Studente Udine

Studente Udine, Di Meglio: “Non si può morire per maturare crediti, la scuola è altro”

“Lo studente morto tragicamente a Udine in un’azienda non è solo una vittima di un incidente sul lavoro. La pratica dell’alternanza scuola lavoro va rivista. Non possiamo pensare di esporre i nostri studenti allo sfruttamento, o peggio a incidenti. Lo studente friulano è morto lavorando gratis per maturare crediti formativi. La Scuola è altro”. A scriverlo in un post su Facebook è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti.

Tempo di iscrizioni

Tempo di iscrizioni

di Bruno Lorenzo Castrovinci

Tempo di iscrizioni al prossimo anno scolastico, una scelta per le famiglie che, entro venerdì 28 gennaio, devono iscrivere i propri figli.

Una settimana, quindi, per chi non ha già provveduto, anche perché quest’anno alle difficoltà della pandemia, si aggiunge la procedura online da effettuarsi con lo SPID.

L’offerta formativa sul territorio è ricca, dalle scuole secondarie di secondo grado che spaziano dai tradizionali licei classici e scientifici, ai licei musicali per arrivare ai licei internazionali con lo studio di altre lingue compreso il cinese e ai tecnici e professionali, che offrono un’ampia scelta per le professioni del futuro, oggi sempre più orientati verso un pieno sviluppo degli Istituti Tecnici Superiori, che lentamente si stanno sostituendo ai primi anni accademici.

Per i bambini della scuola del primo ciclo, invece, la scelta più significativa è quella del tempo scuola, in quanto ormai il tempo pieno e prolungato sono diventate delle realtà da preferire al tempo normale.

Quali sono i vantaggi?

Indubbiamente un tempo scuola più lungo, con la permanenza in classe per cinque pomeriggi alla settimana, rappresenta un vantaggio in termini di successo formativo, vuoi per i tempi di insegnamento più distesi, ma soprattutto per la possibilità che hanno gli alunni di essere seguiti in attività di studio assistito nei compiti che, nel tempo normale, vengono svolti da soli a casa o con l’aiuto dei genitori.

Nel primo ciclo è importante che l’alunno acquisisca quella competenza personale, sociale e capacità di imparare ad imparare che solo delle attività di metacognizione ben strutturate possono in seguito portare al consolidamento di un metodo di studio che, di fatto, rappresenta il valore aggiunto per i percorsi successivi.

Interessante anche lo sviluppo della competenza sociale e civica in materia di cittadinanza alla base delle buone relazioni con l’altro, in un tempo, il nostro, caratterizzato da un eccessivo isolamento delle nuove generazioni, sempre più attratte da un mondo virtuale che nello smartphone trova l’unico compagno di vita.

Altro aspetto significativo è quale scuola scegliere nella moltitudine di offerte formative, di modi di fare scuola, di istituti che si caratterizzano sempre più grazie all’autonomia scolastica che ne differenzia di molto i curricula.

In aiuto delle famiglie il ministero dell’istruzione ha predisposto il portale scuola in chiaro, dove è possibile confrontare i vari istituti, partendo dal Piano Triennale dell’Offerta Formativa.

A questo si aggiungono i portali istituzionali di ogni singola scuola dove, a volte, con grafica accattivante, ogni istituto mostra i propri servizi aggiuntivi offerti al territorio e a coloro che li sceglieranno per la frequenza dei loro figli.

Insegnanti, professori, alla base di un’idea di scuola perché, in fondo, i veri protagonisti dopo gli studenti sono loro, alcuni appassionati, che riscuotono un ampio apprezzamento sociale, altri invece a volte incompresi, nonostante gli sforzi, nello svolgere le loro attività didattiche con professionalità.

Dirigenti Scolastici, ormai sempre meno leader educativi e sempre più manager confinati nei loro uffici, lontani da quel presidio che distingueva i presidi di un tempo.

Sempre più immersi in una marea di adempimenti, con scadenze costantemente alle porte e con il virus che li tiene sempre più impegnati a risolvere problemi difficili da prevedere.

A questo si aggiungono le ricche risorse che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza mette a disposizione e quelle che il governo ha destinato all’istruzione.

Opportunità certo, ma che sovraccaricano gli uffici amministrativi, in quanto maggiori risorse a disposizione comportano anche maggior tempo da dedicare alle attività negoziali, alla scelta delle cose da acquistare e, non ultimo e non meno importante, a quello che poi bisogna rendicontare.

Middle Management che in alcune realtà non esiste, e mai prenderà la luce, eppure l’ampia partecipazione agli ultimi concorsi per Dirigente Scolastico e per Direttore dei Servizi Generali ed Amministrativi, mostra che nel mondo della scuola di oggi ci sono molte professionalità che vorrebbero emergere e che, creando un ruolo ad hoc, potrebbero trovare spazio ed operare in contesti privi di personale adeguatamente formato.

Scuole, quindi, che cambiano, si trasformano grazie ai nuovi investimenti, ma anche scuole che si cristallizzano, perdendo di fatto delle opportunità uniche per innovarsi e rinnovarsi.

Nell’ecosistema delle pubbliche amministrazioni, agli adempimenti propri delle istituzioni scolastiche si aggiungono quelli da rispettare e che condividono con gli altri enti e uffici centrali e periferici dello stato, dalla trasparenza nella pubblicazione degli atti, agli adempimenti previsti dall’AgiD, per la conservazione dei documenti con il nuovo titolario.

Avanguardie e Avanguardia, i pionieri della ricerca educativa che si spingono oltre in contesti in cui anche la più piccola innovazione rappresenta un’utopia, dove di fatto tutto rimane, nonostante tutto, immutato, come se il tempo, la tecnologia, la ricerca educativa non fossero mai arrivati nella nostra società.

Gli innovatori,  docenti e dirigenti coraggiosi, che guardano oltre e che spesso pagano a caro prezzo questa loro passione per il mondo della scuola.

Eh si! In quanto avere una visione non sempre porta ad un apprezzamento del proprio operato, probabilmente perché alla ricerca educativa spesso non si associa un’ efficace comunicazione che possa raggiungere il cuore delle famiglie, che crei quell’alleanza educativa che, per le scuole secondarie di secondo grado, si scontra con un tempo adolescenziale di ragazzi che mettono a dura prova anche le famiglie più consolidate.

E mentre la LIM và in soffitta lasciando il posto ai più moderni monitor touch screen, la lavagna in ardesia rimane ancora oggi, insieme ai libri di testo, lo strumento più utilizzato dai docenti che, nonostante ore ed ore impegnati a formarsi, non riescono a superare quelle routine, che caratterizza e ha caratterizzato da tempi immemorabili il loro metodo d’insegnamento.

Cosa manca alla scuola italiana, quindi, per essere in linea con la migliore offerta educativa del nostro tempo? Molti se lo chiedono, altri propongono soluzioni, alcuni sperimentano, altri invece rimpiangono il tempo che fu.

Sicuramente il ritorno dei presidi, quei leader educativi osannati dalla Buona Scuola, mai nati, e che solo una riforma sostanziale delle pratiche amministrative e degli adempimenti formali potrebbe liberare da quegli uffici dove, sempre più confinati, non hanno neppure il tempo di un semplice e lento passeggiare nei corridoi, che da solo, nella sua semplicità, fa la differenza.

Eppure la tecnologia offre gli strumenti necessari, basti pensare alle candidature degli avvisi a valere sui fondi strutturali, oggi molto semplificate e che si limitano a pochi passaggi da svolgere per avanzare la propria proposta.

Perché in fondo, senza il presidio, il distacco tra chi dirige e approvvigiona le aule e chi le aule le vive, in modo diretto ed indiretto, diventa un abisso, privando la scuola di quella ricchezza di relazioni indispensabili  per sviluppare appieno le proprie potenzialità.

Tempo di iscrizioni, quindi, un tempo per scegliere il domani che verrà, in un momento in cui si rimpiange il tempo che fu, quando, liberi dalla pandemia, potevamo vivere e viverci, assaporando il bello della nostra umanità.

AMMISSIBILE IL CUMULO OGGETTIVO

IL CONSIGLIO DI STATO ACCOGLIE L’APPELLO DELLO STUDIO LEGALE DANZA E ORDINA LA REINTEGRAZIONE DEI RICORRENTI NEGLI ELENCHI AGGIUNTIVI  ANCHE SE INSERITI IN DI DIVERSI AMBITI TERRITORIALI E USR DI CUI AL D.M. N°51/2021, RITENENDO

Di grande rilevanza l’ordinanza n°254 del 21 gennaio 2022 della VI Sezione del Consiglio di Stato che ha riformato l’ordinanza del TAR Lazio-Sez.III BIS n°6563/2021 di rigetto dell’istanza cautelare di più docenti, esclusi illegittimamente dagli elenchi aggiuntivi di più ambiti Territoriali ed USR di cui al DM n°51/2021 , attuazione della OM n°60/2020 istitutiva delle c.d. GPS.

Il Collegio, nel caso di specie ha accolto la tesi dell’Avv. Maurizio Danza- Prof. Diritto Istruzione e Ricerca Università ISFOA che, nell’appello introduttivo e nelle memorie di udienza,  in particolare aveva sostenuto che, nel caso di specie sussistevano i presupposti atti a qualificare la fattispecie, quale cumulo oggettivo tra gli atti impugnati con riferimento alle domande dei ricorrenti , come ribadito dallo stesso Collegio in una precedente sentenza n°2270/2021 , secondo cui in particolare, deve ritenersi ammissibile il cumulo oggettivo di più domande proposte con un unico ricorso avverso più atti, qualora – come nel caso di specie – tutte le domande ed azioni proposte cumulativamente siano teleologicamente tese alla tutela di una medesima situazione giuridica soggettiva finale, riferibile ad una medesima vicenda concreta, nella specie involgente la questione centrale, comune a tutte le domande cumulate..”

Il legale , aveva altresì fatto rilevare al Collegio, come gli atti gravati fossero del tutto identici ed emanati sulla base dell’art.2 co.1 del D.M. n°51/2021 , atto presupposto di cui si era chiesto in via principale l’annullamento, e già sospeso dalla sesta sezione che si era già pronunciata su caso identico ( Ordinanza del Consiglio di Stato sez.VI n°6462/2021 ).

La Sesta Sezione, si è quindi pronunciata favorevolmente motivando che” Considerato che l’istanza risulta meritevole di accoglimento alla luce dei precedenti di questa Sezione nn. 6230 e 6242 dell’anno 2021;P.Q.M.Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Sesta) accoglie l’appello (ricorso numero: 10359/2021) e, per l’effetto, in riforma dell’ordinanza impugnata, accoglie l’istanza cautelare in primo grado.

Con tale ordinanza di accoglimento-ad avviso dell’Avv. Maurizio Danza – il Consiglio di Stato ha finalmente accolto, la tesi della sussistenza del cumulo oggettivo, anche tra più domande di docenti inseriti in diversi elenchi aggiuntivi,poiché del tutto identiche, e dell’assenza del conflitto di interessi , dando luogo ad un nuovo orientamento giurisprudenziale in materia, applicabile anche ad altri casi  del tutto sovrapponibili a quelli esaminati dalla sesta sezione.

Scuola, Unione degli studenti: via agli Stati generali dal 18 al 20 febbraio

da Il Sole 24 Ore

L’edilizia scolastica, le classi sovraffollate, l’ecologia integrale, il diritto allo studio, i trasporti pubblici, il benessere psicologico, i nodi da affrontare

di Redazione Scuola

Il 21 gennaio l’Unione degli studenti, assieme a varie realtà del mondo politico e sociale, ha tenuto una conferenza stampa per lanciare gli Stati Generali della Scuola, indetti dal 18 al 20 febbraio a Roma «con l’intento di riformare la scuola italiana». «Siamo organizzazioni, movimenti e realtà sociali del paese – dichiarano -. Dallo scoppio della pandemia la scuola è tornata al centro del dibattito ma le sue carenze strutturali non sono mai state affrontate veramente mettendo in campo le risorse necessarie per interventi strutturali. L’edilizia scolastica, le classi sovraffollate, l’ecologia integrale, il diritto allo studio, i trasporti pubblici, il benessere psicologico sono solo alcuni dei temi che abbiamo messo al centro del dibattito negli scorsi mesi».

La campagna “Cantiere Scuola”

Da un anno, fa sapere ancora l’Unione degli studenti, «abbiamo avviato e aderito alla campagna “Cantiere Scuola”, abbiamo discusso e ci siamo confrontati per ricostruire un nuovo immaginario del sistema educativo del nostro paese. Il 19 Novembre, il 10 e il 16 dicembre a migliaia siamo scesi nelle piazze del paese, abbiamo occupato e autogestito scuole. È giunta l’ora di mettere a sistema tutte le riflessioni e i ragionamenti che abbiamo prodotto. È a partire dalla scuola e dai luoghi della formazione che possiamo immaginare una società più equa e avviare l’uscita del nostro paese dalla crisi economica e sociale». Agli Stati Generali «sono invitate a partecipare tutte le organizzazioni e i movimenti del Paese, oltre che la politica, per ascoltare le riflessioni e le elaborazioni che saranno prodotte».

Mascherine Ffp2 agli studenti, alle scuole i fondi per l’acquisto in farmacia

da Il Sole 24 Ore

Previsti 45,22 milioni in più per acquistare i dispositivi di protezione destinati agli alunni di medie e suoeriori in regime di autosorveglianza

di Eu.B.

Che intorno alla fornitura di mascherine Ffp2 ruotava uno dei rebus ancora da sciogliere per assicurare il mantenimeento della scuola in presenza lo avevamo scritto. Adesso arriva anche la risposta del governo. Nel decreto Sostergni-ter atteso sul tavolo di Palazzo Chigi sono previsti 45,22 milioni in più da destinare alle scuole per l’acquisto dei dispositivi di protezione per gli studenti di medie e superiori in autosorveglianza. A occuparsi della distribuzione non sarà il commissario all’emergenza, come avverrà nelle prossime settimane per i docenti che lavorano all’infanzia o nelle altre situazioni in cui gli studenti sono esentati dall’obbligo di mascherina, ma dovranno essere direttamente le scuole a rivolgersi alle farmacie.

Il finanziamento aggiuntivo

Per il pagamento delle mascherine è prevista un’apposita ripartizione del fondo per l’emergenza Covid da parte del ministero dell’Istruzione che viene apposta rimpinguato con 45,22 milioni. Quanto alla procedura la bozza del dl prevede che «sulla base di un’attestazione dell’istituzione scolastica interessata che ne comprovi l’effettiva esigenza», le farmacie e gli altri rivenditori autorizzati che hanno aderito al protocollo d’intesa per venderle a un prezzo calmierato di 75 centesimi, come previsto dal decreto Natale, forniscono tempestivamente le suddette mascherine alle medesime istituzioni scolastiche, maturando un credito che poi incasseranno.

La soddisfazione dei presidi

Soddisfatto per la misura il presidente dell’Assocazione nazionale presidi, Antonello Giannelli: «La misura contenuta nella bozza sostegni di Ffp2 gratis a professori e studenti in sorveglianza va nella direzione giusta in quanto accoglie, sia pur parzialmente, le nostre richieste». Secondo lui, però, «ora si deve proseguire sulla strada che avevamo indicato, semplificando urgentemente il protocollo di gestione dei casi positivi, allo stato ingestibile, e ampliando la rete di testing territoriale. Queste misure – conclude – se saranno adottate tempestivamente, permetteranno di ridurre significativamente il ricorso alla Dad e alla Ddi. L’Anp è, da sempre, per la scuola in presenza ma chiede di mantenere alto il livello di sicurezza per non mettere a rischio la salute del personale scolastico».

Dati covid scuola, sindacati convocati dal Ministero: tavolo sulla sicurezza il 24 gennaio

da OrizzonteScuola

Di Fabrizio De Angelis

La pressione sindacale ha sortito i suoi effetti: i sindacati sono stati convocati dal Ministero dell’Istruzione per il tavolo nazionale sulla sicurezza il 24 gennaio alle ore 15

Il tavolo sulla sicurezza, chiesto a gran voce da tutte le sigle sindacali nelle ultime settimane, previsto dal protocollo nazionale sulla sicurezza sottoscritto il 14 agosto 2021, sarà l’occasione per ragguagliare le organizzazioni sindacali sugli aggiornamenti sullo stato di attuazione delle misure di sicurezza attualmente previste per il contesto scolastico e sui dati comunicati settimanalmente dalle istituzioni scolastiche in relazione alla “Rilevazione andamento emergenza COVID-19”.

L’incontro potrebbe anche essere l’occasione per fare anticipare le intenzioni del Governo a proposito delle modifiche previste sulle quarantene a scuola, che potrebbero vedere la luce nei prossimi giorni.

Soddisfatta la Flc Cgil, che aveva proposto nei giorni scorsi proprio una diffida a cui l‘amministrazione ha risposto annunciando l’incontro del 24 gennaio.

Nei giorni scorsi i sindacati erano stati piuttosto negativi in seguito all’annuncio dei dati sui contagi del Ministro Patrizio Bianchi.

Secondo la Flc Cgil, “i dati del contagio fra il personale della scuola e gli alunni  sarebbero a dir poco fumosi e opachi. Dati che comunque, se confermati, sono meno rassicuranti di quanto appaiono: il 6,6% in dad e il 13,1% in ddi per singoli studenti significa che complessivamente ci sono 64.368 classi in modalità a distanza o mista pari al 19% del totale“.

Finalmente il ministro Bianchi ha tirato fuori i dati, ma ci sembrano contraddittori in quanto non corrispondono alla nostra percezione: che la scuola funziona al 50%“, commenta invece il segretario nazionale di Uil Scuola Pino Turi .

Per quanto riguarda numeri che vengono dati dobbiamo stare attenti a come leggere le percentuali. La situazione non è quella che appare. Ci vuole un confronto perché siamo noi che sappiamo quello che sta succedendo realmente“, ha detto invece Elvira Serafini, segretaria generale dello Snals.

Per Rino Di Meglio, coordinatore nazionale di Gilda degli insegnanti, i dati forniti dal ministro “si limitano alle percentuali e danno un’idea riduttiva del reale disagio che le scuole stanno vivendo”. 

Marcello Pacifico, presidente dell’Anief: “i dati sembrano sottostimati, abbiamo informazioni costanti di classi che sono costrette alla didattica a distanza a causa dei contagi.

Classe in DaD o DDi? Gli alunni disabili e Bes vanno comunque a scuola: NOTA dei ministeri dell’Istruzione e Salute

da La Tecnica della Scuola

Di Alessandro Giuliani

Dopo la presidenza del Consiglio dei ministri, anche il ministero dell’Istruzione, tramite il Capo Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali, Jacopo Greco, assieme al direttore generale della prevenzione sanitaria, Giovanni Rezza, del dicastero della Salute, prendono posizione sulla necessità di far svolgere didattica in presenza agli alunni disabili e con bisogni educativi speciali. Un’eccezione che va mantenuta anche se i contagi sono altissimi e l’emergenza Covid-19 dovesse diventare elevata.

Disabili e Bes sempre in presenza

Dopo avere citato i “principi costituzionali” e le “regole vigenti nell’ordinamento scolastico, posti a tutela della piena inclusione e dell’integrazione scolastica degli alunni con disabilità”, la circolare interministeriale si sofferma sulle “specifiche condizioni a vantaggio degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali (BES), così come del resto già disposto in una fattispecie analoga dal vigente decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 2 marzo 2021, che introduce la possibilità di svolgere l’attività didattica in presenza, per talune circostanze, anche qualora siano state disposte severe misure restrittive finalizzate al contenimento della diffusione del virus”.

Questo significa, si legge ancora nella Nota interministeriale, che “anche laddove sia stata disposta la sospensione delle attività didattiche in presenza, va garantito ogni qualvolta possibile, secondo quanto di seguito specificato, agli alunni con disabilità o con BES lo svolgimento dell’attività didattica in presenza”.

E se il disabile è solo?

La presenza di un gruppo di alunni, disabili e Bes, garantisce, tra l’altro, quell’integrazione che non dovrebbe mai venire meno in un contesto formativo: la Nota, tuttavia, non cita le situazioni in cui gli allievi con disabilità o Bes dovessero essere gli unici della classe. In queste circostanze, nell’anno passato è stato più volte indicato, dal dicastero di Viale Trastevere, di collocare in presenza a scuola un “gruppo” di compagni di classe normodotati (anche 2-3), così da non lasciare isolato (a livello di gruppo-classe) l’alunno disabile.

Prof sempre a scuola, gli altri alunni a casa

E le scuole dovranno garantire, in contemporanea, “il collegamento telematico con gli alunni della classe che si avvalgono della didattica digitale integrata”: laddove non sia possibile fare didattica “normale”, si ripropone, quindi, l’organizzazione che ha caratterizzato larga parte dello scorso anno dall’ultimo anno della scuola media in poi: docenti e alunni disabili e Bes a scuola, tutti gli altri alunni a casa collegati grazie con le piattaforme telematiche.

Le eccezioni

La frequenza in classi degli allievi, di tutti i cicli scolastici, con disabilità e bisogni educativi speciali, entrambi ovviamente certificati, non si effettuerà solo in alcune circostanze: niente lezioni a scuola, infatti, qualora non dovesse esservi il “consenso dei genitori degli alunni”; se gli stessi allievi dovessero essere positivi al Covid-19 o se “manifestino sintomatologia respiratoria o nei quali la temperatura corporea risulti superiore a 37,5°”.

Le lezioni in presenza, inoltre, dovranno svolgersi “per il personale scolastico e gli alunni, laddove non vi sia una specifica esenzione al riguardo”, utilizzando obbligatoriamente “dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2” e adottando “misure igieniche quali, a titolo esemplificativo, l’uso di gel per le mani e la frequente areazione dei locali”.

Assicurare il distanziamento minimo

Sarà anche indispensabile attuare le lezioni in presenza, con disabili e Bes, “in condizioni tali da assicurare un adeguato distanziamento interpersonale”.

Per le scuole dove è presente la mensa, sarà infine “consentita la consumazione dei pasti a scuola a condizione che possa essere mantenuta una distanza interpersonale di almeno due metri”.

Contratto mobilità: se ne parlerà nell’incontro del 25 gennaio; non si esclude l’atto unilaterale del Ministro

da La Tecnica della Scuola

Di Libero Tassella

Dobbiamo capire, e lo sapremo la prossima settimana, quale sarà la proposta che il Ministero dell’Istruzione farà ai sindacati e se c’è o meno qualche apertura rispetto alla situazione registrata martedì della scorsa settimana.
Nell’ultimo incontro le OO.SS. posero il problema dei vincoli come una sorta di pregiudiziale, fecero una proposta concreta all’amministrazione per il superamento dei vincoli con un preliminare documento congiunto Flc Cgil Cisl Scuola Uil Scuola Snals FGU e chiesero al dott. Versari di rappresentare al Ministro la loro posizione sui vincoli in attesa di una risposta che al momento non è ancora arrivata.
Versari fece presente ai sindacati che le leggi 159/2019 e 106/2021 non concedono alla delegazione di parte pubblica alcun margine sui vincoli in sede di contrattazione integrativa.

I sindacati vorrebbero superare i vincoli al tavolo contrattuale con una loro disapplicazione, vedremo cosa proporrà questa volta l’amministrazione o meglio qual è l’agibilità che Bianchi ha dato a Versari, se ci sarà spazio o meno per una mediazione e fino a che punto può spingersi una siffatta mediazione.

E se non ci sarà alcuna apertura, cosa faranno i sindacati che contro i vincoli avevano chiamato i docenti allo sciopero il 10 dicembre e che avevano disertato i tre incontri sulla mobilità al MI, lasciando al tavolo la sola Cisl?

Ad oggi parrebbe che il piano normativo (conversione decreto Milleproroghe) sia purtroppo un percorso accidentato in quanto eventuali emendamenti sui vincoli potrebbero essere considerati inammissibili.
Una cosa è sicura, il tempo stringe per assicurare l’avvio dell’a.s. 22/23; il contratto deve essere firmato e il Ministro deve emettere l’Ordinanza Ministeriale che deve prevedere le scadenze di presentazione delle domande.
Siamo ormai quasi a fine gennaio; cosa succederà?
Ci sarà un contratto firmato da tutti I sindacati o da un solo sindacato (Cisl Scuola) o avremo un atto unilaterale dell’esecutivo?
Lo sapremo nelle prossime due-tre settimane.

Sileri: le regole sulla scuola vanno aggiornate

da La Tecnica della Scuola

Di Pasquale Almirante

Il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, su Canale 5, ha parlato della rimodulazione delle regole attorno ai vaccini e al green pass: “Credo che un aggiornamento e una rimodulazione delle regole, in generale, non solo nella scuola, con il crescere dei nostri ragazzi vaccinati, sarà necessaria: sulla tempistica aspetterei un altro po’. Non può essere fatto domani, ancora abbiamo una coesistenza anche della Delta: la rimodulazione verrà probabilmente in toto dopo le prossime due settimane. La rimodulazione deve raggiungere la persona positiva ma completamente asintomatica e quindi garantire la reintroduzione nella vita sociale: ne usciremo come contagi” e “ad esempio utilizzare i test rapidi fai-da-te” per il rientro a scuola “significa semplificare la vita ai cittadini”.

Probabilmente non servirà questa mole di tamponi a 0 e 5 giorni: “ma significa migliorare la burocrazia per gli asintomatici con un virus che sembra meno grave. È chiaro che l’introduzione della vaccinazione nella fascia 5-11 anni è arrivata più tardi rispetto alla fascia oltre i 12 anni. Questo determina un numero più basso dei nostri studenti” più piccoli “vaccinati. Ecco perché le regole tendono ad essere differenziate”. E a proposito dei vaccini ha pure specificato: “tra i 5 e gli 11 anni ad aver completato il ciclo vaccinale è una piccola percentuale”, è giusto dunque che la regola “sia diversa rispetto a una popolazione maggiormente vaccinata”.

Sileri non esclude però che le norme possano cambiare nel momento in cui il numero di vaccinati salirà: “Con l’incremento delle vaccinazioni vi sarà un allentamento delle misure”.

Inoltre, ha concluso Sileri, “da quando sono state introdotte le prime regole ci sono stati dei cambiamenti, in particolare la diffusione di Omicron, in una forma importantissima che ha determinato per lo più tantissime persone asintomatiche”.

Tra DaD e scuola in presenza: in arrivo nuove regole per la gestione dei positivi

da Tuttoscuola

Cambiare i tempi della quarantena per gli alunni ed introdurre nuove disposizioni sui tamponi per gli studenti. Sarebbero queste le due nuove regole per la gestione dei contagi a scuola che starebbero mettendo a punto i ministri dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, e della Salute, Roberto Speranza. I provvedimenti sarebbero già stati discussi in queste ore dai tecnici e potrebbero approdare già nel Consiglio dei Ministri in programma per oggi, 21 gennaio. Obiettivo: semplificare il sistema. Intanto in queste ore ha raggiunto circa 15mila firme una petizione lanciata da alcuni genitori sulla piattaforma online Change.org per cambiare le quarantene a scuola.

I firmatari lamentano il protocollo unico per alunni vaccinati e non “che prevede per tutti gli alunni delle scuole primarie, 2 tamponi (t0 e t5) di screening, dad e quarantena di 10 giorni in caso vengano trovati 2 positivi nelle classi dei nostri figli, e, in questo caso, con un ulteriore tampone di uscita per rientrare a scuola. Questo protocollo – si legge nella petizione – è un assurdo controsenso rispetto al Dl 229 del 30/12/21 che prevede, per i vaccinati e i guariti da 120 giorni, in caso di contatto con un positivo, il regime dell’auto-sorveglianza, senza necessità di tampone e di quarantena a meno che non sopraggiungano sintomi. È anche un clamoroso autogol per la buona riuscita della campagna vaccinale per la fascia 5-11 anni, un elemento che avrà un effetto negativo su tutti i genitori indecisi, che non vedranno così alcun tipo di vantaggio nel fare vaccinare i propri figli. I nostri bambini devono avere parità di condizioni e di trattamento rispetto agli altri vaccinati/guariti: chiediamo pertanto che venga loro applicato lo stesso protocollo in vigore nelle scuole secondarie».

Nel corso del vertice tra Bianchi e il presidente del Consiglio Mario Draghi, si è parlato dei numeri del ministero sulle classi in Dad,  ma anche del fatto che attualmente il tracciamento negli istituti è saltato e che i presidi non riescono ad applicare le regole considerate troppo difficili. Ecco perché genitori e Regioni chiedono di semplificare le regole.

Da qui la necessità, dunque, di cambiare le regole, a partire dalle scuole primarie dove, con almeno due casi positivi in classe, per tutti i bambini è previsto il ritorno in DaD e una quarantena di 10 giorni alla fine della quale bisognerà effettuare un tampone, rapido o molecolare, per poter uscire e rientrare a scuola in presenza. E poco importerebbe se i bambini sono vaccinati o meno. Le soluzioni a questo punto sarebbero due, entrambe estreme: lasciare tutti in presenza o tornare tutti in Dad. Per superare l’ostacolo si pensa addirittura di eliminare del tutto i tamponi dal nuovo protocollo.

Sulla questione ha preso posizione il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa: “Ritengo che per coloro che hanno completato il ciclo vaccinale la scuola deve essere sempre in presenza, io credo che sia giusto premiare chi si è reso disponibile alla vaccinazione. Sotto questo aspetto mi auguro che si proceda a una modifica anche per una questione di equità. Dobbiamo dire che per coloro che sono vaccinati la didattica è sempre in presenza perché può servire da stimolo per coloro che non si sono ancora vaccinati e così uniformeremo le regole che si applicano gli adulti anche ai meno adulti”.

Gli enti locali vorrebbero semplicemente alzare il numero degli studenti positivi per far scattare il ritorno in DaD, magari portando le stesse regole per elementari e medie. Ma le Regioni vorrebbero alzare anche le medie e  superiori il numero di contagiati.

Infine ci sono le mascherine Ffp2 che dovrebbero essere offerte gratuitamente a tutti gli studenti in autosorveglianza dalla scuola.