CONTRO L’ANTICIPAZIONE DEGLI SCRUTINI

CONTRO L’ANTICIPAZIONE DEGLI SCRUTINI

Con una laconica ordinanza di appena cinque righe datata 17 maggio il Ministro Bianchi autorizza le SCUOLE SUPERIORI DI PRIMO E SECONDO GRADO ad anticipare gli scrutini finali.
Dopo l’ondata di proteste contro l’idea di posticipare la fine dell’anno scolastico al 30 giugno, il Ministro fa inversione a U e in modo del tutto incongruente decide addirittura per l’anticipo. In un anno caratterizzato da frequenza a singhiozzo, uso dilagante della DAD, slalom fra quarantene e
difficoltà di vario tipo, l’anno scolastico dunque verrebbe accorciato.
Si potrnno cominciare gli scrutini il 1° giugno e terminare tutte le operazioni il 10, cioè nella data prevista per la fine delle lezioni.In barba alle disposizioni tuttora vigenti e non disapplicate (DLgs n° 297/1994, art. 192 comma 7; DPR n° 122/2009 art. 4, comma 5; 2, comma 6; 7, comma 2; Legge n° 169/2008 art. 2, comma 1) che prevedono di effettuare gli scrutini solo al termine programmato delle lezioni, si manipola la normativa con una presunta “furbata”, autorizzando cioè in deroga le scuole ad anticipare. Le scuole però non hanno chiesto di derogare, ma il ministero le autorizza, scaricando di fatto la responsabilità sulle istituzioni scolastiche.
L’anticipo degli scrutini va respinto perchè agli studenti non può essere sottratto altro tempo scuola in un anno così difficile,perché è legittimo che tutto il tempo disponibile e programmato venga
utilizzato per completare il percorso, compensare lacune, evitare risultati finali negativi.
Stiano in guardia i Dirigenti, sempre solerti nell’assecondare gli input ministeriali, ad evitare i contenziosi che legittimamente potrebbero essere attivati dalle famiglie di studenti che, anche per mancanza di tempi di recupero, potrebbero andare incontro a bocciature o sospensioni di giudizio
rimandato a settembre, perché le “motivazioni” sono inaccettabili.
Il problema vero, per il Ministero, infatti è la scadenza dei contratti Covid stipulati a molti supplenti fino al termine del 10 giugno. Non è inconsueto che dei contratti siano fatti fino al termine delle lezioni; normalmente, secondo quanto prevedono norme precise, fra cui anche l’articolo 37 del CCNL, in tal caso i contratti vengono prorogati o riaccesi per le giornate di scrutinio e di esame. Ma per i supplenti Covid ci sono problemi, dovuti solo alla incapacità/volontà di Governo e Ministero, che non hanno saputo/voluto fare i conti e prevedere la spesa necessaria per gestire i contratti. Per questo motivo i supplenti Covid hanno già dovuto aspettare tre mesi prima di percepire il primo stipendio (perché addirittura non era stato contemplato il pagamento dei contributi e la spesa da
affrontare era superiore alla previsione e allo stanziamento). Non è stata volutamente contemplata la prosecuzione, quindi non c’è garanzia di pagamento oltre il 10 giugno. Da qui la demenziale trovata dell’anticipo.Vogliamo ricordare che i supplenti Covid, che sono supplenti temporanei come
tutti gli altri, hanno dovuto subire anche l’imposizione delle ferie, obbligatoriamente attribuite ai docenti nei periodi di interruzione delle lezioni (natale, pasqua e feste comandate), e che il personale ATA, soprattutto collaboratori in questa ultima fase, ha subito la stessa sorte in particolare nel mese di maggio, con la creazione di disservizio proprio nel momento di maggior frequenza dell’anno, perché le ferie devono essere consumate prima del fatidico 10 giugno, scadenza del contratto, e non possono essere monetizzate dal momento che non sono stati previsti soldi per far fronte alla retribuzione delle ferie.
Una vicenda in cui si mescolano incapacità, arroganza e volontà di sfruttamento. Una vicenda tanto più insopportabile a fronte del fiume di danaro riversato sul piano scuola estate. Ancora una volta ripetiamo che le scuole devono essere messe in condizione di funzionare, con adeguate risorse di organici e spazi, da settembre a giugno, con piena tutela del diritto allo studio e dei contratti di lavoro.
Ricordiamo che ogni anticipo di scrutini deve passare dal Collegio dei docenti, in quanto implica la revisione del piano annuale delle attività (art. 28 comma 4 del CCNL/2007).
In sede di Collegio opponiamoci esponendo le evidenti motivazioni didattiche che rendono necessario respingere l’anticipo (quelle sindacali le abbiamo già esposte):
– perché il diritto allo studio, nel quale la valutazione è un aspetto fondamentale, non può ulteriormente essere compresso da un immotivato anticipo di tempi;
– per consentire il pieno utilizzo dei tempi di recupero delle fragilità, in particolare di quelle determinatesi anche a causa dell’emergenza covid e delle sue ricadute sulla didattica;
– perché il tardivo arrivo della circolare e delle conseguenti azioni di delibera interviene su una programmazione dei tempi dell’azione educativa e valutativa che non è ragionevolmente e deontologicamente modificabile.
Da respingere anche, sempre in sede di Collegio, l’eventuale proposta di pre-scrutini. Ricordiamo infatti che i pre-scrutini si configurano come normali Consigli di classe che devono essere previsti nel piano annuale delle attività deliberato dal Collegio. Tra l’altro i pre-scrutini non richiedono il collegio perfetto, quindi potrebbero legittimamente mancare colleghi che in questa fase hanno esaurito le ore e in ogni caso non rappresentano una sede in cui possono essere assunte decisioni valutative formali. Quindi, oltre che sindacalmente inaccettabili perché funzionali all’operazione anticipo, i pre-scrutini sono anche perfettamente inutili, anch’essi da respingere in quanto indebite anticipazioni di un’operazione formale che è unica e definita nella sua prerogativa decisionale, oltre a rappresentare un sovraccarico di lavoro inaccettabile per la duplicazione di tempi destinati ai consigli di classe nella fase finale dell’anno.


L’ESECUTIVO NAZIONALE DELL’UNICOBAS

S.d’Errico

Apprendimento e narrazione in Bruner

Il processo di apprendimento e il tema della narrazione in Jerome S. Bruner

di Pietro Boccia

Negli anni Sessanta del Novecento si sente il bisogno, negli Stati Uniti, di superare la concezione della pedagogia attivistica.
Jerome S. BRUNER assume il compito di offrire, superando l’educazione sociale, alle nuove generazioni una formazione, basata sul potenziamento dell’intelligenza e sull’arricchimento della conoscenza.

Egli ha, tra l’altro, scritto:

  • Il pensiero, strategie e categorie (1956).
  • Dopo Dewey. Il processo di apprendimento nelle due culture (1961).
  • Il conoscere. Saggi per la mano sinistra (1962).
  • Verso una teoria dell’istruzione (1966).
  • Studi sullo sviluppo cognitivo (1966).
  • Il significato dell’educazione (1971).
  • La ricerca del significato (1990).
  • Il linguaggio del bambino (1991).
  • La mente a più dimensioni (1993).
  • La cultura dell’educazione (2000).
  • La fabbrica delle storie (2002).

Per Jerome S. BRUNER è necessario superare l’attivismo pedagogico; non è, infatti, per lo studioso americano, più sufficiente porre l’insegnamento sull’esperienza delle cose che si manifestano e sul processo di socializzazione, ma è di vitale importanza che ognuno diventi costruttore della propria conoscenza (costruttivismo) e che il programma di ogni disciplina sia finalizzato a comprenderne, in modo approfondito, i principi costitutivi della struttura .

Nel libro Verso una teoria dell’istruzione, Bruner chiarisce che mentre la teoria dell’istruzione è prescrittiva quella dell’apprendimento è una teoria descrittiva. La prima (teoria dell’istruzione) presenta quattro carattaristiche, ovvero:

  • la predisposizione dell’apprendimento per scoperta in tre fasi (attivazione, mantenimento, direzione);
  • la struttura ottimale per una pronta comprensione (economia della struttura, produttività della struttura, potenza della struttura). Una “struttura ottimale” si riferisce ad un insieme di proposizioni da cui può essere generato un piú vasto insieme di cognizioni. La formulazione di tale struttura dipende dallo stato di progresso di un particolare campo della conoscenza;
  • la sequenza (indicazione della progressione ottimale, con cui va presentato il materiale che deve essere appreso);
  • la conseguenza (specificazione della natura e del ritmo delle ricompense e delle punizioni nel processo dell’apprendimento e dell’insegnamento).

“La struttura di ogni campo del sapere – ha scritto BRUNER in Verso una teoria dell’istruzione – può essere caratterizzata secondo tre criteri, ciascuno dei quali influisce sulla capacità da parte del discente di dominare un determinato campo: il modo in cui viene rappresentata, la sua economia e la sua effettiva efficacia. Modo, economia ed efficacia variano riguardo alle diverse età, al differente ‘stile’ dei discenti e alle diverse materie.

Ogni campo del conoscere, vale a dire ogni problema all’interno di tale campo, può essere rappresentato in tre modi:

  • mediante un insieme di azioni atte al raggiungimento di un certo risultato (rappresentazione attiva);
  • attraverso un insieme di immagini riassuntive o di grafici che rappresentano un concetto senza definirlo completamente (rappresentazione iconica);
  • tramite un insieme di proposizioni simboliche o logiche derivate da un sistema simbolico, governato da regole o leggi per la formazione o la trasformazione di proposizioni (rappresentazione simbolica)”.

Ogni rappresentazione non è, per BRUNER, una semplice conservazione degli eventi memorizzati, ma concernente i processi di codificazione delle informazioni e delle regolarità dell’esperienza con cui esse si conservano in memoria e possono essere facilmente recuperate.

Le forme di rappresentazione sono tre:

  • la prima si basa sull’azione;
  • la seconda sull’immagine;
  • la terza sul linguaggio.

Il curricolo didattico deve essere a spirale e avvalersi, utilizzando di volta in volta quella più adeguata a comunicare le conoscenze al soggetto che viene educato, di diverse forme di rappresentazione. Dalla nascita all’adolescenza, l’essere umano, infatti, attraversa tre forme di rappresentazione, che si diversificano per il mezzo con cui vengono costruite. La scuola deve favorire, senza privilegiarne alcuna, simultaneamente tutte e tre i tipi (attiva, iconica e simbolica) di rappresentazione. Le categorie mentali, che, per BRUNER, costituiscono le strutture della mente umana, devono riprodurre le strategie cognitive con cui un soggetto possa comprendere il mondo reale. Questo può essere conosciuto con gli strumenti di una mente, che è plasmata dal contesto culturale. L’influenza culturale si concretizza grazie alle relazioni sociali che il bambino stabilisce precocemente con chi si prende cura di lui e in cui il ruolo dell’adulto viene caratterizzato come scaffolding.

Questo si realizza attraverso:

  • il modelling – modellamento (l’insegnante o l’adulto svolge il compito mentre l’allievo osserva);
  • il coaching – allenamento (l’allievo viene sostenuto e aiutato dall’insegnante o dall’adulto;
  • lo scaffolding – assistenza (l’allievo prova a eseguire il compito guidato dall’insegnante o dall’adulto);
  • il fading – allontanamento (l’insegnante o l’adulto limita il sostegno e fornisce soltanto suggerimenti).

L’educazione non può, dunque, trasmettere a chi deve apprendere la conoscenza ma facilitare, attraverso i processi di comprensione della realtà, la costruzione, concepita come attitudine a organizzare in forma narrativa l’esperienza. Questa deve essere colta attraverso tutti quei fattori stimolanti, che, espandendosi in rapporto ai bisogni del momento e alle conoscenze pregresse, producono cultura con significati emotivamente connotati.

Il libro di BRUNER, che, negli anni Sessanta, ha influenzato l’opinione pubblica americana e soprattutto gli operatori scolastici, è The Process of Education (Il processo educativo dopo Dewey).

In tale testo sono presenti quattro aspetti di importanza fondamentale, vale a dire:

  • la struttura delle discipline;
  • il curriculum a spirale;
  • il confronto tra pensiero analitico e intuitivo;
  • la valutazione dell’allievo.

La concezione, che in The Process of Education, si ha del bambino, come risolutore di problemi, pur andando contro la cultura dominante, ha molto successo. Il bambino è un soggetto sociale; egli è competente non solo a relazionarsi con gli altri ma anche a elaborare le proprie esperienze e a costruire, impiegando la “narrazione” e il contesto culturale, l’apprendimento. In seguito, BRUNER accentua l’interesse per il pensiero narrativo, interpretato come opportunità per organizzare l’esperienza in maniera diversa rispetto all’atteggiamento del pensiero scientifico e logico-matematico. Il pensiero narrativo non si oppone a quello scientifico, perché, narrando e raccontando, è, infatti, possibile dare uniformità, senso e significato all’esperienza.
Nel libro Acts of Meaning (La ricerca del significato), egli ha, nel 1990, affermato che “la rivoluzione cognitiva, com’era stata originariamente concepita, comportava la possibilità che la psicologia cooperasse con l’antropologia, la linguistica, la filosofia e la storia, e anche con le discipline giuridiche”. La prospettiva psicologica e culturale nell’educazione diventa, per BRUNER, centrale nel libro The Culture of Education (La cultura dell’educazione). La tesi del libro “è che la cultura plasma la mente, ci fornisce l’insieme degli attrezzi mediante i quali costruiamo non solo il nostro mondo, ma la nostra concezione di noi stessi e delle nostre capacità”. Tale tendenza suppone che l’attività della mente umana sia sempre dinamica e mai statica. Un soggetto non percepisce, quindi, la realtà in maniera oggettiva, ma secondo come le sue strutture mentali, in continua trasformazione, la colgono. Ciò che, invece, esce dalla visione, di cui il soggetto fa esperienza, non ha valore cognitivo e non produce apprendimento.

Nell’età infantile e nella scuola dell’infanzia, la valorizzazione della vita di relazione e la valorizzazione del gioco sono dimensioni di fondamentale importanza. Il gioco simbolico e cognitivo è uno strumento per il concreto e integrale sviluppo del bambino, con il quale egli riesce a esprimere creatività e ad acquisire le prime regole sociali e morali. Ogni bambino, attraverso il rapporto con gli altri, regola le sue emozioni e mostra, mediante il dialogo continuo e la mediazione didattica, bisogni, desideri e sentimenti. È da considerare, poi, che tra le strategie di insegnamento/apprendimento, sia utilizzata nella scuola dell’infanzia la tecnica della narrazione. Soprattutto nell’Infanzia, l’impiego delle fiabe si qualifica per il suo essere un vero e proprio ambiente di apprendimento, capace di favorire molte abilità. Secondo lo psicologo e pedagogista statunitense BRUNER ascoltare le fiabe permette lo sviluppo del pensiero narrativo, vale a dire della capacità cognitiva con cui ognuno struttura la propria esistenza, organizza la propria esperienza e costruisce i significati condivisi. La narrazione di una fiaba non è per BRUNER solo un dilettevole svago, collegato al periodo dell’infanzia, ma è anche processo mentale fondamentale per un soggetto, perché è un mezzo di trasmissione di valori e di ideali. Di solito si tende a pensare la fiaba e la favola come se fossero la stessa cosa. Si tratta, all’opposto, di generi ben diversi, perché l’una (la favola) è un testo molto corto, avente come protagonisti, in genere, animali dal comportamento antropomorfizzato o esseri inanimati; la trama è, anzi, condensata in avvenimenti semplici e veloci con intenti allegorici e morali molto chiari. La discriminante maggiore fra la favola e la fiaba è la presenza dell’elemento fantastico e magico; tale elemento è presente nella fiaba e spesso assente nella favola. La fiaba è una narrazione, contrassegnata da racconti centrati intorno ad avvenimenti e personaggi fantastici (fate, orchi, giganti e così via), che vengono coinvolti in storie di solito con un intento anche implicitamente formativo o di crescita morale. Nella favola, invece, l’intento allegorico e morale è esplicito. Per BRUNER, infatti, il genere narrativo si caratterizza per la sua capacità di coinvolgere fortemente la dimensione affettiva, motivazionale ed emotiva dell’ascoltatore. In tal modo ognuno riesce a costruire le mappe emotive e cognitive, funzionali a una crescita consapevole e responsabile. Le narrazioni introducono i bambini nel mondo reale, poiché l’uomo ha una naturale predisposizione a strutturare le esperienze di vita secondo i criteri della narrazione e le sue caratteristiche spazio-temporali.

L’insegnante, a tal proposito, “accompagna narrativamente” i bambini nell’acquisizione dei saperi, e nell’esperienza educativa; egli è attento nel cercare di tradurre la vicenda scolastica in una crescita cognitiva, emotiva e relazionale, condivisa con i compagni.
La narrazione, di conseguenza, oltre a incoraggiare lo sviluppo delle funzioni linguistico- cognitive, rende comprensibile anche il fatto che i racconti possono aiutare i bambini a riconoscere e a imporre un nome alle emozioni vissute, a costruire un vocabolario per parlare dei sentimenti e a illustrare i diversi modi in cui ognuno reagisce, ad esempio, all’ira, alla paura e alla tristezza.

Lo psicanalista Bruno BETTELHEIM assegna, infine, un ruolo catartico alla fiaba, come forma di narrazione radicata nella tradizione popolare, cui viene riconosciuto un rilevante ruolo formativo per il bambino.

Settimana della Musica a scuola


“La Musica Unisce la Scuola”, dal 24 al 29 maggio al via la XXXII rassegna nazionale

Convegno di apertura con l’intervento del Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi


“La musica ti permette di raccontare mille storie. Ti permette di vivere mille vite. La musica è capacità di unire, capacità di includere. La musica è uno straordinario miracolo”. Così il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha aperto la Settimana della Musica, che quest’anno è dedicata al tema: ‘La Musica Unisce la Scuola’.   

Il 24 maggio l’inaugurazione della XXXII edizione, con un convegno a cui hanno preso parte, oltre allo stesso Ministro Patrizio Bianchi, anche Luigi Berlinguer, presidente del Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica per tutti gli studenti, Giovanni Biondi, presidente INDIRE, Annalisa Spadolini, coordinatrice del Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica per tutti gli studenti, Marco Morandi, tecnologo, responsabile della Struttura di ricerca ‘Didattica laboratoriale ed innovazione del curricolo nell’area artistico/espressiva’ INDIRE, Ciro Fiorentino, componente Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica per tutti gli studenti.

Da lunedì 24 e fino a sabato 29 maggio, la rassegna proporrà un fitto calendario di appuntamenti con oltre 40 iniziative fra convegni, workshop e lezioni aperte e il contributo di 114 docenti, pedagogisti, artisti, dirigenti scolastici.

“Ringrazio il Comitato presieduto da Luigi Berlinguer per il lavoro fatto in questi anni. Questa XXXII Settimana della Musica – ha spiegato il Ministro – deve dirci come la musica possa essere un asse portante dell’educazione delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi. La scuola deve essere il luogo in cui si costruisce l’eguaglianza. E la musica è uno strumento di costruzione dell’eguaglianza, di una scuola che vuole essere momento di costruzione di una comunità. La musica va potenziata”.  

La rassegna è organizzata dal Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica del Ministero dell’Istruzione e dall’INDIRE per ricordare la centralità della musica nell’educazione delle ragazze e dei ragazzi. Anche quest’anno, a causa dell’emergenza Covid19, la rassegna si svolgerà interamente online e verrà trasmessa sulla piattaforma INDIRE.


Circa 1.500 video musicali realizzati dalle scuole. Più di 40 appuntamentifra convegni, workshop e lezioni aperte. Il contributo di 114 docenti, pedagogisti, artisti, dirigenti scolastici. E ancora, gli interventi di artisti come Mario BrunelloNando CitarellaPaolo DamianiPaolo FresuSimone GenuiniKatia RicciarelliPeppe ServilloAmbrogio Sparagna e Geoff Whestley

Torna anche quest’anno la rassegna nazionale della Settimana della Musica a scuola “La Musica Unisce la Scuola”. La Rassegna è alla sua XXXII edizione. Si terrà da lunedì prossimo24 maggio fino a sabato 29 maggio. È organizzata dal Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica del Ministero dell’Istruzione e l’INDIRE per ricordare la centralità della musica nell’educazione delle ragazze e dei ragazzi, con lezioni di docenti e il contributo di importanti artisti nazionali.

Anche quest’anno, a causa dell’emergenza Covid19, la rassegna si svolgerà online e verrà trasmessa sulla piattaforma INDIRE.

Una edizione con un programma ricco di iniziative ed eventi. Lunedì  24 maggio, alle ore 10, il convegno di apertura con la partecipazione del Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Interverranno anche: Stefano Versari, Capo Dipartimento del Ministero dell’Istruzione; Luigi Berlinguer, Presidente Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica per tutti gli studenti; Giovanni Biondi, Presidente INDIRE; Annalisa Spadolini, coordinatrice Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica per tutti gli studenti; Marco Morandi, tecnologo, responsabile della Struttura di ricerca ‘Didattica Laboratoriale ed Innovazione del Curricolo nell’area Artistico/Espressiva’ INDIRE; Ciro Fiorentino, referente nazionale COMUSICA, componente CNAPM.

Dall’inizio del lancio dell’iniziativa, nelle scorse settimane, hanno partecipato 500 istituti scolastici e sono stati prodotti circa 1.500 video musicali – che saranno pubblicati a partire dal 24 maggio sulla piattaforma dedicata – tra ensemble strumentali e ritmici, cori, solisti, ballerini e gruppi di body percussion.

Nel sito dedicato alla Rassegna ‘La musica unisce la scuola’ viene offerta ai docenti la possibilità di partecipare a 43 eventi di formazione gratuita, che sono una opportunità per riflettere su tecniche e finalità alla base di una pedagogia della musica: l’approccio laboratoriale, l’educazione all’ascolto, l’inclusività, l’espressione e la comunicazione con corpo, strumenti e parole, per una scuola che attivi l’educazione del cittadino democratico e l’emersione di una comunità solidale.

Insegnanti e studenti potranno partecipare a convegni e webinar(senza iscrizione), a workshop immersivi (con iscrizione e rilascio di attestato) dedicati a tutti i gradi dell’istruzione; il calendario presenta temi di interesse anche per educatori, operatori nel sociale, musicisti, genitori. 

Inoltre, la novità di questa edizione riguarda cinque lezioni al mattino a cui si può partecipare anche da scuola. E questo perché la Rassegna possa ‘vivere’ nelle classi. Gli studenti potranno spaziare dalla ‘Filosofia della musica’ agli ‘Orizzonti rap per la scuola’, a uno sguardo sull’hip-hop che crea socialità nelle periferie e su youtube; dalla body percussion alle lezioni jazz – in collaborazione con l’Associazione ‘Il Jazz va a scuola’ -; per concludere con approfondimenti  su ‘Roots, Rock, Reggae’, musica elettronica, musica popolare e storia della canzone. Sempre in programma: il convegno su Petrucci che inventò la stampa musicale e un approfondimento sulle scuole ad indirizzo musicale italiane.

Una settimana di appuntamenti con il variopinto mondo della musica, in attesa di ritornare ad ascoltarla in presenza, negli istituti, nella prossima edizione.

Per info e iscrizioni: https://lamusicaunisce.indire.it/

Nota 23 maggio 2021, AOODGOSV 12266

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione Ufficio VI

Ai Direttori Generali e ai Dirigenti preposti agli Uffici Scolastici Regionali
Ai Dirigenti Scolastici
LORO SEDI
E, p.c., Al Capo del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione SEDE
Al Dirigente del Dipartimento Istruzione e Cultura per la provincia di Trento
Al Sovrintendente Scolastico per la Scuola in lingua italiana di Bolzano
Al Sovrintendente Scolastico per la Scuola delle località ladine di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca di Bolzano
Al Sovrintendente Scolastico per la Regione Valle d’Aosta
LORO SEDI
Al Ministero della Giustizia
Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità D.G. per l’esecuzione penale esterna e la messa alla prova
D.G. del personale, delle risorse e per l’attuazione dei provvedimenti del giudice minorile – Ufficio I prot.dgmc@giustiziacert.it
Al Ministero della Giustizia
Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria D.G. Detenuti e Trattamento – Ufficio II ufficio5.dg.detenutietrattamento.dap.roma@giustizia.it

OGGETTO: Esame di Stato conclusivo dei percorsi di istruzione degli adulti di primo livello, primo periodo didattico, e di secondo livello a.s. 2020/2021 – Candidati detenuti e sottoposti a provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria – Casi particolari

Palermo chiama Italia

Sì svolge il 23 maggio, #PalermoChiamaItalia, la Giornata dedicata alla memoria delle vittime delle stragi mafiose di Capaci e via D’Amelio in cui hanno perso la vita al giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Vito Schifani, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi e Claudio Traina.

L’iniziativa #PalermoChiamaItalia è promossa dal 2002, anno del decennale della strage di Capaci, dal Ministero dell’Istruzione e dalla Fondazione Falcone, e si svolge alla presenza del Presidente della Repubblica, sotto l’Alto Patronato del Parlamento Europeo e con il Patrocinio del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati. La manifestazione fa parte del percorso voluto dal Ministero per favorire nelle scuole attività didattiche e approfondimenti sul tema della legalità e per una cittadinanza attiva, responsabile e consapevole. #PalermoChiamaItalia è realizzata anche grazie alla collaborazione fornita da Polizia di StatoArma dei Carabinieri e Guardia di Finanza. L’evento in questi anni è andato arricchendosi di importanti contributi grazie agli accordi siglati con l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), la Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), l’Associazione Nazionale Magistrati (ANM). L’iniziativa è in partnership con la Rai che sta offrendo un palinsesto dedicato – approfondimenti, documentari, film – sulle diverse reti televisive.

#DicosaSiamoCapaci – storie di ordinario coraggio. Sarà questo lo slogan che farà da filo conduttore durante le celebrazioni per il 23 maggio e che ha accompagnato anche la fase preparatoria, con l’obiettivo di far emergere e risaltare esempi positivi di impegno e altruismo.

#PalermoChiamaItalia è una iniziativa necessaria – spiega il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi – perché la memoria porta frutto solo se tramandata, se vive nel presente delle nuove generazioni, nel suo valore di esempio, di eredità da custodire, se diventa testimonianza. Certamente tutti i nostri ragazzi si rispecchieranno in questa data, in questo fatto terribile. E si rispecchieranno perché diventa il momento in cui, come abbiamo scritto quest’anno dimostriamo di cosa siamo ‘Capaci’  e dimostriamo come noi tutti, ragazzi, insegnanti, famiglie, personale della scuola, sentiamo questa data come data nostra”. “Anche quest’anno non saremo soltanto presenti a Palermo – ha aggiunto il Ministro -, ma attorno a questa data abbiamo costruito un percorso di legalità in tutte le scuole. Legalità vuol dire persone educate a vivere nel rispetto, nel rifiuto della violenza, soprattutto nell’idea di riconoscersi in un’identità comune. E tutti quelli che vogliono toglierci questa identità devono essere considerati da un’altra parte”.

“Il titolo scelto per la giornata – sottolinea Maria Falcone, sorella di Giovanni – è: ‘Di cosa siamo Capaci’. Una frase semplice, immediata che punta a valorizzare storie positive, esempi di coraggio e altruismo in momenti bui del Paese, testimonianze di resilienza non necessariamente collegate alle mafie. Vogliamo insomma narrare di cosa siamo Capaci come cittadini, come singoli individui, come comunità”. “Abbiamo pensato a modi diversi per coinvolgere i ragazzi e i cittadini – spiega Maria Falcone -. È nato così ‘Spazi Capaci’, un progetto di memoria 4.0 che ci consente di riappropriarci attraverso l’arte dei luoghi che la pandemia ci ha sottratto e che potrebbero essere di nuovo “occupati” dalla criminalità organizzata”. “Abbiamo chiesto ad alcuni tra i maggiori artisti italiani – prosegue Maria Falcone – di contribuire alla realizzazione di un programma speciale di interventi urbani, nei luoghi simbolo del riscatto civile contro le cosche. La bellezza e la cultura sono armi importanti contro la paura e l’omertà”.

Il 23 maggio, gli appuntamenti

Le celebrazioni prenderanno il via simbolicamente dalla banchina del porto di Palermo, dove ogni anno le delegazioni delle scuole di Palermo e di tutta la Sicilia hanno atteso l’attracco della Nave della Legalità con a bordo circa 1.500 studentesse e studenti da tutta Italia. Un momento di incontro per unire le voci e gridare insieme, in un grande coro, ‘no a tutte le mafie’.

Quest’anno la nave non potrà salpare, a causa dell’emergenza sanitaria, ma al Porto, alle 8.10, si terrà una prima commemorazione con il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, e la Presidente della Fondazione Falcone, Maria Falcone. Parteciperanno anche l’orchestra e il coro delle studentesse e degli studenti dell’Istituto Magistrale ‘Regina Margherita’ di Palermo.

La cerimonia istituzionale solenne si terrà, poi, alle 8.50, nell’Aula Bunker del carcere dell’Ucciardone – che ospitò il primo maxiprocesso alla mafia -, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Interveranno Maria Falcone, il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, il Ministro della Giustizia, Marta Cartabia, il Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale, Mara Carfagna, il Capo della Polizia, Lamberto Giannini. Saranno presenti anche il Comandate Generale dei Carabinieri, Teo Luzi, il Comandante Generale della Finanza, Giuseppe Zafarana. La cerimonia potrà essere seguita in diretta televisiva su Rai 1.

Nell’Aula Bunker verranno premiate le scuole che si sono distinte nell’ambito del concorso annuale ‘Cittadini di un’Europa libera dalle mafie’, promosso dal Ministero dell’Istruzione e dalla Fondazione Falcone.

Sono state premiate, questa mattina, nel corso delle celebrazioni dedicate alle stragi di Capaci e di Via D’Amelio, che si sono svolte in Aula Bunker a Palermo, le scuole vincitrici del concorso nazionale “Cittadini di un’Europa libera dalle mafie”.

“Le opere che le scuole hanno realizzato rappresentano in modo alto il valore della legalità e dimostrano il grande impegno della scuola su questi temi. Gli Istituti scolastici vincitori, insieme a tutti quelli che hanno partecipato a questo concorso, sono un esempio e motivo di speranza non solo per l’Italia, ma anche fuori dai confini nazionali. Si vince contro le mafie solo se siamo tutti uniti e i nostri ragazzi ce lo ricordano con le loro opere e con la loro partecipazione”, ha sottolineato il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi.

Il concorso, indetto dal Ministero dell’Istruzione e dalla Fondazione Falcone, ha l’obiettivo di promuovere nelle scuole l’approfondimento di temi riguardanti la legalità. Il titolo scelto per questa edizione fa riferimento sia all’impegno del singolo, che oltre a essere cittadino del proprio Paese è anche cittadino europeo, ma anche a quello delle Istituzioni dell’UE, che devono dotarsi di strumenti uniformi e idonei per combattere la battaglia contro una criminalità organizzata che non ha confini.

Le scuole vincitrici del concorso sono:

  • I.C. Pascoli – Scuola primaria, Rieti, con l’elaborato: “ Girotondo dell’Innocenza”
  • I.C. Ugo Betti – Scuola secondaria I grado, Fermo (FM) – Classe di Violino, con l’elaborato: “ Da Isola felice a Strasburgo, la vera Unione fa la forza”
  • Liceo Artistico Michelangelo Buonarroti – Scuola secondaria di II grado – Latina (LT) – Classe VF, con l’elaborato: “Io Cittadino di un’Europa libera dalle mafie”.

La storica piazza Magione, nel centro di Palermo, nel quartiere Kalsa, dove sono cresciuti Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, quest’anno sarà impreziosita dalle due gigantografie dei giudici Falcone e Borsellino. In piazza Magione, alle 11.00, il Ministro Patrizio Bianchi, farà visita all’Istituto Comprensivo ‘Rita Borsellino’.

Un altro luogo della memoria, anche per questa edizione, sarà il Giardino Quarto Savona Quindici, che prende il nome dall’auto della scorta del giudice Falcone fatta saltare in aria nell’esplosione di Capaci. Dalle 15.00, alle 17.58, le ragazze e i ragazzi degli istituti secondari palermitani Enrico Medi, Vittorio Emanuele II, Regina Margherita, Majorana e del Liceo Scientifico Ernesto Basile, si esibiranno in un rap contest. Il progetto è organizzato dall’Associazione Quarto Savona Quindici con la guida musicale di Luca Caiazzo, in arte ‘Lucariello’, giovane rapper napoletano che ha realizzato con le studentesse e gli studenti un brano rap in ricordo della strage. All’iniziativa parteciperà anche il Ministro Patrizio Bianchi, dalle 17.15,insieme a Tina Montinaro, moglie dell’agente Antonio Montinaro, e Presidente proprio dell’Associazione Quarto Savona Quindici.

Alle 17.58, l’orario della strage di via Capaci, all’Albero Falcone, in via Notarbartolo, verrà eseguito il Silenzio in onore delle vittime. La giornata del 23 maggio si concluderà alle 19.00 con la cerimonia religiosa che sarà celebrata nella chiesa di San Domenico da padre Sergio Catalano.

#UnLenzuoloControLaMafia

Il tradizionale corteo per le vie del centro di Palermo per il secondo anno consecutivo, a causa del Covid, non potrà svolgersi. Ma studentesse e studenti, famiglie, associazioni, cittadini, scuole potranno unirsi simbolicamente, da Nord a Sud, in un corale ‘no’ contro le mafie appendendo un lenzuolo, come accadde dopo le stragi del ’92, per ricordare le vittime della mafia. L’invito è rivolto a tutti ed è stato rilanciato, in queste settimane, anche da influencer, cantanti, attori, intellettuali che hanno aderito all’iniziativa con video-appelli per essere il più numerosi possibile.

Un lenzuolo realizzato dalle alunne e dagli alunni dell’Istituto comprensivo ‘Virgilio’ di Roma sarà emblematicamente consegnato dal Ministro Patrizio Bianchi alle studentesse e agli studenti di Palermo.

Le campagne social

#PalermoChiamaItalia sarà caratterizzata da una forte presenza social già avviata dalle scorse settimane. Sui profili social del Ministero (@MIsocialFB, @MiSocialIG, @MisocialTW) e di #PalermoChiamaItalia (@palermochiamaitalia) e della Fondazione Falcone (@FondazioneGiovanniFalcone) sono previste dirette degli eventi raccontati attraverso gli hashtag #23maggio#PalermoChiamaItalia#dicosasiamoCapaci.

Per ulteriori informazioni e dettagli sul programma è possibile consultare i siti www.fondazionefalcone.it e www.miur.govit su cui saranno progressivamente caricati materiali e foto relativi alle iniziative.