Libri di testo digitali, flop: il 99% degli studenti non li usa, ma decolla la versione mista

da La Tecnica della Scuola

Rimane scarso l’utilizzo dei libri digitali tra gli studenti: a rivelarlo è stata l’indagine dell’osservatorio Aie-Miur, presentata il 10 ottobre e Firenze, alla Fiera Didacta, durante il convegno “Libri di testo e risorse digitali per l’apprendimento. Strumenti diversi per una scuola che cambia”.

L’uso del testo digitale: sei volte in l’anno

Il doppio dato più preoccupante è che solo l’1% di alunni adotta libro di testo completamente digitale e che quindi gli e-book non decollano. Ma non solo: appena il 5,3% dei libri digitali viene attivato dagli allievi. Anche quando questo accade, di media l’accesso è inferiore alle sei volte in un anno scolastico.

Le percentuali della ricerca – condotta tra gli editori che operano nel settore educativo per valutare le modalità di studio degli studenti, tra carta e digitale – sono state illustrate da Giovanni Bonfanti, vicepresidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) e presidente del Gruppo Educativo, alla presenza del viceministro all’Istruzione Anna Ascani.

Dallo studio è anche emerso che negli ultimi cinque anni l’adozione del libro misto (versione che comprende una parte cartacea e una digitale accompagnata da contenuti digitali integrativi, senza aggravio di costo per l’utente) è passata dal 70% al 92%.

Mentre il libro di testo completamente digitale (il cosiddetto ebook) sia rimasto pressoché stabilmente fermo all’1%.

In quarta e quinta primaria si adottano di più

I libri più attivati risultano essere i sussidiari delle classi quarte e quinti delle scuole primarie; nelle scuole secondarie, invece, la materia più attivata è l’inglese, anche se la matematica registra il maggior numero di accessi e di utilizzo effettivo.

Nonostante il 74,6% dei docenti utilizzi almeno una volta alla settimana il digitale nella didattica, i dati evidenziano che solo una piccola parte degli studenti usufruisce realmente dei contenuti digitali per studiare.

Eppure sono prodotti di qualità

“Non tutti sanno che l’Italia è un unicum – ha commentato Giovanni Bonfanti – un Paese dove per tutte le materie ogni insegnante e ogni studente è dotato di materiali digitali di qualità, validati ed efficaci. Non solo dei semplici libri in pdf ma molto, molto di più”.

“I dati dell’Osservatorio sono chiari: ancora pochi studenti accedono a questi contenuti, va detto però che noi editori registriamo un chiaro trend di forte crescita, non solo nella fruizione di libri digitali interattivi ma anche di tutti i contenuti multimediali a supporto dell’apprendimento delle materie scolastiche”.

Decreto scuola, via libera del governo. Il testo

da La Tecnica della Scuola

Via libera da parte del Consiglio dei Ministri, nella riunione odierna, al decreto scuola, cioè il provvedimento contenente norme di “straordinaria necessità e urgenza in materia di reclutamento del personale scolastico e degli enti di ricerca e di abilitazione dei docenti”.

IL DECRETO (in PDF) CLICCA QUI

Il testo rispecchia l’intesa siglata coi sindacati, siglata lo scorso 1° ottobre. Si tratta di misure che consentiranno di sbloccare complessivamente 60mila assunzioni nella scuola.

La prima tranche riguarderà 24mila professori precari con tre anni di servizio anche non continuativo, maturato tra il 2011 e il 2019. Entreranno in classe l’anno prossimo nelle secondarie di primo e secondo grado. Poi ci sarà il concorso ordinario che riguarderà quasi 25mila posti, sempre nelle scuole medie e superiori e i destinatari sono neolaureati o i precari che hanno partecipato al concorso straordinario e che già posseggano 24 Cfu necessari.

Poi ci sono da stabilizzare oltre 11mila addetti alle pulizie nelle scuole. misura che riguarda ex Lsu e 55 posti da dirigenti tecnici, sempre da prendere con relativo concorso.

Contrariamente alle ultime indiscrezioni c’è anche il concorso riservato per i Dsga facenti funzione, che, invece, era previsto nell’intesa firmata dai sindacati il 1° ottobre.

Concorso straordinario per 24mila docenti

Spazio alla procedura straordinaria per immettere in ruolo già da settembre 2020, 24mila precari con almeno tre anni di servizio alle spalle.

Così sarà la selezione

Il concorso verrà bandito solamente per le Regioni, le classi di concorso e le tipologie di posti per le quali si prevedano posti vacanti negli anni scolastici 2020/2021, 2021/2022 e 2022/2023.

Le assunzioni dei vincitori potranno continuare anche dopo il suddetto periodo, perché la graduatoria di merito è ad esaurimento.

I posti saranno suddivisi tra posti comuni e posti di sostegno. La selezione prevede una sola prova scritta computer base con quesiti a risposta multipla che viene superata con 7/10. Le graduatorie si basano sul voto della prova scritta e sui titoli, culturali e di servizio.

I 24mila vincitori entreranno in ruolo a settembre 2020. Scatta poi l’anno di prova che consentirà di acquisire i 24 Cfu con oneri a carico del Miur. A fine anno, basta una lezione simulata e si viene confermati in ruolo. La commissione di valutazione sarà composta da docenti della scuola, più un membro esterno.

Prevista inoltre la possibilità per chi ottiene 7/10, e non rientra nei 24mila vincitori, di potersi abilitare con la sola prova orale purché si acquisiscano i 24 Cfu e si stia insegnando con supplenza almeno fino al 30 giugno.

Possibilità di scegliere provincia diversa per accedere al ruolo

Per tamponare la “supplentite”, ecco norma che consente a vincitori e idonei dei concorsi 2016 e 2018 e docenti delle Gae di poter scegliere una regione/provincia diversa dove presentare domanda per accedere al ruolo. La stabilizzazione avverrà dopo lo scorrimento delle graduatorie del territorio in questione.

Stabilizzazione per più di 11mila addetti alle pulizie

Maxi assunzione a tempo indeterminato per 11.263 addetti alle pulizie. Gli ex Lsu, impegnati in attività di pulizia per almeno 10 anni, potranno essere statizzati a partire dal 1° gennaio purché abbiano la terza media e non abbiano precedenti penali specifici.

Vincolo di permanenza di cinque anni

Per tutti i nuovi ingressi di docenti si conferma il vincolo di permanenza di cinque anni nella sede di titolarità. Una misura che serve a garantire la continuità didattica.

Aumento fondi MOF

Sale di 2 milioni di euro l’incremento del fondo per il miglioramento dell’offerta formativa (Mof).

Assunzioni per ispettori scolastici

Dal 2021 via libera all’assunzione di 55 unità di ispettori scolastici.

Bonus merito anche per i precari

Il bonus merito verrà erogato anche a maestre e professori precari delle scuole statali, e non più solo ai docenti di ruolo. Dunque il riconoscimento sarà assegnato anche a coloro hanno contratti a termine fino al 30 giugno o il 31 agosto. Questo viene assegnato annualmente dal dirigente scolastico ai docenti più meritevoli.

Niente impronte digitali per i dirigenti scolastici.

Novità all’orizzonte anche per i dirigenti scolastici. Grazie alla cancellazione dell’obbligo dei controlli biometrici dal Garante per la privacy. Con i 17 milioni risparmiati verranno finanziati interventi di riqualificazione energetica nelle scuole.

Smartphone in classe, gli studenti scalpitano: due break a mattina

da La Tecnica della Scuola

Niente cellulari in classe. E questa non è una novità, perché è pressoché unanime la decisione delle scuole di proibire l’uso di “telefonini” e smartphone durante le lezioni. Gli studenti, però, non se ne fanno una ragione: non ce la fanno a rimanere disconnessi tra le cinque e le sette ore consecutivi, ovvero il tempo che passa tra l’entrata a scuola e la campanella d’uscita.

L’utilizzo “intelligente”

Alcuni allievi, quindi, si sono organizzati. E hanno fatto intendere che avrebbero gradito un utilizzo “intelligente” dello strumento di comunicazione.

Potranno quindi usare il telefono, se vogliono e anche per inviare messaggi, alcuni minuti al giorno: fra la prima e seconda ora e fra la quinta e sesta ora. Sono gli studenti dell’Istituto “Jacopo del Duca Diego Bianca Amato” di Cefalù, in provincia di Palermo. E la dirigente scolastica, Antonella Cancila, ha accolto la proposta.

L’idea derivata dal questionario

“Per conoscere cosa pensano gli studenti sul fumo e l’uso dei telefonini, a scuola abbiamo distribuito loro un questionario – ha detto la preside -. Dai dati che ne sono venuti fuori sono stata colpita dal fatto che il 69% vorrebbe due brevi spazi nell’arco della mattinata per utilizzare il telefonino. Ho accettato questa proposta per vedere cosa succede”.

“Se gli studenti sapranno utilizzare questi due break in maniera responsabile, non ci saranno problemi”.

Tre studenti su quattro, il 77%, si è detto anche favorevole a tenere spento il telefonino mentre c’è lezione.

Per chi non osserva questa regola, gli stessi studenti hanno chiesto di applicare delle sanzioni: una nota disciplinare (44%), di avvisare la famiglia (28%), di abbassare il voto di condotta (20%), un provvedimento disciplinare (8%).

I rischi da fumo? Tre su quattro sono consapevoli

Agli studenti è stato anche chiesto cosa pensano dei rischi a cui vanno incontro fumando sigarette. Ebbene, il 75% ha risposto dicendo di conoscerne i rischi.

Gli allievi, tuttavia, hanno chiesto anche incontri a scuola sul tema del fumo (51%) e di avvisare le famiglie per i compagni che fumano a scuola (26%), senza dimenticare che verso i trasgressori è possibile anche abbassare il voto di condotta (22%), fare una nota disciplinare (21%) e comminare la multa come previsto dalla normativa (17%).

Decreto scuola: ok del Consiglio dei Ministri. Stop a controllo biometrico per i presidi

da Tuttoscuola

Via libera del Consiglio dei ministri al decreto sulla scuola, che prevede la stabilizzazione di 24 mila docenti precari attraverso un concorso straordinario e che conferma l’intesa raggiunta dal ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti con i sindacati il primo ottobre. L’approvazione ha raccolto, infatti, il plauso delle organizzazioni sindacali, che parlano di “patti rispettati” anche sul concorso DSGA (i direttori dei servizi generali). Nell’accordo è previsto anche un nuovo concorso ordinario per docenti. Con il Dl, inoltre, viene sancito lo stop delle impronte per i presidi.

“Oggi approviamo un decreto-legge che dimostra la grande volontà di questo Governo di combattere il precariato nella scuola garantendo il numero più alto possibile di cattedre a partire da settembre 2020 – ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Lorenzo Fioramonti – è un impegno preciso quello di mettere la scuola davvero al centro del Paese perché è dalle scuole che comincia la costruzione di una nuova società. Tra le misure introdotte dal decreto-legge anche la semplificazione delle procedure per gli acquisti di beni e servizi destinati alla ricerca. Non meno importanti – aggiunge il Ministro – la proroga della scadenza dell’abilitazione scientifica nazionale e le misure per i precari della ricerca”.

“Con il decreto approvato oggi in Consiglio dei Ministri cominciamo a mettere ordine nel sistema di istruzione – ha postato su Facebook il Sottosegretario, Lucia Azzolina -. Diamo risposte ai giovani che vogliono insegnare, a chi lo fa già da tempo come precario. Senza dimenticare i vincitori e gli idonei dei precedenti concorsi, oltre ai docenti delle graduatorie a esaurimento. Eliminiamo provvedimenti umilianti come la rilevazione biometrica delle presenze del personale scolastico. Garantiamo che il bonus per la valorizzazione del merito degli insegnanti sia assegnato anche ai precari, che sono insegnanti come tutti gli altri. Mettiamo risorse per l’efficientamento energetico delle scuole. Mettiamo le basi per una scuola migliore. E lo facciamo pensando ai nostri studenti. La scuola è per loro. E abbiamo il dovere di farla funzionare al meglio. In tutte le sue componenti”.

Vediamo di seguito cosa prevede il decreto:

Decreto scuola: concorso straordinario per 24.000 docenti precari

Il decreto-legge approvato nella seduta di oggi autorizza il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) a bandire un concorso straordinario abilitante per l’assunzione di almeno 24.000 docenti nella scuola secondaria statale di I e II grado per il prossimo anno scolastico (il 2020/2021). Il decreto-legge accoglie così l’accordo raggiunto nei giorni scorsi dal Ministro Fioramonti con le organizzazioni sindacali. Il concorso – che sarà bandito contestualmente a quello ordinario – sarà per titoli ed esami e sarà riservato a tutti gli insegnanti con una anzianità pregressa di servizio di almeno 3 anni – anche sul sostegno – e di cui uno nella classe di concorso per la quale affrontano la selezione. Per l’idoneità gli aspiranti docenti dovranno ottenere una votazione minima di sette decimi in una prova scritta computer based. I vincitori saranno ammessi a sostenere un anno di prova che sarà ‘rinforzato’ con una formazione universitaria mirata per 24 crediti formativi universitari. L’anno si concluderà con un colloquio di verifica in cui bisognerà conseguire un punteggio minimo di 7/10. I vincitori del concorso dovranno rimanere almeno cinque anni nella sede di prima assegnazione per assicurare la continuità didattica.

I docenti risultati “idonei” ma non collocati in posizione utile per la nomina in ruolo potranno comunque abilitarsi all’insegnamento nella classe di concorso per la quale hanno partecipato sostenendo una prova orale (sempre con un punteggio minimo di 7/10) e un anno di formazione per l’acquisizione di 24 crediti formativi universitari.
Il decreto-legge annuncia misure anche per i vincitori dei precedenti concorsi del 2016 e del 2018: potranno scegliere di essere assunti in ruolo in una regione diversa da quella della propria graduatoria.

Decreto scuola: concorso riservato per i DSGA facenti funzione

Gli assistenti amministrativi che per almeno 3 anni hanno svolto le funzioni di DSGA potranno partecipare a un concorso riservato. I vincitori saranno immessi in ruolo in subordine a quelli del concorso ordinario in svolgimento.

Decreto scuola: eliminate le rilevazioni biometriche

Il decreto-legge, all’articolo 3, abroga le disposizioni per la rilevazione biometrica degli accessi e degli orari di servizio per il personale ATA (ausiliario, tecnico e amministrativo) e per i dirigenti scolastici prevista dalla legge 56 del 2019. Il provvedimento inoltre interviene sulla possibilità di garantire agevolazioni per gli scuolabus per le famiglie meno abbienti: consente ai Comuni di erogare gratuitamente il servizio di trasporto scolastico, purché sia rispettato l’equilibrio di bilancio complessivo.

Decreto scuola: semplificata l’internalizzazione dei servizi di pulizia delle scuole

La legge di bilancio per il 2019 ha previsto l’internalizzazione dei servizi di pulizia mediante l’immissione in ruolo di 11.200 collaboratori scolastici da scegliere tra il personale delle imprese che abbia almeno 10 anni di servizio pregresso nelle scuole. Il decreto appena approvato stabilisce che la procedura selettiva avvenga per soli titoli così da consentirne il completamento entro il 31 dicembre 2019. Con l’internalizzazione è stimato un risparmio di circa 170 milioni di euro per il 2020.

Decreto scuola: concorsi più snelli per reclutare i nuovi dirigenti scolastici

Saranno assunti con un concorso per titoli ed esami i nuovi dirigenti scolastici e non più con il corso-concorso previsto dall’attuale normativa. Una misura presa per semplificare e velocizzare le procedure di selezione dei futuri capi di istituto. Il Consiglio dei Ministri ha anche autorizzato l’assunzione a tempo determinato di 59 nuovi dirigenti tecnici (gli ispettori scolastici) per porre rimedio alla carenza di questi anni nelle more di un nuovo concorso per la selezione a tempo indeterminato, che sarà bandito quanto prima.

Decreto scuola: valide nove anni le abilitazioni scientifiche nazionali

Passa da sei a nove anni la validità delle abilitazioni scientifiche nazionali. È quanto previsto dall’articolo 5 del decreto-legge che va a modificare quanto stabilito dalla legge 240 del 2010.
Tra le misure previste dal decreto-legge l’esenzione per gli Atenei e le istituzioni di Alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM) dall’obbligo di ricorrere al MEPA (Mercato elettronico della pubblica amministrazione) per l’acquisto di beni e servizi destinati alla ricerca. La disposizione consentirà maggiore qualità e risparmi di spesa.

Decreto scuola: altre stabilizzazioni per i precari degli Enti Pubblici di Ricerca

Il decreto-legge consentirà anche ai precari che abbiano maturato anzianità di servizio con assegni di ricerca di essere stabilizzati dai rispettivi Enti, purché rispettino i requisiti di cui all’articolo 20 del decreto legislativo n. 75 del 2017.

Edilizia scolastica: a norma solo la metà dei servizi igienici per disabili

da Tuttoscuola

L’anagrafe dell’edilizia scolastica, pubblicata dal Miur in base ai dati forniti dagli Enti locali, proprietari degli edifici, presenta in particolare la situazione delle diverse certificazioni di cui le strutture devono essere dotate. Il quadro complessivo che ne esce, noto da tempo, non è certamente molto confortante e vede tuttora la maggioranza di quegli edifici privi della certificazione di agibilità e della certificazione per la prevenzione incendi; va meglio per la certificazione del collaudo statico degli edifici dove la maggioranza degli oltre 40 mila mila edifici scolastici in anagrafe ne è in possesso. Non è stata resa nota, però, la situazione di quegli edifici in ordine alle barriere architettoniche che possono limitare l’attività scolastica degli alunni con disabilità. I relativi dati sono comunque riscontrabili nella anagrafe dell’edilizia scolastica presente nel portale dei dati Miur, consentendone un primo esame valutativo.

La prima rilevazione riguarda il superamento delle barriere dichiarato dall’Ente locale interessato. Si può ritenere che la generica indicazione di superamento delle barriere si riferisca agli accessi alla scuola negli ingressi. Per il 74,5% delle 40 mila scuole (3 su 4) il superamento è avvenuto. Per gli edifici che si sviluppano su più piani, rendendo necessaria la predisposizione di ascensori per disabili e di piattaforme elevatrici, soltanto 14.074 edifici, pari al 35,1% (1 su3), ne risulta dotato.

Solamente poco più della metà degli edifici scolastici (21.031 edifici, pari al 52,4%) è dotato di servizi igienici per disabili.

Tra gli altri parametri che attengono ad elementi strutturali dell’edilizia scolastica riferiti agli alunni con disabilità, vi è anche, se pur non di grande rilevanza, quello relativo alla larghezza delle porte per disabili (si pensi, ad esempio, alle carrozzine utilizzate da molti di loro).

Poco più della metà (54,6%) degli edifici ha assicurato interventi per mettere a norma gli accessi.

I dati forniti dagli Enti Locali relativi agli interventi sugli edifici scolastici nei confronti dei disabili consentono anche di individuare una graduatoria di merito sul complesso dei parametri rilevati. È possibile, ad esempio, calcolare la media delle percentuali di intervento sui parametri sopra rilevati: superamento delle barriere architettoniche, ascensori e piattaforme per disabili, servizi igienici per disabili, larghezza porte per disabili, percorsi interni ed esterni per disabili.

Scuole sicure per tutti e agibilità certa per gli alunni con disabilità. Il diritto allo studio per i disabili si basa anche sui servizi e sugli accessi ai luoghi dove l’inclusione diventa concretezza di vita e di relazione. Le risorse materiali spesso valgono quanto le risorse umane impiegate a sostegno degli alunni con disabilità. La dignità delle persone si misura con la condizione in cui esse vivono.

La mappa completa della anagrafe, rielaborata da Tuttoscuola territorio per territorio, verrà resa nota nei prossimi giorni.

Prima prova maturità 2020: durata, tipologia di tracce e data

da Tuttoscuola

Prima prova maturità 2020: l’anno scolastico è iniziato da appena qualche settimana, ma già nelle quinte si inizia a parlare di esame di Stato 2020. Quali saranno le materie maturità 2020? E quanto dura la prima prova maturità 2020? Quali saranno le tipologie di tracce con cui faranno i conti i maturandi il prossimo giugno? A tutte queste domande non è mai troppo presto per dare risposta. Ecco quindi tutto quello che bisogna sapere sulla prima prova maturità 2020: data, durata, tipologia di tracce e simulazioni per iniziare a prendere confidenza con la prima prova maturità 2020.

Prima prova maturità 2020: data

Il giorno in cui i maturandi fanno i conti con la loro prima prova maturità 2020 è stato stabilito dal Miur per il prossimo 17 giugno 2020.

Prima prova maturità 2020: quanto dura?

Gli studenti, il prossimo 19 giugno avranno 6 ore di tempo per svolgere la loro traccia prima prova maturità 2020. 

Tracce prima prova esame di Stato 2020: le tipologie

I ragazzi potranno scegliere di svolgere la propria traccia prima prova maturità 2020 tra le seguenti tipologie:

A. Analisi e interpretazione di un testo letterario italiano (2 tracce prima prova maturità)
B. Analisi e produzione di un testo argomentativo (3 tracce prima prova maturità)
C. Riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità (2 tracce prima prova maturità)

Tracce prima prova maturità 2020: struttura delle tracce tipologia A

Saranno fornite due tracce prima prova maturità 2020 che possano coprire due ambiti cronologici o due generi o forme testuali. La traccia prova maturità 2020 di tale tipologia conterrà un unico testo «di senso compiuto, rispetto al quale il candidato sarà chiamato a comprendere le tesi e gli snodi argomentativi presentati. Dopo tale fase di comprensione ed analisi, la traccia chiederà  una produzione, nella quale lo studente esporrà le sue riflessioni intorno alla tesi (o alle tesi) avanzate nel testo di appoggio, anche sulla base delle conoscenze acquisite nel suo specifico corso di studi.

Tracce prima prova maturità 2020: struttura delle tracce tipologia B

La traccia prima prova maturità 2020proporrà un singolo testo compiuto o un estratto sufficientemente rappresentativo ricavato da una trattazione più ampia, chiedendone in primo luogo un’interpretazione/comprensione sia dei singoli passaggi sia dell’insieme. La prima parte sarà seguita da un commento, nel quale lo studente esporrà le sue riflessioni intorno alla (o alle) tesi di fondo avanzate nel testo d’appoggio, anche sulla base delle conoscenze acquisite nel suo specifico percorso di studio (tre tracce). La traccia prima prova maturità 2020 di tale tipologia conterrà un unico testo di senso compiuto, rispetto al quale il candidato sarà chiamato a  comprendere le tesi e gli snodi argomentativi presentati.  Dopo tale fase di comprensione ed analisi, la traccia chiederà  una produzione, nella quale lo studente esporrà le sue riflessioni intorno alla tesi (o alle tesi) avanzate nel testo di appoggio, anche sulla base delle conoscenze acquisite nel suo specifico corso di studi.

Tracce prima prova maturità 2020: struttura delle tracce tipologia C

La traccia prima prova maturità 2020 proporrà problematiche vicine all’orizzonte esperienziale delle studentesse e degli studenti e potrà essere accompagnata da un breve testo di appoggio che  fornisca ulteriori spunti di riflessione. Si potrà richiedere al candidato di inserire un titolo coerente allo svolgimento e di organizzare il commento attraverso una scansione interna, con paragrafi muniti di un titolo (due tracce). La traccia trarrà spunto da un testo di appoggio, inerente tematiche potenzialmente vicine all’orizzonte esperienziale del candidato. Rispetto a tali tematiche, il candidato sarà chiamato ad esporre, in modo organico e ben strutturato, riflessioni ed argomentazioni che potranno essere corredate da una scansione interna (con paragrafi muniti di titolo).

Prima prova maturità 2020: le simulazioni

In attesa della pubblicazione da parte del MIUR delle simulazioni prima prova maturità 2020, gli studenti possono intanto esercitarsi con quelle dello scorso anno. Cliccando qui è possibile visionare le simulazioni prima prova maturità 2019 per iniziare a prendere confidenza con le tracce prime prova.

Nota 11 ottobre 2019, AOODGSIP 4446

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione Ufficio II
“Welfare dello Studente, partecipazione scolastica, dispersione e orientamento”

Ai Dirigenti Scolastici delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado
e p.c. alla Direzione Generale per le Risorse Umane e Finanziarie Uff. IX MIUR
Sede
Ai Direttori Generali e ai Dirigenti titolari degli Uffici Scolastici Regionali Loro Sedi

Oggetto: Monitoraggio progetti relativi alle aree a rischio, a forte processo migratorio e contro l’emarginazione scolastica – a.s. 2018-2019.

Legge Regione Puglia 11 ottobre 2019, n. 46

Legge Regionale Puglia 11 ottobre 2019, n. 46

“Modifiche e integrazioni alla legge regionale 4 dicembre 2009, n. 31 (Norme regionali per l’esercizio del diritto all’istruzione e alla formazione).”

Leggi e regolamenti regionali 76050
Bollettino Ufficiale della Regione Puglia – n. 117 del 14-10-2019

IL CONSIGLIO REGIONALE HA APPROVATO

IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE

PROMULGA LA SEGUENTE LEGGE:

Art. 1

Modifiche e integrazioni all’articolo 12, del titolo II, della legge regionale 4 dicembre 2009, n. 31

1. All’articolo 12 della legge regionale 4 dicembre 2009, n. 31 (Norme regionali per l’esercizio del diritto all’istruzione e alla formazione), sono apportate le seguenti modifiche e integrazioni:

a) al comma 1, dopo la parola: “impegnati”, aggiungere le seguenti: “, per favorire un contesto organizzativo scolastico teso a tutelare e promuovere la qualità di vita e lavoro degli attori coinvolti”;

b) dopo il comma 2, aggiungere il seguente:

“2 bis. L’Unità di cui al comma 1:

a) promuove le abilità emotive, relazionali e cognitive di tutti gli attori della comunità scolastica anche al fine di prevenire forme di disagio;

b) interviene, anche in collaborazione con equipe multidisciplinari, a supporto psicologico di situazioni di disturbo e di disagio psicosociale;

c) favorisce ambienti di apprendimento e contesti organizzativi inclusivi;

d) favorisce la cooperazione tra scuola e famiglie e tra scuola, comunità locale, servizi sanitari e sociali;

e) promuove l’integrazione culturale nel rispetto delle differenze di genere, culturali, politiche e religiose.”.

Art. 2

Modifiche e integrazioni all’articolo 13, del titolo II, della l.r. 31/2009

1. All’articolo 13 della l.r. 31/2009, sono apportate le seguenti modifiche e integrazioni:

a) al comma 2, dopo la lettera b), aggiungere le seguenti:

“b bis) consulenza e sostegno psicologico – individuale e/o di gruppo, anche sotto forma di sportelli di ascolto – a docenti, alunni e genitori;

b ter) lettura e rilevazione dei fabbisogni, progettazione, erogazione, valutazione e monitoraggio di interventi tesi a soddisfare le finalità di cui all’articolo 12.”.

Art. 3

Integrazione alla l.r. 31/2009

1. Dopo l’articolo 13, come novellato dall’articolo 2 della presente legge, è inserito il seguente:

“Art. 13 bis.

Tavolo tecnico istituzionale permanente

  1. La Giunta regionale, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, attiva un tavolo tecnico istituzionale permanente per la programmazione annuale degli interventi regionali e attività relative all’Unità regionale di psicologia scolastica e a quella di pedagogia e formazione del personale della scuola, al fine di creare sinergie tra i vari operatori competenti per poter meglio indirizzare le misure di supporto e promozione.
  2. Il tavolo di cui al comma 1 è composto dagli assessori competenti, dal Garante regionale dei diritti dei minori, da un rappresentante dell’Ufficio scolastico regionale, da un rappresentante dell’Ordine degli psicologi della regione, da uno neuropsichiatra infantile, da un rappresentante psicologo dell’ISS (Istituto Superiore sanità), da un rappresentante psicologo e da un rappresentante pedagogista che opera nei servizi educativi, da un mediatore/mediatrice interculturale e un mediatore/mediatrice familiare, da un rappresentante delle associazioni professionali di categoria dei pedagogisti della regione.
  3. Ai componenti del tavolo tecnico, nominati sulla base del regolamento di cui all’articolo 14 della presente legge, non è corrisposto alcun gettone di presenza.”.

Art. 4

Modifiche e integrazioni all’articolo 14 della l.r. 31/2009

1. All’articolo 14 della l.r. 31/2009, dopo le parole: “funzionamento dell’Unità”, sono inserite le seguenti: “, insieme ai criteri e modalità di concessione dei finanziamenti da attuarsi con avviso pubblico,”.

La presente legge è pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia ai sensi e per gli effetti dell’art. 53, comma 1 della L.R. 12/05/2004, n. 7 “Statuto della Regione Puglia”.

E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e farla osservare come legge della Regione Puglia.

Data a Bari, addì 11 OTT. 2019

MICHELE EMILIANO

Nota 11 ottobre 2019, AOODGSIP 4445

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione
Ufficio Quinto – Politiche sportive scolastiche

Ai Direttori Generali e ai Dirigenti titolari degli Uffici Scolastici Regionali
Al Dipartimento Istruzione – Provincia Autonoma di Trento
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la Scuola in Lingua Tedesca di Bolzano
Al Sovrintendente degli Studi per la Regione Valle D’Aosta – Aosta
Ai Dirigenti delle Istituzioni Scolastiche
Ai Coordinatori regionali di Educazione Fisica e Sportiva
Loro Sedi

Oggetto: Progetto “Bimbinsegnantincampo… competenti si diventa!” – percorso ludico-motorio per la Scuola dell’Infanzia. Adesioni 2019/20.

Nota 11 ottobre 2019, AOODGSIP 4447

Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione
Ufficio II
“Welfare dello Studente, partecipazione scolastica, dispersione e orientamento”

c.a. Dirigente Scolastico Istituti Scolastici d’Infanzia Primarie, Secondarie di I e II grado SEDE

Oggetto: Concorso nazionale “I Linguaggi dell’immaginario” IV^ Edizione – 2019/20


Nazistelli senza storia!

Nazistelli senza storia!

di Maurizio Tiriticco

Stephan Ballet, l’attentatore di Halle, non è affatto un “lupo solitario”, come viene definito nella fotina pubblicata da “la Repubblica” di oggi. In effetti neonazi e neofasci sono abbastanza numerosi! Ancora oggi? Sì, purtroppo! Mah! Finché nelle scuole dei Paesi dell’UE non si insegna correttamente e diffusamente che cosa è stato il nazismo, nella sua reale natura, fatti di questo genere si ripeteranno! Non vorrei che certi insegnanti – dato che si tratta di una “storia difficile” – glissassero su quelle terribili vicende di cui i nazisti tedeschi e i fascisti nostrani sono stati responsabili!

Nel Mein Kamps – che, per certi versi, è anche una lettura doverosa, per capire certi fenomeni – Hitler, fin dal 1925, ha espresso fino in fondo il suo dissennato programma! Sostiene che l’umanità è divisa in “razze” e che di queste l’unica considerata pura è quella bianca! E che è quella destinata a governare il mondo! Ovviamente mente! E non so se in buona o mala fede! Perché in effetti, esiste solo una “razza” umana, distinta in più “etnie” Ma per Hitler esiste soltanto quella pura degli uomini bianchi, soprattutto se alti e biondi! E forse anche un po’ pallidoni! Anche se in carne!Ovviamente, anche le donne sono pure, ovviamente se bionde e bene in carne! Le altre? Solo schifezza! Lo sappiamo! Il piano scellerato di Hitler era quello di annientare tutte le razze “impure”, perché solo quella “pura” era da lui considerata degna di governare il mondo. E chiamava a testimonianza tutte le leggende dei Germani antichi, Sigfrido, i Nibelunghi, le Valchirie, il Walhalla! I miti greci e romani? Roba di quart’ordine! Pertanto, i nostri concittadini meridionali, dai capelli nerissimi e dalla carnagione per nulla pallida, pur se fascistoni sfegatati, avrebbero fatto una brutta fine! La stessa che avrebbero fatta gli “alleati” giapponesi!

E va sottolineato che il programma di sterminio non fu solo quello attuato nei campi di concentramento, a tutti noti, Buchenwald, Dachau, e i tanti altri! Fin dalla presa del potere, Hitler cominciò a sterminare tutti i suoi concittadini che noi oggi chiamiamo handicappati. In Germania, fin dal1933, l’anno dell’ascesa al potere di Hitler, ebbero inizio le grandi stragi! Furono uccisi – con medici compiacenti, in barba ad Ippocrate – tutti i bambini disabili, considerati un limite e un peso per lo Stato tedesco! In effetti, era di norma che un vero cittadino tedesco, puro ariano, non potesse sopportare il peso di persone disabili. I soldati alti, belli e biondi che erano arruolati d’imperio nelle SS, erano tenuti di norma ad accoppiarsi solo con giovani tedesche altrettanto bionde e belle, in modo da incrementare così la “pura razza ariana”.

Vennero anche prodotti dei film ad hoc. Ad esempio “Opfer der Vergangenhait”, “Aktion T4”, “Das Erbe”, tutti finalizzati a propagandare la necessità di eliminare tutti coloro che non fossero di pura razza ariana e che avrebbero compromesso l’egemonia del popolo tedesco sul mondo intero! Che orrore! Le vittime accertate del piano di eliminazione dei “deboli” sono state 80.000 fra il 1940 e il 1941. Ma lo sterminio continuò negli anni successivi! In effetti, per il tedesco medio nazista, cose di questo genere non solo erano tollerate. Ma anche di fatto approvate! In funzione della grandezza del Terzo Reich!

Copio dal web. “””Il film “Opfer der Vergangenheit” (Vittima del passato), del 1937, metteva a confronto il popolo ‘sano’con scene tratte dalle corsie degli istituti psichiatrici, popolate di esseri ‘deformi’ e ‘degenerati’ e concludeva che ciò era dovuto ad una violazione delle regole della selezione naturale, a cui si sarebbe dovuto porre rimedio ripristinandole con “metodi umani”. La prima del film si tenne a Berlino, introdotta dal leader dei medici del Reich, Wagner, e successivamente proiettato a lungo in 5300 centri cinematografici, dislocati in tutta la Germania”””. I crimini nazisti furono tremendi e numerosi, tutti contro le cosiddette “razze inferiori” e contro i disabili tutti, che lo Stato nazista non si poteva permettere di tenere in vita,perché era destinato a dominare il mondo intero e non poteva gettare i marchi in quisquiglie! Mah! Mi chiedo: i tanti nazistelli e fascistelli che tuttora purtroppo popolano e a volte anche numerosi i Paesi dell’Unione Europea,conoscono fino in fondo la storia a cui si ispirano? Se no, la studiassero! Se sì, sappiano che la democrazia è vincente sulle loro ignobili attese!

Di qui l’estrema necessità che la storia del Novecento, ma proprio tutta e fino ai nostri giorni, sia oggetto di studio nelle nostre scuole! Se un alunno dice che le Guerre Puniche sono state due o che le Guerre d’Indipendenza – quelle che hanno permesso al nostro Paese di giungere all’Unità nazionale – sono state quattro, l’insegnante potrebbe anche glissare! Ma guai a quell’insegnante che non giunge ai cosiddetti nostri giorni: E’ notorio che molti dei nostri ragazzi vivono “sdraiati” – c’è anche un bel libro di Michele Serra in proposito – sull’eterno presente di spesso inutili e ridondanti messaggini. Per cui, ciò che è accaduto ieri e ciò che potrà accadere domani, in fondo, interessa poco! Nooo!!! E’dovere di tutti gli insegnati delle scuole europee insegnare ad apprendere la nostra storia recente! E contemporanea! Perché il rischio di certi tremendi ritorni è sempre dietro l’angolo.

Soddisfazione per l’approvazione del Decreto scuola

 Soddisfazione per l’approvazione del Decreto scuola. Ora si attui il resto dell’Intesa

Esprimiamo soddisfazione per l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri dei provvedimenti legati all’Intesa fra MIUR e organizzazioni sindacali siglata il 1° ottobre.

Il concorso straordinario per le lavoratrici e i lavoratori precari con almeno 36 mesi di servizio nella scuola, l’indizione del concorso ordinario nella scuola secondaria, il concorso riservato per il personale amministrativo facente funzione di DSGA, sono tutti passi importanti a garanzia della continuità didattica e della qualità dell’offerta formativa.

Migliaia di lavoratrici e di lavoratori attendevano questi provvedimenti come giusto riconoscimento di professionalità che, da anni, mandano avanti le nostre scuole in condizioni di precarietà e di instabilità, lavorativa e di vita.

A questi primi passi tanti ancora, e in tempi rapidi, dovranno seguire, primo fra tutti un sistema strutturale di abilitazione e formazione dei docenti insieme alla regolarità nell’indizione dei concorsi.

Continueremo a batterci fino a quando tutti i posti docenti ed Ata non saranno coperti da personale stabilizzato.

Lavoreremo da subito all’interno dei tavoli tematici ottenuti con l’Intesa, affinchè nessuna delle grandi questioni che attengono il sistema scuola, dalle risorse per il rinnovo del Contratto, ai diplomati magistrali, alla valorizzazione del personale docente ed ATA, alla deburocratizzazione del lavoro, venga trascurato.

DECRETO SCUOLA

DECRETO SCUOLA, M5S: GIUSTO BLOCCARE VERIFICA BIOMETRICA PER I DIRIGENTI. IN ARRIVO NUOVO CONCORSO SU BASE REGIONALE

“Oltre a contenere importanti misure per valorizzare il merito dei nostri docenti e definire le modalità del reclutamento, con il decreto Scuola approvato oggi in Consiglio dei ministri manteniamo l’impegno di abolire le verifiche biometriche per i dirigenti scolastici, una misura che abbiamo sempre osteggiato. Già a margine dell’approvazione del decreto Concretezza avevamo annunciato che ci saremmo adoperati per impedire uno spreco di risorse a carico dello Stato e un ingiustificato limite alla concreta operatività dei dirigenti scolastici: ora quell’obiettivo è realtà”. Lo dichiarano, in una nota, le deputate del MoVimento 5 Stelle in commissione Cultura, Virginia Villani e Vittoria Casa. “Per i dirigenti il decreto Scuola prevede che sarà presto bandito un concorso su base regionale, al quale si aggiungerà un bando di concorso per assumere 55 dirigenti tecnici, gli ispettori scolastici, a partire dal 2021” concludono le deputate pentastellate.

Non autosufficienza, c’è l’accordo sul Piano

SuperAbile.it del 10.10.2019

Non autosufficienza, c’è l’accordo sul Piano: nel 2019 sono 573,2 milioni

ROMA. “Eliminare le diseguaglianze territoriali e costruire un percorso condiviso”, questi gli obiettivi individuati dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo riportate nella nota del Ministero, in apertura dell’incontro della Rete per la protezione e l’inclusione sociale in cui è stato illustrato, per la consultazione, il “Piano per la Non Autosufficienza 2019/2021”. “Il Piano – si legge nella nota – è anche un’occasione per fare il punto sul Fondo per le Non Autosufficienze FNA, a circa 13 anni dalla sua istituzione, avvenuta con la Legge finanziaria per il 2007. Dalla dotazione iniziale 100 milioni di euro per l’anno 2007 il Fondo è via via cresciuto fino a oltre 573 milioni di euro nel 2019, di cui 550 strutturali”. Proprio la strutturalità delle risorse permette oggi, con gli interventi previsti nel Piano, la possibilità di avviare un percorso volto a “garantire l’attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali da garantire su tutto il territorio nazionale con riguardo alle persone non autosufficienti”, che era la filosofia originaria del Fondo. Nell’imminenza del decreto di riparto, che adotterà il Piano, il Ministero ha voluto riunire i protagonisti del settore e offrire per la prima volta una analisi dettagliata della platea dei beneficiari e degli interventi finanziati a valere sul Fondo nei territori, da utilizzare come punto di partenza per l’affermazione di politiche dalle caratteristiche omogenee in tutto il Paese. In particolare, all’interno del sistema dei servizi dovrà essere garantito, in particolare alle persone con disabilità gravissima, un assegno di cura e per l’autonomia che permetta di intensificare sensibilmente i sostegni di cui tali persone necessitano. E dovrà affermarsi un modello unitario di riconoscimento delle persone che esprimono maggiori bisogni.

Le Regioni: “Fatto un buon lavoro”. “Oggi Governo, Regioni e Comuni nell’ambito della Rete della protezione e dell’inclusione sociale si sono confrontati con le parti sociali e le rappresentanze del terzo settore e credo sia stato fatto davvero un buon lavoro. Partirà, infatti, dopo l’intesa nella prossima Conferenza Unificata, il primo Piano sulla non autosufficienza che avrà durata triennale 2019/2021 e che prevede il riparto di un fondo che per il 2019 ammonta a 573,2 milioni di euro”. Lo annuncia il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, commentando l’esito del confronto che si è tenuto presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che ha visto la partecipazione del Ministro, Nunzia Catalfo, e di diversi assessori regionali alle politiche sociali.

“Il Piano, grazie alla programmazione triennale, consentirà alle Regioni di dare continuità agli interventi assistenziali per le persone in condizioni di non autosufficienza”, spiega l’assessore della Regione Molise, Luigi Mazzuto, coordinatore della Commissione Politiche Sociali della Conferenza delle Regioni. Il Fondo, prosegue Mazzuto, “registra un incremento di circa 120 milioni di euro e come per lo scorso anno almeno la metà delle risorse dovrà essere impiegata per i disabili gravissimi. Rispetto al riparto c’è una importante novità e cioè che la Regione, per evitare qualsiasi interruzione dei servizi, può chiedere al Ministero il 50% delle risorse anche in attesa del perfezionamento del previsto Piano regionale. Per quanto riguarda, infine, il piano nazionale va sottolineato che si attua attraverso piani regionali che tengono conto della programmazione territoriale.