ORDINANZE SUGLI ESAMI DI STATO

ORDINANZE SUGLI ESAMI DI STATO: INCONTRO AL MINISTERO

Oggi l’ANP, insieme alle altre OO.SS., ha partecipato all’incontro, svoltosi in videoconferenza, col Ministero dell’istruzione sulle Ordinanze ministeriali recanti disciplina dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione per l’a.s. 2020/2021, modalità di costituzione e di nomina delle commissioni dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione per l’anno scolastico 2020/2021. Il Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione ha comunicato sul contenuto degli schemi di provvedimento indicati nella convocazione. Le informazioni fornite pongono le procedure previste su una linea di continuità rispetto a quelle esperite nel giugno scorso. Si tiene conto, infatti, della situazione pandemica, delle differenziazioni territoriali in termini di modalità di erogazione della didattica nonché della positiva esperienza dei protocolli di sicurezza posti in essere durante il precedente esame di Stato del secondo ciclo.  

Circa le prove, come già in parte preannunciato nel comunicato stampa del Ministero del 19 febbraio scorso (https://www.miur.gov.it/web/guest/-/scuola-pronte-le-ordinanze-sugli-esami-di-stato-saranno-inviate-lunedi-al-consiglio-superiore-della-pubblica-istruzione-il-ministro-patrizio-bianchi-g), entrambi gli esami prevedono il solo colloquio durante il quale i candidati esporranno un elaborato, sviluppato scegliendo tra più tipologie, concordato con i docenti del consiglio di classe e – nel caso del secondo ciclo – con quelli titolari dell’insegnamento delle discipline di indirizzo. Tale elaborato sarà definito e portato a termine dagli studenti prima che inizino le operazioni di scrutinio – rispettivamente il 7 giugno per il primo ciclo, il 31 maggio per il secondo – che prevedono, come da normativa vigente, l’ammissione all’esame.  

Anche per quest’anno scolastico, la Commissione del secondo ciclo sarà interna con il solo presidente esterno. È prevista la predisposizione di tabelle di conversione dei crediti e il punteggio finale sarà la somma dei 60 punti del credito con i 40 destinati alla valutazione del colloquio. Non sono da considerare requisiti di accesso per la partecipazione all’esame le prove Invalsi e, per gli studenti del secondo ciclo, anche lo svolgimento delle attività di PCTO.  Saranno, in ogni caso, pubblicate delle FAQ da parte del Ministero per accompagnare le istituzioni scolastiche 

In attesa di commentare puntualmente le ordinanze prendendo visione dei testi, l’ANP ha espresso apprezzamento per la scelta di operare nel solco delle pratiche positivamente messe in atto nel corso della passata esperienza. Proprio in forza di ciò, abbiamo invitato l’Amministrazione a far tesoro anche delle criticità emerse allora per potere evitarne l’evenienza. In particolare, ci siamo soffermati sui seguenti punti: 

  • stante la situazione emergenziale, è necessario prevedere piani alternativi che valorizzino la modalità a distanza 
  • circa le prove INVALSI, concordiamo con il loro non essere requisito di accesso, in deroga alla norma, ne ribadiamo l’importanza come misuratore oggettivo degli apprendimenti sia a livello di singola istituzione, sia di sistema ragion e ne approviamo l’esecuzione chiedendo di rivenderne, però, come già proposto al Ministro, le modalità, ad esempio con delle prove snellite, e i tempi di somministrazione, di certo più distesi 
  • abbiamo ancora una volta fatto presente la necessità di intervenire sulla povertà educativa, con l’ausilio dell’INVALSI, tramite una rilevazione oggettiva delle carenze degli studenti – da svolgersi a settembre – propedeutica alla autonoma progettazione, da parte di ogni istituzione scolastica, di interventi di recupero mirato 
  • sarebbe opportuno che l’elaborato da discutere durante il colloquio, già declinabile su più tipologie, non fosse definito in termine di estensione 
  • occorre conoscere le modalità di svolgimento dell’esame dei candidati esterni, se in concomitanza con gli interni o in altra sessione come lo scorso anno 
  • è necessario assicurare la tutela di lavoratori e studenti fragili, prevedendo specifiche situazioni individuali 
  • sarebbe opportuno fornire indicazioni precise sulle modalità di pubblicazione degli esiti dell’esame, tenendo conto del parere che il Garante della privacy ha fornito nel giugno scorso 
  • è necessario contemplare durante il colloquio la presenza dell’insegnamento dell’educazione civica salvaguardandone l’approccio trasversale anche nei casi in cui sia affidato al docente di discipline giuridico-economiche. 

L’Amministrazione ha preso atto delle osservazioni ed ha rassicurato circa la presenza nelle ordinanze di risposte adeguate ed esaustive in merito ai quesiti posti. 

Come ANP, non appena ne saranno noti i testi, pubblicheremo un’apposita nota di commento. 

Vaccinare i caregiver, per proteggere i bambini disabili

Vaccinare i caregiver, per proteggere i bambini disabili: appello di First
Redattore Sociale del 22/02/2021

La federazione chiede la “rivalutazione dei gruppi target della vaccinazione, a tutela del diritto alla vita di bambini e adulti disabili, che molto meno di altri sopporterebbero la malattia, comunicherebbero i propri bisogni, accetterebbero la privazione della propria libertà personale o l’allontanamento dai propri cari”

ROMA. Prima le persone con disabilità e i loro caregiver: First si unisce al coro di tanti che , in queste settimane, chiedono che sia riconosciuta loro la priorità nell’accesso al vaccino e sollecita “la rivalutazione dei gruppi target della vaccinazione e in particolare delle Raccomandazioni ad interim sui gruppi target della vaccinazione anti-SARS-CoV-2/ COVID-19, pubblicate l’8 febbraio scorso, che definiscono le categorie prioritarie per l’accesso al vaccino per il Covid”.
Secondo la federazione, “la disabilità non ha avuto la giusta attenzione nella determinazione delle categorie prioritarie e non si è tenuto conto affatto della disabilità infantile. I bambini di età minore dei 16 anni, come previsto in altri paesi europei, avrebbero dovuto essere tutelati dal rischio di infezione – afferma la federazione – assicurando la vaccinazione ai loro caregivers. Benché infatti il contagio da Covid abbia esiti più lievi nella popolazione infantile, per i bambini con disabilità grave non è cosi: per questo devono essere tutelati, rientrare tra le categorie con più alta fragilità e protetti proprio attraverso la vaccinazione dei conviventi”. 
La federazione, “pur comprendendo e condividendo le misure rigide imposte dalla carenza di vaccini, il governo italiano e il ministero della Salute non possono esimersi dal garantire direttamente e indirettamente ai propri cittadini più fragili la vaccinazione anti covid. Essi infatti molto difficilmente di altri sopporterebbero la malattia, comunicherebbero i propri bisogni, accetterebbero la privazione della propria libertà personale o l’allontanamento dai propri cari. Eventi traumatici di questo tipo potrebbero compromettere ulteriormente, al di là degli esiti della malattia, il quadro diagnostico dei minori, a causa delle regressioni irreversibili a cui potrebbero andare incontro”. 
First, pur consapevole “delle difficoltà che può comportare tale rivalutazione”, chiede al governo di “garantire l’equità di trattamento fra i cittadini, tutelando la salute delle persone con disabilità ed in particolare dei bambini e dei ragazzi più fragili, perché essi non vedano irrimediabilmente aggravata la loro condizione di vita già compromessa. Per tale motivo chiediamo che venga data priorità di vaccinazione ai caregiver dei ragazzi con disabilità, che per età o per patologia non possono ricevere il vaccino”.

Priorità nei vaccini, lettera al ministro Speranza

Priorità nei vaccini, lettera al ministro Speranza
Vita del 22/02/2021

Come associazioni di riferimento di patologie neuromuscolari riteniamo, onde evitare problematiche, sia utile inserire in maniera chiara tra le categorie le persone affette da malattie neuromuscolari (SMA e distrofie).

Egregio Ministro Speranza,
il Ministero della Salute ha aggiornato il piano vaccinale anti SARS-COV-2/Covid-19 attraverso raccomandazioni sui gruppi target delle vaccinazioni.
Nel documento appena reso pubblico ci sono novità riguardanti le persone con patologie neurologiche, specificando a titolo esemplificativo la SLA e la Sclerosi Multipla.
Come associazioni di riferimento di patologie neuromuscolari riteniamo, onde evitare problematiche, sia utile inserire in maniera chiara tra le categorie le persone affette da malattie neuromuscolari (SMA e distrofie). Nello specifico della SMA è importante sottolineare che la popolazione prevalente è composta da minori sotto i 16 anni, per garantire equità, protezione e promozione della salute chiediamo che vengano inserite nelle categorie prioritarie i genitori e i caregiver.
Ricordiamo che da tempo insieme alla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) stiamo portando avanti l’interlocuzione con le varie autorità nazionali e regionali proprio per avere garanzia di una priorità di vaccinazione per le persone con gravi patologie e con disabilità, per i loro caregiver, per gli operatori ed i volontari impegnati.
Certi di un accoglimento positivo delle mostre richieste, restiamo a disposizione per qualsiasi supporto necessario.

La variante inglese dilaga. Meglio chiudere le scuole

da Il Messaggero

«L’incremento dei casi ormai è visibile sia dai numeri sia dai primi segnali nei pronto soccorso. Appare plausibile che la variante inglese diventi dominante entro 3-4 settimane. E questo fa ritenere che raggiungeremo un nuovo picco di casi a metà marzo. Inoltre, visto che contagia molto di più i minori, bisogna prendere in considerazione l’ipotesi di tornare alla didattica a distanza in tutte le scuole».
Il professor Massimo Andreoni oltre a essere il direttore scientifico di Società italiana di Malattie infettive, è primario di Malattie Infettive al Policlinico Tor Vergata di Roma. Da un anno vede dalla prima linea del reparto l’evolversi della pandemia. Ora mette in guardia sulle insidie di una campagna vaccinale che si sviluppa mentre stanno aumentando i casi di Covid, perché potrebbe favorire lo sviluppo di ulteriori varianti.
Professore, sono giustificate le preoccupazioni del Ministero della Salute e di molti suoi colleghi che temono una nuova impennata dei contagi e dei ricoveri?
«Anche i dati delle ultime 24 ore sembrano confermare questo scenario. C’è una tendenza verso l’aumento della diffusione del virus e questo ci deve fare considerare l’opportunità di inasprire le regole per il controllo del contagio. Penso che ormai questa sia anche la linea del governo».
Cosa sta succedendo?
«La variante inglese sta dilagando, si sta sostituendo a quella originale. Visto che si trasmette con maggiore facilità se non saremo più attenti causerà un numero più alto di casi positivi. Dobbiamo difendere le persone ed evitare che gli ospedali vadano in affanno, ma ricordiamoci anche che siamo nel pieno di una campagna vaccinale che deve essere tutelata».
Se corre il virus diventa più complicato vaccinare gli italiani?
«Si tratta di un ulteriore elemento di preoccupazione per una serie di ragioni. Partiamo da un dato: questa è una fase cruciale dell’epidemia, perché è partita la campagna vaccinale, speriamo che presto si possa avviare quella di massa. Può essere complicato in una situazione di sostenuta circolazione del virus, perché ci sono dei rischi di contagio nelle aree dove concentri le persone per la somministrazione. Inoltre, c’è il problema dell’ immune escape: se un virus circola abbondantemente nella popolazione in cui, con i vaccini, si sta sviluppando la risposta anticorpale, questo può facilitare la comparsa di ceppi virali che magari hanno una minore capacità replicativa e in una condizione normale avrebbero minore probabilità di prevalere. Ma se sono gli unici ad aggirare la risposta agli anticorpi, queste varianti possono diventare lentamente prevalenti. In sintesi: dobbiamo ridurre i contagi e vaccinare il più velocemente possibile. Ultimo problema: rischi di vaccinare persone asintomatiche che sono in realtà già infettate e manifestano i sintomi successivamente alla iniezione. Questo può alimentare dubbi, ingiustificati, nella popolazione sull’efficacia del vaccino».
Visto che con la variante inglese sono sempre più numerosi i casi di focolai nelle scuole, come dimostra anche la vicenda delle zone rosse di Carpineto Romano e Colleferro, in provincia di Roma, non sarebbe più prudente, quanto meno fino a quando non avremo raggiunto risultati soddisfacenti sul fronte della vaccinazione, ricorrere alla didattica a distanza generalizzata?
«Si tratta di un argomento delicato, che suscita sempre polemiche e contestazioni. Però bisogna anche essere razionali e concreti. Proviamo a dirla in questo modo: gli eventi di questi giorni testimoniano che la scuola, intesa non solo come sede di aggregazione degli studenti, ma per ciò che avviene collateralmente alle lezioni (parlo degli autobus, degli spostamenti, dei gruppi che si formano quando si entra e si esce dall’istituto) rappresenta un elemento di diffusione del virus indubitabile. In un momento in cui circola un virus ad alta trasmissibiltà anche tra i minori, come succede con la variante inglese, il rischio di diffusione del coronavirus è ancora più elevato. I minori diventano, inconsapevolmente, dei super diffusori. Quando un bambino torna a casa ed è positivo è inevitabile che contagi anche i genitori o i nonni. Alla luce di tutto questo, sembra inevitabile trarre una conclusione: è necessario prendere in considerazione la chiusura delle scuole. Al contempo, lo ripeto, dobbiamo cercare di vaccinare più rapidamente possibile».
Mauro Evangelisti

Varianti covid-19, la scuola osservata speciale: il rischio chiusura c’è. Si attende il piano Bianchi

da OrizzonteScuola

Di Fabrizio De Angelis

Le varianti covid-19 sono già fra noi da settimane. Ma adesso lo saranno sempre più. Specie la variante inglese. Il Governo, nel frattempo, pensa a nuove misure con il prossimo decreto legge, al centro del CdM di domani, 22 febbraio. Ma la scuola adesso diventa cruciale perchè le varianti sono più aggressive. Specie quella inglese che, come spiega il presidente del Consiglio superiore di Sanità, Franco Locatelli, ospite a ‘Mezz’ora in più’, su Rai3, diventerà “nella prossima settimana prevalente nel Paese”.

Lo stesso Locatelli, a proposito di variante inglese spiega: “L’indice di trasmissibilità è del 39% superiore e questo è un dato di questa settimana. Fortunatamente al momento il riverbero sul numero dei contagi è stato limitato, non abbiamo avuto un’esplosione di nuovi casi. Credo che andare ad agire in maniera selettiva sulle aree possa essere una strategia, anche perché non esiste solo la variante inglese ma anche per quella sudafricana e brasiliana“.

Il Comitato Tecnico Scientifico sta mostrando preoccupazione: le scuole aperte, con la variante inglese, ad esempio, che a quanto pare verrebbe trasmessa più facilmente proprio dalla fascia più giovane di età, non lasciano tranquilli gli esperti.

E anche le Regioni, che chiedono misure restrittive ad hoc per i territori, dall’altro lato vogliono che sia riconosciuta una numerazione di rischio specifica per la scuola: “Nel quadro della situazione epidemiologica generale e territoriale, sarebbe necessario qualificare l’attività scolastica (al pari delle altre attività) con un’apposita numerazione di rischio“: è quanto si legge nella bozza della piattaforma di proposte che le Regioni presenteranno al governo.

Occorre, in ogni caso, implementare le forme di congedo parentale nonché prevedere ulteriori risorse economiche a sostegno dei genitori – si conclude il testo -, nel caso di chiusura delle scuole di ogni ordine e grado per aggravamento della situazione epidemiologica“.

Le scuole, in realtà, stanno già chiudendo in alcuni territori sparsi per l’Italia. Il rischio è che da chiusure circoscritte si possa passare ad aree più estese. Le misure preventive saranno necessarie e per questo c’è attesa per capire le mosse del nuovo Ministro dell’Istruzione Bianchi: sia Patrizio Bianchi che il premier Draghi vogliono tenere le scuole aperte. Ecco perché è importante capire le misure che si adotteranno.

Dopo il primo incontro fra il Ministro e il Cts sono emersi alcuni punti: sarebbe emersa la volontà di una vaccinazione immediata per i docenti più anziani e tamponi per tutti in caso di focolaio.

L’altra questione, discussa da Bianchi con gli esperti del Cts, è la necessità di interventi straordinari di sanità scolastica. Inutile pensare di reintrodurre ora la figura del medico scolastico.

Piuttosto, meglio puntare su unità mobili della protezione civile e dell’esercito, da distribuire sul territorio. Un medico e un infermiere da chiamare in caso di focolaio in un istituto, per isolare subito il cluster e disporre un tampone immediato per studenti e personale scolastico.

L’ipotesi di una nuova chiusura più massiccia delle scuole non piace a molti che vogliono scongiurare il ritorno prevalente della Dad. Fra questi c’è il Garante per il Lazio dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Jacopo Marzetti, che nell’ipotesi in cui la situazione dovesse realmente peggiorare propone di “salvaguardare la didattica in presenza attraverso l’uso nelle zone con clima più mite di spazi all’aperto ed in quelle con temperature più rigide di tensostrutture normalmente adoperate per le attività sportive in modo da ampliare gli spazi e ridurre i rischi”.

E’ chiaro che anche il vaccino giocherà un ruolo fondamentale: non è escluso, anzi parrebbe probabile, un cambio di strategia di vaccinazione che ovviamente dovrebbe avere ricadute anche sul personale scolastico: prendendo spunto dal modello inglese, l’obiettivo sarebbe quello di somministrate una sola dose del vaccino AstraZeneca, quello destinato proprio al personale scolastico, subito per tutti. Non si aspetterà, dunque, che si faccia il richiamo e non ci sarebbe inoltre nella fattispecie la necessità di mettere da parte delle scorte.

Cambio di passo che chiedono anche le Regioni, nel documento di proposte da sottoporre al governo: le Regioni ritengono “necessario che ogni Regione sia messa nelle condizioni di poter garantire la vaccinazione ai propri insegnanti residenti ed assistiti, indipendentemente dalla Regione in cui prestano servizio“. 

Vaccino anti Covid-19: Regioni chiedono che i docenti possano vaccinarsi indipendentemente da luogo in cui insegnano

da OrizzonteScuola

Di redazione

Le Regioni chiedono di potere garantire la vaccinazione a tutti gli insegnanti indipendentemente dalla Regione in cui prestano servizio.

La Conferenza delle Regioni nel documento di proposte da consegnare al governo affronta il nodo degli insegnanti pendolari e ritiene “necessario che ogni Regione sia messa nelle condizioni di poter garantire la vaccinazione ai propri insegnanti residenti ed assistiti, indipendentemente dalla Regione in cui prestano servizio“.

Nei giorni scorsi la redazione di Orizzonte Scuola ha affrontato la problematica, raccogliendo alcune testimonianze di docenti che si sono visti privati della possibilità di essere sottoposti al vaccino perché in servizio fuori dalla regione di residenza.

La Regione Lazio vaccina solo i lavoratori che appartengono alle Asl della Regione Lazio. La Regione Campania invece, permettendo alle scuole di inserire i propri dipendenti su un’apposita piattaforma, vaccina tutti quelli che lavorano nella Regione Campania“, hanno segnalato alcuni docenti esclusi dalla vaccinazione.

In Campania, le scuole devono di fatto caricare gli elenchi del personale scolastico su apposita piattaforma, riferendosi dunque a docenti e ATA che svolgono servizio presso le scuole campane. Le indicazioni dell’Asl Napoli 2 Nord.

Nel Lazio, invece, la vaccinazione è destinata ai residenti nella Regione Lazio e non al personale scolastico che presta servizio nelle scuole laziali. Possono essere vaccinati i non residenti nel Lazio che hanno attivato il domicilio sanitario temporaneo e che sono quindi assistiti da un medico di base del Servizio Sanitario Regionale (SSR) del Lazio. FAQ

“Domani, al Consiglio dei ministri, porterò il documento inviatomi dalle Regioni all’attenzione del governo”, avrebbe detto la ministra degli Affari regionali Mariastella Gelmini al vertice con le Regioni. Il Cdm è fissato per le 9,30 di lunedì.

Decreto milleproroghe, niente mobilità straordinaria sul 100% dei posti e proroga contratti covid. Bocciati emendamenti

da OrizzonteScuola

Di redazione

Per quanto riguarda la scuola, sono stati bocciati diversi emendamenti che pertanto non saranno presenti sul testo finale. Fra questi, quello relativo alla mobilità straordinaria sul 100% dei posti disponibili.

Le commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera hanno infatti votato il mandato ai relatori Giuseppe Brescia e Fabio Melilli di riferire favorevolmente in Aula sul decreto Milleproroghe. Il testo è atteso in assemblea per domani, lunedì 21 febbraio, per l’ok in prima lettura, poi dovrà passare al Senato. 

E gli emendamenti respinti, secondo quanto apprende Orizzonte Scuola, sono il 5.09 e il 5.013.

Ecco i testi delle proposte emendative.

5.09.

Dopo l’articolo 5, aggiungere il seguente:

Art. 5-bis.
(Mobilità straordinaria)

  1. In riferimento alle previsioni di cui all’articolo 1, comma 108, della legge 13 luglio 2015, n. 107, sono prorogati per l’anno scolastico 2021/2022 i termini per la mobilità straordinaria per tutti gli ambiti territoriali a livello nazionale, per tutto il personale docente di ruolo, in deroga al vincolo di permanenza nella provincia, di cui all’articolo 399, comma 3, del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, e successive modificazioni, su tutti i posti vacanti e disponibili, anche in organico di fatto.

Bucalo Carmela, Frassinetti Paola, Mollicone Federico, Trancassini Paolo, Prisco Emanuele, Donzelli Giovanni, Lucaselli Ylenja, Rampelli Fabio

5.013.

Dopo l’articolo 5, aggiungere il seguente:

Art. 5-bis.
(Disposizione in materia di proroga di contratti del personale nominato su Organico Covid)

Al fine di garantire in tutti gli ordini di scuola lo svolgimento dell’anno scolastico 2020/2021 in modo adeguato alla situazione epidemiologica e nell’ambito dell’autonomia, il termine dei contratti sottoscritti ai sensi dell’articolo 231-bis, comma 1, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, è prorogato al 30 giugno 2021.

Bucalo Carmela, Frassinetti Paola, Mollicone Federico, Albano Lucia, Trancassini Paolo, Prisco Emanuele, Donzelli Giovanni, Lucaselli Ylenja, Rampelli Fabio

Pertanto, resterebbero fuori così il tema caldo della mobilità straordinaria, richiesta a gran voce dagli insegnanti di ruolo, e quella dei supplenti covid, che in questo modo non avrebbero la proroga del contratto.

Scuole chiuse per covid, Regioni: introdurre livello di rischio, congedi parentali e misure economiche per i genitori

da OrizzonteScuola

Di redazione

La bozza delle piattaforme di proposte che le Regioni presenteranno al governo presenta, fra le varie voci, anche quella relativa a misure specifiche in caso di chiusura delle scuole a causa del covid-19

Nel quadro della situazione epidemiologica generale e territoriale, sarebbe necessario qualificare l’attività scolastica (al pari delle altre attività) con un’apposita numerazione di rischio“: è quanto si legge nella bozza della piattaforma di proposte che le Regioni presenteranno al governo.

Occorre, in ogni caso, implementare le forme di congedo parentale nonché prevedere ulteriori risorse economiche a sostegno dei genitori – si conclude il testo -, nel caso di chiusura delle scuole di ogni ordine e grado per aggravamento della situazione epidemiologica“.

Elezioni CSPI il 13 aprile, Anief chiede di mantenere la data

da OrizzonteScuola

Di redazione

Elezioni CSPI, il sindacato Anief chiede di mantenere la data già stabilita per le elezioni del CSPI, previste per il prossimo 13 aprile 2021.

Anief rammenta che Il 31 dicembre scorso scadeva il mandato del CSPI e già c’è stato un rinvio: per il sindacato ora non c’è alcuna ragione di rimandare il voto, visto che a gennaio è stata indicata dalla ministra Lucia Azzolina la componente non elettiva del CSPI, e che l’ordinanza che indice le elezioni è stata pubblicata sul sito del Ministero dell’Istruzione il 15 gennaio.

Il voto è previsto per il 13 aprile 2021

A tal proposito, nell’Ordinanza attuale si prevede il voto anche in caso di prolungamento dello stato di emergenza: il comma 2 dell’art 2 recita infatti “tenuto conto dell’evoluzione della situazione epidemiologica da COVID 19, con decreto del Direttore generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione, potranno essere apportate modifiche alla presente ordinanza con riferimento alle modalità di propaganda elettorale, nonché allo svolgimento degli adempimenti previsti dalla parte III della presente mediante videoconferenza o altra modalità ritenuta idonea, oltre che alle modalità di voto.”

Anief: non è come il rinnovo RSU

II rinvio delle elezioni RSU è una misura si è resa necessaria per evitare che lo svolgimento della macchina organizzativa entrasse in contrasto con le misure di sicurezza previste per evitare il diffondersi del contagio da COVID. La procedura prevede infatti la raccolta di firme per la presentazione delle liste, acquisizione delle candidature e presentazione delle liste in tutte le scuole. Ma per le elezioni della componente CSPI la situazione è molto diversa, visto che le liste si presentano via PEC alla sola commissione centrale.

Secondo Anief serve, dunque, la pronta trasmissione di una Circolare di chiarimenti, peraltro già richiesta in data 25 gennaio e 17 febbraio, da inviare a tutte le scuole e a tutte le parti coinvolte, per consentite un tempestivo e regolare avvio delle procedure elettorali.

L’importanza del voto

Anief ricorda che il parere del Cspi è fondamentale nelle scelte che prende e nelle norme che approva l’amministrazione scolastica. Il rinnovo si attuerà, nel mese di aprile, dopo che il Ministero ha reso pubblica l’ordinanza, firmata dall’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, che reca indicazioni su termini e modalità delle elezioni delle componenti elettive del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione e sulle designazioni e nomine dei suoi componenti.

Anief ha presentato liste per tutti i cicli scolastici: dalla scuola dell’infanzia e primaria a quella secondaria, ma anche per il personale Ata, per le minoranze slovene, tedesche e valdostane. La loro elezione, dunque, servirà per potere dialogare con l’amministrazione sugli atti prima che siano emessi.

Per il sindacato è fondamentale nominare ed eleggere delle persone e candidati esperti: l’obiettivo è condurre un impegno ancora più concreto per la scuola italiana anche dentro l’amministrazione. A questo scopo Anief ha anche attivato una serie di incontri, di assemblee e seminari, durante i quali spiegherà il perché di questa scelta. Puntando su candidati in grado di produrre analisi, soluzioni coerenti e proposte che possono e devono migliorare il mondo della scuola e le modalità di chi ci lavora.

Unsic: vaccinare i maturandi prima degli esami

da La Tecnica della Scuola

l’Unsic, Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori, dell’impresa e delle professioni, che a giorni presenterà il libro “Covid e dintorni”, a cura dell’imprenditore Domenico Mamone e del giornalista Giampiero Castellotti, con un’ampia sezione dedicata al mondo dell’istruzione, ha lanciato la proposta di vaccinare, oltre ai prof, anche i candidati agli esami di stato: “Sarebbe auspicabile che, al pari degli insegnanti, si includessero subito nella campagna vaccinale anche gli studenti maturandi per evitare loro di contagiarsi a ridosso dell’esame. L’esito delle varianti, più contagiose per i giovani, potrebbe condizionare la preparazione o la prova stessa dei ragazzi”.

Si tratterebbe dunque di vaccinare circa 470 mila ragazzi in tutto il territorio nazionale.

E l’ Unsic aggiunge pure un comunicato nel quale, plaudendo “la decisione dell’assessore alla Salute della Regione Puglia, Pier Luigi Lopalco, di portare la didattica digitale integrata al 100 per cento, in questa fase, per dare la possibilità a tutto il personale scolastico di vaccinarsi, invita tutti i governatori regionali ad adottare analoga delibera a beneficio del personale della scuola, estendendo la vaccinazione ai maturandi, il tutto con il fine della sicurezza attuale e futura”.

Nota Ministero Salute 22 febbraio 2021, Prot.n. 6830

Ministero della Salute
DIREZIONE GENERALE DELLA PREVENZIONE SANITARIA

Oggetto: Aggiornamento sulle modalità d’uso del vaccino COVID-19 VACCINE ASTRAZENECA e delle raccomandazioni ad interim sui gruppi target della vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19.

Nota 22 febbraio 2021, AOODGSIP 507

Ministero dell’istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione Direzione generale per lo studente, l’inclusione e l’orientamento scolastico

Ai Dirigenti Scolastici e ai Coordinatori Didattici delle Istituzioni del sistema nazionale di istruzione
Ai Direttori Generali e ai Dirigenti titolari degli Uffici Scolastici Regionali
e p.c. Al Dirigente del Dipartimento Istruzione e cultura – Provincia Autonoma di Trento
Al Sovrintendente Scolastico per la Scuola in lingua italiana di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la Scuola delle località ladine di Bolzano
Al Sovrintendente degli Studi per la Regione Valle D’Aosta
Al Capo di Gabinetto del Ministro dell’istruzione
Al Capo del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Ai Coordinatori regionali di Educazione Fisica e Sportiva LORO EMAIL

Oggetto: Uso dei dispositivi di protezione individuali (DPI) delle vie respiratorie nello svolgimento delle attività pratiche nella disciplina dell’educazione fisica/scienze motorie e sportive in ambito curricolare ed extra-curricolare. Esiti dei quesiti rivolti al Comitato Tecnico Scientifico del Dipartimento della Protezione Civile.

Nota 22 febbraio 2021, AOODGOSV 3659

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l ‘internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione

Ai Direttori Generali e ai Dirigenti titolari degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Al Sovrintendente agli Studi della Valle d’Aosta
AOSTA
Al Dirigente del Dipartimento Istruzione per la Provincia Autonoma di TRENTO
All’Intendente Scolastico per le scuole delle località ladine di BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca di BOLZANO
Al Sovrintendente Scolastico della Provincia di BOLZANO
Ai Dirigenti Scolastici degli istituti di istruzione secondaria di II grado, statali e paritari LORO SEDI
Al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale DGSP – Uff V ROMA
e p.c. Al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione SEDE
Al Capo di Gabinetto SEDE
Al Capo Ufficio Stampa SEDE

OGGETTO: Olimpiadi di Economia e Finanza 2021.

Nota 22 febbraio 2021, AOODGSIP 508

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di Istruzione e Formazione
Direzione Generale per lo Studente, l’Inclusione e l’Orientamento Scolastico Ufficio terzo

Ai Dirigenti scolastici delle scuole secondarie di primo e secondo grado.
LORO SEDI
e p.c. Ai Direttori generali degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Bolzano
Bolzano
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Trento
Trento
All’Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca Bolzano
All’Intendente Scolastico per la Scuola località Ladine
Bolzano
Al Sovrintendente degli Studi per la Regione Valle D’Aosta
Aosta

OGGETTO: Concorso Nazionale “La Presidenza italiana del G20: progettare e lavorare per dare un volto nuovo al mondo in cui vogliamo vivere“ – a.s. 2020/2021.