Archivi categoria: Statistiche

Alunni Stranieri nel Sistema scolastico italiano A.S. 2011-12

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Direzione Generale per gli Studi, la Statistica e per i Sistemi Informativi – Servizio Statistico

GLI ALUNNI STRANIERI NEL SISTEMA SCOLASTICO ITALIANO A.S. 2011/12

(Ottobre 2012)

I dati presenti in questa pubblicazione fanno riferimento agli studenti con cittadinanza non italiana dell’anno scolastico 2011/2012 aggiornati all’ 8 agosto 2012.

I dati elaborati e qui pubblicati sono patrimonio della collettività: è consentito il loro utilizzo e la loro pubblicazione con la citazione della fonte (“Fonte: MIUR – Ufficio di Statistica”; “Fonte: elaborazione su dati MIUR – Ufficio di Statistica”).

Il notiziario è stato curato da Carla Borrini e Paola Di Girolamo.

Inidoneità dei docenti

Inidoneità dei docenti: le patologie che la determinano

di Vittorio Lodolo D’Oria

Quali sono le “patologie professionali” degli insegnanti? Si tratta unicamente delle “disfonie” causate dalle laringiti croniche riconosciute anche nelle cause di servizio? Oppure vi sono forse altre malattie, magari più frequenti ma sconosciute?
Questo è l’interrogativo cui ha cercato di rispondere il presente studio – svolto con la collaborazione del Conbs – che ha esaminato le diagnosi formulate dai Collegi Medici per determinare l’inidoneità all’insegnamento per motivi di salute.

Lo studio dimostra che l’inidoneità degli insegnanti è causata da patologie psichiatriche in oltre il 60% dei casi (il 70% delle quali appartengono all’area ansioso-depressiva), mentre le “disfonie” sono appena il 13% (5 volte di meno). Ne consegue che debbono essere ritenute patologie professionali dei docenti anche e soprattutto le patologie psichiatriche, per poi muoversi di conseguenza con piani di prevenzione e cura nel rispetto del dettato normativo sulla tutela della salute dei lavoratori (art.27 D.L. 81/08).

Il problema, comune ad altre nazioni dove viene però affrontato con risolutezza, vede un Governo italiano distratto, che non attua studi epidemiologici su base nazionale, non valuta la salute della categoria professionale prima di licenziare le riforme previdenziali, ma al contrario penalizza i docenti (l’82% di questi sono donne) che si ammalano (decreto Brunetta, abolizione della causa di servizio, spending review).

L’adozione dei libri di testo nelle scuole europee 2012

libri_testo_UE_2L’adozione dei libri di testo nelle scuole europee 2012

di Eurydice Italia

Questo rapporto offre una sintetica panoramica su come si comportano insegnanti e scuole di altri paesi europei riguardo all’adozione dei libri di testo.

Spesso, infatti, diversamente da quello che potremmo pensare, gli insegnanti e/o le scuole non sono obbligati ad adottare libri di testo, anche se poi nella prassi vengono adottati. L’utilizzo di materiali alternativi, nel caso non vengano adottati libri di testo, è quasi sempre a completa discrezione degli insegnanti, delle scuole o delle autorità locali, in quanto “education providers”, ossia soggetti erogatori dell’istruzione (si veda, per esempio, il caso dei paesi nordici).

I soli paesi europei che impongono agli insegnanti l’uso di libri di testo sono Grecia, Cipro e Malta, che sono, peraltro, gli unici paesi in cui la selezione dei libri di testo viene fatta dal livello centrale.

La tendenza generale rilevata è comunque quella dell’incremento nell’uso di supporti digitali e/o alternativi alla tradizionale versione cartacea del manuale scolastico.

libri_testo_UE_2

Rapporto

Risultati Esami di Stato 2011-2012

Il MIUR rende noti gli esiti degli Esami di Stato 2011-2012

Scuola, i risultati degli Esami di Stato 2011-2012

(Roma, 29 Settembre 2012) Aumenta il numero dei diplomati rispetto all’anno scorso, cresce la percentuale degli studenti con voto da 71 a 99 con un maggiore incremento nella fascia di voto tra 81 e 90, per tutte le tipologie di scuola. E’ quanto emerge dai risultati degli Esami di Stato 2011-2012 su una percentuale pari al 96,1% degli ammessi a sostenere l’esame. Non sono infatti ancora disponibili i dati relativi alla Regione della Valle D’Aosta e alla Provincia di Bolzano. I dati presentati sono un’anticipazione del notiziario completo sugli esiti degli studenti per l’anno scolastico 2011-2012 che verrà pubblicato a breve sul sito del Miur.

Inizio Anno Scolastico 2012-2013

Il 25 settembre 2012 si svolge, presso il Quirinale, l’annuale cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico.

Di seguito il discorso del Presidente della Repubblica:

Intervento del Presidente Napolitano alla cerimonia di apertura dell’Anno Scolastico 2012-2013

(Palazzo del Quirinale, 25/09/2012) Saluto tutti i partecipanti a questa bella cerimonia : gli studenti (dai più piccoli ai più grandi), gli insegnanti, il personale del Ministero e degli assessorati, le autorità parlamentari e di governo. Meritano un saluto e un augurio speciale le scuole delle zone colpite dal terremoto perché sono riuscite con grande impegno a iniziare comunque questo anno scolastico.
Vedete, questa è la settima volta che ho il piacere di prendere parte alla festa per l’inaugurazione dell’anno scolastico, festa, cioè, che oggi precede di pochi mesi – come ha ricordato il Ministro Profumo – la conclusione del mio mandato di Presidente della Repubblica. Colgo quindi l’occasione per ringraziare io a mia volta tutto il mondo dell’istruzione per le molte iniziative che abbiamo costruito insieme in diverse occasioni, sempre con calore e convinzione.
I miei auguri vanno non solo agli studenti, alle loro famiglie e agli insegnanti, ma a chiunque ha operato per l’istruzione, da diverse posizioni, contribuendo in vari modi a un’attività così fondamentale per la crescita civile ed economica del Paese.
Il fatto che questo sia il mio incontro conclusivo col mondo della scuola mi suggerisce qualche riflessione di fondo.
Innanzitutto non ci si può abbandonare alla sfiducia nelle nostre possibilità, sottovalutando i progressi compiuti dall’Italia. Progressi straordinari anche nel campo dell’istruzione, se penso alle condizioni in cui eravamo quando tanto tempo fa cominciavo ad andare a scuola ; se penso a quanti fossero allora analfabeti o a quanti nemmeno completassero le elementari – e a quanti erano ancora nel 1951 secondo il censimento.
Ma egualmente guardando ai cambiamenti nel corso degli ultimi anni, da quando sono diventato Presidente, vedo che l’istruzione italiana ha continuato a fare progressi in senso quantitativo e anche qualitativo. Ad esempio, secondo gli ultimi dati OCSE-PISA disponibili sull’apprendimento il punteggio medio degli studenti italiani in matematica è aumentato di 17 punti rispetto al 2003 ; e, in scienze, di 13 punti rispetto al 2006.
I progressi compiuti dimostrano come l’Italia possa farcela, possa migliorare quando si impegna con sforzi collettivi e condivisi. E tuttavia limiti e problemi seri persistono, ed è lungo il cammino da compiere per annullare alcune distanze rispetto ad altri paesi avanzati. Cosa è dunque necessario per far progredire ulteriormente la scuola italiana?
L’insegnante-scrittore già citato dal Ministro ha suggerito di recente la necessità di rafforzare l’unico – così l’ha chiamato – “triangolo amoroso” che potrebbe e dovrebbe funzionare : quello tra insegnanti, studenti e famiglie nella scuola. Sappiamo che purtroppo non funziona ancora abbastanza. Aggiungo che a far parte dell’intesa necessaria al benessere dell’istruzione servono almeno altri tre soggetti : una società che creda e pratichi la superiorità dell’istruirsi bene rispetto al contare sulla raccomandazione, un mondo del lavoro che contribuisca alla formazione dei giovani e premi le loro competenze, un’azione pubblica che riconosca il ruolo cardine dell’istruzione e in essa investa idee e risorse.
Non discuto la libertà e diversità dei giudizi sulle politiche dell’istruzione adottate durante il mio settennato. Ho potuto tuttavia rilevare con favore una certa costanza negli obiettivi perseguiti dai diversi governi che si sono succeduti durante la mia presidenza. Penso, ad esempio, alla comune volontà di incentivare la qualità e il merito anche attraverso meccanismi sempre più estesi di valutazione. Riscontro una costante riaffermazione dell’obbiettivo di modernizzare la didattica rendendola più attraente, più coinvolgente per i giovani. In questi anni ho visto anche mettere in campo nuove misure per collegare l’istruzione agli sbocchi lavorativi, potenziando l’istruzione tecnica e la formazione professionale superiore in relazione alla realtà e potenzialità produttiva del paese.
Un’attenzione crescente delle politiche dell’istruzione è stata costantemente rivolta a ridurre i troppi squilibri fra le diverse parti del Paese, soprattutto fra Nord e Sud. La ridistribuzione di competenze e di capacità a favore delle zone più povere di mezzi e di saperi può rivelarsi sui tempi lunghi una strategia più ricca di risultati per il Mezzogiorno : molto meglio che distribuire sussidi, come si è per tanto tempo continuato a fare! Ma occorre anche che le competenze acquisite in queste aree rimaste indietro trovino rispondenza in una reale richiesta di lavoro qualificato.
Dobbiamo costruire opportunità, dobbiamo farlo, perché questo è l’assillo di tutte le famiglie, quel che mi si dice dovunque io vada : pensate ai giovani. Sì, dobbiamo farlo se vogliamo limitare l’emigrazione dei giovani, in particolare dei giovani più ricchi di istruzione. In questi anni si è tentato di incentivare, il ritorno dei cervelli emigrati e si è cercato di costruire per i ricercatori un ambiente più favorevole in patria. Mi auguro che si prosegua con decisione su questa strada, che non si facciano inversioni di marcia neanche in tempo di crisi. Un paese non può trascurare il suo capitale più importante : la conoscenza. Abbiamo appena ascoltato i nostri fisici Sergio Bertolucci, Guido Tonelli, Fabiola Gianotti che hanno lavorato a una grande scoperta al Centro di Ricerca di Ginevra. Ecco di che cosa sono capaci gli italiani nel campo della ricerca scientifica. Possiamo essere orgogliosi di questi nostri ricercatori e dobbiamo sostenerli.
Nello stesso tempo, come ha ricordato il Ministro Profumo, la scuola è anche, e molto, un’istituzione che educa alla cittadinanza, promuovendo la condivisione di quei valori sociali e civili che tengono unite le comunità vitali, le società democratiche.
Penso alla tutela dell’ambiente, del territorio, degli equilibri naturali. Penso al rispetto della diversità, ad uno sguardo curioso e amichevole per chi ha origini in altri paesi, per chi nella disabilità mostra capacità diverse e straordinarie, come ci ha dimostrato Alex Zanardi, come ci hanno splendidamente dimostrato i nostri atleti paralimpici. E sono felice che tra di noi ci siano oggi alcuni di loro, insieme naturalmente con gli olimpici, a cominciare dalla carissima Valentina Vezzali.
Tra i valori che la scuola ha cercato di promuovere con costanza e impegno in questi anni spicca il valore della legalità. Purtroppo, anche di recente la cronaca ci ha rivelato come nel disprezzo per la legalità si moltiplichino malversazioni e fenomeni di corruzione inimmaginabili, vergognosi. Non è questo accettabile per persone sensibili al bene comune, per cittadini onesti, né per chi voglia avviare un’impresa. Chi si preoccupa oggi giustamente per l’antipolitica deve sapere risanare in profondità la politica. E risanare la politica, far vincere la legge si può, così come si può far vincere la legge contro la mafia: ce lo hanno dimostrato venti anni fa, e li abbiamo ricordati, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Ma la legalità si deve praticare a tutti i livelli, e dunque anche nel nostro piccolo mondo quotidiano. E nella vita scolastica legalità vuole dire rispetto delle sue regole, rispetto dei compagni, specie di quelli più deboli, e soprattutto, vorrei sottolinearlo, rispetto degli insegnanti che sono il cuore pulsante della scuola, e guai a indebolirlo.
In questo grave momento di crisi per le famiglie italiane è importante che la scuola promuova e pratichi un altro fondamentale valore : quello della solidarietà, mostrandosi capace di stare al fianco di chi ha maggiori difficoltà, e anche di sollecitare gli interventi necessari sia al livello pubblico, sia al livello di privato sociale, di fondazioni ed enti privati.
Vorrei concludere con un altro ringraziamento alla scuola e con una sollecitazione rivolta agli studenti, ai giovani.
In occasione delle celebrazioni – ricordate, ne siete stati tanti di voi attivamente partecipi – per i 150 anni dell’Unità di Italia, la scuola ha compiuto un’opera magnifica. Ha dato un contributo fondamentale per consolidare l’identità nazionale e incardinarla sui valori democratici della nostra Costituzione. Grazie ancora a tutti coloro che hanno reso possibile questa straordinaria impresa.
Quelle nostre celebrazioni hanno coinciso col radicarsi di una grave crisi finanziaria e economica internazionale che ha colpito con durezza il nostro Paese. Ebbene, dobbiamo mettere a frutto il rinnovato sentimento di unità nazionale, scaturito da quel vasto movimento per il Centocinquantenario. E insieme dobbiamo essere fino in fondo consapevoli di come le sorti dell’Italia siano legate a quelle dell’Europa. Anche nel mondo della scuola c’è bisogno di rafforzare la fiducia nell’Europa e nell’impegno comune per renderla più democratica e più forte.
Sono tanti gli studenti europei che si muovono da uno Stato all’altro dell’Unione per apprendere le lingue, per i tirocini, per compiere un periodo di studio in Università di altri paesi europei con il programma Erasmus. Spero che questi ragazzi, così come tutti coloro che hanno fatto esperienze in Europa, si facciano promotori di un’identità comune, che comunichino la fierezza di essere cittadini non solo delle loro singole patrie, ma della nostra più grande patria Europea. Questo, cari ragazzi e cari insegnanti, è un compito che affido a tutti voi.
Al nuovo Presidente che verrà auguro di poter provare la stessa emozione e lo stesso piacere che ho avuto io a stare con voi in questi anni, e alla scuola italiana auguro tutto il bene di cui ha bisogno e che merita, assicurandovi che le resterò vicino.
Buon nuovo anno scolastico, studiate seriamente, guardatevi attorno e godetevi la vostra bella, verde età.

Di seguito i comunicati stampa del MIUR

Il Ministero apre le porte della sua storica biblioteca

(Roma, 25 settembre 2012) In occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico al Quirinale, il Ministero apre le porte della sua storica biblioteca che compie 150 anni, per permettere ad alunni, docenti e cittadini di visitarla.
Sono presenti settantamila volumi e documenti rarissimi sulla scuola. Abaci, abbecedari, pagelle dal 1861 agli anni 20 fino al primo dopo-guerra. Lo storico banco-zaino per le lezioni all’aperto e il primo libro cuore in braille. Un patrimonio inestimabile attraverso cui leggere la storia del Paese, un percorso che idealmente lega la tradizione e la storia della scuola, all’innovazione che ha subito negli anni: dalla lavagna in legno a quella digitale.

 

Inaugurazione dell’anno scolastico: cerimonia al Quirinale alla presenza del Presidente Napolitano
Per l’occasione il Ministero apre le porte della sua biblioteca che compie 150 anni
Un patrimonio inestimabile che racconta la storia del Paese

(Roma, 21 Settembre 2012) Anche quest’anno la Presidenza della Repubblica e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca promuovono la Cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico, che avrà luogo a Roma, nel Cortile d’onore del Palazzo del Quirinale, il 25 settembre 2012, alle ore 17.00. Alla presenza di circa 2500 studenti provenienti da tutte le regioni italiane, il Presidente Giorgio Napolitano e il Ministro Francesco Profumo rivolgeranno un messaggio augurale ai ragazzi, agli insegnanti e alle famiglie.
Il messaggio del Capo dello Stato rappresenta una delle tre occasioni, durante tutto l’anno, in cui il Presidente della Repubblica rivolge una personale comunicazione alla nazione.
Oltre alle più alte autorità dello Stato, saranno presenti anche personalità del mondo dello spettacolo, dello sport, delle arti e della scienza che si alterneranno sul palco con alcuni studenti, chiamati a presentare le esperienze più significative realizzate dalle scuole su tematiche concernenti l’educazione alla legalità, la solidarietà, l’ambiente e l’intercultura.
L’evento andrà in onda in diretta su Rai1, a partire dalle 16.50 circa, nel corso della trasmissione “Tutti a scuola” condotta, come negli anni passati, da Fabrizio Frizzi.

Il Ministero apre le porte della sua biblioteca
In occasione di questa significativa giornata per il mondo della scuola, il Ministero apre le porte della sua storica biblioteca che compie 150 anni, per permettere ad alunni, docenti e cittadini di visitarla per la prima volta. Settantamila volumi e documenti rarissimi sulla scuola. Abaci, abbecedari, pagelle e registri dal 1861 agli anni 20 fino al primo dopo-guerra. Lo storico banco-zaino per le lezioni all’aperto e il primo libro cuore in braille. Un patrimonio inestimabile attraverso cui leggere la storia del Paese, un percorso che idealmente lega la tradizione e la storia della scuola, all’innovazione che ha subito negli anni: dalla lavagna in legno a quella digitale.
Nella mattinata di martedì, dalle 9.00 alle 14.30, si potrà visitare la mostra accreditandosi direttamente all’entrata del Ministero di viale Trastevere 76/A.

Il 1° settembre 2012 ha inizio il nuovo anno scolastico 2012-2013.

Il calendario scolastico annuale e’ determinato dalle singole regioni come previsto dall’art. 138 del Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 112.

Calendario scolastico  A.S. 2012/2013

  • Prova scritta esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione: 17 giugno 2013 con inizio alle ore 8.30
    (in prima e seconda sessione suppletiva: il 25 giugno 2013  e il 2 settembre 2013 , con inizio alle ore 8.30.
  • Prova scritta esame di Stato conclusivo dei corsi di studio di istruzione secondaria di secondo grado: 19 giugno 2013 alle ore 8.30
    (prima prova scritta suppletiva: 3 luglio 2013, alle ore 8.30.

CALENDARIO FESTIVITA’ NAZIONALI:

  • tutte le domeniche;
  • il 1° novembre, festa di tutti i Santi;
  • l’8 dicembre, Immacolata Concezione;
  • il 25 dicembre, Natale;
  • il 26 dicembre;
  • il 1° gennaio, Capodanno;
  • il 6 gennaio, Epifania;
  • il giorno di lunedì dopo Pasqua;
  • il 25 aprile, Anniversario della Liberazione;
  • il 1° maggio, festa del Lavoro;
  • il 2 giugno, festa nazionale della Repubblica;
  • la festa del Santo Patrono.

CALENDARI SCOLASTICI REGIONALI

L’inizio e termine delle lezioni, nonché le ulteriori sospensioni sono determinate dalle singole Regioni, secondo il prospetto specificato:

REGIONI INIZIO TERMINE FESTIVITA’ FESTIVITA’ VARIE
LEZIONI LEZIONI NATALIZIE PASQUALI
ABRUZZO 17 SETT.2012 08 GIUGNO 2013 * 24/12/12 – 05/01/13 28/03/13 – 03/04/13
BASILICATA 17 SETT.2012 11 GIUGNO 2013 * 24/12/12 – 05/01/13 28/03/13 – 02/04/13 02 e 03/11/2012; 11 e 12/02/2013
CALABRIA 17 SETT.2012 12 GIUGNO 2013 * 24/12/12 – 05/01/13 28/03/13 – 02/04/13 02 e 03/11/2012;
CAMPANIA 13 SETT.2012 08 GIUGNO 2013 * 24/12/12 – 05/01/13 28/03/13 – 01/04/13 02/11/12; 12/02/13
EMILIA ROMAGNA 17 SETT.2012 06 GIUGNO 2013 * 24/12/12 – 05/01/13 28/03/13 – 02/04/13 02/11/12;
FRIULI VENEZIA G. 12 SETT.2012  08 GIUGNO 2013 ** 24/12/12 – 05/01/13 28/03/13 – 02/04/13 dall’11 al 13/02/13;
LAZIO 13 SETT.2012 12 GIUGNO 2013 * 24/12/12 – 05/01/13 28/03/13 – 02/04/13 02 e 03/11/2012; 26 e 27/04/2013
LIGURIA 17 SETT.2012 12 GIUGNO 2013 * 24/12/12 – 05/01/13 28/03/13 – 30/03/13 02/11/12;
LOMBARDIA    12 SETT.2012 § 08 GIUGNO 2013 * 23/12/12 – 05/01/13 28/03/13 – 02/04/13 11 e 12/02/2013
MARCHE 12 SETT.2012 08 GIUGNO 2013 * 24/12/12 – 05/01/13 28/03/13 – 02/04/13 02 e 03/11/12
MOLISE 11 SETT.2012 11 GIUGNO 2013 * 24/12/12 – 05/01/13 28/03/13 – 02/04/13 02/11/2012
PIEMONTE 12 SETT.2012 12 GIUGNO 2013 * 24/12/12 – 05/01/13 28/03/13 – 02/04/13 02 e 03/11/2012; dall’8 al 12/02/2013
26 e 27 aprile 2013
PUGLIA 17 SETT.2012 08 GIUGNO 2013 * 24/12/12 – 05/01/13 28/03/13 – 02/04/13 02 e 03/11/2012;
SARDEGNA 17 SETT.2012 08 GIUGNO 2013 * 24/12/12 – 05/01/13 28/03/13 – 02/04/13 02/11/2012; 12/02/2013; 28/04/2013
SICILIA 14 SETT.2012 12 GIUGNO 2013 * 22/12/12- 05/01/13 29/03/13 – 02/04/13 15/05/2013;
TOSCANA 12 SETT.2012 08 GIUGNO 2013 * 22/12/12 – 05/01/13 28/03/13 – 02/04/13 02 e 03/11/2012; 26 e 27/04/2013
UMBRIA 12 SETT.2012 08 GIUGNO 2013 * 24/12/12 – 05/01/13 25/03/13 – 02/04/13 02 e 03/11/2012;
VENETO 12 SETT.2012 08 GIUGNO 2013 * 24/12/12 – 05/01/13 28/03/13 – 02/04/13 02 e 03/11/2012;dall’11 al 13/02/13;
VALLE D’ AOSTA 10 SETT.2012 12 GIUGNO 2013 * 24/12/12 – 05/01/13 28/03/13 – 02/04/13 02 e 03/11/2012; 30 e 31/01/13;
dall’11al 16/02/13
PROV. BOLZANO 05 SETT.2012      14 GIUGNO 2013 24/12/12 – 05/01/13 28/03/13 – 02/04/13 dal 29/10/12 al 3/11/12;
dall’ 11al 16/2/13
PROV. TRENTO  12 SETT.2012 # 11 GIUGNO 2013 ** 22/12/12 – 05/01/13 27/03/13 – 03/04/13 02 e 03/11/12; 11 e 12/02/13;

*     Per la scuola dell’infanzia il termine delle attività educative è fissato al 29/06/2013
**   Per la scuola dell’infanzia il termine delle attività educative è fissato al 28/06/2013
§   5 settembre per le scuole dell’infanzia
#   3 settembre per le scuole dell’infanzia

Di seguito i comunicati del MIUR:

Scuola, il nuovo anno inizia nel segno dell’innovazione digitale
Dalle migliori iniziative già realizzate da scuole ed enti locali ai nuovi provvedimenti del Miur
Segreterie scolastiche libere dalla carta.
Un computer in ogni classe di medie e superiori. Al Sud un tablet ad ogni insegnante
In aumento anche le risorse per la gestione ordinaria delle scuole: +33%

(Roma, 12 settembre 2012) Carta, addio. Il nuovo anno scolastico, ormai ai blocchi di partenza, inizia sotto il segno della digitalizzazione e dematerializzazione dei processi e delle procedure amministrative. Obiettivo, liberare aule e segreterie scolastiche da faldoni e fotocopie e ridurre, fino ad eliminarle del tutto, le spese sostenute dalle scuole per l’acquisto di documenti cartacei per la gestione amministrativa e la didattica. Il progetto è quello illustrato dal ministro Francesco Profumo nel corso di una conferenza stampa che si è svolta oggi al Ministero, a cui hanno partecipato anche il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti e, in collegamento video, l’Assessore alla Cultura, Istruzione e Ricerca della Regione Calabria Mario Caligiuri e l’Assessore all’Istruzione del Comune di Firenze Rosa Maria Di Giorgi. Quest’ultimi, in particolare, hanno presentato le iniziative già avviate sul territorio che il Ministero intende promuovere e mettere a sistema con i migliori progetti già sviluppati dalle singole scuole a favore dell’innovazione tecnologica.

Iscrizioni on line, registri elettronici, rilevazione automatica delle presenze. Ma anche nuove tecnologie per abbattere le spese telefoniche, risparmio energetico e banda larga. Sono queste le principali iniziative presentate, in linea con il Piano avviato dal Miur per la dematerializzazione delle procedure amministrative e dei rapporti con le comunità dei docenti e del personale, di studenti e famiglie, anche attraverso i portali “Scuola in Chiaro” e “UniversItaly”. Piano sviluppato in coerenza con quanto previsto dal decreto sulla revisione della spesa che prevede, tra l’altro, iscrizioni on line per le scuole di ogni ordine e grado a partire dall’anno scolastico 2012/2013 e registri in formato elettronico.

Un PC in ogni classe di medie e superiori
Risorse per 24 milioni di euro

Per realizzare questi obiettivi il Ministero ha messo in campo una serie di iniziative, tra le quali l’assegnazione di un computer ad ogni classe di tutte le scuole medie e superiori del Paese. Grazie ad un finanziamento complessivo di 24 milioni di euro, infatti, da quest’anno tutte le 34.558 classi delle scuole medie e le 62.600 classi delle scuole superiori potranno contare su un computer da utilizzare nelle lezioni quotidiane, innovando la didattica e i processi di apprendimento. Nello specifico, dei 24 milioni di euro, 8.647 milioni sono stati impiegati per la fornitura di computer alle classi delle scuole medie. I restanti 15.650 milioni per le classi delle superiori.

Al Sud un tablet per ogni insegnante
Impegnati quasi 32 milioni di euro

Per le quattro Regioni della Convergenza (Puglia, Campania, Sicilia e Calabria) l’intervento è ancora più capillare e prevede, finora, il coinvolgimento di 2.128 scuole (il 64,5% del totale) nelle quali sarà assegnato un tablet ad ogni insegnante. Il finanziamento complessivo è 31.836.574 milioni di euro. Nello specifico, 712 scuole in Campania (59.9%), 599 in Puglia (85.3%), 233 in Calabria (57.2%) e 584 in Sicilia (58.3%). Tuttavia – come ricordato dall’Assessore Caligiuri – in Calabria si sta lavorando per assegnare un tablet ad ogni insegnante di tutte le scuole della Regione (il 100%).

I progetti già avviati da scuole ed Enti locali
Profumo: mettere a sistema le esperienze migliori

In generale – come sottolineato dal ministro Profumo nel corso della conferenza stampa – è necessario portare a sistema le migliori esperienze già realizzate dalle scuole e i progetti sviluppati in questo senso dagli Enti locali. A cominciare, ad esempio, dai progetti realizzati dalla Provincia di Roma – illustrati dal Presidente Zingaretti nel suo intervento – per il risparmio delle spese telefoniche utilizzando VOIP e per il risparmio energetico. E anche l’esperienza del Comune di Firenze – di cui ha parlato l’Assessore Di Giorgi – per le iscrizioni integrate on line e le nuove App a disposizione delle famiglie. Inoltre, per quanto riguarda in particolare le iniziative già avviate da alcuni istituti scolastici, il ministro Profumo si è collegato con l’Istituto Majorana di Brindisi, che già da tempo utilizza registri elettronici, l’Istituto Fermi di Mantova, nel quale è già operativo il meccanismo di rivelazione automatica delle presenze e l’Istituto Desambrois di Oulx (TO), una scuola di montagna che svolge consigli di classe on line.

Innovare conviene: previsti risparmi per circa 30 milioni di euro

A rendere necessaria la svolta digitale è anzitutto l’ammontare della spesa sostenuta dalle scuole per l’acquisto di documenti cartacei necessari per la gestione amministrative e didattica. Spesa che – come illustrato dal ministro Profumo – nel caso di un istituto secondario di II grado con 1.000 alunni e 45 classi può arrivare fino a 6.262 euro per pagelle, registri, carta per documenti e libretti per studenti. Il risparmio complessivo per il sistema scolastico che il piano di digitalizzazione può garantire è di circa 30 milioni di euro, così articolato: 4 milioni di euro nella Primaria (circa 2 euro a studente), 10 milioni nella Secondaria di I grado (circa 6 euro a studente) e 16 milioni nella Secondaria di II grado (circa 6 euro a studente).

Aumentano le risorse per la gestione ordinaria: + 33%

Ma perché l’innovazione produca i suoi frutti è necessario garantire agli istituti risorse adeguate per il loro funzionamento. A cominciare da quelle dedicate alla gestione ordinaria, dai servizi di pulizie alla tassa sui rifiuti, fino agli altri acquisti indispensabili per il lavoro di tutti i giorni. Così, grazie ad uno sforzo del Ministero in questo senso, le risorse della gestione ordinaria delle scuole passano dai 200 milioni di euro dello scorso anno a 240 milioni di euro, con un aumento del 33%.

Inizia l’anno scolastico. La situazione dell’edilizia scolastica

(Roma, 12 settembre 2012) In occasione dell’avvio del nuovo anno scolastico il Ministero rende noti i dati disponibili sull’anagrafe dell’edilizia scolastica. Cifre che il Miur intende mettere a disposizione di tutti, dagli studenti ai docenti, fino ai genitori, gli amministratori e tutti coloro che sono interessati ad un tema così importante per il futuro dell’Italia. La scuola – e la formazione in genere – sono infatti il motore dello sviluppo e il loro stato fornisce un indicatore prezioso per quello, più generale, del Paese. Dai dati emerge una situazione dell’edilizia scolastica fatta di luci e ombre, con eccellenze e situazioni più difficili sulle quali è necessario intervenire. La messa a disposizione dei dati risponde ad una logica, seguita dal Miur, di trasparenza e condivisione delle informazioni.

Alcune maggiori criticità

Dalla lettura dei dati statistici emerge una situazione delle scuole piuttosto variegata. In ogni caso, sia gli aspetti positivi sia gli elementi di maggiore criticità sono il prodotto di problemi stratificati nel tempo, nel corso dei decenni passati. Un dato resto evidente dalle informazioni disponibili sul periodo di costruzione degli edifici, secondo cui il 4% di essi è stato costruito prima del 1900. E la maggior parte, il 44% delle scuole, in un periodo che va dal 1961 al 1980. Una eredità, questa, che incide e assume un significato per i diversi aspetti sui quali l’anagrafe dell’edilizia scolastica pone l’attenzione, in particolare per quanto riguarda il rischio sismico e le normative antincendio. Ed è proprio su questi due fronti che si concentra, in particolare, il piano che il Miur intende varare a breve.

Normativa antincendio

Per quanto riguarda la normativa antincendio è necessario fare alcune considerazioni preliminari. A fronte di un dato che vede solo il 17,7% degli edifici in possesso del relativo certificato di prevenzione incendi (CPI) è opportuno precisare che condizione necessaria per ottenere il CPI è il rispetto di tutti i requisiti previsti dalla normativa. Il mancato rispetto di uno solo di tali requisiti comporta, dunque, il non ottenimento del certificato. Da questo punto di vista, è comunque doveroso ricordare che – tra i requisiti previsti – il 66,5% delle scuole possiede un impianto idrico antincendio; il 49,3% dispone di una scala interna di sicurezza; il 61,5% possiede la dichiarazione di conformità dell’impianto elettrico; il 63% è munito di un sistema di allarme; il 98,3% è in possesso di estintori portatili; il 95,1% possiede un sistema di segnaletica di sicurezza. In ogni caso, sono le regioni del Sud che presentano, da questo punto di vista, le maggiori criticità.

Il Piano del Miur

Per questo motivo, il piano del Miur prevede un investimento di 680 milioni di euro (risorse europee) per interventi di riqualificazione e messa in sicurezza degli immobili scolastici delle Regioni appartenenti all’Obiettivo Convergenza (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia). In particolare, saranno realizzati interventi in 1.565 scuole così articolati: in Calabria 111,6 milioni di euro per interventi in 257 scuole, in Campania 273,5 milioni per 625 scuole, in Puglia 51,6 milioni di euro per 121 scuole, in Sicilia 244,3 milioni di euro per 562 scuole.

Il rischio sismico

Il tema del rischio sismico è strettamente collegato a due elementi più generali: la caratteristiche geologiche del territorio italiano costituito, come noto, da numerose aree sismiche e i periodi di costruzione del patrimonio immobiliare scolastico. Come già esposto, la maggior parte degli edifici scolastici è stata costruita tra gli anni ’60 e gli ’80, un periodo nel quale i criteri di costruzione degli edifici erano scarsamente influenzati da una “cultura antisismica” che solo di recente è andata consolidandosi in Italia. Ma intervenire su tali edifici, costruiti secondo standard ormai superati, al fine di adeguarli alla attuale normativa risulta, stando a quanto dichiarato da esperti e tecnici, del tutto inefficace. Unico rimedio, dunque, è quello di costruire nuovi edifici secondo gli attuali requisiti normativi e coerenti con le necessità legate all’evoluzione tecnologica che caratterizzerà i nuovi modelli scolastici.

La proposta del Miur

Il progetto di riqualificazione vede coinvolto il Ministero su più fronti: da una parte, così come previsto dall’art. 53 del decreto semplificazioni, sono in via di predisposizione, da parte di una commissione, le linee guida in materia di edilizia scolastica, con particolare riferimento all’architettura interna delle scuole corrispondente ai processi di innovazione in atto (Agenda Digitale Italiana). Dall’altra parte, dal punto di vista operativo, il Miur – in collaborazione con Regioni ed Enti locali quali proprietari degli immobili e soggetti istituzionalmente competenti in materia – intende promuovere la costituzione, a livello territoriale, di fondi immobiliari. Questi strumenti possono consentire di raggiungere l’obiettivo di costruire nuove strutture superando, ad esempio, i limiti di spesa imposti dal Patto di stabilità interno. Nel caso di utilizzo dei fondi immobiliari, la realizzazione delle opere, l’investimento necessario e l’eventuale indebitamento sono, infatti, completamente a carico del fondo stesso, cui parteciperanno Comuni, Province, altri enti istituzionali presenti sul territorio, nonché il Ministero. Il fondo dovrà valorizzare gli immobili obsoleti e realizzare le nuove strutture, restituendo all’Ente locale un patrimonio immobiliare scolastico nuovo ed efficiente. Le risorse a disposizione del Miur destinate all’edilizia scolastica contribuiranno, come cofinanziamento, alla realizzazione di questi fondi.

I dati sulla classificazione antisismica e certificazione antisismica si riferiscono al “Rapporto Nazionale sullo stato dell’edilizia scolastica” del febbraio 2010.
Tutti gli altri dati sono aggiornati a Maggio 2012.

———————

Inizia il nuovo anno scolastico. Dopo gli edifici, le cifre su studenti e docenti

(Roma, 14 settembre 2012) Prosegue, dopo la pubblicazione dell’anagrafe dell’edilizia scolastica, l’impegno del Miur per la condivisione delle informazioni e la trasparenza sui dati della scuola. Dopo le cifre sugli edifici, si rendono note quelle relative alle persone che nelle scuole italiane lavorano e studiano: studenti, docenti, dirigenti scolastici e personale tecnico e amministrativo.

Quasi 8milioni gli studenti tra i banchi
In aumento rispetto allo scorso anno: +36.238

Per quanto riguarda gli studenti, rispetto allo scorso anno scolastico 2011/2012 si registra un aumento di 36.238 unità, così distribuiti: +3.146 nella scuola dell’infanzia, +11.097 nella primaria, + 20.891 nella secondaria di II grado, mentre nella secondaria di I grado si assiste ad una diminuzione pari a 4.461 studenti. Complessivamente gli studenti, considerate tutte le scuole di ogni ordine e grado, sono 7.862.470, per 365.255 classi e 625.878 posti in organico.
In particolare, per quanto riguarda la scuola dell’infanzia, sono in aumento le sezioni (+351) che passano da 42.770 a 42.922, dando la possibilità ad oltre 3mila bambini in più di frequentare questo grado di scuola.

Studenti stranieri: il 44,2% è nato in Italia
In Veneto e Lombardia le percentuali maggiori

Con riferimento all’anno scolastico 2011/2012, sono 755.939 gli studenti con cittadinanza non italiana che frequentano le nostre scuole. Di questi, il 44,2% è nato in Italia (334.284 in valore assoluto). Da questo punto di vista, le percentuali maggiori si registrano in Lombardia e Veneto dove la metà degli studenti stranieri iscritti (il 50,9%) è nata in Italia.

Iscrizioni alla scuola secondaria di II grado
Bene i licei. In aumento gli iscritti nei tecnici e professionali

Sono i licei ad assorbire la maggior parte degli iscritti alle prime classi della scuola secondaria di II grado per l’anno appena iniziato, con una percentuale del 46,6%. Segue l’istruzione tecnica con il 32% e l’istruzione professionale con il 21,4%. Tuttavia, considerato nel suo complesso, la maggior parte dei nuovi iscritti ha scelto il settore dell’istruzione tecnica e professionale (53,4%), con un aumento rispetto allo scorso anno dell’1,5% nell’istruzione professionale e dello 0,4% nell’istruzione tecnica.
Nello specifico, per quanto riguarda l’istruzione tecnica gli indirizzi più gettonati sono “Amministrazione finanze e marketing” (31%), “Informatica e telecomunicazioni” (14%), “Elettronica ed elettrotecnica” (10%) e “turismo” (10%). Nell’istruzione professionale la maggior parte delle scelte è ricaduta sull’indirizzo “Enogastronomia e Ospitalità alberghiera” (40%). Seguono “Manutenzione e assistenza tecnica” (14%), “Servizi socio-sanitari, odontotecnico, ottico” (12%), “Servizi commerciali” (11%).

Organici: luci e ombre
Per la prima volta – dopo 10 anni – nessun taglio. Difficoltà per corrispondere a incremento studenti

In applicazione del piano triennale di assunzioni sono state autorizzate 21.112 immissioni in ruolo. E dopo 10 anni di tagli ai posti in organico, di cui 5 consecutivi, quest’anno vengono interamente confermate le cifre del passato anno scolastico. Pertanto, il totale dei posti normali resta di 625.878. Tuttavia, considerato l’aumento degli studenti, se da un lato si è arrestato il trend negativo degli ultimi anni, dall’altro non è stato possibile reperire ulteriori risorse capaci di compensare l’incremento demografico. A fronte di queste cifre, il numero delle classi rimane sostanzialmente stabile passando da 364.904 a 365.255 (+351). Una leggera crescita che consente, comunque, di limitare il fenomeno dell’affollamento delle classi.

Sostegno: previsto un aumento di 4mila alunni disabili e 2mila posti

Per il sostegno attualmente si confermano i dati dell’anno 2011/2012: 197.639 alunni disabili e 97.636 posti di sostegno. Tuttavia, pur non essendo ancora completo l’inserimento al sistema dei dati di organico di fatto, tenendo conto dell’andamento registrato negli ultimi anni il Ministero prevede un aumento di oltre 4mila alunni disabili e di almeno 2mila posti di sostegno.

Dimensionamento: le sedi accorpate e gli effetti sugli organici dei Dirigenti scolastici

A seguito del dimensionamento, cioè gli accorpamenti tra più istituzioni scolastiche, le scuole autonome sono passate da 10.219 a 9.134. Tra queste, 1.154 sono le sedi sottodimensionate, cioè con meno 600 alunni (o meno di 400 alunni nelle scuole di montagna o nelle piccole isole), alle quali non è possibile assegnare un Dirigente scolastico titolare, né il DSGA (Direttore dei Servizi Generali Amministrativi). Pertanto, le sedi assegnabili sono 7.980 mentre i dirigenti scolastici in servizio sono 7.962, di cui 859 appena nominati. Questi ultimi, in particolare, sono circa il 10% del totale e rappresentano un segnale dell’impegno dell’Amministrazione per il regolare rinnovamento della dirigenza, a cominciare da quella – più importante – a diretto contatto con gli studenti.
Le reggenze, assegnate nelle sedi sottodimensionate e in Lombardia (a causa del blocco del concorso) sono pari a 1.584. A subire gli effetti del dimensionamento anche i posti da DSGA che presentano una dinamica pressoché identica a quella dei dirigenti scolastici, diminuendo di 2.237 unità. Gli organici del restante personale ATA (amministrativi, tecnici ed ausiliari), invece, sono invariati rispetto allo scorso anno.

Aumenta il tempo pieno: + 1.284 classi nella primaria

Nella scuola primaria aumentano le classi a tempo pieno che passano dalle 38.386 dell’anno scolastico 2011/2012 a 39.670 dell’anno appena iniziato. L’aumento dunque è pari a 1.284 classi. Se quindi diminuisce leggermente il totale delle classi della scuola primaria (dalle 132.270 dello scorso anno alle 132.193 di quest’anno), aumentano quelle in cui è attivato il tempo pieno, per un miglioramento complessivo della qualità dell’offerta formativa.

Sicurezza, qualità e comfort degli edifici scolastici

Sicurezza a scuola: X Rapporto di Cittadinanzattiva (2012)

Sicurezza, qualità e comfort degli edifici scolastici (X Rapporto 2012).

L’indagine che Cittadinanzattiva cura da 10 anni è stata condotta su un campione di 111 edifici scolastici di diverse zone del paese, vuole contribuire a tenere alto il livello di attenzione sui diversi aspetti legati alla non applicazione di diverse normative, tra cui quella sulla sicurezza dei luoghi di lavoro e, contemporaneamente, segnalare quanto ancora si debba e si possa fare per contribuire a far crescere nel nostro paese, negli amministratori e nei tecnici locali, negli operatori della scuola, negli studenti e nelle famiglie la cultura della sicurezza.

Esiti Esame di Stato e Scrutini Scuola secondaria I grado

Scuola, i risultati dell’esame di terza media
Ammessi in leggero aumento. Promozioni stabili
Tra le ragazze i risultati migliori

 (MIUR, 20 settembre 2012) Aumentano, seppur di poco, gli studenti ammessi all’esame conclusivo del I ciclo d’istruzione, e si conferma la percentuale dei ragazzi, quasi la totalità, che supera l’esame. E’ questa l’estrema sintesi del Notiziario sui risultati dell’ultimo esame di terza media, appena pubblicato sul sito del Miur. Dati che fanno emergere ancora alcune differenze tra i risultati delle singole regioni, più evidenti nelle percentuali di ammissione, maggiori difficoltà degli studenti stranieri, anche se il gap con gli italiani si riduce progressivamente, una sostanziale conferma del voto medio e della maggiore propensione delle ragazze a raggiungere risultati migliori.

Si conferma il voto medio dei promossi: 7,4

In particolare, gli studenti ammessi all’esame nell’ultimo anno scolastico (2011/2012) sono stati il 96,3%, contro il 95,9 dell’anno 2010/2011. Un dato che conferma una tendenza in rialzo del tasso di ammissione già registrata a conclusione del precedente anno scolastico, quando la percentuale di alunni ammessi all’esame era aumentata di mezzo punto percentuale. E tra gli ammessi, quasi la totalità supera l’esame (99,6%), in linea con il risultato dell’anno scorso, quando i promossi furono il 99,7%. In generale, si conferma il voto medio complessivo che passa dal 7,5 del precedente anno scolastico al 7,4 dell’ultimo esame.

Le differenze tra le Regioni

Le differenze tra le regioni risultano più marcate per quanto riguarda il tasso di ammissione rispetto alle percentuali di superamento dell’esame. Una diversità che emerge più facilmente confrontando i risultati regionali con quello nazionale. Da questo punto di vista le regioni dove il divario è più marcato sono la Sicilia e la Sardegna, dove la percentuale di studenti ammessi risulta inferiore, rispettivamente, del 1,8% e 3,5 rispetto alla media nazionale. Meno sensibile, invece, è la differenza per quanto riguarda gli studenti che hanno superato l’esame.
In alcune regioni ad una percentuale di ammissione più bassa si associa un tasso di promozioni all’esame maggiore rispetto alla media nazionale. E’ il caso del Friuli e della Liguria, dove si è verificata una maggiore selezione in fase di ammissione all’esame, al quale hanno preso parte, rispettivamente, il 95,1% d il 96% degli studenti.

Sufficienze in aumento, diminuiscono i dieci
L’Umbria la regione con più lodi

Se la percentuale dei promossi all’esame è rimasta sostanzialmente invariata, diversi sono stati i risultati rispetto allo scorso anno per quanto riguarda i voti conseguiti. Da questo punto di vista le differenze maggiori si registrano agli estremi della fascia di voto: gli studenti promossi con la sufficienza sono passati dal 28,8% al 31%, mentre si è ridotta dell’1,5% la percentuale di studenti che ha superato l’esame con il massivo dei voti (dieci) e le lodi sono passate dal 2,1% all’1,7%. Nel complesso gli studenti che si sono licenziati con un voto pari a “dieci” o con la lode sono stati il 6%.
Umbria, Puglia e Calabria sono le regioni dove si sono conseguiti i voti più alti, cioè pari o superiori al “nove”. In particolare, Calabria e Puglia sono quelle con la quota maggiore di studenti che hanno superato l’esame con “dieci”: il 6,5% in Calabria e il 6,1% in Puglia. Situazione opposta per Sicilia e Sardegna, dove prevale la percentuale di alunni con la sufficienza pari, rispettivamente, al 34,3% e 33% dei casi. La regione con la più alta percentuale di “lodi” è l’Umbria con il 2,7%.
In ogni caso, considerando una serie storica su tre anni, si può notare come i dati rilevati quest’anno rispecchino maggiormente la situazione già emersa nell’anno scolastico 2009/2010. Ne consegue, quindi, che i risultati conseguiti all’esame sembrano riallinearsi ad una situazione già consolidata.

Tra le ragazze i risultati migliori
In Calabria le più brave

Sono le ragazze ad aver conseguito i risultati più brillanti. Se nel complesso gli studenti che si sono licenziati con un voto pari a “dieci” o con la lode sono stati il 6%, le ragazze che si concentrano in queste fasce di voto più alte sono pari al 7,6% contro il 4,5% dei colleghi maschi. Specularmente, i ragazzi si concentrano maggiormente nelle fasce di voto più basse: il 65,1% ha conseguito un voto pari o inferiore al “sette” mentre solo il 51,1% delle ragazze ha conseguito i medesimi risultati.
In particolare, le studentesse risultano essere più brillanti rispetto ai maschi nelle discipline umanistiche, mentre meno consistente è la distanza registrata in Matematica. Si è ridotto, inoltre, il divario nella prova nazionale Invalsi. Se lo scorso anno il voto delle ragazze era superiore di 0,5 punti, quest’anno risultati sono sostanzialmente identici: 6,4 per i ragazzi e 6,5 per le ragazze.
La regione dove il distacco tra ragazze e ragazzi e maggiore è il Molise, dove il voto medio è stato, rispettivamente, del 7,7 e 7,2. I maschi hanno raggiunto risultati migliori in Umbria, Lazio e Puglia. Le studentesse, invece, eccellono soprattutto in Calabria.

Prova Invalsi: risultati in linea con i voti finali

Per quanto riguarda la prova Invalsi, è interessante osservare il rapporto tra il voto conseguito dagli studenti nella prova in funzione del risultato finale dell’esame. Le due variabili considerate infatti, voto Invalsi e voto finale, sembrano abbastanza allineate: al crescere della fascia di voto ottenuto nella Prova Nazionale, aumenta il voto finale conseguito. Nello specifico, coloro che hanno ottenuto una votazione pari a “sei” risultano aver conseguito, nell’87,5% dei casi, un voto nella prova nazionale inferiore o pari alla sufficienza; allo stesso modo, chi ha superato l’esame con “nove” o “dieci” ha riportato un voto alla prova Invalsi superiore o pari al “sette”, rispettivamente, nell’83,9% e 99,2% dei casi.

Studenti stranieri
Restano le differenze, ma il gap si riduce

Come già emerso dall’analisi dei dati dello scorso anno, i risultati conseguiti dagli studenti variano in funzione della cittadinanza. Se la percentuale degli studenti ammessi all’esame con cittadinanza italiana è pari al 96,6%, quella degli studenti con cittadinanza non italiana si ferma al 90,4%. Meno sensibile invece è la differenza per quanto riguarda il superamento dell’esame.
Eppure, nonostante persistano differenze tra studenti stranieri e quelli italiani, è importante notare come lo scarto si sia ridotto nel tempo: negli ultimi tre anni scolastici il gap esistente tra i tassi di ammissione è passato da 8,3 a 6,5, quello tra i tassi di successo da 0,7 a 0,5. Un fenomeno, questo, frutto di un graduale processo di integrazione e dell’aumento degli studenti figli di immigrati di seconda generazione che, seppur in parte, hanno superato le difficoltà linguistiche.

Candidati esterni
Il tasso di successo dei candidati esterni risulta sensibilmente inferiore rispetto ai colleghi interni: 84,8% per i primi contro il 99,7% dei secondi. Rispetto allo scorso anno, i risultati conseguiti dai candidati esterni hanno subito un calo, con una diminuzione delle promozioni dell’1,4%. La maggior parte di essi, inoltre, ha superato l’esame con la sufficienza (78,1%).

 

Education at a Glance 2012

Education at a Glance 2012
OECD INDICATORS

Foreword

Governments are paying increasing attention to international comparisons as they search for effective policies that enhance individuals’ social and economic prospects, provide incentives for greater efficiency in schooling, and help to mobilise resources to meet rising demands. As part of its response, the OECD Directorate for Education devotes a major effort to the development and analysis of the quantitative, internationally comparable indicators that it publishes annually in Education at a Glance. These indicators enable educational policy makers and practitioners alike to see their education systems in light of other countries’ performance and, together with the OECD’s country policy reviews, are designed to support and review the efforts that governments are making towards policy reform.

Education at a Glance addresses the needs of a range of users, from governments seeking to learn policy lessons to academics requiring data for further analysis to the general public wanting to monitor how its country’s schools are progressing in producing world-class students. The publication examines the quality of learning outcomes, the policy levers and contextual factors that shape these outcomes, and the broader private and social returns that accrue to investments in education.

Education at a Glance is the product of a long-standing, collaborative effort between OECD governments, the experts and institutions working within the framework of the OECD’s Indicators of Education Systems (INES) programme and the OECD Secretariat. The publication was prepared by the Innovation and Measuring Progress Division of the OECD Directorate for Education with input from the Centre for Educational Research and Innovation, under the responsibility of Dirk Van Damme and J.D. LaRock, in co-operation with Etienne Albiser, Eric Charbonnier, Ji Eun Chung, Pedro Lenin Garcia de Léon, Bo Hansson, Corinne Heckmann, Estelle Herbaut, Karinne Logez, Koji Miyamoto, Gara Rojas González, Sophie Vayssettes and Jean Yip. Administrative support was provided by Rhodia Diallo and Rebecca Tessier, editing of the report was undertaken by Marilyn Achiron and J.D. LaRock, and additional advice as well as analytical and editorial support were provided by Marika Boiron, Elizabeth Del Bourgo, Joris Ranchin, Giannina Rech, Wida Rogh, JungHyun Ryu, Amy Todd, and Elisabeth Villoutreix. Production of the report was co-ordinated by Elizabeth Del Bourgo and Elisabeth Villoutreix. The development of the publication was steered by member countries through the INES Working Party and facilitated by the INES Networks. The members of the various bodies as well as the individual experts who have contributed to this publication and to OECD INES more generally are listed at the end of the book.

While much progress has been accomplished in recent years, member countries and the OECD continue to strive to strengthen the link between policy needs and the best available internationally comparable data. This presents various challenges and trade-offs. First, the indicators need to respond to educational issues that are high on national policy agendas, and where the international comparative perspective can offer important added value to what can be accomplished through national analysis and evaluation. Second, while the indicators need to be as comparable as possible, they also need to be as country-specific as is necessary to allow for historical, systemic and cultural differences between countries. Third, the indicators need to be presented in as straightforward a manner as possible, while remaining sufficiently complex to reflect multi-faceted educational realities. Fourth, there is a general desire to keep the indicator set as small as possible, but it needs to be large enough to be useful to policy makers across countries that face different educational challenges.

The OECD will continue to address these challenges vigorously and to pursue not just the development of indicators in areas where it is feasible and promising to develop data, but also to advance in areas where a considerable investment still needs to be made in conceptual work. The further development of the OECD Programme for International Student Assessment (PISA) and its extension through the OECD Programme for the International Assessment of Adult Competencies (PIAAC), as well as OECD’s Teaching and Learning International Survey (TALIS) are major efforts to this end.

 

Monitoraggio Sezioni Primavera a.s. 2010-2011

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l’Istruzione
Direzione Generale per gli Ordinamenti scolastici e per l’Autonomia Scolastica
Coordinamento Gruppo Paritetico Nazionale Sezioni Primavera

Monitoraggio Sezioni Primavera a.s. 2010-2011

MIUR – Open Data

Il MIUR, in Scuola in Chiaro, apre una nuova sezione nella quale rende disponibile l’insieme delle informazioni, aggiornate con la periodicità delle revisioni istituzionali, su alunni, corpo insegnante, localizzazione georeferenziata e indirizzo delle scuole italiane.

I dati possono essere riutilizzati liberamente secondo i termini della licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 (CC-BY).

Di seguito il comunicato:

Perché rendere disponibili i dati del MIUR
Il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca è impegnato a valorizzare il proprio patrimonio informativo condividendo i dati a propria disposizione con i cittadini per favorire la trasparenza amministrativa nella gestione, la partecipazione al miglioramento del sistema scolastico e la nascita di una nuova generazione di servizi per studenti, insegnanti e famiglie.

Come posso utilizzare i dati
I dati scaricabili da questo sito possono essere utilizzati per ogni scopo, personale o commerciale, e senza vincoli, al fine di comprendere meglio il mondo della scuola e creare servizi innovativi. L’aggiornamento è previsto a cadenza periodica e segue specifici eventi amministrativi, quali l’iscrizione degli studenti e la distribuzione dell’organico del personale docente.

Sviluppi futuri
La pubblicazione di questi dataset rappresenta il primo passo di una strategia che ha l’obiettivo di rendere disponibile e riutilizzabile il patrimonio informativo detenuto dagli uffici dell’Istruzione Pubblica nell’ottica di promuovere un modello di “governo aperto”, fondato su un rinnovato rapporto di fiducia e collaborazione tra pubblico e privato. L’evoluzione del progetto include ulteriori interventi volti a replicare lo stesso modello di condivisione su altre basi di dati a disposizione del MIUR e perfezionarne la qualità tecnica.

Informazioni e contatti
Indicazioni, domande e suggerimenti provenienti dai riutilizzatori costituiscono un elemento fondamentale per migliorare il presente progetto del MIUR e costruire un ecosistema informativo utile ed efficace.
Potete inviare domande e richieste all’indirizzo: dati@istruzione.it

Idee e applicazioni
Il processo di riutilizzo è fondamentale per il Ministero che invita tutti coloro che hanno realizzato una soluzione, un servizio, una ricerca con questi dati a comunicarlo a dati@istruzione.it in modo da raccogliere i casi d’uso e offrire loro tutta la visibilità possibile.

VIII Rapporto CNEL

Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro
Organismo Nazionale di Coordinamento per le politiche di integrazione sociale degli stranieri

Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
DG dell’immigrazione e delle politiche di integrazione

INDICI DI INTEGRAZIONE DEGLI IMMIGRATI IN ITALIA
Attrattività e potenziale di integrazione dei territori italiani
VIII Rapporto

Roma, 16 febbraio 2012

150 anni di Scuola

150 anni di Scuola
Sommario di statistiche storiche 1861-2010

ISTAT

Nel processo di costruzione della nazione unitaria e nelle successive fasi di sviluppo e di crescita del Paese, l’istruzione ha svolto un ruolo fondamentale, agendo sia come strumento di ammodernamento sia come fattore di integrazione e promozione sociale degli strati più svantaggiati della popolazione.

La partecipazione ai processi formativi dall’unità d’Italia a oggi, letta attraverso i dati storici presentati in questo capitolo, restituisce il quadro di una modificazione profonda avvenuta nella nostra società in questi 150 anni, anche grazie a un accesso all’istruzione garantito a un numero sempre più ampio di cittadini di entrambi i sessi.

I dati qui proposti per descrivere queste trasformazioni derivano prevalentemente dalle rilevazioni che nel tempo sono state condotte presso le scuole e le università: le informazioni sui titoli di studio conseguiti dalla popolazione sono desunti, invece, dai censimenti generali della popolazione. Si tratta in entrambi i casi di fonti molto antiche.

Nel 1861, la Divisione di statistica generale istituita presso il Ministero di agricoltura, industria e commercio fu incaricata di effettuare il primo censimento della popolazione dello Stato unitario. In quell’occasione vennero acquisite le prime informazioni sui cittadini in grado di leggere e scrivere e sugli analfabeti, all’epoca largamente prevalenti. I dati sul sistema scolastico, invece, erano raccolti dal Ministero della pubblica istruzione che li diffondeva attraverso gli Annali dell’istruzione.

Solo nel 1926, con la costituzione dell’Istituto centrale di statistica, la competenza delle rilevazioni passò all’Istat che, in collaborazione con il Ministero stesso, a cadenza quinquennale raccoglieva presso tutte le scuole di ogni ordine e grado informazioni sugli iscritti, il personale, le strutture eccetera. Oggi, dopo molti anni, la competenza delle indagini è passata nuovamente al Ministero sia per la scuola che per l’università.

I contenuti informativi delle rilevazioni si sono venuti ampliando nel corso degli anni, includendo gli esiti dei percorsi scolastici (promossi, respinti, licenziati, diplomati) e fornendo il dettaglio territoriale delle informazioni in questione (regioni, province e comuni). In anni più recenti, sono stati inseriti nei modelli di rilevazione anche i necessari approfondimenti sugli studenti di cittadinanza non italiana e sugli alunni diversamente abili.

La rilevanza crescente che viene riconosciuta alla formazione per lo sviluppo economico e sociale di un paese ha portato, nel 2008, all’approvazione da parte del Parlamento e del Consiglio europeo del regolamento n. 452, relativo alla produzione e allo sviluppo delle statistiche sull’istruzione e sull’apprendimento permanente. Il regolamento definisce il quadro comunitario per la produzione sistematica di statistiche inerenti l’area dell’istruzione e del lifelong learning, al quale tutti i paesi dell’Unione europea dovranno uniformarsi.

Gli alunni stranieri nel sistema scolastico italiano A.S. 2010-2011

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Direzione Generale per gli Studi, la Statistica e per i Sistemi Informativi – Servizio Statistico

Gli alunni stranieri nel sistema scolastico italiano A.S. 2010-2011
(Novembre 2011)

La presenza degli alunni stranieri costituisce una realtà generalizzata e consolidata in ogni ordine e grado del sistema scolastico italiano. La consapevolezza del carattere strutturale, che tale fenomeno ha assunto da tempo nelle scuole su tutto il territorio nazionale, rende opportuna un’azione regolare di monitoraggio, con informazioni sempre più ricche e dettagliate. Da diverso tempo il Ministero dedica particolare attenzione al fenomeno, non rilevabile nei suoi aspetti complessivi da nessun’altra fonte, né di natura statistica né amministrativa. La rilevazione del Ministero interessa, infatti, tutti gli stranieri frequentanti le scuole, statali e non, presenti sul territorio; in altri termini, nella popolazione scolastica straniera risulta compresa sia la parte degli stranieri regolarmente residenti sia quella irregolare scolarizzata, dal momento che anche quest’ultima è soggetta all’obbligo di istruzione, all’interno del sistema scolastico italiano (D.P.R. n. 349/1999 – Regolamento recante norme di attuazione del testo unico sull’immigrazione e sulla condizione dello straniero).