Anno nuovo, Governo nuovo

Anno nuovo, Governo nuovo.

Qualche giorno fa sul Corriere Gian Antonio Stella giustamente definiva la scuola “il perno, l’unico che abbiamo, per il nostro riscatto dall’attuale fase di declino economico e politico del nostro Paese”. 

Oggi un nuovo Governo si insedia: quali aspettative per il mondo della scuola e dei giovani? Che considerazione viene riservata alla scuola, alla sua autonomia ed alla sua gestione? 

Il riferimento è il Programma di Governo articolato  in 29 punti di indirizzo. Ecco quelli in cui si fa cenno alla scuola ed alla sua gestione:

p.to 1) con riferimento alla legge di bilancio per il 2020 sono prioritari: (…) le misure di sostegno alle famiglie e ai disabili, (…) le misure di deburocratizzazione e di semplificazione amministrativa, (…) nonché l’incremento della dotazione delle risorse per la scuola (…);

p.to 5)  è essenziale investire sulle nuove generazioni, vera risorsa per il futuro del Paese, al fine di garantire a tutti la possibilità di svolgere un percorso di crescita personale, sociale, culturale e professionale nel nostro Paese (…);

p.to 20) è necessario completare il processo di autonomia differenziata, giusta e cooperativa, che salvaguardi il principio di coesione nazionale e di solidarietà, la tutela dell’unità giuridica e economica (…);

p.to 22)  occorre tutelare i beni comuni, a partire dalla scuola pubblica: è necessario intervenire contro le classi troppo affollate e valorizzare, anche economicamente, il ruolo dei docenti, potenziare il piano nazionale per l’edilizia scolastica e garantire la gratuità del percorso scolastico per gli studenti provenienti da famiglie con redditi medio-bassi, contrastare la dispersione scolastica e il bullismo (…).

Parole e principi che, nella loro genericità, non possono non essere condivisibili in questi tempi di emergenza educativa, ma che si potranno valutare solo quando saranno presentate dal Governo le conseguenti linee attuative e le proposte operative.

Si può rilevare, tuttavia, che nella filigrana dei punti programmatici del governo M5s-Pd è presente l’intento di intervenire a vantaggio della scuola, dei giovani, delle famiglie e dei disabili: un buon segnale? 

Ma quali punti del Programma avranno davvero la priorità? Saranno autenticamente valorizzate le realtà rappresentative del mondo scolastico, i suoi attori e le famiglie? Ci sarà spazio per una visione sussidiaria che potenzi l’autonomia delle istituzioni scolastiche e che valorizzi il protagonismo degli operatori della scuola e dei soggetti del sistema pubblico di istruzione statale e paritario?

Comincia un nuovo anno scolastico e, con esso, un nuovo Governo.

Un saluto di benvenuto, allora, al Ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti con l’augurio che si impegni per lo sviluppo di quel ‘bene comune’ che è la scuola, insieme ai suoi protagonisti: alunni, famiglie, dirigenti scolastici e docenti, valorizzando il nuovo che nasce ogni giorno negli ambienti scolastici, dotandolo di risorse e di strumenti operativi semplici ed efficaci, garantendo l’autentica libertà di educazione per tutti.

DiSAL offre la disponibilità al dialogo ed alla collaborazione. 

AVVIO ANNO SCOLASTICO

AVVIO ANNO SCOLASTICO, DI MEGLIO: VALORIZZARE I DOCENTI, CARDINI DELLA SCUOLA   
“Con la campanella suonata questa mattina nelle scuole della provincia autonoma di Bolzano, hanno preso il via le attività didattiche in Italia. Auguro un buon inizio d’anno a tutti i docenti, a tutto il personale scolastico e a tutte le studentesse e agli studenti: se la scuola va avanti nonostante tanti problemi e tante difficoltà, è grazie all’impegno quotidiano degli insegnanti e dei dipendenti delle istituzioni scolastiche”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, nel suo messaggio indirizzato alla comunità scolastica in occasione dell’inizio delle lezioni.
“Quest’anno scolastico si apre con il giuramento di fedeltà alla Repubblica e l’insediamento del nuovo ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Lorenzo Fioramonti del quale apprezziamo la richiesta di 2 miliardi di euro da destinare alla scuola. Al nuovo responsabile del Miur – afferma Di Meglio – chiediamo di intervenire per sburocratizzare il lavoro degli insegnanti, contrastando la deriva impiegatizia, e di valorizzare la funzione e la professione docente sempre più mortificata da un modello di scuola ‘progettificio’. L’essenza autentica del lavoro di un bravo docente si estrinseca nel rapporto con i suoi discenti, nella trasmissione del sapere e nello scambio con loro. Tutto il resto – incalza Di Meglio – è un fardello che grava indebitamente sulle spalle degli insegnanti e del quale vanno liberati”. 
Riferendosi alle prime parole pronunciate da Fioramonti in qualità di ministro, il coordinatore nazionale della Gilda giudica importante la presa di posizione rispetto al decreto precari che il successore di Bussetti ha dichiarato di voler far ripartire nel primo Consiglio dei Ministri per mandarlo in porto il prima possibile. Infine il coordinatore della Gilda lancia un appello agli insegnanti affinché la prima rivoluzione parta da loro: “Bisogna avere coscienza di non essere semplici individui ma professionisti, e quindi cominciare ad avere una conoscenza sempre più approfondita dei propri diritti, dei propri doveri e delle proprie responsabilità. Dal canto nostro – conclude Di Meglio – assicuriamo ai docenti il nostro costante impegno per una scuola che realizzi sempre e pienamente il mandato istituzionale assegnatole dalla nostra Costituzione”.

INVERTIRE IL DECLINO DELLA SCUOLA ITALIANA

INVERTIRE IL DECLINO DELLA SCUOLA ITALIANA, LETTERA A FIORAMONTI.

Nella lettera augurale al neo ministro dell’Istruzione e dell’Università, Lorenzo Fioramonti, l’Associazione Nazionale Docenti coglie l’occasione per ribadire l’urgenza di azioni concrete per porre la scuola pubblica al centro delle politiche del Governo, quale fattore strategico di sviluppo culturale, sociale ed economico del Paese.

“La sua nomina – scrive il prof. Francesco Greco, presidente dell’Associazione Nazionale Docenti- coincide con l’inizio di un nuovo anno scolastico, speriamo che sia anche l’inizio di un cambio di prospettiva politica nelle scelte fondamentali che interessano l’istruzione e la formazione nel nostro Paese. Riteniamo che Lei abbia avuto modo, nell’anno appena trascorso, di acquisire una conoscenza diretta dei molteplici problemi della scuola pubblica, del crescente impoverimento della sua funzione e della sua capacità di svolgere un ruolo attivo nello sviluppo culturale, civile ed economico del nostro Paese. Un’esperienza sicuramente significativa che potrà esserle utile per individuare gli strumenti e le strategie per invertire questa deleteria tendenza.”

Prosegue il prof. Greco, “Vogliamo, allora, rivolgerle un motivato augurio di buon inizio.”

“Le auguriamo -scrive Greco- di essere forte e saldo, poiché la scuola pubblica ha bisogno di una guida esperta e sicura e di una progettualità seria, che non sia quella della negazione della sua nobile finalità di formazione dell’individuo basata sul sapere e sul saper fare e non sul fare senza sapere;”

“Le auguriamo di essere probo, poiché la scuola pubblica ha bisogno di serietà ed i docenti di ritrovare la dignità del loro ruolo, troppo spesso svilito da provvedimenti vessatori e punitivi che, unitamente ad una vile campagna mediatica denigratoria, ne hanno screditato funzione e reputazione sociale;”

“Le auguriamo di saper interpretare il delicato compito di rappresentante della istituzione cui è preposto, con consapevolezza della nobiltà della funzione da svolgere e con spirito democratico, poiché in decenni di malgoverno la scuola è stata consegnata ad amministratori improvvisati, inidonei al delicato compito di gestione della cosa pubblica, incapaci di confronto, indisponibili all’ascolto, mentre il fondamento della democrazia è la partecipazione;”

“Le auguriamo -conclude Greco-, di saper superare i vecchi schemi delle appartenenze, forieri di pregiudizi e di logiche fuorvianti, e di agire avendo come stella Polare la Costituzione sulla quale solennemente oggi presta giuramento.”

Da nemico «numero uno» del Pil a neoministro dell’Istruzione: chi è Lorenzo Fioramonti

da Il Sole 24 Ore

di Eugenio Bruno

Nel passaggio dalla compagine di governo gialloverde a quella giallorossa il Miur si conferma un’eccezione. Il nuovo ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca è infatti Lorenzo Fioramonti. Che fino a ieri ricopriva la carica, in quota al Movimento 5 Stelle, di vice ministro proprio a Viale Trastevere. Nell’unico caso di upgrade che caratterizza il governo Conte 2 rispetto al Conte 1.

Chi è Fioramonti
Romano, 42 anni, laureato a Tor Vergata con 110 e lode in Storia economica e politica, Fioramonti è un classico caso di cervello in fuga. Dopo la doppia esperienza di assistente di ricerca all’Università di Siena e di ricercatore all’Istituto universitario europeo di Firenze ha svolto all’estero gli step successivi della sua carriera accademica. Prima in Germania, come professore straordinario presso la Scuola di Public Leadership dell’Università di Stellenbosch, e poi in Sud Africa. Attualmente è ordinario di Economia politica all’università di Pretoria. In aspettativa visto che da marzo è deputato del M5S. A giugno l’ingresso nel Governo Conte 1 come sottosegretario dell’Istruzione e a dicembre la prima “promozione sul campo” a vice ministro con delega all’università. A cui segue ora quella incassata ieri con la nomina a ministro.

Le sue battaglie recenti
Nei suoi anni da economista Fioramonti si è spesso scagliato contro le visioni Pil-centriche dell’economia. Sottolineando come il prodotto interno lordo non riesca a rappresentare realmente il livello di benessere dei cittadini. Un tema a cui ha dedicato due dei suoi ultimi libri: “Presi per il Pil. Tutta la verità sul numero più potente del mondo” (L’Asino d’oro 2017) e “The world after Gdp: economics, politics and international relations in the post-growth era” (Polity 2017), che sono stati citati anche dalla stampa internazionale. Tematiche che sono diventate marginali da quando è iniziata la sua esperienza al Miur. Nelle sue uscite più recenti – da sottosegretario, vice ministro o ministro in pectore che fosse – Fioramonti ha invocato spesso più fondi per l’università. Arrivando addirittura a minacciare di dimettersi qualora l’esecutivo gialloverde non avesse trovato un miliardo per gli atenei. Indicando anche la fonte: mini-tasse di scopo su bibite gassate, merendine e trasporto aereo.

I primi interventi in agenda
Questa idea è tornata di recente in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera quando era solo uno dei tenti papabili alla successione del leghista Marco Bussetti. Adesso che ne ha preso il posto dietro la scrivania che fu di Giovanni Gentile e Benedetto Croce è altamente probabile che riproporrà l’idea delle mini-tasse di scopo già in occasione della prossima legge di bilancio. Dalla loro introduzione – si è detto più volte sicuro il neotitolare del Miur – sarebbe possibile ricavare 2,5 miliardi da destinare alla scuola e all’università. Due mondi a cui il programma del governo giallorosso promette esplicitamente di voler dare più risorse. Così come c’è da giurarci che in cima alla sua agenda entrerà il riordino della carriera universitaria e del preruolo. Oppure la riforma del numero chiuso. Nella consapevolezza come ha dichiarato lui stesso che il primo passo dovrà comunque essere quello di risolvere le emergenze. «Se riuscissi a risolvere l’emergenza della continuità degli studi, se riuscissi a fare uscire le università dalle costanti emergenze finanziarie, beh – ha commentato ai microfoni di Radio Capital – a quel punto tutto è possibile. Se non riusciamo a dare ossigeno, rimarremo sempre bloccati dal presente».

Anno prove neoassunti, chi deve svolgerlo e chi no. Diplomati magistrale

da Orizzontescuola

di redazione

Pubblicata in anteprima dalla nostra redazione la nota Miur che fornisce indicazioni  sull’anno di prova e formazione 2019/20: chi deve svolgerlo e chi no.

Attività

Di seguito le attività che i neoassunti e i docenti con passaggio di ruolo sono chiamati a svolgere nel corso dell’anno di prova e formazione:

  • incontri propedeutici e di restituzione finale
  • attività formative in presenza (laboratori e/o visiting in scuole innovative)
  • osservazione in classe (da strutturare anche mediante apposita strumentazione operativa)
  • “bilancio di competenze”,
  • “portfolio professionale”,
  • patto per lo sviluppo formativo

La durata del percorso è quantifica in 50 ore.

Chi deve svolgere l’anno di prova e chi no

Devono svolgere l’anno di formazione e prova:

  • i neoassunti a tempo indeterminato al primo anno di servizio;
  • gli assunti a tempo indeterminato negli anni precedenti per i quali sia stata richiesta la proroga del periodo di formazione e prova  o che non abbiano potuto completarlo;
  • i docenti che, in caso di valutazione negativa, ripetano il periodo di prova;
  •  i docenti che abbiano ottenuto il passaggio di ruolo.

Non devono svolgere l’anno di formazione e prova i docenti:

  • che abbiano già svolto il periodo di formazione e prova nello stesso ordine e grado di nuova immissione in ruolo;
  • che abbiano ottenuto il passaggio di ruolo e abbiano già svolto il periodo di formazione e prova nel medesimo ordine e grado;
  • destinatari di nuova assunzione a tempo indeterminato che abbiano già svolto il periodo di formazione e prova nello stesso ordine e grado, compreso l’eventuale percorso FIT ex DDG 85/2018;
  • già immessi in ruolo con riserva, che abbiano superato positivamente l’anno di formazione e di prova e siano nuovamente assunti da Concorso straordinario 2018 per infanzia e primaria per il medesimo posto (come precisato dal D.M. 17/10/2018, art. 10, c. 5)
  • che abbiano ottenuto il trasferimento da posto comune a sostegno e viceversa nell’ambito del medesimo ordine e grado, nonché i docenti già titolari di posto comune/sostegno destinatari di nuova assunzione a tempo indeterminato da altra procedura concorsuale su posto comune/sostegno del medesimo ordine e grado.

Diplomati magistrale

Ricordiamo che i diplomati magistrale, in seguito alle sentenze di merito negative già emanate o che lo saranno (e che si confermeranno verosimilmente ai pronunciamenti dell’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato e della Cassazione) sono stati (o lo saranno) licenziati.

Come si legge nel punto sopra riportato, i suddetti docenti, assunti con riserva negli anni pecedenti, che hanno superato positivamente l’anno di formazione e di prova e sono nuovamente assunti da Concorso straordinario 2018, non devono svolgere l’anno di prova.

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Miur, 18 settembre sciopero personale ATA e ITP

da Orizzontescuola

di redazione

Sciopero: martedì 18 settembre incroceranno le braccia il personale ATA e gli ITP.

Nota Miur

Lo comunica il Miur con nota n. 26766 del 3 settembre 2019:

Si comunica che la Federazione Unicobas Scuola ha proclamato”lo sciopero nazionale dell’intera giornata per tutto il personale Ata (Amministrativi,Tecnici ed Ausiliari) ed ITP (Insegnanti Tecnico Pratici), di ruolo e non, della scuola pubblica italiana,ivi compresi gli istituti all’estero,per mercoledì 18 settembre 2019.

Sciopero: rispetto normativa e comunicazioni

Essendo l’istruzione un servizio pubblico essenziale, lo sciopero va esercitato in osservanza delle regole e delle procedure fissate dalla normativa vigente (articolo 1 della legge 12 giugno 1990, n. 146 e successive modifiche ed integrazioni  e norme pattizie definite  ai sensi dell’art. 2 della legge medesima).

Gli USR devono comunicare lo sciopero alle scuole che, al loro volta, devono comunicarlo ai lavoratori, alle famiglie e agli alunni; le istituzioni scolastiche devono inoltre comunicare tramite SIDI le seguenti informazioni:

  • numero dei lavoratori dipendenti in servizio;
  • numero dei dipendenti aderenti allo sciopero anche se negativo;
  • numero dei dipendenti assenti per altri motivi;
  • ammontare delle retribuzioni trattenute.

nota Miur

Ora alternativa alla religione cattolica: non può essere svolta all’interno dell’attività di potenziamento

da Orizzontescuola

di redazione

L’attività alternativa  al insegnamento della religione cattolica non si può svolgere nelle ore di potenziamento. Quali docenti possono svolgerla

Una lettrice ci scrive:

Nella scuola Secondaria di secondo grado, l’ora alternativa all’insegnamento della religione cattolica può essere data dal Dirigente scolastico ai docenti  titolari nella scuola in servizio sui posti di potenziamento?”

All’atto dell’iscrizione nei diversi ordini e gradi di istruzione i genitori o gli studenti devono effettuare la scelta se avvalersi o meno dell’insegnamento della religione cattolica.

Quali attività

Prima dell’inizio dell’anno scolastico, attraverso la compilazione di un modulo integrativo (Allegato C) i genitori o gli studenti  potranno effettuare la scelta dell’attività alternativa.

Le opzioni possibili sono le seguenti :

  • attività didattiche e formative con un insegnante appositamente incaricato
  • attività di studio e/o di ricerca individuali, con assistenza di personale docente
  • libera attività di studio e/o di ricerca individuale, senza assistenza di personale docente (solo per studenti delle scuole superiori)
  • non frequenza della scuola nelle ore di insegnamento della Religione Cattolica

Quali contenuti

I contenuti delle attività alternative all’insegnamento della religione cattolica, che rientrano nella prima opzione indicata, per la quale ci sarà un insegnante appositamente incaricato,  devono essere definiti  dal collegio dei docenti,  che ha il compito di formulare precisi programmi da attuare nell’attività didattica alternativa anche valutando le richieste dell’utenza e deve fissare i contenuti e gli obiettivi nel rispetto dei vincoli posti dalla normativa relativamente alla necessità che i predetti contenuti non appartengano a discipline curricolari

Quali docenti

Le ore di attività alternativa possono essere attribuite, nell’ordine indicato, ai seguenti docenti:

1)  personale interamente o parzialmente a disposizione della scuola

2)  docenti dichiaratisi disponibili ad effettuare ore eccedenti rispetto all’orario d’obbligo

3)  personale supplente già titolare di altro contratto con il quale viene stipulato apposito contratto a completamento dell’orario d’obbligo

4)  in via del tutto residuale, personale supplente appositamente assunto

L’attività alternativa  non si può svolgere nelle ore di potenziamento

Come chiarisce esplicitamente la nota ministeriale sull’Organico 2019/20 del 20 marzo 2019, “Le attività di potenziamento introdotte dalla L. n. 107/2015, finalizzate al raggiungimento di obiettivi formativi individuati come prioritari, sono da ritenersi comuni a tutti gli alunni e quindi, analogamente a quanto avviene per quelle curriculari, devono restare estranee alle attività alternative all’insegnamento della Religione cattolica”

Non è possibile, quindi,  svolgere l’attività alternativa alla religione cattolica nelle ore di potenziamento, in quanto quest’ultimo è rivolto a tutti gli studenti e non può essere destinato solo a quegli alunni che non si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica

I docenti titolari nella scuola, in servizio sul potenziamento, potranno svolgere, quindi, l’ora alternativa alla religione cattolica solo come ora aggiuntiva rispetto al loro orario di cattedra.

Agli ATA spetta l’intera ricostruzione di carriera. Lo dice la Corte dei Conti

da Orizzontescuola

di redazione

L’Avv. Domenico Naso ci comunica la decisione emessa dalla Corte dei Conti Centrale in materia di ricostruzione di carriera del personale ATA.

La Corte dei Conti – Sezione Centrale è stata chiamata a pronunciarsi in merito al diritto del personale ATA immesso in ruolo dopo diversi anni di servizio pregresso a non essere discriminato nelle condizioni di impiego, anche retributive, rispetto ai colleghi già di ruolo, e al conseguente diritto del medesimo di ottenere il riconoscimento in carriera in misura integrale dei servizi pregressi con liquidazione delle relative differenze stipendiali maturate.

I Giudici della Corte, con una pronuncia destinata a costituire un importante precedente giurisprudenziale, richiamando la sentenza della Cassazione a Sezioni Unite 6 maggio 2016 n.9144 e confermando un orientamento già diffusosi tra i giudici di merito, hanno censurato la prassi osservata dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ed hanno riconosciuto il diritto del personale ATA ad ottenere la ricostruzione integrale della propria carriera e non già nei limiti della c.d. temporizzazione.

La Corte dei Conti ha, in particolare, chiarito che “ […] si tratta di due criteri che, per le loro distinte caratteristiche e per le diverse finalità che perseguono, non possono che essere utilizzati in momenti separati. Il primo criterio è diretto ad operare nel momento del passaggio in ruolo, per consentire nell’immediato una ricostruzione della carriera in via provvisoria, con l’individuazione di una anzianità di servizio convenzionale. Il secondo criterio, invece, opera nel successivo momento della conferma in ruolo, dopo il periodo di prova, per procedere alla ricostruzione della carriera in via definitiva, con il dovuto riconoscimento integrale di tutti i servizi svolti fino all’immissione in ruolo. Da ciò deriva che l’istituto della temporizzazione, applicato doverosamente dalla amministrazione in fase di primo inquadramento, diviene recessivo rispetto al criterio della integrale ricostruzione di carriera quale istituto generale che permette il recupero della anzianità residua, evitando una penalizzazione stipendiale nei confronti di soggetti inquadrati in prima istanza all’atto del passaggio in ruolo con una anzianità inferiore a quella effettiva. Ciò evidentemente, a fronte di specifica istanza del dipendente che intenda far valere il diritto di cui è titolare. Del resto, il diverso avviso propugnato dalla Ragioneria territoriale dello Stato e le stesse deduzioni formulate nell’odierna adunanza dal rappresentante della Ragioneria generale dello Stato sembrano fondare su circostanze fattuali (modalità di funzionamento del sistema SIDI) e su motivi di opportunità (eventuali ricadute di carattere economico) che, pur meritevoli di considerazione, non appaiono, tuttavia, dirimenti ai fini delle valutazioni di legittimità demandate a questo Collegio”.

Tale delibera appare, inoltre, risolutiva relativamente alla questione sorta successivamente al provvedimento reso dalla Corte di Giustizia Europea il 20.09.2018 nel caso Motter circa l’estendibilità del principio di diritto ivi contenuto anche al personale Amministrativo, Tecnico ed Ausiliario del Comparto Scuola.

Ebbene, i Giudici della Corte dei Conti, recependo un orientamento già ampiamente diffusosi tra i giudici del lavoro, hanno escluso la possibilità di poter applicare al personale Amministrativo, Tecnico ed Ausiliario del Comparto Scuola il principio di diritto sancito nella sentenza resa dalla Corte di Giustizia Europea lo scorso 20 settembre 2018 nel caso Motter.

Tale assunto trova il proprio fondamento, a detta dei Giudici della Corte dei Conti, nella circostanza che “non possa ritenersi che la professionalità del personale ATA a termine sia diversa da quella del personale di ruolo, atteso che il personale ATA, salvo diverse allegazioni contrarie dell’amministrazione (assenti nel caso di specie), svolge sempre le stesse mansioni indipendentemente dal termine dell’assunzione. La professionalità del personale ATA non risulta infatti influenzata (come avviene per i docenti) dalla maggiore o minore continuità con cui le relative mansioni siano state eseguite nel corso degli anni”.

Sulla base di tali considerazioni la Corte ha, quindi, escluso di poter ritenere legittima la normativa interna che, disciplinando la ricostruzione di carriera del personale ATA del Comparto Scuola, dispone il riconoscimento nella carriera dei dipendenti di ruolo dei servizi pregressi solo in misura parziale, in ragione dell’inconferenza della sentenza resa nel caso Motter con riferimento alla loro figura professionale, la quale si mostra nettamente distinta rispetto a quella degli insegnanti.

Non di poco conto appare, infine, la posizione presa dalla Corte dei Conti con riferimento alla problematica della prescrittibilità del diritto del personale del Comparto Scuola a richiedere la ricostruzione della carriera sulla base dell’effettiva anzianità di servizio.

Sul punto i Giudici della Corte, facendo proprio l’orientamento già consolidato della Corte di Cassazione, hanno chiarito che trattasi di un diritto non soggetto a prescrizione “in quanto l’anzianità di servizio non è uno status o un elemento costitutivo di uno status del lavoratore subordinato, né un distinto bene della vita oggetto di un autonomo diritto, rappresentando, piuttosto, la dimensione temporale del rapporto di lavoro di cui integra il presupposto di fatto di specifici diritti, quali quelli all’indennità di fine rapporto o agli scatti di anzianità; essa, pertanto, non può essere oggetto di atti di disposizione, traslativi o abdicativi (cfr. Cass. n. 12756 del 01/09/2003; Cass. n. 10131 del 26/04/2018)”.

Lorenzo Fioramonti ministro, ma chi saranno viceministro e sottosegretario?

da La Tecnica della Scuola

Il Ministro è stato nominato (a voler essere precisi bisogna ancora attendere il decreto firmato dal presidente Mattarella che però a questo punto è poco più di una formalità), ma per conoscere l’organigramma completo degli incarichi ci vorranno ancora alcuni giorni.
La prossima settimana, infatti, dovranno essere nominati anche sottosegretari e viceministri.
Nel caso del Miur la questione non è affatto secondaria.
Anzi saranno scelte decisive che potrebbero influire non poco sulle politiche future in ambito scolastico.

Una ipotesi: Ascani (PD) viceministro

Per esempio si è parlato molto nelle ultime ore di un ruolo significativo di Anna Ascani (PD) come viceministro. Ma cosa accadrebbe se davvero l’ipotesi andasse in porto?
Anna Ascani non è solo del PD ma è anche una “renziana” convinta: cosa succederà allora quando si parlerà della legge 107 e della abrogazione di quanto di essa è ancora in vigore?
Fioramonti e Ascani riusciranno a trovare un punto di incontro?

Il “nodo” Salvatore Giuliano

Altro interrogativo non da poco: che fine farà il sottosegretario Salvatore Giuliano, in quota al M5S? Viste le premesse è molto probabile che non venga confermato e il motivo è semplice: i due alleati di Governo hanno ribadito che la discontinuità deve essere una regola. Ora, la nomina di Fioramonti è già uno strappo alla regola, e quindi è davvero difficile che in uno stesso ministero ci siano addirittura due deroghe.
Quindi è molto probabile che al posto di Giuliano arrivi un altro 5S, ed ecco che si riaprono i giochi per coloro che hanno ricevuto una nomination in questi giorni; ci riferiamo in particolare alla senatrice Granato e alla deputata Azzolina molto “gettonate” come possibili ministri anche nel mondo della rete.
Una soluzione potrebbe essere quella di chiamare un “tecnico”, ma dove si trova un uomo (o una donna) disponibile ad entrare nella “fossa dei leoni” del Ministero per mantenere gli equilibri fra i due alleati?

Il problema delle risorse economiche

Il punto di tutta la questione ci sembra però un altro: le intenzioni del Ministro sembrano ottime (ma c’è stato mai un ministro che non abbia esordito con proposte mirabolanti?), ma ci pare che – almeno per ora – manchino le idee sul tema delle risorse.
Lo diciamo con il dovuto riguardo, ma francamente l’idea di recuperare soldi tassando le merendine ci sembra molto innovativa ma anche poco praticabile (è quasi certo che ad una misura del genere seguirebbe subito l’insurrezione del settore dell’industria dolciaria e magari anche delle stesse organizzazioni sindacali di categoria).
La nostra sensazione è che il prossimo ministro dell’istruzione dovrà lavorare molto per cercare di convincere il suo collega dell’economia ad aprire i cordoni della borsa. Ed è probabile che – in caso di mancanza di risorse – lo scontro fra PD e M5S all’interno del Ministero perderebbe di significato.

Governo M5S-PD, no alle classi pollaio, più soldi ai docenti, istruzione gratuita

da La Tecnica della Scuola

Alle 10:00 di giovedì 5 settembre si svolgerà al Quirinale il giuramento del governo Conte bis con Lorenzo Fioramonti ministro dell’Istruzione.

Intanto le forze politiche che compongono la nuova maggioranza di governo (M5S, PD e LEU) hanno messo a punto il nuovo programma: dai 10 iniziali si è passati a 26 poi addirittura a 29, nella versione definitiva.

I 29 punti del programma di governo

Dalla neutralizzazione dell’aumento dell’Iva alla necessità di maggiore flessibilità in Ue; dalla crescita alla riduzione del cuneo fiscale fino all’impegno per un Green new deal, a un piano di edilizia residenziale pubblica allo stop delle nuove concessioni per le trivellazioni. E poi il taglio dei parlamentari, la nuova legge elettorale, infrastrutture che tengano conto dell’impatto ambientale e sociale, la legge sul conflitto di interessi, la lotta alla mafia, la riforma fiscale, il Sud e l’accesso alla Rete: sono i temi principali dei 29 punti in cui si articola il programma di governo.

La legge di bilancio

La legge di bilancio per il 2020 avrà come priorità la neutralizzazione dell’aumento dell’IVA, misure di sostegno alle famiglie e ai disabili, politiche per l’emergenza abitativa, misure di deburocratizzazione e di semplificazione amministrativa, il rafforzamento degli incentivi per gli investimenti privati, per «una politica economica espansiva, che indirizzi il Paese verso una solida prospettiva di crescita e di sviluppo sostenibile, senza mettere a rischio l’equilibrio di finanza pubblica.

Autonomia

Sull’autonomia, l’idea è di ripensare da capo tutto il processo, rimettendo in discussione le competenze da assegnare alle regioni con l’obiettivo esplicito di una autonomia “giusta e cooperativa” che eviti di “aggravare il divario tra il Nord e il Sud”.

La scuola

Al punto 22, nel dettaglio, spazio alla scuola: “è necessario intervenire contro le classi troppo affollate e valorizzare, anche economicamente, il ruolo dei docenti, potenziare il piano nazionale per l’edilizia scolastica e garantire la gratuità del percorso scolastico per gli studenti provenienti da famiglie con redditi medio-bassi, contrastare la dispersione scolastica e il bullismo”.

CLICCA QUI per scaricare il programma di governo integrale

Nota 5 settembre 2019, AOODGOSV 18646

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione
Ufficio IV

Alle Direzioni generali degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Alla Sovrintendenza Scolastica per la Scuola in lingua italiana della Provincia Autonoma di BOLZANO
All’Intendenza Scolastica per la Scuola in lingua tedesca della Provincia Autonoma di BOLZANO
All’Intendenza Scolastica per la Scuola delle località ladine della Provincia Autonoma di BOLZANO
Alla Direzione Generale del Dipartimento della Conoscenza della Provincia Autonoma di TRENTO
Alla Sovrintendenza Scolastica per la Regione Autonoma VALLE D’AOSTA
LORO SEDI
per il successivo inoltro
A tutte le Istituzioni scolastiche di istruzione secondaria di secondo grado del territorio

Oggetto: Premio delle Camere di Commercio “Storie di alternanza” – 3^ Edizione a.s. 2019/2020