Audizione di rappresentanti del MIUR e della Rete Nazionale Istituti Agrari (RENISA)

Audizione di rappresentanti del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca e della Rete Nazionale Istituti Agrari (RENISA).  Sed. n.274

Le due  audizioni che ho richieste presso la Commissione agricoltura del Senato, congiunta con la Commissione VII Istruzione,  per porre al centro dell’attenzione del MIUR e del MIPAAF  il tema della qualità della formazione degli studenti degli Istituti agrari hanno suscitato il  generale interesse del Governo.
L’audizione più recente ha visto la presenza qualificata del Capo Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, dott.ssa Sabrina Bono, del Direttore generale per le risorse umane e finanziarie dello stesso Dicastero, dott. Jacopo Greco e della Coordinatrice della Rete Nazionale Istituti Agrari (RENISA), prof.ssa Patrizia Marini. Presente per il Governo il Sottosegretario Castiglione.
La qualità degli auditi e l’interesse dei commissari ha permesso di affrontare le questioni di maggiore interesse per l’ambito specifico e di acquisire risposte positive a riguardo: il Miur ha adeguato il parametro assegnato a ciascun istituto pro capite per alunno, che passa da 48 a 65 euro, mentre la quota aggiuntiva per gli alunni diversamente abili sale da 12 a 15 euro. I 207 Istituti agrari rappresentano il 2,4% delle istituzioni scolastiche e a loro favore il Ministero eroga poco meno di 9 milioni di euro pari a circa il 6% dei finanziamenti complessivi (158 mln).
Venendo al tema, molto sentito dai dirigenti scolastici,relativamente alla necessità di semplificazione delle procedure amministrativo-contabili, la dott.ssa Bono ha informato che si è proceduto ad una riformulazione dell’articolo 20 del Decreto Interministeriale 44/2001 al fine di chiarire che le aziende agrarie o speciali, con finalità didattiche e formative, sono prive di autonomia e personalità giuridica ed che è consentita la separazione dei conti economici tra azienda agraria e scuola; saranno introdotte, poi, semplificazioni amministrative nelle procedure di gestione dell’azienda, i cui conti, se in passivo, potranno essere ripianati con i fondi della scuola e con fondi ad hoc.
Gli attivi, invece, potranno essere utilizzati per il miglioramento tecnologico aziendale.
L’importanza di quest’ultimo aspetto è stato fortemente sottolineato dalla Preside Marini perché sulla qualità della formazione,  orientata all’innovazione tecnologica, si basa la capacità competitiva del Made in Italy nel settore agroalimentare, nel prossimo futuro.
Al centro del percorso di formazione deve esserci uno studente che sia in grado di spendere le competenze acquisite in strettissima connessione con le aziende di settore, le quali ci chiedono di adeguare la nostra formazione agli standard europei e mondiali. I programmi dei percorsi scolastici devo rivedersi, partendo da quelle discipline che sono state ingiustamente eliminate dal curriculum come la meccanica agraria, la fitopatologia, l’entomologia, la chimica enologica, la botanica etc. .
Inoltre è fondamentale che le aziende annesse possano disporre di macchine agricole sicure ed omologate e non antiquate, dotate dei più moderni sistemi di sicurezza e che le attività laboratoriali continuino ad essere il cuore di una didattica innovativa e tecnologicamente avanzata.
In questa visione lungimirante si inserisce l’utilizzo dei fondi strutturali europei di cui possono beneficiare anche gli istituti agrari partecipando alle azioni del Piano Nazionale Scuola digitale (PNSD) e del PON “Per la Scuola – competenze e ambienti per l’apprendimento” 2014- 2020.
In particolare, nel prossimo anno scolastico sono previste due tipologie di finanziamento:
laboratori modello professionalizzanti con uno stanziamento iniziale minimo di 175.000 euro che rappresenta, però,  un primo concreto segno di attenzione per il ruolo dei laboratori nel settore agrario e laboratori professionalizzanti in chiave digitale per il quale si prevede un investimento PON di 140 mln a livello nazionale e per tutte le istituzioni scolastiche e che in quota parte consentirà di sostenere investimenti nel 100% degli istituti agrari del sud e nel 60% di quelli del centro-nord.
Riconoscendo il valore strategico per l’economia del nostro Paese della realtà degli Istituti agrari, i quali, è significativo notare,  sono gli unici indirizzi tecnici in crescita per numero di iscrizioni, ho voluto inserire, nel parere che ho formulato come relatrice  in commissione Istruzione sul ddl 2290 ” Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi”, una osservazione all’articolo 8, ritenendo opportuno integrare il Tavolo di coordinamento con la presenza di un rappresentante del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, nonché di un dirigente scolastico facente le veci degli istituti agrari e di uno degli istituti alberghieri.
La scommessa che stiamo giocando come sistema Paese passa obbligatoriamente per la promozione di un piano nazionale di potenziamento degli istituti agrari, a partire da quelli con annessa azienda, in grado di formare operatori e tecnici altamente specializzati che possono inserirsi immediatamente nel mondo del lavoro,  consentendo così alla produzione agroalimentare italiana di puntare a livelli di eccellenza qualitativa e di efficienza gestionale attraverso una forte implementazione della nuove tecnologie sviluppate in campo agricolo che consentono di ottimizzare la produzione riducendo l’impatto ambientale in termini di minori prodotti chimici utilizzati e minori quantità di acqua impiegata nei cicli produttivi.
Solo facendo sistema tra competenze pubbliche, Ministeri Istruzione e Politiche Agricole  e Regioni, e  sistema produttivo potremo cogliere a pieno l’enorme potenziale messo in moto da Expo 2015 che ha rappresentato la vetrina più importante per il Made in Italy, in primis, quello agroalimentare.

Sen. Laura Fasiolo

Componente della 9a Commissione permanente Agricoltura e produzione agroalimentare
Componente della Commissione d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro e sulle malattie professionali
Componente del Comitato parlamentare Schengen, Europol e immigrazione
Componente supplente della 7a Commissione permanente Istruzione pubblica, beni culturali

Assemblea Nazionale “Voglio Scuola e Stato Sociale”

Domenica 4 settembre alle 10 presso la sala Galilei di Roma si svolgerà l’Assemblea Nazionale “Voglio Scuola e Stato Sociale”, organizzata da USB P.I. Scuola e aperta a tutte le realtà del sindacalismo non concertativo e del movimentismo al fine di organizzare una resistenza reale, effettiva ed efficace alle sconcertanti politiche di questo Governo sulla Scuola Pubblica, sempre più chiaramente avviata verso la privatizzazione e l’aziendalizzazione.
La costruzione di un autunno di lotta dentro e fuori le scuole si effettua attraverso momenti di condivisione e crediamo che questo sarà il primo di una serie che porteranno i Lavoratori della Scuola a partecipare allo Sciopero Generale indetto da USB e all’espressione del voto “NO” al Referendum Costituzionale.
Dopo un agosto di lotta, costruiamo insieme l’autunno di resistenza!

Ricalcolo Isee per nuclei con disabilita’

da Avvenire del 02-09-2016

Ricalcolo Isee per nuclei con disabilità: oltre il 70% delle attestazioni più favorevole rispetto alla precedente.

A seguito delle sentenze del Consiglio di Stato e della conseguente pubblicazione della legge 89/2016 (conversione decreto 42/2016) che modifica il calcolo dell’Indicatore ISEE per i nuclei con presenza di persone con disabilità, l’INPS ricalcolerà tutte le DSU presentate dal 1 gennaio al 28 maggio 2016, con eccezione delle attestazioni pari a zero e di quelle già ricalcolate su richiesta degli interessati, mentre le attestazioni rilasciate successivamente al 28 maggio erano già stati calcolate recependo le nuove disposizioni. Dalle prime analisi dei dati oltre il 70% degli utenti interessati dovrebbero avere un Isee più basso, e quindi più favorevole, rispetto all’attestazione precedente.

L’INPS ha già avviato le operazioni di ricalcolo, partendo dalle DSU sottoscritte a gennaio per poi arrivare entro il 10 settembre alle DSU sottoscritte il 28 maggio 2016. Sarà quindi possibile rivolgersi al Caf Cisl per avere copia delle nuova DSU aggiornata e, se non ancora disponibile, in caso di scadenza della domanda per accedere ad una prestazione è sempre possibile avere un Isee aggiornato prima di tale data presentando una nuova DSU.

Il ricalcolo in esame avverrà in base alle informazioni indicate nell’ISEE oggetto di ricalcolo e riferite al momento dell’originaria di presentazione e l’attestazione ‘ricalcolata’ avrà nelle annotazioni l’indicazione del ricalcolo effettuato da INPS a seguito della modifica della norma. Ricordiamo infine l’oggetto della sentenza del consiglio di Stato ( sentenze n.838, 841 e 842/2016) che ha conferma le tre sentenze del Tar Lazio che aveva accolto la richiesta di alcune famiglie con disabilità che si appellavano contro l’inserimento nel Dpcm 159/2013 (Decreto Isee) degli emolumenti a sostegno della disabilità quale reddito ai fini ISEE. Il tribunale, in sostanza, aveva definito illegittimo inserire quegli emolumenti che sono riconosciuti esclusivamente a titolo risarcitorio per disabilità, nel reddito per il calcolo dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente. L’articolo 2 sexies del D.L. n. 42 del 2016, convertito dalla legge n. 89 del 2016, ha quindi modificato il calcolo ISEE dei nuclei con componenti disabili o non autosufficienti stabilendo l’esclusione dei trattamenti assistenziali, previdenziali ed indennitari percepiti dalle amministrazioni pubbliche in ragione di una condizione di disabilità e l’introduzione della maggiorazione dello 0,5 del parametro della scala di equivalenza per ogni componente disabile, in sostituzione delle spese e delle franchigie previste per la disabilità. Per qualsiasi informazione relativa alle modifiche di calcolo per i nuclei con famiglie disabili, i nostri operatori sono a disposizione di tutti per fornire assistenza gratuita sul modello.

Cisco incontra il MIUR

I Digitaliani si formano sui banchi di scuola: da Cisco quattro nuovi corsi di formazione ICT per le Cisco Networking Academy e un nuovo kit didattico per fare pratica sulle tecnologie  dell’Internet of Things

·         Le novità per l’anno scolastico in partenza condivise oggi a Roma in un incontro fra Tae Yoo, Senior Vice President Corporate Affairs di Cisco, e il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini.
·         Si realizzano le prime iniziative per diffondere le competenze digitali previste  dal protocollo di intesa firmato con il MIUR a giugno, nel quadro del piano image003.jpgdi investimenti Digitaliani di Cisco.

Roma, 2 settembre 2016 –  Connettersi, conoscere la cybersecurity, scoprire l’Internet of Things, capire come usare la tecnologia per un progetto imprenditoriale: sono tante le opportunità che gli studenti delle scuole superiori italiane potranno cogliere nel nuovo anno scolastico,  grazie all’impegno di Cisco per diffondere nella scuola competenze digitali aggiornate e utili per il mondo del lavoro.

A partire da oggi, l’offerta formativa del Programma Cisco Networking Academy si arricchisce con quattro nuovi corsi e sono disponibili per 500 scuole italiane dei kit di formazione dedicati alle tecnologie dell’Internet of Things; sono previste, inoltre, azioni ad hoc per rendere disponibili i percorsi formativi Cisco e realizzare nuovi laboratori per la didattica a beneficio delle scuole interessante dal recente sisma che ha colpito il centro Italia.

L’annuncio è stato dato questo pomeriggio a Roma, in occasione di un incontro fra Tae Yoo, Senior Vice President Corporate Affairs di Cisco, e il Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Stefania Giannini. All’incontro ha partecipato anche l’Amministratore Delegato di Cisco Italia, Agostino Santoni.

Quattro nuovi corsi in italiano per il Programma Cisco Networking Academy.

Il Programma Cisco Networking Academy è un’iniziativa non commerciale di Cisco, presente in tutto il mondo e rivolta a scuole, centri di formazione, enti non profit e organizzazioni pubbliche. L’azienda crea corsi di formazione ICT che offrono competenze digitali sempre aggiornate e spendibili nel mondo del lavoro, mette a disposizione i contenuti e le tecnologie didattiche e forma gli istruttori che accompagnano gli studenti nel loro percorso.

In Italia il programma Cisco Networking Academy è attivo fin dal 1999; ci sono 268 Academy che, a giugno 2016, avevano più di 22.000 studenti.  Con il nuovo anno scolastico, le oltre 200 Academy presenti presso istituti superiori di tutta Italia possono offrire quattro nuovi corsi, che si aggiungono a quelli dedicati alle tecnologie di rete (IT Essentials, Cisco CCNA) che erano già disponibili.

–          Get Connected – Connessi e sicuri: competenze digitali di base per l’utilizzo degli strumenti digitali, di internet, dei social media
–          Introduzione alla Cybersecurity: competenze per proteggersi, conoscere le principali minacce, capire come le aziende si difendono dai rischi, avvicinarsi a un settore in cui la richiesta di personale qualificato è enorme.
–          Introduzione all’Internet of Things: competenze, contenuti chiave, opportunità e sfide legate alla trasformazione digitale che nasce dalla disponibilità di tecnologie che consentono di connettere in modo innovativo persone, dati, cose, processi.
–          Imprenditorialità:   sviluppare una mentalità imprenditoriale e capire come usare la tecnologia per crearsi un futuro professionale.

L’obiettivo complessivo che Cisco ha fissato per il suo piano Digitaliani è di raggiungere nell’arco di tre anni 100.000 studenti con i corsi del programma Networking Academy.

IoT Digital Lab: l’Internet delle Cose in pratica, a scuola.

Cisco ha messo a punto IoT Digital Lab: un “kit didattico” che unisce le più diffuse tecnologie aperte per l’internet delle cose (IoT – Internet of Things) –  come Arduino e Raspberry PI –  con con i contenuti dei corsi Networking Academy che offrono le competenze per creare questo tipo di soluzioni.  Cisco ha l’obiettivo di offrire questa opportunità a fino a 500 scuole superiori italiane.

Le iniziative presentate oggi sono una parte del protocollo di intesa che Cisco ha firmato il 7 giugno scorso con il MIUR,  per realizzare le iniziative di diffusione delle competenze digitali nella scuola previste dal piano di investimenti Digitaliani; il piano, lanciato all’inizio del 2016, mette a disposizione 100 milioni di dollari in tre anni per accelerare la digitalizzazione nel nostro Paese, attraverso l’educazione, il sostegno all’innovazione, il supporto alla trasformazione digitale delle imprese, delle infrastrutture, del settore pubblico e delle città.

Summer School per studenti delle superiori lombarde

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia
Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo

 

Dal 5 al 7 settembre a San Pellegrino Terme

Summer School “La matematica incontra il mondo”

Atteso appuntamento scientifico per 108 studenti delle superiori lombarde

Il mondo come aula grazie al fascino dei numeri. Dal 5 al 7 settembre 108 giovani aspiranti “scienziati” di 29 istituti superiori lombardi (quarta e quinta superiore), con 31 loro docenti accompagnatori, s’incontrano a San Pellegrino Terme per il tradizionale e attesissimo appuntamento della Summer School, che quest’anno s’intitola “La matematica incontra il mondo”.

Grande è l’entusiasmo che gli istituti scolastici bergamaschi e lombardi ogni anno mostrano verso questo appuntamento con le scienze matematiche integrate, proposte in un paradigma di apprendimento sulla base di applicazioni del mondo reale.

“Questo successo – dichiara Patrizia Graziani, dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo – ci conferma il gradimento dell’iniziativa che si prefigge, tra gli scopi principali, di mostrare come possa essere efficace e coinvolgente lo spostare il focus della nostra azione sulle occasioni di apprendimento offerte dalla didattica per problemi rispetto a una impostazione metodologica più ripetitiva.

Questa esperienza per studenti e docenti ci aiuta infatti a comprendere che la metodologia didattica in discipline fondanti quali le scienze matematiche e le Stem in genere (Scienze, Tecnologia, Matematica) può arricchirsi e migliorare la propria efficacia aprendo nuovi spazi di lavoro didattico alle situazioni problematiche reali, che per essere risolte implicano la concatenazione virtuosa di concetti, tecniche e significati”.

Inserita nelle attività del Piano Nazionale Lauree Scientifiche, la Summer School bergamasca costituisce per le scuole della Lombardia un’importante esperienza orientativa in vista della futura scelta post-diploma, organizzata nell’ambito delle attività promosse dall’Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo, dal Centro MatNet-CQIA dell’Università degli Studi di Bergamo in collaborazione con Confindustria Bergamo, con il contributo del Comitato per gli Istituti Tecnici Industriali “Paleocapa e Natta” di Bergamo, degli Istituti Superiori “Turoldo” di Zogno e IPSSAR di San Pellegrino Terme, di Mathesis di Bergamo e del Comune di San Pellegrino.

 

 

Saranno tre giorni d’immersione totale: al mattino conferenze di docenti di alto rilievo provenienti da vari ambiti universitari e scientifici su temi specifici, presso il Casinò municipale di San Pellegrino, mentre al pomeriggio dalle 14.30 all’Istituto Alberghiero (Ipssar) di San Pellegrino, si terranno attività laboratoriali per insegnanti (aperte anche ai docenti interessati delle scuole bergamasche) e coinvolgenti laboratori interattivi per gli studenti (6 e 7 settembre); il 5 settembre dalle 15 ragazzi e insegnanti potranno assistere alla conferenza-spettacolo “Fate il nostro gioco” al Teatro dell’Oratorio San Giovanni Bosco.

Sono due le iniziative serali: il 5 settembre dalle 18 serata alle Terme di San Pellegrino e il 6 settembre dalle 20.30 è in programma una caccia al tesoro sul tema della matematica.

E’ davvero ricco, quindi, il programma di questa nuova edizione della Summer School, dove gli studenti avranno l’occasione di comprendere che la matematica è un linguaggio utilizzato anche dalle altre scienze per elaborare modelli interpretativi della realtà.

Sono 29 le scuole partecipanti: 13 da Bergamo e provincia, 16 da altre province lombarde.

Bergamo città: Natta, Paleocapa, Quarenghi, Sarpi

Bergamo provincia: Alberghiero di San Pellegrino Terme, Betty Ambiveri di Presezzo, Einaudi di Dalmine, Fantoni di Clusone, Federici di Trescore Balneario, Maironi da Ponte di Presezzo, Majorana di Seriate, Marconi di Dalmine, Turoldo di Zogno.

Altre province lombarde: Leonardo Da Vinci di Milano, Curie di Cernusco sul Naviglio, Leonardo da Vinci-
Giovanni Pascoli di Gallarate, Balilla Pinchetti di Tirano, Bassi di Lodi, Gandini di Lodi, Manzoni di Suzzara, Alberti di Bormio, Capirola di Ghedi, Cerebotani di Lonato, Einaudi di Chiari, Casiraghi di Cinisello Balsamo, Crespi di Busto Arsizio, Mantegna di Mantova, Volta di Lodi, Rota di Calolziocorte.

Per ulteriori informazioni:

http://www.istruzione.lombardia.gov.it/bergamo

http://matnet.unibg.it/summerschool/intro.php


Programma Summer School 2016

Summer School 2016 – San Pellegrino Terme

 

5 settembre 2016

ore 9.00: Interventi di apertura dei lavori e saluti istituzionali

Remo Morzenti Pellegrini, Rettore Università degli studi di Bergamo

Patrizia Graziani, Dirigente Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo

Coordinatore: Adriana Gnudi – Università degli studi di Bergamo

 

ore 10.00: La matematica vista dagli altri a cura del Centro MatNet – CQIA Università degli studi di Bergamo

Mistici, disadattati, fuori di testa, ma anche consiglieri del principe. I matematici nell’immaginario comune.

 

ore 11.00: coffee break

ore 11.30: Gian Italo Bischi – Università di Urbino

Modelli dinamici, prevedibilità e complessità

La lezione ha lo scopo di introdurre in modo didattico i principali concetti della teoria qualitativa dei sistemi dinamici, proponendo nel contempo esempi concreti di come si costruisce un modello dinamico che rappresenta sistemi reali della Fisica, Biologia, scienze sociali, che evolvono nel tempo. Questo permetterà di introdurre i concetti di biforcazione, irreversibilità, caos deterministico, collegati alla non linearità e complessità dei sistemi. Si parlerà di concetti che sono entrati a far parte anche di una vasta letteratura divulgativa che ha contribuito a renderli noti non solo fra i vari settori della comunità scientifica ma anche in letteratura, in pittura, nel cinema.

 

Pausa pranzo

ore 15.00

Laboratorio-spettacolo: Fate il nostro giocotaxi1729 società di formazione e comunicazione scientifica di Paolo Canova e Diego Rizzuto – Teatro dell’Oratorio San Giovanni Bosco, Piazza San Francesco, San Pellegrino Terme (locandina).

 

ore 18.00: Serata alle terme

 

 

6 settembre 2016

Coordinatore: Ippolito Perlasca – Centro MatNet-CQIA Università degli studi di Bergamo

 

ore 9.00: Sabino Matarrese, Università di Padova

 

Simmetrie e asimmetrie dalla fisica delle particelle elementari alla cosmologia

La ricerca di simmetrie nei fenomeni naturali ha giocato un ruolo di primaria importanza nello sviluppo della scienza, dalla fisica delle interazioni fondamentali tra le particelle elementari fino alla disciplina che studia l’Universo nella sua globalità, la Cosmologia. Si discuterà di come la ricerca di simmetrie nei sistemi fisici e della loro eventuale “rottura” abbiano portato nel secolo scorso ad indubbi progressi nella nostra capacità di comprendere i fenomeni naturali, conducendo verso uno schema unificato di interpretazione delle leggi fisiche. Tuttavia, nella fisica contemporanea sta via via emergendo l’esigenza di allontanarsi da regole troppo rigide, focalizzandosi sulle possibili violazioni delle leggi di simmetria, come strumenti utili alla ricerca di nuove chiavi interpretative delle leggi della Natura.
ore 10.30: coffee break
ore 11.00: Giovanna Boccuzzo, Università di Padova
“Mi ami? Ma quanto mi ami?” La misurazione e analisi di fenomeni astratti e complessi mediante la costruzione di indicatori compositi

Qualità della vita, benessere, felicità, ma anche sviluppo sostenibile, sviluppo umano, qualità delle università, avanzamento tecnologico. Tutti termini che denotano concetti astratti, diremmo non misurabili. Eppure nei quotidiani leggiamo della classifica delle città italiane per qualità della vita, la classifica delle università, la classifica dei Paesi per sviluppo umano, e via dicendo. Come sono costruite queste classifiche? Come sono misurati questi concetti così complessi? E perché tali classifiche sono spesso differenti a seconda di chi le propone? Un ampio ambito della statistica si occupa della costruzione di Indicatori Compositi, il cui obiettivo è proprio quello di misurare fenomeni astratti e complessi non misurabili direttamente. In quest’ambito sono stati sviluppati approcci matematici anche molto articolati, ma la matematica e la statistica non bastano: sono necessarie scelte logiche e concettuali oculate e lungimiranti, è necessario il lavoro congiunto di esperti di diversa esperienza (statistici, matematici, sociologi, psicologi, economisti, informatici, ingegneri). In questa relazione racconterò alcuni approcci per la costruzione di indicatori compositi e mostrerò dei casi reali, evidenziando potenzialità e problematicità di tali approcci.

Pausa pranzo

ore 14.30 per gli studenti attività di laboratorio

 

per gli insegnanti attività laboratoriali su Percorsi didattici sull’uso e la rappresentazione dei numeri: La costruzione dei dati e la rappresentazione di informazione statistica Giovanna Boccuzzo, Università di Padova

“Science is not finished until it’s communicated” questa frase va attribuita a Sir Mark Walport, capo dell’UK Government Office for Science, che la utilizzò parlando nel 2013 alla Royal Society del cambiamento climatico e della necessità di saper trasmettere correttamente l’informazione scientifica. Non c’è frase che si addica meglio alla statistica, scienza presente ovunque ma ancora assai sconosciuta. La comunicazione di informazione statistica è spesso lasciata a chi statistico non è, all’approssimazione e all’interpretazione equivoca dei dati. Durante l’incontro si tratterà di come proporre nella didattica un approccio corretto alla costruzione e alla rappresentazione dei dati statistici, affinché i dati diventino informazione. Inizialmente si tratterà di come impostare un’indagine campionaria per la costruzione dei dati statistici. Nella seconda parte dell’intervento, si tratterà di come promuovere un’attenzione alla rappresentazione corretta di dati statistici, affinché i numeri “parlino” correttamente e l’informazione dedotta sia attendibile.
ore 20.30: Caccia al tesoro matematica

7 settembre 2016

Coordinatore: Caterina Scarpaci – Centro MatNet-CQIA Università degli studi di Bergamo

 

ore 9.00: Alessandro Zaccagnini, Università di Parma

I numeri primi: teoremi, congetture e applicazioni

Utilizzando strumenti della matematica di base, quali i coefficienti binomiali, la somma della serie geometrica e qualche limite notevole, otterremo delle informazioni qualitative e quantitative sulla distribuzione dei numeri primi. Dimostreremo in più modi diversi che esistono infiniti numeri primi e in questo modo potremo “indovinare” il Teorema dei Numeri Primi, e anche parlare delle grandi congetture e dei numerosi problemi aperti. Concluderemo con qualche cenno alle applicazioni pratiche dei numeri primi, come la crittografia.
ore 10.30: coffee break
ore 11.00: Piercesare Secchi, Politecnico di Milano

Data Science, il futuro della statistica

Nell’era dei Big Data, la statistica dovrà vincere una sfida epocale adattando il proprio approccio epistemologico, i propri paradigmi, metodi e algoritmi all’accresciuta complessità degli oggetti dei quali esplora la variabilità per estrarne informazione. Nelle applicazioni scientifiche, i Big Data non sono solo “big” in termini di volume, velocità e varietà, ma sempre più spesso sono dati intrinsecamente complessi, come curve o superfici, immagini, matrici, reti, testi. In questo seminario illustrerò alcuni esempi in cui gli aspetti teorici e computazionali relativi all’analisi dei Big Data si integrano con specifiche conoscenze di ambito medico o biologico, geologico, finanziario o industriale.

 

Pausa pranzo
ore 14.30

per gli studenti attività di laboratorio

 

per gli insegnanti attività laboratoriali su Percorsi didattici sull’uso e la rappresentazione dei numeri: Dal problema alle diverse possibili rappresentazioni e alla sua formalizzazione – Maddalena Andreoletti, Silvia Turlon

 

È opinione diffusa che l’insegnamento della matematica soffra da tempo di gravi problemi che ne riducono l’efficacia, soprattutto quando questa viene misurata sul lungo periodo. Il laboratorio matematico in modalità collaborativa è una metodologia per un apprendimento consapevole e duraturo della matematica che si pone come risposta a questo problema. Nell’incontro si propone un approfondimento su questa metodologia articolato in due momenti: nel primo i partecipanti, suddivisi in piccoli gruppi di lavoro, analizzeranno alcuni problemi proposti e successivamente ne discuteranno; nel secondo momento verrà presentata un’esperienza svolta in classe con i relativi risultati. Nel corso dell’incontro verranno evidenziati due aspetti fondamentali dell’insegnamento-apprendimento: il percorso a spirale che, partendo da un livello informale, porta via via ad acquisire metodi, strategie, strumenti sempre più formalizzati e la valorizzazione degli errori che, come dice Rodari, “….. sono necessari, utili come il pane e spesso anche belli”.
ore 17.00: Conclusione dei lavori

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I laboratori pomeridiani

Laboratorio 1: Capire la relatività
Ippolito Perlasca, Marco Sgrignoli – Centro MatNet-CQIA Università degli studi di Bergamo

Laboratorio 2: Media-mente
Antonio Rinaldi, Maddalena Raineri – Centro MatNet-CQIA Università degli studi di Bergamo

 

«Concorsone in ritardo, molti prof assunti l’anno prossimo»

da Corriere della sera

«Concorsone in ritardo, molti prof assunti l’anno prossimo»

I dati di Tuttoscuola: «Boom di bocciati all’esame. Solo il 7% delle graduatorie pronte a 15 giorni dell’avvio dell’anno scolastico». In campo 5mila commissari per correggere 1 milione e 402mila quesiti. Il ministro Giannini assicura: supplenti pagati in tempi certi

Antonella De Gregorio

Altro che «Buona Scuola»: la data della prima campanella si avvicina, ma le speranze di mettere in cattedra tutti i prof che servono si fa sempre più remota. E molti dei docenti che si sono sottoposti ad esame vedono sfumare il traguardo dell’assunzione. Le procedure concorsuali (ce n’è una per ogni materia e ordine di scuola) che hanno coinvolto 175mila candidati, in corsa per 63.712 cattedre, sono tutt’altro che esaurite, come invece sarebbe logico aspettarsi, dal momento che il ministero ha sempre rassicurato sulla possibilità di mandare in cattedra i neo-assunti già quest’anno. Sono anzi in pieno, lentissimo svolgimento.

Ritardo

L’ultimo allarme viene dalla rivista specializzata Tuttoscuola, che ha elaborato i dati degli Uffici scolastici regionali: «A due settimane dal termine ultimo del 15 settembre per la nomina in ruolo dei vincitori del concorsone per docenti, solo 111 delle 1.484 graduatorie finali previste sono pronte». E’ stato fatto poco più del 7 per cento del lavoro, nel 92 per cento del tempo a disposizione, mettendo in campo una macchina organizzativa di 5 mila commissari d’esame impegnati nella correzione di 1 milione e 402 mila quesiti (di cui quasi la metà ancora da correggere). Tantissimi i casi in cui gli orali devono ancora iniziare. A metà agosto erano stati corretti gli scritti solo del 60% delle commissioni. In Emilia Romagna, si riuniscono oggi le commissioni per stabilire i criteri da adottare per la correzione degli scritti. In Lombardia si sono chiuse solo 9 procedure concorsuali su 104 (4%), con il 20% di posti vacanti. In Sardegna si sono chiuse il 14% delle procedure, con ben il 42% di posti vacanti (113 sui 268 posti banditi). La regione più avanti è il Piemonte, con il 23% delle graduatorie concluse.

Il più grande concorso da 17 anni

È chiaro ormai che, anche se commissioni di concorso e Uffici scolastici regionali sono febbrilmente impegnati in questi giorni nel rush finale, molti vincitori entreranno in servizio con un anno di ritardo. Un rinvio che, per la scuola dell’infanzia e la primaria – che coinvolgono più della metà dei candidati – il Miur ritiene addirittura un «vantaggio»: consentirà di esaurire le graduatorie del concorso precedente. D’altronde, sostiene il ministro – che respinge seccamente le accuse di «fallimento» – si tratta del più grande concorso degli ultimi 17 anni. E l’obiettivo di quest’anno – coprire 32mila posti (oltre ai 30mila dell’organico di fatto) – verrà raggiunto. Con i prof neoassunti, quelli presi dalle «Graduatorie a esaurimento» (la legge prevede che siano il 50%, ma se occorre la quota verrà superata e «riequilibrata» il prossimo anno), o supplenti. Chi non entrerà in ruolo quest’anno, dal 2017 avrà la cattedra.

Boom di bocciati

Tuttoscuola torna anche a fare i conti dei bocciati: un’«ecatombe» che lascerà vuoti oltre 20 mila posti. Dalle 111 graduatorie al traguardo, per esempio, si prevedevano 2.959 posti a concorso ma non ci saranno vincitori sufficienti per coprirli: rimarrà vacante il restante 29,7%, pari a 879 posti. Con il paradosso che non saranno solo i tanti bocciati (oltre il 50%) a lasciare scoperte le cattedre, ma anche i promossi.

Supplenti

Intanto, il ministro ha annunciato una «svolta» nel sistema dei pagamenti delle supplenze: un decreto firmato mercoledì – del presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il ministro dell’Istruzione e il ministro dell’Economia – prevede tempi certi per il pagamento delle supplenze brevi e saltuarie del personale scolastico: con le nuove regole scatta l’obbligo di pagamento degli stipendi entro al massimo 30 giorni dalla fine del mese in cui si è svolto il servizio. Ad esempio, se un insegnante ha fatto 15 giorni di supplenza nel mese di ottobre dovrà attendere al massimo fino alla fine di novembre per vedere accreditata la propria retribuzione. «Si tratta di una vera e propria svolta che eviterà che si ripeta di nuovo quanto accaduto troppe volte in passato. E cioè che chi lavora con contratti a termine nelle nostre scuole, solo perché supplente, riceva con ritardo quanto gli è dovuto», ha commentato il ministro Giannini.

Il Governo punta sul tempo pieno al Sud: con 320 milioni di fondi Pon più posti da docente

da La Tecnica della Scuola

Il Governo punta sul tempo pieno al Sud: con 320 milioni di fondi Pon più posti da docente

“Per il Mezzogiorno questo sarà l’anno del tempo pieno”: a dirlo, a Catania, è stato il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone.

Parlando a margine della Festa dell’Unità, il sottosegretario ha detto che “questo sarà l’anno del tempo pieno per il Mezzogiorno. Noi investiremo già a settembre 320 milioni di euro dei fondi Pon per il tempo pieno e questo comporterà di conseguenza più posti in organico per gli insegnanti, ma soprattutto forniremo un servizio e una possibilità che è garantita ai bambini del Nord e non al Sud, in cui ci sono percentuali di tempo pieno irrisorie”.

Faraone ha aggiunto: “è un impegno che prendo e che verificheremo nelle prossime settimane”.

Il progetto espresso dal sottosegretario porterebbe, quindi, anche una maggiorazione delle cattedre. Che permetterebbero, di conseguenza, di far rientrare nel corso degli anni una parte consistente dei docenti oggi costretti a trasferirsi negli ambiti territoriali del Centro-Nord.

Solo due considerazioni finali. La prima è che siccome si tratta di posti che andrebbero a collocarsi nell’organico dell’autonomia, quindi che andranno a mantenersi negli anni, immaginiamo che sia stato informato anche il Mef.

La seconda riguarda, invece, le norme-lacciuoli che non permettono di incrementare i posti del personale scolastico: anche in questo caso, il Governo farebbe bene a muoversi per evitare che impediscano l’attuazione del progetto.

Concorso e trasferimenti, Faraone a Catania: se ci sono errori li correggeremo

da La Tecnica della Scuola

Concorso e trasferimenti, Faraone a Catania: se ci sono errori li correggeremo

L’impegno è stato preciso: se ci sono stati errori nella correzione degli elaborati al concorso 2016 e  nelle assegnazioni delle cattedre li correggeremo.

Ma chiediamo la collaborazione di tutti, con segnalazioni puntuali.  Il sottosegretario all’istruzione, Davide Faraone, alla festa nazionale dell’Unità, in svolgimento in questi giorni a Catania, è stato chiaro e lo ha promesso: e noi lo prendiamo in parola.

Tuttavia le attese, forse perché la ministra Stefania Giannini ha dato forfait all’ultimo minuto,  non sono state conformi alla realtà dei fatti che abbiamo vissuto giovedì 1 settembre alla Villa Bellini della città etnea dove schiere agguerrite di precari della GaE e di trasferiti dall’algoritmo, si erano dati appuntamento per fare sentire la loro protesta. E invece pubblico non oceanico e protesta contenuta dentro la normale dialettica tra chi detiene il potere politico e chi lo subisce.

Solo un manipolo di docenti delle GaE e qualche docente respinto al concorso. Niente strepiti insomma e niente interruzioni vibrate nel corso dei comizi, prima di Puglisi e poi di Faraone. Loro due infatti hanno tenuto la “piazza” (a parte uno studente universitario, anche lui sul palco, che si è dilungato sul diritto allo studio) secondo una prassi bene sperimentata: vi racconto le cose che mi fanno piacere, per tutto il resto non c’è tempo. Ed ecco allora la contabilità dei soldi impiegati del governo per il rifacimento e la messa in sicurezza delle scuole, non solo contro i terremoti, ma anche per avere scuole belle e accoglienti.

Benissimo, siamo d’accordo, del resto mai si era avuta una anagrafe degli edifici e ora c’è  un Governo che chiede il plauso, il battimano insomma, come pure per gli investimenti che si faranno, mentre su tutto il resto che riguarda la Legge 107 a cominciare dallo strapotere dei presidi agli intoppi e i ritardi che si stanno registrando per il regolare inizio dell’anno scolastico, il contratto, i salari, i supplenti è meglio non parlare. Come è meglio sorvolare sullo “stupore stupefacente” che Matteo Renzi aveva promesso sull’unghia della sua Riforma della buona scuola, ma che si sta trasformando nel suo opposto, nell’intontimento,  visto la rabbia di vari gruppi di docenti che, sbagliando obiettivo, si stanno scagliando contro altri gruppi di colleghi, in una guerra fra prof alla ricerca di un posto stabile, vicino e sicuro.

Scuola di guerra, forse, segnalata dall’evidente nervosismo di Faraone e Puglisi, che non sono sembrati distesi come i condottieri sicuri che arringano gli eserciti, ma guardinghi, sospettosi, in groppa a un cavallo che improvvisamente si possa imbizzarrire. Appassionata come sempre la Puglisi, di origine catanese, turbinosa e vulcanica, come una Giovanna D’arco con lancia in resta e microfono tuonante, a difendere le scelte del suo presidente: ma come fate a non capire, mulinava l’alto parlante, che lavoriamo per la scuola italiana? Ma come, tuonava: abbiamo messo soldi, tanti soldi, tre miliardi, dopo che Gelmini ne ha tagliati 8, e non ci apprezzate?

Su alcuni punti tuttavia Faraone e Puglisi hanno ragione: il tempo pieno e gli asili nido: da 0 a 6 anni. L’85% di tempo pieno al Nord e solo l’8% al Sud e in Sicilia in modo particolare, dove fra l’altro la dispersione e l’abbandono  raggiungono livelli stratosferici: oltre il 25%  (con punte fino al 30%) contro il 15% del nord: come può accadere? Purtroppo accade e le mamme siciliane non sanno dove portare i bimbi: anzi lo sanno ma devono pagare rette salate ai privati, mentre non si sa dove finiscono questi ragazzi che abbandonano la scuola.

E quanti posti di lavoro si potrebbero creare? Tanti sicuramente solo se gli enti locali facessero il loro mestiere.  Da qui un’altra promessa: 320 milioni tramite un Pon per implementare il tempo pieno e combattere la dispersione nelle città meridionali. Correggere gli errori degli altri insomma, è sembrata la parola d’rodine dei due esponenti del Pd che hanno pure risposto a delle domande di docenti ancora nelle GaE che vogliono, invece del concorso, essere assunti, subito. E anche qui: la legge è legge: 50% ai concorsi e 50% alle GaE. Dal loro punto di vista, dei due politici, del resto appare giusto assicurare una prospettiva alle nuove leve, ai neolaureati; tuttavia anche chi da decenni attende dietro l’uscio ha diritto di entrare: perché li avete chiamati allora? Non si possono tenere generazioni di prof a fare sempre i supplenti: non è ovvio?

La protesta sul caos che si sta generando sulla scuola non è esploso in tutto il suo fragore a Catania, come ci si aspettava alla viglia. Tutto contenuto insomma, forse perchè mancava la miccia Giannini? Forse, ma forse che no;  e forse nulla sarebbe cambiato anche avendo di fronte il sorriso smagliante della ministra alle falde del vulcano Etna. Sarà per la prossima volta, forse.

Studenti superiori all’estero, 2mila posti con Intercultura in 65 Paesi

da La Tecnica della Scuola

Studenti superiori all’estero, 2mila posti con Intercultura in 65 Paesi

Sul nuovo sito internet di Intercultura, dal 1° settembre è giunto il nuovo bando di concorso, aperto fino al 10 novembre, per i programmi all’estero 2017/18.

L’associazione dedita agli studi all’estero ha messo più di 2.000 i posti a disposizione per 65 Paesi di tutto il mondo, riservati agli studenti che frequentano una scuola media superiore, nati tra il 1 luglio 1999 e il 31 agosto 2002.

 

IL NUOVO BANDO E LE BORSE DI STUDIO

Pure nel prossimo anno scolastico gli studenti delle scuole superiori italiane potranno concorrere per più di 1.400 borse di studio totali o parziali (nel 2015/16 le borse assegnate sono state 1.511). Circa la metà provengono dall’apposito fondo di Intercultura e sono già disponibili nel bando pubblicato online per consentire la partecipazione ai programmi degli studenti più meritevoli e bisognosi di sostegno economico (si va dalle borse totali che coprono il 100% della quota di partecipazione, a quelle parziali che coprono una percentuale variabile tra il 20% e il 60% della stessa). A queste se ne aggiungono le altre centinaia, tra borse di studio totali e contributi sponsorizzati, grazie alla collaborazione tra la Fondazione Intercultura e diverse aziende, banche, fondazioni ed enti locali.

L’elenco, già online con le prime Borse disponibili, viene continuamente aggiornato nei mesi di settembre e ottobre sul sito alla pagina http://www.intercultura.it/borse-di-studio-offerte-da-sponsor) Per gli studenti che frequentano all’estero l’intero anno scolastico, la normativa scolastica italiana riconosce la possibilità di accedere alla classe successiva senza ripetere l’anno. Il Ministero dell’Istruzione ha chiarito in una recente nota (843/2013) che le esperienze di studio all’estero sono “parte integrante dei percorsi di formazione e di istruzione” e che sono “valide per la riammissione nell’istituto di provenienza”.

 

ESTATE 2016, 24% PARTITI PER AMERICA LATINA E 14% PER ASIA

Dalla Cina alla Colombia, dall’Indonesia al Brasile, sono proprio in tutto il mondo le destinazioni scelte dagli studenti di Intercultura per frequentare il nuovo anno scolastico all’estero. 2.005 ragazzi tra i 15 e i 17 anni sono già partiti o si stanno imbarcando, scaglionati nel corso di tutta l’estate, per un’esperienza che ricorderanno per sempre, per un periodo che varia dalle poche settimane a un intero anno scolastico, ospitati da una famiglia locale e frequentando una scuola superiore con i ragazzi di pari età. Il 75,2% di questi ragazzi per un totale di 1.511 di loro, parte con una Borsa di studio totale o parziale erogata dal fondo Borse di studio di Intercultura o da uno dei numerosi sponsor che investono nel futuro dei figli dei propri dipendenti o dei giovani più promettenti del loro territorio.

 

UN’ESPERIENZA CHE DURA TUTTA LA VITA

“Quest’estate – spiega Roberto Ruffino, segretario generale dell’Associazione – più di 2.000 studenti da tutta Italia hanno fatto il primo passo di una storia che durerà per tutta la loro vita e che li aiuterà a scoprire i loro talenti nascosti. Questi adolescenti hanno deciso di accettare una sfida, un percorso educativo, un’esperienza che contribuisce alla loro crescita, e che li aiuterà a diventare la prossima generazione di innovatori, di coloro che costruiranno il cambiamento. A partire dai nostri studenti, fino alle famiglie, alle scuole e comunità, i programmi di Intercultura cambiano la vita delle persone. Questo è quello che chiamiamo l’effetto Intercultura”.

QUASI IL 50% DEGLI STUDENTI RAGGIUNGE POI L’ECCELLENZA

“Che i tempi stiano finalmente cambiando – spiega una nota – e che anche la scuola italiana si stia rendendo conto della crescita umana e disciplinare di cui beneficiano gli adolescenti che trascorrono un periodo lungo di studio all’estero, è dimostrato dai risultati di un questionario posto anche quest’anno da Intercultura agli studenti che hanno partecipato a un programma all’estero e che hanno appena affrontato la maturità. Su 425 risposte, 103 studenti hanno preso il massimo dei voti: 100 o 100 e lode e 93 hanno ottenuto tra 91 e 99; in altre parole, quasi la metà (il 46,2%) di chi ha risposto ha conseguito risultati d’eccellenza”.

Trasferimenti, valanghe di errori: per la Cisl è tutto da rifare. Ma non è troppo tardi?

da La Tecnica della Scuola

Trasferimenti, valanghe di errori: per la Cisl è tutto da rifare. Ma non è troppo tardi?

“Stiamo mettendo a punto le azioni necessarie per ottenere quello che riteniamo un atto dovuto, cioè il rifacimento delle operazioni”.

A dirlo è stata Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola, a conclusione dell’ennesima sferzata contro la gestione dei trasferimenti su ambiti territoriali.

Secondo la sindacalista, “a chi ha subìto un danno non si può dire di farsene una ragione: ai danni si deve rimediare. Le nostre sedi, al lavoro senza sosta per tutta l’estate e oggi ancora costantemente sotto pressione, sono già pronte a offrire ogni necessario supporto a chi intenderà percorrere la via del contenzioso, una via purtroppo obbligata quando vengono sbarrate quelle del confronto e del negoziato”.

Per Gissi, del resto, “i numeri parlano chiaro: non sono affatto un fenomeno marginale gli errori nelle procedure di trasferimento, se per la sola scuola primaria gli uffici periferici dell’Amministrazione stanno portando avanti ben 2.600 tentativi di conciliazione. Tentativi, si badi bene, che coprono poco più di metà delle richieste fatte dagli interessati, oltre 5.000”.

Lo afferma. “Le proposte di conciliazione sono infatti solo quelle consentite dalla disponibilità di posti, mancando i quali viene meno la possibilità di rimediare agli errori commessi. Ma non basta: in moltissimi casi le proposte di conciliazione vengono rifiutate, perché assolutamente non risolutive dei problemi. A chi da Roma si è visto trasferire in Friuli, ad esempio, non basta certo vedersi offrire un posto in Veneto. Quindi alla fine saranno molto meno di 2.600 i docenti disponibili a conciliare; ai non soddisfatti non resterà che rivolgersi a un giudice del lavoro per vedere riconosciuti i propri diritti”.

Largo, quindi, ai ricorsi. Visto che la maggior parte delle conciliazioni non hanno prodotto il risultato sperato dai docenti interessati.

Quello che non è chiaro, invece, è cosa significhi rifare tutto daccapo nel mese di settembre. Dove andrebbero collocati, a scuola iniziata, i docenti in attesa dei trasferimenti finalmente corretti? E chi andrebbe a ricoprire i posti del Nord rimasti liberi?

Gissi, però, insiste: “la toppa con cui si è cercato di rimediare al danno (dopo aver tentato inutilmente di negare che vi fosse stato) si sta dimostrando del tutto inefficace. Gli errori e le conseguenti ingiustizie possono essere sanati solo da un rifacimento delle operazioni. Ricade interamente sull’Amministrazione la responsabilità del trascinarsi fino ad oggi di una situazione che andava affrontata immediatamente, per non finire troppo a ridosso dell’avvio dell’anno scolastico, con tutte le conseguenze che ciò comporta”.

Ecco, sulle conseguenze vorremmo saperne qualcosa di più. Soprattutto perché, arrivati a questo punto, a subirle potrebbero essere pure gli alunni.

I sindacati chiedono incontro urgente al ministro Giannini

da La Tecnica della Scuola

I sindacati chiedono incontro urgente al ministro Giannini

Un avvio d’anno scolastico all’insegna di tensioni e problemi che il MIUR non riesce a risolvere, con inevitabili ricadute sulla regolare ripresa delle attività didattiche. Dai trasferimenti sbagliati alle contestate modalità di “chiamata diretta”, dai numeri delle assunzioni alle vicissitudini dei concorsi in via di svolgimento, alla conclamata insufficienza degli organici del personale ATA, non mancano certo i temi per un confronto che i sindacati scuola maggiormente rappresentativi (Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal) sollecitano con una lettera inviata direttamente al ministro Stefania Giannini. La richiesta è quella di un confronto al massimo livello politico, “in relazione alle diverse problematiche connesse all’avvio dell’anno scolastico, con particolare riferimento a quelle che investono più direttamente la gestione del personale”. La richiesta di incontro è stata inviata poco fa a firma dei segretari generali dei quattro sindacati (Domenico Pantaleo, Maddalena Gissi, Giuseppe Turi, Marco P. Nigi), che ne hanno segnalato l’assoluta urgenza.

Anno scolastico al via: Miur arrogante e caos da Guinness dei primati

da La Tecnica della Scuola

Anno scolastico al via: Miur arrogante e caos da Guinness dei primati

Sbandierata come una sorta di rivoluzione copernicana destinata a produrre ‘magnifiche sorti e progressive’, la Buona Scuola è in realtà responsabile del grande caos che segna l’avvio di questo nuovo anno scolastico”. E’ quanto dichiara Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, che denuncia come il Miur sia ancora in alto mare su tutte le procedure necessarie per il regolare avvio delle attività didattiche.

 Le riunioni dei Collegi dei Docenti e le attività connesse – spiega Di Meglio – rischiano di rivelarsi inutili se mancano i docenti assegnati alle scuole. Il ministero dell’Istruzione deve ancora concludere le operazioni riguardanti la mobilità, l’assunzione dei vincitori del concorso e la copertura con supplenze annuali dei posti residui. Ciò deriva dalla serie di errori provocati dall’applicazione della legge 107/2015, tra cui la fantasiosa assegnazione delle sedi da parte del misterioso algoritmo che il Miur si ostina a tenere segreto”.

 Di errore in errore, l’allucinante vicenda delle conciliazioni si è rivelata una toppa peggiore del buco, tant’è che numerosi insegnanti non sanno ancora in quale scuola prendere servizio. Inevitabili, dunque, le ricadute negative su studenti e famiglie. Una tale situazione di incertezza non si era mai verificata nella scuola, tutto merito – ironizza Di Meglio – della cosiddetta Buona Scuola che ha amplificato ulteriormente i problemi strutturali della macchina burocratica”.

 La protervia del Miur, poi, è tale che negli ultimi giorni l’Amministrazione ha cambiato le carte in tavola perfino per quanto riguarda il contingente di assunzioni dei docenti dell’infanzia modificando con un decreto ministeriale le percentuali, stabilite dalla legge, tra le graduatorie a esaurimento e quelle di merito. Un governo che non rispetta neppure le leggi approvate dal parlamento si commenta da solo”.

 Davanti a questa desolante realtà – conclude Di Meglio – esortiamo gli insegnanti, da oggi di nuovo a scuola, a mantenere la barra dritta consapevolmente e criticamente, senza cedere di fronte all’arroganza del Miur”.  

Supplenti: una svolta nei sistema di pagamento

da La Tecnica della Scuola

Supplenti: una svolta nei sistema di pagamento

La ministra Stefania Giannini, ha annunciato una «svolta» nel sistema dei pagamenti delle supplenze. Con un  decreto firmato mercoledì si prevedono tempi certi per il pagamento delle supplenze brevi e saltuarie del personale scolastico.

Con queste nuove regole scatta l’obbligo di pagamento degli stipendi entro al massimo 30 giorni dalla fine del mese in cui si è svolto il servizio. Se un insegnante ha fatto 15 giorni di supplenza nel mese di ottobre dovrà attendere al massimo fino alla fine di novembre per vedere accreditata la propria retribuzione.

La ministra ha infatti dichiarato: «Si tratta di una vera e propria svolta che eviterà che si ripeta di nuovo quanto accaduto troppe volte in passato. E cioè che chi lavora con contratti a termine nelle nostre scuole, solo perché supplente, riceva con ritardo quanto gli è dovuto».

Sindacati chiedono incontro urgente a ministro Giannini

da tuttoscuola.com

Sindacati chiedono incontro urgente a ministro Giannini

I sindacati di categoria della scuola, Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola e Snals Confsal, chiedono un incontro con il Ministro Stefania Giannini prima dell’inizio dell’anno scolastico. “Un avvio d’anno – spiegano – all’insegna di tensioni e problemi che il Miur non riesce a risolvere, con inevitabili ricadute sulla regolare ripresa delle attività didattiche. Dai trasferimenti  sbagliati alle contestate modalità di ‘chiamata diretta’, dai numeri delle assunzioni alle vicissitudini dei concorsi in via di svolgimento, alla conclamata insufficienza degli organici del personale Ata“.

La richiesta, sottolineano i sindacati, “è quella di un confronto al massimo livello politico, in relazione alle diverse problematiche connesse all’avvio dell’anno scolastico, con particolare riferimento a quelle che investono più direttamente la gestione del personale“.

La  richiesta di incontro è stata inviata questo pomeriggio a firma dei segretari generali dei quattro sindacati, Domenico Pantaleo, Maddalena Gissi, Giuseppe Turi, Marco Paolo Nigi, che ne hanno segnalato  l’assoluta urgenza.

Intercultura, nuovo bando per estero, 2 mila posti

da tuttoscuola.com

Intercultura, nuovo bando per estero, 2 mila posti
Quasi la metà degli studenti che partono raggiunge poi l’eccellenza

E’ online da oggi il nuovo sito di Intercultura (www.intercultura.it), che pubblica il nuovo bando di concorso, aperto fino al 10 novembre, per i programmi all’estero 2017/18. Oltre 2.000 i posti a disposizione per 65 Paesi di tutto il mondo, riservati agli studenti che frequentano una scuola media superiore, nati tra il 1 luglio 1999 e il 31 agosto 2002.

– IL NUOVO BANDO E LE BORSE DI STUDIO. Anche nel prossimo anno scolastico gli studenti delle scuole superiori italiane potranno concorrere per più di 1.400 borse di studio totali o parziali (nel 2015/16 le borse assegnate sono state 1.511). Circa la metà provengono dall’apposito fondo di Intercultura e sono già disponibili nel bando pubblicato online per consentire la partecipazione ai programmi degli studenti più meritevoli e bisognosi di sostegno economico (si va dalle borse totali che coprono il 100% della quota di partecipazione, a quelle parziali che coprono una percentuale variabile tra il 20% e il 60% della stessa).

A queste se ne aggiungono le altre centinaia, tra borse di studio totali e contributi sponsorizzati, grazie alla collaborazione tra la Fondazione Intercultura e diverse aziende, banche, fondazioni ed enti locali. L’elenco, già online con le prime Borse disponibili, viene continuamente aggiornato nei mesi di settembre e ottobre sul sito alla pagina http://www.intercultura.it/borse-di-studio-offerte-da-sponsor).

Per gli studenti che frequentano all’estero l’intero anno scolastico, la normativa scolastica italiana riconosce la possibilità di accedere alla classe successiva senza ripetere l’anno. Il Ministero dell’Istruzione ha chiarito in una recente nota (843/2013) che le esperienze di studio all’estero sono “parte integrante dei percorsi di formazione e di istruzione” e che sono “valide per la riammissione nell’istituto di provenienza”.

– INTERCULTURA, UN’ESPERIENZA CHE DURA TUTTA LA VITA

“Quest’estate – spiega Roberto Ruffino, segretario generale dell’Associazione – più di 2.000 studenti da tutta Italia hanno fatto il primo passo di una storia che durerà per tutta la loro vita e che li aiuterà a scoprire i loro talenti nascosti. Questi adolescenti hanno deciso di accettare una sfida, un percorso educativo, un’esperienza che contribuisce alla loro crescita, e che li aiuterà a diventare la prossima generazione di innovatori, di coloro che costruiranno il cambiamento. A partire dai nostri studenti, fino alle famiglie, alle scuole e comunità, i programmi di Intercultura cambiano la vita delle persone. Questo è quello che chiamiamo l’effetto Intercultura”.

– QUASI META’ DEGLI STUDENTI RAGGIUNGE POI L’ECCELLENZA. “Che i tempi stiano finalmente cambiando – spiega una nota – e che anche la scuola italiana si stia rendendo conto della crescita umana e disciplinare di cui beneficiano gli adolescenti che trascorrono un periodo lungo di studio all’estero, è dimostrato dai risultati di un questionario posto anche quest’anno da Intercultura agli studenti che hanno partecipato a un programma all’estero e che hanno appena affrontato la maturità. Su 425 risposte, 103 studenti hanno preso il massimo dei voti: 100 o 100 e lode e 93 hanno ottenuto tra 91 e 99; in altre parole, quasi la meta’ (il 46,2%) di chi ha risposto ha conseguito risultati d’eccellenza”.

Ulteriori informazioni sul sito www.intercultura.it