Insegnamento Educazione civica

Dopo un’attenta lettura sia dell’articolato parere del C.S.P.I. sullo Schema di decreto relativo alla sperimentazione nazionale in merito all’insegnamento trasversale dell’educazione civica in tutte le scuole del primo e secondo ciclo di istruzione del sistema nazionale di istruzione, espresso nella seduta plenaria n. 31 dell’11/09/2019 sia della nota ministeriale Insegnamento dell’educazione civica nelle scuole di ogni ordine e grado del 13/09/2019 con la quale si rende noto che non si darà seguito alla sperimentazione di Educazione Civica per l’anno scolastico in corso, l’UCIIM nazionale condivide i rilievi mossi dal CSPI in merito alle criticità che la sperimentazione proposta evidenziava e apprezza la decisione di continuare, per il solo anno scolastico 2019/2020, nelle scuole di ogni ordine e grado, ad impartire l’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione”, di cui alla legge 30 ottobre 2008, n. 169, e di continuare ad applicare l’articolo 2, comma 4, del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 62, relativo alla valutazione di tale insegnamento, e il successivo articolo 17, comma 10, concernente il colloquio nell’ambito dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione.
L’UCIIM nazionale ritiene fondata la preoccupazione di preparare adeguatamente l’entrata a regime di questa importante innovazione per l’anno 2020-21 con interventi di formazione del personale docente e dirigente e si propone di raccogliere e valorizzare le best practices, già realizzate nelle scuole negli anni passati, allo scopo di costruire un valido strumento di documentazione e consultazione per tutti i Collegi dei Docenti.
Forte del proprio pluriennale impegno sull’insegnamento Cittadinanza e Costituzione e di Educazione Civica, l’UCIIM è disponibile a collaborare con le Istituzioni e in particolare con il MIUR sia nella redazione delle Linee guida previste dall’articolo 3 della legge 92/2019 sia nell’azione di formazione del personale fornendo allo stesso gli adeguati strumenti formativi indispensabili alla costruzione di tale insegnamento sia nelle opportune attività di accompagnamento per le scuole che il MIUR deciderà di avviare in tale ambito.

Lettera al Presidente Sergio Mattarella

Lettera al Presidente Sergio Mattarella

Gentile Presidente! Ho ascoltato con l’attenzione che sempre dedico alle Sue parole le Sue considerazioni a proposito della necessità della adozione del “libro di testo” nelle istituzioni scolastiche. Mi permetto di avanzarLe alcune considerazioni. IERI il libro di testo e la lezione dell’insegnante erano le due uniche fonti di conoscenza e di apprendimento: nonché depositarie esclusive dei contenuti dei diversi saperi! OGGI il web offre tutte le fonti e le informazioni possibili! Non a caso il web è letteralmente un’enciclopedia universale mondiale, per di più offerta gratuitamente in tutte le lingue! E che si arricchisce giorno dopo giorno! Ed offre informazioni che, comunque, vanno sempre controllate! E con grande attenzione! Perché le cosiddette fac news sono sempre dietro l’angolo! Di conseguenza, penso che il ruolo dell’insegnante – soprattutto OGGI. a fronte di un mondo virtuale ricco di informazioni – deve cambiare! Da DEPOSITARIO del sapere dovrebbe diventare CONTROLLORE e MEDIATORE dei saperi!
Ne consegue la primazia della didattica! Ed ovviamente, di una didattica inclusiva: quella che oggi chiamiamo e pratichiamo nelle scuole – almeno da parte degli insegnanti più motivati ed avanzati – la cosiddetta “didattica laboratoriale”! La “lezione frontale” aveva forse un senso in una società in cui l’istituzione scolastica e i suoi insegnanti erano, per così dire, i “depositari del sapere”, ma oggi il sapere è a portata di mano! Anzi di dita! Ovviamente occorre saperlo cercare ed accedervi con pazienza, cura e intelligenza. Necessitiamo quindi di insegnanti che in primo luogo sappiano guidare ed orientare i nostri studenti in questo immenso mare dei saperi!
Va anche sottolineato che, ormai da alcuni anni, sia le Indicazioni Nazionali (relative all’istruzione obbligatoria e ai licei) che le Linee Guida (relative all’istruzione tecnica e all’istruzione professionale) sottolineano appunto l’esigenza di una didattica capace di liquidare quella fondata sulla lezione frontale: si tratta della cosiddetta “didattica laboratoriale”. Che di fatto è estremamente necessaria, se si vuole veramente EDUCARE, FORMARE ed ISTRUIRE i nostri alunni in modo tale che ciascuno possa raggiungere il suo personale SUCCESSO FORMATIVO. Si tratta di una didattica che non implica la presenza di un laboratorio in senso stretto (scientifico, linguistico informatico, ecc.), ma che affida all’insegnante il compito di orientare, dirigere coinvolgere gli alunni dell’aula a ricercare e produrre: ovviamente più sul WEB, in quanto a ricerca, e più sul PC in quanto a prodotto. Ne consegue che – potremmo dire – “il libro non si legge, ma si scrive”!
Si tratta di attività, impegni ed obiettivi che implicitamente abbiamo assunto con il varo dell’“autonomia delle istituzioni scolastiche”. Il referente normativo è il comma 2 dell’articolo 1 del dPR 275 dell’8 marzo 1999. Si tratta del “Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, redatto ai sensi dell’articolo 21 della legge 15 marzo1997, n. 59”. Va aggiunto, inoltre che oggi i nostri insegnanti sono impegnati a far raggiungere ai loro alunni non solo CONOSCENZE – come nelle scuole di sempre – ma anche ABILITA’ e COMPETENZE. In effetti, non c’è un “sapere” che non implichi e che non si debba esprimere e tradurre in un “saper fare”.
Mi corre anche l’obbligo di ricordarLe che ormai il nostro sistema di istruzione è tenuto a coordinarsi con i sistemi scolastici dei 28 Paesi dell’Unione Europea. E Le ricordo anche che il 22 maggio del 2018 il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato una nuova Raccomandazione sulle competenze chiave per l’apprendimento permanente che tutti i cittadini dell’Unione sono tenuti a conseguire. E’ un documento che pone l’accento non solo sui saperi, ma anche sul valore della complessità e dello sviluppo sostenibile. Le competenze sono le seguenti: 1)• competenza alfabetica funzionale; 2• competenza multilinguistica; 3• competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria; 4• competenza digitale; 5• competenza personale, sociale e capacità di imparare ad imparare; 6• competenza in materia di cittadinanza; 7• competenza imprenditoriale; 8• competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali.
So bene che questa citazione ha poco a che fare con il “libro di testo sì o no”! Ma – almeno a mio vedere – ha molto a che fare con le modalità nuove, molto intriganti, ovviamente, nonché interagenti, con cui oggi i nostri ragazzi possono accedere alle informazioni. Di qui un nuovo ruolo dell’insegnante: animatore di attività di ricerca, conduttore di attività laboratoriali! E, in tale contesto/scenario, la lezione di un tempo, coadiuvata e sostenuta dalle informazioni contenute sul “libro di testo” poco ha a che fare con la scuola di oggi! E di domani! Almeno a mio vedere!

Distinti saluti!
Maurizio Tiriticco


Dalla Lombardia alla Sicilia, migliaia di bambini non vaccinati

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

E’ la Lombardia, che pure vanta alti tassi di copertura, la regione con il maggior numero di bimbi sotto i 6 anni che rischiano di non poter accedere a scuola materna o al nido perché non vaccinati: circa 17.000. In Veneto i bimbi non vaccinati sotto i 6 anni che non potranno andare all’asilo sono 7.000. In Friuli Venezia Giulia i non vaccinati sono circa 3.000. È quanto emerge dai dati raccolti dall’Ansa interpellando i referenti delle Regioni.

Per arginare il progressivo calo delle vaccinazioni la legge Lorenzin, emanata nel 2017, ha reso obbligatori per bimbi e ragazzi sotto i 16 anni dieci vaccini (anti-polio, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-Haemophilus influenzae tipo b, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella).

La legge, oltre a sanzioni per i genitori che non fanno vaccinare i figli, prevede anche il divieto di accesso al nido e alla materna per chi non è in regola. Cosa che riguarda ancora molti alunni.

Dall’indagine nelle regioni emerge che in Lombardia per l’esavalente sarebbero 15.475 i non
vaccinati sotto i 6 anni e per la trivalente invece le mancate somministrazioni sono 17.237 (spesso chi non fa la prima non fa neanche la seconda). In Veneto a inizio settembre, sono 3.113 i bambini in età da asilo nido e altri 3.670, tra i 3 e i 6 anni, pronti per la materna, per un totale di 6.783, a cui saranno impediti gli accessi ai servizi. In Piemonte superano il 95% i nuovi nati immunizzati con il vaccino esavalente ed è in calo, rispetto al giugno 2018 quando erano circa 8.000, il numero dei bambini tra gli 0 e i 6 anni non in regola con i vaccini. Sono
circa 3 mila i bambini non vaccinati in Friuli Venezia Giulia che, se non regolarizzeranno la loro posizione, rischieranno di non aver accesso all’asilo nido o alla scuola dell’infanzia. In
Sicilia il 96% circa ha effettuato i vaccini mentre 1.865 sono inadempienti.


Allarme di Legambiente: il 40% delle scuole necessita di manutenzione urgente e il 74% non ha la mensa

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

«Caro Governo, le scuole stanno riaprendo e per questo ti scrivo. Perché quasi il 40% degli edifici ha bisogno di interventi di manutenzione straordinaria urgente; in oltre l’80% non sono state realizzate indagini per verificare la sicurezza dei solai, oltre il 60% degli istituti non dispone del certificato di agibilità e più del 76% delle amministrazioni non ha effettuato le verifiche di vulnerabilità sismica. Insomma, se per te la Scuola è una priorità, sappi che è urgente intervenire per mettere in sicurezza tutti gli edifici e garantire le stesse possibilità educative agli alunni di tutte le regioni italiane, perché negli ultimi dieci anni la situazione non è migliorata e anzi sembra proprio essere bloccata: la progettazione è troppo lenta e quasi non c’è stato nessun passo avanti in tema di riqualificazione e sostenibilità».
Comincia così la lettera aperta di Legambiente al Governo sul tema scuole.

«Perché da 20 anni facciamo dossier sull’edilizia e i servizi scolastici ed ora non possiamo fare a meno di lanciare un grido d’allarme, perché tra Nord e Sud il diritto allo studio non è uguale per tutti, la necessità di interventi urgenti per la messa in sicurezza degli edifici cresce in maniera allarmante e anche i servizi sembrano essere prerogativa solo di alcune regioni del Nord», è scritto in un comunicato diffuso dall’associazione.

Dai numeri elaborati da Legambiente (su dati Miur e su un’anteprima di Ecosistema Scuola, l’indagine di Legambiente sulla qualità dell’edilizia e dei servizi), risulta infatti che ben il 38,8% degli istituti in Italia necessita di interventi urgenti di manutenzione straordinaria per adeguamento alle norme e per l’eliminazione dei rischi. Ma la situazione non è la medesima in tutte le aree del Paese. Questa necessità riguarda infatti il nord per il 28,8%, il centro per il 41,9%, ma il sud per il 44,8% e le isole per il 70,9%: una fotografia di un Paese sostanzialmente senza sviluppo, visto che dieci anni fa, la media nazionale era del 32,8% con una percentuale del 21% che riguardava il nord, il 26,4% il centro, il 47,3% il sud e il 40,8% le isole.

Ad oggi, il 61,4% degli istituti non dispone del certificato di agibilità (anche qui con differenze notevoli tra il nord con il 48,8%, il centro con il 66,8%, il sud con il 69,4% e le isole col 77,3%), mentre le verifiche di vulnerabilità sismica, fondamentali in gran parte del Belpaese, sono state realizzate solo in parte. Il 76,2% dei comuni capoluogo infatti non le ha completate. Cioè sono state realizzate solo in alcuni istituti e non in tutti. Situazione che riguarda il 73,5% delle amministrazioni dei capoluoghi del nord, il 71,4% del centro, il 77,8% del sud e il 100% delle isole).

Nel complesso, solo il 22,2% dei Comuni capoluogo in aree con rischio sismicità più alto (le aree 1 e 2) ha realizzato le verifiche di vulnerabilità sismica su tutti gli edifici. Tra le inadempienti, anche città altamente a rischio come Napoli e Messina che denunciano però di avere necessità di interventi per adeguare le norme ed eliminare i rischi rispettivamente nel 34 e nel 100% dei casi.

I solai, principali protagonisti dei crolli e degli incidenti avvenuti nelle scuole negli ultimi anni, sono stati oggetto di indagine di controllo solo nel 18,9% degli edifici. Questi controlli hanno riguardato il 24,6% degli istituti del nord, sui quali sono stati effettuati poi interventi di messa in sicurezza per il 22,3% dei casi, il 24,7% del centro con conseguente intervento sul 16%, il 6,4% degli istituti del sud che ha richiesto interventi di messa in sicurezza per il 58,8% dei casi e il 4,1% degli edifici nelle isole con il 73,3% degli interventi.

In positivo, occorre segnalare Mantova come unica amministrazione italiana ad aver realizzato indagini di vulnerabilità sismica e di sicurezza dei solai in tutti i suoi edifici scolastici.

«Questi dati – ha dichiarato Vanessa Pallucchi, vicepresidente e responsabile Scuola e formazione di Legambiente – evidenziano ancora una volta le disuguaglianze e le diverse velocità in cui marcia il nostro Paese anche in tema di scuole sicure e servizi di qualità. Invece di parlare di regionalizzazione dell’istruzione, che andrebbe a creare solo situazioni più inique, occorre che lo Stato individui, come prevede la nostra Costituzione, gli strumenti perequativi per garantire ai ragazzi una buona qualità dell’istruzione e un buon accesso di diritto allo studio in tutte le aree del paese, spingendo le Regioni e gli altri enti locali ad esercitare in pieno e in modo più qualificato le competenze che già oggi hanno».

Sempre in tema di servizi, infatti, il 74% delle scuole italiane non ha la mensa (manca nel 66,3% degli istituti del nord, nel 65,2% degli istituti del centro, nell’86,5% dei casi al sud e nell’86,2% nelle isole), e nel 57,6% delle scuole non c’è servizio di trasporto per gli alunni disabili (manca al nord nel 58,3% degli istituti, al centro nel 55,1%, al sud nel 57%, nelle isole nel 60,3%). Le palestre o le strutture per lo sport sono presenti solo nel 40,7% degli istituti di cui il 44,7% al nord, il 45,3% al centro, il 32,2% al sud, il 38,3 nelle isole.

I progetti educativi, importantissimi anche per l’apprendimento attivo e le competenze di cittadinanza sono, ancora una volta, pochissimi al sud e nelle isole: le amministrazioni che finanziano progetti e iniziative rivolte agli under 14 sono il 71%, di cui l’85,3% al nord, l’81,3% al centro, il 37,5% al sud e il 25% nelle isole). Anche qui, in positivo, spiccano due città del nord, Parma e Reggio Emilia, con una storica tradizione di investimenti per la realizzazione di progetti educativi nelle scuole.

Molto ancora rimane da fare nel campo della sostenibilità. Solo il 4,6% degli edifici scolastici si trova infatti in classe energetica A, mentre quasi un edificio su tre (29%) è ancora in classe G. Tra le città virtuose in tal senso, Prato vanta tutti gli edifici scolastici nelle prime tre classi energetiche, mentre a Brescia oltre metà degli edifici (55%) sono in classe A.
La lotta alle plastiche non riguarda ancora le scuole del sud e delle isole, dove le stoviglie in plastica monouso sono utilizzate rispettivamente nel 56,6% e nel 100% dei casi (35% è il dato nazionale).

«Occorre una decisa inversione di tendenza per garantire scuole sicure ed efficienti in tutto il Paese – ha concluso Vanessa Pallucchi nella lettera aperta al Governo -. Chiediamo tempi e azioni certe per affrontare di petto quella che è una delle vere grandi opere necessarie per il nostro futuro. È urgente intervenire attraverso il completamento dell’Anagrafe scolastica, per poter programmare priorità e tempi di intervento, ma anche per garantire il diritto alla consultazione di dati pubblici che interessano milioni di persone. Occorre sbloccare immediatamente i fondi rimasti senza decreto attuativo, quali ad esempio i Bei-Ceb che consentiranno lo stanziamento di 1,5 miliardi netti per scuole più sicure, nuove ed efficienti, e ripristinare le funzioni di monitoraggio dei cantieri finanziati e il supporto progettuale agli enti locali bloccati con la chiusura della struttura di Missione per l’edilizia scolastica.
Tutto ciò va fatto presto e con determinazione, perché da azioni concrete come queste passa la sfida di una riqualificazione ambientale e sociale sostenibile del Paese».

Al via il nuovo programma annuale per valorizzare le eccellenze

da Il Sole 24 Ore

di Cl. T.

Al via il nuovo programma annuale per valorizzare le eccellenze. Con l’inizio del nuovo anno scolastico, il 2019/2020, arriva la consueta nota del Miur, che ribadisce come il programma individui le iniziative e le modalità di riconoscimento dei livelli di eccellenza conseguiti dagli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, statali e paritarie.

I premi
Gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado che ottengono la votazione di 100 e lode agli esami di Stato e quelli che raggiungono risultati elevati nelle competizioni elencate nel decreto ministeriale 541 del 18 giugno 2019 accedono ai riconoscimenti e ai premi previsti dalle norme sulla valorizzazione delle eccellenze. Gli incentivi previsti per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado che frequentano le scuole italiane e le scuole italiane all’estero, statali e paritarie, e gli importi corrispondenti alle varie tipologie di premio sono determinati con successivi provvedimenti al termine delle operazioni di rilevazione degli esiti degli esami di Stato e degli esiti delle competizioni.
Le risorse finanziarie sono assegnate alle scuole frequentate dai ragazzi meritevoli affinché provvedano alla premiazione degli studenti con uno dei seguenti incentivi previsti dall’articolo 4 del decreto legislativo 262 del 2007: benefit e accreditamenti per l’accesso a biblioteche, musei, istituti e luoghi della cultura; ammissione a tirocini formativi; partecipazione a iniziative formative organizzate da centri scientifici nazionali con destinazione rivolta alla qualità della formazione scolastica; viaggi di istruzione e visite presso centri specialistici; benefici di tipo economico; altre forme di incentivo secondo intese e accordi stabiliti con soggetti pubblici e privati.

Gli incentivi di tipo economico corrisposti a favore degli studenti meritevoli non sono assoggettati ad alcun regime fiscale secondo quanto precisato dall’Agenzia delle Entrate con Risoluzione 280/E del 25 novembre 2009. Un premio aggiuntivo è previsto per gli studenti delle gare con fase internazionale, alla quali ciascun Paese partecipa con un numero fissato di rappresentanti nazionali. Le gare con fase internazionale sono indicate con un asterisco nella tabella allegata al decreto 541 del 2019. Per le competizioni di gruppo è previsto un premio unico che è suddiviso tra i vari componenti.

Più «usato» per fronteggiare le spese scolastiche

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

La coperta degli italiani è sempre corta, si avvicina l’inizio della scuola e per risparmiare su libri e dotazione scolastica le famiglie si affidano più all’usato e meno all’online. Secondo i dati del nuovo Osservatorio mensile di Findomestic, società di credito al consumo del Gruppo BNP Paribas, la spesa media degli italiani per mandare i figli a scuola è in lieve calo (-2%) rispetto allo scorso anno e si comprano più libri e dizionari usati (52,3% del campione, 4 punti percentuali in più rispetto all’anno precedente), ma anche abbigliamento di seconda mano (10,7% degli intervistati, 3,3 punti percentuali in più rispetto al 2018).

L’indagine
Secondo l’Osservatorio, realizzato in collaborazione con Doxa, gli italiani quest’anno prevedono di sborsare mediamente 597 euro, cifra tra le più basse dal 2012 ad oggi. Guardando agli ultimi 8 anni si va dai 548 euro medi del 2012 al picco massimo di 735 euro del 2015. Chi ha due figli o più, però, quest’anno spenderà mediamente il 2% in più rispetto al 2018: da 686 a 701 euro. E tuttavia lungo lo stivale ci sono differenze. Al Centro si rileva quest’anno la spesa media più alta (688 euro) e nel Nord Ovest quella più bassa (556 euro).

Anche se libri e dizionari rimangono per il 66,6% degli intervistati la voce più “pesante” del “paniere” scolastico, zaini e cancelleria incidono sempre di più da otto anni a questa parte: il 47,1% del campione, la percentuale più alta dal 2012, ritiene che sono tra gli acquisti più onerosi anche perché le scuole da anni richiedono in maniera crescente questi materiali agli studenti. L’Osservatorio mensile di Findomestic rileva anche un 20,8% di risposte che indica i mezzi di trasporto fra le voci più consistenti del budget scolastico.

Libri e dizionari, abbigliamento e computer: meno acquisti online e più usato Per far bastare la coperta aumentano gli italiani che acquistano per i propri figli libri e dizionari usati: la percentuale sale dal 48,3% del 2018 al 52,3% del 2019. All’incremento dell’usato fa da contraltare il calo degli acquisti online: 5 punti percentuali in meno rispetto al 2018 per chi si affida al web per libri e dizionari (dal 50,9% del 2018 al 45,7% del 2019). La stessa dinamica, meno e-commerce e più usato, interessa l’abbigliamento: cresce di oltre 3 punti rispetto al 2018 la percentuale (10,7%) di chi ricorre all’usato (pratica particolarmente diffusa nel Centro Italia dove la percentuale sale al 23,2%), mentre cala dall’11,4% del 2018 all’8,7% del 2019 la percentuale di chi si affida al web. Di seconda mano si comprano anche più computer: 5,5% degli intervistati rispetto al 4,5% del 2018 (il pc usato va più di moda nel Nord Ovest, 10,9%) mentre passa da 13,7% a 11,9% la percentuale di chi acquista il pc per i figli online. È in crescita costante, invece, dal 2013 il ricorso all’e-commerce per gli articoli di cancelleria, fatta eccezione per gli acquirenti di zaini online che diminuiscono rispetto all’anno precedente di 4 punti percentuali (dal 28,8% del 2018 al 24,8% di quest’anno).

Inglese, priorità assoluta
L’inglese è la materia più importante per il futuro secondo il 60,8% del campione dell’Osservatorio Findomestic. Seguono a ruota l’informatica e il coding, il linguaggio della programmazione (42,4%). Che l’inglese sia in cima alle priorità lo conferma la risposta al quesito sull’esperienza formativa più interessante fatta o da far fare ai figli: per il 45% è appunto il corso di lingua. Per altri intervistati sono importanti almeno 2-3 mesi (28,4%) se non 6 mesi-1 anno (26,4%) di studio all’estero.

Detrazioni spese scolastiche, queste sconosciute
Aumentano quest’anno tra gli intervistati quelli che non conoscono o non utilizzano le detrazioni al 19% per le spese scolastiche consentite nella dichiarazione dei redditi: dal 41,5% del 2018 si sale al 45,6% di quest’anno. Se nel Centro Italia sfruttano meglio questa opportunità (55%), lo stesso non accade nel Sud e nelle Isole (38,5%).

DSGA, copertura posti disponibili e/o vacanti. Ecco come procedere

da Orizzontescuola

di Nino Sabella

DSGA: copertura posti disponibili e/o vacanti anno scolastico 2019/20. Intesa Miur-sindacati.

Posti vacanti e/o disponibili

Nella giornata di ieri, si è svolto il preventivato incontro Miur-sindacati, nel corso del quale si è discusso della carenza di organico relativa ai posti di DSGA e alle modalità per superarla, in attesa della conclusione del relativo concorso, attualmente in atto e relativamente al quale si attende lo svolgimento delle prove scritte.

Al primo settembre 2019 sono vacanti 2.907 posti in organico di diritto, cui aggiungere ulteriori posti resi disponibili in organico di fatto.

Al fine di superare l’esigenza succitata e assicurare il buon funzionamento delle istituzioni scolastiche, considerato il ruolo centrale svolto dai DSGA, Miur e sindacati hanno stipulato un apposita intesa.

Copertura posti vacanti e/o disponibili

In base all’intesa stipulata il 12 settembre 2019, dopo l’applicazione di quanto previsto dall’articolo 14 del CCNI del 12 giugno 2019, in via eccezionale e per il solo anno scolastico 2019/20, gli Uffici scolastici regionali, previo confronto con  i sindacati, possono procedere alla copertura dei posti vacanti e/o disponibili con le seguenti procedure straordinarie indicate in ordine di priorità:

l) in base ai criteri e alla procedura di cui all’art. 14, del CCNI del 12.6.2019, tramite utilizzazione di personale appartenente al profilo professionale di assistente amministrativo di altra provincia dello stesso USR o, in subordine, di altro USR;

2) mediante affidamento in reggenza a DSGA di ruolo in servizio nelle scuole viciniori, secondo la normativa vigente;

3) mediante conferimento di incarico ad assistenti amministrativi immessi in ruolo a decorrere dal 2019-20 che dichiarino la disponibilità ad accettare l’incarico di DSGA su uno dei posti disponibili, il cui servizio è valido ai fini del periodo di prova qualora non già terminato;

4) mediante conferimento di incarico ad assistenti amministrativi non di ruolo che, già nominati o chiamati in ordine di graduatoria per il conferimento di una supplenza relativa al profilo di appartenenza, dichiarino la disponibilità ad accettare l’incarico di DSGA su uno dei posti disponibili e a condizione che siano in possesso del titolo di studio previsto dalla Tabella B allegata al CCNL 2007 (laurea specialistica in giurisprudenza; in scienze politiche sociali e amministrative; in economia e commercio o titoli equipollenti);

5) mediante conferimento di incarico a tempo determinato di DSGA ai candidati inseriti nelle graduatorie di istituto del profilo di assistente amministrativo, nel rispetto della posizione occupata dai medesimi all’interno delle stesse, che si siano dichiarati disponibili e a condizione che siano in possesso del titolo di studio previsto dalla Tabella B allegata al CCNL 20007 (laurea specialistica in giurisprudenza; in scienze politiche sociali e amministrative; in economia e commercio o titoli equipollenti).

Intesa Miur-sindacati

Cosa prevede il CCNI  del 12/06/2019

L’articolo 14 del CCNI sulle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie disciplina la copertura dei posti disponibili e/o vacanti di DSGA nell’ambito della medesima scuola e in ambito provinciale.

Il succitato articolo 14 indica il personale cui assegnare i posti disponibili e/o vacanti di DSGA, secondo l’ordine di seguito riportato:

  1. personale inserito nella graduatoria permanente, di cui all’articolo 7 del DM n. 146/2000, con contratto sino al 31/08;
  2. assistenti amministrativi titolari e/o in servizio nella medesima scuola in cui si verifica la disponibilità, che siano beneficiari della seconda posizione economica di cui all’articolo 2 della sequenza contrattuale del 25 luglio 2008, le cui modalità attuative sono regolamentate dall’Accordo nazionale 12 marzo 2009. Ciò qualora non sia possibile coprire i detti posti tramite la modalità di cui al punto 1 (supplenza al 31/08);
  3. personale utilizzato appartenente ai profili professionali di responsabile amministrativo oppure di assistente amministrativo di altra scuola della medesima provincia. Ciò in via esclusivamente residuale.

Ai fini dell’utilizzazione di cui al punto 3, gli USR predispongono appositi elenchi del personale aspirante alle utilizzazioni. La predisposizione degli elenchi deve avvenire sulla base di criteri finalizzati a:

  • valorizzare le esperienze acquisite a qualsiasi titolo nel profilo di DSGA;
  • valorizzare i titoli culturali;
  • favorire l’impiego degli assistenti amministrativi titolari delle posizioni economiche.

L’Ufficio scolastico regionale predispone i provvedimenti nei confronti del
personale disponibile, esclusi coloro i qual abbiano rifiutato analogo incarico nella propria scuola (vedi il punto 2 sopra riportato).

Nell’ambito delle operazioni di utilizzazione del predetto personale, hanno  priorità nella scelta della sede, nel limite degli aventi diritto, coloro i quali chiedano la conferma nella scuola ove, nell’anno scolastico precedente, abbiano svolto analogo servizio.

Ai fini del conferimento dell’incarico, nell’ambito dell’ordine delle operazioni indicate nei sopra riportati punti 1, 2 e 3 e la priorità nell’ambito dell’utilizzazione di personale appartenente ai profili professionali di responsabile amministrativo oppure di assistente amministrativo di altra scuola della medesima provincia, costituisce titolo di precedenza l’inserimento nella graduatoria per la mobilità professionale dall’area “B” all’area “D” formulata ai sensi del C.C.N.I. 3 dicembre 2009. 

Posti vacanti di DSGA: firmata intesa per uniformare le procedure

da Orizzontescuola

di redazione

E’stata sottoscritta oggi una specifica Intesa tra MIUR e sindacati sulle indicazioni da dare agli Uffici Scolastici Regionali (USR) per trovare soluzione alla carenza di DSGA nelle scuole.

L’incontro è servito per uniformare le procedure dei vari USR per evitare disparità di trattamento e contenziosi.

L’Intesa prevede la possibilità di conferire l’incarico da parte degli USR agli assistenti amministrativi (AA) disponibili da fuori provincia e poi fuori regione, la reggenza a DSGA di ruolo disponibili anche in scuole normo-dimensionate, agli assistenti amministrativi disponibili immessi in ruolo nel 2019/2020, agli assistenti amministrativi titolari di supplenza disponibili e agli assistenti amministrativi inseriti in graduatoria di istituto a condizione che questi ultimi siano in possesso del titolo di studio previsto dal CCNL Istruzione e Ricerca per coprire il ruolo di DSGA.

L’intesa prevede tale materia faccia parte delle relazioni sindacali a livello regionale.

Formazione docenti e ATA, disponibili 25 mln. Nuovo incontro Miur-sindacati 25 settembre

da Orizzontescuola

di redazione

Formazione personale docente e ATA: materia di contrattazione a livello nazionale; svoltosi incontro al Miur.

Formazione

L’articolo 22, comma 4 lettera a3), del CCNL 2016/18 prevede che i criteri generali di ripartizione delle risorse per la formazione del personale docente, educativo ed ATA siano oggetto di contrattazione a livello nazionale.

Anche le risorse della formazione dei neoassunti, come leggiamo nella nota pubblicata in anteprima dalla nostra redazione, sono assegnate sulla base dei criteri stabiliti in sede di contrattazione. Evidenziamo che la citata nota parla soltanto dei docenti tuttavia l’assegnazione delle risorse riguarda anche gli ATA.

Incontro al Miur

L’Amministrazione, come riferisce la Flc Cgil, ha informato che le risorse al momento disponibili ammontano a circa 25 milioni di euro, destinati a:

  • formazione in servizio dei docenti;
  • aggiornamento personale docente e ATA;
  • formazione docenti specializzati nelle attività di sostegno agli alunni con disabilità.

Secondo quanto emerso dall’incontro, anche le risorse di altri dipartimenti, disponibili per la formazione del personale, vanno ricondotte nell’alveo della contrattazione, come ad esempio quelle per il Piano Nazionale Scuola Digitale.

Posizione economiche ATA

I sindacati hanno chiesto al Miur di procedere alla definizione delle risorse destinate alla formazione per le posizioni economiche ATA, in modo da riattivare le procedure per l’attribuzione per surroga delle nuove posizioni economiche.

Cambiamenti e innovazioni

Miur e sindacati, infine, hanno condiviso l’esigenza che il Contratto integrativo renda disponibili a ciascuna scuola le risorse finalizzate ai cambiamenti e alle innovazioni didattiche, ordinamentali ed organizzative del sistema scolastico.

Prossimo incontro

Il prossimo incontro è stato calendarizzato per il 25 settembre p.v.

Calendario prove Invalsi 2020 e restituzione dati 2019 alle scuole

da Orizzontescuola

di redazione

Le Prove INVALSI 2020 si svolgeranno da marzo a maggio, il calendario è già stato reso noto.  Nel mese di settembre 2019 vengono invece restituiti a tutte le scuole i dati della rilevazione nazionale 2018-2019.

Prove Invalsi 2020

Sono state rese note le date delle Prove INVALSI 2020 per i cinque gradi scolastici che ogni anno partecipano alle rilevazioni nazionali.

Le classi campione – cioè le classi scelte come rappresentative del sistema scolastico italiano e i cui risultati servono come riferimento – svolgono le Prove in giorni definiti a livello nazionale.

Le classi interessate dalle Prove INVALSI 2020 sono:

  • le classi II e V della scuola primaria (gradi 2 5)
  • le classi III della scuola secondaria di primo grado (grado 8)
  • le classi II e V della secondaria di secondo grado (gradi 10 e 13)

Tutti gli allievi sostengono una Prova di Italiano e una di Matematica; quelli dei gradi 5, 8 e 13 svolgono anche una Prova di Inglese, suddivisa in Reading e Listening.

La modalità di svolgimento cambia a seconda del ciclo d’istruzione: nella scuola primaria le Prove INVALSI 2020 avvengono simultaneamente nello stesso giorno per ogni materia e alla stessa ora con la tradizionale modalità carta e penna.

La scuola secondaria di primo e di secondo grado, invece, utilizza il computer – modalità CBT – e svolge le prove all’interno di un periodo di somministrazione fissato a livello nazionale. Questa finestra temporale può essere gestita autonomamente da ciascuna scuola, in funzione del numero degli allievi e del numero di computer disponibili.

Restituzione dati alle scuole

Le prime classi a ricevere i dati sono quelle della scuola primaria, seguite dalle classi della scuola secondaria di primo grado e infine da quelle degli istituti secondari di secondo grado.

Possono accedere :

  • il Dirigente scolastico
  • il Referente per la Valutazione
  • i Docenti delle classi che hanno svolto le Prove INVALSI
  • i Docenti d’Istituto
  • il Presidente del Consiglio d’Istituto

Fioramonti: 11 miliardi di euro di finanziamenti nelle linee spesa del Miur

da Orizzontescuola

di redazione

Il neo ministro dell’istruzione Lorenzo Fioramonti, intervenuto a Il mattino di Radio 1, ha sottolineato l’importanza di aumentare gli investimenti al più presto sulla scuola.

Su scuola, università e ricerca non si scherza, è la priorità del Paese. Ho già chiesto di inserire nella Manovra un miliardo per l’università e due per la scuola” afferma il ministro.

Bisogna tornare ai livelli del periodo precrisi, e trovare una soluzione al precariato dilagante, su cui l’Ue ci ha già minacciato di una procedura d’infrazione” prosegue Fioramonti, che si sposta poi su altri temi come l’edilizia scolastica.Nelle linee di spesa del Miur ci sono 11 miliardi di euro di finanziamenti, 65 milioni sono stati spostati per gestire le emergenze immediate della sicurezza dell’edilizia scolastica“.

Nei prossimi mesi verrà attivato un ufficio preposto che accompagni gli enti locali nella spesa delle risorse e avvieremo una mappatura satellitare dei movimenti strutturali grazie al sistema Cosmo Sky Med in collaborazione con l’Agenzia spaziale italiana e l’Istituto nazionale di fisica. Così saremo in grado di mappare anche i movimenti millimetrici di ogni edificio a partire da scuole” conclude il ministro.

Dirigenti tecnici, concorso e incarichi temporanei per funzione ispettiva. Lo stato dell’arte

da Orizzontescuola

di Nino Sabella

Dirigenti tecnici: il decreto “salva-precari” prevede un concorso e, in attesa dello stesso, il conferimento di incarichi temporanei per lo svolgimento della funzione ispettiva.

Decreto

Il decreto, approvato “salvo intese” dal Consiglio dei Ministri del precedente Governo, non è andato in porto a causa della crisi dell’Esecutivo.

Formatosi il nuovo Governo, il Ministro Fioramonti si è già espresso in merito allo stesso, nello specifico riguardo alla situazione dei docenti precari:

“C’è il decreto salva precari che era stato approvato salvo intese a cui sto rimettendo mano adesso per fare in modo che vengano rispettate sia le rivendicazioni di precari e sindacati sia le garanzie di trasparenza e di merito nel percorso di selezione e quindi entrare nei prossimi mesi in una approvazione definitiva e preparare i concorsi per il 2020″.

Le annunciate modifiche non sappiamo se riguarderanno anche le altre misure previste, tra le quali quella riguardante i dirigenti tecnici del Miur, la cui carenza di organico non è una cosa sconosciuta.

In attesa delle azioni del nuovo Ministro, ricordiamo cosa prevede in merito il decreto.

Concorso dirigenti tecnici

Il Miur è autorizzato a bandire un concorso per titoli ed esami per il reclutamento di dirigenti tecnici a decorrere da settembre 2020, nel limite di una maggiore spesa di personale pari a euro 7,99 milioni annui.

Il concorso è bandito in deroga a quanto previsto dall’articolo 4 – commi 3, 3 bis e 3 quinquies – del DL n. 101/2013, convertito in legge n. 125/2013, e a quanto previsto dall’articolo 1 – commi 300, 302 e 344 – della legge n. 145/2018.

Per lo svolgimento del concorso è previsto il finanziamento di 135.000 euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020.

La tempistica, considerato lo slittamento del decreto, dovrebbe subire delle modifiche.

Incarichi temporanei

In attesa dell’espletamento del suddetto concorso, il decreto prevede una misura “transitoria”, ossia il conferimento di incarichi temporanei per le funzioni ispettive, svolte dai dirigenti tecnici, rifinanziando quanto previsto dalla legge 107/2015.

La citata legge ha previsto, per il triennio 2016-2018, la possibilità di attribuire incarichi temporanei di livello dirigenziale non generale, di durata non superiore a tre anni, per le funzioni ispettive. Ciò al fine di:

  • garantire le azioni di supporto alle scuole impegnate nell’attuazione della stessa legge (la cosiddetta “Buona Scuola”);
  • assicurare la valutazione dei dirigenti scolastici;
  • assicurare la realizzazione del Sistema Nazionale di Valutazione.

Gli incarichi sono stati conferiti nell’ambito della dotazione organica dei dirigenti tecnici del Miur, ai sensi dell’articolo 19, commi 5-bis e 6, del D.lgs. 165/01 e successive modificazioni, anche in deroga alle percentuali previste per i dirigenti di seconda fascia. A tal fine erano stati finanziati 7 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2016-18.

Con il decreto si proroga la misura, rifinanziandola con 3,33 milioni di euro nel 2019 e 5,33 milioni di euro nel 2020.

I contratti stipulati per tali incarichi temporanei, leggiamo ancora nel decreto, hanno termine al 31 agosto 2020 e comunque all’atto dell’immissione in ruolo dei dirigenti tecnici in seguito al previsto concorso di cui sopra. E’ chiaro tale tempistica, visto lo slittamento del decreto, non dovrebbe essere la medesima.

NB: quanto sopra riferito si base sul decreto approvato “salvo intese” dal precedente Esecutivo. Il Ministro Fioramonti, come detto all’inizio, modificherà il provvedimento, per cui non sappiamo se le misure sopra indicate subiranno delle modifiche.

Assunzioni docenti: il MEF autorizza, ma i posti restano vacanti. Un dossier di Cisl-Scuola

da La Tecnica della Scuola

Osservando il grafico proposto dalla Cisl Scuola non si può fare a meno di esclamare “incredibile, ma vero”.

Come si vede, la tabella indica lo scarto che negli ultimi quattro anni scolastici si è registrato fra il numero delle assunzioni in ruolo autorizzate dal MEF e quello, molto minore, delle nomine in ruolo che è stato possibile disporre effettivamente, alla luce delle disponibilità di aspiranti nei canali di reclutamento utilizzabili (graduatorie concorsuali e GAE).
“Non si tratta di differenze di poco conto, sia in valori percentuali che in valori assoluti” osserva il sindacato di Maddalena Gissi che aggiunge: “E se il numero davvero esiguo di assunzioni fatte nel 2016/17 può trovare spiegazione nello svuotamento delle GAE in molte realtà e nel ritardato avvio di concorsi ordinari allora in procinto di essere banditi, il successivo svolgimento di questi ultimi (tra ordinari e straordinari) non ha cambiato di molto le cose negli anni seguenti, rendendo pressoché strutturale la ‘scopertura’ di 20.000 posti che nell’ultimo triennio si è sempre riproposta, e che lieviterà a circa 30.000 quest’anno”.

Ci vuole una politica seria per il reclutamento

“È dunque evidente – sottolinea il sindacato – che una politica del reclutamento volta a privilegiare in modo esclusivo il canale dei concorsi per esami e titoli, essendo avviato ad esaurimento, a partire dal 2008, il canale delle graduatorie per soli titoli, appare del tutto inefficace a soddisfare un fabbisogno di posti che, non potendo essere coperti con docenti di ruolo, vengono ogni anno affidati a personale precario, anche privo di abilitazione, pena l’impossibilità del sistema di funzionare regolarmente”.

In effetti il dato più drammatico è proprio quello del numero delle supplenze conferite che negli ultimi anni è continuamente aumentato, con un’unica eccezione legata all’anno in cui venne fatto il piano straordinario di assunzioni legato alla legge 107.

“Si tratta – si legge nel dossier – di una tendenza che non accenna a diminuire e che porta l’area del precariato a coprire circa il 20% delle cattedre funzionanti”

Secondo Cisl Scuola i dati dimostrano in modo inequivocabile “l’insufficienza e l’inefficacia di un reclutamento affidato ai soli concorsi per esami, che sarebbero l’unica via attraverso cui verificare i requisiti di qualità professionale richiesti a chi insegna, e al tempo stesso la medicina adatta a guarire la ‘supplentite’ che affligge il sistema”.

I concorsi non bastano. Ci vuole un doppio canale

“I concorsi periodici per esami – sottolinea infine il sindacato – devono senz’altro rimanere, come opportunità immediata di accesso all’insegnamento per chi esce da percorsi di studio lunghi e impegnativi; nel contempo, con un sistema scolastico strutturalmente destinato a utilizzare, inevitabilmente, quote non irrilevanti di lavoro precario, valorizzare l’esperienza professionale acquisita sul campo da coloro ai quali si affida, a volte per anni e anni, la cura dei nostri alunni in ogni ordine e grado di scuola rappresenta un’opportunità e un dovere”.

Educazione digitale a scuola in Europa, ecco il nuovo rapporto di Eurydice

da La Tecnica della Scuola

Le tecnologie digitali hanno rivoluzionato la nostra società e oggi i bambini crescono e vivono in un mondo in cui questi sono onnipresenti. La cosiddetta “quarta rivoluzione industriale” influisce su tutti gli aspetti della vita, dalla salute al commercio, dalle interazioni sociali al modo in cui le persone lavorano.

I sistemi di istruzione non sono meno colpiti, non solo perché la tecnologia può avere un impatto su come viene erogata l’istruzione, ma anche perché l’educazione ha un ruolo da svolgere nella preparazione dei giovani ad un mondo guidato dalla tecnologia.

Sull’importanza della tecnologia nell’istruzione si sofferma l’ultimo rapporto Eurydice, dal titolo “Digital Education at School in Europe” (a disposizione anche la sintesi “Eurydice Brief Digital Education at School in Europe”).

Come dimostra la ricerca, crescere nell’era digitale non rende i “nativi digitali” intrinsecamente competenti. Gli studenti hanno ancora bisogno di supporto nell’acquisizione delle giuste competenze. I sondaggi inoltre indicano che l’uso della tecnologia è in gran parte limitata alle attività del tempo libero non scolastiche, mentre l’impegno con la tecnologia a fini educativi nelle scuole è ancora in ritardo.

Per quanto riguarda il mercato del lavoro poi, c’è un gap di competenze da colmare: un aumento del numero di posti di lavoro richiede alti livelli di competenza nell’uso della tecnologia e molti nuovi lavori si basano su competenze digitali specializzate.

Da un punto di vista sociale, la sfida è quella dell’inclusività: un divario tra quelli senza o con solo competenze digitali di base e altri con competenze di alto livello potrebbe aggravare le lacune esistenti nella società ed escludere ulteriormente alcune fasce della popolazione.

Guardando all’educazione, la sfida non è solo quella di garantire che i giovani sviluppino le competenze digitali necessarie, ma anche raccogliere i benefici che la tecnologia può offrire nel processo di insegnamento e apprendimento. Questo significa anche garantire che i giovani possano utilizzare le tecnologie digitali in modo efficace e sicuro. I rischi come il cyberbullismo, la dipendenza da Internet o la perdita di privacy sono stati per diverso tempo una delle principali preoccupazioni per i responsabili politici e, di conseguenza, la sicurezza è diventata una questione centrale nelle politiche di educazione digitale.

Ministero Istruzione: arriva il nuovo Capo di Gabinetto

da La Tecnica della Scuola

Il nuovo Capo di Gabinetto del Ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti è Luigi Fiorentino.
Per Fiorentino si tratta di un ritorno a Viale Trastevere dove ha esercitato lo stesso ruolo con i ministri Francesco Profumo e Maria Grazia Carrozza.
Fiorentino, classe 1959, ha un curriculum prestigioso: fra le varie cariche ricoperte è stato  vice segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri,  nel Governo Renzi e poi in quello Gentiloni, Capo di Gabinetto per gli Affari Regionali e le Autonomie con il ministro Maria Carmela Lanzetta e ancora segretario generale dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato  e Capo di Gabinetto della stessa.
E’ stato anche vice Capo di Gabinetto dei Ministri del tesoro, del bilancio e della programmazione economica Ciampi e Amato. Laureato in giurisprudenza  ha conseguito il diploma di perfezionamento in Diritto Amministrativo e Scienza dell’Amministrazione  presso l’Università degli Studi di Napoli, Fiorentino conta molte pubblicazioni su tematiche di diritto amministrativo e collabora con diverse riviste specializzate. Fiorentino succede a Giovanni Chinè, capo di Gabinetto del ministro Marco Bussetti.