Tavola rotonda Unesco sullo sviluppo sostenibile

Il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha partecipato, nel pomeriggio del 17 maggio, in videoconferenza, alla tavola rotonda ministeriale sull’attuazione dell’Educazione allo sviluppo sostenibile per il 2030. La tavola rotonda è stata promossa nell’ambito della Conferenza Mondiale dell’Unesco dedicata proprio all’Educazione allo sviluppo sostenibile (17-19 maggio 2021) per il 2030 e organizzata con la collaborazione della Repubblica Federale di Germania.

“Lo sviluppo sostenibile deve essere un tema cardine a livello internazionale – ha sostenuto il Ministro Patrizio Bianchi -. Perché la sostenibilità vuol dire non solo trasformazione ambientale, ma anche sociale”.

La tavola rotonda è stata condotta da Stefania Giannini, Vice Direttore dell’Unesco per l’Educazione, ed è stata promossa con l’obiettivo di dare l’opportunità ai Ministri dell’Istruzione di presentare gli impegni e i Piani nazionali per dare attuazione all’Educazione allo sviluppo sostenibile per il 2030 e discuterne le sfide e le opportunità.

Il Ministro Patrizio Bianchi ha ricordato le iniziative del Governo per la sostenibilità, a partire dalle Linee guida adottate nel 2015 – insieme al Ministero dell’Ambiente – per le scuole primarie e secondarie. E, dal 2019, la legge sull’insegnamento obbligatorio dell’Educazione Civica in tutti i gradi d’istruzione che prevede anche la realizzazione di percorsi didattici sullo sviluppo sostenibile e sulle nuove tecnologie.

“Siamo pronti a rilanciare un nuovo programma per la sostenibilità e l’ambiente – ha anticipato il Ministro Patrizio Bianchi -. L’istruzione e la formazione hanno un ruolo centrale. Dobbiamo costruire sistemi educativi che sappiano formare cittadini capaci, attivi e responsabili per la salute del nostro pianeta”.

Immuno Chimica della Informazione

Immuno Chimica della Informazione: Gli Epitopi

di Paolo Manzelli 

Nella Biologia Classica, lo scambio di informazione Genetica si attua esclusivamente per “Contatto”, secondo l’ immagine- guida di interazione tra “Chiave-serratura”.

Cosi l’ m.RNA (messaggero) copia -linearmente la sequenza Genetica della Doppia elica del DNA e la trasferisce la informazione sequenziale ,per contatto, al Ribosoma al fine della costruzione per assemblaggio delle Proteine ,come fossero aggregate da concatenamenti di mattoncini la cui sequenza da forma tipograficamente la informazione delle parole-Proteiche.

Anche l’ interscambio di informazione “antigene-anticorpo”che presiede al Riconoscimento tra “Antigene-Anticorpo”,capace di suscitare una risposta immunitaria, si realizza per tramite  la interazione esclusivamente per “contatto” . Infatti l’ Antigene , (da riconoscere dal sistema immunitario), è normalmente una molecola complessa la quale puo’ essere processata per mezzo del  riconoscimento di piccoli frammenti –molecolari , visti come protuberanze dette “Epitopi”; (da” Epi”=Sopra e “Topo” = Luogo).

 L’ Epitopo (o determinante antigenico) è quindi quella piccola parte dell’ Antigene, che permette di effettuare il “contatto chimico” che lega l’Anticorpo ed è essa che rende possibile ilfatto che  la”  immunizzazione”   acquisisca la  “specificità di informazione” per via dei vari legami chimici attivati tra “antigene-anticorpo” dagli Epitopi.

Ogni molecola di Antigene ( ancora da da riconoscere come sostanza ignota -Not-Self) può infatti contenere diverse protuberanze (Epitopi = ovvero l’entità molecolare più piccole riconoscibile dal sistema immunitario ad es. del tipo quelle dei ricettori gusto sulla lingua ) , le quali vengono riconosciute da Anticorpi differenti, come quelli prodotti dalle Cellule Immunitarie (Linfociti-B), i quali sono denominati rispettivamente come Immuno-gloguline (IgM, IgA, IgG, IgD e IgE).

I legami chimici, implicati nella reazione “Epitopi-Ig-Y” sono normalmente deboli e possono realizzarsi sia singolarmente che simultaneamente con le varie tipologie delle immunoglobuline

Le Immuno globuline hanno la forma geometrica di una (” Y ” ) e si comportano come un imbuto capace dj presentare la maggior superficie possibile per l’aggancio bio-chimico degli Epitopi.

I segnali risultanti di informazione chimica , (creati da vari tipologie di legame-chimico con gli Epitopi-Y), permangono e si rinforzano successivamente ,come interazione immunitaria-complessiva,  tra “Antigene –Anticorpo “, interpretata sempre sulla base del contatto diretto del tipo “Chiave-Serratura” . Certamente la esclusione sistematica della “Comunicazione a Distanza” di Segnali Vibrazionali , operata da questo unico-modello di informazione (“Chiave-Serratura”) che e ancora proprio della Biologia-Tradizionale, non permette di introdurre “concetti elettronici” della “Informazione a distanza”, come ad es. la “Comunicazione di Informazione per Risonanza” di circuiti Bio-Elettro-Chimici ,ovvero la “Comunicazione Fotonica- della Luce o Fononica-del Suono in circuiti Bioquantici delle Scienze della Vita .

RF.1.1) La Biologia della Vita : https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=144816

RF.1.2.) https://www.egocrea.net/2021/05/17/la-biologia-della-vita-un-sistema-altamente-informato/

Si smetta di vender fumo

Cuzzupi: mettano tutti i piedi per terra e si smetta di vender fumo!

Un vecchio detto cita “l’inferno è lastricato di buoni propositi” e mai come in questo momento tali parole riflettono la situazione della scuola. Se dovessimo attenerci a quanto dichiarato e ripetuto dal Ministero e leggere ciò che sembra dato per certo sui vari documenti, non ultimo quello concernente il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), dovremmo essere di fronte ad una svolta epocale nel comparto scuola tale da sbalordire il mondo intero.

Purtroppo così non è! – afferma categorica Ornella Cuzzupi, Segretario Nazionale dell’UGL Scuola – La situazione della scuola, visto ciò che è stato fatto sino ad ora, rimane del tutto immutata e anzi, in taluni aspetti, persino peggiorata considerata la tempesta abbattutasi della pandemia. Dispiace dirlo ma sono mesi e mesi che il nostro grido d’allarme sulla necessità di un sano realismo e di un confronto a più voci rimane inascoltato. E, ancora una volta, si è dato spazio all’annuncite di turno e a imponenti piani d’ipotetico sviluppo e d’importanti investimenti il cui fine, considerato quel che è oggi, appare disgraziatamente di un genere diverso dall’interesse per l’istituzione. Un gioco delle parti addirittura peggiore di altri”.

Il Segretario Nazionale UGL Scuola rileva in maniera decisa le incongruenze tra quanto prospettato e quanto in realtà si sta facendo. “Occorre dare atto, a chi scrive certi documenti, di avere la capacità di render bene l’idea di quel che dovrebbe essere. Il punto focale, invece, è dal dove e come partire per realizzare tali rivoluzionicopernicane nel segmento più importante per lo sviluppo futuro di un Paese”.

L’analisi di quel che è appare sotto gli occhi di tutti; delineare il come dovrebbe essere, paradossalmente, è ancora più semplice. “Il problema è spiegare come agire, con quale tempistica e in che modo continuare nel mentre si realizzano le cose, penso ad esempio alle carenze strutturali e agli adeguamenti richiamati ormai in ogni documento. Nel frattempo assistiamo ancora allo scempio di un settembre prossimo a venire senza certezze, di classi pollaio che rimangono tali, di precari sempre più precari e di una scuola d’estate che, come si sta costruendo, nessuno vuole. In tutto ciò – continua il Segretario Nazionale – non dimentichiamo come nessuna scuola sia stata formalmente ancora dotata di un minimo d’apparecchiatura per la corretta sanificazione degli ambienti. E stiamo qui a valutare i Piani di Ripresa senza nemmeno sapere nel mentre cosa fare! Noi UGL Scuola da sempre ci stiamo battendo affinché gli interventi siano concreti e abbiamo solide basi, i venditori di fumo e quelli di chimere adesso non possono più aver spazio e attendibilità. Ne va del futuro del Paese. Questo lo diciamo al Ministro e a tutte quelle forze che, senza pregiudizi, sono come noi pronte al confronto e a un contributo realistico e vero! Dopo ci sarà solo il tempo della mobilitazione”.

Federazione Nazionale UGL Scuola 

Titoli, servizio e una prova al pc: in cattedra con concorsi semplificati

da Il Sole 24 Ore

di Eugenio Bruno e Claudio Tucci

Anche la scuola si prepara a prendere l’onda semplificatrice che si abbatterà di qui a poco sulla pubblica amministrazione italiana. E i primi a beneficiarne saranno gli aspiranti docenti. Indipendentemente da come finirà l’ennesimo tempo supplementare sulla stabilizzazione dei precari è ormai chiaro che i concorsi a cattedra verranno semplificati. Molto probabilmente già nel breve periodo. La conferma è duplice e arriva non solo dal tavolo Istruzione-Mef-Palazzo Chigi in piedi da giorni per trovare una soluzione all’emergenza posti scoperti (con annesso boom di supplenze) che rischia di complicare ancora di più la partenza del prossimo anno scolastico. Ma anche dal cronoprogramma sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che il governo italiano ha inviato a Bruxelles e che dedica un ampio paragrafo alla riforma del reclutamento.

Le trattative sui precari

Partiamo dall’attualità, che vede il governo al lavoro su un maxi-piano di assunzioni di insegnanti per tentare di coprire quante più cattedre possibili delle 112mila oggi libere e disponibili. Dopo una serie di incontri con i tecnici di palazzo Chigi e dell’Economia, la soluzione che si sta mettendo a punto è piuttosto articolata. Con le procedure ordinarie, vale a dire attingendo dalle graduatorie a esaurimento (le cosiddette “Gae”) e da quelle di merito dei vecchi concorsi, si punta ad assumere almeno 20mila docenti. Altri 26-28mila ingressi dovrebbero riguardare i vincitori del concorso straordinario (riservato a precari con almeno 36 mesi di servizio), che il ministero dell’Istruzione conta di completare in estate. Si sta lavorando anche per assumere una quota di precari sul sostegno, che rappresenta l’urgenza nei posti scoperti e che sembrano più vicini alla stabilizzazione. A questo contingente il ministero dell’Istruzione punta ad aggiungerne un altro sui posti comuni. Quanto cospicuo lo si capirà al termine delle trattative con Mef e presidenza del Consiglio. Ma è difficile che si arrivi ai 60mila stabilizzandi proposti nelle settimane scorse. A prescindere dal numero finale di beneficiari è chiaro che a parte i titoli e gli anni di servizio (presumibilmente tre anche stavolta con il rischio di ripescare alcuni dei bocciati del concorso straordinario appena svoltosi) se ci sarà una prova sarà unica e al Pc seguita da un anno di insegnamento e colloquio finale.

I nuovi concorsi ordinari

Del resto uno schema simile il Pnrr lo delinea pure per i futuri concorsi ordinari. Nel paragrafo dedicato alla riforma del reclutamento infatti il governo dice chiaramente che i concorsi a cattedra verranno semplificati. Come? Facendo una prima scrematura sulla base di titoli culturali, servizio svolto e prova computer based e formando una graduatoria di vincitori a cui assegnare i posti scoperti. L’anno di insegnamento sarebbe di fatto un training on the job al termine del quale verrebbe svolto un test finale per la conferma in servizio sullo stesso posto assegnato, con l’obbligo di restarci tre anni.

Cronoprogramma alla mano, il rinnovamento scatterebbe per i concorsi banditi nel 2022. A meno che non si decidesse di accelerare e di applicare uno schema simile ai concorsi ordinari da 46mila cattedre che sono già stati banditi e hanno visto arrivare oltre 430mila domande. Chiaramente semplificandoli sulla base di una prova unica seguita da un periodo di prova, in linea con le nuove indicazioni dettate dal ministro della Pa, Renato Brunetta, e già sperimentate in altre amministrazioni. Se si decide di correre – è il ragionamento dei tecnici dell’esecutivo – forse si riesce ad avere una quota di vincitori già per settembre. Evitando o limitando al massimo l’impatto della stabilizzazione-sanatoria di cui sopra.

In 15 anni avremo 64mila prof in esubero

da Il Sole 24 Ore

di Eu.B. e Cl.T.

Mai come ora per guardare alla scuola italiana serve un paio di lenti bifocali. Se da vicino l’urgenza è quella di assumere altri 100mila docenti per provare a risolvere l’emergenza del momento tra cattedre scoperte e bisogni aggiuntivi legati al Covid, da lontano lo scenario che si presenta sotto ai nostri occhi è opposto: nei prossimi 15 anni ci saranno 64mila prof in soprannumero.

Da qui al 2036 infatti – è scritto nel Pnrr messo a punto dal governo – in classe avremo 1,1 milioni di studenti in meno. Le superiori, in 15 anni, perderanno poco più di 500mila alunni, circa 320mila ragazzi in meno li avremo alle medie -310mila alla primaria, -19.277 all’infanzia.Tutto ciò, sempre secondo il documento redatto dal governo, comporterà un minor fabbisogno di quasi 64mila insegnanti, di cui praticamente la metà alle superiori.

È l’effetto della denatalità su cui da un po’ di anni lancia allarmi, sostanzialmente inascoltati, l’Istat, e che, per quanto riguarda l’istruzione, porterà a una significativa contrazione di ragazzi.

Per dare un’idea dell’ordine di grandezza di cui stiamo parlando, tra i banchi (paritarie incluse) oggi siedono 8,3 milioni di alunni. Nelle sole scuole statali l’ultimo dato in possesso di viale Trastevere, aggiornato all’anno scolastico 2020/2021, parla di 7.507.484 studenti; l’anno prima, il 2019/2020, erano 7.599.259. Nel giro di 12 mesi, quindi, il calo di studenti è stato pari a 91.775 unità.

Nell’illustrare questi trend il Pnrr si pone anche il problema di come utilizzare i 64mila insegnanti in sovrappiù da qui al 2036. Ipotizzando due finalità. La prima, passa per aumentare il tempo pieno soprattutto al Sud. La seconda, è invece quella abbattere il numero di alunni per classe. Un’esigenza, quest’ultima, dettata ora anche dall’emergenza sanitaria e dal rispetto delle regole sul distanziamento. Ma che – visto il trend in forte calo degli alunni – sarà avvertita molto meno nei prossimi anni. Una circostanza che andrebbe forse tenuta a mente quando si programmano migliaia e migliaia di ingressi ordinari per esigenze straordinarie.

Maturità, verso conferma protocollo di sicurezza esami 2020

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Si è tenuto venerdì scorso l’incontro tra ministero dell’Istruzione e organizzazioni sindacali per condividere il protocollo d’intesa sulle linee operative per garantire il regolare svolgimento degli esami di Stato 2020/2021. All’incontro ha partecipato Alberto Villani, presidente Società italiana pediatria e responsabile di Pediatria generale e malattie infettive del Bambin Gesù di Roma, che ha sottolineato il prezioso lavoro svolto in questi lunghi mesi dal personale della scuola nella realizzazione delle condizioni di prevenzione e di sicurezza all’interno dei locali scolastici. Il tavolo è aggiornato al 21 maggio prossimo.

La Flc Cgil ha ribadito «la necessità di assicurare al personale scolastico coinvolto e agli studenti, che si accostano a questo importante momento della loro esperienza scolastica, le più adeguate condizioni di sicurezza. Rispetto all’anno 2020, lo svolgimento delle attività in presenza durante i mesi scorsi, la sperimentazione delle misure e dei presìdi di sicurezza, oltre alle alte percentuali di personale vaccinato, consentono alle scuole di affrontare questo appuntamento con maggiore consapevolezza».

Graziamaria Pistorino, segretaria nazionale della Flc Cgil ha dichiarato: «È indispensabile assicurare la massima attenzione alle condizioni generali, ma soprattutto alle particolari situazioni di fragilità di studenti e docenti, attraverso la possibilità di svolgere l’esame a distanza. Più in generale, in previsione dell’avvio delle attività connesse al piano scuola estate e della ripartenza di settembre, si ribadisce la necessità di effettuare un monitoraggio dettagliato delle diverse tipologie di contatto e di relazione nei vari contesti (scuola dell’infanzia e primaria, laboratori, attività con gli alunni diversamente abili…). Per le attività connesse al piano estate, non sempre corrispondenti alla consueta attività d’aula, è altresì necessario individuare specifici protocolli di sicurezza».

Piano Estate, in arrivo nelle scuole i 150 milioni del decreto Sostegni

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Venerdì scorso il ministero ha assegnato a tutte le scuole sul territorio nazionale i 150 milioni stanziati dal decreto sostegni che verranno impiegati per l’attuazione del Piano Estate. Le risorse, dopo il necessario concerto con il ministero dell’Economia e delle Finanze, sono ora disponibili e utilizzabili da parte degli istituti scolastici, con una media di 18mila euro per scuola.

A questo finanziamento si aggiungono le risorse (320 i milioni totali disponibili) dell’Avviso Pon pubblicato lo scorso 27 aprile e in scadenza il prossimo 21 maggio: le scuole stanno presentando in questi giorni le loro candidature.

Così come sarà possibile accedere ai fondi, 40 milioni in tutto, messi a disposizione con un Avviso pubblicato, sempre venerdì, nell’ambito delle attività di contrasto delle povertà educative.

Prosegue, poi, il lavoro di accompagnamento delle scuole nell’organizzazione delle attività del Piano Estate, che mette a disposizione un totale di 510 milioni. È stata inviata alle istituzioni scolastiche la nota ministeriale relativa al finanziamento di 150 milioni in via di erogazione, sostanzialmente una guida all’uso di queste risorse.

Nelle prossime settimane saranno organizzati ulteriori specifici incontri per illustrare alle scuole le diverse misure disponibili.

«Siamo al lavoro per costruire un ponte per il nuovo inizio. In queste settimane il mondo della scuola è impegnato per creare spazi e possibilità di potenziamento delle competenze e recupero della socialità di studentesse e studenti. Il ministero è al fianco del territorio e degli istituti per promuovere questo nuovo percorso e accompagnare le scuole nel disegnarlo», dichiara il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.

I 150 milioni del Dl Sostegni
Si tratta di fondi che sono distribuiti a tutte le istituzioni scolastiche sulla base del numero di alunni. La nota inviata oggi chiarisce come utilizzare le risorse, che vengono erogate per supportare le comunità scolastiche nella gestione della situazione emergenziale e nello sviluppo di attività pensate per potenziare l’offerta formativa extracurricolare, il potenziamento delle competenze di base, il consolidamento delle discipline, il recupero della socialità, della vita di gruppo delle studentesse e degli studenti anche nel periodo che intercorre tra la fine di questo anno scolastico e il prossimo. Sarà disponibile un help desk.

L’Avviso da 40 milioni per il contrasto delle povertà educative
Quaranta milioni di euro saranno assegnati, poi, sulla base di un Avviso pubblicato oggi sul sito del Ministero: le scuole dovranno manifestare il loro interesse a ricevere i fondi destinati a Istituti del primo e del secondo ciclo di istruzione e ai Centri provinciali per l’istruzione degli adulti (Cpia) che si trovano in contesti di maggior svantaggio o fragilità nelle competenze e dove si riscontrano più alti tassi di dispersione.

Le istituzioni scolastiche potranno candidarsi esclusivamente attraverso una piattaforma dedicata entro le ore 12 del 25 maggio 2021. I progetti dovranno avere come obiettivo il contrasto della povertà e dell’emergenza educativa, la prevenzione della dispersione scolastica, la riduzione dei divari per garantire pari opportunità.

L’Avviso, inoltre, specifica che le proposte progettuali potranno riguardare diversi ambiti di intervento, anche in relazione alle tre diverse fasi del Piano Estate: quella del potenziamento degli apprendimenti (a giugno), quella del recupero della socialità (luglio e agosto), quella dell’accoglienza (settembre, fino all’avvio delle lezioni).

Nella prima fase, infatti, si potranno programmare, ad esempio, corsi per il potenziamento delle competenze di base, professionali o tecniche, corsi e laboratori di lingua, iniziative per l’orientamento accademico o professionale. Nella seconda, invece, si potranno prevedere eventi dedicati all’arte, all’ambiente, alla sostenibilità, cineforum, concerti, rappresentazioni teatrali, attività sportive o gite e visite culturali. Nell’ultima, infine, il focus sarà dedicato alla ripartenza dell’anno scolastico, si potranno organizzare quindi giornate di accoglienza, workshop e laboratori di supporto psicologico, sportelli informativi.

Una Commissione dedicata valuterà rapidamente i progetti candidati sulla base di criteri specifici definiti nell’Avviso: il tasso di abbandono registrato nella scuola nel corso dell’anno scolastico, il livello di competenze di base, la difficoltà di accesso o di gestione della progettazione comunitaria, la situazione di svantaggio socio-economico-culturale, la collocazione della scuola in aree interne, il coinvolgimento, nell’ambito della realizzazione delle proposte progettuali, di enti del terzo settore o di imprese sociali.

Ogni scuola potrà ottenere un massimo di 40.000 euro, nel caso di istituzioni scolastiche con un numero pari o superiore a 600 alunni frequentanti, e di 30.000 euro con un numero di alunni frequentanti inferiore a 600.

In scadenza il bando da 320 milioni di fondi Pon
A completare lo stanziamento dedicato al Piano Estate 2021, i 320 milioni di fondi Pon, utilizzabili soprattutto nelle aree con maggiori disuguaglianze economiche e sociali. Il termine per la candidatura dei progetti è il prossimo 21 maggio.

Le risorse, di cui circa il 70% è destinato alle regioni del Sud, potranno essere spese sino al termine dell’anno scolastico 2021/2022, nella logica di un piano di trasformazione che partirà dall’estate e proseguirà durante il prossimo anno scolastico. Per guidare le scuole nell’organizzazione delle attività e per supportarle nella definizione dei progetti, l’Istruzione ha organizzato nei giorni scorsi tre webinar dedicati, il principale dei quali è stato messo a disposizione sul canale YouTube del Ministero.

Privacy, stop ai dati sui bimbi in quarantena

da Il Sole 24 Ore

di Pietro Alessio Palumbo

La scuola che dà seguito a una richiesta di informazioni sul numero dei casi di bambini in isolamento o quarantena per Covid-19 ne può violare gravemente la riservatezza. Con il provvedimento 157/2021 il Garante Privacy ha risposto in questi termini a una richiesta di parere su una istanza di accesso civico formulata ad alcune scuole da un comitato costituito da famiglie, professionisti della scuola e studenti attivi nella società civile, con l’obiettivo di rendere piena trasparenza sullo stato di diffusione del Covid-19 nelle scuole.

Niente da fare per l’Autorità: i bambini potrebbero essere identificabili anche solo indirettamente. E ciò è tanto più probabile con riguardo ai bambini iscritti negli istituti dei comuni molto piccoli, dove anche la comunicazione di dati in forma aggregata è inutile ai fini della tutela dalla identificabilità. Per il Garante, le informazioni riferite a persone fisiche, identificate o identificabili, che hanno contratto il virus Covid-19 rientrano nella definizione di dati sulla salute per i quali va in ogni caso escluso l’accesso civico.

Nel caso esaminato, poi, le informazioni richieste sono particolarmente delicate essendo riferite a minorenni. Un’eventuale ostensione di questi dati personali, unita al particolare regime di pubblicità dell’accesso civico, può essere fonte di rischi molto gravi per gli alunni interessati, determinando possibili ripercussioni negative sul piano personale, sociale e relazionale.

I dispersi della Dad. Quei 200 mila ragazzi in fuga dalla scuola

da la Repubblica

Ilaria Venturi e Corrado zunino

ROMA – “Non so dove siano finiti gli studenti, abbiamo scritto alle famiglie”. In mancanza di dati pubblici nazionali, il preside Guido Campanini, alla guida di un istituto tecnico di Parma, prova a illustrare che cosa sta facendo la pandemia alla sua scuola in Emilia. E all’intera scuola italiana.

I primi numeri per la comprensione di un fenomeno, la dispersione scolastica e il ritardo nell’apprendimento, che rischia di tagliare le gambe a tutto il Paese, vengono offerti dai privati caritatevoli. La Comunità di Sant’Egidio, dopo aver ascoltato 2.799 ragazzi delle sue “scuole di pace”, centri di recupero pomeridiani per studenti delle elementari e delle medie organizzati in ventitré città, ha certificato che a settembre 2020, ripartenza del secondo anno pandemico, il 4 per cento dei bambini-adolescenti non era tornato a scuola. Sono 160 mila alunni su 4 milioni. E il 20 per cento, qui arriviamo a 800 mila scolari in numero assoluto, aveva accumulato troppi giorni di assenza. Sessanta assenze è la soglia d’allarme, quegli ottocentomila erano, e sono, a rischio abbandono. Il lavoro ha preso in considerazione il primo periodo dell’anno scolastico in corso, settembre-dicembre. E un’indagine Ipsos per conto di Save the children aveva già evidenziato che, nel 28 per cento delle classi superiori, ogni studente aveva avvistato – da marzo 2020 a gennaio 2021 – l’addio di almeno un compagno. Qui, i ragazzi arresi, sono altri 34mila. La somma delle due indagini porta a contare 200 mila studenti usciti dal circuito scolastico dalla primaria alla media superiore.

La promozione dannosa

Sono molti, pericolosamente molti, i discenti che abbiamo perso per strada. E li abbiamo persi per diverse ragioni. C’è chi, poco stimolato nella normalità scolastica, ha vissuto l’esenzione 2020 dalla bocciatura come un salvacondotto per chiudere i libri: è stato travolto, soprattutto dalle materie tecniche. C’è chi aveva una cattiva connessione, chi doveva chiedere lo smartphone al papà: le famiglie basso-reddito, nel caso. Chi, semplicemente, si è smarrito nella solitudine e, la cosa peggiore che racconteranno i dirigenti scolastici, chi non ha retto lo stop and go, l’apri e chiudi della classe, l’assenza di continuità e certezze. L’aver contratto, in alcuni casi, il Covid. Tra tutti questi ci sono molti studenti “capaci e meritevoli”: sono precipitati nell’autostima e, a ricasco, sui voti.

L’Italia, dato fermo al 2019, viaggiava su una percentuale di abbandono scolastico del 13,5 per cento, in forte miglioramento nelle ultime stagioni, ma in ritardo sulla media europea (10 per cento). Il problema è che le 30-34 settimane di lockdown scolastico a variabilità regionale – ci sono primarie che in Campania hanno fatto 36 giorni di presenza in tutto – rischiano di rimandare indietro gli scolari e la scolarità italiana. Solo lungo il percorso degli ultimi cinque anni di superiori, d’altro canto, si sono persi in 160.000. Il tasso di dispersione, tenendo conto degli ultimi dati, arriva al 27 per cento. Si torna al livello di sette anni fa.

Denunciati 146 genitori

Città fragili come Gela, provincia di Caltanissetta, hanno soglie di dispersione del 40 per cento, un disastro: qui la pandemia ha inciso sulla sopravvivenza di alcune famiglie e la malavita è passata a reclutare i figli dei genitori senza speranza. A Vittoria, provincia di Ragusa, in due successivi controlli realizzati ad aprile i carabinieri del comando provinciale hanno denunciato 146 genitori che non mandavano i figli, iscritti in un istituto elementare, a scuola la mattina.

Maturità, in arrivo il protocollo: ecco le regole da rispettare per l’esame

da Corriere della sera

Valentina Santarpia

Consentire ai docenti che sono commissari agli esami di maturità di spostare la seconda dose del vaccino al termine delle operazioni di esami oppure attivare i collegamenti da remoto per quei docenti che si siano appena sottoposti al richiamo. È l’ipotesi di cui hanno discusso stamane sindacati e ministero dell’Istruzione, durante un incontro per stabilire il nuovo protocollo di sicurezza per gli esami di Stato. Le organizzazioni sindacali invieranno i propri contributi entro lunedì prossimo; nella successiva riunione, prevista per venerdì, si discuterà la proposta del ministero. Anche quest’anno, a causa delle difficoltà e delle intermittenze dell’anno scolastico, la maturità sarà «light»: un grande orale, con la commissione interna, senza scritti né prove Invalsi come requisito di ammissione. La prova orale si svolgerà in presenza (a meno che le condizioni epidemiologiche non lo consentano e con specifiche deroghe per casi particolari) davanti a una commissione composta da 6 membri interni e un Presidente esterno, in modo che gli studenti possano essere valutati dai docenti che conoscono il loro percorso di studio. Il documento, con quanto effettivamente svolto, sarà prodotto dai Consigli di classe entro il 30 maggio.

La sicurezza

Intanto però sono stati messi molti punti fermi ai criteri da adottare, che saranno per lo più sulla falsariga di quelli decisi lo scorso anno. Il protocollo adottato nel 2020, infatti, ha funzionato: il professor Villani, presidente della società di Pediatria ha illustrato gli esiti di uno studio su 1000 alunni e 100 docenti che mette in luce l’assoluta sicurezza delle scuole dove vengono rispettate le norme sul distanziamento. Se fosse confermata dunque la strada dello scorso anno, sarebbe previsto anche il prossimo giugno l’arrivo a scuola 15 minuti prima della convocazione e l’uscita subito dopo aver svolto gli esami.

Le mascherine

Va previsto solo l’uso di mascherine certificate e non di quelle di comunità (consentite nel protocollo siglato lo scorso anno); gli impianti di areazione e purificazione negli ambienti non sono ritenuti essenziali; per la sanificazione: basta l’ordinaria accurata pulizia.

I tamponi

Per quanto riguarda i tamponi rapidi o testi salivari, ad esempio nelle zone rosse e cluster, sono affidabili ma è sufficiente che chi ha sintomi mantenga la massima cautela isolandosi tempestivamente e che in assenza di sintomi siano rispettate le misure di prevenzione. Pertanto, secondo quanto sarebbe emerso, non appare necessario procedere a tamponi che oltretutto andrebbero anche ripetuti nelle varie fasi dell’esame. Se invece uno studente risulta positivo il giorno dell’esame può chiedere di svolgere l’esame in via telematica, eventualmente, chiedendone lo spostamento. L’eventuale assenza per malattia deve essere certificata.

Essere se stessi nell’adolescenza

Essere se stessi nell’adolescenza
L’educazione all’io

di Gino Lelli [1]

Abstract

The self in adolescence is the set of considerations that characterize a teenager and that affect his self-esteem. Recognizing and expressing sensations and emotions allows the teenager to fortify the self. Trusting oneself and one’s actions is very important especially in adolescence because other people tend to evaluate what is clearly manifested in terms of concepts and behaviors. The attachment style that characterizes every teenager falls on the internal operating models that affect the consideration of oneself, others and reality, thus influencing the relationship that is established with other people. These internal operating models in adolescence influence the choice of friendships and love preferences. When interacting, a teenager assumes, according to the Transactional Analysis, a certain State of the Ego. By ego state we mean a specific way of thinking, feeling and behaving.

Keyword

  • Adolescence
  • Self
  • Self esteem
  • Attachment
  • Ego states

Il concetto di sé nell’adolescenza

Il concetto di sé nell’adolescenza è quell’articolato insieme di considerazioni che un adolescente ritiene possano rispecchiare la propria realtà individuale e che impiega per delinearsi. Tale percezione può anche non esprimere esattamente la verità ma incide comunque sull’autostima. L’opinione del sé dipende anche dalle relazioni che vengono instaurate con le altre persone e con l’ambiente circostante e che, pertanto, non è statica ma oggetto di variazioni. Il concetto di sé deriva da vari elementi:

  • le relazioni personali e intime ed il riscontro da parte degli altri;
  • gli aspetti caratteriali e di personalità;
  • i risultati che si riesce ad ottenere in virtù degli obiettivi che vengono prefissati;
  • la capacità di saper cogliere le situazioni e i problemi e di adoperarsi per affrontarli al meglio.

L’immagine che un giovane crea di se stesso dipende molto dalle esperienze che ha vissuto e che sta vivendo, se positive favoriscono la buona considerazione di sé altrimenti determinano fenomeni di svalutazione e avvilimento. Per aumentare il senso di identità un adolescente dovrebbe cercare delle peculiarità positive che lo rendono unico e per questo apprezzabile mentre, per ridurre i momenti di sconforto legati a determinate vicende, il confronto con altre realtà difficili può dare quella sensazione di non esclusività della negatività e di poterle vedere diversamente così da affrontarle in maniera differente e più efficace. Riuscire a riconoscere ed esprimere le sensazioni e le emozioni consente di fortificare il sé. Il sé combinato con l’individualismo spesso può far pensare di essere la causa di situazioni che in realtà dipendono da altri fattori o di essere erroneamente nel giusto in termini di valutazioni, considerazioni, opinioni ed azioni. Il riscontro degli altri viene spesso falsato in virtù di queste considerazioni. Si aziona sovente anche il meccanismo di ricerca di ciò che può confermare le credenze e di non considerazione di ciò che può metterle in discussione. Il sé è ricco di elementi e si articola in un sé privato e in uno pubblico. Il primo è costituito da come gli adolescenti si vedono, il secondo, invece, dalle rappresentazioni che possiedono le altre persone. Il sé privato influenza il sé pubblico, per esempio un ragazzo disponibile, positivo, gentile è facile che venga dagli altri percepito come tale e questo elemento favorisce le relazioni. I due sé si influenzano a vicenda però rimangono distinti in quanto costituiti da elementi anche diversi. Anche le credenze che un giovane possiede incidono sulla valutazione altrui, sull’autovalutazione e sul comportamento. Ogni adolescente effettua continuamente valutazioni riguardanti se stesso e il contesto che lo circonda in virtù delle proprie credenze. L’autovalutazione può essere realistica, tendente al negativo o al positivo, se molto critica si rende necessario il cercare di giungere ad una accettabile considerazione si se stessi. Caratteristica umana è la propensione a convalidare le credenze anche se conducono per esempio ad autovalutazioni non positive, dunque, è presente la tendenza a trovare maggiormente le prove delle proprie considerazioni rispetto a quelle contrarie[2].

A livello relazionale la tendenza individuale è di preferire la frequentazione di persone che consentono la convalida delle considerazioni che si possiedono. La consapevolezza in particolar modo nell’adolescenza incide sull’autovalutazione e orienta il giovane nel cercare di piacere a se stesso e agli altri. Possedere una considerazione positiva di sé consente di poter avere fiducia nelle proprie capacità, di mettere in atto comportamenti e azioni con la percezione che possano andare a buon fine. Le autovalutazioni positive permettono di prendere decisioni, di fare scelte, di rivelare i desideri, di essere intraprendenti, di aumentare in generale le possibilità di successo. Le autovalutazioni dovrebbero essere il più possibile realistiche, dunque, senza eccessi svalutanti o sovrastimanti, ma con una  leggera propensione verso la sopravvalutazione, affinché l’adolescente possa riuscire meglio nelle varie circostanze anche grazie alla considerazione e fiducia che ha di se stessa. La necessità di avere più consapevolezza caratterizza ogni giovane e consente quei cambiamenti che possono aiutare a migliorare le proprie prestazioni. Può capitare che i ragazzi non desiderino mostrare agli altri i propri pensieri e assumono delle maschere sia in positivo che in negativo. Sarebbe auspicabile una coerenza tra il pensare e l’agire, nel momento in cui questa dovesse venire meno, un intervento per riequilibrare la situazione sarebbe auspicabile.

L’autostima nell’adolescente

Secondo R. W. Reasoner la formazione e lo sviluppo dell’autostima dipende dalla presenza dei seguenti elementi:

  • la percezione e la conoscenza di sé attraverso un’autodescrizione precisa e realistica in termini di caratteristiche fisiche, attributi, ruoli;
  • il sentimento di fiducia, certezza, protezione; sentirsi a proprio agio, ed essere in grado di affidarsi a persone e a situazioni;
  • il sentimento di appartenenza e accettazione, in particolare nelle relazioni considerate importanti; corrisponde al sentirsi accettati, apprezzati e rispettati dagli altri;
  • il senso di propositività e motivazione nella vita; consapevolezza della propria capacità di gestire ed incidere sugli eventi della propria esistenza; rafforzamento di sé attraverso la scelta di obiettivi realistici e raggiungibili; propensione ad assumersi responsabilità per le conseguenze delle proprie scelte[3].

Avere fiducia in se stessi e nelle proprie azioni è molto importante soprattutto nell’adolescenza perché le altre persone tendono a valutare ciò che viene palesemente manifestato in termini di concetti e comportamenti. L’autostima si può definire come il giudizio in termini di valore che una persona attribuisce a se stessa. L’autostima richiede il volersi bene, il considerarsi positivamente e l’aver fiducia in se stessi. Importante è anche il saper calibrare in maniera reale quanto le proprie azioni possono determinare e incidere nelle varie circostanze[4]. Alla base dell’autostima c’è la consapevolezza, la tolleranza e l’indulgenza che l’adolescente dovrebbe avere verso se stesso così da riuscire ad accettarsi per quello che è e anche a perdonarsi. Determinante è, inoltre, il riuscire a capire le necessità che si possiedono così da potersi attivare per realizzarle ed accrescere la propria autostima. L’accettazione implica la consapevolezza sia degli aspetti personali positivi, sia delle carenze e inadeguatezze che sono presenti, queste ultime non devono, dunque, essere negate bensì visualizzate al fine di una assunzione di responsabilità e di una possibile evoluzione migliorativa. Per un adolescente è importante capire la propria unicità e per questo deve distinguersi dagli altri, essere autonomo e saper anche vivere la separazione e la solitudine. Questo consente di sviluppare un’autostima che non è condizionata dagli altri bensì dall’accettarsi con anche le imperfezioni e dal volersi bene. L’accettarsi di un adolescente implica anche il sapersi perdonare che non significa non prendere in considerazione o giustificare gli errori ma pensare di poter andare avanti verso un differente futuro. Il dolore legato alla non accettazione di sé e/o degli sbagli commessi determina l’attivazione di meccanismi di reazione quali il colpevolizzare se stessi e che possono condurre:

  • a delusione, senso di inidoneità, inettitudine, inferiorità, depressione e rabbia rivolta verso sé;
  • all’attaccare gli altri con rancore e astio;
  • all’isolamento;
  • all’allontanamento[5].

Tali meccanismi di difesa che si innescano possono servire al principio per contenere e ridurre angoscia e sofferenza ma poi non devono prolungarsi fino a danneggiare l’identità e le relazioni sociali dell’adolescente.

E’ importante che l’adolescente riesca a riconoscere ed accettare anche gli aspetti sgraditi e rifiutati come facenti parte di un complesso che presenta comunque caratteristiche positive che prevalgono e consentono di aumentare l’autostima.

Il saper e sapersi perdonare sono, quindi, elementi determinanti, gli errori dovrebbero essere visti dal giovane da un punto di vista diverso rispetto a quello più comune e cioè come vicende possibili che consentono comunque di poter apprendere come ottimizzare la propria condizione anche in virtù di un riscontro degli altri migliore.

Nel caso in cui gli errori dovessero indurre l’adolescente a svalutarsi e a considerarsi inadeguato e incompetente si verificherebbe quella paura che inibirebbe le azioni volte a conseguire gli obiettivi prefissati e la risoluzioni di problemi.

I giovani con una buona autostima hanno consapevolezza dei meriti che possiedono e delle proprie possibilità che gli consentono di realizzare più facilmente desideri e bisogni.

Perdono, autostima e desiderio di realizzare gli obiettivi sono gli elementi che conducono un ragazzo a realizzarsi.

Una delle distinzioni principali che riguardano l’autostima è tra alta o bassa, stabile o instabile, globale o specifica.

La distinzione tra alta o bassa riguarda il rapporto tra le autovalutazioni e le aspirazioni di un adolescente che si concretizza nello stimare la discrepanza tra le autovalutazioni reali e quelle ambite. Se la differenza è notevole l’autostima non sarà alta poiché la persona non si percepisce come vorrebbe, al contrario se è poca l’autostima non sarà bassa.

In un giovane si possono distinguere almeno due scopi, il primo concerne il come la persona vorrebbe essere, il secondo il come dovrebbe essere. La risposta comportamentale al non essere soddisfatti del come si vorrebbe essere è il malcontento e la delusione, quella del come si dovrebbe essere è, invece, disapprovazione e senso di colpa. Incide, comunque, anche la percezione delle attese che le altre persone hanno nei propri confronti.

Avere aspettative molto maggiori di quelle reali, determinate da una percezione di sé molto diversa da quella concreta, può causare una bassa autostima con manifestazioni di ansia, paura, sensazione di incapacità, fallimento ed evitamento. Una bassa autostima determina sia difficoltà nel prendere decisioni, nel programmare, nell’agire, sia l’essere bloccati e il rimanere in disparte e vedere ciò che accade senza poter intervenire.

Il susseguirsi di insuccessi legati a tali manifestazioni instaura un circolo vizioso che incrementa sempre di più l’autovalutazione negativa e la bassa autostima nell’adolescente.

Un giovane con alta autostima invece è sicuro di sé, possiede una autovalutazione positiva, agisce per realizzare bisogni e desideri con la prospettiva di poterli soddisfare e concretizzare. I traguardi raggiunti aumentano l’autostima. Dinnanzi a risultati negativi non si perde d’animo, talvolta ne attribuisce la causa a elementi esterni o cause temporanee personali di poco valore. La consapevolezza che possiede del proprio valore gli attribuisce fiducia e forza, non concede troppo credito al giudizio degli altri in quanto elemento marginale per lei.

Un adolescente con alta autostima ha una leggera sopravvalutazione di sé che gli consente di essere ottimista e fiduciosa.

Mantenere una buona autostima non è sempre facile infatti per alcuni giovani il non riuscire a realizzare determinati desideri o obiettivi può condurre a meccanismi di autosvalutazione. Sono anche presenti adolescenti che per paura di perdere l’autostima preferiscono mantenerla ad un livello più basso così da poter avere meno sofferenza nel caso di passaggio da uno stato migliore ad uno peggiore e maggiori possibilità che rimanga dunque costante nel tempo.

L’autostima può essere stabile/regolare o instabile/incostante nel tempo, a seconda delle vicende presenti e passate. L’autostima incostante è dettata da avvenimenti che ne determinano una variazione in termini sia negativi quali un insuccesso che positivi come un traguardo raggiunto. L’autostima tende a mutare verso l’alto o il basso anche a seconda di quanto un giovane è soddisfatto o meno della propria realtà, in caso di autovalutazione positiva darà meno peso alle singole vicende negative, altrimenti, attribuirà loro grande importanza facendo così abbassare anche il giudizio su di sé.

L’autostima stabile, determinante per un adeguato benessere psicologico di un adolescente, a differenza di quella instabile, è contraddistinta da una autovalutazione positiva, da una limitata considerazione del parere degli altri, dal vedere la possibilità di raggiungere gli scopi personali e dal saper affrontare le difficoltà con la consapevolezza dei propri limiti e di poter anche compiere degli errori.

L’autostima può concernere la considerazione personale generale (globale) o quella legata ad un determinato contesto (specifica) che è, dunque, mirata ad esempio all’ambito scolastico o affettivo e così via. Occorre poi capire quanto ciascun ambito sia importante per il singolo adolescente, poiché soggettivo e a seconda del valore che viene attribuito ci sarà una corrispondente aspettativa che, a sua volta, inciderà sui comportamenti e, a seconda dei risultati ottenuti (positivi o negativi) sull’autovalutazione[6].

Lo stile di attaccamento dell’adolescente

Secondo J. Bowlby il bambino ha una predisposizione naturale ha instaurare fin dai primi anni di vita un attaccamento con le figure di riferimento che gli garantiscono sopravvivenza, protezione e supporto. Il venir meno della percezione di sicurezza nel fanciullo determinata dalla assenza di una persona adulta che possa sostenerlo, rassicurarlo e aiutarlo può portare a una autovalutazione di incapacità, inadeguatezza, fragilità e generare dispiacere, angoscia. Lo stile di attaccamento che caratterizza ogni adolescente ricade sui modelli operativi interni che incidono sulla considerazione di sé, degli altri e della realtà, influendo quindi sul rapporto che si instaura con le altre persone. Tali modelli operativi interni nell’adolescenza influenzano la scelta delle amicizie e delle preferenze amorose. Gli stili di attaccamento possibili sono:

  • sicuro;
  • insicuro ansioso-evitante;
  • insicuro ansioso ambivalente/resistente;
  • insicuro disorientato/disorganizzato.

Lo stile di attaccamento sicuro è caratterizzato da un bambino che ha consapevolezza di avere una madre pronta e disponibile nei suoi confronti, una base sicura di riferimento.

Lo stile di attaccamento ansioso-evitante è contraddistinto da un bambino che percepisce la madre non disponibile, che lo rifiuta, questo determina una chiusura egocentrica che lo spinge a pensare che solo non mostrando il bisogno che ha della madre può starle vicino.

Lo stile di attaccamento ansioso ambivalente/resistente è caratterizzato da un bambino che ritiene la madre in grado di dargli protezione anche se a volte non raggiungibile, tale situazione determina l’attribuzione a se stesso di fallimenti o successi a seconda del risultato dell’interazione. Tali madri sono imprevedibili o iperprotettive.

Lo stile di attaccamento disorientato/disorganizzato è contraddistinto da comportamenti del bambino contraddittori, la madre è timorosa, si sconforta, può avere traumi o lutti irrisolti. Tale situazione determina nel bambino la considerazione di una madre non affidabile anzi, pericolosa, questo determina reazioni di fuga, attacco, sopravvivenza, controllo, impassibilità[7].

Lo stile di attaccamento determina degli atteggiamenti che gli adolescenti metteranno in atto verso se stessi e gli altri.

Nel caso di stile di attaccamento sicuro il giovane possiede una buona autostima, un buon controllo sulle diverse situazioni, un atteggiamento tendenzialmente calmo, una visione positiva della vita.

Nel caso di stile di attaccamento ansioso-evitante, la percezione che possiede l’adolescente di sé non è positiva, le situazioni negative vengono viste come fallimenti personali, quelle positive come faticose e difficili da realizzare. Tende a strutturare una esistenza in solitudine poiché pensa di poter contare solo su se stesso.

Nel caso di stile di attaccamento ansioso ambivalente/resistente il giovane ha una percezione di sé che può essere anche positiva, cerca una dipendenza relazionale sia sua che del partner e nel contempo vuole essere libero, ha il timore di essere scoperto non amabile e di essere rifiutato.

Nel caso di stile di attaccamento disorientato/disorganizzato l’adolescente propende per la ricerca della perfezione che lo porta ad avere una eccessiva autostima e una elevata suscettibilità alle critiche, la perfezione la ricerca in ogni contesto e anche negli altri.

Ciascuna individuale necessità conduce sovente ad assumere delle maschere quindi a non essere veramente se stessi. Tali maschere si articolano in:

  • paranoide, caratterizzata da un dominio del manipolatore che si manifesta nel voler comandare, rimproverare, colpevolizzare, nella sua contro-dipendenza e nel comportamento complementare del salvatore;
  • di fuga, contraddistinta da evitamento dove è presente una fusionalità che viene elusa;
  • depressiva, caratterizzata da una passività che serve per relazionarsi in maniera dipendente dagli altri, negando se stessi e dalla vittimizzazione di tale situazione[8].

Gli Stati dell’Io nell’adolescenza

Le interazioni interpersonali sono costituite da transazioni che a loro volta sono formate da due componenti, gli stimoli e le risposte. Solitamente le transazioni fanno parte di una serie e possono essere dirette, vantaggiose, sane oppure confuse, ambigue, distruttive, malsane. Un adolescente quando interagisce assume, secondo l’Analisi Transazionale, un determinato Stato dell’Io. Per Stato dell’Io si intende una specifica modalità di pensare, sentire e comportarsi. Ogni Stato dell’Io ha origine in una specifica regione del cervello. E. Berne definisce uno Stato dell’Io come un insieme coerente di pensieri, sentimenti ed esperienze direttamente correlate a diversi modelli di comportamento. Gli Stati dell’Io, potenzialmente infiniti, sono stati sintetizzati da E. Berne in tre ampi insiemi chiaramente distinti e osservabili in ciascun individuo, che rispecchiano fenomeni ed esperienze realmente accadute: Genitore, Adulto e Bambino.

Il Genitore, è il modello e l’insieme di valori e norme imparati da bambini dai propri genitori, dagli insegnanti e dagli adulti significativi.

Il Bambino, è la parte spontanea, ingenua ed emotiva di ogni persona, capace di entusiasmarsi e meravigliarsi, ma anche di provare paura.

L’Adulto, è la parte razionale che media fra gli altri due stati, analizza e valuta la realtà.

L’Io rappresenta un’entità fenomenologica derivante dall’integrazione fra i tre Stati dell’Io.

Il Genitore (G)

Il Genitore è l’insieme di pensieri, sentimenti e comportamenti che si incorporano dall’esterno durante l’infanzia e l’adolescenza dalla relazione con le figure significative: genitori (o chi ne fa le veci), parenti, maestri, insegnanti, o da tutte quelle persone autorevoli che si incontrano negli corso degli anni. Un genitore si può accorgere che a volte assume un comportamento simile a quello dei propri genitori quando sta utilizzando in modo automatico il proprio Stato dell’Io G. Esternamente l’attivazione di questo Stato dell’Io si identifica spesso in comportamenti pregiudiziali, critici o protettivi; mentre dall’interno è vissuto come vecchi messaggi genitoriali che continuano ad influenzare il bambino interno. A livello funzionale un adolescente può presentare il Genitore Normativo o Critico (GN) quando si manifestano atteggiamenti di divieto e di comando, il sancire regole, dettare le leggi ed il Genitore Affettivo (GA), che invece si prende cura, mostra attenzione, premura, da sostegno ed è comprensivo.

L’Adulto (A)

L’Adulto è un insieme obiettivo di pensieri, sentimenti e comportamenti coerenti con la situazione che vive nel “qui ed ora” il giovane e indica la capacità di elaborare continuamente nuovi dati. La gestione della realtà attuale spinge l’adolescente a trovare in continuazione strategie efficaci senza che debba dover subire interferenze limitanti da Stati dell’Io arcaici o incorporati dall’esterno.

Il Bambino (B)

Il Bambino è l’insieme di pensieri, sentimenti e comportamenti che risalgono all’infanzia. Contiene le registrazioni delle prime esperienze di vita e delle “posizioni” che il bambino ha assunto verso se stesso e gli altri. A livello strutturale è uno Stato dell’Io arcaico e si manifesta negli adolescenti come vecchi comportamenti dell’infanzia: così come la persona reagiva da bambino.

Si parla di Bambino Adattato (BA) se si attiva un comportamento correlato all’influenza genitoriale e di Bambino Libero (BL) quando si esibiscono comportamenti autonomi, senza l’influsso genitoriale. Sia il BA che il BL possono essere positivi o negativi a seconda di come rispondono efficacemente ed adeguatamente alla situazione. La struttura del B è quella parte della personalità che fornisce le motivazioni principali dell’agire di un ragazzo.

Nel dettaglio si può evidenziare che:

  • il GA (positivo) si prende cura di un’altra persona con amore, quando quest’ultima ne ha bisogno e lo desidera;
  • il GA (negativo) è troppo permissivo, troppo affettivo, fa per gli altri cose che non erano richieste o di cui non avevano bisogno;
  • il GN (positivo) è forte e dogmatico e prende le difese dei diritti propri o degli altri senza umiliare nessuno;
  • il GN (negativo) cerca di togliere l’autostima ad un’altra persona;
  • l’A opera sulla base dei dati che raccoglie e che poi memorizza o utilizza per prendere decisioni secondo un programma probabilistico e logico;
  • il BA (positivo) ottiene ciò che desidera o, comunque, riesce ad evitare di provare dolore compiacendo i “grandi”;
  • il BA (negativo) si comporta in modo talvolta autodistruttivo, segue anche passivamente le regole, cerca di ottenere l’attenzione degli altri;
  • il BL (positivo) esprime direttamente quello che pensa, si diverte, vive in intimità con gli altri senza nuocere a nessuno;
  • il BL (negativo) fa del male agli altri o a se stesso nell’esprimersi e nel divertirsi[9].

Sono presenti casi di comportamenti che possono sembrare del BL negativo ma che in realtà sono del BA negativo (autodistruttivo). Nello Stato dell’Io Bambino, dunque, l’adolescente agisce come farebbe da fanciullo nell’infanzia. Non è una messa in scena, pensa, sente, vede, ascolta, reagisce come farebbe un bambino dai tre agli otto anni a seconda dei casi. Gli Stati dell’Io non sono dei ruoli ma stati dell’essere che vengono provati realmente. Quando il Bambino è affettuoso o scontroso, impulsivo, spontaneo o giocoso, viene detto Bambino Naturale. Quando è pensoso, creativo, ingegnoso è detto il Piccolo Professore. Se ha paura, si sente in colpa o si vergogna è detto Bambino Adattato. Il Bambino prova tutte le emozioni: paura, amore, rabbia, gioia, tristezza, vergogna e così via. Talvolta lo Stato dell’Io Bambino è considerato la fonte di tutti i problemi di un adolescente, proprio perché è egocentrico, emotivo, potente, e fa resistenza nei confronti delle repressioni cui è soggetto crescendo. L’Analisi Transazionale (AT) considera il Bambino come fonte di creatività, ricreazione e procreazione; la fonte di rinnovamento della vita. Nei bambini si può osservare il Bambino per lunghi periodi di tempo; ma anche negli adulti, nelle situazione in cui è loro permesso di lasciar emergere il Bambino, come per esempio in una festa o in una partita. Il Bambino può affiorare, per brevi periodi, anche in altre situazioni dove può essere del tutto indesiderato, come durante importanti riunioni d’affari, o discussioni serissime, o a scuola. Nella sua forma meno auspicabile, può dominare completamente la vita, come nel caso di un ragazzo con gravi disturbi emotivi, il cui Bambino confuso, depresso, folle o vizioso la porterà alle soglie dell’autodistruzione, con un comportamento che sfugge al suo controllo. Inoltre, il Bambino può emergere per lunghi periodi, sotto forma di depressione o dolore, come nel caso di chi ha subito una grave perdita. Nello Stato dell’Io Genitore l’adolescente è volto a raccogliere codici pre-registrati, pre-giudicati, preconcetti che indirizzano la vita. Nello stato dell’Io Genitore, il giovane pensa, sente e si comporta come uno dei suoi genitori o chi ne ha fatto le veci. Il Genitore decide, senza ragionare, come reagire alle situazioni, cosa è bene e cosa non lo è, come si dovrebbe vivere. Il Genitore giudica a favore o contro, e può rappresentare un controllo o un sostegno. Quando il Genitore ha un atteggiamento critico è detto Genitore Normativo; quando offre appoggio viene detto Genitore Affettivo. Nello Stato dell’Io Adulto, dunque, l’adolescente è come un calcolatore, opera sulla base dei dati che raccoglie e che poi memorizza o utilizza per prendere decisioni secondo un programma logico. Nello stato dell’Io Adulto la persona usa il pensiero logico per risolvere i problemi, assicurandosi che il processo non venga contaminato dalle emozioni del Bambino o del Genitore. Per poter essere logici e razionali occorre saper tenere distinte le emozioni anche se non è sempre così facile farlo; talvolta, poi, non è la scelta migliore.

Ogni adolescente possiede ed utilizza tutti e tre gli Stati dell’Io, sebbene possa essere presente anche la tendenza ad utilizzare in modo privilegiato uno dei tre. Si può identificare una patologia quando si attivano meccanismi:

  • di esclusione di uno o due dei tre Stati dell’Io (una persona si avvale solo di uno o due Stati dell’Io);
  • di contaminazione degli Stati dell’Io (la persona utilizza informazioni non corrette come dati di realtà, ovvero il suo A (Adulto) non costruisce criticamente la realtà attuale ma prende per buoni dati provenienti dal G (Genitore) o dal B (Bambino).

Uno degli Stati dell’Io può quindi dominare nel giovane, con esclusione degli altri due. Ad esempio il Genitore Affettivo o Normativo può escludere gli altri Stati dell’Io e l’adolescente non riesce ad usare il Bambino o l’Adulto con grave svantaggio in quanto per poter essere pienamente funzionante, i suoi Stati dell’Io devono essere tutti disponibili quando necessario. Il Genitore utilizza vecchie “registrazioni” per risolvere i problemi ed è quindi in generale indietro di vari anni rispetto ai tempi; è comunque utile quando l’Adulto non ha informazioni a disposizione o non ha il tempo per pensare. D’altra parte, il Bambino con la sua intuizione potrà trovare soluzioni innovative, che potrebbero però non essere altrettanto affidabili delle decisioni prese dall’Adulto che esamina i dati.

Conclusioni

Conoscenza di sé, sentimento di fiducia, appartenenza e autostima sono elementi molto importanti nella delicata fase evolutiva dell’adolescenza.

Un Io poco strutturato, vincolato e limitato da valutazioni esterne, può determinare negli adolescenti il timore delle aspettative degli altri o la necessità morbosa di appartenere a un’altra persona determina dalla paura della solitudine. Taluni giovani percepiscono il loro valore solo se hanno il riconoscimento continuo altrui, causa il timore di essere svalutati o non considerati. Sono inoltre presenti adolescenti che hanno la necessità di riuscire sempre a controllare ciò che accade per paura di essere imbrogliati, manovrati, approfittati. La teoria della personalità di E. Berne si focalizza proprio su comportamenti, rapporti umani e comunicazioni, nonché su un approccio basato sulla convinzione che i disturbi derivano da una disarmonia fra i vari Stati dell’Io. Il modello funzionale positivo è quello in cui i tre Stati dell’Io (Genitore, Adulto, Bambino), che per E. Berne sono fenomeni reali, dialogano fra loro a livello inconsapevole e sono in continua evoluzione. La presenza dei tre Stati dell’Io conduce al completamento inteso come equilibrio personale. Nello specifico, generalmente, gli adolescenti hanno la capacità di “stare al mondo come genitori o adulti o bambini”. L’educazione all’Io, affinché possa essere strutturato, può avvenire anche tramite uno strumento chiamato “egogramma” che aiuta a rivelare la forza dei diversi Stati dell’Io di un adolescente in un determinato momento. Tale strumento consente di conoscere e monitorare gli Stati dell’Io posseduti nelle diverse circostanze, che determinano reazioni e comportamenti, nonché le evoluzioni nel corso del tempo. Il benessere psicosociale di un adolescente dipende dalla consapevolezza propria e della realtà e dall’autostima globale intesa come quella autovalutazione generale, che deriva dalla totalità degli ambiti e delle circostanze.

Bibliografia

Giannelli M. T., “Comunicare in modo etico” Raffaello Cortina, Milano, 2012.

Holmes J., “La teoria dell’attaccamento”, Raffaello Cortina, Milano, 2017.

Lowen A., “Il linguaggio del corpo”, Feltrinelli, Milano 2013.

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Pacori M., “I segreti del linguaggio del corpo”,  Pickwick, Casale Monferrato, 2019.

Reasoner R. W., “Building Self-Esteem: A comprehensive Program”, Consulting Psychologists Press, Palo Alto California, 1982.

Stewart I., Joines V., “L’analisi transazionale. Guida alla psicologia dei rapporti umani”, Garzanti, Milano, 2000.


[1] Gino Lelli, Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi “Carlo Bo” di Urbino

[2] Giannelli M. T., “Comunicare in modo etico” Raffaello Cortina, Milano, 2012

[3] Reasoner R. W., “Building Self-Esteem: A comprehensive Program”, Consulting Psychologists Press, Palo Alto California, 1982

[4] Miceli M., “L’autostima”, Il Mulino, Milano, 2002

[5] Lowen A., “Il linguaggio del corpo”, Feltrinelli, Milano 2013

[6] Reasoner R. W., “Building Self-Esteem: A comprehensive Program”, Consulting Psychologists Press, Palo Alto California, 1982

[7] Holmes J., “La teoria dell’attaccamento”, Raffaello Cortina, Milano, 2017

[8] Pacori M., “I segreti del linguaggio del corpo”,  Pickwick, Casale Monfettaro, 2019

[9] Stewart I., Joines V., “L’ analisi transazionale. Guida alla psicologia dei rapporti umani”, Garzanti, Milano, 2000

Nota 17 maggio 2021, AOODGOSV 11823

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione

Direttori generali e dirigenti preposti agli Uffici scolastici regionali LORO SEDI
Dirigenti scolastici degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado statali LORO SEDI
Coordinatori delle attività educative e didattiche degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado paritari LORO SEDI

OGGETTO: Esami di Stato conclusivi del secondo ciclo di istruzione per l’anno scolastico 2020/2021. Elenco argomenti oggetto dell’elaborato – esclusione dalla pubblicazione.

Settimana dell’Amministrazione Aperta 2021

Il Ministero dell’Istruzione partecipa anche quest’anno alla Settimana dell’Amministrazione Aperta (#SAA2021) che si terrà in coincidenza con l’evento internazionale “OpenGov Week”, dal 17 al 21 maggio 2021.

L’iniziativa – promossa dalDipartimento della Funzione pubblica e giunta alla quinta edizione – invita le amministrazioni pubbliche e la società civile a presentare in questi giorni iniziative sui temi della trasparenza, degli open data, della partecipazione, dell’accountability, della cittadinanza digitale e delle competenze digitali, con il fine di favorire l’esercizio dei diritti di cittadinanza e accrescere la fiducia dei cittadini nelle Istituzioni.

Il Ministero dell’Istruzione presenta:

20 maggio 2021, dalle ore 14.30: il Seminario online di presentazione del libro “Fare Laboratorio. Guida alla Didattica Esperienziale”
Il Seminario è organizzato nell’ambito delle azioni messe in atto dalla Direzione Generale per gli ordinamenti scolastici a sostegno dell’acquisizione delle competenze relative al metodo sperimentale nell’insegnamento della Fisica e delle Scienze previste nelle Indicazioni Nazionali e nelle Linee Guida, è rivolto ai docenti di Matematica e Fisica, Fisica e Scienze di tutti gli indirizzi di studio. Il Seminario è organizzato nell’ambito del progetto Nazionale LSOSAlab (http://ls-osa.uniroma3.it).

Il volume, in edizione semi digitale, raccoglie e descrive in schede informative 234 esperimenti validati e depositati su piattaforma digitalecon indicazioni metodologiche d’uso, la cui pubblicazione è stata curata dall’Accademia delle Scienze di Torino, con il contributo scientifico del Dipartimento di Scienze dell’Università “Roma Tre” e della Direzione Generale.

Segui l’evento sul canale: https://youtu.be/sfJ_naD3ZLg?

21 maggio 2021, ore 09.00-18.00, il Convegno internazionale “Diversità culturale e biodiversità: la questione del cibo”

Celebrazione delle Giornate Internazionali della Diversità Culturale UNESCO e della Biodiversità ONU – Convegno internazionale Diversità culturale e biodiversità: la questione del cibo. L’evento è promosso dal Ministero dell’Istruzione – Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione, dall’Università degli Studi “Roma Tre” e dall’Università degli Studi “Tor Vergata”, con la collaborazione di: Commissione Nazionale Italiana UNESCO, FAO, Rai Cultura, Rai Scuola. Temi: Agenda 2030, Transizione ecologica, Transizione digitale, Educazione permanente, Internazionalizzazione, Partecipazione, Accountability, Cittadinanza digitale. Iscrizioni ancora aperte.

Segui l’evento sul canale: https://www.youtube.com/InSchibbolethTV

Nota 4 maggio 2021, AOODGOSV 10630
Celebrazione delle Giornate Internazionali della Diversità Culturale UNESCO e della Biodiversità ONU – Convegno internazionale Diversità culturale e biodiversità: la questione del cibo. 21 maggio 2021 ore 9.00-18.00 Piattaforma Zoom