27 SETTEMBRE SCIOPERO GENERALE

SCIOPERO GENERALE: LA SCUOLA CONTRO IL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Dal 20 al 27 Settembre in centinaia di nazioni sarà organizzata la Climate Action Week, un’intera settimana di mobilitazione per portare il tema della crisi climatica al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica mondiale.

A conclusione di questa settimana, il 27 Settembre, si terrà il 3° Global Strike For Future, durante il quale si riempiranno anche le piazze italiane per richiedere a gran voce una politica contro i cambiamenti climatici e in difesa dell’ambiente, più ambiziosa e radicale a livello globale, europeo e nazionale.

Il sindacato UNIcobas ritiene che il mondo dell’istruzione, in tutte le sue componenti, debba essere soggetto attivo nelle giornate di mobilitazione internazionale ed invita le lavoratrici ed i lavoratori della scuola, gli studenti e i loro famigliari a partecipare compatti al terzo sciopero globale:

• per mettere in discussione la visione del mondo dominante oggi, basata sul progresso lineare infinito, che considera il nostro pianeta un fondo inesauribile a cui attingere liberamente, fino a mettere in pericolo l’esistenza stessa del pianeta, come potrebbe accadere se solo la temperatura globale nel 2100 risultasse di oltre 2 gradi Celsius superiore a quella dell’era preindustriale
• per favorire lo sviluppo, tra le donne e gli uomini di buona volontà, di culture, sensibiltà e pratiche ambientali, per promuovere l’apprendimento di stili di vita e valori rispettosi dei limiti imposti dalla natura
• per abbandonare l’antropocentrismo improntato alla diseguaglianza e all’istinto predatorio, per abbracciare un biocentrismo egualitario ed autogestito che prenda spunto dal progetto di ecologia sociale del libertario Murray Bookchin
• per riconoscere che solo tramite la politica e l’azione collettiva si può cambiare il mondo, capovolgendo completamente la visione della vita basata sull’individualismo esasperato, imposta a livello globale con l’affermazione del neoliberismo
• per affermare, senza se e senza ma, che non può esistere alcun ambientalismo se non è accompagnato da una critica pratica al sistema capitalistico, causa prima dell’inquinamento da micro-plastiche, da idrocarburi ecc…, dello sfruttamento e della distruzione della natura che ci circonda
• per fare nostre le parole del sindacalista, ambientalista brasiliano Chico Mendes (ucciso poco più di trent’anni fa perché si opponeva alla devastazione della foresta amazzonica) il quale diceva che “l’ambientalismo senza lotta di classe è solo giardinaggio” … e noi non vogliamo andare in pensione, ma vogliamo continuare ad essere protagonisti della trasformazione dello stato presente delle cose!

Disabilità e nuovo governo

Redattore Sociale del 20.09.2019

Disabilita’ e nuovo governo, aspettative deluse? Appello a Conte

E’ stato lanciato in rete poche ore fa, per chiedere risposte certe e attenzione reale: si chiama “Appello disabilità” e mette a fuoco le “esigenze indifferibili”, tra cui criteri di riconoscimento, inclusione scolastica e lavorativa, accessibilità, caregiver, Lea. 

ROMA. E’ stato lanciato poche ore fa in rete un “Appello disabilità”: si rivolge al premier Conte e al suo nuovo governo, a cui chiede risposte chiare e crete e un’attenzione reale alla disabilità, a partire dalle “emergenze indifferibili”. L’appello è stato lanciato da Carlo Giacobini sulla pagina Facebook di HandyLex e sta raccogliendo le firme di cittadini, famiglie e associazioni che ne condividano le richieste, indirizzate non soltanto a presidente del Consiglio e ministri, ma anche alle Federazioni per la disabilità, con cui lo stesso Conte ha voluto recentemente avviare un dialogo. E di cui afferma di aver accolto le istanze, nel momento in cui ha tenuto presso Palazzo Chigi la delega sulla disabilità. Un annuncio che però finora non si è concretizzato, dal momento che tale delega non appare in capo a nessuno dei tre sottosegretari nominati alla presidenza del Consiglio. Potrebbe essere quindi questa la prima aspettativa delusa di tante con le quali il mondo della disabilità ha guardato a questa nuova stagione politica.

Disabilità, una delega che non si vede.
“La cronaca politica delle ultime settimane ha ingenerato forti aspettative di cambiamento fra le persone con disabilità, le loro famiglie, le associazioni e in chiunque si interessi con senso civico di disabilità – si apre così l’appello – Il primo segnale interpretato positivamente è stato la convocazione da parte del presidente incaricato, in sede di consultazioni per la formazione del Governo e della stesura del programma, delle organizzazioni delle persone con disabilità, atto unico nella storia repubblicana. Il presidente, nella sua relazione alle Camere, ha sottolineato il tema della disabilità considerando prioritario un intervento organico e annunciando la previsione di uno specifico sottosegretario alla presidenza del Consiglio con le relative deleghe e quindi responsabilità e poteri. (…) Nel corso di una conferenza stampa poco dopo la nomina dei sottosegretari Conte sul punto ha dichiarato: ‘Ho avuto consultazioni anche con il mondo delle disabilità. Mi hanno chiesto espressamente di tenere le deleghe presso la presidenza del consiglio. Ho accolto questa richiesta. (…) Voglio creare un forum permanente per confrontarci’. 
In realtà durante la consultazione le organizzazioni avevano espresso una indicazione più precisa – evidenzia il testo dell’appello, citando quanto riportato in quella sede dalle associazioni: ‘A Lei, professor Conte, valutare se debba essere un dipartimento specifico o un’altra struttura ad occuparsi, in modo non ancillare, di disabilità. Di certo riteniamo che questo attore, oltre ad essere incardinato nelle più elevate competenze istituzionali, debba disporre di deleghe ampie, forti, chiare e disporre di adeguate risorse; contare su una struttura solida e tecnicamente autorevole e preparata’. In questo scenario non si sono raccolte da parte delle forze politiche che sostengono il Governo richieste di chiarimenti, indicazioni, precisazioni sul perché dell’assenza di quella figura e, ancor più, di come operativamente la Presidenza del Consiglio intenda organizzare la sua azione”. E su questo primo punto chiedono chiarezza i firmatari dell’appello

Emergenze indifferibili.
La seconda parte dell’appello mette a fuoco le “emergenze indifferibili” in materia di disabilità: la revisione dei criteri di riconoscimento della disabilità; le norme per aumentare l’inclusione lavorativa (stiamo ancora attendendo le linee guida previste dal 2015) e garantire la conservazione del posto del lavoro a iniziare dalle persone con disabilità intellettiva e dalle donne, cioè da chi subisce una discriminazione plurima; l’adeguamento di norme e risorse per la vita indipendente: il riconoscimento e il sostegno del ruolo del caregiver familiare; la verifica e il monitoraggio sulla reale applicazione dei Livelli essenziali di assistenza, inclusa la fornitura di ausili; la garanzia di accesso in condizioni di pari opportunità ai servizi di diagnosi, terapia, riabilitazione, strutture e servizi ambulatoriali e ospedalieri a prescindere dalla disabilità; il contrasto alla segregazione e all’isolamento, tramite il supporto a servizi diversificati per l’abitare; la promozione e la garanzia dell’accessibilità e della mobilità, “anche usando la leva (ad oggi ignorata) del Codice Appalti”; la prevenzione delle violenze e dei trattamenti disumani e degradanti; il contrasto alla povertà e all’impoverimento derivante dalla disabilità, tema su cui hanno latitato sia il ReI che il Reddito di cittadinanza”; la reale “garanzia dell’inclusione scolastica e della formazione permanente, visti anche i segnali negativi di questi giorni (alunne e alunni con disabilità che non possono iniziare la frequenza per assenza di supporti e sostegni)”; la “governance reale dei programmi e dei piani per la disabilità affinché, nonostante gli sforzi di elaborazione e di condivisione non rimangano lettera morta come gli ultimi due Programmi d’azione biennale”; la definizione di un piano per la non autosufficienza che “garantisca risorse e modelli di riferimento, livelli essenziali di prestazioni, omogeneità di trattamento su tutto il territorio nazionale”. 

Chiediamo conto. 
L’ultima parte dell’appello contiene delle richieste di chiarimenti. Al Presidente del Consiglio, “quali siano nel dettaglio e operativamente gli obiettivi che intende perseguire e quali le modalità, gli strumenti, le strutture, le risorse che si intende destinarvi. Come siano garantite a questi intenti l’autorevolezza, le deleghe, le attribuzioni, le risorse anche di personale. E con quale previsione temporale poiché riteniamo ci sia necessità di una struttura solida e stabile affinché quelle deleghe non rimangano lettera morta”. Alle forze politiche che sostengono questo Governo, si chiede “quali siano state le valutazioni che hanno spinto a non richiedere con forza previsione di uno specifico sottosegretariato alla disabilità e ad accettarne l’assenza”. Infine, alle Federazioni delle persone con disabilità e delle loro famiglie si domanda “quali siano le azioni che intendano attuare in considerazione del fatto che non è stata accolta l’essenza delle loro richieste in sede delle consultazione e in considerazione delle emergenze elencate sopra ben note da decenni”.

Disabilità e Governo

Fatti, promesse e aspettative

La cronaca politica delle ultime settimane ha ingenerato forti aspettative di cambiamento fra le persone con disabilità, le loro famiglie, le associazioni e in chiunque si interessi con senso civico di disabilità.

Il primo segnale interpretato positivamente è stato la convocazione da parte del Presidente incaricato, in sede di consultazioni per la formazione del Governo e della stesura del programma, delle organizzazioni delle persone con disabilità, atto unico nella storia repubblicana.

Il Presidente nella sua relazione alle Camere ha sottolineato il tema della disabilità considerando prioritario un intervento organico e annunciando la previsione di uno specifico sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con le relative deleghe e quindi responsabilità e poteri.

Le aspettative conseguentemente non erano compresse in parziali, e pur giuste rivendicazioni, ma soprattutto rivolte ad un radicale cambiamento di rotta nell’affrontare e disporre trasversali e strutturali politiche per la disabilità in questo Paese.

Tuttavia al momento della formazione del nuovo Governo non è stata previsto alcun sottosegretario né circoscritte le deleghe.

Nel corso di una conferenza stampa poco dopo la nomina dei sottosegretari Conte sul punto ha dichiarato: “Ho avuto consultazioni anche con il mondo delle disabilità. Mi hanno chiesto espressamente di tenere le deleghe presso la presidenza del consiglio. Ho accolto questa richiesta. (…) Voglio creare un forum permanente per confrontarci”.

In realtà durante la consultazione le organizzazioni avevano espresso una indicazione più precisa: “A Lei, Professor Conte, valutare se debba essere un dipartimento specifico o un’altra struttura   ad   occuparsi,  in modo non ancillare,   di   disabilità.   Di   certo   riteniamo   che questo attore, oltre ad essere  incardinato nelle più elevate competenze istituzionali, debba disporre di deleghe ampie, forti, chiare e disporre di adeguate risorse; contare su una struttura solida e tecnicamente autorevole e preparata (…).”

In questo scenario non si sono raccolte da parte delle forze politiche che sostengono il Governo richieste di chiarimenti, indicazioni, precisazioni sul perché dell’assenza di quella figura e, ancor più, di come operativamente la Presidenza del Consiglio intenda organizzare la sua azione.

Emergenze indifferibili

Cambiare rotta sulla gestione complessiva e trasversale sulla disabilità comporta un forte impegno organizzativo, una struttura adeguata e tempestiva, una attribuzione di responsabilità a persone autorevoli e preparate, condizioni che, pur nel rispetto del Presidente del Consiglio dei Ministri, difficilmente possono essere garantite rimanendo nell’incertezza o compensate ricorrendo a luoghi di interlocuzione.

Vi sono poi delle emergenze indifferibili che non possono essere più rimandate sine die o lasciate al frammentario intervento di questo o quel soggetto pubblico: c’è necessità di una regia stabile, autorevole, strutturata. Solo per citare alcune priorità ed emergenze:

  • la revisione dei criteri di riconoscimento della disabilità congruenti allaConvenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità e funzionali ad elaborare progetti personali;
  • le norme per aumentare l’inclusione lavorativa (stiamo ancora attendendo lelinee guida previste dal 2015) e garantire la conservazione del posto del lavoro a iniziare dalle persone con disabilità intellettiva e dalle donne, cioè da chi subisce una discriminazione plurima;
  • le norme e le risorse per consentire ai progetti per la vita indipendente,autonoma, adulta di uscire da un sperimentalismo che genera incertezza e impedisce di realizzare progetti di vita oltre ad una marcata disomogeneità territoriale;
  • le norme per sostenere, affrontare, sostenere il ruolo dei caregiver familiarigarantendo oltre ai necessari supporti anche diritti soggettivi previdenziali e assicurativi;
  • la verifica e il monitoraggio sulla reale applicazione dei LEA (livelli essenzialidell’assistenza), inclusa la fornitura di ausili, largamente inapplicati nel Paese; – la garanzia di accesso in condizioni di pari opportunità ai servizi di diagnosi, terapia, riabilitazione, strutture e servizi ambulatoriali e ospedalieri a prescindere dalla disabilità;
  • il contrasto alla segregazione e all’isolamento, intervenendo in modo decisoper impedire il riprodursi di luoghi e modelli segreganti e supportando servizi diversificati per l’abitare;
  • la promozione e la garanzia dell’accessibilità (nel senso più ampio delconcetto) e della mobilità quale requisito per l’inclusione e le pari opportunità, anche usando la leva (ad oggi ignorata) del Codice Appalti;
  • la prevenzione delle violenze e dei trattamenti disumani e degradanti;- il contrasto alla povertà e all’impoverimento, per le persone e per le famiglie, derivante dalla disabilità, tema su cui hanno latitato sia il ReI che il Reddito di

Cittadinanza;

  • la reale garanzia dell’inclusione scolastica e della formazione permanente, vistianche i segnali negativi di questi giorni (alunne e alunni con disabilità che non possono iniziare la frequenza per assenza di supporti e sostegni);
  • la governance reale dei programmi e dei piani per la disabilità affinché,nonostante gli sforzi di elaborazione e di condivisione non rimangano lettera morta come gli ultimi due Programmi d’azione biennale;
  • una reale definizione di un piano per la non autosufficienza che garantiscaoltre alle risorse anche modelli di riferimento, livelli essenziali di prestazioni, omogeneità di trattamento su tutto il territorio nazionale.

Potremmo continuare ma già questi elementi fanno comprendere assai bene quali siano le pendenze e quale impegno politico ne debba derivare. Impegno su cui chiediamo conto, civilmente ma in modo determinato.

Chiediamo conto

  • al Presidente del Consiglio: quali siano nel dettaglio e operativamente gli obiettivi che intende perseguire e quali siano le modalità, gli strumenti, le strutture, le risorse che si intende destinarvi. Come siano garantite a questi intenti l’autorevolezza, le deleghe, le attribuzioni, le risorse anche di personale. Ed con quale previsione temporale poiché riteniamo ci sia necessità di una struttura solida e stabile affinché quelle deleghe non rimangano lettera morta.
  • alle Forze politiche che sostengono questo Governo: quale siano state le valutazioni che, dopo la relazione programmatica del Presidente del Consiglio, hanno spinto a non richiedere con forza previsione di uno specifico sottosegretariato alla disabilità e ad accettarne l’assenza. Se abbiano elaborato ipotesi di soluzione dell’evidente lacuna nella compagine governativa e delle conseguenti azioni ora impraticabili e che pure avevano dichiarato come centrali.
  • alle Federazioni delle persone con disabilità e delle loro famiglie: quali siano le azioni che intendano attuare in considerazione del fatto che non è stata accolta l’essenza delle loro richieste in sede delle consultazione e in considerazione delle emergenze elencate sopra ben note da decenni.

Attendiamo, assieme a migliaia di cittadini con disabilità e loro familiari, risposte e ci auguriamo azioni

20 settembre 2019

Se vuoi sottoscrivere l’appello invia una mail a appellodisabilita@hotmail.com indicando il  nominativo e l’eventuale gruppo, associazione, organizzazione di riferimento

Classi senza banchi e attenzione all’ambiente: la scuola del futuro va in scena a Didacta

da Repubblica

di VALERIA STRAMBI

Aule con le pareti che si muovono, classi senza banchi e studenti che si trasformano in insegnanti. La scuola del futuro è già qui. Dal 9 all’11 ottobre alla Fortezza da Basso di Firenze torna Fiera Didacta Italia, il più importante appuntamento dedicato al mondo della scuola. Lo scorso anno furono almeno 23 mila gli insegnanti, presidi ed esperti del settore che presero parte a workshop immersivi, seminari e dimostrazioni per scoprire le tecniche più all’avanguardia di fare didattica. E quest’anno, per la terza edizione, dedicata a Leonardo da Vinci in occasione dei 500 anni dalla sua morte, si replica: saranno oltre 180 gli eventi in programma, con oltre 200 aziende pronte a svelare le ultime novità in tema di arredi e tecnologia scolastica.

“L’innovazione sarà al centro del mio mandato – ha annunciato il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, che sarà presente all’inaugurazione e che ha presentato l’evento oggi al ministero dell’Istruzione insieme a Cristina Grieco, assessora all’Istruzione e Formazione della Regione Toscana, Sara Funaro, assessora all’Università e Ricerca del Comune di Firenze, Giovanni Biondi, presidente di Indire, e Wassilios E. Fthenakis, presidente onorario di Didacta International – È importante fare formazione in modo allegro e creativo, in vista delle grandi sfide che ci attendono nei prossimi anni”. Per il neoministro al centro di tutto ci sono i giovani: “La loro volontà di cambiamento, in particolare per quello che riguarda l’emergenza clima, potrà salvare il mondo. Le visioni del passato non sono più adeguate, occorre ampliare le prospettive e ribadire l’idea di una scuola che non resta indietro ma guardare avanti”.

Tra le novità di quest’anno c’è proprio un’intera “area green” riservata all’attenzione all’ambiente. I docenti potranno mettersi alla prova e scoprire come insegnare ai ragazzi i principi della sostenibilità. Tutto nuovo anche un intero padiglione dove sarà costruita una vera e propria scuola del futuro. Gli insegnanti si trasformeranno in studenti, attraverseranno un vero e proprio tunnel temporale e impareranno a fare lezione in modo diverso, ripensando spazi e strumenti. La Fiera occuperà in totale cinque padiglioni, con una superficie espositiva di oltre 31 mila metri quadrati, a cui vanno ad aggiungersi le Sale dei Quartieri Monumentali del fortilizio ‘mediceo’: più dell’80% degli eventi formativi è già sold out. Ampio spazio, poi, sarà dedicato non solo alle startup, con il contributo dell’Università di Firenze, ma anche alla sostenibilità, con il coinvolgimento di imprese innovative attive nel campo dell’economia circolare, per un modello di scuola italiana sempre più “verde” che contribuisca, con l’innovazione della didattica e degli strumenti formativi, alla crescita di nuove generazioni, più consapevoli e protagoniste di un futuro sostenibile.

Saranno 82 i workshop immersivi che si svolgeranno in ambienti appositamente attrezzati nei tre piani del padiglione centrale (Padiglione Spadolini), a cui si affiancheranno 67 seminari. Un’area della manifestazione ospiterà inoltre i debate, condotti direttamente dagli studenti, dove i docenti potranno assistere direttamente a quella che è una attività didattica molto diffusa nelle scuole di oggi. In programma anche 10 convegni con ospiti internazionali, suddivisi per macro aree. Grazie a una collaborazione con gli editori, alcuni incontri affronteranno importanti tematiche: dai libri di testo agli obiettivi dell’inclusione, da “carta sei e carta tornerai” ai “contenuti” (in collaborazione con Associazione Nazionale Presidi), le “competenze” (esperti del mondo del lavoro), fino agli Istituti Tecnici Superiori 4.0 in collaborazione col Miur, le Steam e lo sviluppo sostenibile.

Questa terza edizione è organizzata da Firenze Fiera con il coordinamento scientifico di Indire, e con un comitato organizzatore composto anche da Miur, Regione Toscana, Comune di Firenze, Camera di Commercio di Firenze, Unioncamere, Didacta International, ITKAM e Destination Florence Convention & Visitors Bureau. Fra i partecipanti, numerose istituzioni nazionali ed internazionali, strutture scientifiche e culturali, università, scuole, associazioni, imprese, fondazioni e musei. Il Miur sarà presente con uno spazio espositivo di circa 500 metri quadri, più grande rispetto all’anno scorso.

“Il programma scientifico che viene proposto a Fiera Didacta Italia – ha spiegato il presidente di Indire, Giovanni Biondi – aumenterà notevolmente il numero delle occasioni formative per gli insegnanti, per i dirigenti scolastici e per tutti coloro che gravitano attorno ai temi dell’innovazione scolastica. Indire riproporrà anche in questa edizione i workshop immersivi in ambienti appositamente attrezzati, e organizzerà dei seminari e dei debate condotti dagli studenti. Infine, i convegni, molti dei quali con relatori di livello internazionale”. “Fiera Didacta Italia – ha aggiunto Wassilios E. Fthenakis, Presidente Onorario Didacta International – ha superato le nostre aspettative. È un evento di grande qualità. La terza edizione, stabilizzando la qualità, si concentrerà sulla relazione tra modelli di apprendimento analogici e digitali orientati alla modernizzazione del sistema educativo. Con un’attenzione particolare alle opportunità che il sistema digitale offre all’innovazione dei processi educativi”. “Le precedenti edizioni sono state un successo tale da confermarci quanto questa tipologia di evento fosse necessaria e quindi, per l’edizione che a breve prenderà avvio, Regione Toscana ha lavorato, anche in collaborazione con l’Ufficio scolastico per la Toscana, per offrire contenuti che siano di arricchimento non solo per i dirigenti scolastici ed i docenti, ma anche per coloro che si occupano di educazione, istruzione e formazione negli Enti Locali poiché, come sappiamo, le Amministrazioni rappresentano uno snodo importante all’interno del sistema scolastico”, ha dichiarato l’assessora regionale all’Istruzione Cristina Grieco. “Siamo orgogliosi di ospitare Didacta per il terzo anno consecutivo a Firenze – ha sottolineato l’assessore all’educazione del Comune di Firenze, Sara Funaro -. Questa fiera, la più importante del mondo della scuola, trasforma la nostra città nella capitale dell’innovazione: nei tre giorni di lavori, a cui partecipano dirigenti scolastici, insegnanti e professionisti del settore si gettano infatti le basi per il futuro della scuola italiana, che sarà sempre più digitale e tecnologica, come lo è la nuova scuola Dino Compagni appena inaugurata a Firenze”.

Fioramonti, sto lavorando ad un concorso straordinario per 24mila posti

da Orizzontescuola

di Anselmo Penna

Il Ministro Fioramonti interviene durante la trasmissione Porta a Porta, affrontando alcune tematiche relative ai precari in attesa di notizie per il PAS e il concorso straordinario per le secondarie.

Decreto pronto

Sarebbe pronto il decreto, secondo quanto risulta alla nostra redazione, per l’avvio dei corsi abilitanti PAS e il concorso a cattedra straordinario.

Nei prossimi giorni, il Ministro incontrerà nuovamente i sindacati per illustrare i contenuti. Secondo indiscrezioni da noi raccolti, ci sarebbero delle modifiche importanti rispetto al decreto elaborato dal predecessore Bussetti.

L’anzianità sarà valutata molto, ma ci sarà una prova preselettiva appropriata.

Per quanto riguarda il concorso, la data potrebbe essere entro il 2019.

Concorsi, via per assunzioni

Fioramonti, durante la trasmissione Porta a Porta che andrà in onda in seconda serata in TV, ha ribadito che i concorsi ordinari sono la via principe per entrare in ruolo “però – ha detto – noi dobbiamo anche gestire il passato. Abbiamo 120 mila precari della scuola che insegnano ai nostri figli”, per questo “sto lavorando a un concorso straordinario per 24 mila posti”.

Nessun dichiarazione o indiscrezione raccolta per quanto riguarda le prove del concorso straordinario, se ci saranno modifiche rispetto alla bozza Bussetti.

Riforma sostegno: profilo funzionamento, gruppi inclusione, richiesta ore, riconferma supplenti. Le decorrenze

da Orizzontescuola

di Nino Sabella

Sostegno: il decreto 92/2019, di integrazione e correzione del D.lgs. 66/2017, attuativo della legge 107/2015, è entrato in vigore il 12 settembre 2019. Vediamo le decorrenze di tutte le novità contenute nel decreto.

Commissione mediche

Le modifiche apportate alle commissione mediche per l’accertamento della  della disabilità in età evolutiva, ai fini dell’inclusione scolastica decorrono dal 1° settembre 2019.

Per permettere la graduale attuazione delle nuove disposizioni, fermo restando la succitata decorrenza, le stesse si applicano agli alunni con disabilità certificata (legge 104/92) al passaggio di grado di istruzione.

Profilo di funzionamento

Il profilo di funzionamento (PF) sostituisce, ricomprendendoli, la diagnosi funzionale e il profilo dinamico funzionale, a decorrere dal 1° settembre 2019.

Al fine di garantire la graduale attuazione delle nuove disposizioni, fermo restando quanto detto sopra, le stesse si applicano agli alunni con disabilità certificata (legge 104/92) al passaggio di grado di istruzione.

PEI

Il Piano Educativo Individualizzato è elaborato e approvato dal Gruppo di Lavoro Operativo per l’inclusione. Continua

Le modifiche apportate al PEI dal decreto decorrono dal 1° settembre 2019.

Fermo restando quanto detto sopra, le nuove disposizioni si applicano agli alunni con disabilità certificata (legge 104/92) al passaggio di grado di istruzione.

Progetto Individuale

Il Progetto Individuale costituisce uno degli strumenti per realizzare la piena integrazione delle persone con disabilità nell’ambito della vita familiare e sociale, nonché nei percorsi dell’istruzione scolastica o professionale e del lavoro. Continua

Le modifiche apportate decorrono dal 1° settembre 2019.

Al fine di garantire la graduale attuazione delle nuove disposizioni, fermo restando la suddetta decorrenza, le stesse si applicano agli alunni con disabilità certificata (legge 104/92) al passaggio di grado di istruzione.

Quantificazione/Richiesta ore di sostegno

La quantificazione delle ore di sostegno da richiedere all’USR è effettuata dai Gruppi di Lavoro Operativo per l’inclusione, mentre la richiesta è inoltrata dal dirigente scolastico. Continua

Le modifiche producono effetti dall’anno scolastico 2020/2021.

Gruppi per l’inclusione

I gruppi per l’inclusione scolastica sono:

  1. il GLIR, a livello regionale;
  2. il GIT, a livello di ambito territoriale provinciale, uno per ogni ambito di ciascuna provincia;
  3. il GLI, a livello di singola istituzione scolastica
  4. i Gruppi di Lavoro Operativo per l’inclusione, a livello di singola istituzione scolastica

il GLIR e il GLI sono istituiti dal 1° settembre 2017.   Il GIT è istituito dal 1° settembre 2019.

Riconferma docenti supplenti

Il decreto, al fine di assicurare la continuità didattica, prevede la possibilità della conferma, per l’anno scolastico successivo, del supplente specializzato.

Le modalità attuative saranno definite con apposito decreto del Miur (non è indicato un termine) apportando anche le necessarie modificazioni al regolamento sulle supplenze, ossia il DM 13 giugno 2007, n. 131.

Corso sostegno docenti scuola dell’infanzia e primaria

Per diventare docenti di sostegno nella scuola dell’infanzia e primaria si dovrà seguire e superare il “Corso di specializzazione in pedagogia e didattica speciale per le attività di sostegno didattico e l’inclusione scolastica“. Continua

L’anno accademico a partire dal quale entreranno in vigore le nuove disposizioni sarà stabilito dall’apposito decreto Miur, che definirà anche le modalità organizzative e attuative del corso di specializzazione.

Pensione anticipata: quando la domanda di pensionamento

da Orizzontescuola

di Consulente Fiscale

La domanda per accedere alla pensione con quota 100 quando va presentata da una insegnante che raggiunge i requisiti ad aprile 2020?

Buonasera. Sono una docente di scuola secondaria di primo grado, sono nata il 29/04/1958 e attualmente sto svolgendo il mio 40° anno di servizio.

Vorrei sapere se, compiendo 62 anni in aprile 2020, posso produrre domanda di pensionamento con la quota 100 entro febbraio 2020.

Grazie e cordiali saluti

Il termine ultimo per la presentazione della domanda di cessazione dal servizio per gli insegnanti, fissato a febbraio 2019 è stata un’eccezione dovuta all’inserimento della nuova normativa quota 100 introdotta dal decreto 4/2019.

Per i pensionamenti degli anni successivi al 2020 resta ferma la possibilità di presentare domanda di cessazione dal servizio entro dicembre dell’anno precedente secondo le indicazioni che il MIUR fornisce anno per anno.

Nel suo caso, quindi, raggiungendo i requisiti di pensionamento entro aprile 2020, la domanda di cessazione dal servizio va presentata entro dicembre 2019 per accedere, poi, alla pensione, il 1 settembre 2020.

Coding, tutti possono fare didattica innovativa: “la chiave è il gioco”

da La Tecnica della Scuola

Programmare linguaggi informatici, “dialogare” con il computer e saper gestire il pensiero computazionale, anche partendo da zero: sono gli obiettivi che si pongono i docenti fautori del coding. La Tecnica della Scuola ne ha parlato con Cristina Galfo, insegnante di Modica laureata in Informatica, assunta a tempo determinato a Mantova, ideatrice e curatrice del blog codingcreativo.it contenente spiegazioni, tutorial ed esercizi di informatica per ogni ordine di scuola, di cui abbiamo già scritto su questa testata giornalistica.

Professoressa, come è nata l’idea?

Il blog coding creativo nasce dall’esigenza di creare una piattaforma ricca di esercizi di programmazione informatica, sulla base di quello che si svolge nella scuola di ogni ordine e grado. L’idea è rendere disponibile l’informatica per tutti, non per pochi, per realizzare un miglior futuro del nostro Paese. E sembra che ci stiamo riuscendo: in due mesi e mezzo abbiamo avuto 75.000 visite.

Qual è l’obiettivo del blog didattico?

Lo scopo principale del blog è quello di proporre una didattica innovativa, anche sotto forma di gioco, qualunque sia il linguaggio di programmazione, scratch, javascript e molto altro. La “chiave” per avvicinare studenti e docenti è il gioco. L’Italia è un paese un pò indietro sotto questo punto di vista e mi è sembrato utile creare una piattaforma che aiuti nello studio mirato di tali discipline.

Perché la “chiave” è il gioco?

Penso, l’ho provato anche per esperienza, che attraverso il gioco è più semplice imparare la logica di programmazione. Si attirano i ragazzi molto più facilmente.

Quali programmi si spiegano nel blog creativo?

La programmazione di scratch è rivolta sia alle scuole elementari (livello base) sia alle superiori di primo e secondo grado (livello avanzato).

La programmazione dei vari linguaggi è rivolta principalmente alla scuola superiore di secondo grado ma anche alle università.

Oltre a scratch, quali linguaggi tratta il vostro blog?

Sono diversi: c’è algobuild, che serve a creare i diagrammi a blocchi, App Inventor, ma anche linguaggi di programmazione semplici, come il Php, e linguaggi di programmazione complessi, come il c, c++ e il java. Si affrontano le basi dell’HTML, dei CSS e del JavaScript per la creazione di template. Infine, ci sono le app con Android Studio e le basi dell’XML.

Quali riscontri avete sull’utilizzo del blog?

Alcune parti sono nate da precise richieste di studenti universitari e molti docenti, soprattutto della secondaria, utilizzano il blog come riferimento.

Sapere utilizzare i software informatici, può essere utile anche dopo la scuola?

Certamente. Ho intenzione di inserire tanti altri contenuti, utili a formare i giovani per il mondo del lavoro. Molte volte la scuola non riesce a preparare adeguatamente gli alunni, perché dovrebbe rivedere i programmi da svolgere costantemente e i docenti dovrebbero aggiornarsi di frequente.

Quindi, la sua iniziativa può essere considerata anche come una formazione on line?

Direi di sì. Il blog diventa utile anche per quei docenti che hanno bisogno di approfondire alcuni concetti richiesti dalle aziende e che possono spiegare facilmente seguendo le lezioni proposte nel blog: ai docenti dico sempre di non scoraggiarsi. Perché il coding alla fine dà grosse soddisfazioni, ma bisogna volerlo e avere tanta tenacia.

Disabilità, ha diritto al congedo straordinario anche il figlio non ancora convivente con il genitore

da La Tecnica della Scuola

Ha diritto al riconoscimento del congedo straordinario per assistere il genitore gravemente disabile anche il figlio con lui non convivente al momento della presentazione della domanda; ovviamente in mancanza di tutti gli altri familiari legittimati a fruire del beneficio, secondo l’ordine di priorità indicato dalla legge.

Chi può fruire del congedo

Ricordiamo che hanno titolo a fruire del congedo straordinario i lavoratori dipendenti secondo il seguente ordine di priorità, che degrada solo in caso di mancanza, decesso o in presenza di patologie invalidanti dei primi:

  1. il coniuge convivente o la parte dell’unione civile convivente della persona disabile in situazione di gravità;
  2. il padre o la madre, anche adottivi o affidatari, della persona disabile in situazione di gravità, in caso di mancanza, decesso o in presenza di patologie invalidanti del coniuge convivente o della parte dell’unione civile convivente;
  3. uno dei figli conviventi della persona disabile in situazione di gravità, nel caso in cui il coniuge convivente, la parte dell’unione civile convivente ed entrambi i genitori del disabile siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti. Si precisa, al riguardo, che la possibilità di concedere il beneficio ai figli conviventi si verifica nel caso in cui tutti i soggetti menzionati (coniuge convivente, parte dell’unione civile convivente ed entrambi i genitori) si trovino in una delle descritte situazioni (mancanza, decesso, patologie invalidanti);
  4. uno dei fratelli o sorelle conviventi della persona disabile in situazione di gravità, nel caso in cui il coniuge convivente,la parte dell’unione civile convivente, entrambi i genitori ed i figli conviventi del disabile siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti;
  5. un parente/affine entro il terzo grado convivente della persona disabile in situazione di gravità, nel caso in cui il coniuge convivente,la parte dell’unione civile convivente, entrambi i genitori, i figli conviventi e i fratelli/sorelle conviventi del disabile siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti.

Il requisito della convivenza

Quindi è necessario il requisito della convivenza qualora a richiedere il congedo siano: il coniuge,la parte dell’unione civile, i figli, i fratelli/sorelle o i parenti/affini entro il terzo grado  del disabile grave.

Per convivenza si deve fare riferimento, in via esclusiva, alla residenza, luogo in cui la persona ha la dimora abituale, ai sensi dell’art. 43 cod. civ.

Per l’accertamento del requisito della “convivenza”, condizione sufficiente è anche la residenza nel medesimo stabile, stesso numero civico, anche se non nello stesso interno (appartamento).

Se la convivenza è successiva alla concessione del congedo

La Corte Costituzionale, con sentenza n. 232 depositata il 7 dicembre 2018, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 42, comma 5, del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, per la parte in cui non prevede il diritto al congedo straordinario anche al figlio non convivente per l’assistenza del padre.

Secondo la Corte, il requisito della precedente convivenza non può “assurgere a criterio indefettibile ed esclusivo, così da precludere al figlio, che intende convivere ex post, di adempiere in via sussidiaria e residuale i doveri di cura e di assistenza, anche quando nessun altro familiare convivente, pur di grado più lontano, possa farsene carico“.

Ad ogni modo il figlio, dopo aver ottenuto il congedo straordinario, ha l’obbligo di instaurare una convivenza che garantisca al genitore disabile un’assistenza permanente e continuativa.

Calendari scolastici, quando si torna a scuola in Europa? Il rapporto Eurydice a.s. 2019/2020

da La Tecnica della Scuola

In Europa, la cultura di appartenenza, le tradizioni e non ultimo il clima dei rispettivi paesi “influenzano” la durata e la suddivisione delle vacanze scolastiche.

Nei due recenti rapporti della rete Eurydice rispettivamente dedicati all’anno scolastico (The Organisation of School Time in Europe. Primary and General Secondary Education 2019/2020) e accademico (The Organisation of the Academic Year in Europe 2019/2020) si trovano informazioni sull’organizzazione dell’anno scolastico negli istituti di istruzione primaria e secondaria e sull’organizzazione dell’anno accademico negli istituti di istruzione superiore europei.

Avvio dell’anno scolastico

Nella maggior parte dei Paesi UE, le lezioni riprendono nelle prime settimane di settembre.

Nonostante alcune differenze, i paesi di tutta Europa mostrano molte somiglianze riguardo alla struttura di anno scolastico. In 10 paesi / regioni, inizia generalmente ad agosto. I paesi in cui la scuola inizia prima sono Danimarca e Finlandia. In Germania, anche se c’è un inizio ufficiale il 1° agosto, in realtà le scuole nei diversi Länder iniziano tra il 5 agosto e l’11 settembre.

Quest’anno, in 18 paesi / regioni europei l’anno scolastico inizia il 2 settembre.

In alcuni paesi / regioni, la data di inizio è di solito intorno a metà settembre: questa è la caso nell’Europa meridionale (ad es. Albania, Grecia, Italia, Portogallo e Spagna) ma anche in Bulgaria e
Lussemburgo.

A Malta, i bambini tornano a scuola alla fine di settembre. In Austria, Germania, Spagna, Italia, Paesi Bassi e Svizzera, l’inizio e la fine dell’anno scolastico variano in modo significativo a seconda delle regioni.

Numero dei giorni di scuola

Il numero di giorni di scuola varia tra 157,5 giorni nell’istruzione primaria nei fiamminghi Comunità del Belgio e 200 giorni in Danimarca e in Italia.

In circa la metà dei paesi / regioni, ilsi va a scuola tra i 170 e i 180 giorni; in 17 paesi / regioni, il numero varia tra 181 e 190 giorni.

In generale, il numero di giorni di scuola è lo stesso nell’istruzione primaria e secondaria, ma ci sono alcune eccezioni, come ad esempio in Francia, Albania, Grecia, Romania e Serbia.

Le vacanze

Oltre alla pausa estiva, ci sono altri quattro periodi principali delle vacanze scolastiche in Europa: le vacanze autunnali, Natale e Capodanno, le vacanze invernali / di carnevale e la primavera / Pasqua vacanze.

Ad eccezione delle vacanze di Natale / Capodanno, le altre pause scolastiche differiscono sia per lunghezza che per tempistica.

Poiché alcune di queste festività sono correlate a date di calendario flessibili (Carnevale e Pasqua), i loro tempi cambiano leggermente di anno in anno.

Oltre a queste feste comuni, tutto i paesi offrono giorni aggiuntivi di ferie per occasioni pubbliche o religiose.

A Natale, quasi tutti i paesi offrono due settimane di ferie; in alcuni paesi, la pausa è solo di una settimana (ad es. Slovenia e Serbia) e fino a tre settimane nel caso della Germania.

Le vacanze di primavera / Pasqua durano una o due settimane nella maggior parte dei paesi.

Dirigenti che stress. Allarme presidi: troppi alunni e troppe incombenze. Il dossier di Tuttoscuola

da Tuttoscuola

Dal 2000 a oggi i DS si sono ridotti del 35%, ognuno si occupa in media di 1.200 studenti (+55%), ma c’è chi arriva a 3.900 studenti (in Finlandia non si va oltre i 500). Devono assolvere a 129 competenze, tra cui “l’incubo” sicurezza. Chi può lascia: la figura singolarmente più importante per far funzionare la scuola è a rischio. Tuttoscuola ha elaborato 5 proposte per rimettere il benessere al centro della scuola e le ha esposte nel dossier “La scuola che soffre/1. DIRIGENTI, CHE STRESS. Allarme presidi: troppi alunni e troppe incombenze”. Un lavoro che inizia un viaggio in tre puntate nella scuola per identificare quali sono le cause che minano il benessere di chi ci lavora e mettono potenzialmente a rischio quindi anche quello degli studenti. Non sono cause “naturali” o immodificabili: nascono da scelte politiche precise – e quindi modificabili – sviscerate nel dossier, e da condizioni sociali su cui comunque esiste una possibilità di agire, lavorando sulla comunità educante. Il primo focus è dedicato alla figura dei dirigenti scolastici. Seguiranno quelli su insegnanti e personale non docente.

Leggi l’indice del dossier di Tuttoscuola

Presidi e insegnanti, ma anche il personale non docente, sono sempre più a rischio stress, uno dei malesseri più diffusi del XXI secolo. Una mina vagante ormai per i professionisti dell’educazione, i cui effetti possono propagarsi agli studenti. Non può non scattare allora l’allarme.

Il dramma di Vittore Pecchini, il dirigente scolastico suicida a Venezia forse per il carico di responsabilità e per i contrasti nella scuola, ha ulteriormente scosso un ambiente che ha bisogno di ritrovare serenità, relazioni condivise, dialogo, mentre la crisi dell’alleanza educativa, ormai sistemica, diventa in una pericolosa escalation anche motivo di vulnerabilità personale. Alcuni dati fotografano una situazione fuori dall’ordinario. Trentasei aggressioni fisiche da parte di genitori e studenti al personale della scuola in un anno scolastico, punta di un iceberg finito nelle cronache che cela un sommerso ancora più preoccupante.

Non basta? Secondo Vittorio Lodolo D’Oria, medico specialista che da oltre vent’anni si occupa di malattie professionali degli insegnanti, l’80% delle inidoneità all’insegnamento per motivi di salute è dovuto a disturbi psichiatrici. E ancora: il numero dei “Presunti Maltrattamenti a Scuola (PMS)” sta esplodendo: 70 maestre indagate in procedimenti penali nel primo semestre 2019, rispetto ai 47 indagati in tutto il 2018. Segnali di un disagio, su più fronti, che si diffonde a macchia d’olio, che indicano come sia urgente trovare la giusta e necessaria dimensione dello star bene a scuola. Non è un caso che l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) abbia di recente riconosciuto il burnout come sindrome da stress da lavoro.

Ritorno a scuola con ‘dress code’ per 6 studenti su 10. E non mancano i divieti ‘bizzarri’

da Tuttoscuola

L’abito non farà il monaco ma sicuramente fa lo studente. Almeno agli occhi dei professori. E negli ultimi giorni proprio vestiti e accessori sono diventati i protagonisti dell’inizio dell’anno di scuola. Il dress code è infatti entrato a gamba tesa al centro del dibattito, tra titoloni sui giornali e utenti indignati sui social. Tutto è nato dalla protesta di una preside che ha censurato, ufficialmente, il look di un proprio alunno considerandolo poco consono all’ambiente scolastico.

E proprio da qui è partita l’indagine di Skuola.net, che ha chiesto a più di 1.300 studenti di dire la loro sull’argomento “vestiario scolastico”. È così che sono venuti fuori i divieti più assurdi che i ragazzi hanno trovato ad attenderli al ritorno sui banchi.

Niente canottiere, pantaloni strappati e pantaloncini sopra al ginocchio da indossare a scuola. Poco importa se il caldo non accenna a finire: queste sono le regole che dovrà ‘subire’ almeno 1 studente su 4, che racconta come nel proprio istituto sia stata emanata una circolare specifica volta a fare chiarezza sul tipo di vestiario da dover indossare nell’edificio scolastico. Più morbida la situazione in cui versa un terzo degli studenti, dove un dress code esiste, ma non è messo nero su bianco su un regolamento. Viene sottinteso e rimandato al giudizio dei genitori, con il “consiglio” di mantenere una certa sobrietà. A conti fatti, solo il 38% dei ragazzi ha carta bianca sul modo di vestirsi la mattina.

Non tutti, però, sembrano aver digerito di buon grado le restrizioni che riguardano l’abbigliamento: 1 studente su 10 afferma che non seguirà le regole imposte dall’istituto riguardo il dress code, giudicandole troppo stringenti. Soprattutto quando queste prevedono divieti quantomeno singolari (e talvolta estremi), come il non poter utilizzare braccialetti, non potersi tingere i capelli e non poter indossare magliette dai colori sgargianti.

Ma i divieti assurdi non si limitano al dress code e sono molto più diffusi di quanto si possa pensare: è stato il 37% del campione a rispondere che qualche regola definita “bizzarra” è stata introdotta di recente all’interno dell’istituto, suggerendo sottobanco quelle che più hanno fatto storcere il naso al momento del rientro a scuola. Ad esempio, qualcuno ha affermato di avere il divieto di bere durante le lezioni; se proprio ha necessità, deve chiedere il permesso all’insegnante. Un altro studente dice che non è più possibile acquistare bottigliette d’acqua all’interno dell’istituto, un altro ancora che non si possono tenere sul banco. Ci sono poi ragazzi che riportano che, quando c’è il docente in aula, è assolutamente vietato andare in bagno. E, per qualcuno, persino uscire in cortile durante la ricreazione non è più una cosa così scontata.

In una scuola dove, come abbiamo visto, molto è regolamentato, rimane tuttavia uno “spazio” in cui gli studenti sono liberi di esprimersi: il corredo scolastico. Infatti sono pochissime (non superano la soglia del 10%) le scuole che limitano il libero arbitrio fornendo diari (8%), zaini, astucci e quaderni (2%) uguali per tutti. Evviva le scelte personali, quindi, almeno in questo. Così spesso non si bada a spese: 1 ragazzo su 5 dichiara di aver chiesto ai genitori, per il corredo scolastico, una somma che supera i 200 euro (percentuale che sale al 40% se si analizzano gli studenti delle scuole private). Scendendo, troviamo il 27% che si è tenuto tra i 100 e i 200 euro. Invece, 1 ragazzo su 4 ha investito nell’equipaggiamento base dai 50 ai 100 euro totali. Più parsimonioso quel 23% che è rimasto addirittura al di sotto della soglia dei 50 euro.

In questo quadro, lo zaino merita una menzione speciale: è l’elemento per cui si spendono più soldi (ovviamente escludendo i libri di testo), forse anche per via del suo valore commerciale molto più alto rispetto a quello di diari e astucci. Ma anche perché è l’accessorio più evidente, quello che contribuisce a descrivere la personalità di ognuno.

Presentata Didacta Italia 2019. Fioramonti: ‘Con me l’innovazione sarà al centro di tutto’

da Tuttoscuola

Innovazione, ambiente, nuovi ambienti di apprendimento. Sono tante le novità protagonista di Didacta Italia, 2019. Presentata al MIUR la terza edizione dell’appuntamento fieristico rivolto a docenti, dirigenti scolastici, educatori, formatori, professionisti e imprenditori del settore. La manifestazione, in programma alla Fortezza da Basso di  Firenze dal 9 all’11 ottobre, è dedicata a Leonardo da Vinci nel quinto centenario della sua morte ed è inserita dal Ministero dell’Istruzione fra gli eventi previsti dal piano pluriennale di formazione dei docenti. Presenti alla presentazione il Ministro Lorenzo Fioramonti, Cristina Grieco, assessora all’Istruzione e Formazione della Regione Toscana, Sara Funaro, assessora all’Università e Ricerca del Comune di Firenze, Giovanni Biondi, presidente di Indire, Wassilios E. Fthenakis, presidente onorario di Didacta International e Paola Concia,  Assessora alle Relazioni internazionali e Cooperazione, turismo, fiere, congressi, marketing territoriale, attrazione di investimenti del Comune di Firenze.

Siamo riusciti a fare scuola – ha affermato Grieco -. Didacta è in regione Toscana e siamo onorati di essere la regione ospitante. Avremo un focus sulla regione, sulla filiera tecnico professionale”.

“Non vedo l’ora di visitare Didacta Italia 2019 – dice in apertura il ministro Fioramonti -. Con me l’innovazione sarà al centro di tutto. Un’innovazione legata soprattutto al modo allegro di fare formazione, preparata alle sfide del futuro. L’educazione può cambiare il mondo. Didacta vedrà quest’anno un’intera area dedicata all’ambiente, si parlerà molto di scuola del futuro. Dobbiamo formare i nostri studenti ad agire in modo diverso.  Vogliamo mandare – conclude il Ministro – un segnale di volontà fattiva di realizzare dei modelli educativi diversi”.

“Come possiamo preparare i bambini al mondo che cambia? – Si interroga Fthenakis -. Dobbiamo sviluppare il sistema educativo. Sono diversi i livelli su cui lavorare: prima di tutto abbiamo bisogno di una nuova base teorica del sistema educativo e di una nuova base dello stesso. Secondo poi, se vogliamo rafforzare le competenze dobbiamo capire che si formano in tenera età e Costruire il sistema educativo dall’alto al basso. Abbiamo poi  bisogno di un nuovo approccio pedagogico didattico, di imparare insieme, di nuovi spazi educativi (conto sulla creatività italiana per la creazione di nuovi spazi). Ultimo aspetto importante è la digitalizzazione che cambia profondamente la società e i sistemi di apprendimento. Tutti questi temi vanno messi insieme e discussi. Didacta Italia è il mio progetto preferito, – conclude il presidente onorario di Didacta International –. Sono fiero e grato che questo evento in così poco tempo ha raggiunto un livello così elevato.

“L’edizione 2019 di Fiera Didacta Italia – dichiara Biondi – propone oltre 180 attività formative tra workshop immersivi, seminari, convegni e debate. Tra le novità di quest’anno Indire allestirà due ambienti, uno riservato alla scuola secondaria e l’altro alla scuola primaria, dove gli spazi, gli arredi e le tecnologie sono progettati per essere funzionali alle attività didattiche. L’innovazione è la risposta per ottenere miglioramenti. Tra le novità il padiglione ‘Scuola=FUTURO: Ex machina. Spazi di apprendimento ed esperienze didattiche per la scuola del futur0′, nel quale Indire allestirà due aree, una per la scuola secondaria e l’altra per la scuola primaria, con ambienti, arredi e tecnologie funzionali alle attività didattiche. Bisogna investire in innovazione”.

Innovare, innovare e innovare. Questa è la parola chiave di Diacta Italia 2019 che sembra dare accesso al futuro. “I bambini che vanno alle elementari oggi – dice infatti Concia – entreranno nel mondo lavoro nel 2035 e di questo bisogna tenere conto. Lo spirito di Didacta è quello di avere pensieri lunghi. Questa è la nostra sfida: pensare al futuro”.

Diario 20 settembre 2019

MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA

DIARIO

Diario delle prove scritte del concorso pubblico, per esami e titoli, per la copertura di duemilaquattro posti di direttore dei servizi generali ed amministrativi del personale ATA.
(GU 4a Serie Speciale – Concorsi ed Esami n. 75 del 20-9-2019)

Ai sensi e per gli effetti di quanto previsto dall’art. 13, comma 6, del D.D.G. n. 2015 del 20 dicembre 2018, si comunica che le prove scritte del concorso pubblico per esami e titoli, a 2004 posti di direttore dei servizi generali ed amministrativi, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami» – n. 102 del 28 dicembre 2018, si svolgeranno in data 5 e 6 novembre 2019.

Si comunica che l’elenco delle sedi con la loro esatta ubicazione, l’indicazione della destinazione dei candidati distribuiti in ordine alfabetico, nonche’ l’orario di inizio delle operazioni di riconoscimento dei candidati e le ulteriori istruzioni operative, saranno comunicate almeno quindici giorni prima della data di svolgimento delle prove tramite avviso pubblicato sul sito internet del Ministero (www.miur.gov.it) e degli USR competenti. Tale pubblicazione ha valore di notifica a tutti gli effetti.

I candidati si dovranno presentare nelle rispettive sedi d’esame muniti di un documento di riconoscimento in corso di validità e del proprio codice fiscale.

La durata di ciascuna prova è pari a 180 minuti.

Ogni ulteriore informazione e documentazione inerente alla procedura concorsuale e’ disponibile alla pagina https://www.miur.gov.it/web/guest/concorso-dsga sezione «Prova
scritta».