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9 ottobre Finanza e Occupazione in CdM

Il Consiglio dei Ministri, nel corso della riunione del 9 ottobre, approva un Decreto legge recante disposizioni urgenti in materia di finanza pubblica, di valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico e di sostegno all’occupazione ed all’attività delle imprese.

Il Consiglio ha approvato, su proposta del presidente del Consiglio, Enrico Letta, e del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Fabrizio Saccomanni, un decreto legge contenente disposizioni urgenti in materia di finanza pubblica, di valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico.
In particolare il decreto legge contempla misure che consentono di contenere il deficit del bilancio 2013 entro un valore non superiore al 3% del Prodotto interno lordo.
Per far fronte ai problemi indotti dal fenomeno dell’immigrazione, il Governo ha disposto la costituzione di un Fondo presso il Ministero dell’Interno con una dotazione di 190 milioni di euro per l’anno 2013.
Inoltre ha incrementato di 20 milioni di euro il Fondo nazionale per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati (il fondo è stato istituito con l’articolo 23, comma 11, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, quinto periodo).
I complessivi 210 milioni di euro a copertura dei provvedimenti provengono per 90 milioni di euro dal Fondo rimpatri; per 70 milioni di euro dalle entrate dell’INPS derivanti dalla regolarizzazione degli immigrati; per 50 milioni di euro mediante corrispondente riduzione del «Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, delle richieste estorsive e dell’usura».

3 ottobre Tragedia Lampedusa in CdM

Nel corso del Consiglio dei ministri del 3 ottobre il Presidente Enrico Letta, ha proclamato per domani, venerdì 4 ottobre, una giornata di lutto nazionale per l’immane tragedia avvenuta all’alba di questa mattina quando un barcone di migranti è naufragato a circa mezzo miglio dell’Isola dei Conigli al largo di Lampedusa.
Inoltre il Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Maria Chiara Carrozza, ha comunicato di aver disposto che, nella giornata di domani, sia osservato un minuto di silenzio nelle scuole di ogni ordine e grado.

Lampedusa, domani un minuto di silenzio per le vittime in scuole e università
Il Ministro Carrozza firma circolare: “Serve momento di riflessione”

Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, ha firmato e diramato una circolare per invitare scuole, università, enti e centri di ricerca a osservare, domani alle ore 12.00, un minuto di silenzio per le vittime della tragedia di Lampedusa.

“La tragedia avvenuta oggi al largo dell’Isola di Lampedusa – scrive il Ministro nella circolare – ha scosso l’opinione pubblica con il suo pesante bilancio di morti e dispersi. Siamo di fronte a un fatto terribile che impone una riflessione. Per onorare e ricordare le vittime, si invita pertanto a promuovere, nelle scuole di ogni ordine e grado, nelle università e negli enti e centri di ricerca, l’osservanza di un minuto di silenzio alle ore 12.00 di domani, venerdì 4 ottobre, con l’auspicio che possa seguire un momento di confronto sui temi dell’accoglienza, dell’integrazione e dell’immigrazione, strategici per il nostro Paese e per l’Europa”.

3 ottobre Decreto del Fare: Borse di mobilità

Il MIUR rende noti i dati relativi alle domande per le borse di mobilità previste dalla Legge 9 agosto 2013, n. 98, di conversione del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia (Decreto del Fare).

Decreto del Fare, arrivate oltre 4mila domande per le borse di mobilità
Il 71% dei richiedenti proviene da Regioni del Sud e Isole

Sono oltre 4mila le domande arrivate al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per le borse di mobilità previste dal decreto legge n. 69 del 21 giugno 2013, il cosiddetto Decreto del Fare. Un sostegno destinato a studenti che si sono diplomati nell’anno scolastico 2012/2013 con un voto pari almeno a 95/100 e che nell’anno accademico 2013/2014 intendono immatricolarsi in un’Università statale o non statale (fatta eccezione per quelle telematiche) in una regione diversa da quella di residenza.

Il 26 settembre scorso è scaduto il termine ultimo per la presentazione delle domande. Complessivamente ne sono state presentate 4.160: 2.902 di studenti che vogliono immatricolarsi in un corso triennale, 530 per lauree magistrali a ciclo unico di 5 anni, 728 per lauree magistrali a ciclo unico di 6 anni. Il 71% dei richiedenti proviene dalle Regioni del Sud e dalle Isole, il 13% dal Centro e il 16% dal Nord.

L’importo di ciascuna borsa è di 5mila euro per anno di corso. Tenuto contro che il finanziamento disponibile è di 17 milioni di euro, i beneficiari, ad oggi, sono 889. E’ stata stilata una graduatoria provvisoria dei vincitori che sarà confermata nei prossimi giorni. L’attribuzione delle borse, infatti, resta subordinata a tre condizioni: l’effettiva immatricolazione, entro il 14 ottobre, in una regione diversa dalla propria o della propria famiglia, la verifica dei requisiti economici e del voto di maturità.

Le 889 borse attribuite sono così suddivise: 606 destinate a studenti che hanno scelto corsi di laurea triennale, 117 per studenti che hanno scelto corsi di laurea magistrale di 5 anni e 166 per ragazzi che si iscrivono a una laurea magistrale di 6 anni. Tra i vincitori di borsa in graduatoria prevalgono quelli del Sud e delle Isole con 715 borse (80,4%). Seguono gli studenti del Centro con 92 borse (10,4%) e quelli del Nord con 80 borse (9%). Il maggior numero di borse, guardando alla regione di residenza, va ai candidati della Puglia: 204. Seguono gli studenti della Sicilia (151 borse ottenute), Calabria (141), Campania (90).
Regione di approdo maggiore degli studenti in mobilità è la Lombardia, scelta da 145 borsisti. Seguono Piemonte (scelto da 100 borsisti) e Toscana (scelta da 77 borsisti). Va detto che 368 studenti vincitori di borsa non hanno ancora esplicitato la loro scelta. L’analisi dei dati disponibili ad oggi racconta che gli studenti del Sud e delle Isole sono quelli più disposti a viaggiare e a scegliere atenei anche lontani da casa (Lombardia, Piemonte, Toscana, Lazio ed Emilia Romagna le mete preferite). Mentre gli studenti in mobilità del Nord tendono a non scendere sotto la Toscana.

Tabelle_Borse_di_Mobilita

3 ottobre Approvata conversione DL “Valore Cultura”

Il 3 ottobre la Camera approva definitivamente il Disegno di Legge di conversione del decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, recante la valorizzazione dei beni e delle attività culturali.

L’1, 2 e 3 ottobre l’Aula della Camera esamina il Disegno di Legge di conversione del decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, recante la valorizzazione dei beni e delle attività culturali.

Il 27 e 30 settembre, 1 e 2 ottobre la 7a Commissione della Camera esamina il Disegno di Legge di conversione del decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, recante la valorizzazione dei beni e delle attività culturali.

Con 175 voti favorevoli, 18 contrari e 54 astensioni il Senato, nella seduta antimeridiana di mercoledì 25 settembre, ha dato il via libera, con modificazioni, al decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, recante la valorizzazione dei beni e delle attività culturali (ddl n. 1014); il provvedimento passa all’esame della Camera.
Il 18, 19, 20 e 24 settembre l’Aula del Senato esamina il DdL di conversione in legge del decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, recante disposizioni urgenti per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei beni e delle attività culturali e del turismo

Il 4, 5, 10, 11, 12, 17 e 18 settembre la 7a Commissione esamina il DdL di conversione in legge del decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, recante disposizioni urgenti per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei beni e delle attività culturali e del turismo

(7a Senato, 4.9.13) Riferisce alla Commissione il presidente relatore MARCUCCI (PD) il quale, nel rinviare all’Ufficio di Presidenza che si terrà al termine della seduta la programmazione del successivo iter del provvedimento, osserva che l’esame ha inizio solo oggi in quanto occorreva attendere l’esame dei presupposti di costituzionalità da parte della 1ª Commissione. Poiché il tempo residuo di esame è tuttavia piuttosto esiguo, invita i rappresentanti dei Gruppi in Commissione a farsi carico di un percorso condiviso anche con l’altro ramo del Parlamento.

Quanto al merito del decreto, egli sottolinea con grande favore che si tratta del primo provvedimento d’urgenza dedicato interamente ai beni culturali da molti anni, a testimonianza del forte interesse del Governo Letta nei confronti del settore, così come rispetto ai comparti del sapere, giustamente esclusi dai tagli lineari con i quali è stata coperta l’abolizione dell’IMU.

Il decreto n. 91, suddiviso in tre Capi, affronta dunque molte questioni da tempo pendenti e può altresì rappresentare l’occasione per risolvere ulteriori tematiche afferenti il settore che, per diversi motivi, non sono entrate nella stesura originaria del provvedimento. Egli sottolinea altresì che il decreto, benché disponga oneri economici prevalentemente a partire dall’anno 2014, riveste senz’altro i requisiti di necessità ed urgenza, come riconosciuto del resto dalla Commissione affari costituzionali, atteso che esso consente all’Amministrazione di organizzarsi in tempo per garantire una sollecita operatività delle misure in esso contenute.

Passando ad una disamina puntuale dell’articolato, il Presidente relatore rileva anzitutto che il Capo I reca disposizioni urgenti per la tutela, il restauro e la valorizzazione del patrimonio culturale italiano e comprende gli articoli da 1 a 6.

L’articolo 1 detta norme per accelerare la realizzazione del Grande progetto Pompei e per la rigenerazione urbana, la riqualificazione ambientale e la valorizzazione dell’area pompeiana e stabiese. Esso reca altresì disposizioniper la valorizzazione della Reggia di Caserta e del Polo museale di Napoli, nonché per la promozione del percorso turistico-culturale delle residenze borboniche. Con riguardo a Pompei, il Presidente relatore rammenta come negli ultimi anni siano state percorse molteplici strade al fine di migliorare la governance del sito e ottimizzarne la gestione. Purtroppo però nessuna di queste soluzioni ha finora dato i risultati sperati, come del resto verificato di recente dalla Commissione nel corso di un sopralluogo al sito mirato proprio ad approfondire le ragioni dei principali profili di criticità. Anche la recente assegnazione una consistente quota di finanziamenti europei, attraverso il cosiddetto “Grande progetto Pompei”, rischia di essere vanificata da lungaggini burocratiche che impediscono il rispetto della necessaria tempistica. Egli dà quindi atto al Governo di essersi assunto la responsabilità di alcune modifiche ordinamentali importanti, attraverso le quali confida di conseguire migliori risultati. In primo luogo, viene previsto un responsabile unico – denominato «direttore generale di progetto» (DGP) – per la realizzazione del programma straordinario di interventi destinati a Pompei ai sensi del decreto-legge 31 marzo 2011, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 maggio 2011, n. 75.

Il compito del DGP (coadiuvato da una struttura di supporto appositamente costituita, composta da un massimo venti unità di personale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e di altre amministrazioni centrali, nonché da cinque esperti nelle materie interessate) è quello di definire e approvare gli elaborati progettuali degli interventi di recupero e restauro propedeutici alla pronta attuazione del «Grande progetto Pompei», gestendo le procedure di gara dirette all’affidamento dei lavori e all’appalto dei servizi e delle forniture necessari e alla corretta ed efficace gestione del servizio di pubblica fruizione e di valorizzazione del sito archeologico.

L’articolo 1 costituisce inoltre l’Unità «Grande Pompei», con il compito di far convergere in un’unica sede tutte le decisioni amministrative necessarie alla realizzazione dei piani, dei progetti e degli interventi strumentali a consentire il rilancio economico-sociale e la riqualificazione ambientale ed urbanistica dei comuni interessati dal piano di gestione del sito Unesco «Aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata», nonché a potenziare l’attrattività turistica dell’intera area.

Il legale rappresentante dell’Unità è il DGP, che si avvale di un Comitato di gestione, composto dal Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo (o suo delegato), dal Ministro per la coesione territoriale, dal Presidente della Regione Campania e da quello della provincia di Napoli, nonché dai Sindaci dei comuni interessati e dai legali rappresentati degli enti pubblici e privati coinvolti, il quale svolge la funzione di «Conferenza di servizi permanente».

All’Unità sono demandate tutte le decisioni relative alla progettazione e alla realizzazione e gestione degli interventi, fra cui quelli infrastrutturali urgenti necessari a migliorare le vie di accesso e le interconnessioni ai siti archeologici e per il recupero ambientale dei paesaggi degradati e compromessi, prioritariamente mediante il recupero e il riuso di aree industriali dismesse, nel rispetto del principio del minor consumo di territorio e della priorità del recupero.

All’Unità spetta anche la promozione e sollecitazione di erogazioni liberali, sponsorizzazioni e forme, anche innovative, di partenariato pubblico-privato.

L’Unità può infine disporre l’utilizzo dei giovani tirocinanti nei settori delle attività e dei servizi per la cultura, di cui al fondo straordinario «Mille giovani per la cultura» di cui al decreto-legge 28 giugno 2013, n. 76, sull’occupazione giovanile.

Sempre l’articolo 1 del decreto reca poi una modifica estremamente rilevante in tema di organizzazione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Esso dispone infatti l’istituzione della «soprintendenza speciale per i beni archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia», che succede alla soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei, ma con ambito territoriale di competenza limitato alle sole aree archeologiche indicate. Alla soprintendenza speciale per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e per il polo museale della città di Napoli sono invece affidati i compiti di tutela e di gestione della Reggia di Caserta, a tal fine modificandone opportunamente la denominazione. Resta poi da istituire una soprintendenza per i beni archeologici di Napoli, per la quale è previsto l’incremento di un posto di funzione dirigenziale di livello non generale. Quanto al resto, il Governo ritiene che la nuova soprintendenza possa operare con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente.

Si tratta di una modifica sicuramente molto rilevante, rimarca il Presidente relatore, che contraddice il processo di accorpamento condotto negli ultimi anni e di cui il Governo si assume per intero la responsabilità. Egli suggerisce peraltro un supplemento di istruttoria, nell’auspicio che si possano davvero conseguire agli obiettivi unanimemente condivisi di maggiore funzionalità e snellezza.

L’articolo 1 potrebbe infine rappresentare la sede opportuna per migliorare la efficienza organizzativa di altri Poli museali come ad esempio quello di Firenze, nell’ambito del quale – con opportuno emendamento – potrebbe essere incluso, ai fini di una maggiore funzionalità, l’Opificio delle pietre dure.

L’articolo 2 reca misure urgenti per la prosecuzione delle attività di inventariazione e digitalizzazione del patrimonio culturale italiano e per l’attuazione del progetto «500 giovani per la cultura». Si tratta di una norma attraverso la quale il Ministero intende proseguire il recupero di risorse digitali e la digitalizzazione di nuovi contenuti per la creazione delle collezioni digitali dei musei e realizzare l’interoperabilità di importanti banche dati con il Sistema di Cultura Italia.

Per la realizzazione del programma è previsto un piano di formazione di cinquecento giovani, aggiuntivi rispetto ai mille di cui al decreto-legge sull’occupazione giovanile, i quali saranno reclutati tramite selezione pubblica, fra i laureati nelle discipline afferenti al programma stesso.

L’iniziativa ha carattere sperimentale e sarà realizzata nelle regioni dell’obiettivo «Convergenza» (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia).

Affinché le competenze acquisite siano spendibili nel mercato del lavoro privato, nonché nell’ambito di futuri programmi pubblici, il Presidente relatore auspica peraltro che, al termine dell’anno di formazione, ai giovani che vi hanno partecipato sia conferito un attestato finale da far valere come titolo in occasione di successive selezioni, in linea con quanto disposto per i tirocinanti del Ministero della giustizia.

Con riguardo all’articolo 3, che reca disposizioni finanziarie urgenti per garantire la regolare apertura al pubblico degli istituti e dei luoghi di cultura, egli rammenta poi che la legge finanziaria 2008 aveva disposto che i proventi della bigliettazione fossero trasferiti al Ministero dell’economia e riassegnati solo parzialmente all’Amministrazione dei beni culturali. L’articolo 3 abroga tale disposizione e assai opportunamente reintroduce l’assegnazione integrale ai Beni culturali degli introiti derivanti dalla bigliettazione, generalizzando così l’esperienza già in atto presso i Poli museali. In tal modo, il Ministero confida di poter far fronte ad alcune criticità, sempre più frequenti, come ad esempio l’impossibilità di una regolare apertura al pubblico dei siti culturali, causata dalla mancanza di risorse per il necessario personale.

L’eliminazione del divieto di riassegnazione non viola del resto, in alcun modo, il principio di unità del bilancio, non solo perché l’ordinamento già prevede numerose altre ipotesi di obbligatoria riassegnazione, ma anche perché è pacifico, in base alla disposizioni legislative vigenti, che tutte le predette somme debbano essere versate nell’apposito capitolo dello stato di previsione dell’Entrata del bilancio dello Stato e solo successivamente riversate all’Amministrazione che le ha generate.

Al riguardo, il Presidente relatore prospetta la possibilità di estendere la riassegnazione obbligatoria, oltre che agli introiti della bigliettazione, anche ad entrate di altro tipo, come ad esempio quelle conseguenti alle copie e alle riproduzioni fotografiche che, per taluni Istituti (fra cui l’Istituto nazionale per la grafica), sono tutt’altro che indifferenti.

L’articolo 4 intende favorire lo sviluppo delle biblioteche e degli archivi, nonché la promozione della recitazione e della lettura, allargando fra l’altro le ipotesi di accesso libero e gratuito alla lettura di opere e pubblicazioni contenenti ricerche finanziate con fondi pubblici.

La norma amplia altresì le ipotesi in cui non è considerata pubblica l’esecuzione di un’opera, inserendo anche le biblioteche tra i luoghi in cui la rappresentazione dell’opera non è da ritenersi pubblica, se realizzata ai fini di promozione culturale e di valorizzazione dell’opera.

Quanto alla previsione che le pubblicazioni finanziate con fondi pubblici per una quota pari almeno alla metà siano gratuitamente e liberamente accessibili telematicamente, il Presidente relatore propone peraltro che il termine di sei mesi, sancito dal comma 2 per il deposito in archivi elettronici, sia esteso a dodici mesi, onde consentire il pieno sfruttamento delle pubblicazioni sulle riviste scientifiche. In tal senso, comunica, vi è del resto anche l’accordo del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca.

L’articolo 5 reca disposizioni urgenti per l’attuazione del progetto «Nuovi Uffizi», per la realizzazione del Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah e per ulteriori interventi di tutela. Si tratta, sottolinea, di misure di grandissima valenza e urgenza, tenuto conto del rilievo internazionale dei siti culturali coinvolti e della necessità che i relativi lavori, da lungo tempo attesi ma non avviati o rallentati per carenza di risorse, possano finalmente essere proseguiti ed auspicabilmente completati con sollecitudine.

In particolare, precisa che per consentire la prosecuzione del progetto «Nuovi Uffizi» il decreto autorizza una spesa di 8.000.000 euro, relativamente agli anni 2013 e 2014, rispetto ai 50.600.000 euro necessari per completare l’opera che, unitariamente concepita, era stata a suo tempo divisa in due lotti dal momento che i finanziamenti originari non consentivano di appaltare l’intero progetto.

In proposito, ricorda che il progetto «Nuovi Uffizi», approvato nel 2004, porterà al raddoppio della superficie espositiva del più importante museo italiano (dagli attuali 6.100 mq a 12.900 mq), oltre alla creazione di nuove aree di servizio e laboratori (da 5.900 mq a 8.700 mq): a lavori ultimati, la città di Firenze ospiterà così il più grande Polo museale d’Europa. Rileva perciò che si tratta di lavori assolutamente straordinari, sia per l’entità delle risorse economiche impegnate che per l’eccezionale interesse storico-artistico del monumento e delle collezioni in esso raccolte, sicché risulta indispensabile garantire un flusso costante di finanziamenti per continuare con l’affidamento all’ATI, esecutrice dei lavori dei «Nuovi Uffizi», degli stralci successivi e concludere l’intero progetto in tempi congrui.

Quanto al Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah, esso è stato istituito a Ferrara nel 2003, al fine di riconoscere e valorizzare la bimillenaria presenza ebraica in Italia. Rispetto ad un costo totale dell’intervento pari a 40.793.000 euro, il finanziamento complessivo ritenuto ancora occorrente è di 31.793.000 euro, dei quali 30.012.000 euro per il cosiddetto secondo lotto e 1.781.000 euro per l’allestimento dell’apparato scenografico necessario per comunicare in modo efficace e comprensibile il materiale esposto. L’articolo 5 è quindi volto a finanziare, con 4 milioni di euro, parte delle spese previste per il secondo lotto, che consiste nella costruzione dell’importante corpo di entrata al Museo, il quale completerebbe la sistemazione esterna.

L’articolo 5 prevede, poi, un’autorizzazione di spesa di 2 milioni di euro per fare fronte a interventi di tutela e salvaguardia di beni culturali a grave rischio di deterioramento, sulla base di un elenco determinato dal Ministero. Al riguardo, pur esprimendo senz’altro apprezzamento per la disposizione, il Presidente relatore ne rileva l’estrema esiguità, auspicandone senz’altro l’incremento.

L’articolo 6 reca disposizioni urgenti per la realizzazione di centri di produzione di arte contemporanea per giovani artisti sia italiani che di altre nazionalità, affinché un grande patrimonio di talenti creativi non finisca per andare irrimediabilmente perso a causa dell’impossibilità, per i giovani, di disporre delle strutture necessarie nelle quali far crescere e sviluppare idee e contenuti artistici.

A tal fine, si prevede che siano ad essi destinati i beni immobili, non utilizzabili per altre finalità istituzionali, di proprietà dello Stato e di enti pubblici nazionali, a condizioni tuttavia non sufficientemente agevolate (riduzione appena del 10 per cento del canone di mercato). Inoltre, la norma pone a carico del locatario gli oneri di manutenzione ordinaria e straordinaria, con ciò riducendo sensibilmente l’efficacia dell’intervento se non addirittura vanificandola del tutto. Il Presidente relatore invita perciò a riflettere se non sia opportuno prevedere, in corrispondenza di significative spese di manutenzione, la concessione di annualità gratuite fino a compensazione.

Inoltre, sempre con riferimento alla promozione dell’arte contemporanea, osserva che l’articolo 6 potrebbe essere l’occasione per rendere più stabile il finanziamento del Museo di arte contemporanea di Roma (MAXXI), in un’ottica quanto meno triennale.

Passando al Capo II, che contiene norme per il rilancio del cinema, delle attività musicali e dello spettacolo dal vivo, segnala anzitutto l’articolo 7, che reca misure urgenti per la promozione della musica di giovani artisti e compositori emergenti, introducendo per la prima volta un pacchetto di misure organiche di defiscalizzazione delle spese di sviluppo, produzione, digitalizzazione e promozione delle registrazioni fonografiche o videoclip musicali per le opere prime o seconde di nuovi talenti.

La proposta – più volte sollecitata anche dalla Commissione e quindi pienamente condivisibile – parte dalla consapevolezza che il patrimonio musicale italiano, composto da artisti, case discografiche, festival, produttori, distributori, organizzatori e istituzioni, vada considerato come un vero e proprio sistema produttivo, analogamente a quanto accade da molti anni in altri Paesi europei, dato che la musica è anche un vero e proprio comparto economico e lavorativo.

È quindi necessario ed urgente rendere simili o compatibili ad altri Paesi europei ed extraeuropei le normative che sostengano il sistema musicale italiano per consentire all’intera filiera produttiva di utilizzare strumenti legislativi appropriati che consentano di competere ad armi pari con i sistemi musicali degli altri Paesi e quindi di operare al meglio nel mercato nazionale ed estero.

Le norme sono ispirate al tax credit cinematografico, che in questi primi quattro anni di attuazione ha dato prova positiva di sé, ed in parte alla specifica normativa francese, il tutto nel rispetto delle soglie di aiuto di minore importanza (de minimis) stabilite dalla Commissione europea, al di sotto delle quali non è necessaria la richiesta di autorizzazione comunitaria. Si prevede altresì che, per accedere al credito d’imposta, le imprese siano «indipendenti», cioè non risultare controllate da editori audiovisivi, al fine di «lanciare» nuovi talenti per una produzione culturale di qualità con minore appeal commerciale.

Il Presidente relatore segnala peraltro che l’articolo 7 potrebbe essere la sede idonea per introdurre alcune norme di semplificazione per gli spettacoli dal vivo, in particolare per quelli fino ad un massimo di 200 partecipanti, relativamente ai quali la licenza prevista dal testo unico delle leggi sulla pubblica sicurezza dovrebbe essere sostituita da una segnalazione certificata di inizio attività. Si tratta, ricorda, di una proposta che era già stata avanzata in occasione del cosiddetto “decreto del fare”, ma che in quella sede non aveva potuto trovare spazio per eterogeneità della materia e quindi era stata rinviata a questo decreto.

L’articolo 8 rende stabile dal 2014, e non più legata a proroghe triennali, la disciplina del tax credit cinematografico, la cui scadenza è attualmente fissata al 31 dicembre 2014. Il Presidente relatore invita a considerare la norma con particolare favore in quanto le risorse a tal fine stanziate per il 2013 sono in esaurimento e quelle per il 2014 non sono sufficienti (45 milioni di euro, a fronte di un utilizzo annuo ormai consolidato intorno ai 70-80 milioni di euro). Suggerisce peraltro di valutare l’opportunità di estendere l’efficacia della normativa all’audiovisivo e alle fiction, possibilmente con un incremento delle dotazioni finanziarie, tanto più in considerazione del fatto che gli operatori interessati sono sostanzialmente gli stessi.

La norma di stabilizzazione è, in ogni caso, subordinata all’autorizzazione della Commissione europea, che il Ministero si è impegnato a richiedere.

L’articolo 9 reca disposizioni urgenti per assicurare la trasparenza, la semplificazione e l’efficacia del sistema di contribuzione pubblica allo spettacolo e al cinema.

Attualmente, l’assegnazione di contributi alle attività di spettacolo dal vivo avviene dietro presentazione delle domande da parte degli organismi interessati, con valutazione dei programmi e dei relativi preventivi finanziari riferiti all’anno in corso. Per consentire la liquidità necessaria al conseguimento degli obiettivi artistici l’Amministrazione può peraltro erogare anticipazioni fino all’80 per cento dell’ultimo contributo assegnato. Una volta che l’attività sia stata infine interamente svolta e correttamente rendicontata, l’Amministrazione provvede a saldare l’importo del contributo, detraendo ovviamente le quote già eventualmente erogate in sede di anticipazione. Tale schema non è tuttavia più adeguato alla realtà e ai fini istituzionali. Infatti, i preventivi finanziari e i connessi progetti artistici costituiscono, specie se redatti da organismi poco strutturati, un «pronostico» che la complessa macchina organizzativa di uno spettacolo dal vivo difficilmente consente di rispettare; nella prassi si verificano così molti casi anomali, fra cui la mancata effettuazione del programma o la sua effettuazione con modifiche anche molto consistenti alla parte artistica o economica.

In questi casi, l’Amministrazione difficilmente è in grado di recuperare l’importo dell’assegnazione e attribuirlo a favore di altri organismi, mentre il più delle volte deve limitarsi a considerare perse le somme in questione.

Si è allora intervenuti normativamente con i metodi di cosiddetto «abbattimento» e «tolleranza».

Con il cosiddetto «abbattimento» l’Amministrazione, a fronte di alcuni progetti finanziariamente ed organizzativamente rilevanti – e la cui realizzazione può non apparire attendibile – prende in considerazione solo una parte del progetto e concede all’organismo richiedente di ridurre percentualmente l’attività offerta. Con la cosiddetta «tolleranza» si consente, all’atto del controllo a valle, ovvero a consuntivo, una sorta di franchigia, pari al 15 per cento dell’attività considerata all’atto dell’assegnazione, entro la quale non vengono operate riduzioni del contributo. Tale politica, ideata in ragione delle illustrate difficoltà oggettive di programmare con certezza spettacoli dal vivo, non permette però all’Amministrazione di valutare con piena cognizione di causa il reale prodotto degli organismi, né sul piano artistico né sul piano finanziario.

Appare dunque preferibile riferirsi alle attività svolte e rendicontate per l’anno/esercizio solare. La stesura del decreto manifesta tuttavia, a questo specifico riguardo, una possibile causa di fraintendimento. Occorre infatti precisare che i contributi non saranno “assegnati” a fine stagione, bensì ad inizio stagione e successivamente “erogati” alla fine della medesima, una volta verificato il rispetto degli impegni assunti all’atto della richiesta.

L’articolo 9 reca altresì disposizioni necessarie ai fini della trasparenza nel settore dello spettacolo, prevedendo che gli enti finanziati a valere sul FUS pubblichino e aggiornino determinate informazioni relative ai titolari di incarichi amministrativi ed artistici di vertice, di incarichi dirigenziali, nonché di collaborazione o consulenza.

Vengono infine soppressi due Fondi per la concessione di contributi per il rinnovo delle sale teatrali e musicali, ormai in pratica quasi inutilizzati in quanto sostituiti, nel corso degli anni, da specifiche forme di sostegno a carico del FUS, e vengono esentate dall’imposta di bollo le istanze presentate alle Direzioni generali cinema e spettacolo dal vivo onde favorire l’utilizzo di piattaforme on-line.

L’articolo 10 assicura la prosecuzione del funzionamento dei teatri e degli enti pubblici e privati operanti nel settore dei beni e delle attività culturali, evitando che essi siano destinatari dei tagli di spesa previsti per i consumi intermedi nei confronti di tutti gli enti iscritti nell’elenco ISTAT. Tali istituti, difatti, operano in un settore molto particolare per cui il taglio dei consumi intermedi risulta di difficile praticabilità e, soprattutto, pone a serio rischio la loro stessa esistenza.

Si tratta, in particolare, delle quattordici Fondazioni lirico-sinfoniche, nonché di undici enti vigilati dal Ministero (Accademia della Crusca, Biblioteca europea di informazione e cultura, Centro sperimentale di cinematografia, Fondazione Festival dei due mondi, Fondazione La Biennale di Venezia, Fondazione La Quadriennale di Roma, Museo storico della liberazione, Scuola archeologica italiana di Atene, Fondazione centro internazionale di studi di architettura Andrea Palladio e Fondazione Gioacchino Rossini) e dei diciassette Teatri stabili pubblici.

Essi sono sottratti dall’applicazione del comma 3 dell’articolo 8 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95 (spending review), nonché dal taglio delle spese relative alla pubblicità e per le tournées. Il Presidente relatore invita tuttavia a valutare se sia possibile escludere detti enti da tutti i tagli variamente previsti dai predetti provvedimenti di contenimento della spesa come ad esempio quelli relativi alle mostre e alle conferenze, pur nella consapevolezza che ciò pone un problema di copertura finanziaria, che il Governo dovrebbe impegnarsi a reperire.

L’articolo 11 detta disposizioni urgenti per il risanamento delle fondazioni lirico-sinfoniche e il rilancio del sistema nazionale musicale di eccellenza. Il settore sta registrando infatti, in questi ultimi esercizi, una delle più gravi crisi economiche e finanziarie della sua pur lunga vita: l’originaria carenza di capitalizzazione, già presente con la riforma del 1996 che trasformò i Teatri d’Opera da enti pubblici in fondazioni di diritto privato, e i crescenti costi di produzione (in primis quelli del personale), che non hanno trovato nel Fondo unico per lo spettacolo (decrescente) un adeguato sostegno finanziario, comportano attualmente profonde crisi strutturali, evidenti soprattutto nella amministrazione straordinaria cui sono sottoposti ben tre di tali importanti organismi (la crisi di indebitamento in cui versa la maggior parte delle quattordici fondazioni è commisurabile, alla data del 31 dicembre 2012, in 377.421.262 euro).

La norma si prefigge dunque lo scopo di avviare immediatamente a risanamento le gestioni dei Teatri d’Opera maggiormente compromesse sul piano economico-finanziario e patrimoniale, offrendo agli enti capaci di avanzare un piano di rientro dal debito e di riorganizzazione complessiva della gestione un cospicuo finanziamento a carattere rotativo; la proposta, nella consapevolezza che la voce di costo produttiva di maggiori perdite è attribuibile al personale dipendente, coniuga l’intervento con provvedimenti di riduzione del personale tecnico-amministrativo.

Gli enti in maggiori difficoltà vengono pertanto invitati a redigere un piano di risanamento idoneo ad assicurare gli equilibri di bilancio, nell’arco dei tre successivi esercizi. Poiché la causa principale del dissesto in parola è data dal costo delle cosiddette masse artistiche, tecniche amministrative, il cui costo nel 2012 assomma a ben 308.748.241 euro, in questi casi si prevede la riduzione della dotazione organica del personale tecnico e amministrativo fino al 50 per cento di quello in essere al 31 dicembre 2012 e la cessazione dell’efficacia dei contratti integrativi aziendali in vigore. La lievitazione nel tempo del valore economico dei contratti integrativi aziendali, nel loro ammontare percentuale rispetto al valore economico del contratto collettivo nazionale di lavoro, tocca infatti nel 2011 punte superiori anche al 35-38 per cento, con una spesa complessiva superiore a 75.000.000 euro. L’intervento sull’entità e sui costi del personale, unitamente al blocco del nuovo indebitamento ed alla inderogabile rinegoziazione e ristrutturazione del debito, dovrà assicurare la riacquisizione di soddisfacenti equilibri patrimoniali ed economico-finanziari. Poiché il personale e la sua gestione rappresentano l’elemento della produzione più importante in un Teatro lirico-sinfonico, la disposizione prescrive peraltro che i piani di risanamento siano corredati, tra gli altri atti, dall’accordo raggiunto con le associazioni sindacali maggiormente rappresentative in ordine ai punti del piano di risanamento.

L’impiego di consistenti risorse finanziarie da parte dello Stato per invertire la crisi delle Fondazioni lirico-sinfoniche postula che l’azione di risanamento sia coordinata da una figura idonea a rappresentare a livello centrale le istanze e le esigenze di tutti i Teatri interessati; il Governo ritiene pertanto necessaria la figura di un Commissario straordinario, deputato ad analizzare i piani, a sovrintendere alla loro attuazione, ad esigere eventuali integrazioni e modifiche, facendo rispettare le scadenze concordate.

L’istituzione di un Fondo di 75.000.000 euro per l’anno 2014, a carattere rotativo, e per la durata massima di 30 anni, costituisce, a fronte della crisi economica e patrimoniale dei Teatri, una congrua misura di intervento atta a conferire al settore quell’iniezione di capitale evidentemente non apportata con la privatizzazione degli enti di cui al decreto legislativo n. 367 del 1996 già citato. In proposito, il Presidente relatore prospetta peraltro l’opportunità di introdurre qualche criterio aggiuntivo per la destinazione dei fondi in questione.

La strategia generale del provvedimento, tendente al risanamento nel medio e lungo termine delle fondazioni in stato di crisi, non può prescindere dalla tempestiva valutazione delle urgenti esigenze degli enti che non possano fare fronte ai debiti certi ed esigibili da parte dei terzi; infatti la norma prevede utilmente che nelle more del perfezionamento del piano di risanamento, già nell’anno 2013 una quota fino a 24.000.000 euro possa essere anticipata dal Ministero su indicazione del Commissario straordinario a favore delle fondazioni che versano in una situazione di carenza di liquidità tale da pregiudicare la gestione anche ordinaria della Fondazione. In relazione alla già menzionata e principale causa di dissesto dei Teatri d’Opera viene contestualmente previsto l’immediato avvio delle procedure per la riduzione della dotazione organica del personale tecnico e amministrativo.

Nei confronti degli enti che non abbiano avviato la negoziazione per la ristrutturazione del debito è prevista la sanzione della liquidazione coatta amministrativa, unitamente al recupero delle anticipazioni finanziarie concesse.

Quanto alla destinazione del personale in esubero, non è possibile, allo stato degli atti, determinare l’entità esatta del costo aziendale di cui la fondazione sarebbe liberata con i piani di risanamento, atteso che la riduzione di personale è elastica («fino al 50 per cento»). Oltre l’applicazione dell’articolo 72, comma 11, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, in tema di collocamento a riposo del personale prossimo al raggiungimento dell’età pensionabile, è previsto peraltro che in caso di ulteriori eccedenze bil personale sia trasferito alla Società Ales S.p.A., nell’ambito delle vacanze in organico e nei limiti delle facoltà assunzionali di tale società. Al riguardo, il Presidente relatore sollecita tuttavia una riflessione sul personale di detta società, che potrebbe essere utilmente impiegato per ridurre le carenze di organico del Ministero, con particolare riferimento alle strutture periferiche. Nel corso dell’esame del provvedimento, potrà dunque essere preso in considerazione un atto di indirizzo al Governo che lo impegni in questo senso, prevedendo altresì una relazione periodica alle Camere sulle utilizzazioni di detto personale.

L’articolo 11 intende inoltre fronteggiare alcune problematiche emerse in tema di governance delle fondazioni lirico-sinfoniche, cercando di stabilire con urgenza forme più appropriate di controllo degli atti di gestione e di verifica della sostenibilità economico-finanziaria di determinate spese. Nello specifico, gli statuti dovranno essere adeguati, entro il 31 dicembre 2013, prevedendo una struttura organizzativa con una serie prestabilita di organi (presidente, organo di indirizzo, organo di gestione, organo di validazione degli atti adottati dall’organo di gestione, organo di controllo ed eventualmente un’assemblea).

Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo spetta la nomina di un nuovo organo (monocratico), che avrà la funzione di validare gli atti adottati dall’organo di gestione, mentre al Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, quella dell’organo di controllo, che risulterà composto da tre membri (un magistrato della Corte dei conti e uno espressione di ciascun Ministero).

Si prevede la partecipazione dei soci fondatori privati in proporzione agli apporti finanziari alla gestione o al patrimonio della fondazione, che devono essere non inferiori al tre per cento.

Al fine di rendere più chiara e trasparente la gestione patrimoniale vengono individuati due fondi: uno indisponibile di dotazione (vincolato al perseguimento delle finalità statutarie), e un altro destinato alle spese correnti di gestione dell’ente. Con riguardo al primo, il Presidente relatore osserva peraltro che si potrebbe approfondire la possibilità del passaggio di proprietà dei teatri in capo alle Fondazioni.

Quanto alla presidenza degli enti, oggi fondazioni di diritto privato, essa è assunta storicamente dai Sindaci dei comuni che, nell’ospitare i teatri, forniscono nella quasi totalità dei casi l’uso della sede principale e gli spazi necessari all’attività. Tuttavia, tale collegamento non sempre corrisponde all’esigenza di snellezza della governance. Il Governo ritiene quindi opportuno, con l’eccezione della plurisecolare Accademia Nazionale di S. Cecilia, prevedere che il Sindaco possa nominare in persona diversa da sé il presidente della rispettiva fondazione lirica.

Nell’ottica di ottenere un miglior coordinamento fra la realizzazione dei programmi delle diverse fondazioni, viene poi creata una Conferenza degli organi di gestione, presieduta dal Direttore generale competente, che può convocarla anche per gruppi individuati per zone geografiche o specifici progetti comuni.

Il comma 19 contiene una norma interpretativa in merito alla trasformazione dei contratti di lavori a tempo determinato in tempo indeterminato, ribadendo che tale trasformazione non si applica in ogni caso alle fondazioni lirico sinfoniche.

I commi 20 e 21 individuano invece nuovi e più stringenti criteri per la destinazione della quota annuale del FUS spettante alle fondazioni lirico-sinfoniche: il 50 per cento è legato ad alcuni indicatori di rilevamento dei costi di produzione connessi a programmi di attività realizzati da ciascuna fondazione nell’anno precedente quello cui si riferisce la ripartizione, il 25 per cento dipende dalla capacità di attrarre risorse e dai risultati della gestione e il restante 25 per cento dalla qualità artistica dei programmi.

Il Presidente relatore rammenta infine che le Fondazioni lirico-sinfoniche, secondo la più recente giurisprudenza, sono enti di diritto privato, ma spetta loro un trattamento di diritto pubblico e rileva che l’articolo 11 potrebbe essere la sede idonea per chiarire una volta per tutte che i predetti enti non sono soggetti al pagamento dell’IRAP sul FUS.

Il Capo III detta infine disposizioni urgenti per assicurare efficienti risorse al sistema dei beni e delle attività culturali. In particolare, l’articolo 12 intende agevolare la diffusione di donazioni di modico valore in favore della cultura e porre fine alle attuali farraginosità nella raccolta e nella finalizzazione agli interventi per i beni culturali di uno degli strumenti più virtuosi creati negli ultimi decenni, ovvero le cosiddette «erogazioni liberali».

La norma è dunque volta a facilitare la raccolta presso il pubblico di erogazioni liberali, anche di modico valore, da destinare a interventi di tutela dei beni culturali o paesaggistici. Attualmente, questa finalità può essere perseguita solo mediante versamento delle somme in conto entrata dello Stato e loro successiva riassegnazione allo stato di previsione della spesa del Ministero. È, tuttavia, da rilevare come, nel caso delle donazioni di scopo per interventi di tutela del patrimonio culturale, il rispetto delle suddette rigorose regole contabili presenti diverse rilevanti criticità.

In primo luogo, il meccanismo procedurale descritto determina il decorso di un notevole lasso di tempo tra il momento del versamento del contributo da parte del privato finanziatore e quello della disponibilità delle somme da parte dell’istituto destinatario.

In secondo luogo, esso causa un notevole aggravio amministrativo, poiché comporta il coinvolgimento di numerose articolazioni centrali e periferiche del Ministero e della Ragioneria generale dello Stato e, inoltre, implica la necessità di individuare, per ogni singolo versamento, in base alla relativa causale, l’istituto cui la somma deve essere riaccreditata.

Infine – e soprattutto – la procedura non è, di fatto, percorribile per le donazioni di modico valore, in quanto non è ipotizzabile che il privato cittadino che intenda versare un importo modesto si rechi presso la Sezione di tesoreria provinciale dello Stato per provvedervi. Ne deriva, quindi, la rinuncia a potenziali fonti di entrata.

L’attuale previsione normativa dell’obbligatorio ricorso al complesso meccanismo della riassegnazione viene normalmente giustificata sulla base della ritenuta necessità di non derogare al principio di unicità del bilancio dello Stato, in ragione del quale sono, in linea di principio, vietate le gestioni contabili fuori bilancio. Tuttavia, osserva il Presidente relatore, nel caso di specie l’ossequio al principio in argomento appare un inutile formalismo, posto che è indubbio che le donazioni di scopo non possono che essere integralmente riassegnate per il perseguimento di quello specifico fine per cui sono state erogate. D’altra parte, la necessità per la Ragioneria generale dello Stato di avere esatta contezza della consistenza di tali erogazioni può ben essere soddisfatta con altre, meno gravose, modalità.

Opportunamente, la proposta normativa prevede, quindi, criteri semplificati per la definizione di nuove modalità di acquisizione delle donazioni di modico valore, fino all’importo di cinquemila euro, destinate ai beni ed alle attività culturali.

L’articolo 13 ripristina gli organismi collegiali operanti presso il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, che rischiano la definitiva soppressione a seguito del decreto-legge n. 112 del 2008 e della spending review.

Senza l’articolo 13, l’intera compagine degli organismi collegiali operanti presso il Ministero, fra cui il Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici e i Comitati tecnico-scientifici, verrebbe infatti a cessare, con conseguente vera e propria paralisi dell’attività del Ministero, non più in grado di svolgere in molteplici settori le competenze ad esso assegnate dalle leggi in vigore. In proposito si esprime pertanto un convinto giudizio positivo.

Gli articoli 14 e 15 del provvedimento sono relativi alle coperture finanziarie.

Nel ribadire l’estremo favore nei confronti del provvedimento in esame, il Presidente relatore rileva infine una serie di questioni, che potrebbe essere opportuno discutere nell’ambito del provvedimento con l’auspicio di una loro pronta soluzione. Ad esempio, potrebbero essere introdotte norme di valorizzazione dei siti Unesco, di riordino degli enti vigilati dal Ministero, di semplificazione della concessione dei contributi agli istituti culturali, di snellimento della gestione delle sale cinematografiche (come l’abolizione del patentino per le proiezioni) e l’esclusione delle ispezioni dai divieti di missione. A tale ultimo riguardo occorrerebbe tuttavia approntare idonea copertura finanziaria.

2 ottobre Crisi di Governo

Il 2 ottobre il Presidente del Consiglio ottiene la fiducia al Senato, con 235 voti favorevoli e 70 contrari, ed alla Camera dei Deputati, con 435 voti favorevoli e 162 contrari.

Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri e conseguente discussione

(Senato, 2.10.13) LETTA, presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, onorevoli senatori, nella vita delle Nazioni l’errore di non saper cogliere l’attimo può essere irreparabile. Sono le parole di Luigi Einaudi quelle che richiamo qui oggi: le richiamo qui in Parlamento, davanti al Paese, davanti a tutti voi, per venire subito al cuore della questione. L’Italia corre un rischio che potrebbe essere fatale, irrimediabile. Sventare questo rischio, cogliere o non cogliere l’attimo, dipende da noi, dipende dalle scelte che assumeremo in quest’Aula, dipende da un sì o da un no.
C’è un monito, un monito più recente, ugualmente solenne, che voglio qui ricordare. Poco più di cinque mesi fa il Presidente, cui va una volta ancora la mia, la nostra, profonda gratitudine, per quanto ha fatto e sta facendo per l’Italia, il presidente Giorgio Napolitano… (Prolungati applausi dai Gruppi PD, SCPI e Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE e di alcuni senatori dei Gruppi PdL e GAL. I senatori dei Gruppi PD, SCPI e Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE si alzano in piedi) …invitava le Camere riunite ad offrire una testimonianza di consapevolezza e di coesione nazionale, di volontà di dare risposte vere ai problemi del Paese. Invitava tutti coloro che lo avevano appena eletto una seconda volta alla Presidenza della Repubblica – fatto unico nella nostra storia – a uno scatto di dignità, di attaccamento alle istituzioni, di amore per l’Italia.
Quel monito fu accolto, anche allora, da un appassionato plauso della maggioranza dei presenti di queste Aule. Quel monito ha avuto come seguito nei mesi successivi l’impegno, con tutte le forze e la massima determinazione possibile, del Governo per costruire soluzioni tangibili ai problemi veri delle persone, per provare ad alimentare una rinnovata fiducia nella politica, nella sua capacità di riformare l’Italia e anche, problema più serio, di riformare se stessa, per restituire al mondo l’immagine di un Paese giovane, dinamico, affidabile.
I componenti del Governo hanno dato prova di lealtà. Tutti, pur consapevoli dello spazio ristretto nel quale ci si muoveva, si sono adoperati in Consiglio dei ministri e nell’attività da Ministri per costruire insieme politiche efficaci, senza certo rinunciare alla propria identità politica o ai propri convincimenti di parte, ma lavorando tutti con vero spirito costruttivo. Abbiamo fatto passi avanti, impensabili anche solo fino a pochi mesi fa, nella comprensione reciproca. Ci siamo confrontati su un orizzonte più alto, più nobile, quello dell’interesse generale degli italiani. E gli italiani, nella stragrande maggioranza, ci dicono, mi verrebbe da dire ci urlano, che non possono più delle messe in scena da «sangue e arena» e del «si scannano su tutto, ma poi non cambia niente». Cambia se vogliamo che cambi. Cambia se ci predisponiamo noi per primi al coraggio. Cambia se siamo solidi al punto da non temere che l’incontro con l’avversario sporchi o inquini la nostra reputazione: solo chi ha un’identità debole teme il confronto con le ragioni altrui. (Applausi dai Gruppi PD, SCPI, GAL e Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE).
Io stesso, lavorando gomito a gomito con i Ministri, con i parlamentari che militano in altri partiti rispetto quello nel quale milito io, sono in grado oggi di apprezzare e di testimoniare la passione che alberga in tutti i settori della politica italiana, settori che non sono il mio, settori che hanno dato esempio di vitalità complessiva del sistema, ai quali voglio quindi rendere testimonianza e che, voglio sottolineare, rappresentano uno dei punti nevralgici della discussione che stiamo svolgendo. Solo chi non ha le spalle larghe finisce ostaggio della paura del dialogo, perfino quando il dialogo è virtuoso e volto solo e soltanto al bene comune.
La prima sede deputata al confronto sono certamente le istituzioni. Per questo in ogni atto del Governo, in ogni iniziativa, nazionale e internazionale, in ogni passaggio, anche delicato o doloroso, ho doverosamente coinvolto il Senato della Repubblica e la Camera dei deputati. Personalmente, con oggi, ho risposto dell’operato del Governo, io stesso, in Parlamento, 15 volte in poco più di 150 giorni. Ho ripristinato lo strumento del question time alla Camera dopo anni e anni di assenza; l’ho introdotto per la prima volta in quest’Aula al Senato. Perché questo è il luogo della sovranità popolare. Perché il rispetto e l’amore per le istituzioni sono intrinseci alla cultura, alla mia cultura, e costitutivi della mia storia personale e politica. Perché il Governo che guido è nato in Parlamento, e, se deve morire, deve farlo qui: in Parlamento, appunto, alla luce del sole, di fronte a tutti gli italiani.
Questa trasparenza, con la linearità dell’azione politica ad essa sottesa, è il modo migliore per affrontare anche le più complesse e apparentemente inestricabili commistioni tra questioni diverse e in conflitto tra di loro. È il caso – non intendo certamente girarci attorno – della vicenda giudiziaria che investe Silvio Berlusconi. La vita del Governo e la decisione della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato sulla sua decadenza da senatore si sono sovrapposte in queste settimane in un crescendo di convulsioni che ha sempre più condizionato il dibattito pubblico. Un crescendo culminato mercoledì scorso nell’annuncio delle dimissioni da parte dei parlamentari del PdL, giunto proprio mentre intervenivo, a nome di tutta l’Italia, davanti all’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Ebbene, esattamente una settimana fa si è creata una situazione insostenibile che mi ha portato qui oggi a tracciare davanti a voi la separazione tra quella questione giudiziaria e l’attività di un Esecutivo che è nato per servire l’Italia. I due piani non potevano né possono essere sovrapposti. (Applausi dai Gruppi PD e SCpI. Applausi ironici del senatore Bondi).
BONDI (PdL). Bravo! Bravo!
LETTA, presidente del Consiglio dei ministri. La nostra Repubblica democratica si fonda sullo Stato di diritto, sul principio di legalità, sulla separazione dei poteri. In uno Stato democratico le sentenze si rispettano, si applicano…
BONDI (PdL). Vergognatevi! Vergognatevi! (Commenti dai Gruppi PD e SCpI).
LETTA, presidente del Consiglio dei ministri. …fermo restando il diritto intangibile a una difesa efficace, senza leggi o trattamenti né ad personam, né contra personam. Un diritto che va riconosciuto e concesso a un parlamentare come a qualsiasi altro cittadino italiano.
Onorevoli senatori, il Governo, questo Governo in particolare, può continuare a vivere e a fare bene solo se è convincente nella definizione del programma e nella sua attuazione, in un vero e proprio nuovo patto, giorno dopo giorno, con la prospettiva sempre focalizzata sui problemi veri delle persone, delle famiglie, delle imprese, della nostra comunità. Tutto il resto (le minacce quotidiane, le polemiche tossiche agitate strumentalmente) ingenera caos, disagio, smarrimento nei cittadini; di certo nulla di buono e sano porta alla gestione della cosa pubblica, tanto più in una stagione di gravissima complessità quale quella che stiamo vivendo.
Più e più volte in questi mesi mi avete ascoltato tessere in Italia e all’estero l’elogio della stabilità: stabilità intesa come valore assoluto, da perseguire e alimentare ora dopo ora, stabilità messa così clamorosamente a repentaglio.
Non è sempre stato così nella storia italiana. Nella primissima fase della Repubblica, dal 1946 al 1968, abbiamo avuto una stabilità politica impensabile oggi. In quegli anni, dal ’46 al ’68, tre Presidenti del Consiglio hanno governato la maggior parte di quel tempo. I benefici della stabilità di allora li conoscono tutti gli italiani; hanno avuto conseguenze: la ricostruzione dalle macerie della guerra, il boom economico, una crescita media del 5 per cento l’anno, un debito pubblico che a quel tempo era ben al di sotto del 50 per cento del PIL. Poi, tra il 1968 e il 1992 si sono succeduti ben 24 Governi; la crescita è rallentata, il consenso elettorale è stato acquisito allargando i cordoni della borsa dello Stato, facendo più che raddoppiare il debito pubblico. La fase successiva, quella attuale, avrebbe dovuto essere la stagione della democrazia compiuta e governante. Non lo è stata, ahinoi!
Dal 1992 ad oggi si sono avvicendati addirittura 14 Governi. Per un impietoso confronto, in Germania ci sono stati solo tre Cancellieri nello stesso periodo. Noi 14, loro tre in tutto! Un altro spread, a ben vedere; un altro spread che pesa eccome nel confronto con le grandi democrazie europee.
È evidente a chiunque che le politiche per la crescita, che necessitano di un lungo respiro perché chi le attua possa goderne frutti, sono possibili solo con una prospettiva temporale ragionevole e con Governi stabili. Nel breve orizzonte manca il coraggio perché ai primi costi – e le riforme sono costose, oltre che spesso dolorose in termini di consenso – il Governo viene mandato acasa. Avanti il prossimo e poi il prossimo ancora, oppure tutti alle urne.
Questa è una delle ragioni – non certo l’unica – che spiega la mancanza di crescita e l’impennata del debito pubblico. Dietro, a ben vedere, c’è un’altra grande mancanza, quella della politica: c’è l’assenza di scelte forti, c’è l’ossessione del presente, del consenso a tutti i costi, qui e subito.
Oggi rischiamo di trovarci in una situazione analoga. Non sono le forze dell’opposizione, che legittimamente si oppongono a un Esecutivo che non condividono: sono le forze della maggioranza a trovarsi in una fibrillazione che potrebbe precipitare la crisi. E una crisi significherebbe, di nuovo, contrarre ancora gli orizzonti, posticipare ancora le misure a favore di imprese, lavoratori, disoccupati (disoccupati giovani e non) che aspettano solo di essere aiutati per uscire dalla crisi. Significherebbe di nuovo sedere sul banco degli imputati in Europa e nel mondo: l’Italia incorreggibile, l’Italia che non impara mai dai propri errori, l’eterna incompiuta che manda nel panico i mercati e scatena la preoccupazione.
Questo significherebbe, anche, oggi, rinunciare alla riforma indispensabile della politica e delle istituzioni. Riforma cui tutte le forze di maggioranza si sono solennemente impegnate ad aprile: mai più porcellum, mai più finanziamento pubblico ai partiti, mai più storture del bicameralismo paritario. Oggi, in poco tempo, possiamo riformare davvero la politica: i provvedimenti varati dal Governo in questi mesi sono ora all’esame del Parlamento. Se rapidamente discussi e approvati, possono costituire davvero una svolta nel rapporto con una pubblica opinione che, dobbiamo esserne tutti consapevoli, non dà più credito alle promesse, non attende più. Il tempo d’attesa è scaduto.
In caso di crisi rischiamo invece di scivolare verso elezioni che potranno portare portare a un raggiustamento nelle percentuali tra un partito e l’altro, si ma che – lo sappiamo – rischierebbero di consegnare per l’ennesima volta il Paese all’ingovernabilità. Probabilmente, ci troveremmo ancora, dopo le elezioni, per uscirne, le larghe intese, perché con questa legge elettorale, con questo assetto bicamerale, con questo sistema politico frazionato in quattro o cinque coalizioni, le prossime elezioni rischierebbero di non produrre una chiara maggioranza.
Sulle riforme oggi la direzione è tracciata. In questi cinque mesi, in anticipo sul cronoprogramma che ci eravamo imposti e che avevamo deciso insieme in Parlamento, il Comitato dei saggi ha completato un impianto di riforma delle istituzioni ambizioso e moderno, equilibrato. Nessun stravolgimento, nessun golpe, nessun attentato ai principi fondamentali della Carta costituzionale: indicazioni di rotta per cambiare in meglio e rendere finalmente funzionante la democrazia italiana.
D’altronde, come si fa a difendere il bicameralismo paritario? Come si fa a non ridurre il numero dei parlamentari? Come si fa a non vedere gli intralci e le storture generate dalla riforma del Titolo V del 2001? Oggi siamo, come dicevo, nelle condizioni di chiudere in anticipo, rispetto alle previsioni iniziali, e di completare, dunque, il percorso di riforma in 12 mesi da oggi. Questa volta ce la possiamo fare; possiamo costruire istituzioni funzionanti e, prima di ogni altra cosa, scrivere, come sta avvenendo qui in Senato, in Commissione affari costituzionali (è materia tipicamente parlamentare e il Governo è rispettoso dell’iniziativa del Parlamento), una legge elettorale in grado di restituire il diritto di scelta ai cittadini, di consegnare al Paese vincitori e sconfitti, di mettere chi vince nelle condizioni di governare davvero, fuori dalle polemiche per il bene dei cittadini e con il coinvolgimento di tutte le forze politiche dentro e fuori la maggioranza.
Il Governo, dunque, intende sostenere e accompagnare attivamente il percorso parlamentare (che oggi, con la procedura di urgenza in atto qui al Senato, è un procedimento concreto) di modifica dell’attuale legge elettorale sia in previsione di una possibile pronuncia della Corte costituzionale sia per evitare comunque il rischio che il Paese possa tornare al voto con l’attuale legge, che toglie ai cittadini il diritto di scegliersi gli eletti e che porta maggioranze diverse, come capita questa volta, nelle due Camere.
Un percorso di modifiche che non è in contrasto con la consapevolezza che la legge elettorale andrà poi rivista in base alle scelte di modifica costituzionali in materia di forme di Governo e bicameralismo.
Onorevoli senatori, che ce la possiamo fare l’ho detto e ridetto all’infinito a tutti coloro che ho incontrato nelle ultime settimane. Vale per la riforma delle istituzioni, vale a maggior ragione per l’economia e la società. Dopo otto trimestri di contrazione, l’economia italiana si è stabilizzata e avviata verso una graduale ripresa. Abbiamo alle spalle un incubo, abbiamo alle spalle un periodo di recessione senza precedenti dalla Seconda guerra mondiale; una recessione che segue il decennio perduto. Con la crisi l’Italia ha perso più di otto punti percentuali di PIL, l’Italia ha perso oltre un milione di posti di lavoro; un cataclisma nell’economia, nella società, che porta e ha portato preoccupazione, disagio, disperazione nelle famiglie italiane.
È a loro, prima che a chiunque altro, che dobbiamo rendere conto delle nostre azioni; è su di loro che le conseguenze del voto di oggi potrebbero causare danni irreparabili. Per evitarlo, subito, tra pochi giorni, abbiamo l’occasione di fare una nuova politica economica e industriale che si concentri su tre grandi priorità: il rafforzamento della ripresa in atto, il taglio consistente delle tasse sul lavoro e sui lavoratori, un intervento drastico sui fattori che limitano la competitività dell’economia.
Dal suo insediamento il Governo ha investito oltre 12 miliardi di euro, quattro dei quali sul lavoro, la cassa integrazione, gli ammortizzatori sociali e la lotta alla povertà. Lo ha fatto in costante e proficuo dialogo con il sindacato e con tutte le parti sociali, ed è stata una buona notizia il documento comune sulla crescita presentato un mese fa da imprenditori e sindacati, documento sul quale siamo pronti oggi al confronto.
Il nostro obiettivo, dichiarato da tempo, è un aumento del PIL pari all’1 per cento per il 2014 e superiore negli anni successivi. La legge di stabilità è l’occasione per raggiungere questi obiettivi e dimostrare al Paese che il cambiamento è in atto. Questo non significa naturalmente che abbiamo intenzione di arretrare di un millimetro nel processo di risanamento della finanza pubblica, anche perché ogni allentamento delle politiche si riflette pesantemente sui costi di finanziamento del nostro debito.
Il risanamento ci ha consentito, grazie ai sacrifici di tutti gli italiani e all’azione degli Esecutivi precedenti e di questo Governo, di uscire a fine giugno dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo dell’Unione europea; ci ha permesso finalmente di non essere più sotto esame. Per questo vogliamo e possiamo confermare, con la serietà che ci è richiesta e di cui certo disponiamo, che rispetteremo gli impegni con l’Europa per il 2014: l’indebitamento nominale deve restare e resterà entro la soglia del 3 per cento; l’indebitamento strutturale deve tendere e tenderà rapidamente verso il pareggio; il peso del debito deve ridursi e si ridurrà. Nell’immediato il Governo adotterà le misure necessarie per ricondurre l’indebitamento del 2013 entro il 3 per cento.
In questi cinque mesi, onorevoli senatori, abbiamo sostenuto l’economia in primo luogo attraverso la forte accelerazione impressa al pagamento dei debiti della pubblica amministrazione verso le imprese; un percorso iniziato durante il Governo Monti, che ci eravamo impegnati a velocizzare. L’abbiamo fatto e documentato settimana dopo settimana; a oggi, 2 ottobre, alle imprese sono arrivati 12 miliardi di euro, con un’accelerazione di settimana in settimana. Completeremo il tutto nel 2014, e anche in questo caso non c’è certo bisogno di ricordare che l’eventualità di un Governo debole rallenterebbe o addirittura impedirebbe di portare a compimento il pagamento. Interverremo poi per ridurre i costi delle bollette elettriche e rilanceremo politiche industriali di settore; continueremo interventi specifici a favore delle piccole e medie imprese, cuore del nostro sistema economico e imprenditoriale.
In questi mesi, abbiamo inoltre varato leggi a sostegno dell’edilizia ecocompatibile, del mobile-arredo, dell’efficienza energetica, delle infrastrutture e iniziative per migliorare la qualità della spesa pubblica e dare sostegno alla domanda interna. Queste azioni proseguiranno nell’ultimo trimestre dell’anno e nel 2014.
Non intendo certo qui stilarne la lista: è troppo lunga, ma siamo stati tutt’altro che il Governo del rinvio. Lo dico perché voglio far presente che proprio oggi «Il Sole 24 Ore» ha un inserto tutto dedicato al tema dei lavori per la casa, per le infrastrutture, per gli interventi ecocompatibili, antisismici, per il contrasto d’interessi, che renda possibile che quando si chiede una fattura vi sia da una parte l’interesse ad ottenerla e dall’altra parte l’interesse di chi svolge una funzione effettivamente a farla e a fare tutto alla luce del sole.
È la dimostrazione, qui, che chi parla di Governo del rinvio mente, è la dimostrazione, qui, dei fatti concreti che in questi cinque mesi sono stati messi in campo per rilanciare l’economia, i posti di lavoro e le attività del nostro Paese. (Applausi dai Gruppi PD, SCpI e Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE e del senatore Naccarato)
A chi parla di Governi del rinvio invito a chiedere ai beneficiari delle centinaia di misure messe in cantiere da aprile in poi se condividono o meno questa percezione: ai precari della pubblica amministrazione, alle donne vittime di soprusi, agli esodati per licenziamento individuale, ai cassaintegrati, agli insegnanti di sostegno, agli assegnatari delle borse di studio, agli operatori della cultura, ai lavoratori delle fondazioni liriche, a chi sta ristrutturando casa, a quanti ieri stesso in tre ore hanno fatto un clic – (5.500 posti di lavoro nuovi che si sono creati per i giovani), ai piccoli imprenditori beneficiari della nuova legge Sabatini, ai ragazzi che fino a ieri erano figli legittimi, naturali, adottivi e oggi sono figli, figli e basta. (Applausi dai Gruppi PD, SCpI, Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE e Misto). E potrei continuare.
Invece che di rinvii, parliamo di serietà: serietà perché i problemi li abbiamo affrontati in questi mesi, con soluzioni immediate quando è stato possibile. Penso ancora alla cassa integrazione, alla riforma per rendere più rapida la giustizia civile, al piano casa per le giovani coppie e per i precari, alla legge contro il femminicidio, al diritto allo studio, alla cultura, all’edilizia scolastica che è ripartita, allo sblocco dei cantieri, ai primi interventi di lotta alla povertà, agli ecobonus, alla defiscalizzazione di tanto lavoro per i giovani.
Quando invece le soluzioni immediate non sono state oggettivamente percorribili, abbiamo scelto la via della costruzione paziente di riforme destinate a durare, certo oltre il nostro stesso mandato. È una scelta che rivendico, sì, è una scelta di serietà.
Questo stesso metodo ci guiderà nel prossimo futuro: selettività, attenzione, cura per la cosa pubblica senza alcuna ansia dettata dalle pressioni del dibattito pubblico. La legge di stabilità estenderà il campo d’azione degli interventi per la crescita, sposterà l’enfasi della politica di bilancio verso la riduzione della spesa e verso la riduzione delle tasse, in linea con quanto abbiamo fatto finora, confermando anche in materia fiscale e di fisco per la casa la rotta degli impegni assunti.
Proprio perché non vogliamo nuove tasse, intendiamo mettere il livello complessivo della spesa pubblica al centro dell’impostazione dell’azione di bilancio per il 2014. Al contenimento della spesa pubblica contribuirà il processo di revisione delle strutture pubbliche e delle loro procedure. Vorrei che questo passaggio fosse chiaro a tutti noi: non esistono tagli di spesa facili, a meno che non s’intenda, ma sono certo che nessuno in quest’Aula lo voglia, procedere a colpi di tagli lineari. La revisione va dunque fatta con accortezza, attenzione, competenza.
Se otterremo la fiducia chiederemo al dottor Carlo Cottarelli di assumere il ruolo di commissario per la spending review.
Crediamo sia possibile fare un’efficace azione di revisione della spesa nella pubblica amministrazione, assicurandone le funzioni fondamentali e tutelando le fasce più deboli della popolazione.
E d’altronde – lo voglio dire rivendicandone tutta la forza – in questo 2013 abbiamo realizzato finora 1.700 milioni di euro di riduzione della spesa pubblica. Cifre, fatti, non annunci.
In questi cinque mesi, onorevoli senatori, ho rappresentato l’Italia in quattro vertici internazionali (due Consigli europei, un G8 e G20). Ben tre di essi, tre su quattro, hanno avuto al centro la battaglia contro i paradisi fiscali nel mondo. Il nostro contributo è stato importante per l’assunzione di decisioni ormai vincolanti: il cerchio si sta stringendo attorno ai Paesi e alle banche che hanno consentito in questi anni l’esportazione illegale di capitali finanziari sottratti all’erario, dunque alla collettività.
Il tempo dei capitali esportati illegalmente all’estero sta dunque finendo. E’ in corso una svolta storica nel mondo che dobbiamo cogliere, affinché vinca la legalità e l’Italia possa riappropriarsi di risorse che consentiranno, già a partire dal prossimo esercizio finanziario, di far scendere il deficit e centrare il nostro obiettivo principale: abbassare le tasse a vantaggio dei cittadini onesti.
Chiederò per questo al procuratore Francesco Greco di riaggiornare rapidamente le conclusioni del lavoro svolto l’anno scorso, per consentirci di avviare un piano articolato sul tema della legalità e dei capitali all’estero.
La delega fiscale darà poi stabilità e certezza al regime impositivo, contribuirà a rendere più sistematica la lotta all’evasione e a migliorare i rapporti tra fisco e contribuenti, oltre che a consentire una revisione periodica dell’entità complessiva e delle motivazioni delle agevolazioni fiscali.
Vogliamo procedere ad una revisione della struttura delle aliquote dell’IVA, e anche l’introduzione della service tax permetterà di accrescere la responsabilità fiscale dei Comuni, secondo un principio molto elementare di “vedo-pago-voto”.
Voglio peraltro porre in rilievo – e voglio insistere su questo punto al di là di tutte le cose dette, spesso a partire da informazioni sbagliate, in questi mesi e in questi ultimi giorni in particolare – che questi cinque mesi di Governo hanno già determinato un primo significativo sollievo fiscale per gli italiani.
A chi ancora oggi fa polemiche sul tema del fisco ricordo che grazie al nostro Governo gli italiani hanno pagato, in questi cinque mesi, meno tasse rispetto al previsto per oltre 3 miliardi di euro, e anche questi sono fatti, non sono rinvii. Con la legge di stabilità e i provvedimenti collegati punteremo, come ho detto, ad una riduzione del carico fiscale sul costo del lavoro in entrambe le componenti: quella a carico del datore di lavoro e quella a carico del lavoratore.
Dunque (lo scandisco bene): più soldi in busta paga per il dipendente, più margini di competitività per le imprese, riattivazione della domanda interna. (Applausi dai Gruppi PD, SCpI e AUT (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE)). Più incentivi all’assunzione dei lavoratori a tempo indeterminato. E poi: sgravi fiscali per le start up innovative; rafforzamento dell’ACE (l’Aiuto per la crescita economica, messo in campo dal Governo Monti), così da incentivare la patrimonializzazione delle imprese e gli investimenti; avvio di un importante programma di dismissioni immobiliari e privatizzazioni e razionalizzazione delle società controllate, statali e locali. Nessuna svendita, ma fondamentali immissioni di nuovi capitali per essere più competitivi ed evitare quelle delocalizzazioni che soprattutto nelle Regioni del Nord, con le vicine e competitive aree della Slovenia, dell’Austria e della Svizzera, rendono complesso il lavoro delle nostre piccole e medie imprese.
L’azione congiunturale e le riforme strutturali devono essere collegate strettamente, dobbiamo completare gli interventi già avviati nei campi della giustizia civile, della regolamentazione e della riforma della pubblica amministrazione. Su questa traccia muove il piano Destinazione Italia, presentato personalmente alla comunità finanziaria mondiale la scorsa settimana.
Si tratta di un pacchetto di certezze con tre priorità assolute: assicurare agli investitori stranieri e ai nostri imprenditori la certezza del fisco, essenziale per la pianificazione degli investimenti; la certezza dei tempi, appunto con la riforma della giustizia civile; la certezza delle regole, per esempio con la riforma della Conferenza dei servizi e con un testo unico sulla normativa del lavoro.
Più in generale, proprio in tema di regole, sulla giustizia il nostro lavoro potrà basarsi sulle importanti indicazioni contenute nella relazione conclusiva del gruppo di lavoro nominato dal presidente Napolitano il 30 marzo 2013.
In questo quadro di opportune e urgenti riforme si collocano sia l’adempimento degli obblighi europei (a cominciare dal rispetto delle decisioni della Corte di giustizia dell’Unione europea) sia la necessità di ulteriori misure per affrontare la questione carceraria, oggetto di un annunciato messaggio del Capo dello Stato alle Camere e di un suo appassionato discorso nell’ultima visita al carcere napoletano di Poggioreale.
Tornando al piano di attrazione degli investimenti «Destinazione Italia», abbiamo iniziato a costruirlo fin d’ora perché il momento in cui il mondo farà rotta sull’Italia è dietro l’angolo. EXPO 2015 è dietro l’angolo, guai a considerarlo soltanto un evento: è la scossa di fiducia con cui ci scrolleremo di dosso una volta per tutte quella cappa di autolesionismo e minimalismo che troppo spesso ha accolto le nostre paure. È un’occasione per tutta l’Italia ed è, in particolare, una grande sfida per il Nord e per le aree più produttive del Paese.
Il tema dell’EXPO «Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita» è straordinario, scritto proprio pensando a noi italiani, alla forza dell’ambiente, dell’agricoltura, dell’enogastronomia italiana, che anche nella crisi hanno trascinato il made in Italy nel mondo. Insieme possiamo nutrire l’Italia che fa crescere ogni giorno la ripresa.
In parallelo, occorre portare a compimento l’assetto del decentramento fiscale e completare gli atti, rimasti ancora in sospeso, che riguardano il federalismo fiscale. Le linee guida del Governo sono l’equilibrio di bilanci, la responsabilità fiscale, la semplificazione. Occorre muovere verso un vincolo di bilancio pienamente coerente con la riforma costituzionale, prima di tutto costruendo un Patto di stabilità interno più intelligente, strategico, industriale e non solo contabile, capace di stimolare gli investimenti anziché bloccarli sia con l’obiettivo di creare lavoro in questa fase di crisi sia perché, senza investimenti, non esistono innovazione, riforme e crescita. (Applausi dai Gruppi PD, ScpI e Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE).
Lo faremo nel rispetto del ruolo dei territori, nel rispetto del ruolo dei Comuni, che dobbiamo liberare, e nel rispetto del ruolo delle autonomie speciali.
La ripresa della attività produttiva attenuerà la disoccupazione e le diffuse condizioni di disagio economico. È, però, indispensabile potenziare sotto il profilo quantitativo e qualitativo gli strumenti di sostegno alle fasce deboli della popolazione: i centri per l’impiego, le misure per l’inclusione sociale, il contrasto alla povertà. Milioni di persone vivono oggi in Italia in una situazione di estrema vulnerabilità. Non c’è niente – davvero niente – di più urgente e indispensabile che continuare, come abbiamo iniziato a fare, a mettere in moto strumenti concreti per attenuare la loro disperazione, per evitare che essa si trasformi in rabbia e in conflitto. Nella legge di stabilità inseriremo il sostegno all’inclusione attiva, per aiutare le famiglie povere, specialmente quelle con figli minori, condizionato ovviamente alla prova dei mezzi, all’attivazione sul mercato del lavoro e ad altri impegni da parte dei beneficiari. L’aver già approvato in questi mesi la Carta per l’inclusione sociale dimostra che anche su questo terreno, altro che rinvii: le prime risposte sono arrivate, altre arriveranno.
Questo, onorevoli senatori, è valido per tutto il Paese, ma a maggior ragione è valido per il Sud. In questi primi cinque mesi abbiamo puntato per il Sud sugli investimenti, sulla scuola, sulla cultura, sulle infrastrutture.
Sulla cultura, insisto sulla portata del grande piano per Pompei, oggi finalmente in grado di farne uno dei simboli dell’Italia che torna ad investire sul suo migliore patrimonio. (Applausi dai Gruppi PD, ScpI e Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE).
Abbiamo inserito poi l’obiettivo Mezzogiorno nel nuovo piano industriale della Cassa depositi e prestiti che, complessivamente, prevede investimenti fino a 95 miliardi di euro nel periodo triennale.
Dobbiamo lavorare per garantire a costi accessibili la continuità territoriale, in particolare per la Sardegna. Lo sblocca cantieri ha fatto ripartire la metropolitana di Napoli, l’Alta Velocità Napoli-Bari, la progettazione dell’Alta Velocità fino a Reggio Calabria, le autostrade Agrigento-Caltanissetta e Ragusa-Catania.
Ancora, sul Sud vogliamo vincere la grande battaglia contro la dispersione scolastica. (Applausi dai Gruppi PD e Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE). Abbiamo stanziato i primi 15 milioni per far sì che il reclutamento della scuola batta il reclutamento della strada; che tutti i nostri ragazzi abbiamo diritto al futuro con l’istruzione. Perché al Sud, lo sappiamo, l’intensità di ogni problema è moltiplicata all’ennesima potenza; perché al Sud peggiore perfino della rabbia rischia di essere la disillusione e lo scoramento di milioni di giovani, donne, innanzitutto; perché al Sud l’impatto devastante della crisi si accompagna all’effetto della rivoluzione perennemente annunciata e mai arrivata: quella fatta di secoli, di promesse mancate, di illusionisti, di scorciatoie, quella che allontana il Sud dall’Italia e rischia di allontanare l’Italia dall’Europa.
A proposito di Europa, le prossime settimane saranno decisive per i fondi strutturali europei. Gli atti di programmazione del nuovo ciclo 2014-2020 vanno definiti, negoziati ed approvati entro i primi mesi del 2014. Le risorse del vecchio ciclo vanno spese assolutamente entro il 2015, pena il disimpegno.
Abbiamo alle spalle un grande lavoro di ricognizione e razionalizzazione, culminato con la creazione dell’Agenzia per la coesione territoriale, proprio per impiegare al meglio i fondi europei di oggi e quelli che verranno. Non possiamo permetterci di buttare tanti soldi alle ortiche. Non siamo nelle condizioni di sprecare risorse, di sprecarle ancora.
Le risorse, tanto più in questa stagione, dobbiamo impiegarle bene e laddove davvero servono a costruire futuro. Insisto su questo punto: per noi italiani cultura e educazione dovranno essere il cuore della nostra riscossa. Abbiamo già cominciato a dare il primo segnale di inversione di tendenza con i due decreti di agosto e di settembre: “valore cultura” e “l’istruzione riparte”. Sono forse tra i risultati di cui vado più fiero. La strada anche qui è tracciata. Se ci darete la fiducia la percorreremo con maggiore convinzione e slancio. Cultura ed educazione devono essere il centro della nostra ripartenza. (Applausi dai Gruppi PD, ScpI e Per le Autonomie (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE). Anche, e forse soprattutto, da questo dipende il nostro futuro in Europa e nel mondo.
Al G8 e al G20 abbiamo intensamente lavorato per supportare la risoluzione politica del dramma siriano; ciò a dispetto dello scetticismo iniziale con il quale sono stati commentati certi interventi. L’intesa raggiunta nei giorni scorsi a New York dà conto del nostro contributo e riflette anche la posizione italiana, sulla quale, peraltro, hanno finito per convergere anche gli altri Paesi europei: centralità delle Nazioni Unite, condanna inequivocabile dell’utilizzo delle armi chimiche, massimo impegno nell’aiuto umanitario per il dramma senza precedenti di oltre 2 milioni di rifugiati.
Onorevoli senatori, nel 2014 l’Italia assumerà la Presidenza del Consiglio dell’Unione europea, per l’unica volta in questo decennio. Quella precedente era nel 2003, dieci anni fa. La prossima volta sarà tra quindici anni. Il 2014 è domani. È un anno decisivo; un anno in cui non possiamo permetterci di far tacere o mancare la voce dell’Italia.(Applausi dai Gruppi PD, ScpI e Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE e del senatore Giovanardi).
Le parole «crescita» e «lavoro» saranno al centro del nostro semestre. Sarà il primo semestre della nuova legislatura 2014-2019. Dovremo fare di quella legislatura europea la legislatura della crescita, dopo la legislatura dell’arretramento e della sola austerità che in Europa abbiamo vissuto dal 2009 ad oggi.
Porteremo al centro dell’attenzione continentale una gestione attenta e solidale del fenomeno delle migrazioni, partendo dall’appello di Papa Francesco a Lampedusa. (Applausi dai Gruppi PD, SCpI e Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE) e del senatore De Cristofaro). L’Europa riparlerà finalmente di Mediterraneo.
Subito però scrolliamoci di dosso l’idea che stare in Europa voglia dire «fare i compiti a casa»: l’Europa non è un compitino, è un cammino dei popoli, in cui l’Italia non deve mettersi da sola dietro la lavagna, ma agire da guida, perché l’Italia può farlo. In questi mesi abbiamo dimostrato, onorevoli senatori, che nei cambiamenti dell’Europa l’Italia può essere protagonista. Abbiamo portato l’Europa, con un’iniziativa italiana, ad affrontare il grande dramma del nostro tempo: la disoccupazione giovanile. Oggi possiamo e dobbiamo fare di più, anzitutto su difesa e sicurezza e sulle politiche industriali, per raggiungere l’obiettivo di far arrivare il nostro manifatturiero al 20 per cento del PIL entro il 2020, per far sì che un’industria più forte sia volano dell’innovazione. Anche per questo, al Consiglio europeo di fine ottobre punteremo tutto sullo sviluppo dell’Agenda digitale, tema fondamentale proprio per la competitività dell’Italia ed il recupero dei tanti, troppi, divari Nord-Sud.
Onorevoli senatori, abbiamo il diritto di sognare gli Stati Uniti d’Europa, per noi e soprattutto per i nostri figli. (Applausi dai Gruppi PD, SCpI e Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE e della senatrice Bignami). Ma non è più tempo solo di sogni. La buona battaglia per l’Europa, che segnerà l’Europa dei prossimi quindici anni, si gioca ora, nel 2014: come si muore di austerità, si può morire di timidezza, di assenza di leadership.
Abbiamo un’agenda ambiziosa per il 2014, sulla rotta Italia-Europa, fatta di appuntamenti urgenti ed irrinunciabili: penso all’attuazione della Garanzia giovani a partire da gennaio, con il lavoro necessario sui centri per l’impiego, e al piano per l’edilizia scolastica con la Banca europea per gli investimenti. Sono politiche pubbliche italiane ed europee che valgono oltre 2 miliardi di euro per il nostro Paese.
L’Italia può arrivare forte e credibile al 2014, quando guideremo l’Europa per costruirla (e raccontarla) più unita, più solidale e più vicina ai cittadini. Ma non c’è influenza senza credibilità. Credibilità vuol dire conti in ordine, stabilità politica, obiettivi politici chiari.
Possiamo scegliere di chiuderci nel nostro cortile delle lotte di politica interna, oppure possiamo giocare all’attacco, impegnando tutte le nostre carte su quell’unione sempre più stretta tra i popoli europei, in cui intendo impegnarmi nei prossimi mesi. La nostra prova arriva adesso: dimostriamo all’Europa intera, con il nostro ambizioso semestre, che non è un caso che il Trattato dal quale ha preso le mosse quella che poi sarebbe diventata l’Unione sia proprio il Trattato di Roma, il Trattato firmato a Roma, il Trattato firmato in Italia. (Applausi dai Gruppi PD, SCpI eAut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE).
Signor Presidente, onorevoli senatori, il Paese – e vado a concludere – è stremato dai mille conflitti di una politica ridotta a cannoneggiamenti continui da un fronte all’altro, una politica tanto più rissosa quanto più immobile, ripiegata su se stessa, sorda ai veri interessi di chi dovrebbe rappresentare: gli italiani. Questa è l’occasione giusta per dire basta.
L’appello che rivolgo a tutti quanti siedono in quest’Aula lo rivolgo in primo luogo a me stesso: basta con la politica da trincea, concentriamoci finalmente solo su ciò che dobbiamo fare, sulle risposte concrete che il Paese si sta persino stancando di chiederci e che invece ha il pieno diritto di rivendicare: le risposte che si attendono le donne (e so bene che il nostro decreto contro il femminicidio è importante, ma è sul terreno delle pari opportunità, della vera applicazione delle pari opportunità, che dobbiamo muovere in maniera sempre più incisiva); le risposte che dobbiamo dare in materia di ambiente; le risposte che dobbiamo dare in materia di contrasto alle mafie, di quel presidio all’ordine pubblico e della legalità che in questi mesi è stato uno dei capisaldi della nostra azione; le risposte che passano per ulteriori investimenti seri nella scuola, nella ricerca, nella cultura e nell’università.
Onorevoli senatori, coraggio e fiducia è quello che torno a chiedervi. Mi appello oggi al Parlamento, mi appello al Parlamento tutto: dateci fiducia per realizzare questi obiettivi; dateci fiducia per tutto ciò che si è fatto e si è impostato in questi pochi mesi. È una fiducia che non è contro qualcuno, è una fiducia per l’Italia, una fiducia per le italiane e per gli italiani, una fiducia per tutti coloro che aspettano dal Parlamento, dalle istituzioni, dalla politica parole e comportamenti in base ai quali orientare le proprie scelte e su cui fondare ciò che abbiamo il dovere di restituire ai nostri figli: la speranza.
L’11 marzo del 1947 un grande liberale, Benedetto Croce, si rivolse ai suoi colleghi dell’Assemblea costituente, con le stesse parole che io vorrei oggi qui sommessamente rivolgere ad ognuno di voi, personalmente, prima che decidiate se votare il sì o il no alla fiducia. Diceva Benedetto Croce: «Ciascuno di noi si ritiri nella sua profonda coscienza e procuri di non prepararsi, col suo voto poco meditato, un pungente e vergognoso rimorso». (Vivi e prolungati applausi dai Gruppi PD, SCpI e Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE, dei senatori Giovanardi e Bruno e dai banchi del Governo. I senatori dei Gruppi PD, SCpI e Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE si levano in piedi)

Il 29 settembre il Presidente del Consiglio si incontra con il Capo dello Stato per valutare la situazione dell’esecutivo.

Il Capo dello Stato ha ricevuto il Presidente del Consiglio Letta

(Quirinale, 29.9.13) Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ricevuto questa sera al Quirinale il Presidente del Consiglio dei ministri on. Enrico Letta, accompagnato dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi.
E’ stata attentamente esaminata la situazione che si è venuta a creare a seguito delle dichiarazioni del Presidente Berlusconi e delle dimissioni rassegnate dai ministri del PdL in adesione a quell’invito.
Il succedersi nella giornata odierna di dichiarazioni pubbliche politicamente significative dei ministri dimissionari, di vari esponenti del PdL e dello stesso Presidente Berlusconi ha determinato un clima di evidente incertezza circa gli effettivi possibili sviluppi della situazione politica. Da ciò il Presidente del Consiglio ha tratto, d’intesa con il Presidente della Repubblica, la decisione di illustrare in Parlamento – che è la sede propria di ogni risolutivo chiarimento – le proprie valutazioni sull’accaduto e sul da farsi.
Il Presidente del Consiglio concorderà la data dei dibattiti con i Presidenti delle Camere.

Il 28 settembre con le dimissioni dei ministri del PdL dall’esecutivo si apre la crisi di governo.

1 ottobre Risultati Test Ammissione ai corsi di Laurea

Il MIUR rende noti i risulati dei test di ammissione ai corsi di Laurea

Università, a Medicina il 46% dei posti coperti da studenti del Nord
I risultati dei test, c’è tempo fino al 3 ottobre per immatricolarsi

Sostanzialmente stabile la performance dei partecipanti al test per l’ammissione ai corsi di laurea in Medicina e in Odontoiatria, con il voto medio che nel 2012 era di 32,69 su 80 punti disponibili e quest’anno si attesta a 33,85 punti su 90 disponibili. Alle prove risulta idoneo (raggiunge il punteggio minimo di 20) il 69,9% dei candidati. E il 46,04% dei 10.302 posti disponibili sono coperti da studenti del Nord, che in parte potranno dirottare la loro iscrizione in un ateneo del Centro-Sud per poter frequentare la facoltà prescelta. Questi i principali dati che emergono dalle elaborazioni del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca sugli esiti delle selezioni per le facoltà ad accesso programmato. Da quest’anno la graduatoria per l’accesso ai posti è nazionale. Ieri è stata pubblicata sul sito accessoprogrammato.miur.it la graduatoria nominativa definitiva che divide i candidati fra assegnati (coloro che hanno ottenuto la sede prescelta grazie al posizionamento avuto in graduatoria) e prenotati (quelli che potranno immatricolarsi, ma nell’ateneo che avevano indicato come scelta successiva).  C’è tempo fino al 3 ottobre per le immatricolazioni.

Medicina e Odontoiatria
Alla selezione per Medicina e Odontoiatria hanno partecipato 69.055 candidati. I posti disponibili erano 10.302. Sono risultati idonei (hanno raggiunto o superato i 20 punti minimi necessari per cercare di ottenere un posto) 48.272 candidati, il 69,9%. Ma solo in 7.000 circa si sono piazzati nella fascia alta di punteggio (dai 45 punti in su). In media gli studenti idonei hanno ottenuto al test 33,85 punti. Il punteggio medio più alto si registra all’università di Padova: 37,83. Seguono Milano ‘Bicocca’ (37,45) e l’ateneo di Udine (37,17). Nella fascia più bassa l’Università di Foggia (30,28), quella del Molise (29,86) e l’ateneo di Catanzaro (29,78). Dei 10.302 posti disponibili 4.743 (46% del totale) risultano coperti (fra assegnati e prenotati) da studenti del Nord, 3.785 (36,7%) da studenti del Sud e delle Isole, 1.756 (17%) da studenti del Centro. Osservando solo il punteggio ottenuto dagli studenti assegnati e prenotati emerge che il punteggio medio al test è pari a 48,63 con un punteggio maggiore degli studenti residenti al Nord (50.23), rispetto al Centro (47.97) e al Sud e Isole (46,92). I dati evidenziano una limitata mobilità geografica sulle prime scelte: in prima battuta i candidati hanno cercato di entrare, probabilmente anche per ragioni economiche, in un ateneo non distante da casa. Dei 7.212 candidati che hanno trovato posto nell’ateneo che rappresentava la loro prima scelta (i cosiddetti assegnati) 2.971 risiedono al Nord, 1.320 al Centro e 2.908 al Sud o nelle Isole. Quasi tutti coloro che risiedono al Nord hanno indicato come prima scelta un ateneo del Nord (98,18%), coloro che risiedono al centro hanno indicato nel 92,5% dei casi un ateneo del Centro e coloro che risiedono al Sud hanno indicato nel 79.92% dei casi un ateneo del Sud. Complessivamente gli atenei settentrionali risultano più attrattivi: sono indicati come prima scelta da 3.179 candidati (44%) nonostante i residenti al Nord, fra gli assegnati, siano 2.917. Le università settentrionali sono la prima opzione, infatti, anche per il 6,5% degli assegnati del Sud e del 4,85% di quelli del Centro.

Per quanto riguarda i cosiddetti prenotati, quelli che potranno optare per l’ateneo indicato come scelta successiva, su 3.090 candidati in graduatoria 1.281 (41.46%) hanno scelto il Sud, 958 il Nord (31%) e 851 gli atenei del Centro (27.54%). Se si guarda alla residenza degli studenti, nel caso delle seconde scelte emerge che i più disponibili a spostarsi sono i candidati del Nord: se il 51% resta sul territorio settentrionale, il 29% sceglie atenei del Centro e il 20% atenei del Sud. Al contrario gli studenti del Sud per l’82% restano sul loro territorio, per il 14% scelgono atenei del Centro e per il 4% atenei del Nord.

Mettendo a confronto il numero degli studenti assegnati e prenotati con il numero di posti disponibili nell’ambito della stessa area geografica di residenza dello studente e di collocazione dell’ateneo emerge che al Nord e al Sud c’è una maggiore domanda rispetto al numero dei posti a disposizione. Viceversa negli atenei del centro i posti non sono integralmente coperti da studenti residenti nella stessa area geografica. Guardando al corso di Medicina, fra gli atenei più attrattivi ci sono realtà sia del Sud che del Nord. Negli atenei di Milano, Modena e Reggio Emilia, Padova, Verona, Napoli ‘Federico II’, Bari, Catania, Bologna, Milano ‘Bicocca’ sin da subito ci si aspetta l’immatricolazione certa di almeno il 90% delle nuove matricole. Più difficile la situazione di Odontoiatria dove in media le prime scelte sono percentualmente più basse rispetto ai posti disponibili.

Medicina Veterinaria
Rispetto al 2012 cresce la percentuale di idonei nelle prove di Medicina Veterinaria (+3%). Il voto medio degli idonei è paria a 30,76 punti. Il punteggio medio più altro si registra nelle università di Padova (32,65), Milano (31,62), Bologna (31,46). In coda Perugia (29,77), Camerino (29,23), Teramo (26,8). I posti disponibili sono 830 e i partecipanti al test 8.045. Per Medicina Veterinaria risulta che il 72% dei candidati in graduatoria potrà da subito immatricolarsi sulla prima scelta. Tra gli atenei si evidenziano le percentuali di Messina, Padova, Milano, Napoli ‘Federico II’, Pisa dove fin da subito ed entro il 3 ottobre ci si aspetta l’immatricolazione certa di almeno il 90% delle nuove matricole.

Architettura
Anche qui si registra un incremento degli idonei: +3,3% rispetto al 2012. Il voto medio al test è di 31,13 punti. Il punteggio medio più alto si registra a Padova (36,76), seguono Trento (35,89) e lo Iuav di Venezia (34,48). In coda Roma ‘Sapienza’ (30,46), Perugia (30,13) e Roma Tre (30,09). I posti sono 8.787. Per i corsi dell’area di Architettura risulta che l’80% dei candidati in graduatoria potrà da subito immatricolarsi sulla prima scelta.

Allegati

1 ottobre 50 anni di Scuola Media Unica

Il 31 dicembre del 1962 è approvata la Legge 1859/62 (in GU 30.01.63, n. 27) di riforma della Scuola Media; il primo ottobre 1963 l’avvio delle lezioni.

1 Ottobre 2013: la Scuola Media Unica compie 50 anni

“Penso che quella della Scuola Media Unica sia stata la più grande riforma della scuola italiana dal Dopoguerra a oggi e che ne dobbiamo essere orgogliosi. Fu un grande elemento di democrazia e di apertura e dovremmo anche riprenderne i fondamenti, non trascurando di valutare la qualità della nostra scuola di massa e della formazione”. Lo afferma il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, in occasione del 50° anniversario della riforma della Scuola Media Unica. Il 31 dicembre del 1962 veniva infatti approvata la legge di riforma della Scuola Media che diventava obbligatoria e gratuita per tutti i ragazzi e le ragazze dagli 11 ai 14 anni. Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il 31 gennaio del 1963, il primo ottobre 1963 l’avvio delle lezioni per 600.000 alunni di ogni estrazione sociale. Dopo la Riforma Gentile quella della Scuola Media Unica è stata la prima, grande, riforma democratica. “L’idea che tutti dovessero fare questi tre anni di studio fu un’idea di grandissima portata”, ha aggiunto il ministro Carrozza. Con l’avvio della Scuola Media Unica, nata a seguito di un vitale dibattito parlamentare, il nostro Paese dava infatti avvio ad una fase importante di mobilità sociale e di emancipazione civile.

Alla base della nuova legge alcuni articoli mai attuati della Costituzione, in particolare l’articolo 34 che prevedeva l’istruzione obbligatoria per tutti per almeno otto anni. ‘La Scuola Media concorre a promuovere la formazione dell’uomo e del cittadino secondo i principi sanciti dalla Costituzione e favorisce l’orientamento dei giovani ai fini della scelta dell’attività successiva’, recita l’articolo 1 della legge che ha istituito la Media Unica. La nuova Scuola Media riunificava in un unico ambito le possibilità presenti dopo il ciclo primario che obbligava gli studenti anche ad una scelta di vita troppo precoce. Prima del 1963, infatti, per la fascia di età compresa fra gli 11 e i 14 anni era prevista la scelta fra una Scuola Media triennale, istituita dalla riforma Bottai nel 1940, o altre specializzazioni professionalizzanti. Ma mentre la Media triennale, a cui si accedeva con un impegnativo esame di ammissione, consentiva il successivo proseguimento degli studi in tutti i settori dell’istruzione secondaria superiore, i percorsi professionalizzanti no. Con la nuova legge veniva anche abolito l’esame di ammissione alla scuola media, mentre la Licenza media conseguita con il superamento dell’Esame finale permetteva la successiva iscrizione a tutti gli indirizzi di istruzione superiore.

Educazione&Scuola Newsletter n. 1033

Educazione&Scuola Newsletter n. 1033

Settembre 2013

Su Educazione&Scuola

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Il concorso Sito Web dell’Anno inizierà il 7 Ottobre e Educazione&Scuola – già vincitrice nel passato anno come miglior sito Educational – è finalista anche per il 2013 nella categoria “Educazione & Pubblico dominio”.

Saremmo felici se riteneste di volerci assegnare ancora una volta la vostra preferenza.

A partire dal 7 ottobre 2013 sarà possibile esprimere il vostro voto dalla pagina
http://www.sitowebdellanno.it/educazione-scuola


Anief continua la campagna di adesione ai ricorsi per sbloccare gli aumenti di stipendio al personale di ruolo, valutare per intero ai fini giuridici ed economici tutti gli anni di precariato, dare gli scatti di anzianità ai precari ai sensi delle recenti sentenze della Corte costituzionale e della Corte di giustizia europea. Il sindacato rimane vigile sulla converione in legge del decreto che ripristina le vecchie regole per TFR/TFS e sull’emendamento che cancella l’orario dei docenti a 24 ore. Nel frattempo, ricordiamo a tutti i docenti di ruolo o laureati dopo il 2002 che entro il 7 novembre possono aderire al ricorso per partecipare al concorso a cattedra, richiedendo le istruzioni operative e presentando la domanda.


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Notizie

30 settembre DL “Valore Cultura” alla Camera

La 7a Commissione della Camera esamina il Disegno di Legge di conversione del decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, recante la valorizzazione dei beni e delle attività culturali

28 settembre Crisi di Governo

Con le dimissioni dei ministri del PdL dall’esecutivo si apre la crisi di governo

27 settembre Integrazione disabili in CdM

Il Consiglio dei ministri adotta il Programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità

27 settembre Libri di Testo A.S. 2014-2015

Il Ministro firma il decreto relativo ai libri di testo per l’a.s. 2014/2015: graduale passaggio al testo digitale, ridotti i tetti di spesa

26 settembre Razionalizzazione PA in Senato

26 settembre DL “L’Istruzione riparte” alla Camera

La 7a Commissione della Camera esamina il DL 104/2013, Misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca

23 settembre Inaugurazione anno scolastico 2013-2014

Si svolge, presso il Quirinale, la cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico 2013-2014

20 settembre CCNQ Permessi sindacali in CdM

Il Governo esprime parere favorevole sull’Ipotesi di contratto collettivo nazionale quadro per la ripartizione dei distacchi e permessi alle organizzazioni sindacali rappresentative nei comparti per …

19 settembre “Destinazione Italia” in CdM

Il Consiglio dei Ministri, nel corso della riunione del 19 settembre, approva il piano “Destinazione Italia”, un progetto per attirare gli investimenti esteri e favorire la competitività delle imprese …

18 settembre Edilizia scolastica in 7a Camera

La 7a Commissione della Camera prosegue l’indagine conoscitiva sulla situazione dell’edilizia scolastica in Italia

17 settembre Riforme costituzionali

Il Presidente del Consiglio riceve dal ministro per le Riforme la relazione finale della Commissione per le Riforme costituzionali

17 settembre Unione nazionale Gruppi sportivi scolastici in 7a Camera

La 7a Commissione della Camera esamina il DdL sull’Istituzione dell’Unione nazionale dei gruppi sportivi scolastici.

16 settembre Il ministro inaugura l’anno scolastico

Il ministro Carrozza inaugura l’anno scolastico a Casal di Principe

15 settembre Inizio Trattative Contratto Integrativo di Istituto

In ragione di quanto previsto dall’art. 6, c. 2, del CCNL Scuola, le trattative per il rinnovo del Contratto integrativo di Istituto devono avere inizio non oltre il 15 settembre

Concorso Dirigenti Scolastici

11 settembre: dal 3 ottobre 2013 si svolgono le prove orali per i 959 candidati ammessi in Campania

10 settembre Sessione straordinaria Esami di Stato

La sessione straordinaria degli esami di stato 2012-2013 si svolge a partire dal 10 settembre 2013

9 settembre DL “L’Istruzione riparte” in CdM

Il Consiglio dei ministri approva un decreto legge relativo a “Misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca”

5 settembre Termine Iscrizione PAS

Le iscrizioni on line ai Percorsi Abilitanti Speciali (PAS) per l’insegnamento, previsti dal DDG n. 58 del 25 luglio 2013, sono prorogate alle ore 14,00 del 5 settembre 2013

4 settembre Ripresa lavori Parlamento

I lavori di Camera e Senato, sospesi per la pausa estiva, riprendono il 4 settembre 2013

3 settembre Ammissione ai Corsi di Laurea ad accesso programmato

Le prove di ammissione ai corsi di laurea ad accesso programmato a livello nazionale, per l’a.a. 2013/2014, si svolgono dal 3 al 10 settembre 2013

1 settembre Inizio Anno Scolastico 2013-2014

Il 1° settembre 2013 ha inizio il nuovo anno scolastico 2013-2014

 


Norme

Nota 27 settembre 2013, MIURAOODGSSSI Prot. n. 2336/RU/U

Aggiornamento Scuola in chiaro a.s. 2013/2014

Decreto Ministeriale 27 settembre 2013, n. 781

Definizione delle caratteristiche tecniche e tecnologiche dei libri di testo e i tetti di spesa per la scuola primaria, la secondaria di primo grado e …

Avviso 27 settembre 2013

Olimpiadi di Informatica nazionali ed internazionali – Edizione 2013-2014

Nota 26 settembre 2013, AOODGSC Prot. n. 6151

Programma di educazione all’imprenditorialità: “Impresa in azione”

Nota 26 settembre 2013, AOODGSC Prot. n. 6152

Giornata di informazione/formazione per la Rete nazionale EUROGUIDANCE. Roma, 10 ottobre p.v. , presso la sede ISFOL, corso d’Italia, n. 33, Roma

DIPLOMA DI BACCELLIERATO INTERNAZIONALE

Elenco delle Istituzione scolastiche e dei Collegi del Mondo Unito idonee a rilasciare il diploma di baccellierato internazionale

Disegno di Legge (Senato, 25.9.13)

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, recante disposizioni urgenti per la tutela, la valorizzazione e il rilancio …

Nota 25 settembre 2013, Prot. n. A00DGPER 9774

Chiarimenti conferimento supplenze scuola primaria nota n.1878 del 30.8.2013

Avviso 25 settembre 2013

Risultati IESO 2013 Olimpiadi Internazionali di Scienze della Terra – Mysore India

Avviso 24 settembre 2013

Olimpiadi della Matematica 2013 – 2014

Avviso 24 settembre 2013

Olimpiadi Italiane della Fisica 2013 – 2014

Nota 24 settembre 2013, Prot. n. 4985

Problematiche relative al periodo transitorio di applicazione del riordino, per mancato allineamento delle discipline

Nota 23 settembre 2013, Prot. n. AOODGPER 9632

Personale docente, amministrativo, tecnico ed ausiliario (A.T.A.) – adeguamento organico di diritto alle situazioni di fatto – a.s. 2013/14 – chiusura …

Avviso 23 settembre 2013

Olimpiadi italiane di informatica 2013: ecco i migliori talenti del digitale vincitori della competizione 2013

Avviso 20 settembre 2013

Al via la III tappa della mostra didattica itinerante VESPASIANO E LA SCUOLA – Rieti, 20 Settembre 2013 – Museo Civico – Sezione Archeologica

Nota 20 settembre 2013, Prot. n. AOODGPER. 9594

Chiarimenti sulla nota 9416 del 18 settembre 2013 – Messa a disposizione

Nota 19 settembre 2013, AOODGOS Prot. n. 4903

Sezioni primavera – Intese regionali. (art. 2 Accordo Conferenza Unificata 1.08.2013)

Nota 19 settembre 2013, MIURAOODGOS Prot.n.4902

Studenti con sindrome di Down. Validità certificazioni

Avviso 19 settembre 2013

XXII Olimpiade di Filosofia e Seminario di Formazione in Filosofia Aggiornamento

Nota 19 settembre 2013, Prot. MIURAOODGOS n. 4900

Gruppo di Lavoro per la conoscenza della storia degli Esuli dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia – Iniziative A.S. 2013-2014

Nota 19 settembre 2013, AOODGPS Prot.n.1231

DPR 263/12 – Centri per l’istruzione degli adulti: 1) Progetti assistiti a livello nazionale – 2) Azioni di Innovazione – Invio Documentazione

Nota 19 settembre 2013, MIURAOODGOS 4905

“Giornata proGrammatica” in collaborazione con Rai Radio3, 26 settembre 2013

Nota 18 settembre 2013, Prot. n. AOODGPER.9416

Graduatorie di istituto. Nomina supplenti su posti di sostegno

Nota 18 settembre 2013, Prot. MIURAOODGOS 4874

Olimpiadi Italiane di Astronomia 2014

Circolare Ministeriale 18 settembre 2013, n. 24

Corsi integrativi per diplomati dei licei artistici statali, paritari e ll.rr. Anno scolastico 2013-2014. Decreto Legislativo n. 297/94, art. 191

Nota 18 settembre 2013, Prot. MIURAOODGOS 4871

Concorso nazionale “Giovanni Virgilio Schiaparelli” – IV Edizione A.S. 2013-2014

Nota 18 settembre 2013, AOODGPER Prot. n. 9444

Ipotesi di Accordo 12 maggio 2011. Prima e seconda posizione economica – Personale ATA – Sospensione flusso al MEF decorrenza 1° settembre 2013

Nota 17 settembre 2013, AOODGPFB Prot. 6348

Istruzioni predisposizione PA13 – sett-dic – “Istruzioni per l’aggiornamento del Programma Annuale per l’e.f. 2013 periodo settembre-dicembre”

Organico Diritto Sostegno A.S. 2013-2014

Tabella F

Nota 17 settembre 2013, MIURAOODGOS Prot. n.4842

Bicentenario di fondazione dell’Arma dei Carabinieri – Concorso artistico rivolto agli studenti degli ultimi due anni dei licei artistici e istituti …

Nota 13 settembre 2013, MIURAOODGSSSI prot. n. 2235/RU/U

Avvio Anno Scolastico 2013/2014: aggiornamento Anagrafe Nazionale degli Studenti

Nota 13 settembre 2013, Prot. MIURAOODGOS n. 4733

Concorso nazionale “NewDesignduemilatredici”. Premiazione Sala delle Colonne – Ca’ Giustinian Venezia, 3-6 ottobre 2013

Decreto-Legge 12 settembre 2013, n. 104

Misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca

Avviso 12 settembre 2013

“COLORday 2013” – 21 settembre 2013

Nota 11 settembre 2013, Prot. n. 5794

Bando di partecipazione al Programma “Attività di formazione e sensibilizzazione del corpo docente delle scuole primarie e secondarie sui temi della lotta …

Nota 11 settembre 2013, Prot. n. MIURAOODGOS/4693

Orientascienze per i docenti: Premio nazionale Didattica della Scienza – Catania 13 Novembre 2013

Avviso 10 settembre 2013

SEMINARIO PROGETTO LS-OSA

Avviso 9 settembre 2013, Prot. n. 8917

Soggiorni professionali presso Istituti scolastici francesi riservati a docenti italiani

Protocollo d’Intesa MIUR – Università di Siena

Educazione all’ascolto musicale

Nota 9 settembre 2013, Prot.n. 8843

Direttiva n. 90/2003 articolo 6. Diffusione delle iniziative di formazione promosse da Soggetti accreditati/qualificati per la formazione del personale …

Nota 6 settembre 2013

A.F. 2013 Pagamento supplenze brevi a.s. 2012/13, rinvio al 19 settembre 2023 prelevamento dai POS giacenze inutilizzate

Nota USR Emilia Romagna 6 settembre 2013, Prot.14910

Alunni segnalati per Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA). Indicazioni per l’avvio dell’a.s. 2013-2014

Nota 6 settembre 2013, Prot. n. AOODGPER.8722

D.D.G. 13.7.2011 e procedure concorsuali precedenti – Immissione in ruolo dirigenti scolastici – Presentazione documentazione di rito

Circolare Ministeriale 5 settembre 2013, n. 23

Sessione 2013 Esami Stato abilitazione esercizio libere professioni di Perito Agrario, Perito Industriale, Geometra, Agrotecnico

Nota 5 settembre 2013, Prot. AOODGPER n. 8719

Cessazione dal servizio personale docente in esubero a.s. 2013/14

Avviso 4 settembre 2013

Bando per la raccolta di progetti congiunti di ricerca tra Italia e USA

Nota 4 settembre 2013, Prot. AOODGPER n. 8680 Uff. III

Supplenze personale docente, educativo ed ATA. A.S. 2013/14. Precisazioni

Nota 4 settembre 2013, Prot. n. 4559

Progetti per le scuole in collaborazione tra Parlamento e Miur. Trasmissione bandi a.s. 2013-14

Avviso 4 settembre 2013

IV seminario residenziale di formazione dei docenti delle 150 scuole polo del progetto Nazionale PP&S (Problem Posing and Solving)

Decreto Ministeriale 4 settembre 2013, n. 755

Bando “Borse di mobilità per studenti universitari immatricolati nell’a.a. 2013/14”

Nota 3 settembre 2013, Prot. n. 8633

Avviso 2 settembre 2013

Addetto Scientifico presso l’Ambasciata d’Italia in Città del Messico

Nota 2 settembre 2013, Prot. n. 4489

Risultati dell’indagine nazionale sulla prova scritta di matematica agli esami di Stato di liceo scientifico

Avviso 2 settembre 2013

Addetto Scientifico presso l’Ambasciata d’Italia in Pretoria

 


Rubriche

in Bacheca della Didattica

Valutare il lavoro dei docenti

di Enrico Maranzana

Il teorema di Pitagora

di Enrico Maranzana

Fare il DS

di Dario Cillo

Il bisogno educativo e la virtuosa omologazione

di Stefano Stefanel

Nuovi indirizzi per la formazione del personale scolastico

di Enrico Maranzana

Il corso obbligatorio sulla sicurezza ed il Vesuvio

di Bianca Fasano

Sei questioni mal poste

di Enrico Maranzana

La Carta dei diritti dei bambini all’arte e alla cultura

di Margherita Marzario

in Concorsi

Fare il DS

di Dario Cillo

Concorso Dirigenti Scolastici

11 settembre: dal 3 ottobre 2013 si svolgono le prove orali per i 959 candidati ammessi in Campania

in Esami

Lettera aperta al Ministro Carrozza

di Maurizio Tiriticco

in Europ@Fondi Strutturali di Fabio Navanteri

25/09/2013 – Agenda digitale – Autorizzazione dei piani presentati dalle scuole

Autorizzazioni Sicilia e Campania e comunicazione all’USR

09/09/2013 – Razionalizzazione/Dimensionamento Istituti Scolastici. Autorizzazione Piani Integrati di Istituto. Precisazione

Nota prot. 8883 del 6 settembre 2013

06/09/2013 – Rettifica e precisazioni sull’avvio delle attività formative per i Revisori dei Conti

Nota n. 8868 del 6 settembre 2013 e allegato

06/09/2013 – Conclusione del Piano per la Formazione e Informazione di Team per la Valutazione nell’ambito delle indagini nazionali e internazionali

Circolare prot. 8863 del 6 settembre 2013

05/09/2013 – Razionalizzazione/Dimensionamento Istituti Scolastici

Nota n. 8773 del 4 settembre 2013

04/09/2013 – Obiettivo/Azione H.2 Prosecuzione delleattività formative in Calabria, Campania, Sicilia

Circolare n. 8704 del 3 settembre 2013

in Famiglie

Sportello Genitori Studenti e Scuola

a cura di Cinzia Olivieri

in Handicap&Società di Rolando Alberto Rorzetti

FAQ Handicap e Scuola – 54

a cura dell’avv. Salvatore Nocera e di Rolando Alberto Borzetti

Trasporto ed assistenza gratuite per l’inclusione di alunni con disabilità

di Salvatore Nocera

Convegni, Incontri, Seminari, Concorsi 2013

a cura di Rolando Alberto Borzetti

Utilizzazione in posti di sostegno di docenti privi dei prescritti titoli di specializzazione

di Salvatore Nocera

Sostegno: le sentenze valgono anche per gli anni successivi

di Salvatore Nocera

Attuazione delle Indicazioni Nazionali 2012

di Salvatore Nocera

in InformagiovaniLa Rete di Vincenzo Andraous

Droga in calo ma sarà vero?

di Vincenzo Andraous

La guerra che non c’è

di Vincenzo Andraous

in LRE di Paolo Manzelli

Search of adhesions and partnerships to the “quArte” Program/Project

di Paolo Manzelli

EGO-CreaNET: Sintesi attività secondo trimestre 2013

di Paolo Manzelli

CULTURE-ECONOMY

di Paolo Manzelli

in PSSP&MD di Umberto Tenuta

Condizionamento e Decondizionamento

di Maria Rita Natella e Rosa Maria Cannavale

in Psicologia

L’educazione sessuale comincia dalla nascita

di Adriana Rumbolo

in Recensioni

G. Schiavo, Dal Signor Maestro al Prof in crisi

L’insegnante di scuola attraverso la letteratura italiana contemporanea

G. Alulli – F. Farinelli – A. Petrolino, L’autovalutazione di Istituto

Modelli e strumenti operativi

P. Di Paolo, Mandami tanta vita

di Antonio Stanca

F. Filia, La neve

di Bianca Fasano

D. Maraini, La seduzione dell’altrove

di Antonio Stanca

in Software

Internet, Reti, Nuove tecnologie

INDAGINE SULL’USO DEI NUOVI MEDIA TRA GLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI LOMBARDE

Università di Milano-Bicocca, con la collaborazione di OssCom, Università Cattolica del Sacro Cuore …

Capire l’Informatica di Paolo Rocchi

in Statististiche

Teachers’ and School Heads’ Salaries and Allowances in Europe, 2009/10

Eurydice

Sedi, alunni, classi e dotazioni organiche A.S. 2013/2014

MIUR

Le problematiche dell’insegnamento e percezione di alcune proposte di riforma

di Swg per Gilda degli Insegnanti

in Stranieri

Prove di futuro – Integrazione, cittadinanza, seconde generazioni

Piacenza, 13 e 14 settembre 2013

in Tiriticcheide di Maurizio Tiriticco

Lettera aperta al Ministro Carrozza

di Maurizio Tiriticco

Le attività formative della Scuola IAD e del Baicr

Intervista a Maurizio Tiriticco

La vaghezza dei BES!

di Maurizio Tiriticco

I BES: un’invenzione… BEStiale?!

di Maurizio Tiriticco

Care studentesse! Cari studenti!

di Maurizio Tiriticco

Il liceo classico: le ragioni di una crisi

di Maurizio Tiriticco

Decisivo il ‘comportamento insegnante’

di Maurizio Tiriticco

 


Rassegne

Stampa

Sindacato

Gazzetta Ufficiale

 

30 settembre Esiti Concorso a Cattedre

Il MIUR rende noti i dati parziali relativi al Concorso a Cattedre

Scuola, Operazione Trasparenza sul concorso dei docenti
Ecco i dati relativi alle procedure

Al via l’Operazione Trasparenza sul concorso a cattedre degli insegnanti indetto il 24 settembre  2012, per un totale di 11.542 posti. Il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, ha infatti disposto la diffusione dei dati relativi al cosiddetto ‘concorsone’ disponibili presso gli uffici ministeriali.

Quelli sui vincitori sono da considerarsi parziali: ci sono ancora commissioni al lavoro in Toscana, Lazio, Sicilia, Calabria e Veneto. Ad oggi i vincitori sono 8.303. Di questi, 3.255 sono stati immessi in ruolo ad agosto dopo il via libera da parte del Consiglio dei ministri a 11.268 assunzioni.

In totale ad agosto sono stati assunti da concorso (quello del 2012 e quelli precedenti) 4.089 insegnanti. I rimanenti posti sono andati a docenti presenti nelle Graduatorie ad esaurimento (Gae). La mancata proporzione del 50% prevista dalla legge (metà assunzioni da concorso e metà da Graduatorie ad esaurimento) è spiegabile con il fatto che il concorso a cattedre del 2012 non è stato bandito su tutte le classi di concorso. E per alcune classi il concorso non è stato bandito in tutte le Regioni. Ad esempio non sono stati banditi posti per materie come Strumento Musicale per la scuola secondaria di primo grado, Storia dell’Arte per il secondo grado, Lingua e Letteratura Spagnola, Tecnologia e Disegno Tecnico, Topografia, Zootecnia. Non sono stati banditi posti per Matematica per la secondaria di primo grado in Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Molise e Umbria perché si è bandito solo dove c’erano almeno un numero minimo di disponibilità. Un’altra criticità è emersa dalle commissioni: la normativa vigente non ha consentito l’esonero dall’insegnamento di quanti erano impegnati come commissari. Il che ha comportato rallentamenti delle operazioni e dimissioni da parte dei commissari stessi con problemi operativi durante le fasi concorsuali.

La fase di preselezione
Dalle tabelle risulta che dei 326.459 candidati ammessi alle prove di preselezione svolte lo scorso dicembre, 108.440 (il 33,2%) appartenevano alle Gae (Graduatorie ad esaurimento). I rimanenti 218.019 (66,7%) candidati si suddividevano fra docenti presenti nelle graduatorie di istituto (abilitati e non) e laureati entro il 2002 a cui, come previsto dalla legge, è stata data la possibilità di tentare l’ingresso nella scuola.

Il passaggio allo scritto
Hanno superato la prova di preselezione 94.814 candidati, di cui 34.823 iscritti nelle Gae e 59.991 esterni alle Graduatorie ad esaurimento. Più brillante la performance degli iscritti in graduatoria: il 32,1% ha superato la preselezione. Fra gli esterni è passato il 27,5%. Un trend confermato dal successivo step: lo scritto è stato superato da 22.607 candidati di cui 10.888 iscritti in graduatoria (passa il 31,2%) e 11.719 esterni alle graduatorie ad esaurimento (passa il 19,5%).

Il profilo dei vincitori e le immissioni in ruolo
I posti a bando erano 11.542. Trattandosi di un concorso a cattedra il numero dei vincitori corrisponde a quello delle cattedre bandite. Ad oggi, tuttavia, a causa di rallentamenti che si sono verificati nelle procedure concorsuali di alcune regioni (restano aperte 13 procedure in Toscana, 16 nel Lazio, 4 in Sicilia, 4 in Calabria, 1 in Veneto),  risultano vincitori 8.303 candidati. Donna, over 35 e già iscritta in una Graduatoria ad esaurimento. Questo il profilo medio del vincitore. Nel dettaglio le donne sono l’80,9% (6.721) dei vincitori. Gli over 35 sono il  51% (4.238), gli under 30 sono il 9,5% (795). Su 8.303 vincitori, 5.733 (il 69%) risultano essere iscritti in una Graduatoria ad esaurimento, 1.290 sono i laureati fino al 2002, 66 sono presenti in seconda fascia e 1.290 sono in terza fascia nelle Graduatorie di istituto. Degli 8.303 vincitori, 3.255 (il 39%) sono stati assunti a tempo indeterminato ad agosto dopo il via libera del governo a 11.268 immissioni in ruolo del personale docente ed educativo. I rimanenti vincitori saranno assunti nel corso dei prossimi anni.

Tabelle_vincitori_concorso_a_cattedre

Tabelle_vincitori_concorso_a_cattedre_Pagina_1

Tabelle_vincitori_concorso_a_cattedre_Pagina_2

27 settembre Integrazione disabili in CdM

Il Consiglio dei ministri, nel corso della seduta del 27 settembre, ha deliberato di adottare, su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità, a seguito del parere favorevole espresso dalla Conferenza unificata. Il Programma, predisposto dall’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, si articola su sette linee di intervento: revisione del sistema di accesso, riconoscimento della certificazione della condizione di disabilità e modello di intervento socio-sanitario; lavoro e occupazione; politiche, servizi e modelli organizzativi per la vita indipendente e l’inclusione nella società; promozione e attuazione dei principi di accessibilità e mobilità; processi formativi ed inclusione scolastica; salute, diritto alla vita, abilitazione e riabilitazione; cooperazione internazionale (redatto con lo specifico contributo del Ministero degli affari esteri).

27 settembre Libri di Testo A.S. 2014-2015

Il Ministro firma il decreto relativo ai libri di testo per l’a.s. 2014/2015: graduale passaggio al testo digitale ridotti i tetti di spesa.

Scuola, Carrozza firma decreto sui libri digitali
Introduzione graduale, ridotti i tetti di spesa

Scuola, al via la transizione verso il libro digitale. Il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Maria Chiara Carrozza ha infatti firmato il decreto ministeriale che sancisce tempi e modi del passaggio dalla carta all’e-book. La novità verrà introdotta gradualmente a partire dal prossimo anno scolastico. Sempre dal 2014/2015 cambieranno, poi, anche i tetti di spesa per i testi, con un risparmio immediato del 10% per le famiglie degli alunni che frequenteranno le classi prime della secondaria di primo grado e le prime e le terze della secondaria di secondo grado, quelle in cui la dotazione libraria viene cambiata per intero risultando dunque più costosa.

Il decreto contiene, nel suo allegato, anche linee guida sul libro del futuro che dovrà essere sempre meno di carta, ma, soprattutto, fruibile su tutti i supporti digitali (tablet, pc, lavagne interattive di produttori diversi), in modo da lasciare la massima libertà nell’acquisto a famiglie e insegnanti.

“Sono consapevole dell’importanza di questo passaggio storico al libro digitale – afferma il Ministro Maria Chiara Carrozza – Probabilmente il modo di apprendere cambierà molto. Ma non deve cambiare la nostra attenzione ai contenuti, alla qualità degli apprendimenti e alle pari opportunità per tutti gli studenti italiani. Credo – aggiunge – che il libro digitale possa rappresentare una grande opportunità di crescita e progresso per la nostra scuola se sarà vissuto in modo aperto e progressivo da tutti gli attori del sistema scolastico”.

La transizione al digitale e i tetti di spesa:
Si parte dal prossimo anno scolastico. Dal 2014/2015, e per i successivi anni scolastici, i collegi dei docenti potranno adottare, “limitatamente alle nuove adozioni e non per le conferme di adozione”, libri nella versione elettronica o mista (parte cartacea, parte multimediale). La conversione al digitale sarà dunque graduale. Mentre calano da subito i tetti di spesa nelle classi dove i costi per la dotazione libraria sono solitamente più elevati. Nel 2014/2015, infatti, nelle prime della secondaria di primo grado e nelle prime e terze della secondaria di secondo grado, i tetti saranno ridotti del 10% laddove i libri richiesti saranno in versione mista (in parte digitali, in parte cartacei). Se invece, nelle stesse classi, i docenti decideranno di adottare solo libri digitali il tetto di spesa sarà ridotto del 30%. La riduzioni si applicheranno progressivamente alle classi successive. Il Ministero promuoverà un monitoraggio dell’andamento delle adozioni anche per diffondere le migliori pratiche e sostenere i processi di innovazione. Restano confermati per il 2014/2015 i prezzi di copertina dei libri di testo per la scuola primaria già definiti per il 2013/2014, eventualmente incrementati del tasso di inflazione programmata. Il precedente decreto sui libri digitali, il n. 209 del 26 marzo 2013, è abrogato.

Il libro del futuro:
Il libro del futuro sarà sempre meno cartaceo e sempre più elettronico. La riduzione dei tetti di spesa più sostanziosa per chi passa all’e-book punta a promuoverne la diffusione. Digitale dovrà comunque fare rima con qualità. Nel decreto firmato dal ministro si fissano infatti precisi paletti per le caratteristiche degli e-book. I libri di testo, anche nella versione non cartacea, dovranno continuare ad essere conformi alle indicazioni nazionali (i piani di studio), dovranno offrire un’esposizione autorevole degli argomenti, organizzare contenuti complessi in un percorso narrativo efficace attraverso infografiche, animazioni, tabelle, contenuti audio e video.

I software utilizzati per i libri digitali dovranno essere aperti e interoperabili, fruibili con la stessa qualità, cioè, su tutti i supporti elettronici, dai computer ai tablet, in commercio per lasciare libertà di scelta alle famiglie e ai docenti nell’acquisto. I dati raccolti eventualmente attraverso le piattaforme di fruizione dovranno essere gestiti secondo le normative sulla privacy. Nel caso siano necessari software specifici per l’utilizzo degli e-book o dei contenuti digitali dei libri misti, gli studenti dovranno poterli scaricare gratuitamente sul sito dell’editore. Nel caso di testi misti, la parte cartacea dovrà essere prodotta utilizzando materie prime di costo contenuto e con un occhio al peso complessivo del libro, favorendo i fascicoli rispetto ai tomi di molte pagine a patto di mantenere lo stesso prezzo di copertina.

23 settembre Inaugurazione anno scolastico 2013-2014

tuttiascuola

Si svolge il 23 settembre, presso il Quirinale, la cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico 2013-2014.

Intervento del Presidente Napolitano alla cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico 2013-2014

(Palazzo del Quirinale, 23/09/2013) L’aver accettato, nell’interesse del paese, la rielezione a Presidente della Repubblica mi permette – e mi fa molto piacere – di essere ancora qui con voi oggi e di parlare al mondo della scuola italiana. L’inizio dell’anno scolastico è, infatti, il momento e l’occasione migliore per rivolgere un augurio di buon lavoro agli insegnanti, al personale tecnico, a tutti coloro che sono impegnati nell’istruzione e per l’istruzione nella pubblica amministrazione e nella società civile. Do il benvenuto a tutte le autorità presenti. E rivolgo un saluto affettuoso a voi studenti di ogni età, ai vostri genitori e, lasciatemi aggiungere, ai vostri nonni. Non ho mai trascurato in questi anni di considerare l’istruzione a tutti i livelli uno dei pilastri e degli assi portanti della nostra società.

E in questo momento dobbiamo rinnovare e rafforzare le potenzialità di sviluppo della società italiana. Non siamo ancora usciti dalla crisi finanziaria, economica, sociale che ha colpito così duramente negli ultimi anni il nostro paese, e gran parte del mondo, dagli Stati Uniti d’America all’Europa. Sono ancora tante le famiglie che soffrono di difficoltà e di privazioni, che non ce la fanno, o ce la fanno a fatica, ad andare avanti ogni mese, che mancano di sostegni essenziali, innanzitutto il lavoro per i figli se non anche per genitori : come in Sardegna, dove è risuonata ieri la parola solidale e ispirata del Pontefice. Molti sacrifici si sono imposti ovunque nel nostro paese. L’economia e l’occupazione tardano a riprendersi : ma i primi segni di ripresa si vedono, e si riaffaccia la speranza di un nuovo, più solido sviluppo – su basi più giuste – dell’economia e della società.

Ebbene, dobbiamo fare tutti la nostra parte per far crescere i semi che appaiono e possono maturare di un miglioramento e cambiamento positivo della nostra situazione. La politica non sprechi questo momento più favorevole e faccia, attraverso il governo e il Parlamento, la sua parte, procedendo, senza incertezze e tantomeno rotture, nel compiere le azioni necessarie. Si mobilitino tutte le forze valide del paese. Anche quelle della scuola. E vengo al punto.

Pure la scuola negli ultimi anni ha sofferto delle ristrettezze provocate dalla crisi generale e ha sofferto – diciamo la verità – di incomprensioni e miopie, di rifiuti e tagli alla cieca – più che di una necessaria lotta contro innegabili sprechi – da parte dei responsabili della cosa pubblica. Ebbene, si sta ora comprendendo che bisogna cambiare strada : è questo il segno della giornata di oggi qui al Quirinale, è questo il segno nel quale inizia il nuovo anno scolastico. Ce lo dicono senza dubbio i provvedimenti adottati dal governo, specialmente il decreto approvato dieci giorni fa dal Consiglio dei ministri in materia di istruzione, università e ricerca: e vi ha fatto puntuale riferimento il ministro Carrozza che ne è stata promotrice con una passione e determinazione di cui desidero darle atto.

E in effetti – questo bisogna ben capire – rafforzare l’istruzione a tutti i livelli, sviluppare la ricerca scientifica, rendere più elevata e moderna la formazione dei giovani attraverso tutti i canali, ciò è decisivo per superare la crisi, per combattere la disoccupazione, per competere nel mondo d’oggi, per costruirci il futuro che l’Italia può riuscire a darsi.

Le conoscenze, le capacità possedute dai cittadini di un paese favoriscono uno sviluppo economico costante. Questo insieme di conoscenze si definisce capitale umano proprio per sottolineare il fatto che si tratta di una vera e propria ricchezza, di un patrimonio su cui un paese può contare. Se vogliamo capire quanto vale questo patrimonio dobbiamo guardare sia alla quantità dei diplomati e dei laureati, sia alla qualità, cioè a quanto si è imparato davvero a tutti i livelli dell’istruzione. L’Italia purtroppo resta ancora indietro rispetto ad altri paesi avanzati – agli ultimi posti nell’Unione Europea – per il numero di quanti procedono fino in fondo negli studi : sono addirittura calate negli ultimi anni le iscrizioni all’università, in concomitanza con l’aggravarsi della crisi economica. E’ a rischio il progresso realizzatosi nel lungo periodo precedente. L’Italia resta indietro anche per quanto riguarda le competenze che si acquisiscono con l’istruzione, come vengono misurate internazionalmente. Il ritardo è particolarmente grave al Sud, dove il divario rispetto al resto del paese aumenta man mano che si passa ai gradi più alti dell’istruzione, ma è presente anche nelle periferie delle grandi città su tutto il territorio nazionale. L’aspetto più positivo è dato dalla sensibilità e dall’impegno delle ragazze e delle giovani, la cui percentuale di partecipazione ai livelli più alti dell’istruzione supera nettamente quella maschile.

Il potenziamento del sistema scolastico là dove si presenta più debole è uno degli elementi del rinnovato impegno che l’attuale Governo sta dedicando all’istruzione. Potenziamento, a cominciare dalle strutture materiali, dagli edifici scolastici divenuti antiquati e insicuri.

Imparare è importante per l’intero sistema paese. Ma cosa serve perché a scuola si impari al meglio? I risultati di varie ricerche ci dicono che più di altri fattori conta l’apporto degli insegnanti. E quindi ci si deve impegnare a investire – in risorse e iniziative – come il Governo ha iniziato a fare, perché la già notevole professionalità dei nostri docenti si rafforzi.
È giusto premiare il merito, incentivare chi lavora nella scuola a fare sempre meglio. Ma occorre anche che gli insegnanti più ricchi di talento siano generosi nel condividerlo.

Infatti, si ottengono buoni insegnanti non solo con un’accurata formazione e con opportuni aggiornamenti, ma anche e molto promuovendo la trasmissione e lo scambio nella capacità di insegnare. Non bisogna mai smettere di imparare gli uni dagli altri, anche dai giovani, e scambiare quel che si è imparato. Sappiamo quante buone pratiche vanno spesso disperse.

Quello che vale per gli insegnanti vale anche per gli studenti. La pratica dell’aiuto negli studi dato dai più bravi a chi resta indietro o dagli studenti più adulti ai più piccoli è un altro bell’esempio di redistribuzione dei talenti. Invito perciò gli studenti migliori a essere generosi e attivi nel condividere quanto hanno imparato.
A voi giovani, a voi ragazze e ragazzi, dico nel modo più semplice e convinto : la sola risposta certa che si può dare alle vostre preoccupazioni per il futuro – “avremo lavoro e quale, qualificato e soddisfacente oppure no, potremo avere un posto riconosciuto nella società?” – la risposta certa a queste vostre domande è una sola : formatevi e preparatevi nel miglior modo possibile. Ve ne deve essere data, certo, la possibilità, dal sistema d’istruzione, dalle strutture scolastiche, dalle politiche pubbliche. Ma almeno in parte, in buona parte, queste possibilità oggi esistono in Italia.

Non così in tutto il mondo, non dimentichiamolo. Ci sono paesi nei quali lo stesso poter andare a scuola è una fortunata condizione della cui importanza noi qui non siamo più consapevoli. All’inizio di un anno scolastico capita di affrontare la scuola con riluttanza, perfino come un pesante dovere, ma la scuola, il poter studiare è soprattutto un grande privilegio. È bene non scordarsi che perfino in Italia ci sono minorenni indotti a lavorare prematuramente. Altrove questo fenomeno è ben più esteso e drammatico : addirittura bambini che invece di andare a scuola sono reclutati come soldati, mentre in altri casi tanti bambini si trovano in territori colpiti da disastri naturali o da sanguinosi conflitti.

Si pensi ora alla Siria : tra quanti hanno dovuto abbandonarla, tra i profughi affluiti in più paesi, i minori sono circa un milione, 740 mila hanno meno di 11 anni. Ai piccoli raccolti nei campi profughi mancano i parenti lontani, ma anche e molto, da quanto dicono a chi li intervista, manca loro la scuola.

E quante bambine in particolare – in varie parti del mondo – non possono andare a scuola? Se lo fanno, sono perseguitate, aggredite per il solo fatto di non essere nate maschi e di voler studiare. Alcune di loro si battono coraggiosamente per questo diritto. È il caso di Malala Yousafzai la giovane pakistana vittima di un attentato talebano che così si è espressa in occasione del suo recente discorso all’ONU : “Il terrorismo, la guerra e i conflitti impediscono ai bambini di andare a scuola. Dobbiamo condurre una gloriosa lotta contro l’analfabetismo, la povertà e il terrorismo, dobbiamo imbracciare i libri e le penne, sono le armi più potenti. Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo.”
Torno a quel che dobbiamo fare in Italia. Voglio dedicare una parola all’attività di ricerca, che è condizione perché il talento possa dare frutti che gioveranno a tanti. C’è qui con noi il Professor Naldini con il Professor Aiuti e altri suoi collaboratori, e pochi giorni fa ho incontrato una più ampia delegazione di Telethon. I risultati della ricerca, in particolare di quella biomedica ma non solo di quella, costituiscono preziosi benefici rivolti al mondo, specialmente ai bambini e non solo italiani.
Investire nella ricerca, investire nel nuovo, è l’esempio che ci viene dal grande e illuminato imprenditore italiano che qui ricordiamo insieme con la RAI : Adriano Olivetti. Promuovere la ricerca e fare ricerca, e in generale studiare e lavorare sul serio è anche una forma di generosità. Lo è ugualmente impegnarsi con disciplina nello sport i cui risultati contribuiscono a ravvivare l’orgoglio nazionale. Ringrazio per questo i nostri atleti qui presenti.
La scuola, in quanto contribuisce a far crescere una cultura diffusa, fa bene alla democrazia : grazie all’istruzione e alla cultura si diviene persone più tolleranti, più aperte, più sensibili a quei valori di solidarietà cui ci richiama con tanta forza di convinzione e semplicità Papa Francesco.

Anche questa cerimonia ci ha ricordato che la scuola concorre a renderci cittadini migliori. Abbiamo potuto costatare ancora una volta quanto la scuola italiana faccia al di là dell’insegnare le materie obbligatorie : sensibilizza ai temi della legalità, ai valori costituzionali, a valori come quelli del rispetto dell’ambiente e del territorio.

La scuola invita alla correttezza, alla non violenza, al dialogo, all’apertura nei confronti di chi vive in condizioni lontane dalla nostra, nei confronti di chi è diverso. Per questo motivo abbiamo scelto come titolo di questa cerimonia La scuola nel mondo. Il mondo nella scuola, che è lo slogan stampato sulle vostre magliette. È testimonianza dell’entu-siastico impegno dei nostri insegnanti la grandissima partecipazione al concorso del Ministero che porta lo stesso titolo. La scuola insegna a vivere in società, a vivere in democrazia, a crescere e ad aprirsi al mondo.

Un’occasione importante per questa apertura al mondo è data dalla presenza di studenti di origine immigrata nelle nostre scuole, perché può sollecitare curiosità per altre vicende storiche e altre realtà, maggiore comprensione per culture e costumi diversi. La scuola deve lasciare che il mondo entri nelle sue aule.

Voi studenti imparate fin da giovani a essere generosi e aperti, e innanzitutto consapevoli di quel che fa dell’Italia un paese straordinario e di quel che ciascuno di noi deve dare oggi a un’Italia in difficoltà. A tutti : buona scuola, buon anno nuovo negli studi e nel vostro cammino verso il futuro.

 

Discorso Ministro On. Prof. Maria Chiara Carrozza

(Palazzo del Quirinale, 23/09/2013) Signor Presidente della Repubblica,
gentili Autorità,
cari dirigenti scolastici, cari insegnanti, care famiglie e soprattutto cari studenti,
vorrei innanzitutto salutare gli studenti, gli autentici protagonisti delle nostre scuole.
Ringrazio, inoltre, i dirigenti scolastici, i docenti e il personale scolastico per il loro costante impegno, ogni giorno e in ogni area del nostro Paese.
Il Governo di cui mi onoro di far parte ritiene fondamentale e centrale l’istruzione. Lo scorso 9 Settembre ha approvato un decreto legge in materia. Il decreto è ora all’esame del Parlamento. Per la prima volta dopo molti anni, un provvedimento del Governo contiene investimenti per la scuola nel suo complesso, cioè a favore degli studenti, delle famiglie, degli insegnanti, del personale tecnico amministrativo.
Il mio viaggio attraverso il sistema scolastico nazionale mi sta insegnando molto. Le nostre scuole sono realtà vive in cui la partecipazione e la ricerca di forme innovative di didattica sono più diffuse di quanto non si possa immaginare.
La scuola oggi, per la sua presenza diffusa sul territorio, è sempre più l’istituzione che, proseguendo la sua responsabilità storica, unisce gli italiani.
Oggi, in particolare, la scuola deve far vivere i valori costituzionali, deve essere, come diceva Piero Calamandrei, “lo strumento perché la Costituzione scritta nei fogli diventi realtà”.
Ho imparato molto dalla visita a Casal di Principe, dove su un bene confiscato alla camorra sarà costruita una scuola per l’infanzia e dove ho dialogato con studenti, insegnanti, dirigenti scolastici, istituzioni ed associazioni. In tutti ho visto una grande voglia di rivendicare il diritto alla normalità, la più assoluta lontananza dalle organizzazioni criminali, ma soprattutto la speranza che la scuola sia il vero motore del cambiamento e dell’innovazione sociale. La scuola deve aiutare i giovani a guardare al futuro, intensificando, come abbiamo previsto nelle misure approvate dal Consiglio dei Ministri, i percorsi di orientamento per gli iscritti alle scuole secondarie di secondo grado.
Rafforzare la presenza dello Stato sul territorio attraverso un ampliamento significativo e strutturale dell’offerta formativa, come abbiamo iniziato a fare con il decreto legge, è il modo per incidere sulla crescita dei nostri giovani, dei nostri ragazzi, formando quindi una nuova generazione di cittadini che abbia in sé valori di solidarietà, di senso civico e di legalità.
Nell’articolo 9, la Costituzione connette lo sviluppo della cultura e la tutela del paesaggio. Le notizie recenti sui ritrovamenti dei rifiuti tossici a Casal di Principe, proprio a pochi metri dal Teatro dove ho salutato la comunità scolastica, confermano quanta strada ci sia ancora da percorrere. Credo che nelle scuole occorra insegnare il rispetto per l’ambiente che, come ricorda Ulrich Beck, è in cima alle preoccupazioni dei giovani europei e può essere il fattore aggregante di una nuova coscienza comune.
Dobbiamo trarre da questi eventi l’occasione per sviluppare la coscienza civile di tutti, nello stretto legame tra ambiente, legalità e sviluppo. Non partiamo da zero: i più giovani che purtroppo hanno sempre meno fiducia nella politica si impegnano invece sempre di più per le iniziative legate ai problemi dell’ambiente e del territorio.
Dobbiamo prenderci cura di questa sensibilità, della loro curiosità e ricettività su questi temi, lanciando una grande campagna su ambiente e legalità nelle scuole e accentuando sempre più i temi legati all’esercizio di una cittadinanza attiva. Dobbiamo ritrovare insieme l’importanza di una partecipazione politica attiva che torni ai valori primari, istruzione, lavoro, ambiente.
La Cittadinanza e la Costituzione vanno di pari passo e sono rafforzate, non solo nei programmi scolastici, ma nell’attività quotidiana, da quella capacità di ribellarsi davanti ai soprusi e all’illegalità che non è una forma di immaturità, bensì il germoglio di una coscienza civile che noi tutti abbiamo la responsabilità di nutrire.
Una maggiore attenzione all’ambiente creerà nuove opportunità di lavoro e scelte economiche che terranno conto dell’impatto ambientale privilegiando quelle meno invasive.
Sono sempre più forti anche le esigenze di integrazione davanti a una società globale ed in cui i flussi migratori verso il nostro Paese, soprattutto dalle aree meno ricche del mondo spesso anche teatro di guerra, sono ogni giorno più frequenti. L’integrazione è un fattore di arricchimento per i nostri ragazzi e per le nostre ragazze. È l’occasione per imparare a orientarsi nel mondo, per sviluppare il sentimento di solidarietà e per comprendere la varietà dei problemi da diverse prospettive. La scuola è il luogo principe per l’integrazione, è il luogo in cui i giovani hanno le prime esperienze di relazioni sociali indipendenti dalle famiglie, in cui convivono con coetanei di altre culture, religioni, tradizioni. Studiare geografia economica è dunque importante per capire la propria cultura e quella degli altri in un contesto globale.
Vorrei qui sottolineare l’importanza del lavoro quotidiano e silenzioso degli insegnanti che svolgono con abnegazione e passione un ruolo di rappresentanti dello Stato nelle frontiere della nostra società. Nel decreto legge abbiamo previsto investimenti per la formazione degli insegnanti per valorizzare le loro competenze e per migliorare il rendimento della didattica.
Al centro del sistema-scuola c’è lo studente. Dobbiamo quindi garantire, come abbiamo fatto con le misure di welfare dello studente contenute nel provvedimento urgente, in primo luogo il diritto allo studio e la possibilità per i capaci e meritevoli privi di mezzi di poter studiare senza ostacoli. Questo è uno dei compiti essenziali di uno Stato moderno, che non può limitarsi a garantire i diritti a una “media” di cittadini, ma deve garantire il diritto a ogni individuo. Le istituzioni, anche per il diritto allo studio, devono lavorare per questo.
Nel corso del mio “viaggio in Italia” ho visto scuole bellissime, ma anche tante strutture che hanno bisogno di urgenti interventi e tante scuole in affitto in locali non sempre idonei. Per questo la mia azione, come ministro dell’Istruzione, è partita dall’edilizia scolastica, consapevole del diritto di ogni alunno a vivere il tempo-scuola in luoghi confortevoli e sicuri.
Le misure contenute prima nel “decreto del fare” e poi nel “decreto scuola” vanno in questa direzione: 450 milioni già stanziati, possibilità di attivare mutui, per un importo equivalente, con la Bei e la Banca del Consiglio d’Europa, valorizzazione del ruolo delle regioni e degli enti locali e semplificazioni procedurali per l’utilizzo delle risorse.
La sicurezza è la base: è necessaria, ma non sufficiente. Proprio perché il futuro vi appartiene, cari studenti, abbiamo la responsabilità di darvi gli strumenti migliori per immaginarlo. Migliorare lo spazio della scuola vuol dire far crescere tutto lo spazio pubblico.
Abbiamo quindi la responsabilità di fare tutti il nostro dovere. Di compiere, per voi ragazzi, una piccola e silenziosa rivoluzione della normalità, in tutta Italia senza lasciare indietro nessun territorio.
Signor Presidente della Repubblica,
sogno un’Italia che sia consapevole dell’importanza dell’istruzione come fattore propulsore per la mobilità sociale, per la coesione territoriale, per la promozione della cultura e della tecnica, in modo sostenibile con la valorizzazione del nostro patrimonio paesaggistico, culturale e artistico.
Per questo è fondamentale che le istituzioni prestino costantemente attenzione all’istruzione: le risorse utilizzate per l’istruzione siano considerate come investimento in un’ottica pluriennale e non come “spese”. È compito, infatti, di chi oggi ha responsabilità di governo, pensare alle generazioni future.
La mia esortazione oggi va infine ai giovani: siate pronti a prendere in mano la vostra vita e il vostro paese ! Sviluppate la vostra personalità nel confronto con gli altri, senza farvi marginalizzare e trovando ogni occasione per partecipare alla vita pubblica. La politica ha bisogno di voi, e del vostro rinnovamento, ha bisogno di spirito di servizio, di onestà, di voglia di cambiare e di discontinuità. Maturate la vostra indipendenza ed entrate nel dibattito pubblico.
Il vostro futuro dipenderà dalla vostra formazione, dal vostro impegno, dalla vostra capacità di innovare e di creare quindi le condizioni per un futuro migliore.
Vorrei che avessimo il coraggio di costruire una scuola di creatività, esteticamente bella, che risponda ad una visione olistica della persona e del sapere. Dobbiamo smettere di separare, di dividere e riprendere una prospettiva unificante e creativa di studio, cultura e sviluppo economico.
Qual è la risposta di oggi alla diffusa domanda di una nuova politica economica credibile? È l’istruzione, che deve essere il cuore pulsante del nuovo “rinascimento” di questo Paese.

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Torna anche quest’anno il consueto appuntamento con la Cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico promossa dalla Presidenza della Repubblica e dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

L’evento si terrà nel Cortile d’onore del Palazzo del Quirinale, a Roma, il 23 settembre 2013, dalle ore 16.45.
Durante la Cerimonia il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ed il Ministro Maria Chiara Carrozza rivolgeranno un messaggio di saluto e il loro augurio di un buon anno scolastico ai ragazzi, agli insegnanti e alle famiglie.

Oltre alle più alte cariche dello Stato, saranno presenti al Quirinale personalità del mondo dello spettacolo, della cultura e dello sport. Nel Cortile d’onore ci saranno, poi, circa 3.000 studenti, provenienti da tutte le regioni, che assisteranno alla rappresentazione delle esperienze più significative realizzate dalle scuole sui temi della Costituzione, della difesa dell’ambiente, dell’integrazione, del rispetto della legalità e della lealtà nel mondo dello sport.
La manifestazione, condotta da Fabrizio Frizzi, sarà trasmessa in diretta su Rai Uno dalle ore 16.45 alle ore 18.45 e potrà essere seguita in diretta streaming sul sito www.istruzione.it

Circa tremila studenti alla cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico

Saranno circa tremila tra scolari e studenti gli allievi di scuole italiane che entreranno al Quirinale nel pomeriggio di lunedì 23 settembre per la cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico. Nel cortile d’onore bambine e bambini, ragazze e ragazzi assisteranno a esempi e rappresentazioni di tante attività compiute da coetanei in varie parti del Paese sulla Costituzione, la difesa dell’ambiente, l’integrazione tra italiani e stranieri, il rispetto della legalità e la lealtà nello sport.

Nel corso della cerimonia, il Presidente Giorgio Napolitano e il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, rivolgeranno i loro saluti e auguri agli studenti, agli insegnanti e alle famiglie.

All’incontro interverranno personalità del mondo dello spettacolo, della cultura e dello sport. Condotta da Fabrizio Frizzi, la manifestazione sarà trasmessa, come di consueto, in diretta su Rai Uno dalle ore 16.45 alle ore 18.45, e potrà essere seguita in diretta streaming sul sito www.quirinale.it.

20 settembre CCNQ Permessi sindacali in CdM

Il Consiglio dei Ministri, nel corso della riunione del 20 settembre, ha autorizzato il Ministro per la Pubblica amministrazione e la semplificazione ad esprimere il parere favorevole del Governo sull’Ipotesi di contratto collettivo nazionale quadro per la ripartizione dei distacchi e permessi alle organizzazioni sindacali rappresentative nei comparti per il triennio 2013-2015.

19 settembre “Destinazione Italia” in CdM

Il Consiglio dei Ministri, nel corso della riunione del 19 settembre, approva il piano “Destinazione Italia”, un progetto per attirare gli investimenti esteri e favorire la competitività delle imprese italiane.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato, su proposta del presidente del Consiglio, Enrico Letta e dei ministri degli Affari Esteri, Emma Bonino, e dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, il piano “Destinazione Italia”, un progetto per attirare gli investimenti esteri e favorire la competitività delle imprese italiane. Si tratta di 50 misure che toccano un ampio spettro di settori: dal fisco al lavoro, dalla giustizia civile alla ricerca. Il piano è aperto alla consultazione pubblica per tre settimane affinché tutti i soggetti, pubblici e privati, che vogliono apportare un contributo, possano farlo. Al termine di questa fase, “Destinazione Italia” sarà definitivamente approvata dal Consiglio dei Ministri.

Tre sono i punti in cui si articola il piano: attrazione, promozione, accompagnamento.

  1. ATTRAZIONE
    Rendere l’Italia più attrattiva per gli investitori e migliorare le condizioni di impresa per tutti gli operatori economici. Con questi obiettivi il piano “Destinazione Italia” mira a:

    • Un Paese che funziona lungo tutto il “ciclo di vita” dell’investimento.
      Attraverso misure quali:

      • Una collaborazione più stretta tra fisco e investitori (tax agreements e desk dedicato)
      • Riforma della Conferenza dei servizi
      • Procedure e modelli standard per le autorizzazioni
      • Riduzione della tassazione sul lavoro
      • Testo unico del lavoro
      • Rideterminazione delle sanzioni tributarie
      • Revisione della disciplina della “black list” fiscale
      • Attuazione della strategia energetica nazionale per abbassare il prezzo dell’energia elettrica e del gas
      • Rafforzamento del tribunale delle imprese
    • Un Paese che valorizza i propri asset
      Attraverso misure quali:

      • Valorizzazione delle società partecipate dallo Stato attraverso un piano di dismissioni
      • Nuove forme di finanziamento alle PMI
      • Rivitalizzazione del mercato azionario
      • Investimenti per sostenere le micro, piccole e medie imprese del made in Italy
      • Promozione del turismo
      • Valorizzazione del patrimonio culturale
      • Liberalizzazione del mercato delle locazioni a uso non abitativo
      • Cambio di destinazione d’uso degli immobili
      • Credito d’imposta per ricerca e sviluppo
      • Sostegno agli spin-off di università e ricerca 
      • Creazione di un meccanismo di reazione rapida per far fronte alle crisi aziendali
      • Sviluppo dei partenariati pubblico-privati (PPP) nel campo delle infrastrutture
    • Un Paese che attrae il capitale umano
      Attraverso:

      • L’utilizzo dello strumento dei visti come veicolo di attrazione
  2. PROMOZIONE
    La promozione all’estero delle opportunità di investimenti offerte dal nostro Paese e la ricerca di potenziali investitori sono complementari agli interventi di miglioramento del business environment in Italia. A tal fine il piano mira a:

    • Comunicare e presidiare per attrarre: mercati, persone e strumenti;
    • Costruire una migliore reputazione nel mondo;
    • Mobilitare gli “italiani globali”;
    • Usare le leve della cultura, dello sport per una diplomazia dell’attrazione.
  3. ACCOMPAGNAMENTO
    Il governo intende riformare la governance dell’attrazione degli investimenti in Italia, creando un ente unico preposto a fare da tutor all’investitore straniero raccordandosi con la rete estera per la promozione internazionale e con le Regioni per la parte di loro competenza.Il Consiglio dei Ministri sarà il responsabile politico di “Destinazione Italia”. Il Governo si impegna a porre in essere le misure proposte in tempi rapidi. Per quelle che prevedono interventi normativi verranno varati provvedimenti d’iniziativa governativa.

Cosa è stato fatto. Dopo l’introduzione, il piano si apre con la descrizione dei provvedimenti del governo approvati in questi mesi per l’ecosistema dell’attrazione di investimenti (meno tasse sul lavoro per i giovani, nuova Legge Sabatini, permessi di soggiorno per studenti stranieri allineati al percorso di formazione, Unità Grande Pompei, provvedimenti per la giustizia civile, semplificazioni di impresa, Autorità dei Trasporti, etc.).

Il cuore delle politiche. Avere certezze in tutto il ciclo di vita dell’investimento è la richiesta principale degli imprenditori e managers consultati, nell’esercizio di questi mesi. “Destinazione Italia” dà:

  • certezza delle regole, ad esempio con procedure e modelli standard a livello nazionale per le autorizzazioni; la valorizzazione degli accordi con le parti sociali per adattare le regole contrattuali alle specificità dei nuovi investimenti; la redazione di un testo unico della normativa sul lavoro;
  • certezza dei tempi, ad esempio con la riforma della conferenza dei servizi; la semplificazione del rito per la gestione delle controversie di lavoro; l’alleggerimento dei procedimenti;
  • certezza del fisco, ad esempio con accordi fiscali tra l’Agenzia delle Entrate e l’impresa con un Desk dedicato agli investitori esteri; revisione dell’abuso del diritto.

Valorizzare l’Italia. Il progetto contiene misure volte a sostenere le imprese – soprattutto PMI – italiane e la loro modalità di finanziamento. Funzionale in tal senso è ad esempio il piano, elaborato con Consob, per invertire il declino della Borsa Italiana. E poi il turismo e la cultura in Italia (anche attraverso il web e nel solco del decreto “Valore Cultura”), il patrimonio demaniale, il mercato immobiliare, l’internazionalizzazione della formazione e della ricerca, il rilancio dei siti industriali, i porti e gli aeroporti.

Il progetto attribuisce inoltre al rapporto degli investimenti con le realtà locali, con l’introduzione del “dibattito pubblico” e la “clausola di sviluppo territoriale”, perché gli investitori oltre una certa soglia vincolino una parte degli utili a progetti di sviluppo in accordo con le popolazioni locali.

Anche in ottica EXPO 2015, sono previste semplificazioni per i visti (a partire da start-up, investitori, filantropi), rafforzando in generale la capacità di rilascio dei visti del ministero Affari Esteri. Si avvierà subito una “campagna Destinazione Italia”, anche in vista della missione della prossima settimana in Canada e negli Stati Uniti, e saranno aperti “uffici Destinazione Italia” nei più importanti centri economici mondiali, in rapporto con un lavoro complessivo sulla reputazione italiana nel mondo.

I tempi. Le 50 misure mettono insieme strumenti attuabili immediatamente e altri che necessitano di veicoli normativi. Per fornire un cronoprogramma il piano assegna a ciascun provvedimento una delle “tre clessidre”: subito, entro la fine dell’anno, tempi più lunghi.

17 settembre Riforme costituzionali

Il Presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha ricevuto a Palazzo Chigi il ministro per le Riforme, Gaetano Quagliariello, il quale gli ha consegnato la relazione finale della Commissione per le Riforme costituzionali. Il ministro Quagliariello era accompagnato dal coordinatore del comitato di redazione della relazione, Luciano Violante.

La bozza della Relazione finale è articolata in sei capitoli: 1) Bicameralismo; 2) Procedimento legislativo; 3)Titolo V; 4) Forma di governo; 5) Sistema elettorale; 6) Istituti di partecipazione popolare.