KIT DELLA PARTECIPAZIONE

FIRENZE: KIT DELLA PARTECIPAZIONE
PER GENITORI IMPEGNATI NELLA SCUOLA

Ci voleva un “Kit della partecipazione” per riunire le idee, spesso poche e confuse, dei genitori impegnati nella scuola. Si tratta di una serie di materiali, messi a punto in anni di impegno nella scuola, che verrà fornita, con tanto di istruzioni per l’uso, ai partecipanti dell’incontro laboratoriale “Genitori a scuola: il segreto della partecipazione”, sabato 15 marzo 2014 dalle ore 9,00 alle ore 12,30, presso l’Aula Magna dell’I.S.I.S. Leonardo da Vinci, in via del Terzolle 91 a Firenze.

L’altra novità è la rete che si sta costituendo fra gli organizzatori, provenienti da realtà lontane territorialmente ma molto vicine quanto a consapevolezze e modalità operative: le associazioni di genitori A.Ge. Bergamo, A.Ge. Toscana, A.Ge. Vitorchiano, insieme al Comitato Genitori S. Nilo di Grottaferrata, alla Consulta dei Presidenti del Consiglio d’istituto della provincia di Bergamo e al Coordinamento Provinciale dei presidenti Consigli d’istituto e di circolo e Comitati genitori di Modena.

Ecco cosa dicono: “La partecipazione dei genitori non è in crisi, ma spesso si manifesta in forme diverse rispetto alla partecipazione alle elezioni degli organi collegiali (ad es. il versamento dei contributi volontari, la partecipazione alle iniziative per i genitori e alle feste scolastiche). Purtroppo non è stato fatto molto da parte dell’istituzione scolastica per favorire la partecipazione dei genitori, soprattutto in termini di formazione, ma dove sono i genitori a organizzare autonomamente corsi di formazione, questi sono partecipati con interesse”.

E ancora: “Una maggiore partecipazione dei genitori alla vita della scuola, così come avviene in molti paesi europei, soprattutto nella “scuola dell’autonomia”, sarà sempre più una necessità: non solo per motivi economici (risorse dello Stato ridotte e sostituite dai contributi delle famiglie), ma soprattutto per la costruzione condivisa di un patto tra scuola e famiglia. Visto che, con l’avvento dei nuovi media, la scuola sarà sempre meno il luogo dell’istruzione e sempre più il luogo della formazione (della persona e del cittadino), allora il dialogo tra agenzie educative sarà la priorità assoluta”.

Questo il programma:

–  ore   9,00  Registrazione e Colazione di benvenuto
–  ore   9,30  Saluti delle Autorità – Introduzione
–  ore 10,00  Gruppi di studio: “Alla ricerca della partecipazione”
–  ore 11,30  Testimonianze di gruppi di genitori attivi nella scuola
–  ore 12,00  Presentazione dei lavori dei gruppi di studio
–  ore 12,30  Conclusioni: “Il segreto della partecipazione”

Si ringraziano l’ISIS “Da Vinci” per l’accoglienza e l’Unicoop Firenze per il buffet.

App educative per i bambini autistici, nasce il sito che aiuta le famiglie

App educative per i bambini autistici, nasce il sito che aiuta le famiglie

Ideato in Francia dalla federazione Unapei, raccoglie circa 100 applicazioni che sono state pensate da medici e educatori. I genitori possono scaricarle gratuitamente, commentarle e consigliarle agli altri

da Redattore Sociale
13 marzo 2014

ROMA – Un sito internet – applications-autisme.com – per reperire applicazioni gratuite destinate ai bambini autistici. Questa l’iniziativa lanciata dall’Unapei, federazione francese di associazioni che rappresentano e difendono le persone con una disabilità mentale e le proprie famiglie, Auticiel e Fondation orange. Applications-Autisme.com, il cui intento è quello di aiutare le famiglie a trovare applicazioni pensate specificatamente per i bambini autistici, ne propone un centinaio pensate da personale medico o educatori. Le app sono state testate da alcuni genitori, classificate in funzione del campo d’apprendimento e delle attitudini richieste (memorizzare, ascoltare, disegnare), e possono essere scaricate gratuitamente. Ma il sito, oltre ad essere un archivio vuole anche proporsi come “piattaforma collaborativa”: i genitori possono consigliare una nuova applicazione, commentare e dare un voto a quelle già esistenti.

“Al di là del servizio fornito alle famiglie, questo progetto permette di riconoscere il genitore come un educatore competente, che può dare aiuto a suo figlio senza passare attraverso un mediatore professionale. I genitori di figli autistici sono dei genitori come gli altri. Possono trasmettere qualcosa, partecipare all’educazione e hanno il diritto di non vedere i propri bambini come oggetti di cura, ma come una persona in divenire che arriverà fin dove potrà, se la si aiuta a utilizzare le proprie capacità.” spiega Christel Prado, presidente dell’Unapei, a La Croix.
L’autismo in Francia conta attualmente 600 mila persone, di cui 180 mila bambini; l’utilizzo di app facili da utilizzare permette, secondo gli ideatori del sito, di sviluppare l’autonomia delle persone che ne sono affette, di favorire l’acquisizione di competenze e abilità e fornisce l’occasione alle famiglie di giocare e avere momenti di condivisione con il bambino. (Hélène D’Angelo)

Edilizia scolastica: Renzi incontra Piano

Edilizia scolastica: Renzi incontra Piano a Palazzo Chigi

(13 marzo 2014) Il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha ricevuto oggi a Palazzo Chigi l’architetto Renzo Piano. All’incontro era presente anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio. Oggetto dell’incontro, il progetto sull’edilizia scolastica che il governo ha posto al centro della sua azione politica.

Per il Presidente del Consiglio, “la disponibilità manifestata da una grande personalità internazionale come Piano è il segno di una missione di recupero, di un impegno civile che riguarda il futuro dei nostri ragazzi”.

Delle modalità e della tempistica del contributo di Piano sul tema del recupero degli edifici scolastici, in particolare nelle periferie, verrà data informazione più avanti.

“Sono pronto a dare una mano, ha sottolineato l’architetto, nella mia qualità di senatore a vita”.

“Non ditelo ai grandi”

Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca

Dipartimento per l’Istruzione Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione

 

Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca partecipa alla prima edizione della Settimana del libro e della cultura per ragazzi “Non ditelo ai grandi” in programma presso la Fiera di Bologna (Pad. 33) dal 22 al 27 marzo 2014.
La manifestazione vedrà protagonisti i giovani lettori, i quali avranno la possibilità di leggere e curiosare tra le proposte narrative e letterarie loro dedicate, incontrare gli autori e partecipare ai laboratori.
La Direzione Generale per lo Studente ritiene tale iniziativa un’occasione importante per accrescere nei ragazzi l’amore per la lettura e favorire un confronto con i docenti, gli studenti e le famiglie su tematiche di attualità educativa.
Il MIUR sarà presente, durante i giorni della rassegna, con un proprio spazio espositivo funzionale alla distribuzione e alla consultazione di pubblicazioni di carattere educativo e di orientamento scolastico.
Il 25 marzo alle ore 12 , la prof.ssa Maria Franco dell’Istituto Penale Minorile di Nisida, insieme agli scrittori Luisa Mattia e Andrea Valente, presenterà “Parole come Pane- La Sintassi di Nisida” un libro che vuol dimostrare come attraverso il linguaggio“ non sono più prigioniero della mia rabbia, della mia frustrazione perché riesco ad esprimerle, a raccontarle, non più pietre dure dentro al cuore pesanti come marmo.”

PRECARI: PRESTO AL VIA I PAS ON LINE

PRECARI, GILDA: PRESTO AL VIA I PAS ON LINE

Al via in tempi rapidi l’attivazione dei Pas on line nelle regioni in cui i corsi non sono stati predisposti. Ad assicurarlo è il ministero dell’Istruzione dove ieri si è svolto un incontro con una delegazione della Gilda Unams per affrontare alcune importanti questioni riguardanti i docenti precari. Viale Trastevere ha assicurato che nei prossimi giorni saranno trasmesse le istruzioni operative per consentire l’iscrizione ai corsi telematici. Sempre sul fronte Pas, il Miur si è impegnato a fare pressing sugli uffici scolastici regionali affinché accelerino le procedure per estendere le 150 ore di permesso ai corsisti.
Inoltre durante l’incontro, al quale ha partecipato anche un rappresentante della Conferenza dei rettori, il Miur ha sollecitato l’attivazione, nei tempi più rapidi possibili, di corsi di specializzazione sul sostegno nelle numerose regioni, come per esempio Sardegna, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia, dove non sono ancora partiti.
Buone notizie anche per i precari storici della classe di concorso A056 per i quali il ministero dell’Istruzione riconosce la validità del titolo di accesso conseguito prima dell’entrata in vigore del decreto ministeriale 39/1998.
Infine, in seguito alle sollecitazioni della Gilda Unams, nei prossimi giorni il Miur liquiderà le retribuzioni dei precari ancora in attesa degli stipendi.

I diplomati magistrale ante 2001/2002 parteciperanno ai corsi di specializzazione per il sostegno

Vittoria ANIEF in Consiglio di Stato: i diplomati magistrale ante 2001/2002 parteciperanno ai corsi di specializzazione per il sostegno

Ancora una soddisfacente vittoria messa a segno dall’ANIEF sull’assoluta validità abilitante del diploma magistrale conseguito entro il 2001/2002: il Consiglio di Stato, con l’ordinanza n. 1100/2014, dà ragione ai docenti che si sono rivolti con fiducia al nostro sindacato e conferma il loro pieno diritto a partecipare alle prove per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità ribadendo che il titolo posseduto è “abilitante a tutti gli effetti”.

Avvalendosi della grande professionalità e della competenza degli Avvocati Sergio Galleano e Tiziana Sponga, l’ANIEF ottiene piena tutela in favore dei diplomati magistrale cui il MIUR voleva negare la possibilità di arricchire il proprio bagaglio culturale e la propria esperienza frequentando i percorsi formativi sul sostegno istituiti presso le università italiane. Il Consiglio di Stato, in totale accordo con quanto da sempre sostenuto dal nostro sindacato, ha confermato che le determinazioni del MIUR sono in pieno contrasto “con la validità del diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002, diploma riconosciuto dalle vigenti disposizioni come abilitante a tutti gli effetti”; per questo motivo, rilevando l’effettivo e grave pregiudizio che deriverebbe dalla definitiva esclusione dei diplomati magistrale dai citati percorsi di formazione, ha annullato l’ordinanza TAR Lazio n. 607/2014 che non concedeva la dovuta tutele cautelare ai ricorrenti e ha ordinato la trasmissione al TAR per una sollecita fissazione dell’udienza di merito.

L’ANIEF da subito si era attivata contro le inique decisioni ministeriali che con due note dello scorso dicembre aveva previsto che la partecipazione ai corsi di specializzazione per il sostegno “non può essere estesa anche ai docenti in possesso del solo diploma magistrale conseguito entro l’a.s. 2001/02”. L’efficace azione di tutela posta in essere dal nostro sindacato, dunque, ha nuovamente ottenuto ragione ricordando per l’ennesima volta al Ministero dell’Istruzione che la normativa vigente va rispettata e che i diritti dei lavoratori della scuola non possono mai essere “cancellati con un colpo di spugna”.

I candidati in possesso del diploma magistrale conseguito entro il 2001/2002 che vorranno affidare all’ANIEF la tutela dei propri diritti e che hanno presentato regolare domanda di partecipazione al corso presso quegli atenei che ancora non hanno espletato le procedure di selezione, possono richiedere immediatamente le istruzioni operative per l’instaurazione del contenzioso inviando una mail a sostegno.magistrale@anief.net.

 

INFANZIA: “IMPORTANTE PARI OPPORTUNITA’ DI APPRENDIMENTO”

INFANZIA: PUGLISI (PD), “IMPORTANTE PARI OPPORTUNITA’ DI APPRENDIMENTO”

Dichiarazione della sen. Francesca Puglisi, capogruppo PD VII Commissione Senato e membro Commissione bicamerale per l’infanzia e l’adolescenza

“Grazie alla determinazione del Presidente Andrea Marcucci, abbiamo iniziato in VII Commissione la discussione della proposta 1260 ‘disposizioni in materia di sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino ai sei anni e del diritto delle bambine e dei bambini alle pari opportunità di apprendimento’.Il testo riprende il lavoro fatto dalla senatrice Anna Serafini nelle precedenti legislature con la legge di iniziativa popolare e lo sviluppa dopo un’approfondita riflessione su ciò che sta avvenendo negli altri Paesi europei, a partire dalla volontà del Presidente del Consiglio Matteo Renzi di raggiungere concretamente gli obiettivi posti dall’Unione Europea del 33% dei posti al nido e la generalizzazione della scuola dell’infanzia entro il 2020”. Lo afferma la sen. Francesca Puglisi, capogruppo del Pd in Commissione Istruzione, prima firmataria e relatrice del provvedimento. “C’e’ da un lato – precisa Puglisi – la necessità di estendere la rete dei servizi educativi e scolastici nel mezzogiorno, dall’altro c’è problema della loro sostenibilità, laddove esistono nel centro nord, dopo anni di tagli ai bilanci degli enti locali. Il testo compie una decisa scelta politica: sceglie di investire sull’educazione e l’istruzione dei bambini e delle bambine del nostro Paese come moderna forma di lotta alle disuguaglianze, concreto sviluppo dell’occupazione femminile, vero sostegno alle responsabilità genitoriali”. “Contiene – aggiunge la parlamentare dem – un serio piano pluriennale per il raggiungimento degli obiettivi di Lisbona, traccia i principi fondamentali e i livelli essenziali del sistema integrato trasformando l’asilo nido da servizio a domanda individuale a diritto educativo dei bambini e delle bambine e della scuola dell’infanzia come primo livello del sistema di istruzione nella sua autonomia, unitarietà e specificità pedagogica e didattica.Valorizza la Governance pubblica del sistema integrato, puntando sulla qualificazione universitaria, la formazione in servizio continua, il coordinamento pedagogico, la continuità educativa e didattica”. “Dalla prossima settimana – spiega Puglisi – inizieremo ad ascoltare in audizione istituzioni, associazioni e parti sociali. Questa è il concreto impegno che abbiamo deciso di assumerci al Senato per rispondere all’appello che è venuto dal mondo che ha a cuore le politiche per l’infanzia rivolto al Presidente Napolitano, al Presidente del Consiglio Renzi, ai Presidenti delle Camere che sta raccogliendo centinaia di firme in tutto il Paese per l’approvazione della legge che attendiamo da troppo tempo”.

Renzi: 3,5 miliardi per la scuola e una «cabina di regia»

da Corriere.it

Renzi: 3,5 miliardi per la scuola e una «cabina di regia»

Sicurezza e rilancio dell’edilizia. Il premier assicura: i fondi ci sono e dal 1° aprile un’unità di missione a palazzo Chigi si occuperà di sbloccarli, di concerto col Miur

di Antonella De Gregorio

Tre  miliardi e mezzo da spendere subito per la  sicurezza delle scuole e il rilancio dell’edilizia. Così il premier Matteo Renzi ha dato vita al piano per le scuole, annunciando investimenti «già disponibili» e il coinvolgimento del «maestro Renzo Piano» per garantire la «qualità del rammendo» degli edifici scolastici. «La scuola è il luogo da cui riparte la comunità per uscire dalla crisi non con le slides ma con la centralità della formazione scolastica», ha dichiarato il premier. Quanto ai «soldi abbiamo trovato il modo per farli uscire dal patto di stabilità» interno. «Si tratta di 3,5 miliardi di interventi di ristrutturazione degli edifici scolatici – ha spiegato Renzi – da spendere subito».

Unità di missione

Ci sono i fondi, dunque («Sbloccheremo 3 miliardi di fondi europei. E un miliardo e 648 milioni sono già pronti sul tema del dissesto idrogeologico ). I progetti sono pronti. E «dal primo aprile sarà operativa l’Unità di missione per le scuole che lavorerà a palazzo Chigi, di concerto con il Miur e che autorizzerà gli interventi». Una sorta di cabina di regia per velocizzare le pratiche edilizie e  consentire ai sindaci e ai presidenti di provincia, sui quali pesa la burocrazia, di intervenire «sulle aule e i luoghi dove stanno i nostri figli». E i soldi che serviranno «alla tinteggiatura, al risparmio energetico, a distruggere e rifare una scuola», «sono anche soldi che hanno una ricaduta economica», ha detto Renzi. «Tutte le volte diciamo “ce lo chiede l’Europa” e mettiamo una serie di vincoli. L’Europa ci chiede di spendere bene i soldi che abbiamo bloccato e che investiremo da subito: 3 miliardi di fondi europei», ha ribadito il premier, illustrando le voci del «plafond» a disposizione della scuola.

La novità

«La vera novità – dice – è l’aver trovato il modo per non avere problemi di patto di stabilità sulle scuole». Il capitolo scuola è stato incluso da Matteo Renzi nell’apertura della conferenza stampa convocata dopo il Consiglio dei ministri per descrivere nel dettaglio provvedimenti, seguiti in diretta da molti siti Internet e attraverso l’hashtag della conf stampa #lasvoltabuona.

Scuola, motore per la crescita

da Corriere del Veneto

L’EDITORIALE

Scuola, motore per la crescita

Il Paese che vuole voltare pagina

Impulsi alla crescita. Il passaggio, l’incursione del premier Renzi nel Veneto, a Treviso, forse ha voluto esprimere la traccia di un itinerario: proviamo ad ricominciare dalla scuola. E allora, prima di parlare di crescita è meglio puntare allo sviluppo, pensare al laboratorio dei talenti. Mi piace l’idea che si inizi dai giovani, per costruire futuro. La scuola, con la famiglia, un tempo, rappresentava il fulcro (il volano) della formazione. Incontrare i giovani, parlare dei giovani, ai giovani è materia incandescente, dura come il ghiaccio. Ma è scelta vitale. Ridare carica, e dignità, riconoscimento al lavoro degli insegnanti, spronandoli a destarsi dalle apatie, dalla routine della quotidianità, a recuperare coraggio, impegno, entusiasmo, ad essere orgogliosi della qualità della propria professione, è uscire dal recinto, e portare con se gli allievi loro affidati. C’è bisogno di offrire stimoli e passione ai ragazzi, stimolare la loro autostima, educarli alla responsabilità, al rispetto della vita, la propria e quella degli altri, alla disponibilità al servizio, al volontariato.

Le inquiete cronache, ancora di questi giorni, gli episodi di bullismo, le induzioni al suicidio, la fragilità degli orizzonti offerti, in una società egoista e triste: c’è bisogno di voltare pagina. «Basta piangere», sostiene Aldo Cazzullo, in un suo recente saggio su questo nostro Paese fin troppo sconcertato. Possiamo aggiungere un invito a spiegare perfino il concetto di… «resilienza », così diffuso nelle scienze, intendendolo come capacità di rialzarsi. La giovinezza è una sfida continua, combattuta su un terreno irto di aculei che possono ferire. Provare a porsi dal punto di vista dei giovani può essere utile anche da queste nostre parti, data la domanda di lavoro che essi esprimono, a fronte dalla quale sarebbe utile che la società adulta li accompagnasse indicando la strada, suggerendo loro come imparare ad offrire la propria disponibilità, come vendere (?) le proprie conoscenze, i propri talenti, come avere coraggio e responsabilità.

Un tempo si cantava «Don’t stop», non smettere di pensare al domani. Per recuperare quell’umanesimo civile che ha nutrito la nostra storia. E invitarli, i nostri ragazzi, non solo a volare alto, a costruire, fin da subito, un futuro nel quale realizzare desideri. Non tutti siamo in grado di cantare, di scrivere poesie, di fantasticare, ma tutti dobbiamo continuare ad imparare a vivere. Parlando con un gruppo di prossimi maturandi, in un istituto superiore della nostra Regione, al termine di uno stage, un progetto formativo non solo di incontro con il mondo del lavoro e delle professioni, riprendendo il pensiero di sollecitatori della loro autostima, nella scelta della propria eredità, è stato suggerito il pensiero di una giovane scrittrice olandese, morta a trent’anni, in un campo di sterminio, Etty Hilesum, che dice così: «Quando troverò il coraggio di essere sola con me stessa a lungo, cercherò dentro ciò che non è stato appreso dall’esterno, solo allora, forse, potrò dire di essere nata per davvero». Indicare valori, regole, obblighi sociali può servire. L’esperienza della crescita, e la gran parte dei giovani ne è consapevole, vuol dire scegliere ciò che vogliamo essere, come vogliamo vivere, determinare i «nostri valori ».

Giandomenico Cortese

Renzi annuncia: 3,7miliardi per la sicurezza delle scuole. E si controlla da Palazzo Chigi

da Repubblica.it

Renzi annuncia: 3,7miliardi per la sicurezza delle scuole. E si controlla da Palazzo Chigi

“Cabina di regia” per l’edilizia scolastica e budget per ristrutturare e mettere in sicurezza le scuole italiane che aumenta a 3,7 miliardi di euro. Ma anche il rifinanziamento del Mof  –  il fondo per il Miglioramento dell’offerta formativa eroso negli ultimi anni per pagare gli scatti stipendiali ai docenti, bloccati dal governo Berlusconi e dal governo Monti. Il Consiglio dei ministri, appena concluso, ha approvato l’Unità di missione per l’edilizia scolastica  –  che avrà sede al Palazzo Chigi e che lavorerà fianco a fianco col ministero dell’Istruzione  –  per mettere rendere sicure in tempi brevi più scuole possibile. Il ministro Stefania Giannini ha annunciato che, con la cifra già disponibile, si potranno attivare 10mila interventi.
Il nuovo organismo renderà più veloce l’impegno dei due miliardi e mezzo di euro già stanziati da provvedimenti di legge precedenti, più un miliardo e 200 milioni che il governo è riuscito a racimolare attingendo ai fondi di coesione destinati alla sicurezza delle scuole. La cabina di regia, che lavorerà anche in collaborazione con i comuni e con le ex province, partirà dal prossimo primo aprile. “Non è un pesce d’aprile”, ha ironizzato Renzi che poi ha parlato della telefonata avuta questa mattina con la famiglia di Vito Scafidi, morto nel 2008 allo scientifico Darwin di Torino per un crollo a scuola. “La scuola  –  ha continuato il presidente del consiglio  –  deve essere un luogo da cui partire e in cui stare sicuri”.
I 3 miliardi e 700 milioni, che serviranno per effettuare anche semplici interventi, “dalla tinteggiatura all’efficientamento energetico  –  ha spiegato il premier  –  ma anche per la totale demolizione” degli edifici più sgarrupati, saranno sganciati dal patto di stabilità interno. “Nessun sindaco  –  ha concluso sull’argomento Renzi  –  avrà più il problema di non potere spendere somme che ha”. L’operazione che velocizzerà l’utilizzo dei 3,5 miliardi stanziati per l’edilizia scolastica intende rilanciare anche il settore dell’edilizia che, come tutti gli altri, è stato colpito dalla crisi.
Ma rientra anche nella lotta dichiarata dal premier alla burocrazia. Attualmente, infatti, sono 8 le fonti di finanziamento e addirittura
12 le procedure attuative per realizzare le opere di cui necessitano le scuole italiane. Il ministro dell’Istruzione Giannini ha anche annunciato la volontà del governo di ripristinare i fondi tagliati al fondo per il Miglioramento dell’offerta formativa per pagare gli scatti stipendiali degli insegnanti. Una operazione che è costata alle scuole quasi 400 milioni di euro che le istituzioni scolastiche spesso chiedono alle famiglie sottoforma di “contributi volontari”.

I docenti di religione aumentano, gli studenti diminuiscono. Misteri della scuola

da Repubblica.it

I docenti di religione aumentano, gli studenti diminuiscono. Misteri della scuola

Il taglio di cattedre non coinvolge questo insegnamento, mentre il calo di presenze in aula non si arresta. Ecco perché

di SALVO INTRAVAIA

Ancora in calo gli alunni che seguono l’ora di Religione nelle scuole italiane. Mentre i docenti specializzati nell’insegnamento della disciplina continuano ad aumentare. I dati, recentemente pubblicati dal Servizio nazionale della Conferenza episcopale italiana per l’Insegnamento della Religione Cattolica, riferiti all’anno scolastico 2012/2013, certificano l’ennesimo decremento di alunni che durante l’ora di religione restano in classe. Una circostanza che non è sfuggita ad alcuni deputati del M5S che lo scorso 4 marzo hanno presentato una interrogazione al ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, chiedendo di spiegare “come si giustifichi la persistenza dell’insegnamento della sola religione cattolica nella scuola pubblica italiana”.

Sulla continua crescita degli insegnanti che impartiscono l’ora di religione, un anno fa, era stato il senatore del Pd, Andrea Marcucci a interrogare il ministro dell’epoca, Francesco Profumo, sull’aumento dei prof di religione  –  dalle 19.912 unità del 2008 alle 23.779 del 2013  –  a fronte di un taglio alla scuola di 3,5 miliardi e 90mila cattedre in appena cinque anni. “Si chiede di sapere  –  scriveva Marcucci  –  se il governo sia in grado di confermare i dati in questione e quali misure intenda adottare per fronteggiare la situazione”. Ma in quella occasione non arrivò nessuna risposta. Mentre l’interrogazione del M5S è stata ritirata dopo appena due giorni, anche questa senza nessuna risposta.

Intanto, gli alunni che si avvalgono dell’insegnamento previsto dal concordato stato-chiesa del 1929 e ribadito dal nuovo concordato del 1985, sono in continua flessione. Un trend che si registra ormai da anni e che sembra inesorabile. Una lenta erosione pari a circa mezzo punto percentuale all’anno che ha portato la quota di fuggiaschi dal 7 per cento del 2002/2002 all’11,1 per cento del 2012/2013. Con perdite più consistenti, al nord, nella scuola dell’infanzia e superiore. Nelle regioni dell’Italia settentrionale, le defezioni alla materna sono a quota 16,2 per cento e oltre un quarto degli studenti delle superiori  –  il 27,2 per cento  –  preferiscono fare altro quando entra in classe l’insegnante di Religione. Percentuale che schizza al 34,3 negli istituti professionali.

Ma, nonostante tutto, il ministero continua ad aumentare l’organico degli insegnanti di Religione: da 23.476 posti nel 2012/2013 ai 23.684 dell’anno 2013/2014. Stando ai numeri forniti dalla Cei, nell’ultimo quinquennio, l’incremento maggiore di insegnanti di religione si è registrata nella scuola dell’infanzia e alla primaria. Probabilmente perché man mano che sono andate in pensione le vecchie maestre abilitate a insegnare anche la religione, sono state sostituite da insegnanti specialiste: che insegnano soltanto religione. In quanto da diversi anni a questa parte le diocesi non organizzano più corsi per autorizzare le maestre di classe a impartire anche l’insegnamento della religione.

In appena 5 anni, le maestre abilitate ad insegnare anche religione sono passate

da 32mila a 15mila. Mentre le docenti specialiste sono cresciute del 22 per cento: passando da 11.692 a 14.226. Ma l’aumento ha interessato anche i prof di scuola media e superiore, che nello stesso periodo sono cresciuti di oltre mille unità: da 8.396 a 9.407. Un incremento, questa volta, più difficile da spiegare, se è vero che nello stesso arco di tempo la scuola media ha visto crescere le defezioni in classe di 2,3 punti percentuali e la scuola superiore di 2,4 punti.

Studenti italiani: bravi in italiano ma scarsi in scienza

da La Stampa

Studenti italiani:  bravi in italiano ma scarsi in scienza

roma

Sono più bravi nella scrittura e nella lettura critica, ma ottengono risultati peggiori nell’affrontare questioni di tipo scientifico-quantitativo. È la fotografia dei giovani italiani scattata dalla sperimentazione Teco, la prima in Italia mirata al monitoraggio delle competenze generaliste degli studenti universitari, confrontate poi con quelle degli studenti di altri paesi.

A presentare i dati è stata l’Agenzia nazionale per la valutazione dell’Università e della Ricerca in un convegno in corso a Roma.

La sperimentazione si è concentrata sul monitoraggio delle capacità generali (le cosiddette generic skills), trasversali, e non collegate a nessun ambito scientifico o disciplinare, la cui presenza è un elemento essenziale nella formazione dei laureati. In particolare è stata valutata la capacità dei laureandi di esercitare il pensiero critico per risolvere problemi, prendere decisioni e comunicare in diversi contesti socio-economici e lavorativi.

Alla sperimentazione, durata 18 mesi, hanno partecipato 6.000 studenti volontari del terzo e quarto anno (circa 14.000 avevano presentato domanda) di 12 università italiane (fra le 30 che si erano autoproposte): Piemonte Orientale , Padova, Milano, Udine, Bologna, Firenze , Roma La Sapienza, Roma Tor Vergata, Napoli Federico II ,  Salento , Cagliari Messina .

«I risultati della sperimentazione sono assolutamente comparabili a quelli dei test realizzati negli Stati Uniti e negli altri 8 Paesi che hanno aderito al progetto Ahelo (Assessing Higher Education Learning Outcomes) dell’OCSE», ha commentato Fiorella Kostoris, coordinatrice della sperimentazione TECO e membro del Consiglio Direttivo Anvur.

«I giovani italiani riescono meglio dei loro colleghi stranieri nell’efficacia e tecnica di scrittura e nella lettura critica, anche se hanno risultati peggiori nell’affrontare questioni di tipo scientifico-quantitativo. I dati ci dicono che nel nostro Paese esiste ancora una forte separazione tra ambiti scientifici e umanistici. Potremmo definirlo “effetto Croce-Gentile” per sottolineare come questo problema venga da lontano e affondi le sue radici nella storia della cultura italiana e non sia certo attribuibile a colpe della nostra Università».

Dal test, infatti, emergono segni evidenti della persistenza nel nostro Paese di una separazione tra le cosiddette due culture: quella scientifica e quella umanistica. Indipendentemente dal livello medio delle competenze acquisite alla fine degli studi universitari, i nostri laureandi mostrano in generale capacità logiche molto più dissociate fra la componente umanistica e quella scientifica rispetto a quanto osservato in altri Paesi. Ovvero gli studenti italiani ottengono ottimi punteggi nella parte ”letteraria” del test o in quella “scientifico-quantitativa” ma mediamente ci sono pochi studenti che ottengono buoni punteggi in entrambe.

I laureandi in Psicologia sono quelli che ottengono i risultati più equilibrati tra le due aree. Quelli di Medicina e Matematica-Fisica-Statistica ottengono risultati più brillanti nella parte “scientifico-quantitativa”, mentre i giuristi sono quelli che riescono meglio nella parte “umanistica”.

Tre miliardi e mezzo per la scuola

da Tecnica della Scuola

Tre miliardi e mezzo per la scuola
di Reginaldo Palermo
Lo ha deciso il Governo nella seduta del pomeriggio del 12 marzo. Si parla anche di 80-85 euro in più in tutte le buste paga fino a 1.500 euro al mese (sono compresi quindi molti insegnanti e tutti gli Ata, esclusi i Dsga).
Inizia con più di un’ora di ritardo la conferenza stampa del Presidente del Consiglio che apre l’incontro con i giornalisti parlando di un paio di questioni che non sono state oggetto delle decisioni del Consiglio dei Ministri di poche ore fa. “Entro aprile faremo la riforma della pubblica amministrazione, e non solo perché la nostra idea è anche quella di superare l’attuale sistema dei Tar” annuncia Renzi che subito aggiunge: “E così dal prossimo 1° luglio ci sarà una Italia più leggera”. Poco dopo si parla scuola. A Palazzo Chigi, spiega il Presidente del Consiglio, è già attiva una unità di missione che sta operando in stretto rapporto con il Miur: “Bisogna ripartire dall’educazione,  dalle scuole,  dalle aule e per questo abbiamo messo in cantiere una spesa di 3 miliardi e mezzo di euro per interventi nel settore dell’edilizia scolastica”. “Si tratta di un intervento importante per rendere le scuole più sicure – dice Renzi – ma anche per favorire il rilancio dell’edilizia. Sarà un grande intervento economico e noi questi soldi li vogliamo spendere subito perché abbiamo già deciso che staranno fuori dal patto di stabilità” Ma come verranno decisi gli interventi ? Ci sarà l’architetto Renzo Piano a fare da consulente al Governo per far sì che il “rammendo” a cui saranno sottoposti gli edifici scolastici sia una operazione di qualità. “Perché – ha sottolineato Renzi – la scuola è il luogo dal quale riparte una comunità”. E c’è una novità interessante anche per le retribuzioni di una buona fetta dei dipendenti del Miur. Il presidente del Consiglio, infatti annuncia, che a partire dal prossimo mese di maggio, ci sarà un taglio significativo di Irpef e Irap che consentirà di mettere nelle buste paga almeno 80-85 euro al mese. Il provvedimento, chiarisce Renzi, riguarderà tutti gli stipendi al di sotto dei 1.500 euro netti.

Federalberghi apre gli hotel agli studenti

da Tecnica della Scuola

Federalberghi apre gli hotel agli studenti
di P.A.
Federalberghi, l’organizzazione delle aziende alberghiere italiane e la Rete Nazionale degli Istituti Alberghieri hanno sottoscritto un Protocollo per realizzare forme di alternanza scuola-lavoro e favorire l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.
L’iniziativa, che fa seguito all’Accordo quadro che Federalberghi ha sottoscritto con il Ministero dell’Istruzione, vuole ridurre le distanze tra mondo del lavoro e sistema dell’istruzione attraverso l’orientamento degli studenti e la realizzazione di stage presso le strutture alberghiere. ”Il 60% dei dipendenti del settore ha meno di 40 anni e l’accordo con la Rete degli istituti alberghieri consente alle imprese di realizzare un’azione di orientamento nel mercato del lavoro che è indispensabile per formare le professionalità dei giovani”. Con questa intesa, Federalberghi, che gia’ da tempo ha realizzato anche un programma di incontri periodici con istituti scolastici in varie Regioni d’Italia per presentare il settore e le opportunità che esso offre, completa un percorso volto ad avvicinare il mondo della formazione a quello del lavoro. Secondo i dati più recenti forniti dal sistema informativo Excelsior (Unioncamere-Ministero del lavoro), gli stagisti ospitati da imprese del turismo sono stati 46.310 nel 2013 ed il 15,1% delle imprese ospitano abitualmente degli stagisti. Inoltre in concomitanza con la stipula del Protocollo, Federalberghi ha avviato insieme ad ADAPT (associazione senza fini di lucro, fondata da Marco Biagi nel 2000) un percorso di ricerca per l’esame e la diffusione di buone prassi sui temi dell’alternanza scuola-lavoro e sull’inserimento dei giovani nel turismo.

M5S: blocchiamo il fenomeno diplomifici

da Tecnica della Scuola

M5S: blocchiamo il fenomeno diplomifici
Lo affermano i deputati del Movimento 5 stelle in commissione Cultura, che hanno depositato una proposta, a prima firma Gianluca Vacca, dal titolo: “Disposizioni concernenti la disciplina e il funzionamento delle istituzioni scolastiche paritarie e introduzione di nuovi criteri per la relativa ammissione agli esami di maturità”
Nel documento si legge ancora: “Un problema tutto italiano. Doveroso apportare dei correttivi ad alcune norme esistenti, in attesa di una necessaria riforma del quadro legislativo in materia di scuole paritarie” “Quello dei diplomifici e della mercificazione del sapere è un problema tutto italiano che con questa proposta di legge vogliamo finalmente eliminare alla radice, rimuovendo irregolarità, truffe, sfruttamento in ‘nero’ dei docenti precari. Tutti fattori che gettano discredito e causano danni al nostro sistema d’istruzione”. “Alla luce delle premesse fatte è doveroso apportare dei correttivi ad alcune norme esistenti, in attesa di una necessaria riforma del quadro legislativo in materia di scuole paritarie. I punti contenuti in questa proposta – spiegano i deputati – vanno proprio in questa direzione dal momento che, ad esempio, rendono obbligatori i controlli per gli uffici scolastici regionali, istituiscono il vincolo di deposito del rendiconto annuale – anche dei pagamenti tracciabili effettuati nei confronti dei docenti – e vietano lo sdoppiamento delle classi terminali”. Inoltre i 5 stelle propongono “l’abolizione della scandalosa possibilità di assumere il 25% del personale docente a titolo gratuito, l’introduzione del limite del 50% di candidati privatisti tra gli alunni iscritti e, infine, di impedire la possibilità di effettuare l’esame di maturità al di fuori della provincia di residenza del candidato”.