Categorie protette e collocamento mirato

Categorie protette e collocamento mirato: come funziona la normativa sull’inserimento lavorativo per persone disabili    
Disabili.com del 03/01/2022

Quanti disabili deve assumere un’azienda? Nel privato e nel pubblico funziona allo stesso modo? Come ci si iscrive alle liste speciali delle categorie protette? In attesa della riforma promessa dalla Ministra Stefani facciamo il punto della situazione.

L’inserimento lavorativo delle persone disabili è regolamentato in Italia dalla Legge n. 68 del 23 marzo 1999 che, già dal primissimo comma, dichiara il proprio intento di promozione dell’inserimento e della integrazione lavorativa delle persone disabili nel mondo del lavoro attraverso servizi di sostegno e di collocamento mirato.

COSA SI INTENDE PER COLLOCAMENTO MIRATO
L’Art. 2 spiega che per collocamento mirato dei disabili si intende quella serie di strumenti tecnici e di supporto che permettono di valutare adeguatamente le persone con disabilità nelle loro capacità lavorative e di inserirle nel posto adatto, attraverso analisi di posti di lavoro, forme di sostegno, azioni positive e soluzioni dei problemi connessi con gli ambienti, gli strumenti e le relazioni interpersonali sui luoghi quotidiani di lavoro e di relazione.

A CHI SI APPLICA IL COLLOCAMENTO MIRATO
Possono iscriversi alle liste delle cosiddette “categorie protette”, e di conseguenza accedere al collocamento mirato, tutti i lavoratori come definiti ai sensi sempre del comma 1 Art. 1 della Legge 68:
a)  persone in età lavorativa affette da minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali handicap intellettivo cui sia stata riconosciuta un’invalidità civile – con conseguente riduzione della capacità lavorativa – superiore al 45%;
b) invalidi del lavoro con un grado di invalidità, accertata dall’INAIL, superiore al 33%;
c) non vedenti, colpiti da cecità assoluta o con un residuo visivo non superiore a un decimo a entrambi gli occhi, o sordomuti, colpiti da sordità dalla nascita o prima dell’apprendimento della lingua parlata;
d) invalidi di guerra, invalidi civili di guerra e invalidi per servizio con minorazioni ascritte dalla prima all’ottava categoria di cui alle tabelle annesse al testo unico delle norme in materia di pensioni di guerra, approvato con Decreto del Presidente della Repubblica n. 915 del 23 dicembre 1978  e successive modificazioni.

COME ISCRIVERSI ALLE LISTE SPECIALI
Gli organismi individuati dalle Regioni, denominati “uffici competenti”, provvedono, in raccordo con i servizi sociali, sanitari, educativi e formativi del territorio, secondo le specifiche competenze loro attribuite, alla programmazione, all’attuazione, alla verifica degli interventi volti a favorire l’inserimento dei soggetti destinatari della Legge 68. 
Gli uffici competenti sono inoltre responsabili dell’avviamento lavorativo, della tenuta delle liste, del rilascio delle autorizzazioni, degli esoneri e delle compensazioni territoriali, della stipula delle convenzioni e dell’attuazione del collocamento mirato
Sono, di norma, scelti come “uffici competenti” i Centri per l’impiego di ciascuna provincia. Sono questi dunque i luoghi a cui fare richiesta d’iscrizione alle liste di categorie protette. Prima di far questo, però, occorre munirsi di una certificazione che attesti il possesso della percentuale di invalidità necessaria per l’iscrizione.

GLI OBBLIGI DEI DATORI DI LAVORO
Ai sensi del comma 1 dell’Art. 3 i datori di lavoro pubblici e privati sono tenuti ad avere alle loro dipendenze lavoratori appartenenti alle categorie protette nella seguente misura:
a) sette per cento dei lavoratori occupati, se occupano più di 50 dipendenti;
b) due lavoratori, se occupano da 36 a 50 dipendenti;
c) un lavoratore, se occupano da 15 a 35 dipendenti.

Per adempiere ai suddetti obblighi, ai sensi di quanto previsto dal comma 1 dell’Art. 7 i datori di lavoro assumono i lavoratori facendone richiesta di avviamento agli uffici competenti oppure attraverso la stipula di convenzioni aventi ad oggetto la determinazione di un programma mirante al conseguimento degli obiettivi occupazionali di cui alla stessa Legge 68.

Il Decreto legislativo n. 151 del 14 settembre 2015 è intervenuto sulle modalità di assunzioni obbligatorie prevedendo che i datori di lavoro privati possano assumere i lavoratori mediante richiesta nominativa ma anche che, decorsi 60 giorni dal momento in cui sono obbligati all’assunzione, gli stessi siano tenuti a presentare richiesta numerica individuando con il servizio per il collocamento mirato competente la qualifica sulla base di quelle possedute dagli iscritti nelle apposite liste.

Eccezionalmente, il datore di lavoro può chiedere di essere esonerato dall’assunzione obbligatoria se la sua attività rientra in uno dei seguenti settori:
– edile;
– trasporto aereo, marittimo, terrestre: per il personale viaggiante/navigante;
– impianti a fune;
–  minerario.

ENTI PUBBLICI E CONCORSI
Ai sensi di quanto previsto dal comma 6 dell’Art. 3, anche agli enti pubblici economici si applica la disciplina prevista per i datori di lavoro privati.
Il comma 1 dell’Art. 16 stabilisce che i disabili possono partecipare a tutti i concorsi per il pubblico impiego, da qualsiasi amministrazione pubblica siano banditi. A tal fine i bandi di concorso prevedono speciali modalità di svolgimento delle prove di esame per consentire ai soggetti suddetti di concorrere in effettive condizioni di parità con gli altri (agevolazione prevista anche dall’Art. 20 della L. 104). L’iscrizione alle liste del collocamento non è indispensabile per la partecipazione alla procedura selettiva, ma solo al momento della sottoscrizione del contratto di lavoro.

Pertanto, l’unica certificazione medica che può essere richiesta per l’accesso all’impiego pubblico della persona con disabilità è la certificazione attestante l’idoneità allo svolgimento delle mansioni proprie del posto da ricoprire oppure di compatibilità delle residue capacità lavorative con le specifiche mansioni da svolgere.

Per le aziende, siano esse pubbliche o private, che non ottemperino agli obblighi di legge sulle assunzioni dei lavoratori appartenenti alle categorie protette il comma 1 dell’Art. 15 prevede sanzioni amministrative commisurate alla mancanza di rispetto dell’obbligo prescritto. Le sanzioni pagate dai datori di lavoro che non ottemperano all’obbligo di assunzione di invalidi sono destinate al Fondo regionale per l’occupazione dei disabili.

di Alessandra Babetto

Scuole Sicilia, ipotesi posticipo rientro al 10 gennaio. Possibili lezioni a distanza per studenti superiori

da OrizzonteScuola

Di redazione

La Sicilia, come da ordinanza del ministro della Salute, passa alla zona gialla da lunedì 3 gennaio. Non cambia sostanzialmente quasi nulla rispetto alla zona bianca. Gli studenti, come previsto dal calendario scolastico regionale, dovrebbero rientrare in aula il 7 gennaio, subito dopo l’Epifania, salvo le scelte autonoma delle scuole che attuano la settimana corta e che potrebbero aver optato per il rientro lunedì 10 gennaio.

Tuttavia, si starebbe valutando un rientro posticipato dalle vacanze natalizie a lunedì 10 gennaio per tutti. La scelta è già stata attuata dall’Abruzzo prevedendo uno screening per gli studenti.

Dalle pagine di la Repubblica, si starebbe inoltre prospettando la didattica in presenza al 100% dalle primarie alle secondarie di primo grado, mentre per le secondarie di secondo grado dal 70 al 100% delle ore di lezione.


Rientro scuola 2022, su nuove quarantene e DaD Governo spaccato ma il problema è chi farà i tamponi agli alunni positivi

da La Tecnica della Scuola

Di Alessandro Giuliani

Mentre in Europa si superano i 100 milioni di casi Covid-19 e in Italia il tasso di positività schizza al 21,9%, con i ricoveri ordinari che aumentano di 500 unità in sole 24 ore, da noi non avrebbe trovato i consensi necessari la proposta di Capodanno delle Regioni per il ritorno in classe dopo la Befana con il mantenimento della didattica in presenza, anche nella scuola primaria, con un alunno positivo al Covid-19 e con l’imposizione della DaD solo ai non vaccinati qualora i contagi in classe dovessero essere due (mantenendo in presenza e in autosorveglianza i vaccinati con mascherina Ffp2): l’idea, caldeggiata dal presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, è piaciuta diversi ministri, ma è stata di fatto bocciata dai sottosegretari all’Istruzione, Barbara Floridia e Rossano Sasso. I rappresentanti dell’esecutivo Draghi parlano di discriminazione, in particolare la parlamentare grillina, e di DaD che sacrifica il diritto allo studio, il rappresentante leghista.

I sindaci controcorrente

C’è però anche chi, come il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, parla con insistenza di quarantena forzata per tutti gli alunni così da far prevalere (come è accaduto nel 2021) il diritto alla Salute: “Sembrerebbe giusto – ha detto – usare un mese per ampliare la vaccinazione per i bimbi piccoli e riaprire gli istituti in sicurezza”.

Qualche giorno prima anche il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, ha detto che stava seriamente valutando una ulteriore chiusura delle scuole dopo le vacanze natalizie.

Con i piedi ben saldati per terra continuano ad essere centinaia di sindaci, capitanati da Matteo Ricci, presidente nazionale delle Autonomie Locali Italiane e primo cittadino di Pesaro.

“Se vogliamo una scuola sicura ed evitare la dad – ha ribadito Ricci il 2 gennaio su twitter – non c’è alternativa al Green Pass per gli studenti. Come sindaci lo diciamo da settimane. Vaccino o tampone periodico gratuito per la minoranza non vaccinata. Il Governo ascolti i sindaci”, ha sottolineato Ricci.

Ma c’è pure qualche governatore che ha già preso qualche contromisura: in Abruzzo, un’ordinanza regionale ha disposto la sospensione delle attività didattiche il 7 e 8 gennaio.

Il vero problema

Rimane da capire, però, come mai l’attenzione mediatica e dei politici non abbia preso in considerazione il vero problema che ha tenuto le scuole sotto scacco fino ad oggi: la mancanza delle strutture mediche in grado di effettuare il tampone immediato agli alunni qualora vi siano dei positivi in classe.

Comunque vada, infatti, le nuove quarantene precauzionali previste dal decreto-legge approvato dal Governo il 29 dicembre per introdurre misure urgenti al fine di contrastare la diffusione del Covid-19, necessitano di una struttura operativa ed efficace. Non certo il silenzio imbarazzante delle ultime settimane, malgrado l’impegno delle istituzioni a svolgere i test in tempi rapidi, con i presidi costretti in alta percentuale a mettere tutti in quarantena in attesa di risposte che non arrivavano.

La grave mancanza è stata ammessa anche dal commissario straordinario all’Emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, il quale ha rivelato che al 23 dicembre l’Esercito aveva realizzato i tamponi solo in appena 300 scuole su 8.200.

Il CdM del 5 gennaio

Sono tutte considerazioni che verranno affrontate mercoledì prossimo, 5 gennaio, durante il Consiglio dei ministri, che all’ordine del giorno avrà proprio le regole per la ripresa delle lezioni.

A pesare non poco sarà certamente la posizione dell’entourage del premier Mario Draghi, fautore di un incremento, assieme alle vaccinazioni, anche dei tamponi e del tracciamento. Solo che tra le decisioni e la realtà potrebbe esserci ancora troppa distanza.

Gissi (Cisl): gli alunni non devono sentirsi considerati diversi

A farlo presente sono stati pure i sindacati ,che non gradirebbero una didattica diversificata, con una parte degli allievi in presenza e l’altra in DaD. Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola, ricorda “con molta preoccupazione l’esperienza delle lezioni organizzate in parte in presenza e in parte a distanza. Un modello organizzativo che non ha mai garantito la qualità della proposta formativa”.

La la numero uno della Cisl Scuola ha spiegato all’Ansa che “chi segue in classe ha bisogno di tutta l’attenzione dell’insegnante. Chi invece è in Ddi ha tempi diversi e necessita di proposte più essenziali. Non si possono bloccare i bambini o gli studenti in quarantena per 5 ore davanti al Pc

Gissi ha detto poi di avere “firmato un contratto integrativo sulla Ddi (anche se non da tutti i sindacati ndr) proprio per garantire la gestione ottimale dei tempi e della condivisione delle scelte”.

Quindi, “se c’è un aspetto discriminante che farà più male agli alunni e alle famiglie è l’essere considerati diversi in un percorso formativo che rischia l’iniquità. I vaccinati responsabili non si sentiranno gratificati, gli altri non saranno comunque felici per l’isolamento”.

Infine, ha detto Gissi, “occorre poi considerare che i dirigenti scolastici, per motivi di privacy, non hanno la possibilità di conoscere lo status vaccinale degli alunni”.


Rinnovo contratto scuola, se ne parlerà il 4 gennaio nell’incontro tra Ministro Bianchi e i sindacati

da La Tecnica della Scuola

Di Lucio Ficara

Convocati dall’Ufficio di Gabinetto del Ministero dell’Istruzione per martedì 4 gennaio alle ore 14:30, in modalità telematica, le organizzazioni sindacali rappresentative per discutere della legge di bilancio e le relative prospettive politiche.

Contratto scaduto da tre anni

Uno dei punti nevralgici che vedrà il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi confrontarsi con i sindacati rappresentativi, durante l’incontro del 4 gennaio 2022, sarà proprio il tema riguardante il rinnovo del contratto scuola 2019-2021 che è scaduto da più di tre anni.

Al tavolo sono stati convocati, la Flc Cgil, la Uil scuola, lo Snals e la Gilga degli Insegnanti che rientrano al tavolo per chiarimenti politici dopo lo sciopero del 10 dicembre. L’Anief che dallo sciopero del 10 dicembre ha posto prioritariamente il problema delle assunzioni dei precari con tre anni di servizio e il problema dei vincoli sulla mobilità, la Cisl scuola che non ha mai abbandonato il tavolo degli incontri con il ministero dell’Istruzione, saranno presenti all’incontro anche ANP e Dirigentiscuola.

Il contratto scuola è scaduto da più di tre anni, precisamente dal 31 dicembre del 2018. Non è riuscito a rinnovarlo l’ex Ministro Marco Bussetti in carica a viale Trastevere dal giugno 2018 al settembre 2019, nemmeno l’ex Ministro Lorenzo Fioramonti in carica dal settembre 2019 al dicembre 2019, ha fallito anche l’ex Ministra Lucia Azzolina alla guida del Ministero dell’Istruzione dal gennaio 2020 fino a febbraio 2021. Ora pure il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi è in evidente difficoltà per chiudere il contratto scuola 2019-2021. Mancano i soldi e i sindacati sono stati, fino a qualche giorno addietro, in stato di agitazione, fatta eccezione per la Cisl scuola. Con l’1 gennaio 2022 non solo è scaduto da più di tre anni il contratto 2019-2021, ma si dovrebbe anche già pensare al rinnovo del CCNL scuola 2022-2024, ma già le risorse, tenendo anche contro della legge di bilancio 2022, sono veramente insufficienti.

Il punto sindacale su Bianchi

Il leader della Uil scuola, Pino Turi, in vista dell’incontro del 4 gennaio prossimo, dice con chiarezza che adesso servono i fatti e non le parole. In buona sostanza per la Uil scuola il tempo delle chiacchiere è finito, servono atti concreti per rinnovare il CCNL scuola in modo da restituire dignità professionale a docenti e personale Ata.

Per Francesco Sinopoli, leader della Flc Cgil, è necessario dare seguito agli impegni sottoscritti con il Patto per la scuola, rivendicati nello sciopero del 10 dicembre che attualmente sono stati completamente disattesi. In quel “Patto” si prevedevano efficaci politiche salariali per la valorizzazione del personale dirigente, docente e ATA, con il prossimo rinnovo del contratto.

La Segretaria nazionale dello Snals, Elvira Serafini, senza mezzi termini definisce la Scuola allo sbando, per la mancanza di adeguate risorse economiche per il rinnovo del contratto scuola e per le insufficienti soluzioni del Governo riguardo l’aumento dei contagi. La Serafini dice basta alle promesse senza riscontro oggettivo, adesso -conclude il leader dello Snals- servono i fatti.

Per Rino Di Meglio, Coordinatore Nazionale della Gilda Insegnanti, il Governo Draghi non ha a cuore la scuola e che per l’istruzione servirebbero ingenti investimenti. Con le poche risorse economiche disposte in legge di bilancio, specifica Di Meglio, non sarà possibile rinnovare il contratto scuola scaduto ormai da più di tre anni.

Maddalena Gissi, Segretaria Nazionale della Cisl scuola, dichiara, in riferimento alla grave situazione dell’aumento dei contagi, che prima di adottare delle nuove regole per la scuola bisognerebbe consultare chi ne conosce le modalità organizzative. La Cisl scuola propone, in modo costruttivo e senza abbandonare il tavolo sindacale, la soluzione sui vincoli della mobilità e spera di essere ascoltata dal Ministro Bianchi. Per la leader della Cisl scuola la proposta di un rinnovo contrattuale a 87 euro lorde al mese è del tutto insufficiente, serve un rinnovo a tre cifre.

Carichi aggiuntivi e pochi soldi

Il Ministro Bianchi non solo ha scontentato i sindacati, tutti escluso nessuno, dal punto di vista delle risorse economiche messe in campo per il rinnovo del CCNL scuola 2019-2021, ma ha emanato il DM 188 sull’obbligatorietà della formazione dei docenti sull’inclusione, anche se poi ha rimandato l’avvio di tali corsi per mancanza di accordi sindacali e perché tale obbligo non è stato recepito dal contratto scuola che non è stato ancora firmato. Il carico aggiuntivo di almeno 25 ore di formazione obbligatoria per tutti i docenti senza specializzazione sul sostegno e che sono impegnati in una classe con l’alunno disabile, disposto per via legislativa con la legge di bilancio 2021, saranno attuate al di fuori del CCNL scuola con possibile contenzioso, oppure saranno rinviate fino a quando il Ministro Bianchi troverà un accordo con i sindacati? Nell’incontro del prossimo 4 gennaio, si parlerà sicuramente anche di questo e si potrà capire che strada prenderà l’attuale Ministro dell’Istruzione.

Rientro scuola 2022, in molte regioni slitta. Attese nuove regole sulla quarantena

da La Tecnica della Scuola

Di Carla Virzì

Nel nostro calendario scolastico con la mappa delle regioni abbiamo dato conto dell’inizio e fine delle festività natalizie, spiegando che addirittura in alcune zone del paese, dalla Campania al Molise, dalla Puglia alla Valle d’Aosta, le scuole sospenderanno le lezioni per ben 18 giorni, dal 23 dicembre al 9 gennaio, mentre altre dovrebbero fare rientrare gli studenti già venerdì 7 gennaio. Così, perlomeno, dovrebbe essere. In realtà in alcuni territori la riapertura delle scuole slitterà a causa dei contagi, mentre si studiano nuove norme su Dad e quarantena, che dovrebbero essere in arrivo nel corso di questa settimana.

Ad esempio, è stato posticipato a lunedì 10 gennaio il rientro ai nidi e alle scuole dell’infanzia comunali nel Comune di Siena “a seguito dell’evolversi della situazione pandemica cittadina e dei provvedimenti di quarantena che coinvolgono il personale scolastico e diverse sezioni bolla dei nidi e delle scuole dell’infanzia comunali”; e slitta al 10 gennaio anche la riapertura delle scuole in Abruzzo, secondo un’ordinanza regionale che dispone la sospensione delle attività didattiche il 7 e 8 gennaio.

Quanto alla Campania, il governatore Vincenzo De Luca valuta l’ipotesi di chiudere le scuole elementari in presenza per un mese – e quindi con lezioni in Dad – per procedere con le somministrazioni e consentirne la riapertura in sicurezza. “In questo momento – dice De Luca – il grosso del contagio del Covid riguarda le età di 5-11 anni e 0-16 anni. Sembrerebbe giusto usare un mese per ampliare la vaccinazione per i bimbi piccoli e riaprire gli istituti in sicurezza”.

Intanto pare che il Governo stia valutando, in accordo con le Regioni, regole diverse anti Covid, soprattutto alle elementari e in prima media, visto l’avvio della campagna vaccinale 5-11.

Ipotesi nuove quarantene

Quali ipotesi sulle nuove quarantene?

Scuola primaria e secondaria di primo grado

Sembra probabile che anche per le scuole elementari e la prima media – così come già succede per quelle successive – si possa prevedere, nel caso di due studenti risultati positivi in una classe, solo l’autosorveglianza di cinque giorni (con test a 10 giorni) per i ragazzi vaccinati (o guariti negli ultimi tre mesi) e la quarantena di 10 giorni con DaD (quest’ultimo caso laddove previsto) per i non vaccinati.

Con tre contagi in una sola classe, sarebbe poi la Asl a valutare ulteriori provvedimenti come la sospensione dell’attività in presenza per tutti.

Scuola dell’infanzia

Nelle scuole dell’infanzia, data l’assenza di vaccini, resterebbe invece la quarantena di dieci giorni per tutti con tampone con un solo caso positivo. Valutazioni, queste ultime, che potrebbero approdare al Cdm del prossimo 5 gennaio.

Le dichiarazioni di Massimiliano Fedriga

Il Presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga – che ha incontrato venerdì 31 dicembre Bianchi e Speranza – assicura: “si tratta di ipotesi di intervento che, sulla falsariga di quanto è stato fatto con l’ultimo decreto, alleggeriscono anche il mondo della scuola sul fronte dei protocolli, delle quarantene e dei tamponi attualmente previsti.

Covid, tasso positività al 13%: si complica il rientro del 7-10 gennaio, alcuni Comuni e Regioni annunciano che la riapertura slitterà

da La Tecnica della Scuola

Di Alessandro Giuliani

Sul ritorno in classe di tutti gli alunni, dopo il termine delle festività natalizie e d’inizio 2022, i dubbi col passare del tempo stanno aumentando. Prima di tutto perché i casi di contagio da Covid-19 si stanno allargando a macchia d’olio: anche il 1° giorno dell’anno se ne sono contati oltre 141mila, con il tasso di positività dei tamponi che ha raggiunto il 13%. Inoltre, da lunedì 3 gennaio mezza Italia si ritroverà ad osservare le regole dei territori Gialli.

Così, l’innalzamento sensibile dei contagi potrebbe far scattare disposizioni particolari in luoghi, come le scuole, dove convivono al chiuso tanti individui per molte ore al giorno. Ancora di più perchè stavolta tra le fasce d’età più esposte e che trasmettono con facilità il virus, figurano proprio quelle degli under 20.

All’interno degli istituti non è ancora chiaro come si realizzeranno le nuove quarantene precauzionali previste dal decreto-legge approvato dal Governo il 29 dicembre per introdurre misure urgenti al fine di contrastare la diffusione del Covid-19.

Il “canovaccio” potrebbe essere stato predisposto l’ultimo giorno del 2021 durante l’incontro tenuto dai ministri dell’Istruzione Patrizio Bianchi e della Salute Roberto Speranza con il Presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga a seguito della richiesta proprio delle Regioni.

La possibile gestione del Covid a scuola

Dal confronto è emerso che anche per la scuola primaria e la prima media si potrà procedere come per avviene per la secondaria: qualora risultassero positivi al virus uno o due studenti positivi in una classe, per gli alunni vaccinati (o guariti negli ultimi tre mesi) scatterebbe solo l’autosorveglianza di cinque giorni (con test a 10 giorni), mentre i non vaccinati (o vaccinati o guariti da troppo tempo) andrebbero in quarantena di 10 giorni e quindi seguirebbero le lezioni con la DaD.

Con tre contagi in una sola classe, sarebbe invece la Asl (o i mezzi analoghi messi a disposizione dell’Esercito, come detto più volte dal commissario straordinario all’emergenza CoronavirusFrancesco Paolo Figliuolo) a verificare la necessità diulteriori provvedimenti come la sospensione dell’attività in presenza.

Mentre nelle scuole dell’infanzia resterebbe invece la quarantena di dieci giorni per tutti con tampone con un solo caso positivo.

Per avere una conferma sulle disposizioni, però, bisognerà attendere il 5 gennaio, quando dovrebbe svolgersi il prossimo Consiglio dei ministri.

I sindaci e governatori che hanno già preso decisioni

Nel frattempo, i sindaci e i presidenti delle Regioni potrebbero prendere la situazione locale in mano. Le avvisaglie ci sono tutte.

Nei giorni scorsi, ad uscire allo scoperto era stato il sindaco di Benevento Clemente Mastella, che ha parlato apertamente di ulteriore chiusura delle scuole dopo le vacanze natalizie.

A cavallo tra i due anni, si sono fatti sentire anche altri primi cittadini e governatori.

In Abruzzo, un’ordinanza regionale dispone la sospensione delle attività didattiche il 7 e 8 gennaio, quindi si riprenderà lunedì 10 gennaio.

Il presidente della CampaniaVincenzo De Luca, ha invece fatto sapere che sta valutando la fattibilità di chiudere le scuole primarie in presenza per un mese, durante il quale gli alunni potranno così vaccinarsi, sperare poi in un calo dei contagi e quindi riprendere attorno al 10 febbraio con una maggiore sicurezza per la salute.

“In questo momento – ha detto De Luca – il grosso del contagio del Covid riguarda le età di 5-11 anni e 0-16 anni. Sembrerebbe giusto usare un mese per ampliare la vaccinazione per i bimbi piccoli e riaprire gli istituti in sicurezza”.

Siena, infine, il Comune ha deciso di posticipare a lunedì 10 gennaio il rientro ai nidi e alle scuole dell’infanzia comunali “a seguito dell’evolversi della situazione pandemica cittadina e dei provvedimenti di quarantena che coinvolgono il personale scolastico e diverse sezioni bolla dei nidi e delle scuole dell’infanzia comunali”.

Mattarella esalta la dedizione dei docenti e incita i giovani con le parole del prof di Ravanusa: non siate indifferenti!

da La Tecnica della Scuola

Di Alessandro Giuliani

Nel suo probabile ultimo messaggio di fine anno, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha citato il messaggio di commiato del professore Pietro Carmina ai suoi studenti, il docente che ha perso la vita poche settimane fa a seguito del crollo di alcune palazzine in seguito ad una fuga di gas a Ravanusa, in provincia di Agrigento.

“Vorrei ricordare la commovente lettera del professor Pietro Carmina, vittima del recente, drammatico crollo di Ravanusa”, ha detto il Capo dello Stato in diretta televisiva nella sera dell’ultimo giorno del 2021.

Mattarella ha ricordato che “il professore di filosofia e storia, andando in pensione due anni fa, aveva scritto ai suoi studenti: ‘Usate le parole che vi ho insegnato per difendervi e per difendere chi quelle parole non le ha. Non siate spettatori ma protagonisti della storia che vivete oggi”.

“Non abbiate paura di rischiare per non sbagliare”

E ancora, sempre rivolgendosi ai giovani con le parole del professore Carmina: “Infilatevi dentro, sporcatevi le mani, mordetela la vita, non adattatevi, impegnatevi, non rinunciate mai a perseguire le vostre mete, anche le più ambiziose, caricatevi sulle spalle chi non ce la fa. Voi non siete il futuro, siete il presente. Vi prego: non siate mai indifferenti, non abbiate paura di rischiare per non sbagliare…’”.

“Faccio mie – con rispetto – queste parole di esortazione così efficaci, che manifestano anche la dedizione dei nostri docenti al loro compito educativo”, ha sottolineato il Presidente della Repubblica.

Quella parola nella Legge di Bilancio…

Quella parola “dedizione” è la stessa che era stata inserita in una delle prime bozze della Legge di Bilancio 2022 nell’assegnazione dei fondi della valorizzazione dei docenti: poi, a seguito delle critiche espresse dai sindacati, e non solo, l’espressione è venuta meno.

Forse, non è un caso che sia stata citata dal Capo dello Stato: tutti gli insegnanti, infatti, dovrebbero svolgere la professione con “dedizione”. È una caratteristica insita nella professione, che quindi non va premiata. Va solo rimarcata. Come ha fatto il presidente Sergio Mattarella a poche settimane dal suo addio al Quirinale.

Bianchi ringrazia Mattarella: ha ricordato la passione dei docenti

Su su Twitter il ministro dell’istruzione, Patrizio Bianchi, ha ringraziato il Capo dello Stato.

“Grazie al Presidente Mattarella per il messaggio di unità e rispetto dei valori della Costituzione. Per aver ricordato le parole del professor Carmina, la passione dei docenti. Per aver dato fiducia ai giovani. Per l’invito a guardare al futuro con speranza e responsabilità”, ha scritto il titolare del dicastero dell’Istruzione.

Nota 3 gennaio 2022, AOODPPR 4

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali

Ai Dirigenti delle Istituzioni scolastiche ed educative
Ai Coordinatori delle scuole paritarie
e, p.c. Al Commissario straordinario per l’emergenza COVID – 19
Al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Ai Direttori Generali e Dirigenti titolari degli Uffici Scolastici Regionali
Alle OO.SS.

Oggetto: Informazioni in merito alla fornitura di mascherine FFP2

PTOF, RAV, PdM

Con Nota 14 settembre 2021, AOODGOSV 21627, vengono fornite indicazioni indicazioni operative in merito ai documenti strategici delle istituzioni scolastiche (Rapporto di autovalutazione, Piano di miglioramento, Piano triennale dell’offerta formativa) ed alla tempistica del loro aggiornamento

ATTIVITÀTEMPISTICA
apertura funzioni per eventuale aggiornamento RAV e PTOF 2019-202222 settembre 2021
apertura funzioni per la predisposizione del PTOF 2022- 202522 settembre 2021
aggiornamento nelle piattaforme dei dati provenienti dal sistema informativo del Ministeroentro metà ottobre
pubblicazione eventuale aggiornamento RAV, PTOF 2019-2022 e pubblicazione PTOF 2022-2025entro la data di inizio della fase delle iscrizioni