Rapporto Ocse

Rapporto Ocse: comunicato stampa ANP

Antonello Giannelli, Presidente nazionale ANP, così commenta i dati del rapporto Ocse: “Dopo tanto parlare, spesso a sproposito, di Green Pass, test salivari, distanziamento e banchi a rotelle, la pubblicazione del rapporto Ocse ci ricorda che i grandi problemi della scuola italiana non solo sono ancora irrisolti ma, addirittura, si sono aggravati.”

Continua il Presidente ANP: “I fondi destinati all’istruzione sono ancora troppo pochi e nella maggior parte destinati alla retribuzione del personale. Aumenta il gender gap, aumentano i Neet, le ragazze che scelgono le discipline STEM sono ancora poche e l’investimento decresce man mano che i livelli formativi salgono. Tutto questo non può non portare a un problema di mercato del lavoro e di sbocchi occupazionali.” 

Giannelli non si ferma all’attuale e chiarisce che: “Abbiamo ora la possibilità, grazie ai fondi del PNRR, di invertire la tendenza investendo nella formazione specifica del personale scolastico, nella riqualificazione degli edifici con spazi e attrezzature tecnologiche all’altezza della sfida che dobbiamo fronteggiare, nel superamento del modello della didattica trasmissiva. Non possiamo dimenticare poi che, dati Istat alla mano, meno di una scuola su tre è costruita con criteri di accessibilità.” 

E conclude: “Non possiamo perdere l’opportunità offerta dal PNRR per riqualificare il nostro sistema educativo, per contrastare con più efficacia la dispersione scolastica e i divari di apprendimento, per formare nuove generazioni di cittadini che, oltre a realizzarsi come persone, siano anche dotati di competenze adeguate al mercato del lavoro di domani.” 

Erasmus+, Premio europeo per l’insegnamento innovativo

Erasmus+, quattro scuole italiane vincono il Premio europeo per l’insegnamento innovativo

Annunciati dalla Commissione europea gli European Teaching Award, 
il 20 ottobre la cerimonia ufficiale di premiazione

Firenze, 17 settembre 2021 – La Commissione europea ha annunciato gli istituti scolastici vincitori del nuovo Premio europeo per l’insegnamento innovativo EITA- European Innovative Teaching Award.

Il riconoscimento è andato alle scuole dei Paesi aderenti al Programma Erasmus+ che, tra il 2014 e il 2020, hanno fatto dei loro progetti la chiave per innovare l’insegnamento e l’apprendimento, in presenza e con supporti digitali. Il lancio della nuova iniziativa e una prima presentazione degli istituti vincitori è avvenuta ieri, in un eventoonline a cui hanno  partecipato Mariya Gabriel, Commissaria europea per l’innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e la gioventù e Simona Kustec, Ministra dell’Istruzione, della Scienza e dello Sport, in Slovenia.

Il premio celebra i risultati raggiunti dagli insegnanti e dalle scuole che utilizzano pratiche di insegnamento e apprendimento innovative in partnership europee; mira a dare maggiore visibilità al loro lavoro e a promuovere l’apprendimento reciproco tra insegnanti e personale scolastico. Inoltre, il riconoscimento evidenzia il valore del Programma Erasmus+ per la collaborazione degli insegnanti in Europa.

Ogni paese aderente al Programma ha selezionato quattro progetti Erasmus+. In l’Italia l’Agenzia nazionale Erasmus+ Indire ha individuato le attività migliori realizzate dagli istituti scolastici nell’ambito dell’Azione Chiave 1 per la mobilità e Azione Chiave 2 per la cooperazione in progetti. Le scuole selezionate rappresentano tutti i livelli scolastici: educazione e cura della prima infanzia; istruzione primaria; istruzione secondaria di I grado e di II grado con percorsi generali; istruzione secondaria di II grado con percorsi professionali (istituti tecnici/professionali). Nella fase di selezione dei progetti l’Agenzia ha tenuto conto di una serie di indicatori di qualità inerenti le metodologie, gli ambienti di apprendimento (incluso il digital learning), e l’impatto sui processi di apprendimento e insegnamento nella scuola.

Le scuole italiane vincitrici di EITA 2021

Il riconoscimento EITA 2021 per il livello tecnico professionale va all’Istituto Scolastico G. Galilei di Treviso e all’insegnante Iola Da Monte, referente per il progetto Erasmus+ Young European generation towards a connected world with the use of domotics in housing renovation.L’Istituto ha realizzato in partnership con una scuola francese un progetto sull’uso delle nuove tecnologie a supporto di un’ampia gamma di disabilità, per affrontare l’inclusione in diversi contesti.

Il progetto Natura, Innovazione e ICTdell’Istituto Comprensivo di Bobbio Capoluogo, Piacenza è stato selezionato per il livello educazione e cura della prima infanzia e istruzione primaria. L’insegnante coordinatrice, Vittoria Volterrani con i colleghi e gli alunni della scuola ha lavorato sul tema dell’ambiente, utilizzando l’apprendimento digitale e le nuove tecnologie. La scuola di Piacenza ha realizzato il progetto Erasmus+ con istituti partner di Spagna, Regno Unito, Belgio, Finlandia, Norvegia, Islanda e Repubblica Ceca.

All’Istituto statale di istruzione secondaria superiore Federico Enriques, di Castelfiorentino, Firenze va il premio per il progetto E-Learning from Nature relativo al livello istruzione secondaria generale. L’insegnante coordinatore Andrea Conforti ha lavorato in partenariato con scuole in Irlanda, Belgio, Grecia, Lituania, Portogallo e Romania per promuovere la conoscenza delle materie scientifiche, con un approccio didattico multidisciplinare, che ha portato gli studenti a costruire il loro personale processo di apprendimento delle scienze a partire dall’osservazione del mondo reale.

Il progetto Better teachers for better students’ language skills dell’Istituto comprensivo G. Barone, di Baranello, Campobasso è stato selezionato nell’ambito dei progetti per la mobilità Erasmus+ per la formazione degli insegnanti. Un gruppo di docenti della scuola e l’insegnante referente, Carmela Pietrangelo, hanno frequentato nel Regno Unito corsi sulle metodologie CLIL(Content and Language Integrated Learning) per introdurre nuove strategie didattiche da utilizzare nella scuola materna e nella scuola primaria.

Il prossimo 20 ottobre è in programma una Cerimonia europea per la consegna dei premi, che si terrà sotto forma di evento online e aperto a tutti.

Hashtag ufficiale #EITA2021

 

Per info e approfondimenti:

Premio europeo per l’insegnamento innovativo EITA 2021:

http://www.erasmusplus.it/eita-il-16-settembre-levento-online-di-lancio-del-nuovo-riconoscimento-europeo-per-i-docenti-segui-la-diretta/

https://ec.europa.eu/education/education-in-the-eu/european-education-area/european-innovative-teaching-award_en

Il video dell’evento di lancio del Premio EITA 2021https://webcast.ec.europa.eu/european-innovative-teaching-award

Il video con la presentazione delle scuole europee vincitrici del Premio EITA 2021: https://fb.watch/82UoUrmHHV/

ATTO INDIRIZZO MINISTERO, LUCI E OMBRE

“Un documento programmatico con luci e ombre, di cui apprezziamo alcune priorità politiche, ma che per certi aspetti riteniamo un’incursione in campi non di pertinenza del ministro e improntato a una visione della scuola che non condividiamo”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta l’Atto di indirizzo politico-istituzionale per il 2022 firmato dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.
“Una nota positiva è sicuramente la volontà di combattere il fenomeno del sovraffollamento delle classi, molto più diffuso di quanto dichiari viale Trastevere e assai deleterio per la qualità dell’insegnamento. Accogliamo positivamente anche i progetti relativi all’edilizia scolastica, – afferma Di Meglio – augurandoci che il PNRR rappresenti davvero l’occasione giusta per invertire la rotta e che i limiti imposti dall’Europa non facciano sparire nel nulla anche stavolta gli interventi per riqualificare il patrimonio edilizio esistente e costruire nuove scuole”.
“Condividiamo anche l’intento di semplificare il sistema di reclutamento, tema sul quale ci siamo più volte espressi sottolineando l’esigenza di snellire le procedure per la selezione e l’immissione in ruolo dei docenti. A tale riguardo, auspichiamo che il ministro tenga in conto la nostra proposta di riforma del reclutamento per la scuola secondaria di primo e secondo grado che, sulla stregua di quanto già avviene per la scuola primaria e dell’infanzia, prevede l’istituzione di una laurea abilitante. In tal modo, si potrebbe ridurre il numero dei precari e avere in cattedra docenti altamente motivati”.   
Nettamente negativo, invece, il giudizio sul fronte delle metodologie didattiche: “Affermare che la lezione frontale debba essere superata in favore di nuovi approcci significa entrare a gamba tesa su un terreno che non è affatto di competenza del ministro dell’Istruzione ma che spetta ai docenti. Soltanto a loro deve essere affidato il compito di decidere, in base agli specifici contesti in cui operano, quali metodologie e strumenti didattici utilizzare, nel pieno rispetto della libertà di insegnamento che l’articolo 33 della Costituzione assegna loro. Inoltre – prosegue il coordinatore nazionale della Gilda – ogni nuovo sistema deve essere  verificato per valutarne l’efficacia. Prima di mettere in soffitta alcuni metodi a vantaggio di altri, dunque, è opportuno disporre di dati che accertino i risultati conseguiti. A tal proposito, ci piacerebbe sapere soprattutto quali esiti hanno dato le infinite sperimentazioni della didattica per competenze su cui tanto insiste il ministro Bianchi. La scuola deve prima di tutto formare coscienze critiche e cittadini consapevoli, non preparare al mercato del lavoro”.
“Quando poi si parla di didattica digitale integrata, – conclude Di Meglio – ci sembra che si costruisca una carta dei quadri improbabili e che si dovrebbe scendere di più con i piedi per terra. Senza, per esempio, una valida connessione internet in tutte le scuole, voler introdurre nuove metodologie basate sulla DDI è un po’ come decidere di partire per la conquista dello spazio senza un’adeguata rampa di lancio per il razzo”. 

TAR boccia nuovo PEI: occorre intervenire subito

Il Garante dei disabili, avv. Paolo Colombo:“TAR boccia nuovo PEI: occorre intervenire subito”

Il Garante dei diritti delle persone con disabilità della Regione Campania, l’avv. Paolo Colombo,rende noto che con una durissima sentenza il Tar, accogliendo il ricorso di alcune associazioni di genitori, dell’associazione Coordown, CIIS e altre sigle, ha annullato il decreto Interministeriale numero 182 del 2020 recante l’adozione del modello nazionale di PEI e delle correlate linee guida, nonché modalità di assegnazione delle misure di sostegno agli alunni con disabilità.

In particolare, i giudici hanno dato ragione ai ricorrenti su alcuni aspetti: la composizione del GLO, l’esonero dalle discipline per alcune categorie di studenti con disabilità, le nuove modalità dideterminazione del sostegno didattico in base a range predeterminato e in base al ‘debito di funzionamento’.

Inoltre, il Tar ha osservato che l’amministrazione non avrebbe potuto emanare il nuovo modello di PEI senza la previa disciplina delle modalità diaccertamento della disabilità e del profilo di funzionamento.

“Occorre intervenire subito – dichiara il Garante dei disabili, l’avv. Paolo Colombo – per superare la situazione di grande confusione creatasi in capo agli operatori scolastici e alle famiglie degli alunni con disabilità. 

E, una volta per tutte, è giunto il tempo di una riflessione approfondita, coerente e condivisa con tutti i soggetti interessati sul modello di inclusione scolastica degli alunni con disabilità in Italia. 

D’altra parte, – conclude il Garante dei disabili, l’avv. Paolo Colombo – mi auguro che si metta un punto definitivo a questa politica normativa di mettere toppe e pezze, che spesso si rivelano peggiori del buco che vogliono coprire al fine dievitare di vanificare in concreto una conquista di civiltà del nostro Paese anche sul pianointernazionale”.

Napoli, 17.09.2021

Il Garante dei disabili

Avv. Paolo Colombo

Dirigenti scolastici: in quarantena qualche centinaio di classi su 400mila

da Il Sole 24 Ore

Rusconi (Anp-Roma): «Non sappiamo quale sarà l’evoluzione: ci sono ben 12mila classi con un numero di oltre 25 studenti». Piattaforma per i controlli ok.

di Redazione Scuola

Con la ripresa della scuola in tutta Italia – oggi è stata la volta del Friuli Venezia Giulia e con la ripartenza, il 20 settembre, in Puglia e Calabria, tutti gli studenti italiani saranno tornati in classe – cominciano a diffondersi le notizie di contagi sia tra gli alunni che tra i docenti che stanno già causando, di conseguenza, quarantene, disagi e nuova didattica a distanza. «Al momento in tutta Italia sono qualche centinaia le classi in quarantena su un totale di 400mila. A Roma poche decine», spiega Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi di Roma, che aggiunge: «Non sappiamo quale sarà l’evoluzione perché ci sono ben 12mila classi con un numero di oltre 25 studenti. È pensabile che qui possa esserci una maggiore diffusione del virus, pur indossando le mascherine. Per questo auspichiamo che i ragazzi dai 12 anni si vaccinino. La risposta dei 16-17enni è molto ampia. L’educazione scientifica sui giovani sta funzionando ed è merito della scuola».
«Si allargano a macchia d’olio i casi di classi in quarantena: un fenomeno che ha preso corpo nei primissimi giorni di scuola prima a Bolzano, per poi trovare terreno fertile anche in Lombardia, Emilia Romagna, Sardegna e Lazio. Le lezioni sono riprese da una settimana è già si contano già un centinaio di classi costrette a rimanere a casa, quindi a tornare a quella dad che chi governa la scuola ha detto che ci eravamo messi alle spalle», dice allarmato Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief, che chiede più distanziamento nelle classi e un numero maggiore di tamponi salivari per ora partiti solo nelle “scuole sentinella” ma che il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha già detto di voler estendere.

Il ministro Bianchi

Il titolare del dicastero di viale Trastevere, dal canto suo, getta acqua sul fuoco delle polemiche: «Sono situazioni specifiche, non sono decine, le stiamo controllando. Lo abbiamo scritto nel decreto del 6 agosto che laddove ci fossero state delle situazioni di contagio saremmo stati in grado di controllarle e così stiamo facendo. Parliamo di numeri limitati rispetto al totale che, con molta, gioia è ripartito».

La gestione e le indicazioni

C’è poi malessere tra i dirigenti scolastici per alcune modifiche nella gestione dei casi in cui emerga una positività. «La gestione delle quarantene è cambiata ma noi presidi non siamo stati informati – denuncia Cristina Costarelli, presidente Associazione nazionale presidi di Roma e dirigente del liceo Newton della capitale – proprio da domani avremo nella mia scuola due classi in quarantena e così ho scoperto che mentre lo scorso anno la gestione delle quarantene era in carico alle Asl ora passa ai medici di base: tutto questo non è stato anticipato da alcuna circolare, noi dirigenti non siamo stati informati di questa nuova misura. Le scuole rimangono all’oscuro su aspetti importanti che invece devono conoscere: con questa novità potremmo avere rientri alla spicciolata». La stessa quarantena diversificata – 7 giorni per i vaccinati, 10 per i non vaccinati – crea disagi alle scuole, fa notare Costarelli «e alla fine per ogni quarantena si perdono due settime di attività scolastica, perchè certamente il docente non può andare avanti con i programmi se ha pochi ragazzi in classe».

Piattaforma ok

Ad andare bene sono i controlli con la nuova piattaforma per il controllo del Green pass: «sta funzionando», dicono i dirigenti scolastici. Infine, alcuni provveditori agli studi stanno mandando alle scuole circolari in cui invitano – come quello del Lazio – ad «usare buon senso» e consentire, in alcuni determinati casi, l’accesso agli istituti anche se il green pass risulta “rosso” ma il lavoratore è in regola con la vaccinazione.

Green pass, sospensione lavoro e stipendio docenti è giustificabile. Parere Avvocatura Catanzaro

da OrizzonteScuola

Di redazione

Parere dell’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Catanzaro sull’obbligo vaccinale del personale scolastico del sistema di istruzione e universitario. Dal 1° settembre al 31 dicembre 2021 il personale scolastico è tenuto ad esibire il green pass per poter accedere a scuola. L’Avvocatura mette dapprima in evidenza come la Direttiva UE 2020/739 del 3 giugno 2020 abbia incluso il Covid 19 tra gli agenti biologici da cui è obbligatoria la protezione anche in ambiente di lavoro.

Sottolinea poi che l’efficacia del vaccino è attestata dalla normativa primaria […] tanto che la “profilassi vaccinale viene considerata dal legislatore e dalle autorità sanitarie efficace e fondamentale misura di contenimento del contagio”.

Si mette inoltre in evidenza come il vaccino Pfizer non possa più considerarsi “sperimentale”.

Pertanto l’automatica sospensione dal lavoro e dalla retribuzione prevista dall’art. 9-ter, comma 2 dl 52/2021, e la mancata adibizione del personale scolastico ad altre e diverse mansioni “sono correttamente e  razionalmente giustificabili alla luce della tipicità delle mansioni del personale scolastico, specie docente”.

La docente, sostiene l’Avvocatura, non potrà dunque essere risarcita.

NOTA 13178_2021-09-16_11-15-48

Centinaia di classi già in quarantena e DaD, Bianchi: le stiamo controllando

da La Tecnica della Scuola

Non sarebbero così limitati i casi di classi costrette alla quarantena e alla DaD dopo pochi giorni di scuola. “Al momento in tutta Italia sono qualche centinaio le classi in quarantena su un totale di 400mila. A Roma poche decine”, ha detto all’Ansa Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi di Roma, dopo avere sottolineato che sui controlli del Green pass per il personale della scuola “la piattaforma sta funzionando”. Come dire: i controlli sugli accessi stanno procedendo abbastanza bene, mentre lo spettro del ritorno alla DaD continua a preoccupare, come ci ha detto un’altra rappresentante Anp, la ds Cristina Costarelli, nel primo giorno di scuola nel Lazio.

Dad in aumento

Ad essere costretti alla didattica a distanza, dopo l’Alto Adige è stata la volta di Milano e di Lodi (dove si registrano più di una trentina di classi), di Reggio Emilia (una decina di casi) e l’impressione è che purtroppo non sia finita qui: si registrano delle situazione di contagio a scuola pure in Sardegna. E nello stesso Lazio, dove si conteggiano già una trentina di casi.

La situazione dei contagi in crescendo ha portato a far dire a Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, che “sarebbe stato necessario un intervento, che non c’è stato, per una riduzione significativa di studenti nelle aule perché questo consentirebbe anche un distanziamento maggiore“.

Bianchi: situazioni specifiche

Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, non sembra però preoccupato, li considera casi isolati: “Sono situazioni specifiche, non sono decine, le stiamo controllando. Lo abbiamo scritto nel decreto del 6 agosto che laddove ci fossero state delle situazioni di contagio saremmo stati in grado di controllarle e così stiamo facendo. Le stiamo controllando”.

Per il responsabile del dicastero dell’Istruzione, in definitiva, “stiamo parlando di numeri limitati rispetto al totale che, con molta, gioia è ripartito”.

Giovannini: miglioramento rispetto all’anno scorso

A dare conforto alla tesi del professore Patrizio Bianchi, c’è anche il ministro delle infrastrutture Enrico Giovannini: parlando della scuola a margine dell’inaugurazione della 61esima edizione del Salone Nautico di Genova, il ministro ha detto che sulla scuola “monitoriamo la situazione ma credo che anche la stampa abbia segnalato un miglioramento netto rispetto all’anno scorso”.

“Proprio ieri – ha sottolineato Giovannini – abbiamo incontrato i prefetti delle città metropolitane in funzione della ripartenza dei trasporti pubblici locali, non abbiamo avuto segnalazioni di criticità generalizzate. Naturalmente ci sono delle problematiche puntuali, ci rivedremo il 30 settembre”, ha concluso il ministro.

Green pass “rosso”, casi in cui si è comunque in regola: chiarimenti USR Lazio

da La Tecnica della Scuola

Se ad un controllo del Green pass compare il colore rosso significa che non si è in regola e quindi viene inibito l’accesso all’istituto scolastico.

Possono però esserci delle eccezioni, dovute a cause non sempre dipendenti dalla volontà delle persone.

In particolare, l’USR Lazio, con propria nota, ne evidenzia due:

  • chi abbia completato il ciclo vaccinale durante il periodo nel quale i sistemi informativi della Regione Lazio erano sotto attacco da parte di non identificati hacker potrebbe non aver ricevuto il codice del green pass. A queste persone, se dimostrano in altro modo di essere in regola, deve essere consentito l’accesso senza che debbano fare un tampone e in attesa che regolarizzino la situazione con l’aiuto del servizio sanitario regionale;
  • chi abbia ricevuto la prima dose del vaccino e abbia contratto il Covid-19 più di quattordici giorni dopo l’iniezione ha ricevuto un green pass della durata di soli sei mesi, che potrebbero essere scaduti. La circolare n. 40711 del 2021 del Ministero della salute ci informa che, in questi casi, «la schedula vaccinale è da intendersi completata in quanto l’infezione stessa è da considerarsi equivalente alla somministrazione della seconda dose». Anche queste persone potrebbero avere un green pass “rosso”, ma hanno diritto ad accedere ugualmente alle strutture scolastiche in base a quanto scrive il Ministero della salute.

NOTA USR LAZIO

I chiarimenti del Ministero della Salute

Con la suddetta circolare 40711 del 9 settembre scorso il Ministero della Salute ha fornito chiarimenti in merito alla vaccinazione anti-COVID-19 in chi ha contratto un’infezione da SARS-CoV-2 successivamente alla somministrazione della prima dose di un vaccino con schedula vaccinale a due dosi.

A tal proposito, il Ministero ha precisato che:

  • in caso di infezione da SARS-CoV-2 confermata (definita dalla data del primo test molecolare positivo) entro il quattordicesimo giorno dalla somministrazione della prima dose di vaccino, è indicato il completamento della schedula vaccinale con una seconda dose da effettuare entro sei mesi (180 giorni) dalla documentata infezione (data del primo test molecolare positivo); trascorso questo arco di tempo, la schedula vaccinale potrà essere comunque completata, il prima possibile, con la sola seconda dose;
  • in caso di infezione da SARS-CoV-2 confermata (definita dalla data del primo test molecolare positivo) oltre il quattordicesimo giorno dalla somministrazione della prima dose di vaccino, la schedula vaccinale è da intendersi completata in quanto l’infezione stessa è da considerarsi equivalente alla somministrazione della seconda dose. Resta inteso che l’eventuale somministrazione di una seconda dose non è comunque controindicata; ciò vale anche per i soggetti guariti, in precedenza non vaccinati, che hanno ricevuto una sola dose di vaccino dopo l’infezione da SARS-CoV-2.

Il Ministero ha infine chiarito che l’esecuzione di test sierologici, volti a individuare la risposta anticorpale nei confronti del virus, non è indicata ai fini del processo decisionale vaccinale.

CIRCOLARE

Atto di indirizzo, il ministro Bianchi ha firmato. Ecco le priorità

da La Tecnica della Scuola

Il Ministro Patrizio Bianchi ha firmato l’Atto di indirizzo politico-istituzionale del Ministero dell’Istruzione per l’anno 2022.

Il documento individua le priorità politiche che orienteranno l’azione del Ministero per l’anno 2022 e per il triennio 2022-2024, definite in coerenza con i documenti di programmazione economico-finanziaria, in particolare con il Documento di Economia e Finanza (DEF) 2021, con le azioni definite dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con gli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals-SDGs) definiti dall’ONU con l’Agenda 2030, con il quadro regolatorio applicabile al Sistema nazionale di istruzione e formazione, nonché con la vigente normativa in materia di trasparenza e prevenzione della corruzione nelle Amministrazioni pubbliche.

Nello specifico, sono otto le priorità individuate nel documento: garantire il diritto allo studio per tutte le studentesse e tutti gli studenti, potenziare l’offerta formativa nelle scuole di ogni ordine e grado, promuovere processi di innovazione didattica e digitale, promuovere politiche efficaci per la valorizzazione del personale scolastico, investire sull’edilizia scolastica e ripensare gli ambienti di apprendimento in chiave innovativa, rilanciare l’autonomia scolastica e valorizzare il sistema nazionale di valutazione, investire sul sistema integrato 0-6, rafforzare la capacità amministrativa e gestionale del Ministero.

ATTO DI INDIRIZZO

Sistema integrato 0-6: ricostituita la Commissione nazionale e approvate le Linee pedagogiche

da La Tecnica della Scuola

Nella giornata di martedì 14 settembre, si è insediata la nuova Commissione nazionale per il Sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita a sei anni.

La Commissione nella seduta ha approvato la proposta del testo definitivo delle Linee pedagogiche, rielaborate alla luce delle osservazioni presentate dagli stakeholder, da sottoporre al Ministero. Ha proseguito altresì i lavori di redazione, già a buon punto, degli Orientamenti nazionali per i servizi educativi per l’infanzia.

Di cosa si occupa la Commissione nazione?

La Commissione, giunta a scadenza e ricostituita con decreto ministeriale n. 258 del 6 agosto 2021, ha compiti consultivi e propositivi sulla realizzazione del Sistema integrato 0-6, che comprende i servizi educativi per l’infanzia (nidi, sezioni primavera, servizi integrativi) e la Scuola dell’infanzia, ed è composta da esperti in materia di educazione e di istruzione delle bambine e dei bambini dalla nascita fino all’ingresso nella scuola dell’obbligo individuati dal Ministero dell’Istruzione e dalla Conferenza Unificata.

Chi sono i membri della Commissione?

Alla Presidenza della Commissione, la professoressa Susanna Mantovani, docente onoraria di Pedagogia generale e sociale presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, che succede al dirigente tecnico Giancarlo Cerini, scomparso prematuramente nell’aprile scorso. Alla vicepresidenza è nominata la dirigente tecnica in servizio presso la Direzione Generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione (DGOSVI), Maria Rosa Silvestro, rappresentante nazionale del contingente dei dirigenti tecnici nell’ambito della Conferenza per il coordinamento funzionale del sistema nazionale di valutazione.

Di nuovo ingresso i componenti Nadia Bazzano, funzionaria amministrativa della Regione Liguria, Laura Donà, dirigente tecnica dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto, Italo Fiorin, professore straordinario di Didattica generale e di Pedagogia e didattica speciale presso la Libera Università Maria Santissima Assunta, Daniela Marrocchi, dirigente tecnica in servizio presso la DGOSVI, Rosa Seccia, dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo “Madre Claudia Russo-Solimena” di Napoli.

Confermati sostanzialmente i componenti della precedente Commissione, che hanno elaborato gli Orientamenti pedagogici sui legami educativi a distanza (LEAD), hanno contribuito alla stesura dei documenti sulla ripartenza delle attività educative in presenza dopo la sospensione del 2020, hanno steso il documento base delle Linee pedagogiche per il sistema integrato 0-6 e condotto la campagna di consultazione pubblica sul testo tra aprile e luglio.

Covid-19, cosa si intende per contatto stretto e a basso rischio?

da La Tecnica della Scuola

Alcune faq del Ministero della Salute, recentemente aggiornate alle nuove disposizioni in materia di isolamento e quarantena introdotte con la circolare dell’11 agosto 2021, permettono di comprendere il significato di “contatto” e le differenze tra un “contatto stretto” o “ad alto rischio” e un “contatto a basso rischio”.

Cosa si intende per “contatto”?

Un contatto di un caso COVID-19 è qualsiasi persona esposta ad un caso probabile o confermato COVID-19 in un lasso di tempo che va da 48 ore prima dell’insorgenza dei sintomi fino a 14 giorni dopo o fino al momento della diagnosi e dell’isolamento del caso.

Se il caso non presenta sintomi, si definisce contatto una persona che ha avuto contatti con il caso indice in un arco di tempo che va da 48 ore prima della raccolta del campione che ha portato alla conferma e fino a 14 giorni dopo o fino al momento della diagnosi e dell’isolamento del caso.

Chi è il “contatto stretto”?

Il “contatto stretto” (esposizione ad alto rischio) di un caso probabile o confermato è definito come:

  • una persona che vive nella stessa casa di un caso COVID-19
  • una persona che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso COVID-19 (per esempio la stretta di mano)
  • una persona che ha avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso COVID19 (ad esempio toccare a mani nude fazzoletti di carta usati)
  • una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso COVID-19, a distanza minore di 2 metri e di almeno 15 minuti
  • una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d’attesa dell’ospedale) con un caso COVID-19 in assenza di DPI idonei
  • un operatore sanitario o altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso COVID-19 oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso COVID-19 senza l’impiego dei DPI raccomandati o mediante l’utilizzo di DPI non idonei
  • una persona che ha viaggiato seduta in treno, aereo o qualsiasi altro mezzo di trasporto entro due posti in qualsiasi direzione rispetto a un caso COVID-19; sono contatti stretti anche i compagni di viaggio e il personale addetto alla sezione dell’aereo/treno dove il caso indice era seduto.

Gli operatori sanitari, sulla base di valutazioni individuali del rischio, possono ritenere che alcune persone, a prescindere dalla durata e dal setting in cui è avvenuto il contatto, abbiano avuto un’esposizione ad alto rischio.

Cosa si intende invece per “contatto a basso rischio?”

Per contatto a basso rischio si intende una persona che ha avuto una o più delle seguenti esposizioni:

  • una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso COVID-19, ad una distanza inferiore ai 2 metri e per meno di 15 minuti
  • una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d’attesa dell’ospedale) o che ha viaggiato con un caso COVID-19 per meno di 15 minuti
  • un operatore sanitario o altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso COVID-19 oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso COVID-19, provvisto di DPI raccomandati
  • tutti i passeggeri e l’equipaggio di un volo in cui era presente un caso COVID-19, ad eccezione dei passeggeri seduti entro due posti in qualsiasi direzione rispetto al caso COVID-19, dei compagni di viaggio e del personale addetto alla sezione dell’aereo/treno dove il caso indice era seduto che sono infatti classificati contatti ad alto rischio.

Prove Invalsi 2022: ecco il calendario con tutte le date

da La Tecnica della Scuola

 

Tornano, anche per l’a.s. 2021/22, le prove Invalsi, , anche nelle classi seconde delle superiori, in cui lo scorso anno erano state sospese a causa della pandemia.

Partiranno per primi i ragazzi della classe terza della secondaria di primo grado e della quinta secondaria di secondo grado, per evitare la concomitanza con la preparazione all’esame di Stato. Le prove, infatti, per i ragazzi, si svolgeranno tra marzo ed aprile.

Non cambiano le modalità: per la primaria resta cartacea, permentre per medie e superiori le prove si svolgeranno al computer.

Ecco il calendario:

Richiesta di posticipo

Entro il 31 dicembre 2021 le scuole primarie possono presentare richiesta di posticipo solo a condizione che dimostri di aver preso un impegno prima del 16 settembre 2021, data di pubblicazione sul sito INVALSI dei giorni di svolgimento delle prove INVALSI 2022.

Le date per le somministrazioni posticipate sono le seguenti:

  • 12 maggio 2022 – V PRIMARIA: prova di Inglese
  • 13 maggio 2022 – II e V PRIMARIA: prova di Italiano
  • 16 maggio 2022 – II e V PRIMARIA: prova di Matematica.

Dal diritto allo studio alla valorizzazione del personale scolastico: Bianchi firma Atto di indirizzo per il 2022

da Tuttoscuola

Diritto allo studio, potenziamento dell’offerta formativa, promozione dei processi di innovazione didattica e digitale. Sono solo alcune delle priorità del ministero dell’Istruzione contenute nell’Atto di indirizzo politico-istituzionale per l’anno 2022 firmato dal ministro, Patrizio Bianchi.

Il documento individua appunto le priorità politiche che orienteranno l’azione del Ministero per l’anno 2022 e per il triennio 2022-2024, definite in coerenza con i documenti di programmazione economico-finanziaria, in particolare con il Documento di Economia e Finanza (DEF) 2021, con le azioni definite dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con gli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals-SDGs) definiti dall’ONU con l’Agenda 2030, con il quadro regolatorio applicabile al Sistema nazionale di istruzione e formazione, nonché con la vigente normativa in materia di trasparenza e prevenzione della corruzione nelle Amministrazioni pubbliche.

Leggi l’atto di indirizzo per il 2022

Nello specifico, sono otto le priorità individuate nel documento: garantire il diritto allo studio per tutte le studentesse e tutti gli studenti, potenziare l’offerta formativa nelle scuole di ogni ordine e grado, promuovere processi di innovazione didattica e digitale, promuovere politiche efficaci per la valorizzazione del personale scolastico, investire sull’edilizia scolastica e ripensare gli ambienti di apprendimento in chiave innovativa, rilanciare l’autonomia scolastica e valorizzare il sistema nazionale di valutazione, investire sul sistema integrato 0-6, rafforzare la capacità amministrativa e gestionale del Ministero.

Sciopero del primo giorno di scuola: un successo o un flop?

da Tuttoscuola

Tra le novità che quest’anno hanno caratterizzato in tutte le regioni il primo giorno di scuola – oltre al green pass per il personale scolastico e per gli esterni che accedono alla scuola – c’è stato anche lo sciopero proclamato per tutto il personale scolastico per l’intera giornata del primo giorno di lezione; sciopero che si completerà con Puglia e Calabria dove la prima campanella suonerà il 20 settembre. Come è andata finora? Come ha risposto il personale scolastico?

La Funzione Pubblica, che per gli scioperi nel pubblico impiego pubblica un apposito cruscotto, ha reso noti i dati provvisori di adesione riferiti alle giornate di sciopero del 6 settembre 2021 nella Provincia Autonoma di Bolzano, del 13 settembre 2021 nelle Regioni Abruzzo, Basilicata, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto e Provincia Autonoma di Trento e del 14 settembre 2021 nella Regione Sardegna.

Dati provvisori dello “Sciopero nazionale del personale docente, ATA ed educativo, a tempo indeterminato e determinato, delle istituzioni scolastiche ed educative, per l’intera giornata nella data di inizio delle lezioni dell’a.s. 2021/2022 come determinato dai singoli calendari regionali proclamato dalle Associazioni Sindacali ANIEF dal 06.09.2021 e SISA dal 13.09.2021”.

Personale aderente allo sciopero: 1.503 persone tra docenti e personale ATA, pari all’1,15% del personale in servizio.

I dati relativi ai successivi giorni di adesione allo sciopero potranno testimoniare l’eventuale successo dell’astensione. Per il momento i dati provvisori parlano chiaramente.

Sospetti Covid in classe: cosa fare? Domande e risposte

da Tuttoscuola

A pochi giorni dal ritorno a scuola, sono già diverse le classi tornate in DaD per via di un caso di positività al Covid a scuola. Ma cosa fare quando c’è un positivo in classe? A oggi aiutano a fare chiarezza le Faq pubblicate dal ministero dell’Istruzione sul sito #IoTornoAScuola.

Come si procede se l’alunno o il docente risulta positivo al test molecolare?

Rimangono confermate le ordinarie procedure di gestione dei casi di contagio possibili, probabili o confermati, da attuare in collaborazione con le autorità sanitarie territorialmente competenti.
Secondo quanto indicato dal verbale del CTS n.34/2021 “in caso di sintomi indicativi di infezione acuta delle vie respiratorie di personale o studenti, occorre attivare immediatamente la specifica procedura: il soggetto interessato dovrà essere invitato a raggiungere la propria abitazione e si dovrà attivare la procedura di segnalazione e contact tracing da parte della ASL competente”.

Quanto dura la quarantena di quanti hanno completato il ciclo vaccinale da almeno 14 giorni?

Il Ministero della Salute, con circolare n.36254/2021, ha aggiornato le indicazioni sulla quarantena di quanti hanno completato il ciclo vaccinale da almeno 14 giorni. Nello specifico, distingue fra:
a) contatti asintomatici ad alto rischio, c.d. “contatti stretti”: “possono rientrare in comunità dopo un periodo di quarantena di almeno 7 giorni dall’ultima esposizione al caso, al termine del quale risulti eseguito un test molecolare o antigenico con risultato negativo. Qualora non fosse possibile eseguire un test molecolare o antigenico tra il settimo e il quattordicesimo giorno, si può valutare di concludere il periodo di quarantena dopo almeno 14 giorni dall’ultima esposizione al caso, anche in assenza di esame diagnostico molecolare o antigenico“,
b) contatti asintomatici a basso rischio: “non devono essere sottoposti a quarantena, ma devono continuare a mantenere le comuni misure igienico-sanitarie“, mascherina, distanziamento fisico, igiene frequente delle mani, ecc.

Quanto dura la quarantena dei non vaccinati o di quanti non hanno completato il ciclo vaccinale da almeno 14 giorni?

Nella stessa circolare n.36254/2021, il Ministero della Salute precisa per i non vaccinati o per coloro che non hanno completato il ciclo vaccinale da almeno 14 giorni:
a) contatti asintomatici ad alto rischio, “possono rientrare in comunità dopo un periodo di quarantena di almeno 10 giorni dall’ultima esposizione al caso, al termine al termine del quale risulti eseguito un test molecolare o antigenico con risultato negativo“. In assenza del test, anche in questo caso, la quarantena si chiude dopo almeno 14 giorni dall’ultima esposizione al caso, senza necessità di esame diagnostico molecolare o antigenico,
b) contatti asintomatici a basso rischio: “non devono essere sottoposti a quarantena, ma devono continuare a mantenere le comuni misure igienico-sanitarie“, mascherina, distanziamento fisico, igiene frequente delle mani, ecc.
Le indicazioni valgono per i casi COVID.19 confermati da variante VOC non Beta o per cui non è disponibile il sequenziamento.

Quali sono i contatti “a basso rischio”?

Nella circolare n.36254/2021, il Ministero della Salute precisa che per contatto a basso rischio si intende una persona che ha avuto una o più delle seguenti esposizioni: – una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso COVID-19, ad una distanza inferiore ai 2 metri e per meno di 15 minuti; – una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni) o che ha viaggiato con un caso COVID-19 per meno di 15 minuti.

Quali sono i sintomi per valutare se non mandare a scuola il proprio figlio?

Il Protocollo di sicurezza per l’avvio dell’anno scolastico 2021/2022 conferma l’obbligo di rimanere al proprio domicilio in presenza di temperatura oltre i 37,5° o altri sintomi simil-influenzali e di chiamare il proprio medico di famiglia e l’autorità sanitaria. È pure confermato il divieto di fare ingresso o di permanere nei locali scolastici laddove, anche successivamente all’ingresso, sussistano le condizioni di pericolo (soggetti con sintomatologia respiratoria o temperatura corporea superiore a 37,5°; provenienza da zone a rischio o contatto con persone positive al virus nei 14 giorni precedenti, etc.) stabilite dalle autorità sanitarie competenti.

Cosa devo fare se nella classe si è verificato un caso COVID-19?

Secondo quanto indicato dal CTS, “il soggetto interessato dovrà essere invitato a raggiungere la propria abitazione e si dovrà attivare la procedura di segnalazione e contact tracing da parte della ASL competente”. Rimangono valide le disposizioni previste dallo stesso CTS per l’anno scolastico 2020-2021.

Sono previste azioni di screening per gli studenti?

L’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con il Ministero della Salute, il Commissario straordinario e il Ministero dell’Istruzione, sta definendo un piano di screening della popolazione scolastica, con particolare attenzione alla fascia di età 6-12 anni. Le scuole interessate saranno progressivamente individuate in collaborazione fra autorità sanitarie e uffici scolastici.

Esiste un quadro sintetico riassuntivo delle regole da adottarsi?

Utile la tabella sintetica alle pagg. 37-40 del documento dell’ISS “Indicazioni strategiche ad interim per la prevenzione e il controllo delle infezioni da SARS-CoV-2 in ambito scolastico (a.s. 2021-2022)”, del 1 settembre 2021:
https://www.iss.it/documents/20126/0/Strategico+scuola+e+Protocollo+operativo+test_2021-2022+v5_Finale.pdf/d2a71626-e610-1d8b-9112-a55d392e9877?t=1630528624490