Tanto da rivedere e costruire anche per i più deboli!

Ministro, c’è tanto da rivedere e costruire anche per i più deboli!

La recente dichiarazione del Ministro Bianchi circa la possibilità di tornare a sorridere in classe alla presenza della totalità di vaccinati, sarebbe da cogliere con grande trasporto considerato il desiderio generalizzato di un “ritorno alla normalità”. Ma non bastano gli auspici, occorre maggiore realismo di fronte a ciò che è!

Questa la decisa affermazione del Segretario Nazionale UGL Scuola, Ornella Cuzzupi, a margine della manifestazione “La festa della Scuola” tenuta ad Ascoli nei giorni scorsi alla quale ha partecipato.

Vogliamo esser sinceri? – continua Cuzzupi – l’istituzione scolastica è ormai preda di una vasta confusione. Come non ricordare quando lo stesso Ministro dichiarava che a settembre avremmo avuto una scuola in presenza, in sicurezza, con cattedre definite e problema precari ridotto? Eccoci a settembre, cosa si è realizzato? Occorre ripeterci: rimane tutto vago ed incerto, forse anche improvvisato in maniera incauta. E non basta. Negli ultimi giorni, dopo la querelle mal gestita relativa al green pass, si presenta la bagarre della procedura informatizzata che assegna incarichi e supplenze da GPS. Quest’ultima si è rivelata inesatta e poco attendibile in molte province italiane per cui le assegnazioni delle cattedre a tempo determinato sono state sospese! Il tutto alla vigilia del riavvio delle lezioni lasciando sgomenti migliaia di lavoratori. Al Dicastero dicono che il problema pare risolto, ma rimangono dubbi e paure. E in un simile scenario si aggravano anche i problemi dei meno fortunati”.

Su tale tema l’attenzione dell’UGL Scuola è sempre stata altissima. Continua infatti il Segretario Nazionale: “Non dimentichiamo come la tutela delle persone con disabilità sia una questione d’assoluta importanza e un indicatore di civiltà. L’attribuzione agli Enti Locali della funzione di supporto agli alunni meno fortunati si è rivelata, in molte realtà, un vero disastro. Da qui la nostra convinta adesione alla proposta di Legge n° 2887/2021 che mira a introdurre negli organici scolastici la figura dell’assistente all’autonomia e comunicazione così da garantire al massimo il valore inclusivo della scuola. Inoltre, realizzando quanto proposto, sarebbe possibile stabilizzare altro precariato e chi già svolge l’attività, rimettendo in capo al MIUR le relative competenze”.

Una proposta accolta con estremo favore dalle Federazioni a tutela delle persone con disabilità (in particolare FIRST e FAND).

Creare il futuro in sicurezza, dare spazio all’edilizia scolastica, stabilizzare il precariato, ridurre il numero degli alunni per classe, riconoscere a docenti e Ata attraverso il rinnovo Contrattuale la giusta dignità e retribuzione, costruire una scuola che accolga e non isoli, ecco gli obiettivi da raggiungere! Per questo ancora una volta, – rimarca Ornella Cuzzupi – rivolgiamo un appello al Parlamento e al Presidente del Consiglio affinché sia dato spazio a tutte le voci che vogliono edificare e, soprattutto per far sì che vi siano veri motivi per sorridere, nelle aule e nel Paese”.

Federazione Nazionale UGL Scuola

Restituzione dei dati Invalsi alle scuole: già disponibili nell’area riservata

da La Tecnica della Scuola

L’Invalsi ha informato che dal 1° settembre, quindi con anticipo rispetto agli anni precedenti, sono disponibili per le scuole i risultati della Rilevazione nazionale 2021.

Gli oltre 11.800 istituti possono così visualizzare i risultati delle Prove 2021, accedendo all’area riservata su invalsi.it.

I risultati di quest’anno possono essere confrontati con quelli della Rilevazione nazionale 2019 grazie alle caratteristiche della modalità di somministrazione computerizzata in uso nella Scuola secondaria e in virtù della procedura di ancoraggio dei punteggi attuata nella Primaria.

Da quest’anno inoltre i dati sono disponibili in formato open data, così da facilitarne l’utilizzo per finalità di ricerca o informative.


Carta docente, da metà settembre si potrà gestire il bonus dell’a.s. 2021/22

da La Tecnica della Scuola

A partire da metà settembre l’applicazione cartadeldocente sarà aperta per consentire la gestione del nuovo bonus valido per l’a.s. 2021/22.

Lo fa sapere il MI con apposito avviso.

Ai portafogli dei docenti saranno attribuiti anche i residui relativi all’anno scolastico 2020/2021.

Ogni insegnante in possesso di una utenza SPID può accedere al bonus dei 500 euro previsti per l’anno scolastico 2021-2022 e gli importi dei buoni non validati relativi all’anno scolastico 2020/21.

Può inoltre consultare la composizione del proprio borsellino elettronico attraverso la specifica funzione di “storico portafoglio”.

I docenti che non sono mai riusciti a registrarsi e che si rivolgono ai diversi canali di assistenza sono invitati a specificare sempre il proprio codice fiscale e il nome dell’ Identity Provider presso il quale è stata attivata l’utenza SPID.

Cosa di può acquistare

I 500 euro per i docenti si possono spendere in diversi modi:

  • libri e testi, anche in formato digitale, pubblicazioni e riviste comunque utili all’aggiornamento professionale;
  • personal computer, computer portatili o notebook, computer palmari, e-book reader, tablet, strumenti di robotica educativa;
  • software;
  • iscrizione a corsi per attività di aggiornamento e di qualificazione delle competenze professionali, svolti da enti accreditati presso il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca;
  • iscrizione a corsi di laurea, di laurea magistrale, specialistica o a ciclo unico, inerenti al profilo professionale, ovvero a corsi post lauream o a master universitari inerenti al profilo professionale;
  • titoli di accesso per rappresentazioni teatrali e cinematografiche;
  • titoli per l’ingresso a musei, mostre ed eventi culturali e spettacoli dal vivo;
  • iniziative coerenti con le attività individuate nell’ambito del piano triennale dell’offerta formativa delle scuole e del Piano nazionale di formazione.


Inizio scuola, la DaD resta piano di riserva

da La Tecnica della Scuola

Come abbiamo anticipato più volte, la didattica a distanza sarà un’opzione di riserva, la scuola si farà in presenza quest’anno. Non solo per ragioni didattiche legate ai risultati Invalsi che testimoniano una regressione degli apprendimenti e un’esasperazione delle disuguaglianze, ma anche per ragioni sanitarie. Come abbiamo avuto modo di spiegare, infatti, la DaD non ha prodotto risultati particolarmente significativi neanche sul fronte della protezione del personale scolastico dal Covid.

I dati del monitoraggio dell’ISS infatti mostrano che i contagi nelle scuole sono pressoché simili nel confronto tra il primo ciclo (che ha lavorato prevalentemente in presenza) e il secondo ciclo (che ha lavorato prevalentemente in DaD).

contagi alle scuole superiori (così come le quarantene) – abbiamo chiarito – sono per lo più un terzo dei contagi riscontrati tra elementari e medie (13mila del II ciclo contro i 40mila del I ciclo), tuttavia i docenti complessivamente, sono all’incirca un terzo in meno, ecco che i dati vanno a compensarsi in qualche modo. Meno docenti, meno contagi; più docenti più contagi. In proporzione, in numero simile. Nessun effetto DaD evidente, quindi, in termine di protezione degli insegnanti.

SCARICA IL DOCUMENTO ISS SULLA PREVENZIONE DA COVID A SCUOLA

Tuttavia l’ISS dichiara: la DAD rappresenta uno strumento utile per evitare o ritardare la chiusura delle scuole riducendo al minimo le opportunità di esposizione tra docenti e studenti.

Un concetto in contrasto con i dati di cui sopra sugli effetti sanitari della DaD. Ad ogni modo, il documento precisa: la chiusura delle scuole viene considerata una misura limite in quanto si ritiene che gli effetti negativi, in termini di educazione, di benessere psico-fisico e di impatto economico, siano superiori ai benefici attesi.

Ma quali sarebbero tali benefici attesi se i contagi da Covid si equivalgono tra scuole in DaD e scuole in presenza?

Quale percorso ha fatto la didattica a distanza nella scuola italiana?

Sempre l’ISS ci ricorda che la DAD è stata introdotta in Italia sin dal mese di marzo 2020. Nel mese di agosto 2020 il Ministero dell’Istruzione ha previsto delle precise linee guida contenenti indicazioni per la progettazione del Piano scolastico per la didattica digitale integrata (DDI), da adottare in modalità complementare alla didattica in presenza.

Come si è evoluta la situazione? Facciamo una breve cronostoria…

  • A inizio dell’anno scolastico 2020-2021, molte regioni hanno disposto la DAD al 50% per le scuole secondarie di secondo grado.
  • Con l’inizio della seconda ondata, la DAD è stata portata prima fino al 75% dell’attività scolastica (anche se alcune ordinanze regionali l’avevano già portata al 100%) (DPCM del 25/10/2020) e poi, per le scuole secondarie di secondo grado e per le scuole secondarie di primo grado (eccetto il primo anno) per le regioni in “area rossa”, fino al 100% (DPCM 3/11/2020).

Le ultime disposizioni, Dpcm 2/3/2021

Con il DPCM 2/3/2021, è stato disposto che la sospensione di tutte le attività scolastiche e didattiche delle scuole di ogni ordine e grado a favore della DAD dovesse essere applicata solo in condizioni particolarmente gravi: alle regioni in “area rossa”; su disposizione regionale, a tutte le aree regionali o provinciali nelle quali l’incidenza cumulativa settimanale dei contagi fosse superiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti; in caso di eccezionale peggioramento del quadro epidemiologico.

In tutte le altre zone del Paese, il DPCM di marzo ha disposto di: annullare l’opzione della DAD per i servizi educativi dell’infanzia, per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione; ridurre la DAD al 50%-75% per le scuole secondarie di secondo grado.

Cosa dicono le norme oggi?

SCARICA IL DECRETO LEGGE 111 del 6-08-2021 G.U.

SCARICA LA NOTA AGGIUNTA AL VERBALE DEL CTS

SCARICA IL PROTOCOLLO DI SICUREZZA

SCARICA LA NOTA ESPLICATIVA 

Le Faq per l’inizio scuola 2021 sulla DaD

In una classe si può ricorrere alla DaD come misura per garantire il distanziamento?

No, la norma di legge esclude l’automatico ricorso alla didattica a distanza, richiedendo diverse misure di sicurezza.

I genitori possono ottenere che i propri figli frequentino la scuola in DaD come semplice misura preventiva slegata da precise patologie o fragilità sanitarie?

No, potranno ricorrere alla DaD solo gli alunni fragili che per ragioni sanitarie fossero impossibilitati dal frequentare le lezioni in presenza. Su questo argomento si attendono precisazioni del MI.

Può andare in DaD un’intera regione (in riferimento a uno o più gradi di scuola)?

No, la DaD può essere autorizzata solo in specifici territori o per singoli istituti in circostanze straordinarie legate a focolai o ad una circolazione estremamente ampia del virus o delle varianti tra la popolazione scolastica.

Può andare in DaD un intero territorio in zona bianca?

No. La DaD può essere autorizzata solo in specifici territori o per singoli istituti, esclusivamente in zona rossa o arancione e in circostanze legate a focolai o ad una circolazione estremamente ampia del virus o delle varianti tra la popolazione scolastica.

Una ricerca: nelle aule i contagi sarebbero pressoché nulli

da La Tecnica della Scuola

Secondo i risultati di un progetto pilota sulla diffusione e il monitoraggio del virus SARS-Cov-2 nelle scuole, realizzato dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e presentati in anteprima al ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, nelle aule scolastiche i contagi sarebbero pressoché nulli.
Per arrivare a queste conclusioni il monitoraggio è durato un anno con scadenza mensile, utilizzando tamponi salivari anti Codid-19 in due scuole di Roma e coinvolgendo  più di 1000 studenti e circa 200 tra insegnanti e addetti scolastici, con un’adesione di oltre il 96%.

“Se vengono rispettate le giuste misure di prevenzione e viene fatta corretta educazione, la scuola rappresenta un luogo sicuro”: così la presidente dell’Ospedale della Santa Sede Mariella Enoc e il direttore del Dipartimento Emergenza, Accettazione e Pediatria Generale Alberto Villani.
Il progetto “A tutela dello studente, per una scuola sicura” è stato promosso dall’Ospedale Bambino Gesù insieme con la Società Italiana di Pediatria (SIP), l’Istituto di Ortofonologia e la Fondazione Mite.

L’obiettivo era quello di verificare il rischio reale di diffusione del Covid-19 all’interno degli istituti scolastici, attraverso la somministrazione di test diagnostici salivari (molecolari) e test da campione ematico a tutti gli studenti, i professori e il personale Ata.

Hanno aderito al progetto più di 1000 studenti – da 5 a 19 anni – e circa 200 tra insegnanti e personale: oltre il 96% dei soggetti frequentanti i due Istituti scolastici. I primi risultati, riferiti ai primi tre mesi di monitoraggio, sono stati pubblicati lo scorso febbraio sulla rivista scientifica Italian Journal of Pediatrics: venivano riportati solo 16 casi di positivi e nessun contagio tra le classi.

I risultati finali, riferiti all’intero anno scolastico, saranno oggetto di un nuovo lavoro scientifico sottomesso per la pubblicazione. L’Ospedale ha voluto anticiparli al ministro Patrizio Bianchi, in un incontro svoltosi al Ministero dell’Istruzione, per confermare la scelta delle istituzioni per “una scuola aperta e sicura”.
“In 9 mesi di monitoraggio, su più di 11mila test effettuati, abbiamo avuto solo 21 casi positivi (lo 0,2%) e soprattutto nessuna diffusione del contagio tra le classi.  L’utilizzo periodico dei test salivari si è rivelata un’ottima strategia di monitoraggio, che va senz’altro incoraggiata”.

Giù la maschera. Ma nella primaria non è consentito

da Tuttoscuola

L’esternazione del ministro dell’istruzione Bianchi (confermata dal suo collega Speranza durante la conferenza stampa del Governo) circa la possibilità di non indossare la mascherina nelle classi in cui tutti gli studenti risultino vaccinati ha sorpreso dirigenti scolastici e docenti.

Tuttoscuola ha anticipato i tanti interrogativi e i possibili rischi di questa decisione (se tale si confermerà) dell’ultima ora, cogliendo nel segno e ricevendo condivisioni e apprezzamenti.

Nelle ore successive hanno iniziato a diffondersi i commenti da parte di vari esponenti della politica e della scuola.

Lo stesso sottosegretario all’istruzione Rossano Sasso ha manifestato dubbi sulla possibile applicazione di quanto annunciato dal suo ministro, rilevando una certa contraddizione per le classi di scuola secondaria di I grado in cui sia presente qualche alunno di età inferiore ai 12 anni, escluso dalla possibilità di vaccinazione che non consentirebbe la totalità dei vaccinati. Altra criticità – prosegue il sottosegretario leghista – è il rischio che “i compagni indichino un alunno come responsabile dell’obbligo delle mascherine, creando una potenziale situazione di bullismo o discriminazione”, come aveva rimarcato Tuttoscuola.

Anche l’altra sottosegretaria a viale Trastevere Barbara Floridia, è intervenuta: “Condivido l’obiettivo. Non credo possa entrare in vigore nell’immediato perché sono necessarie ulteriori valutazioni e va sempre considerato l’andamento dei contagi”.

Il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli, condivide le preoccupazioni avanzate da Tuttoscuola: “Nelle classi ci sarà sempre qualcuno di non vaccinato. E questo creerà una situazione di disagio, con il rischio di emarginazione da parte dei ragazzi che vorrebbero levare la mascherina”. Dal punto di vista organizzativo, Giannelli rileva che “Fermo restando che aspiriamo tutti a tornare a una situazione di normalità, resta il fatto che né i dirigenti né i docenti possono avere informazioni sullo stato di vaccinazione di un alunno. Come facciamo dunque a saperlo?”. E aggiunge: “si potrebbe ovviare con una super app, come quella che dovrà essere varata per i docenti, con cui si può sapere quali sono le classi completamente vaccinate senza dover chiedere ad ognuno certificati o documentazioni”. Resterebbe però sempre l’altro rischio, quello di tipo relazionale, e potrebbe essere molto complesso da gestire.

Ma approfondiamo la questione dell’inquadramento normativo di quanto annunciato da Bianchi e Speranza nella conferenza stampa di ieri alla presenza del premier Mario Draghi.

Circa la possibilità di consentire quanto annunciato dal ministro, va detto che il decreto legge 111/2021 prevede che vi possa essere la deroga all’uso della mascherina alle condizioni indicate da Bianchi (tutti vaccinati), se ciò viene previsto dai protocolli o dalle linee guida.

Nel “Protocollo d’intesa per garantire l’avvio dell’anno scolastico nel rispetto delle regole di sicurezza per il contenimento della diffusione di covid 19 (anno scolastico 2021/2022)”, sottoscritto un paio di settimane fa dalle OO.SS. non vi è traccia alcuna di questa possibile deroga.

Proprio in riferimento all’età, l’esternazione del ministro ha fatto emergere la situazione di oltre 2,5 milioni di alunni della scuola primaria che, come si sa, hanno l’obbligo di indossare la mascherina, ma, essendo tutti sotto i 12 anni di età, non accedono alla vaccinazione e, pertanto, non potranno essere compresi tra i possibili ‘smascherati’ di cui ha parlato Bianchi.

Potremmo avere, pertanto, classi intere di studenti degli istituti superiori senza mascherina e la totalità di milioni di piccoli alunni “mascherati” loro malgrado.

Green pass per il personale scolastico: per averlo saranno validi anche i test salivari. Approvato emendamento

da Tuttoscuola

Per ottenere il Green pass saranno validi, oltre ai tamponi rapidi e a quelli molecolari, anche i test salivari. E’ quanto prevede un emendamento al decreto sulla certificazione verde, approvato dalla Commissione Affari sociali della Camera. La misura contenuta dall’emendamento che ha ricevuto il via libera sarà definitiva solo nel momento in cui sarà approvata da Camera e Senato e poi pubblicata in Gazzetta Ufficiale.

“Sono stati pubblicati diversi studi in questi mesi che hanno dimostrato l’affidabilità dei test salivari molecolari, e anche alcuni esponenti del Comitato tecnico scientifico hanno preso posizione a supporto di questi strumenti – ha detto Angela Ianaro, M5s -. Era stato lo stesso Ministero della Salute a specificare, in una circolare, che il campione di saliva può essere considerato un’opzione per il rilevamento dell’infezione da SARS CoV-2 qualora non sia possibile ottenere tamponi oro o nasofaringei. Il M5s da tempo chiedeva un utilizzo maggiore di questa metodologia di screening che oggi finalmente è realtà”.

Per quanto riguarda l’utilizzo dei test salivari, ricordiamo che proprio nelle scorse ore è stato pubblicato il piano di monitoraggio della diffusione del Covid 19 dell’ISS che verrà attuato attraverso alcune “scuole sentinella”. Un piano che prevede test salivari su base volontaria, per alunni della fascia d’età 6-14 anni nelle scuole primarie e secondarie di primo grado. La campagna coinvolgerà circa 55mila alunni ogni 15 giorni e che permetterà l’uso di test non invasivi come quelli salivari. Saranno le famiglie stesse a raccogliere in una seconda fase i campioni dei test eseguiti dagli alunni.