo caso, si accelerano le procedure ordinarie per assumere a breve qualche migliaio di docenti di materie Stem, soprattutto di matematica. È una misura necessaria: oggi non è infrequente che le cattedre scientifiche vengano coperte da laureandi senza esperienza né titoli. Non sarà sufficiente, perché c’è un nodo strutturale da affrontare: come attrarre all’insegnamento i migliori laureati in queste materie, che fuori dalla scuola fanno carriere migliori, guadagnando di più.

La difficoltà di trovare insegnanti di sostegno qualificati non è meno grave. L’anno scorso, delle 21mila assunzioni previste, solo l’8% è andato a buon fine; e degli oltre 100mila supplenti 4 su 5 non avevano la specializzazione (dati Cisl). Oggi sono disponibili alcune migliaia di docenti che la specializzazione l’hanno appena conseguita: giusto, dunque, metterli subito al lavoro, sia pure con la procedura straordinaria.

Neanche quest’anno, tuttavia, si riuscirà a partire con tutti in cattedra. Perciò, guardando al futuro, Draghi ha annunciato che d’ora in poi si procederà con concorsi regolari con frequenza annuale.

Sui nuovi concorsi, che il decreto vuole coerenti con le semplificazioni introdotte dal ministro Brunetta nella Pa, è necessario chiarire se valuteranno solo le conoscenze disciplinari o anche le capacità didattiche dei futuri docenti. Queste ultime sono il tallone d’Achille della nostra scuola, come purtroppo ci suggeriscono gli esiti dell’ultimo concorso straordinario, che molto puntava sulla capacità di sviluppare unità didattiche e sta — ahimè — per chiudersi con un elevato numero di bocciati.

Lo ripetiamo da tempo: un accesso alla professione docente che miri a valorizzare chi non solo sa le cose, ma è anche capace di insegnarle, è l’unica strada per colmare il ritardo della nostra scuola.

L’autore è direttore della Fondazione Agnelli

Piano estate: quasi 6mila progetti, coinvolto non meno del 70% delle scuole italiane

da La Tecnica della Scuola

C’è soddisfazione da parte del Ministero per la partecipazione delle scuole al Piano estate: le “candidature” presentate per ottenere i fondi PON sono 5.888 (5.162 scuole statali, 667 paritarie e 59 Centri di istruzione per adulti).

Si tratta – rende noto il Ministero – di “un segnale di attenzione da parte delle scuole, che hanno fatto richiesta per oltre 400 milioni sui 320 disponibili”.
Nelle prossime ore sarà pubblicata la graduatoria complessiva delle candidature pervenute e positivamente valutate, in base ai criteri del bando.
La prossima settimana sarà resa nota anche l’assegnazione delle risorse alle scuole ammesse allo stanziamento PON, che rappresenta però solo una parte delle risorse (510 milioni in tutto) stanziate per il Piano Estate.
Per intanto i dati disponibili sono stati raccolti dal Ministero in una serie di slide.

Il sito estateducativa.it, che nelle settimane scorse aveva pubblicato un ebook dall’omonimo titolo curato da Raffaele Iosa e Massimo Nutini ha rielaborato i dati del Ministero mettendo a confronto i progetti presentati in ciascuna regione con il numero totale delle scuole.

Dalla tabella emergono considerazioni interessanti.
La partecipazione percentualmente più alta riguarda le regioni del centro sud.
In testa sono Umbria e Molise con percentuali che superano l’80%.
Molto alta la partecipazione anche in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, mentre percentuali più basse si registrano in Sardegna e nelle regioni del nord.
Ma il dato dovrà essere ulteriormente analizzato perché va detto che i progetti potevano essere presentati da reti di scuole: un unico progetto, cioè, potrebbe riguardare anche più scuole. Questo significa quindi che le 5.888 candidature potrebbero riguardare un numero molto più alto di istituzioni scolastiche.
Quello che è certo, in ogni caso, è che non c’è stato nessun flop, tutt’altro.

Ovviamente si tratta ora di capire in quale misura i progetti predisposti dalle scuole riguardino il periodo estivo.
Le scuole, infatti, potevano chiedere finanziamenti per attivare progetti da realizzarsi non solo nei mesi di luglio e agosto ma anche nei mesi successivi.
Anzi, per la verità i fondi PON potranno essere utilizzati anche nel 2022.

Docenti precari, subito 70 mila assunzioni: Bianchi spiega come farà

da La Tecnica della Scuola

Sarà un mix di graduatorie a riempire le 70 mila assunzioni in ruolo previste dal Decreto Legge Sostegni Bis: ad annunciarlo è stato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Parlando in radio, a “Tutti in classe” programma di Radio1, il titolare del Mi ha detto che le immissioni in ruolo si effettueranno “in primo luogo concludendo il concorso straordinario che era stato avviato l’anno scorso, poi tra coloro che hanno superato i precedenti concorsi, quelli delle graduatorie, poi permetteremo alle persone che hanno già un’abilitazione, soprattutto sul sostegno, di entrare in un percorso annuale di formazione annuale con un esame finale con commissione esterna”.

In arrivo 130 concorsi paralleli

Bianchi ha quindi confermato l’intenzione di avviare, sempre tramite l’approvazione dello stesso decreto legge, del “famoso concorsone ordinario che dovrebbe dare 45mila posti in 3 anni, non si tratta di un concorso ma di 130 concorsi paralleli, di matematica, italiano e così via. Cominciamo dalla matematica”.

“Contiamo di farlo durante l’estate così per far entrare i docenti a settembre”, ha sottolineato il ministro.

Un’impresa ardua

L’obiettivo di concludere il concorso-lampo nelle discipline Stem rimane tuttavia davvero difficile da centrare: considerando anche i precedenti, pensare di concluderne anche una sola parte in appena 60 giorni, visto che le assunzioni andrebbero attuate entro fine luglio 2021, sembra una mission impossible.

Inoltre, è probabile che in diverse classi di concorso, soprattutto curricolari del Centro-Nord, più di qualche graduatoria provinciale – GaE, Gps e relativa a concorsi vecchi e non – risulti priva di candidati: un altro problema che potrebbe vanificare l’obiettivo assunzione in ruolo di circa 70 mila docenti precari.

Immissioni in ruolo entro il 31 luglio

Come già scritto dalla Tecnica della Scuola, sempre sul reclutamento il ministro ha ribadito che il governo si è voluto portare il lavoro “avanti” anticipando “di un mese la data i cui si fissano le cattedre di ruolo, non il 31 agosto ma il 31 luglio”.

“In questo modo – ha aggiunto – fisseremo la mappatura della situazione e riusciremo a intervenire con un mese intero a disposizione per capire dove ci sono problemi specifici”.

Dal 1° settembre tutti in cattedra?

Per quanto riguarda il prossimo anno scolastico, Bianchi ha sottolineato che l’obiettivo è ora “quello di riportare a settembre tutti gli studenti in aula e in sicurezza”.

“Io vorrei che fosse una nuova normalità, vorrei che partissimo con una forte riflessione su una scuola aperta e inclusiva che non deve lasciare indietro nessuno”, ha aggiunto Bianchi.

“Ci stiamo lavorando su con tanti esperti, presidi, docenti. Sicuramente bisogna tornare ad una scuola con una forte capacità di vivere insieme”, ha aggiunto il numero uno del dicastero di viale Trastevere.

Maturità 2021: no a mascherine FFP2 e sì a prove online secondo casi specifici

da La Tecnica della Scuola

È stato siglato il Protocollo d’Intesa tra il Ministero dell’Istruzione e le Organizzazioni sindacali per lo svolgimento in presenza e in sicurezza degli Esami conclusivi di Stato della scuola secondaria di primo e secondo grado per l’anno scolastico 2020/2021.

Sono confermate le misure previste nel Protocollo d’Intesa 2019-2020. Sarà necessario mantenere due metri di distanza fra candidato e commissione, studentesse e studenti potranno avere un solo accompagnatore, si dovrà indossare la mascherina.

In particolare, con il documento siglato oggi, viene precisato che la tipologia di mascherine da adottarsi dovrà essere di tipo chirurgico. Non potranno, dunque, secondo il parere espresso anche dal Comitato tecnico scientifico, essere utilizzate mascherine di comunità ed è sconsigliato, da parte degli studenti, l’utilizzo prolungato delle mascherine FFP2.

È consentito lo svolgimento delle prove dell’Esame di Stato o dei lavori della Commissione d’esame in modalità di videoconferenza, secondo casi specifici indicati all’interno del Protocollo.

È ammesso, per l’esame di Stato conclusivo del primo e del secondo ciclo di istruzione, lo svolgimento a distanza delle riunioni plenarie delle Commissioni d’esame, nei casi in cui le condizioni epidemiologiche e le disposizioni delle autorità competenti lo richiedano.

Per garantire il regolare svolgimento degli Esami di Stato, le Istituzioni scolastiche utilizzano le risorse finanziarie assegnate dal Ministero per la gestione e l’organizzazione del servizio scolastico nel periodo emergenziale.

Con la DAD è fuga dalla scuola, dispersione scolastica a livelli record

da La Tecnica della Scuola

Fuga dalla scuola. Sembra il titolo di un film, invece è una triste verità. Alcuni parlano di oltre duecentomila ragazzi che hanno abbandonato la scuola, in realtà non ci sono dati certi, ma quello che è sicuro che la DAD ha provocato un forte aumento della dispersione scolastica.
Non sappiamo dove siano finiti gli studenti, abbiamo scritto alle famiglie” è il grido di allarme dei presidi.
E per avere contezza di quanto sta accadendo, bisogna andare a sondare gli umori degli addetti ai lavori, leggere le pubblicazioni dei sindacati della scuola e le riviste specializzate per avere conferme di questo fenomeno.

Mancano dati ufficiali da parte del MIUR

Anche se il MIUR e i provveditorati non hanno dati aggiornati, gli ultimi dati sono addirittura rimasti a 4 anni fa (fonte Il Fatto Quotidiano), gli effetti della pandemia e sulla chiusura delle scuole sui giovani traspare ad esempio dai dati di sintesi del lavoro dei magistrati che raccolgono le comunicazioni di abbandono o interruzione della frequenza con particolari casi come Cagliari e Napoli dove le procuratrici hanno chiesto la collaborazione delle istituzioni, dai Comuni ai servizi sociali avendo segnalazioni raddoppiate rispetto al 2019.

Mancano è vero i dati ufficiali pubblici e nazionali , però il fenomeno è rimarcato a livello locale ed un sicuramente un trend pericoloso per il futuro del paese.

Un’indagine Ipsos per conto di Save the children ha evidenziato per esempio che, nel 28 per cento delle classi superiori, ogni studente aveva avvistato l’addio di almeno un compagno. Qui in totale parliamo di oltre 34 mila ragazzi in fuga.

Il covid 19 oltre ai danni in termini di perdite umane, di tanti malati e ad aver cambiato le nostre abitudini di vita rischia di portarsi dietro anche altre ferite sociali di cui forse ci accorgeremo solo tra un po’ di tempo. L’Italia, nel 2019 viaggiava su una percentuale di abbandono scolastico del 13,5 per cento, in forte miglioramento nelle ultime stagioni, ma sempre in ritardo sulla media europea (10 per cento). Con il lockdown scolastico che in alcune zone è stato così lungo da consentire in presenza non più di 40 giorni in totale si è arrivati al 27 % di dispersione.

Gli effetti negativi della DAD

La scelta di lasciare i ragazzi in DAD è stata legata principalmente per dare priorità alla salute, di fatto senza tener conto di tutti gli altri aspetti psicologi che di fatto interessano lo stesso la salute ma con effetti più nascosti e più a lungo termine.

Due anni scolastici che hanno cambiato il modo di rapportarsi alla scuola, le relazioni con i compagni di classe, le gite scolastiche, le visite culturali, un modo diverso di fare formazione.

Interessante e toccante la testimonianza di una ragazza sarda che ha inviato una lettera a La Nuova Sardegna, . “Mi dispiace”, dice “ricordare i miei ultimi anni scolastici in questo modo. Il Covid ha stravolto la scuola, la didattica a distanza per alcuni è andata bene e per altri no, molti miei compagni si sono ritirati, e mi è dispiaciuto molto.”

“Quest’anno” continua “c’è stato un elevato numero di studenti che ha abbandonato la scuola, la Dad per i più fragili non è stata un bene”.
Quelli di 16 anni che hanno mollato nella maggior parte dei casi alla fine sono andati a lavorare o stanno provando a farlo.

Altro tema importante soprattutto negli Istituti professionali e Tecnici è quello delle competenze mancate perché i ragazzi hanno perso la possibilità di fare i laboratori, stage nelle aziende aspetti fondamentali per apprendere con la pratica “i ferri “della futura professione.

A farne le spese sono soprattutto i ragazzi più deboli, le cui condizioni sociali e culturali di partenza li ponevano già in una condizione di forte rischio prima del Covid e delle misure di confinamento.

Agli psicologi ed ai formatori l’arduo compito di curare le ferite e recuperare il recuperabile sperando in un prossimo anno scolastico “normale”.

Avviso MAECI 25 maggio 2021, n. 2979

Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
DIREZIONE GENERALE PER LA PROMOZIONE DEL SISTEMA PAESE
UFFICIO V

Vacanza del posto di Direttore della Scuola europea di Lussemburgo II per Dirigenti Scolastici, per Direttori e Vice-Direttori di Scuole europee – Anno Scolastico 2021/22

Nota 25 maggio 2021, AOODGOSV 12487

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l ‘internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione

Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali LORO SEDI
Ai Dirigenti Scolastici delle Istituzioni scolastiche di I e II grado Statali e Paritari LORO SEDI
Al Sovrintendente agli Studi della Valle d’Aosta AOSTA
Al Dirigente del Dipartimento Istruzione per la Provincia Autonoma di TRENTO
All’Intendente Scolastico per le scuole delle località ladine di BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca di BOLZANO
Al Sovrintendente Scolastico della Provincia di BOLZANO
E p.c. Al Capodipartimento per il sistema di istruzione e formazione. SEDE
All’Ufficio stampa SEDE
A Serena Bonito UFF. V Ministero degli esteri e della cooperazione internazionale

Oggetto: EDUCAZIONE AL CONSUMO SOSTENIBILE E RESPONSABILE. Al via il progetto di formazione per una cittadinanza digitale consapevole. Evento di Kick Off

Apprendimento e socialità – graduatorie provvisorie

Programma Operativo Nazionale (PON e POC) “Per la scuola – competenze e ambienti per l’apprendimento” 2014-2020 finanziato con FSE e FDR.
Avviso pubblico prot. n. 9707 del 27/04/2021 – Apprendimento e socialità.
Pubblicazione graduatorie provvisorie delle proposte progettuali.

prot. 16991 del 25 maggio 2021